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Autore: Nolowende    15/08/2022    1 recensioni
Fuggi lontano dalla tua colpa, piangi tutte le tue lacrime. Stringi a te l'oggetto per cui hai perso tutto. Cerca un rifugio che non troverai dalle fiamme e dall'ombra.
Stavolta lui non verrà a salvarti.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fingon, Maedhros
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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And blood tears I cry

Endless grief remained inside

(Blood tears, Blind Guardian)

Fuggi lontano dalla tua colpa, piangi tutte le tue lacrime. Stringi a te l'oggetto per cui hai perso tutto. Cerca un rifugio che non troverai dalle fiamme e dall'ombra.

Stavolta lui non verrà a salvarti.

È troppo tardi anche solo per desiderare la salvezza, ora. È troppo tardi per ricordare cosa esisteva prima di Angamando[1], prima del dolore e della risata beffarda di Mairon.

L'unica memoria che resta - sempre più fievole e lontana - è quella di un volto amato, e della voce che intonava una melodia di una pace ormai infranta.

Non può permettere alla sua mente di credere che anche quella non sia svanita per sempre, neanche quando la sente ancora una volta.

Un canto distante, il suono degli antichi giorni di felicità, appena sfregiato da una voce che non dovrebbe tremare così tanto, non dovrebbe racchiudere l'ombra del gelo e delle ferite del tradimento.

È lui. E' arrivato.

Ma deve essere solo un miraggio crudele, solo un altro mezzo di strappargli la poca pace che può ancora trovare seppellendosi nei ricordi. Findekáno[2] non può - non deve - essere qui. Non per lui. Non dopo quello che lui gli ha fatto.

Ma per la prima volta dopo troppo tempo, il fuoco che in un istante lo divora dall'interno è quello della speranza.

La canzone scivola tra le sue labbra, troppo debole per essere udita. Ma forse Findekáno la sentirà, forse risponderà al suo richiamo.

Forse, finalmente, Mandos gli concederà pace.

Scappa, anche se non ti salverà dall'incendio dei tuoi crimini. Puoi invocare aiuto con tutte le tue forze, ma lui non ti libererà dalla tua agonia.

"Findekáno..."

Questa non può essere un'illusione. Non è così che lo vedrebbe nei propri ricordi. È cambiato. Il suo aspetto forse è rimasto immutato, ma gli occhi, quegli occhi brillanti e gioiosi che hanno rischiarato i suoi sogni anche in questa oscurità, sono spenti.

Non dovrebbe essere così che lo vedrà per l'ultima volta.

"Uccidimi... uccidimi ora..."

Il sorriso dolce di un tempo è svanito su labbra che ora si muovono solo per mormorare una supplica. Findekáno sta piangendo. Anche nel loro ultimo incontro non ha fatto altro che ferirlo. Ma con la mano incatenata non può più asciugare le sue lacrime.

Anche Russandol[3] piange, e non sa più se a bagnargli il viso sia acqua o sangue. Non potrà nemmeno stringerlo un'ultima volta. Nei suoi pochi sogni felici, ha visto un nuovo futuro per loro. Un futuro in cui insieme fuggono dalle viscere di Angamando, e lo squarcio aperto tra i loro padri viene ricucito.

Ma quel futuro è bruciato insieme alle bianche navi dei Teleri, e lui non vivrà abbastanza per avere una possibilità di crearne uno nuovo.

"Uccidimi. Salvami..."

Almeno, Findekáno sarà l'ultima cosa che vedrà. Almeno, sarà incrociando un'ultima volta il suo sguardo che dimenticherà cosa sia la sofferenza. 

Tenta di fuggire dalla realtà, grida la tua disperazione, implora che una freccia giunga a ucciderti ora. Tutto ciò che hai perso non tornerà. Lui non tornerà.

Non è per questo che ha tentato di sopravvivere. Non ha accettato di continuare a respirare solo per veder morire colui che lo ha riportato alla vita.

Smette di lottare al fianco di Makalaurë[4], osservando ciò che sta accadendo sotto di lui senza avere la voce per urlare. È di nuovo incatenato, non riesce a respirare, ed è troppo tardi per cancellare ciò che ha visto.

Riesce solo a guardarlo mentre cade, e la sua mente spietata registra ogni cosa, il volto sfigurato dalla ferita e dal dolore, i lunghi capelli scuri bagnati di sangue, il corpo forte e aggraziato spezzato e abbandonato da ogni forza vitale.

Findekáno lo ha salvato. Gli ha dato la forza di ricominciare a vivere. Non è riuscito a ripagarlo.

Non si accorge neanche di piangere fino a quando non vede le proprie lacrime punteggiare il terreno polveroso, e per un attimo pensa che quello sia il suo sangue che lo sta lasciando insieme alla vita. È una speranza vana.

Forse, quando Manwë ha inviato la sua aquila a salvarlo, è stato solo un altro modo di punirlo.

Perché i Valar avrebbero dovuto concedergli di non morire allora, se non per permettergli di vivere fino a vedere la fine di ogni sua salvezza?

Ricordi, figlio di Fëanor? Ricordi le tue lacrime quando lui si è spento?

È stato l'unico a poterti salvare, l'unico a vedere in te più di ciò che il giuramento e la maledizione ti avevano reso. È stato lui ad accarezzare le tue cicatrici e ad asciugare le poche lacrime che sei riuscito a versare quando il tuo incubo è finito. Con lui avevi creduto che, al di sotto delle cicatrici e del sangue che avevi versato, ciò che eri un tempo non fosse ancora morto del tutto.

Se quella non era una menzogna, ha smesso di essere reale quando lo hai visto cadere.

Saresti dovuto morire con lui, prima di ricadere nel vortice di sangue della tua stirpe. Hai distrutto luoghi che dovevano essere rifugi sicuri, hai ucciso bambini che non dovevano conoscere orrori come quelli che hai visto, hai annientato vite che non dovevano essere spezzate, ed è stato tutto vano. 

Ora, non ti resta che annullare la luce che brilla nella tua mano consumandoti, e te stesso.

Domina le fiamme guaritrici con lo sguardo. Sorridi del sorriso disperato dei folli.

"Perdonami, Findekáno."

Sono qui.

Abbraccia il fuoco, lascia che ti purifichi e si porti via i tuoi peccati e le tue lacrime di sangue.

Ora sarai lontano da tutto - e di nuovo al suo fianco.

 

 

Note:

[1]: Angband

[2]: Fingon

[3]: Maedhros

[4]: Maglor

 

   
 
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