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Autore: Ellygattina    11/08/2022    1 recensioni
Qualcosa va storto durante la missione e la vita di Mac viene messa seriamente a rischio. Riuscirà Jack a salvarlo nel bel mezzo di una foresta, senza poter chiamare i soccorsi?
*Questa storia partecipa alla “First aid kit challenge” indetta dal gruppo fb Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart.*
(Storia presente anche su AO3 con lo stesso nickname.)
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mac aprì piano gli occhi dopo un tempo indefinito con la bruttissima sensazione di star andando a fuoco e la spalla ferita che gli doleva da impazzire. Si sentiva sempre peggio ma intorno a sé, per quel poco che riusciva a vedere nella penombra, c'era ancora la vecchia capanna ormai disabitata in cui Jack l'aveva letteralmente trascinato per ripararlo dal caldo umido e fornirgli le prime cure con maggior sicurezza.

Durante la missione di chissà quante ore prima, infatti, nel vano tentativo di salvare dai suoi stessi compagni il terrorista pentito che avrebbero dovuto portare fuori dal paese, era stato raggiunto a sua volta da un proiettile che li aveva costretti a rivedere i loro programmi. In netta posizione di svantaggio numerico e senza una macchina, dal momento che la loro era andata distrutta nell'incidente che li aveva allontanati dalla strada, avevano dovuto fuggire a piedi in una vasta area boscosa che li ostacolava ulteriormente, impedendo inoltre alla Fenice di soccorrerli in territorio nemico dopo il fallimento della missione. L'unica nota positiva in tutto questo era l'aver trovato un rifugio temporaneo dove Mac, con le ultime forze, aveva spiegato a Jack come medicargli la ferita prima di perdere i sensi. Era stato uno sforzo non indifferente per lui mettere un piede davanti all'altro per raggiungere quella capanna e il dolore intenso dovuto all'estrazione della pallottola era stato il colpo di grazia. Nonostante gli accorati richiami e la sua ferrea volontà di rimanere cosciente per aiutare il suo partner in caso di bisogno, era scivolato nell'oblio, da cui poi era entrato e uscito a intervalli irregolari con il passare delle ore. Gli strumenti che avevano a disposizione, infatti, non erano certo quelli giusti e la ferita si era presto infettata, portando con sé altro dolore e una febbre altissima che lo stavano rapidamente sfiancando.

Non riuscendo a mettere a fuoco il compagno, provò a chiamarlo con voce debole e questi si chinò subito su di lui, passandogli dolcemente sul viso un pezzo di stoffa bagnato.

«Vedrai che i soccorsi arriveranno presto» gli ripeté Jack per l'ennesima volta, augurandosi con tutto il cuore che fosse vero. Purtroppo, finendo fuori strada con la macchina, avevano perso il collegamento con la Fenice e usare i telefoni in quel momento avrebbe messo subito i terroristi sulle loro tracce. Potevano solo sperare che Riley riuscisse a trovarli con le immagini satellitari come aveva fatto altre volte ma ci sarebbe voluto del tempo che non era sicuro avessero. Mac stava sempre peggio e non avevano medicine che potessero alleviarne le sofferenze.

Notando le sue labbra secche, lo sollevò piano quel tanto che bastava per fargli bere qualche sorso della poca acqua a loro disposizione, sentendosi stringere il cuore in risposta al gemito con cui il suo partner accolse quel lieve movimento. Nonostante questo, però, il giovane si attaccò avidamente alla tazza che gli stava porgendo, rischiando di strozzarsi nella foga di mandare giù il prezioso liquido che il suo corpo chiedeva a gran voce.

«Piano, Mac, è tutta per te» gli disse dispiaciuto, riavvicinando il recipiente appena la tosse si fu calmata. Dovette ricordarglielo fin troppe volte, facendo a malincuore il gesto di allontanare l'oggetto quando il ragazzo se ne dimenticava, ma alla fine poté riadagiarlo, di nuovo sull'orlo dell'incoscienza, sul giaciglio di fortuna che aveva preparato ore prima per lui con qualche vestito tirato fuori dalle borse.

Rimase a vegliarlo ancora a lungo, assistendo con panico crescente all'evidente peggioramento delle sue condizioni. Terribili incubi lo facevano urlare e agitare nel sonno e nei pochi momenti di relativa calma poteva sentire il suo respiro farsi sempre più rapido e irregolare. Quanto ancora sarebbe stato in grado di resistere?

Comunque deciso a fare del suo meglio per alleviare il più possibile le sue sofferenze, Jack cercò in ogni modo di confortarlo con le parole e con i gesti, passandogli spesso su tutto il corpo una sua maglia bagnata e facendogli scivolare in bocca, di tanto in tanto, qualche goccia d'acqua che veniva accolta con evidente sollievo, ma era ovvio che non bastasse. Quello di cui avrebbe avuto davvero bisogno erano antibiotici e qualcosa contro il dolore e la febbre, ma chissà se e quando sarebbe stato in grado di darglieli.

Stava già per cedere al pericoloso impulso di accendere il telefono per mettersi in contatto con la loro base quando sentì l'inconfondibile rumore di un elicottero in avvicinamento. Si trattava della Fenice, che finalmente li aveva trovati, o erano invece i terroristi, venuti a finire il lavoro? Incerto se essere più sollevato o preoccupato, si alzò di scatto per controllare ma Mac scelse proprio quel momento per aprire di nuovo gli occhi e chiamarlo con una voce debole e stanca che non gli avrebbe mai attribuito.

Tornò subito indietro, sedendosi di nuovo accanto a lui e prendendogli la mano che il ragazzo cercava invano di sollevare.

«Resta» mormorò questi a fatica, chiaramente spaventato.

«Tranquillo, non ti lascio» lo rassicurò, stringendo appena.

Si guardarono in silenzio negli occhi per qualche secondo mentre il rumore dell'elicottero si avvicinava sempre di più, facendo realizzare a Jack che avrebbe fatto meglio a segnalare in qualche modo la loro presenza. Per quanto ne sapeva, potevano anche essere i loro compagni che perlustravano la zona, e lasciarli passare oltre in quel momento significava condannare il suo partner a morte certa.

«Cosa succede?» domandò Mac poco dopo, infastidito da quel rumore sempre più forte che gli sembrava familiare ma che non riusciva a riconoscere.

«Abbiamo compagnia ma non preoccuparti. Se sono ancora i terroristi, mi inventerò qualcosa. Non gli permetterò di farti ancora del male» gli promise in tono rassicurante, augurandosi che gli credesse, mentre tentava il tutto per tutto accendendo il telefono. Sapeva bene di essere a corto di munizioni ma non c'era bisogno di turbarlo ulteriormente con un'informazione del genere, visto lo sguardo fin troppo vulnerabile che continuava a rivolgergli. Doveva solo sperare che le sue preghiere delle ultime ore fossero state esaudite o sarebbero morti entrambi in pochi minuti.

«No» protestò piano il ragazzo, preoccupato da quell'affermazione senza neanche capirne bene il motivo, ricambiando la stretta più che poteva nel tentativo di trattenerlo.

«Tranquillo, andrà tutto bene. Sono o no la tua guardia del corpo?» gli ricordò con un sorriso un po' forzato che Mac non poté fare a meno di ricambiare mentre allentava a malincuore la presa. In realtà non era affatto convinto ma si rendeva conto di non potergli impedire di combattere. Se si trattava di nemici, non avrebbero avuto scelta e lui, in condizioni del genere, poteva solo sperare che il suo partner avesse la meglio.

Nel frattempo Jack l'aveva sollevato delicatamente, facendogli segno di non fiatare, per cercare di ripararlo con il suo corpo dalla possibile sparatoria. Chiunque ci fosse su quell'elicottero, doveva aver captato il segnale mandando qualcuno a controllare, e non osava sperare, a questo punto, che si trattasse della Fenice.

Teso come una corda di violino, vide la porta aprirsi e fece di tutto per fondersi il più possibile con le ombre mentre cercava di capire chi avesse di fronte. Se il compagno fosse stato un po' più in salute, avrebbe cercato di nasconderlo meglio ma non era il caso di spostarlo troppo e stando così vicini, nella peggiore delle ipotesi, sarebbero morti entrambi in un attimo.

Per fortuna uno degli uomini appena entrati, dopo una rapida occhiata in quella singola stanza al piano terra dell'abitazione, chiamò i loro nomi affermando che erano lì per salvarli e l'ex soldato rilasciò di colpo tutta l'aria che non si era neanche accorto di aver trattenuto, scoppiando quasi a ridere per il sollievo.

«Hai sentito, Mac? Siamo salvi!» annunciò entusiasta, aspettandosi di vedere almeno il suo sorriso alle prime luci del nuovo giorno, ma si accorse con orrore che era privo di sensi e con un battito cardiaco fin troppo debole. Lo chiamò più volte senza alcun risultato, in preda al panico, urlando poi ai loro salvatori che il compagno era gravemente ferito.

In poco tempo, lo aiutarono a portarlo sull'elicottero, dove gli prestarono le prime cure in attesa di raggiungere la loro base a Los Angeles. La spalla era messa davvero male e il suo corpo, provato dalla febbre e dal dolore, rischiava di cedere all'infezione da un momento all'altro.

Jack rimase al suo fianco per tutto il tempo mentre i medici della Fenice facevano il possibile per salvarlo, incurante dei ripetuti inviti a tornare a casa e riposare qualche ora. Gli aveva promesso che non l'avrebbe lasciato solo finché non fosse stato certo di poterlo fare senza problemi ed era quello che avrebbe fatto ad ogni costo.

Ci volle quasi un'intera giornata di cure intense prima che Mac riaprisse gli occhi più intontito che mai ma finalmente fuori pericolo, trovando al suo fianco il compagno che gli sorrideva sollevato prima di rimproverarlo bonariamente per lo spavento che gli aveva fatto prendere. C'era mancato davvero poco questa volta ma per fortuna Riley era riuscita a rintracciarli in tempo e il ragazzo sorrise debolmente mentre nelle vene gli scorrevano liquidi e medicine molto più efficaci di quelli che il suo partner aveva potuto dargli nelle lunghissime ore passate a nascondersi insieme in una capanna in mezzo alla foresta.



Prompt: Una ferita fa infezione. / Per qualche motivo il sick non può essere ricoverato in ospedale e deve essere medicato sul posto.

Oggetti:  Antipiretico / Antibiotico ad ampio spettro


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Era da molto che non scrivevo su questi poveri malcapitati (per loro fortuna XD) ma spero di non aver perso la mano. Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti per il tempo che mi avete dedicato anche solo leggendo. <3
Come ho accennato nell'introduzione, la fic partecipa alla “First aid kit challenge” indetta dal gruppo fb Hurt/Comfort Italia - Fanart & Fanfiction. Venite a trovarci se anche voi amate questo genere! ;)
Se a qualcuno interessa, ho creato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail, Edens Zero e il nuovo Gate of Nightmares (manga promozionale basato su un videogioco che Mashima ha contribuito a creare disegnando ambientazioni e personaggi), ma anche sugli anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui (attenzione ai possibili spoiler se non seguite le scan online!), dove è in corso una challenge di scrittura e disegno dedicata a crossover e AU. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto, augurandovi una buona notte e buona giornata per domani.
Bacioni e alla prossima!
Ellygattina

  
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