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Autore: Iwazaru    13/08/2022    0 recensioni
Racconto ambientato nel 2019, l'amicizia online decennale tra Nicole e Amanda che finalmente culmina in un incontro tra le due ormai trentenni. Amanda, statunitense doc, farà trascorrere a Nicole la migliore estate oltre oceano che potesse mai desiderare.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il Pub altro che non è una sorta di irish pub con un bancone bellissimo in legno massiccio scuro, una fila di sgabelli alti dello stesso colore che percorre tutto il locale.

Dietro al bancone il mobile bar con ripiani di vetro trasparente su cui stagliano le bottiglie di alcolici tatticamente illuminate per risaltare.
Soffitti bassi con luci più tenui di quanto ci si aspetterebbe, musica a livello medio alto e ai lati delle pareti opposte dei tavoli anch’essi alti con annesse sedie.

Un tocco caldo e familiare che mi porta a pensare sarà una serata piacevole ma soprattutto che non riserverà nell’ambiente nulla di ignoto. È il tipico posto in cui riesco a muovermi senza risultare particolarmente impacciata.

Stringo le spalle mentre entriamo per non intralciare la cameriera che frettolosamente porta un vassoio tondo e nero con dei boccali di birra.

“Sembra il pub di qualche confraternita” commento pigramente senza sapere se la mia voce sia sufficientemente alta perché mi sentano.

Per un istante, un tuffo al cuore, di quelli che ti colgono del tutto impreparata.

Incrocio due occhi blu che sembrano guardarmi insistentemente.

Improvvisamente i miei shorts in tessuto verde scuro e la maglietta bianca con manica appena sopra la spalla sembrano essere del tutto inadatti alla serata.

Rimango ad osservarlo per un lungo momento prima di abbassare lo sguardo e inumidirmi istintivamente le labbra.

Quando alzo nuovamente gli occhi, lui non c’è più portandomi a provare una sorta di delusione.

“Tutto bene?” Domanda Amanda vedendomi destabilizzata.

“Benissimo, ci sediamo?”

“Di qua” la voce di Danny cerca di coinvolgerci entrambe mentre ci accomodiamo ad un tavolo da quattro in un angolo remoto del pub.

Li guardo sedersi e dedicarsi occhiate complici e poi lui semplicemente le posa un bacio casto sulle labbra, a mo di saluto.

“È un piacere conoscerti finalmente Nicole” mi appella lui con un sorriso genuino.

Danny è un uomo di trentotto anni sul metro e settantacinque, normo peso. Moro con occhi castani e un’aria cordiale.

Sorrido alle sue parole.

“Piacere mio, scusa per la cena”

“Eravamo impegnate” dice divertita Amanda “Nicole aveva bisogno di ricaricare le pile dopo il lago”

“Già, pronta per la serata”

Sto effettivamente meglio e sono più energica rispetto a quando siamo rientrate dal lago. Temo che il fuso orario continuerà a giocarmi questi scherzi.

“Non ti preoccupare sarà una cosa tranquilla” mi garantisce.

Istintivamente mi guardo attorno, curiosa chiedendomi se riuscirò ad incrociare nuovamente quegli occhi penetranti che mi hanno lasciata senza fiato.

“Cerchi qualcuno?” Domanda Danny quando riporto la mia attenzione al tavolo.

“Ha detto a Liam Bryce che siamo qui” dice Amanda.

Ma non è esattamente Liam che sto cercando.

Anzi, ho dimenticato di controllare il telefono dopo avergli scritto a casa della mia amica.

“Un Bryce? Fin dal primo giorno, complimenti”
“Un Bryce?” Domando di rimando.

“Ci sono alcune famiglie altolocate conosciute da queste parti, i Bryce, i Ward, i Masters e…”
“E i Williams, ma Alan Williams è in Europa da quel che se ne sa”

“Ragazzi” dico leggermente sorpresa “Sembra realmente di essere in un film”

Mi rendo conto che le dinamiche sociali siano differenti o quanto meno che mai mi sono posta il problema se ci fossero o meno ragazzi di famiglia benestante dalle mie parti.
Forse perché è capitato in un periodo della mia vita di essere io la persona benestante.
Periodo che è finito nell’arco di dieci anni ed a cui di rado penso.

Incuriosita, prendo l’iPhone dalla PierOne per controllare se Liam mi abbia o meno risposto.

Ed eccolo lì un messaggio su Instagram.

 

Liam: ci vediamo là

 

Loquace.

Sbuffo una piccola risata e mi stringo istintivamente nelle spalle, come se un leggero brivido mi avesse percorso la schiena.

“Continua a dirlo” è lo strascico della frase di Amanda che sento.

Danny si mette a ridere ed un secondo dopo la ragazza incrociata prima viene a prendere il nostro ordine.

“Cosa vi porto ragazzi?” Sembra che la serata sia già ad un punto critico per lei e sono solo le nove e mezza di sera.

Danny mi fa cenno con il capo per lasciarmi ordinare.

“Una birra chiara grande”

“Fai due e una coca grande, ci aggiungi anche due porzioni di patatine fritte”

La ragazza segna tutto sul palmare e si pulisce le mani sul grembiule. Annuisce e sparisce in direzione del bancone.

Lancio uno sguardo interrogativo in direzione della mia amica.
“Ancora coca cola?”

Le sue labbra si tendono in un appena accennato sorriso ed i suoi occhi sembrano parlare con quelli di Danny.

Ci vuole ben poco per fare due più due.
“Sei incinta” dico togliendole letteralmente le parole di bocca.

“Ho appena superato il primo trimestre”

“Ora è chiaro perché non volessi tuffarti oggi”
“Oh no, quello è perché preferisco stare al caldo e non lanciarmi nell’acqua fredda del lago”
Sbuffo una risata divertita, mi aveva detto più volte che stessero provando ad avere un figlio ma onestamente poi non ho più chiesto perché ogni volta che non ci riuscivano, Amanda diventava triste.
È difficile a distanza gestire questo genere di cose e sono felice che abbiano voluto darmi la notizia insieme.

“Quindi noi beviamo e tu coca cola?”
Amanda si stringe nelle spalle ed istintivamente passa una mano sul ventre.

“Quindi immagino niente di estremo in questi giorni” la prendo bonariamente in giro.

“Mi spiace, ma puoi farti portare da Liam a fare la Tunderbolt Mountain Coaster”

“Mh, non sarebbe la stessa cosa”

Ed è vero. Le cose emozionanti di cui parliamo da anni le avrei volute fare tutte insieme a lei, mi rendo conto che probabilmente siamo in ritardo di una decina d’anni. Credo vada bene così e che sia il normale procedere della vita di coppia.

Quando la cameriera arriva con il suo vassoio tondo e nero ringrazio mentalmente per togliermi da una strana conversazione che preferirei sperimentare a tu per tu con la mia amica e non in presenza del suo fidanzato.

“Due birre grandi chiare e coca cola” dice lei appoggiando i bicchieri sul tavolo accompagnati da due grandi cestelli di patatine fritte.

“Volevate delle salse?”

Danny sembra quasi contrariato ma lo anticipo affinché non risponda.

“Vengo a prenderle io”

Forse non si usa ma alzarmi dal tavolo per qualche momento non mi dispiace.

La cameriera sembra fare strada verso il banco e sparisce un momento dopo “Te le porto subito”

Ma a mio avviso la mancanza di salse non è un crimine così grave da giustificare la sua ansia.

“Ciao”

Una voce profonda dietro di me attira la mia attenzione e quando mi volto, gli occhi blu che avevo incontrato ad inizio serata sono fissi nei mie Hazel. Per un lungo momento mi lasciato senza parole.
“Ciao” dico di rimando sperando che la mia espressione sia meno imbambolata possibile.

Capelli corti castani leggermente spettinati, quegli occhi magnetici che sembrano guardarmi come se mi conoscesse da sempre. Labbra sottili ma proporzionate ed un viso splendido incorniciato da una cortissima barba, forse di qualche giorno.

“Oh, giusto” accenna e mi accorgo che sul finale delle parole, la sua voce ha un tratto nasale “Sono Jason, piacere”

Allunga la mano verso di me con un sorriso dolce che mette in mostra delle fossette naso labiali adorabili.

“Nicole”
Replico stringendo la sua mano più grande della mia, dita lunghe ed una presa salda.
“Sì, lo so”

Mi trovo ad annuire come se potesse avere un senso.

Cerco qualcosa da poter dire per non perdermi completamente nel suo aspetto, un vago tentativo di smettere di fissare i suoi occhi.

“Il fratello di Allison”

“Proprio io”

Riappare dopo quelli che sembrano secoli la cameriera riemerge con la bottiglietta di ketchup tipicamente rossa con beccuccio a punta che è in grado di strapparmi un sorriso divertito.
Lei mi guarda quasi titubante e scuoto il capo.

“Grazie”

Annuisce e torna a fare il proprio lavoro. Rapida e precisa.

Rigiro la bottiglia tra le mani nel disperato tentativo di riuscire a dire altro che sia realmente sensato. Il nulla.

Poi la voce più familiare di Liam.
“Eccoti, i tuoi amici hanno detto che ti sei allontanata” mi appella, poi il suo sguardo si sposta su Jason “Hai conosciuto Jason” e la sua mano si appoggia complice sulla spalla dell’uomo davanti a me.

“Sembra di sì, devo portare questa al tavolo…”
“Ci aggreghiamo?”
Mi domanda Liam.

Abbasso per un momento lo sguardo.
“Perché no…” mi stringo nelle spalle combattuta tra il desiderio di rimanere in compagnia di Jason e ciò che la presenza prorompente di Liam possa fare.
“Prendiamo da bere e vi raggiungiamo”

Trovandomi davanti ad entrambi mi sento più impacciata di quanto dovrei, agito appena la bottiglia di ketchup che sembra aver deciso di mettermi in imbarazzo.
Uno schizzo rosso si va a schiantare sulla maglietta celeste di Jason mortificandomi completamente.

Lui non batte ciglio, abbassa lo sguardo sulla macchia e poi mi fissa.

“Scusami, sono mortificata” sospiro e per quanto l’istinto mi dice di fare qualcosa, il mio cervello sembra passare con successo il messaggio di stare ferma.

Lui sospira.

“Ho un’altra maglietta in macchina”
Ma non conoscendolo, non saprei proprio come interpretare le sue parole mentre Liam sghignazza divertito.
Abbasso lo sguardo e finalmente prendo la saggia decisione di tornare verso il mio tavolo.

“Eccoti” lo sguardo attento di Amanda sembra mettermi a fuoco “Dov’eri finita? È passato Liam”
“Sì”
dico immediatamente “L’ho incontrato”
Appoggio la bottiglia di ketchup sul tavolo e prendo un lungo sorso di birra fredda che sembra per un lungo istante sollevarmi da ogni pensiero.

“Vi dispiace se esco un momento a prendere aria?”
“Stai bene?”

“Sì ho solo caldo e le persone stanno aumentando qui dentro”

Danny prende la bottiglia di ketchup e ne versa una quantità indicibile sulle patatine fritte davanti a lui. Ma lo sguardo preoccupato di Amanda mi raggiunge nuovamente.
“Porta il telefono se hai bisogno scrivi…”

Annuisco e prendo l’intera borsa per spingermi poi in direzione dell’uscita.
Nell’istante in cui l’aria fresca di una serata estiva post temporale mi travolge sembra di tornare a respirare.

Reagisco relativamente male alle figure imbarazzanti con l’altro sesso.

Soprattutto quando ‘l’altro sesso’ è un uomo particolarmente attraente che riesce a smuovermi qualcosa dentro.

Un qualcosa che è capitato poche volte nella mia vita e che men che meno pensavo potesse capitarmi ora. Qui.

Il profumo caratteristico del fiume mi distrae dai miei pensieri.

So di non potermi trattenere a lungo ma il riflesso delle luci del locale sull’acqua è uno spettacolo al quale difficilmente resisto. Prendo quindi il telefono dalla borsa per decidere come scattare una foto.
Per lo meno è qualcosa che mi distrae.

Focalizzarmi sul fatto che l’immagine sia dritta e particolare, decidere cosa mettere a fuoco e quali luci far prevalere.
Scatto un paio di foto e rimetto immediatamente il telefono nella borsa.

“Bello vero?”

Ancora una volta la voce di Jason mi sorprende alle spalle per affiancarsi a me.

“Scusami per la maglietta…”
“Non ti preoccupare”

Sembra tagliare corto il discorso e rimango in silenzio senza null’altro da dire.

Il suo profumo è qualcosa che non avevo notato nella ressa del locale, ma ora che mi sta vicino e ci siamo solo noi, lo trovo un profumo così piacevole.

“Da quale parte dell’Italia vieni?”

Sorrido istintivamente spostando la mia attenzione su di lui.

“Centro Nord”

“Sono stato in Puglia un’estate, molto bello ed il modo in cui parlate inglese è inconfondibile”

“Faccio del mio meglio”

“Lo parli molto bene, ma l’accento è forte, lo trovo carino”

Mordo leggermente il labbro inferiore e prendo un sospiro mi rendo conto di dover reprimere le variegate sensazioni che la sua vicinanza mi fa provare.
“Dovremmo rientrare, sai?”
“Sembrerebbe di sì”
ammetto.

Non riesco proprio ad inquadrarlo o capire quali possano essere le sue intenzioni.

Quella sua aria imperturbabile e il modo in cui i suoi occhi continuano a distrarmi, mi impedisce di ragionare portandomi a vivere semplicemente il momento.

Eppure nonostante abbia fatto notare che dovremmo tornare dai nostri amici, non muove un passo.

Stringo la tracolla della borsa contro la spalla e prendo la mia decisione, voltarmi verso il locale e incamminarmi in quella direzione.

Sento i passi di Jason immediatamente dietro ai miei, silenziosi.

La distanza che ci separa dalla porta del pub si fa sempre più piccola fino a quando varchiamo l’ingresso e il vociare delle persone torna ad investirmi.

Le luci soffuse mi infastidiscono momentaneamente e la mia attenzione torna alla ricerca di Amanda e Danny.
La presenza di Jason dietro di me si è affievolita.

Arriviamo insieme al tavolo e mi accorgo immediatamente che lo sguardo di Amanda si è irrigidito.

Liam è seduto accanto a lei e ci guarda con aria sorpresa.

“Eravate fuori insieme?”

Lancio una rapidissima occhiata a Jason e poi riporto l’attenzione sulla mia birra che oramai sembra aver perso quella temperatura invitante. Ne bevo tuttavia un lungo sorso.

“Faceva delle foto e siamo rientrati insieme” tagliò corto Jason e gliene sono immediatamente grata.

Il sorriso di Liam torna a dipingersi sul suo volto e con un cenno del capo in direzione del suo amico lo invita a sedersi.
Il sospiro di Amanda attira l’attenzione di tutti i presenti.

Inumidisco le labbra in un gesto istintivo, prendo un altro sorso di birra mentre lei sembra più interessata alle patatine.

La piccola ma crescente consapevolezza che invitare Liam sia stato un errore prende sempre più spazio dentro di me, ma oramai, c’è poco che posso fare per porvi rimedio.

“Ammetto che ci ho pensato” intavola Liam a cui dedico uno sguardo interrogativo “Al tuo accento ma poi ho sbirciato sul tuo profilo Instagram. Italiana”
Sembra gongolare mentre lo dice, come se potesse esserci chissà quale grande storia dietro.

L’immediato pensiero che probabilmente anche Jason abbia semplicemente guardato il mio profilo anziché semplicemente indovinare.

Amanda sembra essere completamente assente, persa nei propri pensieri e dopo la notizia che mi aveva appena dato, mi sembra così ingiusto. Sta andando tutto nel modo più sbagliato perché se fosse diversamente mi sentirei bene con me stessa.

“Era facile” dico in modo circostanziale “Liam perché non mi accompagni a prendere un’altra birra?”
Ora o mai più.

Sul suo viso si dipinge confusione ma al contempo sembra felice di allontanarsi insieme a me.

I passi fino al bancone sembrano più lunghi di quanto siano in realtà e non appena siamo vicini, mi volto verso di lui.
“Ascolta"
Liam si avvicina di un passo insinuandosi nel mio spazio personale e la cosa non mi piace. Decido quindi di fare un passo indietro riportando confusione sul suo volto.
“Credevo volessi stessimo da soli”
Se avessi voluto rimanere sola con lui probabilmente gli avrei chiesto di andare a prendere una boccata d’aria. Come si può pensare di essere da soli nel mezzo di un locale pieno di persone.
“No, scusami ma devo chiederti se poteste andarvene”
“Andarcene? Mi hai invitato tu”

“Tecnicamente, ti sei invitato da solo ma non è quello il punto”
Sul suo viso si dipinge qualcosa che non riesco a mettere a fuoco, ma sicuramente non la sta prendendo bene.

“Ascolta non sapevo che Amanda volesse condividere qualcosa di importante con me e lei non si trova a suo agio con voi”
Lo sguardo di Liam si sposta in direzione del nostro tavolo probabilmente per guardare proprio la mia amica.

“La Jeffrey continua a comportarsi da sfigata?”

Il tono di superiorità della sua voce riesce a toccare delle corde del mio carattere che onestamente erano anni che tenevo a bada.

“Grazie per avermi reso questa cosa molto più semplice Liam” replico con tono piccato.

Ed eccolo di nuovo lì quello sguardo di sufficienza.

“Non crederti migliore, voi Europei credete tutti di essere così speciali”
“Allora non ti sarà difficile levare le tende”

Muovo il primo passo in direzione del tavolo a cui mi aspettano i miei amici ma sento la mano di Liam afferrare il mio braccio con più forza di quanta dovrebbe metterci.

“Pensi di potermi scaricare in questo modo?”

Se era soggezione ciò che credeva di suscitare si sbaglia di grosso, strattono il mio braccio quel tanto che basta per sfilarmi dalla sua presa.

“Non solo lo penso, lo sto facendo e puoi rimanere a guardare o levarti di torno. A te la scelta”

Gli dedico uno sguardo truce di chi certo non lo teme, non sono un’adolescente in soggezione. Ma una donna adulta a cui interessa molto poco il suo cognome.

“Puttana” sbuffa infastidito.

Moccioso viziato.

È l’unica cosa che mi viene da pensare prima di spostarmi al tavolo a cui Amanda, Danny e Jason sembrano aspettarmi.
Fatico a sostenere lo sguardo di Jason perché è sempre così inteso che in questo momento quasi mi infastidisce.

“Stai bene?”

È l’unico a farmi questa domanda e mi chiedo che cosa stia succedendo, Amanda nemmeno mi guarda negli occhi.

“Sì, scusami ma vorremmo proseguire la nostra serata, Liam sembra se ne stia andando”

Eppure lui non scosta lo sguardo per assicurarsi della presenza del suo amico, mi guarda, ancora, insistentemente.

“Okay, buona serata”

Sono le sue uniche parole prima di alzarsi dal tavolo per andarsene ed io mi costringo di non osservarlo oltre, cercando al contrario un modo per farmi perdonare dalla mia amica.

“Possiamo andare da qualche parte, che ne dite? Ci saranno dei posti in cui servono hamburger anche a quest’ora”

   
 
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