Anime & Manga > Bleach
Segui la storia  |       
Autore: RoriStark    10/08/2022    4 recensioni
giuro che migliora dopo i primi capitoli!! hahaha BTW Bleach con l'introduzione di un OC che viene chiamato a lavorare per la soul society come shinigami! Ecco le avventure di una piccola shinigami che capitombola nell'intreccio di vite del seiretei. Bleach e' stata la mia prima ossessione e spero davvero di dare onore a quest'opera!
Genere: Azione, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nnoitra Jilga, Nuovo personaggio, Sosuke Aizen
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era una bellissima giornata di sole, non c’era nemmeno una nuvola in cielo e la giornata sembrava gia’ promettere bene. La giovane Himawari era al settimo cielo. Finalmente era arrivato il giorno in cui si sarebbe trasferita all’accademia degli shinigami.non era per tutti essere scelti dagli shinigami per entrare nei loro ranghi. Una settimana prima, avevano ricevuto al villaggio delle anime la loro benevolente visita, di solito andavano la’ per fornire provviste ed assicurarsi che fosse tutto in ordine. Quel giorno pero’  ,a visitarli fu proprio la quinta compagnia, capitanata da Hirako Shinji, un tipo dal sorriso smagliante e vagamente inquietante e lunghi capelli biondi che gli cadevano oltre le spalle, quasi toccavano terra. I capitani del gotei 13 erano gli shinigami più’ temibili e potenti del mondo delle anime, quel giorno, Shinji, passando davanti alla giovane anima, senti’ qualcosa che lo spinse a fermarsi di colpo.  Quando abbasso’ lo sguardo verso quella ragazzina,si soffermo’ ad osservarla pensoso, a quanto pare  vide in lei del potenziale, cosi’ pochi giorni dopo venne convocata per entrare nell’accademia degli shinigami. A dirla tutta, non aveva idea di cosa avrebbe dovuto fare, ma era davvero felice di poter scappare da quel piccolo villaggio, troppo stretto per lei e per i suoi sogni, temeva avrebbe vissuto in quel posto per l’eternita’, invece la sua vita sembrava aver preso una svolta molto prima del previsto. Voleva vedere il mondo, farsi valere, voleva lasciare un segno in quel bellissimo e vasto mondo, un segno indelebile e tutti, tutti l’avrebbero riconosciuta e magari, ammirata. La giovane non stava più nella pelle, sistemò i lunghi capelli del colore dei petali di ciliegio, raccolse i pochi oggetti che aveva in un sacco di tela e corse fuori dalla baracca che per anni era stata la sua dimora .  Anche se quella separazione non fu tanto dolorosa, dato che la vita in quel luogo era davvero terribile, senti’ il cuore stringersi quando vide i bambini del villaggio e tutti gli abitanti salutarla e farle gli auguri per la sua nuova vita. Himawari si volto’ commossa, li saluto’ con la mano promettendo loro che una volta diventata un pezzo grosso della soul society avrebbe riparato tutte le loro case e dato loro tutto il cibo che potevano mangiare. La ragazza si mise in marcia con il sacco legato alle spalle.  Aveva solo una mappa in mano e poche istruzioni datele dal capitano in persona, che  la condussero con non molta difficoltà ai grandi cancelli del seiretei. La ragazza ammiro’ la grande struttura in cemento che divideva i piccoli villaggi dalla grande citta’ delle anime,non l’aveva mai vista all’interno e si chiese come fosse divisa e quanti palazzi avesse. Sospiro’ nervosa, si fece un segno di protezione sulla fronte sudata ed avanzo’ con passo cauto. Dopo diversi metri, la giovane vide due shinigami alle porte del villaggio che la osservavano a braccia conserte, le zanpakuto al loro fianco come fedeli compagne e lo sguardo fiero come dei guerrieri, il cuore di lei sobbalzo’ nel vederli in quei kimono neri, gli shihakusho. Himawari notò che la stavano osservando da diversi minuti senza dire nulla e l’aria sembro’ caricarsi di tensione, penso’, magari l’avranno scambiata per una ragazzina troppo curiosa e non una futura collega di lavoro. La ragazzina degluti’ a fatica e prendendo coraggio avanzo’ verso di loro. Appena la videro avanzare, i due shinigami fecero lo stesso andandole incontro con un sorriso gentile che la rassicuro’. La giovane si fermo’ davanti a loro salutandoli con un profondo inchino, sentiva il cuore batterle forte nel petto fino a scoppiare. Le due guardie sorrisero ricambiando il saluto, poi, uno dei due finalmente decise di rompere il ghiaccio

 

“ciao piccola, sei Himawari vero?”

 

La giovane annuì timidamente sistemandosi sulle spalle la sacca che le stava scivolando dalle mani, mentre il suo naturale colorito pallido diventava roseo sulle gote e un leggero sorriso spuntò sul suo viso. I due shinigami sorrisero amichevoli e si avvicinarono ancora di più, uno le diede una pacca sulla schiena spingendola in avanti, facendola quesi finire faccia a terra. Diamine, perfino quando scherzavano gli shinigami erano davvero forti, penso’ la ragazza tentando di non sembrare una ragazzina troppo fragile. Serro’ i muscoli delle gambe pronta a ricevere un’altra pacca sulla spalla dall’altro shinigami che per fortuna sembro’ essere meno irruenta

“bene! allora sei pronta per diventare una shinigami?”

Lei annuì decisa, sembrava una bambina di dieci anni,anche se non era proprio quella la sua età.

“sono pronta! voglio diventare uno shinigami!”

Himawari seguì i due senza aggiungere altro, la borsa stretta al petto mentre varcavano la soglia della soul society e davanti a lei, la citta’ delle anime la accolse in tutta la sua maestosita’. Altro che villaggio, c’erano migliaia di case e ancora più palazzi che si intrecciavano lungo il perimetro della citta’ fino ad arrivare al grande palazzo centrale, la sede del capitano più’ forte e famoso della soul society. il capitano della prima divisione, Yamamoto Genryusai. Le due guardia scortarono la ragazza da altri due shinigami, ma quei due, non erano shinigami qualunque, il loro haori bianco dichiarava chiaramente la loro posizione sociale: Erano due capitani. Himawari non poteva guardare alle loro spalle, cosi’ non riusciva a capire di che divisione facessero parte, cosi’, rossa in volto e ancora più’ in ansia, si avvicino’ a loro. Uno di loro sembrava sorriderle in modo  amichevole, aveva i capelli bianchi che facevano contrasto con le sopracciglia scure, gli occhi erano castani, aveva un aria un po’ malaticcia ma anche un'aria paterna, anche se lei non aveva mai avuto un padre, penso’ che ci si potesse sentire cosi’ quando si era in presenza del proprio genitore, al caldo, al sicuro. L’altro individuo era invece più scapigliato, i capelli mossi e raccolti indietro in una codina con dei fermagli, anche addosso aveva uno strano mantello rosa con dei fiori. Sorrideva beato come se la sua mente fosse rimasta a riposare altrove, sembravano due personalità completamente diverse, eppure insieme sembravano avere una particolare armonia.

 

“ciao Himawari, benvenuta alla soul society” 

 

La saluto’ con gentilezza, la voce melodica che le fece per un’attimo sciogliere i nervi. Quando l’uomo dai capelli bianchi si volto’ per indi riusì a distinguere il numero tredici dietro alla schiena dell’uomo dai capelli bianchi

 

“grazie..ca..capitano…”

 

Lo shinigami torno’ a guardarla, poi sobbalzo’ portando una mano alla fronte come se si fosse scordato in casa il forno ancora acceso

 

“oh che sciocco…non ci siamo nemmeno presentati! Io sono il capitano della tredicesima compagnia, Jushiro Ukitake e lui è il capitano Shunsui Kyoraku, capitano dell’ottava compagnia”

 

“Nel mio villaggio non sono mai arrivati capitani, salvo quel giorno in cui il capitano Shinji mi scelse per unirmi a voi…chiedo scusa se non vi ho subito riconosciuti!”

 

La ragazza fece un inchino profondo che rischio’ quasi di regalarle un colpo della strega tanto si era piegata

 

“piacere di conoscervi, capitano Ukitake! Capitano Shunsui! Spero di rendere onore alle vostre aspettative come studentessa! Faro’ del mio meglio per diventare una shinigami degna del suo nome!”

 

Disse tutto d'un fiato, le gambe che le tremavano mentre continuava a rimanere piegata davanti ai due capitani, le mani strette sui pantaloni per impedire loro di tremare. I due shinigami sorrisero teneramente, Ukitake le si accosto’ dandole una carezza sulla schiena per scioglierla dalla tensione che si era creata, rassicurandola che sarebbe andato tutto bene. La guidarono più’ all’interno del seiretei, fino ad arrivare ad un’altro enorme cancello, controllato stavolta da un enorme gigante dall’aspetto tutt’altro che amichevole. Aveva un fez in testa, era alto almeno cinque metri e rispondeva al nome di Jidanbo. Indossava il kimoni degli shinigami, ma una manica era calata per far posto ad un parabraccio in metallo, una sorta di armatura che andava a coprire un braccio dal colorito diverso dal resto della pelle, sembrava quasi violaceo.  La ragazza si mise dietro ad Ukitake, intimidita dallo sguardo severo dell’enorme shinigami, ma quando lo raggiunsero, Jidanbo vide i capitani, sembro’ averne quasi timore misto a rispetto, cosi’ con un inchino reverenziale, aprì le porte senza fiatare. La scena fu una cosa alquanto strana agli occhi di Himawari data la sua stazza rispetto ai due capitani. Evidentemente era vero il modo di dire ‘le dimensioni non contano’ pensò curiosa.I tre entrarono finalmente nella struttura più importante della soul society. Di solito nel suo villaggio non si vedevano molti shinigami, ma in quel luogo, c’erano soltanto shinigami. Ovunque si voltava, la giovane vedeva divise nere e zanpakuto. Questo rese Himawari ancora più energica e determinata a conquistare quella divisa. I palazzi erano davvero ben fatti,non le case distrutte della sua frazione. Sorrise pensando finalmente alla sua nuova casa,una casa dove finalmente poteva dormire tranquilla e protetta, magari diventare abbastanza forte da garantire a se stessa e a chi amava protezione e benestare.

“eccoci qui”

Disse Ukitake fermandosi davanti ad un grande edificio bianco. Himawari guardò la sua nuova accademia  felice e speranzosa come non mai,era un’edificio che non sembrava diverso dagli altri, salvo per un cortile interno dove gli studenti shinigami con le loro divise erano intenti ad allenarsi con spade e tecniche spiritiche. I due capitani sorrisero notando l’allegria della ragazzina dai capelli rosa, che si guardava attorno come se fosse stata al parco giochi. Ukitake le accarezzò i capelli mentre Kyoraku la spinse appena prendendole la borsa dalle mani per aiutarla, sentendo il poco peso nella sua sacca, sembro’ quasi intenerirsi, quella ragazzina, era arrivata dal nulla, nulla stringeva, ma presto, avrebbe cambiato la sua vita.

“vieni, ti mostro la tua stanza”

Disse Ukitake conducendola sotto ad un porticato, ma il loro giro introduttivo venne bloccato da una massa di studenti ammassati davanti ai dormitori.Ukitake subito si avvicinò incuriosito,quando notò che a terra c’era qualcuno,uno studente sembrava essere stato preso di mira dagli altri studenti, i libri a terra, gli occhiali ancora più’ lontani ed incrinati, lo sguardo sul pavimento in un immobilita’ spiazzante, nessuna espressione sul suo volto, nonostante le risate e gli scherni degli altri neo shinigami. Kyoraku noto’ il cenno dell’altro capitano ed  aiutò Ukitake ad allontanare gli studenti rimproverandoli, tirando loro le orecchie con fare infastidito, in pochi istanti, tutti gli studenti erano spariti nelle loro stanze con la coda tra le gambe, pregando che non li avessero seguiti garantendo loro ogni minaccia che avevano gridato loro contro. Himawari invece, corse verso il ragazzino a terra. Aveva i capelli marroni e vaporosi, leggermente ricci, era pallido e continuava a guardare a terra i suoi libri sporchi, ancora non aveva notato gli occhiali, lanciati evidentemente dagli studenti per dispetto.

 

“eih..”

 

lo chiamo’ lei toccandogli la spalla con la punta dell’indice per paura di farlo spaventare.  Il giovane alzò lo sguardo verso la ragazza,sembrava ancora scosso da quello che era successo, i capelli castani gli piovevano sulla fronte, era sudato, forse aveva finito da poco di allenarsi, aveva occhi da cerbiatto, profondi come due pozze di cioccolato denso. Sembrava più grande di lei, ma nonostante questo aveva l'aria di un tipo molto fragile

“eih,stai bene?”

 

Chiese preoccupata al ragazzo che la osservava confuso portando una mano al viso. Rimase fermo per diversi secondi

“i miei occhiali!”

Himawari indietreggiò appena preoccupata, evidentemente quegli studenti glie li avevano lanciati da qualche parte.

 

“ti aiuto io, sta tranquillo”

 

 Lo osservò dispiaciuta ,si guardò attorno cercando di individuare gli occhiali, quando finalmente vide qualcosa di nero in fondo al corridoio

“eccoli! Vieni con me!”

Disse prendendolo per mano e tirandolo con sé per raggiungere gli occhiali, per fortuna nessuno studente ci aveva camminato sopra peggiorando la situazione, sembrava da lontano, che almeno la montatura fosse ancora intatta. Il giovane sembrava abbastanza veloce, nonostante l’apparenza che lo presentava come  un po’ impacciato, la giovane shinigami sentiva che qualcosa in lui non era come sembrava. Himawari si inginocchiò a raccogliere gli occhiali e li porse al giovane che li indossò prontamente con un sospiro, quando noto’ il graffio sulle lenti storse il naso

“grazie mille,ma temo che dovro’ farli sostituire”

 

Il giovane se li tolse di nuovo, Himawari si avvicino’ con un fazzoletto che teneva in tasca

 

“aspetta, se li puliamo possiamo vedere meglio quanto e’ grave il danno”

la ragazza prese a pulire gli occhiali col suo fazzoletto mentre il giovane continuava a tenerli stretti tra le mani, osservando la giovane intenta a pulirli, un sorriso fece capolino sul suo volto, nessuno si era mai soffermato su di lui in quel modo, con gentilezza, senza nemmeno sapere quale fosse il suo nome.  Mentre i due erano intenti a controllare l'entità del danno agli occhiali, il gruppo di prima si avvicinò a loro ridacchiando. Erano tutti dell’età del ragazzo ed erano molto più grandi di Himawari. Di certo in un corpo a corpo non avrebbe fatto una bella figura, magari sarebbe andata a dormire la sua prima notte all’accademia con qualche dente rotto e gli occhi neri. Era appena arrivata lì e non aveva idea ancora di come si combatteva, decisamente, erano ad armi impari e considerando che quel ragazzo fosse finito a terra per mano loro, confermo’ ancora di più’ lo svantaggio numerico e di potenziale che avevano i due. Contrastando il suo istinto, la ragazza fece un passo avanti, portando le braccia aperte come per difendere il ragazzo con gli occhiali, non poteva finire così il suo primo giorno, ma di certo non avrebbe lasciato quel giovane shinigami in balia di quei bulli.

“eih sfigato...hai trovato già la fidanzata? Non è un po’ troppo piccola per te?”

Himawari  prese un respiro profondo, sfidando con gli occhi di un rosa antico i bulli che si avvicinavano. Sentiva le gambe molli ed il corpo che tremava come un pulcino appena uscito dall’uovo, ma non voleva più vedere quelle ingiustizie.aveva una nuova possibilita’ e non poteva permettersi di fallire.

“lasciatelo stare!”

Disse cercando inutilmente di sembrare minacciosa,farsi grossa, un po’ come i panda rossi che cercavano di sembrare più grandi alzando le zampe al cielo, mostrandosi in realta’ ancora piu’ teneri ed indifesi. I giovani davanti a lei risero rendendosi conto della sua vulnerabilità e si avvicinarono ulteriormente osservando i due con sufficienza.

“ti fai proteggere da una ragazzina?...bene, allora prima ci occupiamo della nuova arrivata, poi torneremo da te”

Dissero avvicinandosi alla giovane con grandi falcate, l’aria di chi la faceva da padrone.

 

“sei carina…magari ti tengo da parte per me”

 

 Disse uno di loro con malizia, un ghigno sornione stampato sul volto, evidentemente era il capo della banda dato che nessuno sembrava obiettare, anzi, ridacchiavano complici alle sue spalle. Lo shinigami  stava per toccarle il viso quando venne spinto lontano da una forza invisibile. Gli altri si voltarono sorpresi poi tornarono a fissare la ragazza, ma al suo posto c’era quel ragazzo dai capelli castani, che in unistante si era frapposto tra loro. Guardava il gruppo sorridendo mentre con un dito ne spinse via altri due,senza fare il minimo sforzo,a malapena si muoveva. Sembrava stesse usando una sorta di magia, o un'energia invisibile

“Hadou no 33 sokatsui..”

Sussurrò mentre il resto del gruppo venne spazzato via da un'ondata di energia blu. Gli studenti si alzarono doloranti con i vestiti pieni di bruciature, addosso avevano numerosi graffi dovuti alla caduta e all’impatto con quella strana energia

 

“ma…ma…come diavolo hai fatto??tu…tu…devi stare al tuo posto!”

 

la voce del ragazzo cambio’ sembrava assottigliarsi, diventare più’ cupa, pericolosa

“no, siete voi che dovete stare al vostro”

 

Sussurrò facendo un passo avanti. Vedendolo avvicinarsi, i bulletti arrancarono a terra trascinandosi coi gomiti, tentando di alzarsi più’ in fretta che potevano, uno ad uno cominciarono a scappare terrorizzati da ogni parte dell’accademia, di nuovo dentro i dormitori, altri fuori dal cortile, promettendo vendette che pero’ si persero negli echi lungo il corridoio in legno della struttura. Senza badare a loro, il giovane si voltò di nuovo verso la ragazza sorridendo gentilmente, gli occhiali gli davano un'aria più saccente, sembrava essere cresciuto ancora di più’. Si chiese allora, come aveva fatto, un ragazzo tanto talentuoso ad essere finito a terra? Erano davvero stati quei bulli a buttarlo a terra? Glielo aveva semplicemente permesso? . Himawari scosse il capo e  sorrise arrossendo appena,  poi sobbalzo’ ricordando che in tutto quel trambusto aveva totalmente scordato le buone maniere. Cosi’, con un gran sorriso sul volto,gli porse  la mano inclinando il capo mentre i capelli rosa le caddero davanti al viso scomposti,ribelli

“piacere, mi chiamo Himawari Tsukiko”

Il giovane sorrise  gentilmente, assumendo un espressione pacata e tranquilla, come se avesse subito una trasformazione di punto in bianco. Non aveva visto la sua espressione quando si era messo davanti a lei, essendo di spalle, ma sentiva che in quell’istante, qualcosa di lui era cambiato radicalmente, ma l’aveva protetta ed era quello che contava, no? Aveva un nuovo amico ed era la cosa più’ importante per un buon inizio..no? 

 

“piacere mio, sono Sosuke,Sosuke Aizen”

 

Disse con voce calma e gentile. La giovane apprendista shinigami si sentì realizzata, all’idea di avere un senpai all’accademia, certo, si erano appena conosciuti, ma sentiva che in qualche modo, il destino li avesse appena legati con una stringa di filo…rosso. Certo, il  primo approccio non era stato uno dei migliori, ma poi quel giovane si era rivelato un vero prodigio, ed era a quel livello che lei puntava. Himawari abbassò lo sguardo tirando indietro i capelli

 

“ehm…io.... Dovrei sistemare le mie cose in dormitorio...sono dormitori divisi?”

“più o meno..”

“come più o meno?”

 

“là c'è il dormitorio maschile...là quello femminile e...io dormo nel dormitorio abbandonato...”

 

disse sorridendo gentilmente

 

“perché dormi da solo?”

 

Sosuke rise appena guardando la ragazza intenerito dalla sua ingenuità ,le diede un buffetto sul capo

 

“beh, non tutti vogliono dormire accanto ad uno shinigami che…beh…li ha appena scaraventati con un’ Kido che loro devono ancora conoscere…sono più’ grandi di me, ma sono più’ avanti di loro nel corso…mi hanno preso alla sprovvista oggi, li ho lasciati fare per vedere se fossi riuscito a far loro meno paura, ma poi sei arrivata tu e…beh,non potevo rimanere con le mani in mano. Quindi anche stanotte, dormiro’ per conto mio”

 

 Himawari senti’ stringersi il cuore, lo guardo’ mentre abbassava lo sguardo e le indicava il dormitorio femminile, proponendole di accompagnarla. La neo shinigami  guardò la sua borsa per diversi secondi, poi con enfasi tipica dei ragazzini della sua eta’, tornò a fissare Aizen sorridendo vispa, come se avesse appena avuto un lampo di genio, cosa che era davvero successa,almeno a detta sua. La sua espressione non sembrava accettare obiezioni

 

“adesso non dormirai più solo!”

 

Disse mostrandogli il suo sacco. Aizen rimase a fissarla ad occhi spalancati, poi rise divertito piegandosi in due come se la giovane gli avesse raccontato una barzelletta. Himawari lo osservò arrossendo imbarazzata, realizzando di avergli appena chiesto di dormire con lei, una ragazza ed un ragazzo nello stesso dormitorio, ok, era strano, ma non poteva di certo lasciarlo da solo. I suoi compagni sembravano davvero spaventati da lui, percio’ non prese per nulla in considerazione l’ide a di far lui da ambasciatrice, anche perche’ a lei non piacevano affatto quei bulletti.  Sbuffò mentre i capelli le coprivano di nuovo il viso

“sono seria io! Non puoi dormire solo!”

Disse poi mentre sul suo volto calava un velo di tristezza, malinconia e ricordi che sembravano pesare come sassi nello stomaco. Una ragazzina, dai capelli rosa, da sola, in una barazza diroccata, mentre cercava di addormentarsi nonostante il freddo e le poche coperte che a malapena le impedivano di morire di freddo.

“nessuno merita di stare solo, lascia che sia tua amica, ti prego”

Aizen la osservò di nuovo e si avvicinò a lei accarezzandole i capelli lunghi e setosi, li osservò attentamente lasciandoli scorrere tra le dita e giocherellandoci, girandoli in piccoli mulinelli tra l’indice ed il medio, i suoi occhi come totalmente presi da quel momento, un leggero sorriso che si dipingeva sul suo viso. Himawari lo guardò sorpresa da quella reazione e arrossì ancora di più

 

“Sento nel tuo cuore la mia stessa solitudine,e’ per colpa di questi, immagino”

 

La ragazza annuì guardando in bassomalinconica,per i suoi strani capelli veniva spesso presa in giro dagli altri ragazzini e nessuno l’aveva mai avvicinata, anche se ora che era nel seiretei, aveva visto altri ragazzini con colori altrettanto vivaci di capelli, magari, la gente del suo villaggio era solo più’ bigotta. Himawari alzò poi il viso osservando il giovane

 

“Sosuke, perché prima ti sei lasciato picchiare?...mentre potevi batterli senza problemi?”

 

“te l’ho detto, volevo un po’ di compagnia, era l’unico modo per rimediarla”

 

“si’ ma..… poi perché hai..”

Il giovane moro alzò lo sguardo al cielo come se stesse riflettendo sulla risposta da darle, poi abbassò di nuovo lo sguardo osservando attentamente la giovane.

“..e poi sei arrivata tu, ora non ho più bisogno di loro..."

Sussurrò poi tirandosi indietro e prendendo la sacca della ragazza e portandola in spalla.

 

"Volevo sperimentare il loro comportamento per pura curiosita’, loro non mi interessano affatto in realta’...inoltre, non volevo che ti facessero del male ”

Si voltò verso quello che era il suo dormitorio privato e si incamminò seguito da Himawari, che si strinse nelle spalle chiedendosi chi fosse davvero quel ragazzo. Lo aveva appena conosciuto ma sentiva la smania di voler sapere di più’ voler capirlo, davvero, voleva comprenderlo e capire cosa gli passava per la testa, perche’ quello shinigami era tutto, fuorche’ semplice o banale, no, sembrava tenere dentro un’ intera galassia, tutta da esplorare, conoscere. La ragazza lo seguì allegra osservandolo da dietro, era davvero alto rispetto a lei,non vedeva l'ora di cominciare con lui le lezioni. Sì quello era sicuramente il più bel giorno della sua vita,compresa la rissa andata più’ che bene, anche se il suo cotributo era stato minimo se non nullo. Ma decise di non abbattersi al pensiero che da sola sarebbe stata sopraffatta, promise a se stessa che avrebbe fatto del suo meglio per diventare più’ forte, in quel momento era solo un aspirante shinigami, ma presto, anche lei sarebbe diventata una temibile combattente. Ma la cosa che più’ le scaldava il cuore, mentre entrava in quel dormitorio ben curato, sebbene desolato, era il pensiero di non essere  più sola e forse, per Aizen, era lo stesso. Penso’ mentre lui la aiutava a sistemare il suo futon per la notte. La ragazza si sedette sul materasso godendo della sua morbidezza, si sdraio’ ridendo sentendo finalmente qualcosa di morbido dietro alla schiena e non paglia bagnata

 

“ che bello…”

 

Aizen si sedette accanto a lei, poggio’ la sacca aprendola, vide che c’erano delle mele, un paio di stracci ed un paio di fiocchi neri, li prese tra le mani osservando i capelli scomposti di lei

 

“sei tutta arruffata”

 

“ecco..l’altro giorno ho rotto la spazzola..quelli, non servono più”

 

Aizen ridacchio’ appena mentre con gentilezza la prese quasi in braccio per farla ruotare appena, in modo che lui potesse toccarle i capelli. Con delicatezza, fece passare le dita tra le ciocche rosa, strecciandoli pian piano, attento a non farle male, infine, lego’ i capelli con i due nastri neri, terminando con un fiocco ben curato. Himawari si volto’ rossa in viso , guardandolo sorridere

 

“ecco fatto”

 

“ Gra..grazie, senpai!”

 

“senpai?”

 

Himawari si tappo’ la bocca cadendo quasi indietro per la vergogna

 

“scu..scusami!!non volevo, cioe’, volevo, ma magari a te non piace, scusami! io..”

 

Senti’ la mano di Aizen posarsi sulla sua testa, prendendo poi a strofinarla con fare gentile

 

“Himawari..sta tranquilla, saro’ il suo senpai e magari un giorno, potrei diventare tuo capitano e tu, mia luogo tenente, che ne dici?”

 

La giovane shinigami sentiva le farfalle nello stomaco, il volto che avvampava, ma fece un cenno di consenso con la testa, col cuore che le era rimbalzato in gola, una promessa era una promessa ed i desideri di Aizen sembravano coincidere con i suoi. 

 

“va bene! ce la mettero’ tutta!”

 

Aizen continuava a sorridere

 

“ci conto”


 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bleach / Vai alla pagina dell'autore: RoriStark