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Autore: desigra2005    08/08/2022    0 recensioni
Ci sono amori che nascono per magia quando gli sguardi si accarezzano e le pelli si sfiorano, che non conoscono limiti, distanze e religioni, amori incondizionati, puri. Questa è la storia di Loredana, giovane fisioterapista, che tra amori, drammi, spensieratezza e speranze colorerà la campagna romana.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La giornata in campagna inizia molto presto, poco importa che sia domenica o lunedì. Il papà si sveglia prima del sorgere del sole quando ancora luce e tenebre sono fuse in un unico abbraccio; la nonna con la sua adorabile vestaglia inizia poco dopo a preparare la colazione, il pasto più importante della giornata. Quando non dovevo andare al lavoro cercavo di dare una mano anche io: delle volte mi dilettavo in compagnia della nonna nelle faccende domestiche ed altre volte invece preferivo andare con Marco e papà. Quella mattina fui svegliata dal cinguettio di un uccellino che cercava rifugio sotto la grondaia, mi rigirai nel letto un paio di volte e decisi di alzarmi non appena capii che non avrei ripreso sonno: feci una doccia veloce, legai i capelli in una semplice coda di cavallo e andai in cucina dalla nonna. Nello scendere le scale fui avvolta dal profumo della torta di mele appena sfornata; appena entrai nella stanza, con mio grande stupore, vidi Beatrice seduta a tavola intenta a guardare fuori dalla finestra, assorta nei suoi pensieri. “Buongiorno nonna e buongiorno cara sorella”. Beatrice piegò leggermente il viso e mi rispose con un cenno della mano. “Loredana, con tutto il trambusto di ieri mi sono dimenticata di dirti che hanno chiamato i De Barbieri per confermarti l’appuntamento di oggi pomeriggio”. Non riuscii a rispondere perché proprio in quel momento entrò anche Giada che esclamò: “Buongiorno a tutte! Nonna, non posso iniziare la giornata se non mangerò prima un bel pezzo della tua deliziosa torta”. Tra tutte e tre, Giada era sicuramente la più intelligente: nonostante frequentasse solo il primo anno di liceo vantava già innumerevoli primati nelle gare di matematica e aspirava a partecipare a competizioni di maggior rilievo. Nella paura che si allontanasse troppo da casa, papà era stato molto astuto e l’aveva coinvolta a pieno regime nella gestione della casa: nel tempo libero si occupava dell’aggiornamento del sito web e dei canali social della fattoria. Già, perché tra le altre cose, la più piccola di casa era considerata una vera e propria nerd. Beatrice mi trafisse con lo sguardo: “E così ti fai ancora sfruttare da quei ricconi! Quando deciderai che vali di più?”. Bevvi un sorso di caffè amaro nella speranza che il discorso prendesse un’altra piega. Fu Giada a spostare l’attenzione: “Loredana, se oggi vai da Edoardo ti do una chiavetta con dei file. Digli pure che mi faccia sapere se riesce a risolvere il problema che mi dà noia”. I De Barbieri era una famiglia molto facoltosa, trasferitasi in campagna diversi anni fa dopo un incidente accorso ad uno dei loro figli. Mi recavo due o tre volte a settimana nella loro tenuta per fare fisioterapia ad Edoardo, rimasto paralizzato in circostanze pressoché misteriose; le voci in paese su quanto accaduto si sono rincorse per anni, ma nessuno concretamente ha mai saputo cosa fosse successo. Ad essere sincera, non l’ho mai capito neanche io: le cartelle cliniche riportano genericamente la parola incidente senza mai soffermarsi sulle dinamiche e, nel momento in cui fui assunta, mi fu espressamente chiesto di non far domande che non fossero strettamente riconducibili al quadro clinico del ragazzo; il signor De Barbieri fu molto chiaro quel giorno. Successivamente, nel conoscere Edoardo, non ho mai avuto il coraggio di toccare l’argomento: da bambino timido ed insicuro con l’avanzare dell’adolescenza era diventato anche facilmente irascibile e sempre più solo. A questo proposito non ho mai compreso a pieno la scelta dei genitori di ritirarlo dalla scuola e di farlo studiare in casa, limitando così anche la poca vita sociale che aveva. Il signor De Barbieri era un uomo tutto di un pezzo, un facoltoso imprenditore sempre in giro per il mondo. Le volte che l’ho incontrato possono davvero contarsi sulle dita di una mano. La signora De Barbieri invece era una donna bellissima e di un’eleganza invidiabile, ma anche lei poco presente nella gestione familiare, essendo troppo impegnata in eventi di beneficenza e in serate mondane. Della famiglia inoltre facevano parte la piccola Caterina, figlia minore della coppia, attualmente in un collegio in Svizzera; e poi c’era lui… Andrea, il maggiore dei tre. In tutti questi anni lo avevo visto solo nelle poche fotografie presenti in casa, dire che fosse bello mi sembrava essere riduttivo: aveva dei capelli neri come la notte e degli occhi blu come il mare in tempesta; tramite Edoardo avevo scoperto che suo fratello si era laureato brillantemente in economia e stava seguendo le orme paterne. Finii il mio caffè, mi alzai e andandomene dissi: “Va bene Giada, darò la chiavetta ad Edoardo e gli riferirò il tuo messaggio. Nonna, sto andando al mercato a fare la spesa, tornerò il prima possibile per aiutarti con il pranzo. E… Beatrice… quello che mi danno i miei pazienti non è stimabile”.
   
 
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