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Autore: Maqry    09/08/2022    3 recensioni
A Kourai piace aspettare l’alba.
Shouyou e la pallavolo, per Kourai, sono come l’alba.
E alla fine dell’attesa la vista è mozzafiato. In due ancora di più.

{ Hoshihina | post-timeskip | manga spoilers }
> Seconda classificata al "Doppio flash contest" indetto da Coraline sul forum Feriscelapenna
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kourai Hoshiumi, Shouyou Hinata
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Alla fine dell'attesa
 






 
A Kourai piace l’alba.

Svegliarsi alle quattro (di notte, diceva sua madre – del mattino, diceva lui bambino, impaziente) e contare le stelle fino a quando sbiadiscono nel sole. Poi crogiolarsi nella luce, e sentirsi vivo, vivo, vivo, in quei rosa e arancio sempre più accecanti.

A dirla tutta, non è proprio vero. All’inizio, la prima volta che sua madre lo ha fatto alzare così presto, si è voltato dall’altra parte del letto e ha biascicato contro il cuscino di venire a chiamarlo al momento giusto. Ma lei ha scosso la testa e scostato le coperte, decisa. E così Kourai ha imparato ad aspettare.
 



 
«Kourai-kun ci ha messo molto a sbocciare».
 


Giocare a pallavolo, per Kourai, è come aspettare l’alba.

Si è dovuto allenare a lungo, più di tutti gli altri – è stato come alzarsi alle quattro (del mattino, perché anche nell’essere il migliore a volte è impaziente) –, prendere la rincorsa e saltare ogni giorno un millimetro in più, fino a superare qualsiasi muro. Poi schiacciare, e sentirsi vivo, vivo, vivo, nel rombo della folla che esulta.

A dirla tutta, alle medie gli è sembrato che l’alba non arrivasse mai mentre stava seduto là, in panchina. Era come rimanere sempre nel letto, la lancetta ferma sulle quattro. Ma l’amore per la pallavolo gli ha fatto puntare i piedi per crescere, un secondo più veloce alla volta. E così Kourai è diventato il Piccolo Gigante.



 
 
«Ehy, Shouyou Hinata! Io… ti aspetterò!».
 


Anche Shouyou, per Kourai, è come l’alba.

La loro prima partita è finita così, con una promessa urlata oltre la rete, e Kourai non ha smesso un solo giorno di attenderlo. Allaccia le scarpe ogni mattina alle quattro (del pomeriggio, per Shouyou – del mattino dopo, per Kourai, che non vede l’ora), ed esce a correre. Ha nelle orecchie i racconti dorati del Brasile di Shouyou, e si sente vivo, vivo, vivo, il ghigno sulle labbra che si allarga sempre più.

A dirla tutta, a volte il cuore gli esplode di gioia, altre di nostalgia. Le lancette imbrogliano, ferme sullo stesso numero e con un oceano di mezzo a separarle. Ma Shouyou sta solo prendendo la rincorsa per raggiungerlo, lì, dodici ore e pochi centimetri più in alto. E così Kourai aspetta.  
 


 
***
 
 
 

A Kourai piace l’alba.

Gli piaceva da bambino, quando sua madre gli insegnava la pazienza – serve tempo, per vedere la luce, soprattutto se si parte in svantaggio –, e gli piace adesso, con Shouyou che gli sfrega il viso contro il collo. Sono serviti anni anche per questo, ma ora possono svegliarsi a vicenda alle quattro (del mattino, perché di stare insieme non vedono l'ora), prendersi per mano e poi sfidarsi nel sole che sorge.

Il principio – con l’alba, la pallavolo, Shouyou – è sempre lo stesso: alla fine dell’attesa la vista è mozzafiato. In due ancora di più.
 

 
Insieme ci prenderemo il mondo.
Aspettateci.



 

Note alla storia: la prima cosa da dire è che scrivere questa flash è stata un'immensa sudata, ma è stato bellissimo (molto meno torvarle un titolo che fa pena, ma le energie rimaste mi hanno solo permesso di copiare tre parole del testo a caso). La seconda è che sono molto idiota, perché giro attorno a questo fandom da mesi e ci inizio a scrivere per un contest, e quindi sicuramente le caratterizzazioni faranno ancora pena. Ma, ehi, Hoshihina, bellissimi, ho scritto di Haikyuu!!, immensamente bellissimo. La terza è che va ringraziata Cora-senpai per il prompt, l'ispirazione, aver indetto il contest, sopportarmi pazientemente nel mio Haikyuu-brainrot, esistere (sul serio, una santa). 
Poi, per le cose tecniche: i due dialoghi sono tratti dal manga, rispettivamente chap. 343 e 365, così come la frase finale dal chap. 401. Non ho l'edizione con la traduzione italiana ufficiale, quindi è una traduzione mia da quella inglese un po' riadattata (ma soprattutto le ultime due saranno pressoché identiche, credo). Il prompt scelto è stato "quattro del mattino", e si ringrazia l'universo per aver fatto sì che il fuso orario tra Tokyo e Rio fosse di dodici ore esatte (almeno così dice sior Gugol, speriamo abbia ragione). A quanto pare, poi, sempre secondo sior Gugol, in estate l'alba in Giappone è attorno alle 4.30/4.50 (oggi a Tokyo alle 4.55, per l'esattezza), quindi più o meno anche gli orologi di questa storia sono sincronizzati giusti. 
Bene, ho detto tutto. Grazie a chiunque sia arrivato fin qui, spero che la storia vi sia piaciuta almeno un pochino.
Alla prossima, spero! 
   
 
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