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Autore: Doppiakappa    15/08/2022    0 recensioni
Roy Steinberg, sedicenne figlio dello scienziato più influente del 2085, si ritrova vittima di un particolare incidente che lo porta al contatto con una misteriosa sostanza extraterrestre. A sua insaputa, si ritroverà coinvolto in una serie di eventi che lo porteranno a dover salvare il mondo da un'enorme minaccia.
Genere: Azione, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Simon non ci mise molto a frantumare l’enorme sfera di metallo, liberando delle spire con il materiale appena guadagnato.
L’uomo mantenne l’attacco fluttuante per qualche attimo, fissando le iridi ambrate di Roy mentre un sorriso compariva sul suo volto. Fece un profondo respiro, gonfiando il petto e facendo scorrere l’energia dell’Infecta nelle proprie vene, lanciando poi le spire ad altissima velocità contro il ragazzo.
Roy evitò il colpo all’ultimo, gettandosi di lato con dei riflessi spaventosi. Si gettò poi all’attacco, caricando il proprio avversario con un’insolita furia.
L’aria attorno a lui era pesante, carica delle polveri di quel campo di battaglia. I polmoni gli bruciavano e il fiato cominciava a mancargli. Gli effetti del potere di Simon si erano fatti invadenti, prosciugandolo del proprio potere.
Scambiò una serie di colpi con l’uomo, venendo tuttavia sopraffatto dal divario di forza che si era creato fra i due. Simon lo scaraventò contro una parete, rifilandogli un pugno dritto alla bocca dello stomaco e facendolo crollare a terra.
 
- Roy! – la voce disperata di Emil non riuscì a raggiungere il biondo, ora perso in un limbo di caos e dolore.
 
Vedeva bianco tutt’attorno a lui, cercando invano con sguardo perso un punto di riferimento. L’unica cosa che udiva era un fischio, alto e continuo, che mascherava qualsiasi altro suono proveniente dall’esterno. Con le mani si teneva lo stomaco e le costole, ora fracassate, mentre uno sbuffo di sangue gli colava dalla bocca.
Simon non perse tempo e afferrò il ragazzo per una gamba, sbattendolo più volte sul terreno e lanciandolo infine verso Aren, che prontamente riuscì ad afferrarlo e a rallentare la caduta.
 
- Steinberg! Steinberg! – gridò preoccupato il castano, scuotendo l’altro in cerca di un segno di vita.
 
Nulla.
Aren si sentì perso per un fugace attimo, ripensando alle parole che il biondo gli aveva detto poco prima: “Per quanto male possa ridurmi, non ti preoccupare. Voglio che tu riesca a guadagnare tempo finché la mia abilità rigenerativa non si attivi. Quando si attiverà, voglio che tu mi colpisca con la più forte delle scariche che riesci a creare.”
Aveva provato a ribattere, invano. Pensava fosse una follia, non capiva come un’azione così disperata avrebbe potuto condurli alla vittoria, ma ricordò che aveva promesso di seguire gli ordini di Roy Steinberg senza fiatare, e da solato non poteva non mantenere la propria parola.
 
“Tempo… devo guadagnare tempo…” pensò, guardandosi attorno in cerca di una soluzione.
 
Simon fece scrocchiare il collo, avanzando lentamente verso i due ragazzi. Aveva ritratto le spire, trasformandole ora in fasci di materia che andavano a comporre una sorta di fibra muscolare che gli copriva per intero le braccia.
In risposta, Aren caricò tutt’attorno a sé una sfera di energia, lanciando continuamente saette ai piedi dell’uomo, nel tentativo di rallentarlo. Una parte del pavimento cedette al peso di Simon e allo stress indotto dalle saette del ragazzo, crollando e immobilizzando temporaneamente l’uomo.
Aren iniziò a scaricare una serie di fulmini continua addosso all’avversario, aumentando di volta in volta il voltaggio. Sentiva il suo corpo esplodere, piegato dalla quantità di energia che l’Infecta stava producendo.
Dietro di sé, il castano sentì Roy gemere dal dolore e il rumore del Void che cominciava a ricostruirgli i tessuti. Era giunto il momento di agire.
Aumentò un’ultima volta la quantità di energia nelle sue braccia, arrivando a un punto che non era mai riuscito a raggiungere prima. Condensò tutta l’energia in una sfera elettrica della dimensione di una palla da baseball, tenendola a fatica in mano. In un impercettibile istante la sfera prese la forma di una saetta, prima di colpire in pieno Roy, sovraccaricandolo.
Ci fu un’esplosione, violenta, distruttiva.
Le grida di Emil e Blaze si persero nell’assordante boato che frantumò qualsiasi vetro nel raggio di un chilometro.
Una cortina di fumo si era innalzata attorno a Roy, impedendo ai presenti di vedere cosa stava accadendo. Simon, nel mentre, era riuscito a liberarsi dalle macerie, innervosendosi mentre cercava di capire cosa stesse accadendo attorno a Roy.
 
- A che gioco stiamo giocando, Steinberg?! – lo provocò l’uomo, con una leggera nota ironica persa nel suono metallico della sua voce.
 
Dalla nube uscì un impercettibile raggio di energia condensata, che fece esplodere la parte sinistra del volto di Simon. Egli con estrema rapidità iniziò a rigenerarsi la ferita, mettendosi immediatamente sulla difensiva. Il fumo si era ormai diradato, rivelando la figura del biondo, ora illuminata da una spaventosa luce accecante.
Tutti i presenti rimasero in silenzio a osservare il ragazzo: l’intero suo torace era coperto dalle solite linee incandescenti, i suoi muscoli pulsavano a intervalli regolari e le sue iridi avevano preso il colore del più ardente dei fuochi.
Il ragazzo avanzava lentamente, tremando dalla quantità di energia che gli scorreva nel corpo.
Volse lo sguardo verso Aren, cercando di capire in che stato fosse. Il castano gli fece un cenno con la testa, tranquillizzandolo.
 
- Tutto bene, Steinberg? – chiese poi, portandosi al suo fianco.
 
- Sì, la parte peggiore è andata… ora rimane una sola cosa da fare… - disse, guardando Simon rigenerarsi lentamente.
 
- Ti ascolto. – Aren cercò lo sguardo del biondo.
 
- Hai già usato un’enorme quantità di energia, lo so, ma ho bisogno che tu rifaccia quello che hai fatto prima, con almeno il doppio dell’energia. – a quelle parole Aren impallidì.
 
- Il mio corpo era al limite, Steinberg. Come pensi possa riuscire a raddoppiare quello che ho fatto?!
 
- L’Infecta e il Void non hanno limiti, se infondi i tuoi muscoli con abbastanza energia, dovresti riuscire a resistere.
 
- Ci vorrà un sacco di tempo, pensi di essere veramente in grado di tenerlo occupato finché non mi sarò caricato?!
 
- Devi fidarti di me, è l’unico modo che abbiamo per uscirne vincitori. – lo sguardo dei due si incrociò un’ultima volta. Aren annuì silenzioso, iniziando a caricarsi nuovamente, mentre Roy era subito partito all’attacco.
 
Il biondo arrivò come un proiettile addosso a Simon, colpendolo in pieno petto e lanciandolo all’indietro. L’uomo aveva intuito a grandi linee la strategia dei due ragazzi, e appena riprese la posizione, scagliò duecento spire verso Aren, facendole passare ai lati del biondo. Roy reagì immediatamente, caricando di energia le punte delle sue dita e realizzando un arco con le proprie braccia, generando così due raggi incandescenti che tranciarono le spire, indirizzandoli poi verso Simon.
Egli fu colto alla sprovvista, venendo colpito ai fianchi dai due raggi. Nonostante la copertura dell’Infecta, provò un dolore lancinante, accompagnandolo con un grido a denti stretti.
Riprendendosi rapidamente, Simon cambiò approccio, lanciandosi dritto sul biondo. Caricò il braccio destro con un’enorme quantità di massa, scagliando un devastante pugno contro Roy. Questo venne però deviato dal pugno a martello sferrato dal ragazzo, piantando il braccio di Simon nel terreno, incastrandolo.
Roy iniziò poi a sferrare una serie di pugni e gomitate dritte sulla testa dell’uomo con una furia che non gli apparteneva, sia Emil che Blaze rimasero colpiti da quella visione: mai avevano visto il biondo così accecato dall’ira.
Il ragazzo sentiva il corpo esplodere, trovando lo sfogo a tutta quell’energia nella rabbia con cui sferrava i suoi colpi. Colpiva sempre più forte, facendo sprofondare a poco a poco l’avversario nel terreno. L’unica cosa che vedeva era lo sguardo perso di suo padre nei suoi ultimi istanti di vita, le lacrime non facevano in tempo ad abbandonare la palpebra che subito evaporavano dall’enorme calore che il corpo del ragazzo emanava.
Sferrò un altro pugno, poi un altro e un altro ancora. Il quarto venne tuttavia bloccato da Simon, che lentamente e con enorme sforzo era riuscito a riprendere la presa sul terreno, frantumando il terreno attorno alle sue gambe. L’uomo stringeva la presa attorno al pugno chiuso di Roy, così forte da riuscire a frantumargli le ossa. Il biondo imprecò dal dolore, ma ricambiò la cortesia a Simon aggrappandosi al braccio che lo teneva bloccato, strappandoglielo brutalmente. Uno schizzo di sangue macchiò il volto e il petto del ragazzo, mentre l’uomo cacciò un atroce grido, tenendosi la spalla distrutta con la mano.
Aren, Blaze ed Emil guardarono esterrefatti la scena, quasi non riuscendo a riconoscere Roy.
 
- Puoi farti ricrescere gli arti quante volte vuoi… Arriverò a strapparti anche il cuore se necessario… - Roy ansimava, mentre le dita della sua mano si contorcevano e tornavano al loro posto in un’inquietante visione. – Pagherai per la morte di mio padre. Morirai per mano mia… a costo di portarti all’inferno con me…
 
Simon fece per alzarsi e ribattere, trovandosi però immediatamente Roy davanti. Il ragazzo ricominciò la zuffa, colpendo senza pietà l’avversario e impedendogli di recuperare anche il minimo respiro possibile. Gli tirò un calcio alla bocca dello stomaco, facendolo piegare in avanti e afferrandogli la testa con la mano sinistra. Gli sferrò un destro dritto in faccia, ficcandogli poi la mano in bocca e sfondandogli la mascella, tirando verso il basso con violenza. Con un calcio potenziato dal Void scaraventò poi l’uomo contro la parete, dovendo infine inginocchiarsi per lo sforzo, nel tentativo di recuperare le energie.
Roy guardò Aren, cercando di capire a che punto fosse con l’Infecta, ricevendo dal castano un cenno con la testa: era pronto.
Simon si alzò a fatica, rigenerando il proprio corpo con la materia attorno a lui. Si mise a ridere, guardando negli occhi il ragazzo ormai allo stremo. Aprì le braccia in modo provocatorio, con un cattivo sorriso stampato in volto.
 
- Ma che bravo… Tutta questa fatica per farmi qualche graffio… Te lo riconosco però, per un attimo ho creduto potessi mettermi in difficoltà. È un peccato doverti eliminare, mi sarebbe piaciuto giocare ancora con te Roy… E tu, Aren, pensavi veramente che allearti con lui avrebbe sistemato le cose? Pensavi che saresti riuscito a fare pace con i tuoi demoni? – il castano strinse i denti, sentendosi impotente di fronte all’uomo. – Senza di me non sei nulla, questa battaglia ne è stata la prova.
 
- Perché non chiudi quella bocca del cazzo, eh? – la voce di Roy tremava dalla rabbia, mentre il suo sguardo era diventato glaciale nonostante l’incandescenza del suo corpo. – Vuoi giocare con me? Bene, giochiamo allora… Aren, colpiscimi! – ordinò al compagno, venendo subito investito da una quantità inimmaginabile di energia.
Gridò dal dolore, ma subito si riprese, facendo scorrere tutto quel potere in ogni cellula del suo corpo. Aveva finalmente compreso la funzione più importante del Void: la sostanza non si limitava solamente a produrre energia, ma era in grado di amplificarla.
Dal suo petto iniziò a generarsi un vortice incandescente, che diveniva sempre più luminoso, arrivando a bruciare le immediate vicinanze.
 
- Puoi colpirmi con quello che vuoi, Steinberg, è tutto inutile! – gridò Simon, allargando le braccia e infondendo il proprio corpo di energia.
 
Con estremo sforzo Roy compresse tutta l’energia in una minuscola sfera del diametro di qualche millimetro, faticando a tenerlo nelle proprie mani. Chiuse gli occhi per qualche secondo, pensando a suo padre, a sua madre, al fratello, a Ethel e Blaze. Pensò a tutto quello che era successo, ai momenti felici, ai momenti di terrore, di tristezza e di dolore che aveva passato.
Fece un profondo respiro, aprendo gli occhi ora divenuti due fari incandescenti e sfogando tutte le sue emozioni in un ruggito animalesco. La sfera nelle sue mani divenne un sole, che con un enorme raggio di energia investì Simon, inghiottendolo in un fascio luminoso.
La terra iniziò a tremare, i presenti dovettero coprirsi gli occhi per non rimanere accecati dall’intensa luce, anche le molteplici persone di Gunnarson dovettero correre ai ripari, per non ustionarsi. Il fascio di luce non cessava di gettare fuori energia, era come se Roy avesse tramutato il colpo di Aren in un astro che emanava energia perpetua.
Una folle risata fece breccia in quell’accecante delirio, accompagnando la figura di Simon, che immensa emergeva dall’incandescente colonna.
 
- TUTTI GLI SFORZI CHE AVETE FATTO, TUTTE LE VOSTRE SPERANZE, NON SONO ALTRO CHE FUTILI TENTATIVI FALLITI! SIETE SOLO DELLE FORMICHE AL COSPETTO DI UNA MONTAGNA, IL MIO INFECTA È LA PERFEZIONE, IL MIO INFECTA È IL POTERE CHE DARÀ VITA A UNA NUOVA ERA!
 
Tutta l’energia che Roy emanava stava venendo assorbita dal corpo dell’uomo, vanificando totalmente il suo attacco. Simon, tuttavia, non vide lo sconforto sul volto del ragazzo, anzi, il biondo stava sorridendo con gli occhi lacrimanti dal dolore.
Il flusso di energia non cessava, continuando a caricare il comandante dell’Ægis che iniziò a percepire una sinistra sensazione scorrergli nel corpo.
 
- Cosa…?! - Di colpo, l’uomo perse la capacità di muoversi e di parlare, rimanendo immobile, bloccato in quel fasciò bianco. Sentiva un calore crescente pervadergli il corpo, diventando in pochi attimi prossimo all’incandescenza.
La vista gli si era annebbiata e il resto dei sensi aveva iniziato ad abbandonarlo.
 
- Non avresti dovuto tradire mio padre… Eri una persona importante per lui… - le parole del biondo colpirono l’uomo come lame taglienti,  vedendolo impossibilitato a ribattere.
 
L’energia nel corpo di Simon divenne troppa, causando una scossa che distrusse il terreno attorno a lui. Una luce incandescente avvolse l’uomo, mentre un fischio altissimo pervase la stanza, urtando l’udito dei presenti. Il rumore e le scosse cessarono improvvisamente, generando un impercettibile attimo di quiete, seguito dall’implosione di Simon. Un’onda d’urto scaraventò Roy e Aren dall’altra parte della stanza, facendo crollare a terra anche tutti i presenti.
Di Simon non era rimasto più nulla.
 
Ci fu un momento di profondo silenzio a condire il puro caos di quell’avvenimento. I soldati dell’Asset, Blaze, Emil e Axel si alzarono a fatica, barcollando in preda a una confusione disarmante.
Blaze andò immediatamente a controllare lo stato del ragazzino, sospirando di sollievo nel trovarlo sveglio. Crollò a terra subito dopo averlo raggiunto, accusando gli effetti del Protocollo Berserker.
 
- C-Che succede?! Stai b-bene?! – gridò preoccupato Emil, cercando di sorreggere il castano.
 
- Bene è una parola grossa… ma sì, sto bene… - sorrise lui, poggiando una mano sulla spalla del ragazzino.
 
- Roy! Dov’è Roy?! – chiese poi il biondo, mentre un filo di lacrime gli cominciò a bagnare il viso.
 
Dalle macerie in fondo alla stanza emerse Aren, col corpo stremato di Roy in spalla. Barcollando, raggiunse i due, posando poi il biondo a terra. Cadde seduto allo stremo delle sue forze, ansimando e tenendosi il cuore dal dolore: tutta quell’energia lo aveva distrutto dall’interno, e le capacità rigenerative ci avrebbero messo del tempo per farlo tornare in forma.
 
- Roy… Roy…! – il ragazzino scrollò il corpo del fratello, con la voce tremante e gli occhi carichi di lacrime. – Roy ti prego svegliati… Roy…! – iniziò a singhiozzare.
 
- Tuo fratello è vivo… - le parole di Aren ammutolirono il ragazzino. – Non… preoccuparti… - tossì del sangue.
 
Ora anche Axel e i soldati dell’Asset avevano raggiunto il gruppo, guardandosi attorno in cerca di pericoli residui. Klein tese la mano a Blaze, aiutandolo ad alzarsi.
 
- Stai bene, Felter? – chiese, controllando l’espressione del ragazzo.
 
- Più o meno… Lei sta bene, Generale? – chiese di ritorno lui, ansimando e guardando l’uomo negli occhi.
 
- Bene è una parola grossa… - lo imitò, sorridendo. Blaze sorrise a sua volta.
 
- È… veramente finita…? – chiese incredulo il castano.
 
Una risata isterica fece calare il terrore nei presenti, smorzando qualsiasi sollievo stessero provando. I soldati si misero subito sulla difensiva, coprendo coi propri corpi i due ragazzi a terra.
Un piccolo gruppo di uomini si alzò dall’altra parte della sala, andando a disperdersi per tutto il campo.
 
- Meraviglioso… Assolutamente meraviglioso, ahahahahahahaha!!! – le voci all’unisono di quelle persone ne avevano creata una unica, terrificante e quasi mistica. – Aiden Steinberg mi ha provato ancora una volta che l’intelletto umano è infinito… Celare una minuscola variazione all’interno di un codice pensando non me ne accorgessi. All’inizio pensai fosse un errore così banale da parte sua, ma solo ora ho capito… ha voluto che trovassi quell’errore e che lo correggessi! Un inganno degno di una mente come la sua! – delirò il gruppo.
 
- Hai perso, Gunnarson! Non avete più Simon, non avete più l’Infecta, non avete più nulla! Arrenditi! – gridò Axel, puntando il fucile contro uno degli uomini.
 
- Sul serio pensi che mi importi di aver perso Simon? Prevedibile, dopotutto sei un soldato, haha. Simon era solo una variabile in tutto questo, una variabile con cui mi sono divertito a giocare. Imprevedibile, radicata nei suoi ideali, eppure così propensa al cambiamento, che mente incredibile… è un peccato averla persa. E per quanto riguarda l’Infecta… credi veramente che non abbia pensato a un’eventualità come questa? – ogni elemento del gruppo aveva la stessa espressione: un inquietante sorriso a trentadue denti, un misto di delirio ed eccitamento.
 
- Cosa…
 
- Non avrei mai potuto perdere l’occasione di utilizzare personalmente l’Infecta su uno dei miei tanti corpi… - le mani delle varie persone di Niklas divennero incandescenti. – Quindi ho creato diverse copie dell’Infecta rimasto in laboratorio e le ho inserite nei mei diversi me.
 
- Bastardo… - Aren sputò sangue. – Ci hai ingannati dal primo giorno…
 
- Aren, ragazzo mio… era abbastanza ovvio! Pensavi veramente che mi sarei lasciato controllare come un cane da Simon? Per seguire una causa così assurda e utopica come la sua?! – uno degli uomini guardò il castano con uno sguardo sfottente. – Non posso permettere che usciate vivi da qui. Non fraintendetemi, non ho nulla di personale contro di voi… solo che le possibili complicazioni derivanti dal lasciarvi vivere sarebbero una variabile troppo imprevedibile e difficile da controllare… Mi preoccupa soprattutto il potere di Roy Steinberg… - le varie persone di Niklas iniziarono ad avanzare minacciose verso il gruppo di soldati.
 
- Aprite il fuoco! – ordinò Axel, scaricando un intero caricatore verso i nemici, che venne tuttavia disintegrato da un muro di energia cinetica.
 
Aren si alzò da terra, ancora barcollante. Il corpo si era parzialmente rigenerato, anche se la maggior parte delle ferite era ancora nel pieno del processo di guarigione. Fece scrocchiare tutte le ossa del proprio corpo, caricandosi di energia nonostante il dolore. Guardò i fantocci di Niklas con odio, sprigionando scariche elettriche lungo tutte le sue braccia. Blaze lo guardò incredulo.
 
- Sei a malapena in grado di reggerti in piedi, non puoi combatterlo, è un suicidio! – gli disse nel tentativo di fermarlo, invano.
 
- Sono l’unico che può combattere alla pari con lui, vi ammazzerebbe tutti. Il Dottor Steinberg mi aveva dato questo. – rispose al castano, porgendogli lo strano driver ricevuto da Aiden. – Mi ha detto che è l’unico modo per uccidere Gunnarson, ma deve essere inserito nel computer principale, ovvero quello in fondo alla sala.
 
- Dobbiamo passargli oltre in pratica… Porca puttana… - Blaze sospirò, stringendo il driver nella mano. – Tu tienili impegnati, al resto ci penso io. – disse infine, trovando la conferma nel cenno di Aren.
 
Aren spiccò un salto, piombando addosso a uno degli uomini controllati da Niklas, staccandogli la testa con un pugno potenziato. Gli altri elementi si bloccarono, assumendo un’espressione mista fra il fastidio e lo sgomento.
 
- Ancora in piedi, Aren?! – lo provocò una donna.
 
- Non mi importa se dovrò morire… ti porterò all’inferno con me… porterò tutti i tuoi esperimenti all’inferno con me! – rispose il ragazzo, alzandosi lentamente con il pugno intriso di sangue e carico di energia elettrica.
 
- Non ci fermerai tutti. – si limitò a dire lo scienziato, caricando con tutti i corpi rimasti il castano.
 
Lo scontro fu furioso: Niklas aveva circondato Aren con le sue persone, colpendolo senza sosta e senza pietà, non riuscendo però a piegarlo. Il castano, infatti, sfruttò tutta la sue esperienza in combattimento contro multipli avversari, riuscendo a contrastare diversi colpi, rimanendo in piedi a combattere, anche se il corpo iniziava a dare i primi segni di cedimento.
Nel frattempo, Blaze aveva iniziato la corsa verso il computer principale del laboratorio, sfrecciando fra le macerie sparse per la sala. Il corpo gli bruciava, l’effetto dell’adrenalina stava svanendo e sarebbe potuto crollare da un momento all’altro. 
Niklas si accorse di Blaze e in preda al panico gli lanciò una delle sue persone contro. Aren, utilizzando l’ultimo briciolo di energia rimastogli nel corpo, scattò verso il nemico, perforandogli la cassa toracica con un pugno e strappandogli il cuore, cadendo poi a terra stremato.
Il fantoccio di Niklas era però riuscito a liberare un debole raggio di energia, abbastanza forte da colpire e ferire alla gamba Blaze, che cadde a terra provando un dolore lancinante, non riuscendo più a muoversi.
 
- Merda! – gridò Blaze, cercando di trascinarsi verso il computer ancora troppo lontano.
 
A Niklas erano rimasti in vita solamente tre soldati, tre soldati che si lanciarono alla rincorsa dello strisciante Blaze.
Senza farsi notare, Emil era sgattaiolato oltre la barriera di soldati, rubando un arco da guerra a uno degli uomini dell’Asset morti al suolo. Aveva corso in direzione di Blaze, urlandogli di passargli il driver. Era riuscito ad ascoltare una parte della conversazione fra Aren e Blaze e aveva capito cosa andasse fatto.
Blaze con un ultimo sforzo disumano lanciò il driver dritto in mano a Emil, lasciandosi cadere a terra sfinito, e lasciando ogni speranza al ragazzino. Emil impiantò il driver nell’unica freccia caricata nell’arco e corse verso il computer.
Alla vista del ragazzino, Niklas si gettò contro di lui, cercando di afferrarlo disperatamente. Emil, sfruttando il suo allenamento e la sua estrema atletica, riuscì però a saltare sopra i tre soldati, eseguendo una rovesciata in avanti e scoccando la freccia con precisione millimetrica. Questa si conficcò dritta nel computer, permettendo al nano-virus di agire.
Improvvisamente i tre soldati si bloccarono, cadendo sulle ginocchia e cacciando delle urla atroci. I tre corpi si dimenarono per diversi minuti, facendo schiuma dalla bocca e perdendo sangue dagli occhi.
 
- NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO… - l’ultimo grido di Niklas echeggiò nella sala, facendo calare un silenzio quasi surreale. Lo scienziato aveva perso, sconfitto per mano di Aiden Steinberg, l’uomo che sempre aveva creduto di superare in intelletto e capacità.
 
Emil si alzò da terra, ansimando. Era tutto finito, tutto finito grazie al coraggio che era riuscito a raccogliere in quel momento di disperazione. Corse dal fratello, tenendogli la mano e scoppiando in lacrime dalla gioia. Avevano vendicato loro padre, ce l’avevano fatta.
Blaze guardò con orgoglio il ragazzino, sorridendo mentre sveniva, privato di tutte le forze che gli correvano in corpo.
 
- È finita, Diego… è finita… - sussurrò, sbuffando una risata, prima di crollare anche lui a terra. 
   
 
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