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Autore: Iwazaru    11/08/2022    0 recensioni
Racconto ambientato nel 2019, l'amicizia online decennale tra Nicole e Amanda che finalmente culmina in un incontro tra le due ormai trentenni. Amanda, statunitense doc, farà trascorrere a Nicole la migliore estate oltre oceano che potesse mai desiderare.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il sole è alto e la spiaggia è un misto di sabbia e sassolini.

Abbiamo portato dei teli da spiaggia che una volta sistemati a terra sono diventati utili per lo più per segnare il posto preso. Ci è voluta si e no una mezz’ora prima che le persone si riversassero in questa zona.
Ragazzi che fanno kayak e mamme con bambini che cercano apparentemente di rilassarsi e chiacchierare con le amiche.

Amanda ha optato per un costume intero nero mentre io sono troppo abituata al bikini per doverci rinunciare, ne ho di diversi colori ma il mio preferito è questo verde militare.

Siamo sedute sui teli e ci guardiamo attorno, per lo meno io, studiando tutto il paesaggio. Le coste del lago sono completamente circondate di alberi che data la stagione sono di un verde acceso e brillante. Poco distanti e più a largo ci sono delle barche a vela ma non saprei nemmeno immaginarne la lunghezza. Sono semplicemente belle da vedere con quelle vele bianche che riflettono la luce del sole e il blu dell’acqua.

“Mi piace che sia tutto a misura d’uomo” ammetto finendo di passare la crema solare sulle spalle e sul petto.

“A misura d’uomo?”
“La mia idea degli Stati Uniti è composta da grandi città, grandi palazzi, tutto enorme in cui le persone sono esclusivamente granelli di sabbia”
ammetto con una lieve nota di imbarazzo.
“Tranquilla” mi incalza Amanda “Ora della fine della vacanza, ti renderai conto che non è così, per lo meno fuori città”

Abbozzo un piccolo sorriso e continuo a guardare lo specchio d’acqua poco distante da noi, cercando di ignorare il vociare che oramai si è formato tutto intorno a noi.

“Ad un certo punto verrai con me in acqua?”

“Non credo” replica lei con un sorrisetto “Il bello del lago è potersi rilassare sulla spiaggia e bere qualcosa di fresco”

Storco appena il naso, ci sono si e no una trentina di gradi e sentirmi sudata è una delle sensazioni che meno preferisco.

“Nessuna possibilità che io riesca a convincerti?”

Amanda, che stava per sdraiarsi sul telo solleva gli occhiali da sole per guardarmi.

“Dieci minuti, non di più”
Sorrido soddisfatta alla sua risposta e mi alzo con un movimento fluido, sistemando istintivamente la parte davanti del bikini. Immediatamente dopo anche lei mi raggiunge in piedi, ma posso vederlo che lo fa esclusivamente per accontentarmi.

So di essere una persona insistente alle volte, ma se mi si porta dove c’è dell’acqua, è imperativo che debba immergermi.

Il breve tratto che ci separa dalla riva, Amanda lo percorre con le infradito mentre io rimango a piedi nudi, altra cosa che amo fare.

“È molto profondo?” Domando incuriosita.
“Abbastanza, meglio rimanere nella parte in cui si tocca con i piedi, è pur sempre un lago e onestamente di rado ci faccio il bagno

Consolatorio il fatto che ci siano altre persone in acqua, segno che sia balneabile.

Ci sono dei ragazzini che giocano a tuffarsi dal pontile e un gruppo di ragazzi e ragazze probabilmente adolescenti che semplicemente stanno giocando.
Una coppia di anziani che passeggia lungo la riva e poco più in là, fatico a vederli bene ma ci sono tre ragazzi che prendono i kayak per spingersi a largo.

Indico quindi nella loro direzione.
“Kayak era una delle proposte, perché non andiamo?”

“Lo era ma qui non fanno servizio noleggio, mi dispiace”

Mi stringo nelle spalle e passo dopo passo entro in acqua, la differenza di temperatura è molta, al punto da portarmi ad avere la pelle d’oca.
Mi spiego perché Amanda si sia fermata a bagnarsi solo fino a metà gamba.

“Capito perché preferisco stare sulla spiaggia?”

“Basta abituarsi, poi diventa divertente” garantisco più che convinta delle mie parole.
Ma l’espressione contrariata di lei mi strappa un sorriso divertito.

Sopporto a fatica il caldo e trovo sia preferibile affrontarlo nuotando o giocando in acqua. Anche solo rimanendo a mollo e chiacchierare, ma la mia amica sembra non essere dello stesso avviso.
Quando mi rendo conto che ha raggiunto il proprio limite sbuffo una piccola risata.
“Torna in spiaggia, sembra tu possa morire di congelamento da un momento all’altro”
Sembra rammaricata quando le rivolgo queste parole, immagino per come è fatta che sia combattuta tra il suo benessere e il fatto di farmi compagnia.

“Provo a chiedere a quei ragazzini se posso tuffarmi dal pontile con loro” assicuro con una serietà disarmante per una persona di trentatré anni.

Lo sguardo di lei passa da me al pontile e poi nuovamente a me, scuote il capo con fare di diniego e sbuffa.

“Cerca di non annegarli, per lo meno”

 

[…]

 

“Nicole!” La voce di Allison sembra richiamarmi all’attenzione nel momento in cui il mio intero corpo è concentrato sul salto dal pontile, l’ennesimo della mattinata.

Con un tonfo rumoroso ed uno splash in un attimo sono sott’acqua, muovo braccia e gambe per tornare in superficie e tornare a respirare. Credo sia la parte più eccitante del tuffarsi.

Ma quando riemergo a pochi centimetri da me il colore blu elettrico di un kayak attira al mia attenzione ed istintivamente torno sott’acqua, riemergendo a distanza più ragionevole.

“Ehi! Sei matta! Tutto bene?” La voce di un ragazzo che sembra tanto infastidito quanto preoccupato.

Alzo il braccio per fare segno con la mano che è tutto okay. Passo poi la stessa mano sul viso per asciugare gli occhi e notare che i kayak sono tre, forse gli stessi che erano partiti un paio d’ore prima.

A lato del pontile di legno si trova una scaletta d’acciaio che permette di risalire senza dover tornare alla spiaggia e mi ci arrampico per raggiungere i preadolescenti con cui sto trascorrendo la mattinata.

Allison è una ragazzina bionda con occhi azzurri così chiari da sembrare quasi Norvegese, credo sia interessata ad Adam, un ripeto moro e con fin troppe energie forse crede di essere il capo del suo gruppo ha due occhi scuri molto espressivi e i capelli corti quasi rasati. Poi c’è Scott, più pacato ma che quando salta dal pontile sembra esternare ogni emozione che sta provando con urla e sorrisi tipici dei ragazzini.

“Stai bene? Woah hai fatto un salto pazzesco e loro stavano arrivando, sei saltata così vicino che credevo gli saresti andata addosso” furono le parole di Adam.

“Non li avevo proprio visti”

“Certo, eri impegnata a guardare me” rispose piccato lui.
Istintivamente alzo gli occhi al cielo e scuoto il capo.
“Okay ragazzi, credo fosse segno che torni dalla mia amica, è stato divertentissimo giocare con voi”

Un lamento di gruppo in una sorta di ‘ooowww’ segue le mie parole da parte dei ragazzi.

Passo entrambe le mani tra i capelli, li porto medio corti fino alla base del collo e in questo momento un elastico sarebbe il mio migliore alleato.

“Non fate arrabbiare Allison altrimenti lo verrò a sapere” garantisco.
Lei sorride e le lancio uno sguardo complice. Credo che ci siano delle dinamiche in questo trio ma se anche fosse preferirei non saperle.

“Nicky” dice Allison per attirare la mia attenzione mentre stavo per voltarmi in direzione della spiaggia “Hai Instagram?” Mi domandò tra tutte le cose che avrebbe mai potuto chiedermi.

La sorpresa sul mio viso è tale da farmi sfuggire una risata divertita.
“Certo che ho Instagram, mi sorprende ce l’abbia tu”

“Ti posso aggiungere? Così rimaniamo in contatto!”
L’enfasi con cui lei si rivolge sembra quella di una ragazzina che quasi cerca un’amica e non me la sento di darle una risposta negativa.

“Vieni, ho il telefono nella borsa” le faccio strada fino ai teli che avevamo posizionato un paio d’ore prima e che ci metto qualche momento ad individuare., poi i capelli rosso ramati di Amanda ed il suo costume nero attirano la mia attenzione come qualcosa di familiare.

“Hai finito di fare tuffi?” Mi domanda la mia amica scherzosamente.
“Dopo un quasi incidente con un kayak ho deciso di mettere fine alla mia carriera di tuffatrice per tornare qui a scaldarmi”

Amanda si solleva dalla sua posizione sdraiata per abbassare gli occhiali da sole e guardare Allison. Credo per lo più per capire cosa ci faccia lì con noi.

“Amanda, lei è Allison, Allison, lei è Amanda la mia amica di cui sono ospite”

Allison sembra voler studiare la mia amica, come a cercare di capire chi sia, le sue sopracciglia bionde si aggrottano e i suoi occhi grandi si focalizzano completamente sull’immagine di lei.

“Ci conosciamo?” Le domanda poi.

Amanda non sembra sorpresa a quella reazione della ragazzina ma scuote il capo con fare di negazione.

“Mi sembrava” disse quindi la più piccola scrollando le spalle “Allora, mi aggiungi?” Si rivolge a me.

“Sì sì” sospiro divertita recuperando il mio iPhone dalla PierOne nera.

La tenacia di una ragazzina sembra poter essere di una prorompente inaudita ed Allison sembra una persona che alla sua età si conosce molto bene. Almeno questa è l’impressione che mi dà.

Mi siedo a gambe incrociate sul telo arancione -il mio- e sblocco il telefono per aprire l’applicazione.

“Come ti trovo?”

Mi piace moltissimo Instagrame e lo preferisco a Facebook ad essere del tutto onesta. Mi piace l’idea di condividere immagini legate a dei pensieri. Ma ammetto di usarlo molto poco, solo in specifici momenti.

La cosa mi fa pensare che vorrei tenere una sorta di blog di immagini di questo viaggio e perché non cominciare adesso?

“Scrivi Ally_is_on sono l’unica che ti uscirà nei risultati” garantisce con una sorta di orgoglio nella voce. In effetti a pensarci è un nickname molto carino.

Queste nuove generazioni hanno molta più fantasia di quanta ne abbia mai avuta io.

Impossibile poi, una volta digitato il nome così come me lo ha dettato e la prima cosa che noto non appena clicco sono i suoi occhi azzurri in ogni singola foto.

Una quantità consistente di selfie per una tredicenne eppure noto anche delle foto più artistiche che mi fanno sorridere.

Premo sulla casella di ‘follow’ ed esco dall’applicazione per aprire la fotocamera.

“Una foto insieme?”

Allison sembra elettrizzata all’idea e si sistema accanto a me appoggiandosi alle ginocchia, sfoggia un sorriso radioso che posso scorgere dal display del telefono.

“Mi tagghi?”

“Certo, ti taggo”

“Adesso torno dai ragazzi, ci sentiamo più tardi, okay?” E frettolosamente, si allontana voltandosi di tanto in tanto per dedicarci delle occhiate fino a quando non si trova nuovamente al pontile con Adam e Scott.

“Quei tre sanno di triangolo amoroso adolescenziale in modo esagerato” sbuffo divertita mentre con ancora l’iPhone tra le mani carico la foto appena fatta con la mia nuova piccola amica.

“Allison Masters classe 2006, solo tu potevi stringere amicizia con una delle ragazzine più ricche e viziate della zona”
Aggrotto le sopracciglia alle parole di Amanda, chiedendomi perché provi così tanto astio per una ragazzina.

“Mi sembra piuttosto alla mano in realtà"
“Sono degli snob”
sbuffa lei “Suo fratello veniva con me alle superiori, lui e i suoi due migliori amici sono stati un incubo”

Tragedie da scuola superiore, cose che per fortuna ho vissuto esclusivamente tramite serie televisive come Beverly Hills.

“Scusa ma, lei ha tredici anni ha un fratello così tanto più grande da essere venuto a scuola con te?”
Amanda si limita ad annuire e storco appena il naso, rimanendo a gambe incrociate.

“Brutti ricordi, mh?”

“Brutti” ammette “essere qualche chilo sovrappeso e portare gli occhiali alle superiori è come dipingersi un enorme bersaglio sulla schiena”
Eppure io quando guardo Amanda vedo una bella donna con due occhi mozzafiato ed un sorriso adorabile. L’ho sempre conosciuta e vista così che fatico ad immaginarla diversamente come adolescente.

“Sembra che la signora Masters abbia avuto Allison a quaranta e passa anni quando gli altri due figli erano già al college. Due ragazzi mori con gli occhi chiari e poi arriva lei, biondissima…”
“Momento gossip delle vostre zone?”
La interrompo divertita.
“Le persone parlano”

“Lo so, solo che non credevo tu fossi una di quelle, con me non lo hai mai fatto”
Amanda sospira e scrolla le spalle.

“É vero non amo farlo solo che vederla mi ha riportato alla mente situazioni fastidiose”

Mi rendo pienamente conto che quando ci sono persone che nell’arco della vita fanno del male è pressoché impossibile dimenticarle o provare simpatia per qualcuno che possa ricordarle.

“Beh non devi rivederli per cui evitiamo di pensarci, piuttosto perché non facciamo qualche foto insieme?

Sono qui negli Stati Uniti per passare del tempo con la mia amica e voglio raccogliere quanti più ricordi possibili con lei.

Amanda annuisce e si avvicina sollevando poi con la mano gli occhiali da sole sopra la fronte.
Alzo il telefono quel tanto che basta per vedere la nostra immagine nel display e fare alcune foto a ripetizione con facce solari, buffe e linguacce di vario genere.

 

[…]

 

Il temp sembra cambiare di punto in bianco, il sole che brillava alto e caldo sopra di noi lascia spazio a delle nuvole scure e cariche di pioggia.

Le prime grandi e pesanti gocce che cadono sui nostri teli ci preannunciano un temporale con i fiocchi.

“Cavolo! Togliamo tutto e corriamo alla macchina”
“Magari smette subito”
la butto lì.

“Credimi è meglio andarcene”

E tutti intorno a noi sembrano pensarla allo stesso modo perché molto velocemente raccolgono  le loro cose e si spostano verso il posteggio.

Infilo la maglietta nera con la scritta ‘Boston’ che ho comprato all’aeroporto e dalla quale difficilmente mi separerò ma aspetto ad indossare i pantaloncini perché il costume è ancora vagamente umido.

Appallottolo il telo da spiaggia e lo appoggio sulla borsa, notando che Amanda ha già preso la direzione opposta al lago.

“Ehi, vado sul pontile a fare una foto e arrivo”

Lo sguardo che mi lancia è interrogativo e poi sbuffa una risata.
“Muoviti o ti ritroverai fradicia, nel frattempo mi avvicino con la macchina”

Impossibile resistere a questo profumo di pioggia ed al cambiare del tempo.

Le gocce sono ancora abbastanza grosse da permettermi di avvicinarmi al pontile e accovacciarmi per fare una foto dell’acqua del lago rotta dalla pioggia.

La consapevolezza che tutte le persone presenti fino a qualche minuto fa se ne siano andate via mi lascia la libertà di alzarmi e fare qualche altro scatto attorno a me. La luce è cambiata così tanto che sembra una giornata del tutto diversa da quella di qualche momento fa.

Ma come previsto dalla mia amica le gocce grosse diventano più fini e aumentano di intensità ed è solo allora che decido di levare le tende.
Faccio in tempo a voltarmi che mi ritrovo davanti un ragazzo in costume ma con un ombrello.

L’angolo della sua bocca si solleva in un appena accennato sorrisetto.

“Ti accompagno alla macchina”

Un suo passo verso di me per far sì che la superficie dell’ombrello mi potesse coprire dalla pioggia.

“Grazie ma la mia amica mi aspetta”

Per un lungo momento lo guardo in quei suoi occhi verde chiaro, i capelli rossicci corti e in disordine, un viso che mi ricorda qualcosa.

“Tranquilla non sono malintenzionato, ti scorto solamente”

Annuisco e mi stringo appena nelle spalle. Passare da trenta gradi ad all’incirca ventiquattro in pochi minuti e con addosso solamente la maglietta bagnata per via della pioggia mi fa desiderare di rimanere sotto il suo ombrello.

“Sei la ragazza che mi è venuta addosso prima con quel tuffo” sbuffa divertito.

“Oh, eri tu?”

In effetti c’era qualcosa in lui che mi sembrava familiare.

La pioggia è così battente da far quel consueto rumore sul tessuto dell’ombrello, uno di quei rumori che personalmente adoro.

“Già, cosa ci facevi con i tre moschettieri?”
“Con chi?”

“Adam, Scott e Allison”

“Li conosci?”

“Di vista, tutti sanno chi sono, ma non hai risposto nemmeno ad una mia domanda”

“Scusami, sono Nicole” dico porgendogli la mano fermandomi di colpo e sembra scaturendo in lui una certa sorpresa.

“Liam, piacere” ricambia la mia presa saldamente.

“Sono qui di passaggio con la mia amica sembra che la nostra giornata al lago sia finita” ammetto con un leggero tono di amarezza.

“Capita spesso da queste parti, verrete ancora?”

Fa un cenno con il capo per riprendere a camminare per poter raggiungere la strada.
Il mio sguardo distratto dai suoi occhi riesce a scrutare il Range Rover rosso di Amanda.

“No solo oggi” ammetto “Grazie del passaggio, Liam”

Un piccolo scatto di corsa in direzione dell’auto e mentre apro lo sportello gli dedico uno sguardo ed un mezzo sorriso.

Quando mi appoggio sul sedile, cerco di non bagnarlo con la maglietta che sfilo con fatica un momento dopo.

“Scusa, ti sto bagnando la macchina” sospiro appoggiando sul tappetino la maglia appallottolata e passando le mani tra i capelli.

“Sembra tu abbia fatto colpo” replica lei mentre Liam è rimasto a bordo strada, quasi ad assicurarsi che fossi nell’auto giusta.

“Già, lo scontro con il kayak”

“Era lui?”
“Sembra di sì, non ne sono sicura onestamente ero distratta”

Amanda scuote la testa divertita e accende il riscaldamento a lato passeggero, la sua auto svolta e Liam rimane nello specchietto retrovisore per un solo istante prima di scomparire.
“Grazie”

“Vorrei evitare che ti prenda un raffreddore fin dal primo giorno"
“Non pensavo che in un attimo potesse piovere così forte”

“È estate, i temporali sono molto frequenti da queste parti”
“Peccato, avevamo ancora qualche ora di divertimento da sfruttare”

“Doccia calda, film e qualcosa da mangiare per merenda?”

“Ci sto, ottimo piano. A che ora ci dobbiamo incontrare con Danny?”

“Mi scrive quando finisce di lavorare”
“Cercherò di non esagerare con la merenda, allora”

 

   
 
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