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Autore: blackjessamine    08/08/2022    2 recensioni
"Ruggine forse è quell'arancione che non ha mai la giusta tonalità: se un campo di jurda lei l'ha mai visto, non se lo ricorda, eppure i suoi quadri sono cieli immensi su cui sgocciola ruggine come pioggia – e lacrime e lacrime e lacrime – e sbocciano fiori, così tanti fiori che se Marya chiude gli occhi il loro profumo è un petalo dolce sciolto sotto la lingua"
[Storia partecipante al "Doppio flash contest" organizzato da Coraline sul forum "Ferisce più la penna"].
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Marya Hendriks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il ferro dei miei ricordi




 

Ruggine forse è la polvere di un ricordo frantumato sotto le palpebre.

Marya le sbatte, le sbatte, le sbatte, il mondo torna a fuoco ma la polvere è sempre lì, a sporcare le lacrime e tingere di rosso una nuova tela bianca.

 

Ruggine forse è quell'arancione che non ha mai la giusta tonalità: se un campo di jurda lei l'ha mai visto, non se lo ricorda, eppure i suoi quadri sono cieli immensi su cui sgocciola ruggine come pioggia – e lacrime e lacrime e lacrime – e sbocciano fiori, così tanti fiori che se Marya chiude gli occhi il loro profumo è un petalo dolce sciolto sotto la lingua.

 

(succhiavo petali di jurda quando il mio bambino piangeva tutta la notte)

 

Ruggine è ciò che resta sotto le unghie quando il dolore scava e scava e scava e lascia mezzelune di ferro nei palmi delle mani.

Marya è brava, Marya è tranquilla, Marya è una brava bambina che non dà mai problemi, ma qualche volta neanche i bordi affilati delle parole delle infermiere sono abbastanza per tenere a freno la paura che ha perso la musica.

 

(mio marito non mi ha mai picchiata, ma i lividi da dentro non li ha mai curati nessuno)

 

Ruggine è un suono poggiato con cura accanto ai fiori nella brocca di vetro. È un suono soffiato nel flauto di un ragazzo tutto sguardi d'oro e contorni sbagliati: Marya non parla, ma ascolta, e la sua bocca è fatta di sangue lì dove i denti hanno offeso la lingua.

 

Ruggine è la polvere che scivola al suolo quando ogni mese qualcuno le passa una lama sul capo. Marya guarda i suoi capelli cortissimi scivolare nel vento e poi dipinge, dipinge dipinge dipinge.

Bambini.

Occhi grandi come il cielo per fare spazio al vento, riccioli di ruggine attorno a un viso – sempre lo stesso.

 

(so dipingere solo ciò che ho visto almeno una volta)

 

Ruggine agli angoli delle finestre di una casa in cui Marya si sente sempre un po' estranea.

 

(i riccioli di ruggine sono nascosti nello specchio e nel ragazzo che suona sempre il flauto per me)

 

Ruggine è un ricordo che affiora con sempre meno difficoltà.

 

(c'era una volta un bambino, che era mio)

(l'ho perso ma lui non si è perso)

 

***

 

Wylan

Wylan

Wylan

 

(è mio figlio)





 

 


 

Note: 

Il prompt che ho utilizzato, abbastanza prevedibilmente, è ruggine.

Non so quanto sia sensato far partecipare una storia del genere a un contest, ma insomma, era da tanto che volevo provare a ripercorrere la strada che ha portato Marya da Sant’Hilda a essere, come la descrive Inej, quasi tornata in sé, seppur avendo ancora davanti un lungo percorso di guarigione.

Grazie a chiunque si sia soffermato su questa storia!

 
   
 
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