Libri > Good Omens
Segui la storia  |       
Autore: Musical    08/08/2022    0 recensioni
O quello che fu l'inizio, non proprio l'inizio dell'umanità, come molti di voi potrebbero immaginare. Semplicemente la storia di come due bambini così diversi riuscirono a diventare amici.
[Human AU]
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: AU, De-Aging | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A





L’aria di Londra l’accolse con un leggero vento che gli scompigliò i capelli; Aziraphale chiuse gli occhi ed inspirò profondamente inebriandosi degli odori tipici della sua città. Le altre città che l’avevano ospitato erano meravigliose, a suo parere, però niente era paragonabile alla sua amata Londra. Peccato che il motivo per cui era tornato, questa volta per sempre, non era dei più gioiosi, difatti l’uomo chinò il capo, colto da un attacco di tristezza.

Una leggera mano si posò sulla sua schiena ed Aziraphale si lasciò cullare dalla sensazione di serenità che il gesto gli infondeva.

“Stai bene?” una voce rassicurante gli sussurrò vicino l’orecchio, lui si voltò per sorridere alla persona che aveva dietro di sé.

“È sempre piacevole tornare a respirare l’aria di casa. Mi sarebbe piaciuto poterlo fare per un’occasione più gioiosa”, le sue labbra tirarono un sorriso, mentre la tristezza veniva celata dietro i suoi occhi.

L’accompagnatore di Aziraphale poggiò le labbra tra i suoi capelli. “Vedrai che andrà tutto bene, Azi.”

Il sorriso di Aziraphale raggiunse appena gli occhi e l’uomo chinò la testa all’indietro, rilassandosi contro la spalla dell’altro.

“Grazie per essere venuto, Raphael. Non so come avrei affrontato tutto questo senza di te.”

Raphael strinse appena le dita intorno alla spalla di Aziraphale, chiudendo gli occhi per godersi i flebili raggi.

“Qualunque cosa per te, Azi.”

Aziraphale riaprì gli occhi, fermandosi dal torturare le proprie dita. Dover assistere al funerale di suo padre insieme all’intera famiglia, per poi dover ascoltare la lettura del testamento, non era una cosa che apprezzava. I suoi fratelli, Gabriel e Sandalphon in particolar modo, sapevano essere una tortura delle volte.
Per sua fortuna, Raphael aveva deciso d’accompagnarlo, cogliendo l’occasione per presentarsi ufficialmente.

I due uomini si frequentavano ormai da cinque anni, conosciutisi per un indirizzo sbagliato; Raphael era un architetto di giardini e, per errore, aveva suonato al campanello di Aziraphale, convinto di dover vedere una terrazza per iniziare un nuovo progetto. Aziraphale ricordava con gioia quel momento, rimanendo affascinato dai capelli dell’altro e tornando con la mente a quand’era bambino, trovando strana la coincidenza d’incontrare un altro Raphael, dai capelli rossi, a cui risultava immediatamente simpatico. L’uomo non aveva mai avuto il coraggio d’approfondire la cosa, desiderava soltanto godersi la gioia e la felicità di trascorrere una parte della propria vita con quell’uomo meraviglioso. Il resto, beh, poteva aspettare.

Aziraphale venne riportato al presente dallo squillare del suo cellulare, stirò le labbra in un altro sorriso e posò la mano sopra a quella di Raphael, voltandosi a guardarlo.

“Credo sia ora.”

Raphael annuì e gli diede un bacio sulla fronte, nel tentativo di rassicurarlo.

“Sono con te, Azi.”

Ad Aziraphale bastò quella frase per sentirsi pronto ad affrontare la propria famiglia.


Con un velo di nostalgia, Aziraphale sfiorò la copertina di un libro, erano trascorsi anni dall’ultima volta in cui aveva messo piede nella libreria di famiglia. Poter diventare proprietario della libreria era sempre stato il suo sogno, aveva studiato, s’era specializzato nella filologia, adesso poteva raccogliere i frutti di tutto ciò che aveva assimilato durante la sua giovinezza… Eppure, la reazione dei suoi fratelli non era stata delle migliori.
Sandalphon, che tra tutti era quello più attento ai guadagni, cercava di convincere Aziraphale a vendere la libreria, sostenuto da Gabriel, ormai divenuto detentore delle proprietà di famiglia, che non vedeva alcuna risorsa in quel mucchio di carta e polvere. Micheal ed Uriel s’astenevano dal commentare, cominciando già a pensare ad un piano d’azione con gli affari di famiglia più delicati.

Per Aziraphale, quella libreria non era un involucro insignificante, a cui non prestare la minima attenzione, pieno di cianfrusaglie, carta e polvere. C’era la storia contenuta in quei libri, ogni angolo di quella libreria conteneva infiniti ricordi. Il padre di Aziraphale, forse, era a conoscenza di ciò, e forse sapeva che tra i suoi figli Aziraphale era l’unico in grado d’apprezzare e valorizzare quel luogo.

Uno sguardo colmo di determinazione attraversò gli occhi di Aziraphale, che mostrò la sua decisione stringendo un pugno vicino al cuore, poteva farcela!

“Allora?” la testa rossa di Raphael sbucò dietro uno scaffale, raggiungendolo con un sorriso incoraggiante.

“Raphael, io…”

Il pugno si sciolse e la mano tornò lungo il fianco, come poteva dire a Raphael che non era intenzionato a tornare a Parigi, ma di rimanere lì, in quella libreria?

Raphael chiuse gli occhi e sbuffò divertito, prima di scoccare un bacio sulla fronte del suo compagno.

“Dammi tempo una settimana, per sistemare tutte le pratiche, e torno qui.”

“Ma, Raphael —”

Un dito si posò sulle labbra di Aziraphale, zittendolo all’istante.

“Hai studiato per questo, entrambi lo sappiamo. Mi hai raccontato tante volte quanto tuo padre si raccomandava di questa libreria. Immaginavo cosa sarebbe successo, una volta arrivati qui.”

Aziraphale abbassò lo sguardo, cominciando a stropicciare l’estremità del gilet, ma due dita di Raphael lo fecero delicatamente voltare verso il rosso, di nuovo.

“Per questo, appena mi hai chiesto d’accompagnarti, ho cominciato a cercare un posto per il mio ufficio, qui a Londra. Tra due settimane sarà pronto, ma devo andare a firmare le ultime pratiche per il trasloco, ce la farai a stare qui per una settimana da solo?”

Alla notizia, gli occhi di Aziraphale divennero lucidi e un sorriso gli illuminò il volto; fu come se l’uomo fosse stato in grado di emanare luce propria.

“Sei un essere meraviglioso, Raphael. Grazie!”

“Sarai in grado di cavartela coi tuoi fratelli?”

Gli occhi verdi di Raphael sembravano voler scrutargli l’anima, alla ricerca di una qualche nuvola nera che poteva far rattristare Aziraphale; tuttavia, l’uomo negò.

“Conoscendoli, non verrebbero a trovarmi finché questa libreria non verrà venduta.”

I due uomini si guardarono intensamente negli occhi, prima d’abbracciarsi.

Solo una settimana, durante la quale Aziraphale doveva davvero sperare di non ricevere visite da Gabriel e Sandalphon, e poi avrebbe cominciato la sua nuova vita a Londra, insieme a Raphael.

Contrariamente a quanto s’aspettava, la sua famiglia non fece storie nel conoscere il suo compagno, probabilmente perché il funerale e la lettura dell’eredità avevano avuto la priorità.
Bisognava vedere cosa sarebbe accaduto più in là.


“Fai attenzione.”
“Non immergerti troppo in un libro evitando i clienti.”

Con queste due frasi, Aziraphale e Raphael si salutarono, dopo essersi scambiati un leggero bacio.

Con un sospiro che nascondeva mille preoccupazioni riguardo la libreria, Aziraphale aprì la porta, facendo tintinnare il campanello. Un suono familiare che lo fece tornare indietro nel tempo, a quando da bambino vedeva clienti entrare ed uscire, annunciati sempre da quel tintinnio, mentre lui era impegnato a studiare o leggere qualche buon libro.

Cominciò a guardarsi intorno, pensando a cosa avrebbe potuto fare per migliorare la libreria. Aziraphale si tolse il soprabito, vedendo quanto i suoi piccoli movimenti alzavano un polverone. L’odore era persistente, e ad un’occhiata ben attenta poteva quasi capire perché non era considerata importante dai suoi fratelli, vecchi tomi e pergamene impolverate, troppo anche per i suoi gusti. Una piccola spolverata avrebbe giovato l’ambiente.

Magari il giorno dopo, si disse Aziraphale, in quel momento voleva semplicemente prendere un libro e sedersi su quel divano che tanto detestava da ragazzino, quello che avrebbe cambiato il prima possibile.

Prese Il Paradiso Perduto, ammirando con amore la copertina di pelle, dirigendosi verso il divano. Conosceva la libreria a memoria che non aveva bisogno di guardare dove metteva i piedi.

Una volta arrivato, soffiò sulla copertina per togliere la polvere eccessiva, pronto a sedersi ed immergersi nella lettura, quando diversi colpi di tosse ruppero il suo idilliaco silenzio.

“Che cazzo! Chi è che il disgraziato che —”

Il Paradiso Perduto cadde rovinosamente a terra, con un tonfo che sembrò rimbombare nella libreria, mentre Aziraphale osservava la figura di un uomo avvolto in stretti pantaloni neri, una maglietta nera, dove erano appesi degli occhiali da sole, e un giubbotto di pelle avvolto sotto la sua testa a mo’ di cuscino, ciocche rosse che cadevano ribelli e che risaltavano gli occhi dell’uomo, occhi che Aziraphale aveva già visto, una volta, molti anni prima, quando un ventenne s’era preoccupato della sua partenza per il continente.

“Aziraphale…” sussurrò l’uomo, con un’espressione spaventata e incredula.

Il cuore di Aziraphale perse un colpo nel sentire, al posto di una voce squillante da ragazzo, una voce roca di chi era abituato a fumare di tanto in tanto.

“… Crowley…”

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Good Omens / Vai alla pagina dell'autore: Musical