Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Xandalphon    16/08/2022    1 recensioni
Dopo molti tentennamenti, ho deciso di rieditare e revisionare 'A new Generation' e ripubblicarla da capo.
Per chi si approcciasse ora alla storia, si tratta di una 'what if?' che prende il largo dalla trama del manga dal capitolo 689.
In questa versione della storia, un Naruto ancor giovane si metterà nei panni del sensei per addestrare tre scanzonate ragazzine... Cambiando completamente il mondo ninja (Niente Boruto e Sarada. E più avanti si scoprirà anche perché)
Genere: Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'A new generation'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Omake chapter: snakes and foxes

14 anni prima...

Una ragazza dagli arruffati capelli neri era seduta sulla panchina del giardino interno dell'ospedale. Con aria malinconica, lasciava che la brezza del crepuscolo le carezzasse gentilmente la faccia.

Era una ninja e, anche se appena maggiorenne, era addestrata a non tradire le proprie emozioni, ma dal suo volto era comunque chiaro che la sua mente era in subbuglio. Mille pensieri la agitavano, mille domande. Non ultime quella su chi, o, meglio, cos'era veramente e cosa ne sarebbe stato di lei da quel momento in avanti.

“Posso sedermi, a fianco a te Anko?”, le disse un corpulento uomo dai folti capelli bianchi, avanti con l'età, eppure ancora forte e vigoroso, si sarebbe detto.

“Oh, sì, sì, certo sommo Jiraiya. Ero assorta e non mi ero accorta della sua presenza. Ma niente mosse avventate, o le stacco un braccio!”

Jiraiya si mise a ridere, poi replicò: “Ok, ok! Sarò un perfetto gentiluomo! Ero semplicemente preoccupato per te, volevo sapere come stavi. Solo tre settimane fa ti abbiamo riportata indietro più morta che viva, per cui...”

Anko si aprì in un timido sorriso: “Sto molto meglio ora. Almeno, fisicamente. Tre settimane eh? A me sembra passato un secolo! Nel giro di un anno la mia vita si è completamente ribaltata e...”

“E ora non sai più guardarti allo specchio senza chiederti chi sei veramente, giusto? Ehi, ricordati che tu non hai nessuna colpa di quello che è stato. Se qui è da biasimare qualcuno, quelli siamo io e Tsunade sama, che abbiamo fatto troppo poco e troppo tardi.”

“Mi ha cresciuta ed addestrata, Jiraiya sama. Io lo stimavo e lo rispettavo. E per tutto quel tempo, non ero che un giocattolo per lui! Uno dei suoi esperimenti! E riuscito bene, a quanto pare. Tutti mi considerano un mostro, glielo leggo negli occhi.”

Dal viso di Anko scese, nonostante i suoi sforzi, una lacrima ribelle.

Con un sospiro, Jiraiya le disse, semplicemente: “Vieni con me. Ti mostrerò una cosa.”

Anko annuì con la testa e si alzò, senza chiedergli dove volesse portarla. In quel momento si sentiva come una bambina, piccola e spaventata. Una bambina che si rifugia nelle parole del padre, qualsiasi esse siano, per trovare anche solo una briciola di conforto e riparo dal mondo esterno.

“Questo è l'asilo di Konoha, come puoi vedere.” Le fece l'eremita dei rospi. Poi continuò: “Riesci a vedere quel bambino biondo laggiù, che corre come un pazzo? Ah, adesso ha il tipico sorriso di chi sta per combinare una birichinata. Beh, sai chi è, vero?”

“E' il Jinchuuriki del Kyuubi.”

“Sbagliato, Anko. E' Naruto Uzumaki, vivacissimo bambino biondo di cinque anni. Punto e basta. La volpe non c'entra. E se potessi, lo porterei a vivere con me, tra le altre cose. Capisci perché te l'ho mostrato?”

“Veramente no, sommo Jiraiya.”

“Anko, se tu sei considerata un mostro perché praticamente fino all'altro ieri eri allieva di Orochimaru, se sei considerata un mostro perché hai il sigillo maledetto impresso sul collo... Beh, anche quel discolo è visto a quel modo, quanto e peggio di te. E non pensare che non si accorga che tutti lo guardano male. E' piccolo, ma non è scemo. Certe cose anche un bambino di cinque anni le nota. Eppure si ostina a sorridere al mondo e alla vita. Fallo anche tu, te ne prego. Perché sei semplicemente Anko Mitarashi, jounin della foglia. E, aggiungerei, seducente Kunoichi diciannovenne con due...”

Prima che Jiraiya potesse finire la frase, Anko gli mollò una potente cinquina sulla guancia. Subito dopo, fissando per un secondo la ridicola espressione del sennin, si mise a ridere, fino alle lacrime. A pensarci bene, era da molto che non rideva. No, forse non l'aveva proprio mai fatto.

Appena si riprese, la ragazza disse: “Grazie, Jiraiya sensei, grazie davvero per avermi tirato su il morale. Ma niente battute sconce!”

“Ahi... sembra che tu sia stata allieva di Tsunade, più che di Orochimaru. Comunque, devo confessarti una cosa. Non ero passato all'ospedale solo per capire come te la passavi. Ma anche per ritirare gli esami del sangue della neonata, per contro di Hiruzen, ahem, volevo dire l'Hokage.”

“E?”

“Per quanto già ora assomigli moltissimo a tuo fratello, ha lo stesso gruppo sanguigno di Nabiki.”

“C'è altro, vero?”, chiese apprensiva Anko.

“Purtroppo la possiede, Anko. Ciò vuol dire che il tuo ex maestro non deve sapere in alcun modo che quella bambina esiste.”

Per un attimo la ragazza rimase in silenzio. La brezza autunnale sollevò una spirale di foglie secche e le scompigliò i capelli. Gli occhi persi nella contemplazione dell'orizzonte, un cielo che, dopo aver sfoggiato mille tonalità di rosso, ora si faceva violaceo, lasciando spazio alle prime stelle.

“La terrò io, Jiraiya sama. La voglio difendere, a qualsiasi costo.”

“Non devi convincere me, ma Hiruzen. Credo che a questo punto l'Hokage la vorrà affidare a Tsunade.”

“Con tutto il rispetto, ma Tsunade sama non ha mai conosciuto il capitano “Neko” delle Anbu, e tanto meno il suo vero cognome. Io sì.”

Jiraiya sospirò. Lo attendeva il ruolo di mediatore tra due persone estremamente risolute, Anko Mitarashi e L'Hokage. Si preannunciava una serata faticosa.

***

“Ragiona, Anko: i tuoi legami con Orochimaru ti rendono un obiettivo sensibile. In questa stanza ci sono le uniche tre persone che sono a conoscenza del fatto che il capitano “Neko” si chiamava Nabiki Senju e che ha avuto una figlia prima di morire. Preferirei che la combriccola non si allargasse comprendendo anche il tuo ex-sensei. Non ho certo bisogno di illustrarti che cosa potrebbe farne della piccola Haruna se venisse a conoscenza del fatto che ha il mokuton.”

“Non accadrà! Primo, credo di aver già dimostrato che non gli sono più fedele. Sono un ninja di Konoha, non un nukenin. O devo farmi uccidere perché lo possiate credere? Secondo, mi ha scaricata. So come ragiona. Per lui, ora, sono un giocattolo rotto, di nessun valore. Proprio per questo, tra tutti gli abitanti del villaggio, sono forse l'unica su cui non poserà nemmeno uno sguardo distratto. Non c'è persona migliore per celarla alla sua vista.”

“No, Anko, discussione conclusa.”

A quel punto, anche Haruna volle dire la sua. Era piccola, ma gli indizi su un suo futuro da casinista cronica c'erano già tutti. Partì con un vagito a piena potenza. Anko, istintivamente, si chinò sulla cesta che conteneva la piccola, e la prese in braccio, mettendosi a cullarla. La piccola piantò i grandi occhioni neri in quelli della ragazza, passando, in meno di un secondo, dal pianto dirotto allo sbadiglio, ed infine, dopo un po' di sbatacchi delle palpebre, al sonno. Anko brillava di gioia.

Hiruzen la fissò, poi guardò, tra il divertito e lo sconosolato Jiraiya che, dal canto suo, gli rispose con un lieve sorriso.

“Che alternativa hai, maestro? Affidarla a Tsunade?”

“Non ci penso proprio! Tra tutte le persone che potrei scegliere, lei sarebbe in fondo alla lista. In più, se succedesse qualcosa di grave alla piccola, non se lo perdonerebbe mai. Questa volta non sarebbe in grado di riprendersi.”

“Allora lasciala ad Anko!”

Sarutobi sospirò. Per un intervallo che parve infinito, lasciò andare il suo sguardo sulla sfera di cristallo che aveva davanti a sé, mentre i due che aveva davanti lo fissavano carichi di aspettativa (ed Haruna ciucciava beatamente l'indice della mano sinistra di Anko).

Alla fine cedette: “Dannazione, va bene, avete vinto! Anko, mi raccomando, difendila a costo della vita. E amala come se fosse figlia tua!”

La ragazza sorrise entusiasta: “Ci conti Hokage sama! Vedrà che non se ne pentirà!”

A quel punto Jiraiya, interloquì, maliziosamente: “Già che si sei potresti trovarti anche un uomo che faccia da padre. Mi è parso di capire che hai una certa confidenza con quel ragazzo alto, espressione sempre annoiata, bandana e sembon in bocca. Non so bene perché, ma mi ricorda me da giovane.”

Anko si fece torva, poi urlò: “JIRAIYA SAMA! NON SONO AFFARI SUOI!”

L'Hokage, leggermente divertito, a quel punto disse: “Se poteste continuare fuori dal mio ufficio ve ne sarei grato.”

L'eremita si limitò ad un ghigno e ad un cenno di assenso, mentre la ragazza, sempre con Haruna in braccio, si inchinò come meglio poteva, in segno di scuse e di ringraziamenti, per poi fiondarsi fuori dal palazzo.

Rimasti soli, l'allievo disse al maestro: “Quelle due staranno bene insieme, me lo sento. Piuttosto... Non è per caso anche in vena di rivedere la sua posizione riguardo ad un altro bambino biondo di nostra conoscenza, vero maestro?”

“No, Jiraiya. Una concessione per oggi può bastare.”

“Immaginavo. E' stato un piacere rivederla, Sarutobi sensei.”

“Anche per me Ji-kun, anche per me.” Rispose, con una punta di malinconia, l'Hokage, mentre l'eremita dei rospi lasciava l'ennesima volta Konoha, diretto chissà dove.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Xandalphon