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Autore: Allen Glassred    16/08/2022    0 recensioni
Ivy è una giovane ragazza, figlia di due Hunters molto famosi. Dopo il brutale assassinio dei suoi genitori da parte di Vanitas, il così detto re bambino e sovrano di Veritas, la ragazza vive insieme al fratello Garry, ed entrambi hanno un solo scopo: trovare ed uccidere l'assassino dei genitori. Ma cosa succederà quando Ivy si troverà faccia a faccia con il re dei vampiri, ora ventenne è più spietato di prima? Quale tremenda verità emergerà dal loro incontro? E cosa succederà in seguito? Ragione o sentimento, cosa seguirà la bella cacciatrice? Vi ho incuriositi? Allora leggete la mia storia, e scoprirete tutto quanto.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La diciottesima Luna '
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Veritas, circa un anno e mezzo o poco più dopo la strage dei Perry.

 

Garry non saprebbe dirlo: da quanto è prigioniero? Da quanto tempo quel bastardo del principe lo tiene come schiavo a palazzo Lunettes? Giorni, mesi? Non lo sa: sa solo che quel giorno è particolarmente dura anche solo aprire gli occhi: non sono le torture fisiche a preoccuparlo, in fin dei conti lui è un guerriero ed è abituato anche a questo. Sono le ferite psicologiche e quella dell’orgoglio a farlo stare male: come ha potuto credere che colui a cui ha rubato la compagna, se così si può dire, se ne sarebbe stato buono e fermo ed avrebbe passivamente accettato la situazione? Doveva aspettarsi una rivalsa, una resa dei conti tra loro. Certo pensa, pensava si sarebbe svolto tutti con lealtà: credeva che, nonostante quello che Vanitas ha fatto i vampiri conservassero ancora un po' d’onore. Ma pensa, così non è stato: è stato rapito, torturato, minacciato, ha subito delle umiliazioni alle quali non ha potuto reagire eppure, pensa, quel bastardo infame non sembra ancora averne abbastanza. Il giovane dalla chioma argento tossisce un po' di sangue, tenendosi il fianco sul quale è stato – letteralmente – marchiato con un tizzone ardente, rappresentante lo stemma della famiglia Hikari. “ Come fossi una sua proprietà… maledetta canaglia. Te la farò pagare cara “. Sibila infuriato il giovane Hunter, rendendosi conto di non trovarsi più in una prigione: è una stanza a lui sconosciuta, che non riesce a riconoscere. Poi riflette: come se conoscesse a fondo il palazzo reale, pensa. Tutto per lui è sconosciuto, dalle scuderie in stalla fino alla torre.

 

“ Oh! Ti sei svegliato, bell’addormentato? “. Chiede sprezzante una voce, una voce che purtroppo ha imparato a conoscere bene. “ Sai, ancora un po' ed avrei dovuto svegliarti con una secchiata d’acqua gelata. Non che la cosa mi dispiacesse, non pensare “. Continua sprezzante colui che da giorni, da mesi, lo tiene prigioniero. A quelle parole e capendo di essere ora senza catene, il giovane Hunter fa per partire all’attacco e dare una bella lezione a quel vampiro, vanamente: un forte strattone al collo gli fa capire che effettivamente, non è libero di muoversi come desidererebbe. Una catena lo tiene legato al letto, nemmeno fosse un cane pensa in ira il giovane. Poi ricorda ciò che quell’uomo gli ha detto quando lo catturò, ricorda la sua minaccia: tenerlo come schiavo, farlo camminare per palazzo incatenato ad un collare come fosse stato il suo cagnolino.

 

“ Tu! Maledetto bastardo! Vieni qui e combatti da uomo! “. Grida furioso l’argento mentre, per dispetto e sentendo quelle parole cariche d’odio il corvino da un forte strattone alla catena, facendolo così cadere forse a causa della sorpresa.

 

“ A cuccia, cagnolino “. Sibila solamente Dominique, mentre il suo sguardo di ghiaccio incontra l’oceano in tempesta dell’altro. “ Se non morderai, forse potrò concederti un premio: non ti riporterò nella tua squallida prigione e ti permetterò di dormire qui… “. Sembra che la frase sia conclusa, ma in realtà non è così. “ … beh certo, sul pavimento! “. Conclude poi, continuando a deridere in modo sprezzante l’altro che, di riflesso punta il suo sguardo carico d’odio verso di lui.

 

“ Aspetta che mi liberi di queste catene, poi vedrai chi starà in ginocchio tra me e te. Te lo giuro, me la pagherai “. Commenta solamente, riuscendo ad attirare l’attenzione di Dominique che, a quelle parole smette di ridere e ritorna serio.

 

“ Tu credi davvero di mettermi in ginocchio? “. Chiede nervoso, mentre l’altro non perde il proprio sguardo di sfida. “ Alzati! “. Ordina furioso il corvino e, a quella parola da un violento strattone a quella catena e costringe così il rivale ad alzarsi. “ Tu… “. Sibila poi, arrivando ad un millimetro di distanza da lui che, di riflesso fa la sola cosa che gli è possibile: indietreggiare. “ … tu vuoi mettere in ginocchio me? “. Chiede poi, quasi sibilando e mentre il loro sguardo si incontra ancora una volta. Garry affronta quelle iridi cariche d’odio con fierezza e senza mostrare scoramento o paura. “ Voglio proprio vedere come farai, miserabile umano che non sei altro “. Sibila solamente il secondo Principe di Veritas, non avendo paura di avvicinarsi al nemico: sa bene che in quelle condizioni è innocuo, non gli può fare nulla.

 

“ Ehi, principino: vuoi combattere o flirtare’ perché sai, ricevo segnali contrastanti “. Commenta poi l’Hunter, notando quella vicinanza inusuale e senza più paura delle conseguenze: tanto pensa, più di quanto gli è stato fatto cos’altro potrebbe esserci? La morte? Mentre è immerso in quelle riflessioni non si accorge che le sue parole hanno mandato a dir poco in ira Dominique: senza disturbarsi a negare, mentre per un solo istante i suoi occhi si tingono di un blu intenso e di un rosso cremesi subito dopo, rifila un violento ceffone al giovane dalla chioma argento che, colto alla sprovvista si ritrova ad incassare il colpo senza poter reagire.

 

“ Questo sangue… “. Mormora solamente il capitano della guardia reale, sentendo ora chiaramente l’aroma del sangue di Garry: infatti lo schiaffo lo ha ferito al labbro, al quale l’Hunter porta una mano ancora shoccato: ammette che non si aspettava una reazione così esagerata, non ora almeno. Poi si da mentalmente dello stupido: dovrebbe aver imparato che Dominique Lunettes non è stabile, con lui nulla è normale o razionale. E nemmeno ciò che segue è razionale: afferra malamente la mano del cacciatore, scostandola dalla ferita e guardando il sangue scorrere dalla ferita provocata dallo schiaffo, sentendosene irrimediabilmente attratto: no, pensa. Non è semplice sangue di Hunter, c’è ben altro insito in esso. Qualcosa che lui non è ancora riuscito a capire, ma che lo attrae irrimediabilmente. Un’idea strana balena nella sua mente: potrebbe sia soddisfare quello strano bisogno che punire Garry in un colpo solo, anche se il rovescio della medaglia sarebbe diventare il suo padrone. No, pensa poi: non è per forza una cosa negativa, anzi il contrario. Afferra con violenza la mano sporca di sangue del ragazzo, portandola accanto alle labbra e ghignando maligno. “ Lo voglio “. Mormora solamente, riferendosi ovviamente al sangue e mettendo subito in allarme Garry.

 

“ Ehi! Vampiro strambo, che hai in mente di farmi?! “. Chiede improvvisamente impaurito il cacciatore: fino ad ora è riuscito a tener testa al rivale, ma se lo mordesse? Cosa accadrebbe se decidesse di trasformarlo, si chiede? Con che faccia tornerebbe dai suoi compagni? Come gestirebbe il tutto? Mille e più pensieri, dei più disparati e confusi, passano nella sua mente mentre cerca di sottrarre la mano. “ Lasciami!! “. Inizia davvero ad innervosirsi ed agitarsi: ah, pensa. Se solo avesse con sé la sua pistola antivampiro combatterebbero alla pari, ma così… i suoi pensieri vengono bruscamente interrotti: un dolore alla mano lo fa letteralmente crollare seduto sul letto, per evitare di finire a terra: riconosce benissimo quel dolore, è un morso! Un momento, pensa: cosa potrebbe comportare? Dominique lo ha morso alla mano, ma sarà sufficiente a trasformarlo? Non gli sembra che il morso sia profondo, ma si sente intorpidito e non riesce a reagire. È solo di lì a poco che la voce dell’altro lo riporta alla realtà.

 

“ Questo sangue non è come tutti gli altri… “. Sibila solamente il corvino, mentre l’altro lo guarda ancora sconvolto: sa benissimo cosa significa essere morso da un vampiro, sa cosa significa un morso per uno della razza di Dominique. Potrà anche non averlo trasformato o ne sentirebbe già gli effetti, ma si sente ugualmente violato ed umiliato come mai prima di quel momento.

 

“ Io ti ammazzo, bastardo… giuro che lo farò “. Sibila nervoso l’Hunter, trattenendosi: no. No, pensa: non è il momento di mostrarsi debole e piangere, non deve dargli quella soddisfazione.

 

“ Oppure diventerai il mio fedele cagnolino, e credimi: non ti lascerò altra scelta “. Ribatte un po' alterato l’altro, stanco della resistenza dell’altro. Con uno scatto improvviso lo blocca sotto di sé, stringendo così forte la presa sulle sue braccia che, non fosse stato per la giacca sarebbero certamente state graffiate dai suoi artigli affilati. “ Ti farò rimpiangere di essere nato, di aver osato toccare la mia donna ed averla insudiciata, di avermi sfidato e sperato anche di vincere contro chi ti sta avanti non di uno, ma di dieci passi “. la presa sulle braccia di Garry diventa nulla, almeno per quanto riguarda la mano sinistra che, non sa nemmeno lui spiegare quando dato che accade rapidamente, va ora a stringere il suo collo. Ma non gli toglie il fiato: no, quella presa sembrerebbe più una dimostrazione di forza, come a volerlo sottomettere. Da parte sua, Garry vorrebbe difendersi: la sua mente grida, urla con tutte le forze che si deve liberare al più presto, tuttavia il suo corpo è immobilizzato dal veleno afrodisiaco che le zanne del suo nemico hanno iniettato in lui, con il precedente morso.

 

“ Uccidimi piuttosto, ma non voglio trasformarmi nel tuo cagnolino. Questo no! “. Sibila semplicemente l’Hunter, mentre l’altro sogghigna compiaciuto, notando come in fine sia riuscito a piegare il rivale malgrado la sua resistenza, malgrado il suo fare orgoglioso.


“ Ah ah… allora sono i morsi a farti paura. È il fatto di poter diventare un vampiro, la cosa che ti terrorizza maggiormente “. Fa semplicemente il corvino e, dallo scorrere del sangue dell’argento capisce chiaramente di aver ragione. “ Sento questo fetido odore, il tanfo della paura venire da te. Bene: era esattamente quello che volevo “. Sibila, proprio vicino all’orecchio del rivale che, a quella vicinanza prova ancora e vanamente a divincolarsi.

 

“ Anche se lo farai, Jeanne non ritornerà mai da te. Non così “. Sussurra l’erede di Haruka e Juliette, quasi senza pensarci e facendo infuriare maggiormente l’altro.

 

“ Proprio per questo, non meriti alcuna pietà “. Sibila semplicemente il corvino, quasi strappando di dosso la camicia all’altro che, notando il collo ora esposto inizia ad agitarsi.

 

“ Bastardo, non farlo! No! “. Fa semplicemente, nervoso e ancor più irritato dal fatto di non poter reagire in nessun modo. Poi un nuovo dolore: un dolore lancinante gli fa capire di essere stato morso mentre, a quel punto e ritenendo inutile resistere, alcune lacrime iniziano a cadere dai suoi occhi: è la sua fine, pensa. È la sua fine, stavolta non potrà salvarsi: se il morso sarà abbastanza profondo si trasformerà, diventerà il servitore di quel bastardo di un principe che tanto detesta e che tanto male gli sta facendo, del quale aveva giurato di vendicarsi ma che, in fine, ha vinto. Sente il sangue defluire dalle sue vene, ma è strano. A parte questo ed a parte la paralisi data dal veleno afrodisiaco, null’altro sta accadendo in lui. Né zanne, né sete di sangue o altri cambiamenti, non sta succedendo nulla di ciò. E la spiegazione può essere solamente una: il morso non è abbastanza profondo. Ansimando pesantemente percepisce il suo cuore battere a mille all’ora, ma questo pensa, non farà altro che aiutare quel bastardo nel suo “ pasto “. “ Lasciami!! “. Grida ad un certo punto l’Hunter, mentre uno scudo blu di inaudita potenza lo protegge, respingendo il suo avversario ed impedendogli così di finire la sua “ opera “ e trasformarlo. Preso di sorpresa, persino il capitano della guardia reale non può fare altro che incassare il colpo e finire contro la parete, lasciando un vistoso graffio sul collo e sul braccio di Garry. Da parte sua invece, lui ansima pesantemente e trema: non sa cosa sia successo, sa solamente che una forza invisibile lo ha protetto prima che fosse tardi, impedendo la sua trasformazione. E ancora non lo sa, ma quella forza invisibile non è altro che il potere della Luna Blu che, in quanto legittimo erede di Kaname Hikari, rimane latente in lui malgrado i sigilli. Tuttavia, lo sa bene, le sue torture non saranno finite fino a quando qualcuno non lo libererà da quella prigionia.

 

 

“ Se solo allora forsi stato più forte. Se solo allora ti avessi ucciso, non riusciresti a tormentarmi ancora in questo modo. Non mi avresti portato via la mia donna, non avresti insudiciato lei e mia sorella e quel dannato bambino, sarebbe mio figlio. Sarebbe stato tutto diverso, invece… “. Sibila tra sé e sé il capitano della guardia reale, stringendo i pugni e tremando lievemente. Rumore di passi fa uscire il giovane dalla chioma corvina dai suoi pensieri o meglio, dai suoi ricordi: gli stessi che probabilmente ha visto anche Vincent, dato che sono quelli che invadono più frequentemente la sua mente. Gli stessi ricordi che non avrebbe mai voluto condividere con nessuno, ma a quanto pare così non è stato.

 

“ Mio Principe, pare che la Principessa sia rientrata a palazzo in questo momento “. Sussurra quasi l’uomo, chinandosi fino a sembrare quasi sdraiato a terra.

 

“ Rientrata…? “. Mormora a sua volta il corvino, iniziando ad alterarsi. “ Idiota! “. Fa su tutte le furie e, in quel momento, la vetrata va in frantumi e la guardia vola a qualche metro di distanza, mentre una luce cremesi passa negli occhi del suo signore. “ Non vi avevo forse detto di tenerla rinchiusa a palazzo?! Nemmeno questo riuscite a fare?! “. Alterato afferra la propria spada, pronto a piantarla nel corpo dello spaventato malcaptato, che come unico torto ha avuto quello di riportargli una cattiva notizia. Ma in seguito qualcosa lo fa desistere: un aroma. L’aroma inconfondibile del sangue di sua moglie giunge a lui, salvando la vita di quel pover uomo prima che sia troppo tardi. “ Ora mi sente… “. Mormora solamente il secondo Principe di Veritas, superando la povera guardia che, in quel mentre, ringrazia la propria buona stella per essere riuscito a scampare alla morte e che, una volta rimasto solo si alza per poi correre fuori dalla sala.

 

Jeanne posa il proprio soprabito, sospirando pesantemente: osserva qualche istante quel palazzo che da sempre è casa sua ma che, per la prima volta le pare un luogo freddo e totalmente estraneo. Istintivamente posa una mano sul ventre, che accarezza lentamente. “ Bentornata a casa, Jeanne “. Mormora a sé stessa, ritenendosi quasi fortunata: non pare che suo marito o i suoi scagnozzi siano nei paraggi, almeno non dovrà litigare con nessuno e potrà andare a riposare tranquilla, per quanto la situazione lo permetta. Ma improvvisamente le sue aspettative vengono disattese: qualcosa la blocca. Non è troppo opprimente, tuttavia non riesce a muoversi liberamente e se riesce a muovere dei passi, lo fa quasi con fatica ed il respiro si fa affannoso. “ Cosa… che sta succedendo…? “. Mormora solamente la Principessa, mentre la fonte dei suoi problemi si fa finalmente vedere: era rimasto ad osservarla per un po', ma sentendo nuovamente quel fetore addosso a colei che è sua moglie non è più riuscito a resistere, in oltre la sete sta stranamente tornando a farsi sentire: certo non è forte come la volta precedente, ma comunque è presente.

 

“ Guarda un po' chi si è degnata di farsi vedere: la Princiepssina “. Fa semplicemente e con tono strafottente Dominique, mentre Jeanne si volta di scatto verso di lui.

 

“ Non ti ho sentito arrivare “. Fa solamente, sistemando anche l’abito ma rimanendo comunque a debita distanza da colui che è suo marito. A quelle parole lui sembra quasi riflettere un istante, come stesse cercando le giuste parole. Ma tutto quello che fa è muovere alcuni passi verso di lei con noncuranza, ghignando e scuotendo il capo al tempo stesso.

 

“ Ah, non mi hai sentito? “. Chiede, mentre lei non capisce: cosa vuol dire quell’improvvisa ironia? La sta prendendo in giro ed è evidente, così come sente che è furioso nonostante quel tono apparentemente calmo.

 

“ No, ed ora se non ti spiace, sono stanca: mi ritiro “. Taglia corto la donna, cercando di approfittare della calma, seppur apparente, di suo marito per potersi così ritirare in una delle stanze degli ospiti e, se è fortunata riuscire a sfuggirgli almeno quella sera. Seguono alcuni, interminabili attimi di assoluto silenzio: la figlia di Rosina si avvia verso le scale per poter salire, ma per farlo deve per forza passare di fianco a Dominique. Dominique, che apparentemente sembra calmo ma che, non appena la moglie gli passa affianco afferra bruscamente il suo polso.

 

“ Tu non vai da nessuna parte! “. Inizia ad irritarsi, mentre lei cerca vanamente di liberare il polso da quella presa ferrea e dolorosa al tempo stesso. “ Non finché non mi hai detto dove diavolo sei stata e con chi! “. Continua a gridare, mentre lei lo guarda un momento per poi cercare ancora una volta di liberarsi dalla sua presa.

 

“ Insomma, lasciami! “. Fa semplicemente la bionda, iniziando a sua volta ad arrabbiarsi. “ Non sono stata da nessuna parte! “. Fa, riuscendo finalmente a staccarsi e massaggiandosi il polso, sul quale è comparso un livido rosso a causa della forte stretta. Ma a quel gesto e a quelle parole, percependo nuovamente l’aroma della persona che odia di più al mondo sui vestiti ed addosso alla moglie, il capitano della guardia reale sembra perdere definitivamente le staffe.

 

“ Ah, da nessuna parte dici? “. chiede, stringendo lievemente i pugni in ira: sta mentendo. Sua moglie sta mentendo, sente il fetore della menzogna lontano un miglio e non solo: lo fa per proteggere quel maledetto Hunter, ne è certo. Alterato e quasi senza pensarci si volta verso di lei, nei suoi occhi passa un intenso bagliore rosso cremesi. “ Ah, da nessuna parte?! “. Ripete, mentre una potente fiammata si abbatte sulla parete che, in seguito, viene ghiacciata quasi totalmente da una spessa coltre di ghiaccio. Jeanne non fa in tempo a parlare o fare alcun che: colta di sorpresa non può fare altro che incassare uno schiaffo, che la fa finire a terra data la forza con cui è stato dato. Il primo pensiero della donna è proteggere il ventre e, per fortuna riesce a cadere solo di schiena. Furiosa osserva il cugino, mentre nei suoi occhi passa un’intensa luce blu.

 

“ Ma come ti permetti?! “. Grida a sua volta alterata, facendo per alzarsi e ribattere a quello schiaffo.

 

“ Devi stare zitta, sgualdrina traditrice che non sei altro! “. Ribatte semplicemente il corvino, trattenendola a terra con il solo potere della luna blu ma, come a voler essere sicuro che rimanga a terra esercitando anche quello della luna rossa, dando alla giovane principessa un senso di totale oppressione e di mancanza d’ossigeno, come se un corsetto stretto all’inverosimile le fosse stato messo e stretto con forza. “ Cosa credi?! Che non senta il fetore di quel bastardo sui tuoi vestiti… anzi, su di te?! “. Precisa, mentre a quelle parole lei scuote il capo con enfasi.

 

“ E allora?! Ti pare un buon motivo per picchiare tua moglie, questo?! “. Chiede, facendo leva sulla propria mano e facendo per alzarsi, liberandosi del controllo di Dominique esercitando a sua volta il proprio potere. “ Puoi dire quello che ti pare, non mi toccano le parole di un folle! Ma se mi tocchi ancora una volta saranno guai! “. L’area circostante ghiaccia, nonostante la coltre sia meno spessa. Questa ribellione tuttavia, non pare piacere affatto al secondo principe di Veritas: non solo quella donna non si pente, ora lo minaccia e si ribella pure? Non lo tollera: non gli importa nulla delle conseguenze o del patto, quella donna merita una lezione e la merita subito.

 

“ Cos’hai detto?! “. Sibila, ma il fatto che la frase non sia stata gridata fa solo presagire una calma fittizia prima di una grossa tempesta. “ Te la faccio passare io, la voglia di scherzare! “. Senza nemmeno sapere come sia stato possibile o quando si sia spostato dietro di lei, Jeanne può solo capire di essere stata afferrata per i capelli da quel mostro che è stata costretta a sposare. “ A chi vuoi far passare dei guai tu?! A chi?! “. Fa semplicemente il corvino, mentre lei non urla malgrado il dolore che prova a causa di quella presa sui suoi capelli.

 

“ Va… va al diavolo! “. Fa solamente la donna, stanca di sottomettersi e subire: il patto avrebbe dovuto garantire la salvezza di Garry e Luca, invece sono stati minacciati tante, troppe volte. E se suo marito non rispetta il patto, perché mai dovrebbe farlo lei si chiede? “ Sono stanca di tutto questo! Ti ho sposato per una sola ragione: salvare Garry e mio figlio! Ma se tu non mantieni la parola, se continui a minacciarli o attaccare Luca, perché mai dovrei mantenere fede io a questa farsa, eh?! “. Si sfoga finalmente la sorellastra di Vanitas, ma quelle parole le costano caro.

 

“ Perchè se non puoi essere mia, allora non ti avrà nessun altro! Scegli: o mia o morta “. Sentenzia alterato il corvino, dandole uno spintone cosi forte da farla cadere a terra ancora una volta. “ Si può sapere perché tutti fate di tutto per farmi perdere le staffe, eh?! Io ci provo a stare calmo, ci provo! Ma voi fate di tutto per farmi passare per il mostro della situazione! Maledetti infami, vi odio tutti! “. Si rivolge a qualcuno di indefinito, per poi proseguire il suo sfogo. “ E tu! Tu, perché non puoi semplicemente amarmi e smettere di pensare a quel bastardo di un Hunter, eh?! Perché?! “. Grida, infischiandosene di farsi sentire da Vincent o chi che sia: è stanco. Prima sua moglie, Garry Perry, suo padre, la sua famiglia: chiunque lo ha trattato come un mostro cinico e spietato o lo ha compatito come fosse un povero folle e questa è una cosa che lo manda in bestia. “ Dimmi perché?! “. Continua, per poi tornare in sé improvvisamente: non sentendo la moglie ribattere osserva a terra, da dove la Principessa non si è ancora alzata. “ Jeanne?! “. La chiama solamente e solo ora se ne rende conto: l’ha picchiata di nuovo, l’ha picchiata e non se n’è neanche reso conto. In quel delirio è come se il suo corpo si fosse mosso da solo, trovando nella moglie la sua valvola di sfogo perfetta. “ Adesso alzati! “. Le ordina solamente, ma nessuna reazione da parte di lei: stavolta non è come le altre, stavolta nessuna reazione da parte della Principessa e, improvvisamente, l’aroma del sangue si fa più intenso: sta sanguinando.

 

“ Insomma, cos’è questo fracasso?! “. Chiede semplicemente una voce, la voce di colui che il capitano delle guardie reali riconosce essere Vincent. “ C’è odore di sangue, e… oddio… “. Mormora semplicemente, non potendo fare a meno di vedere quanto successo. “ Mi aspetto una spiegazione! Cos’è successo qui?! “. Chiede semplicemente: è vero che non va d’accordo con Jeanne, ma è pur sempre sua sorella. Non si è mai impicciato nel suo matrimonio, ma questo va ben oltre: chinandosi per soccorrerla nota che è svenuta e che sanguina al capo.

 

“ Ha rivisto quel maledetto Hunter! Lo ha rivisto nonostante tutto, nonostante abbia accettato di sposarmi… “. Si blocca: ora è il potere della luna blu a prevalere. I suoi occhi si iniettano di una luce azzurra intensa, la temperatura diventa improvvisamente gelida. “ Se l’è meritato “. Mormora solamente, quasi stanco anche solo per urlare.

 

“ Potresti averla uccisa, sei impazzito?! A cosa ti servirà da morta, me lo vuoi dire?! In oltre… “. Mormora il biondo, posando una mano sul ventre della sorella e sentendo a sua volta un secondo debole battito. “ Non dirmi che non lo hai sentito anche tu? “. Chiede, puntando lo sguardo in quello del cugino. “ C’è un altro battito oltre a quello di Jeanne “. Spiega, ed è vero: all’udito fine di un vampiro non può sfuggire questo secondo battito, possibile che suo cugino non se ne sia reso conto? O che lo sappia ma non gli importi? La risposta arriva ben presto.

 

“ Sarà di quel maledetto cacciatore, Vincent. Mi avrà tradito ancora una volta, ed ora come allora… “. Fa semplicemente, osservando la moglie che, lentamente, sembrerebbe rigenerare quelle ferite e riprendere conoscenza. Vincent la lascia in quella posizione, una volta assicuratosi che la sorella non sia più in pericolo di vita e che le ferite si stanno rimarginando. Scuote il capo, alzandosi e facendo qualche passo verso il suo vice.

 

“ E’ tuo “. Sentenzia solamente, mentre a quelle parole l’altro lo guarda come fosse shoccato, come pensasse non sia possibile una cosa simile. “ Percepisco il potere della Luna Rossa scorrere in Jeanne, e tu sai bene che lei non lo possiede. Rimane una sola opzione: la creatura che cresce nel suo grembo. Non è di Garry Perry, a meno che quell’Hunter non possegga il potere della Luna rossa, il bambino è tuo “. Assicura al cento per cento, mentre l’altro rimane shoccato. Shock che dura solo qualche istante: cambiando nuovamente umore e come fosse in cerca di una conferma, il corvino torna dalla moglie che, lentamente, si sta riprendendo: se l’è vista brutta, pensa. Ha rischiato davvero grosso e, se non avesse avuto i riflessi pronti avrebbe anche potuto perdere il bambino che porta in grembo da quasi quattro mesi. Non lo ha detto a nessuno, ma sa anche che ad un vampiro non può sfuggire il nuovo battito che ormai si è associato al suo da un po' di tempo. La stessa cosa che è capitata con Mina, la sola alla quale abbia confessato la propria, inattesa gravidanza. Una volta rimasto solo il corvino punta lo sguardo alla donna, che lentamente si sta alzando da terra e le quali ferite stanno lentamente guarendo.

 

“ Come hai osato nascondermelo? “. Mormora solamente, arrabbiato forse più di prima: Jeanne non gli ha detto nulla del fatto che il bambino che ha in grembo è suo e lui ha quasi ucciso suo figlio. Ma no: no pensa, non è colpa sua, la colpa è di sua moglie e del suo silenzio: perché pensa, se avesse saputo che la creatura è sua si sarebbe fermato, vero? Vero? Non trova una risposta: troppi pensieri, troppa confusione nella sua mente già tormentata. Non è in grado in questo momento, di capire se si sarebbe fermato o avrebbe agio allo stesso modo malgrado lei attendesse suo figlio. “ Tu volevi che uccidessi mio figlio, vero?! “. Si innervosisce, mentre lei scuote il capo: no, pensa. No, non lo doveva sapere. Non doveva scoprire che il bambino è suo, questo pensa, gli darà ancor più potere su di lei. Credendolo di Garry ed avendo un patto con lei invece, suo marito era stato costretto a non toccare il bimbo anche se lo odiava profondamente, il patto gli impediva di fargli del male o almeno, lo credeva fino a quel momento. Lei era riuscita fino ad ora a salvare almeno la creatura che porta in grembo, ed evitare che gli fossero recati danni. Ma adesso? “ Maledetta sgualdrina! Volevi che uccidessi mio figlio, vero?! “. Grida nuovamente lui, alterandosi maggiormente e non sapendo esattamente dove ha trovato la forza. Dal canto suo Jeanne si rimette in piedi, tenendo entrambe le mani sul ventre e rassicurandosi: il bambino sta bene, il battito è ancora stabile e non è in pericolo.

 

“ Questo è mio figlio! Non metterai quelle mani sporche di sangue su di lui! Lo hai quasi ucciso mentre era ancora nel mio grembo, cosa potresti fargli una volta nato?! Tu… tu sei completamente pazzo! “. Fa semplicemente la donna, lasciandosi andare ad un pianto troppo a lungo trattenuto. “ E tutto per che cosa? Perchè secondo te sarebbe successo chissà che cosa con Garry! “. Fa semplicemente, mentre a quelle parole lui reagisce in modo del tutto inatteso.

 

“ Perchè diavolo non puoi semplicemente dimenticare quel bastardo?! Perché?! “. Fa semplicemente, afferrando la moglie per le spalle e scuotendola come a volerla svegliare da un sonno in cui in realtà, non è mai caduta. “ Sei incinta, aspetti mio figlio! Lui ha scelto un’altra donna, ti ha ferita ed umiliata! Cos’altro deve fare perché lo odi almeno un decimo di quanto odi me, eh?! . Continua a scuoterla, mentre lei scuote il capo sconcertata, gli occhi ancora bagnati dalle troppe lacrime.

 

“ Lui non ha minacciato mio figlio e non mi ha costretta a sposarlo con la forza ma non rispetta una sola parte del nostro accordo. Non mi ha morsa e stuprata ripetutamente ed annullato persino la mia volontà, non mi ha picchiata e chiusa nella mia stanza per giorni, non mi ha diviso da mia madre, non mi ha messa incinta contro la mia volontà. E soprattutto non è il leccapiedi del bastardo che ha stuprato Ivy ed ha usurpato il trono di mio fratello! Non ha tradito come hai fatto tu! Eri il capitano delle guardie reali, avevi il dovere di proteggere il regno e mio fratello! Lui si fidava, io mi fidavo! Ti avevamo nominato Cavaliere perché credevamo in te, mentre invece tu tramavi per mettere sul trono un usurpatore, un ribelle! Devo continuare la lista?! “. Si sfoga finalmente la donna, mentre lui stringe così forte la presa che per un momento, lei teme la voglia uccidere.

 

“ Si! Si è vero, ho fatto tutto questo e si, lo rifarei altre mille volte! Spodesterei tuo fratello mille volte, ti ricatterei un milione di volte pur di tenerti lontana da quell’umano insignificante che non ha fatto altro che umiliarmi, che mi ha portato via tutto ciò che era mio! Mia moglie, quello che avrebbe dovuto essere mio figlio, mia sorella, la mia reputazione… qualsiasi cosa mi appartenesse, lui se l’è presa “. Jeanne rimane un momento interdetta: sorella? Ma che vuol dire? Che lei sappia, Dominique non ha fratelli o sorelle in vita.

 

“ Sorella? Ma che cosa…? “. Sibila solamente, mentre lui la osserva con un’espressione indecifrabile, sentendo nuovamente la sete tornare. Jeanne vorrebbe proseguire il discorso, ma improvvisamente ha uno strano presentimento, ed il fatto che lui le stia scostando i capelli dal collo sembrerebbe confermare i suoi timori.

 

“ Non importa niente, dimentica quello che ho detto. Adesso ho solo bisogno di te, mia moglie. Non mi serve altro “. Quasi lo dice in un sibilo, mentre lei inizia lievemente a tremare capendo le sue intenzioni.

 

“ No, non… non voglio. Anche se le ferite sono guarite, io ed il bambino siamo deboli e devo riprendermi, in oltre… “. Ma non finisce la frase: in un momento si ritrova spalle al muro, tremando come e più di prima. “ Prima ti preoccupavi di lui, ora non ti importa se potresti indebolirmi e compromettere la salute del bambino? “. Sibila solamente, mentre lui sembrerebbe aver di nuovo perso il controllo.

 

“ Vorrà dire che se non riuscirà a resistere, ne faremo un altro. Se non riuscirà a resistere, sarà perché è troppo debole ed il suo destino è quello di non vedere la luce. Che problema c’è? “. Chiede con un ghigno poco rassicurante, facendo sgranare gli occhi a lei in un misto di shock e disgusto.

 

“ E lasciami, bastardo! “. Grida solamente, ammutolendo di lì a poco: un forte dolore al collo le fa capire di aver ricevuto l’ennesimo morso non consensuale. L’ennesimo morso che per lei equivale ad una violenza, che fa male dentro e fuori come quegli stupri ai quali non è mai riuscita a fuggire. Lentamente il veleno afrodisiaco delle zanne del marito la immobilizzano, o forse pensa, forse è solo la paura a farla rimanere inchiodata sul posto. Solo un nome nella sua mente, il nome che in quel momento non può pronunciare: il nome del padre di suo figlio, il nome dell’uomo che ama più di chiunque altro al mondo.

 

Nel frattempo, anche a Villa Knight le cose non stanno andando esattamente nel modo più tranquillo.

 

Sia Pierre che Kevin hanno lo sguardo serio: il capofamiglia dei Veghner ha infatti deciso di affrontare apertamente quello dei Knight, non solo perché la sua coscienza glielo impone ma anche per il bene di molte altre persone. “ Devi riconsiderare la tua decisione, Kevin “. Sentenzia solamente il rosso, mentre l’altro lo osserva gelidamente per poi riprendere parola solo di lì a poco.

 

“ Pierre, siamo amici da tanti anni e ti rispetto. Ma dato che sei piombato in casa mia insultandomi e dandomi ordini, potrei non essere nemmeno io molto clemente con le parole se non chiudiamo qui la questione “. Sentenzia solamente, mentre a quelle parole il rosso sembrerebbe perdere maggiormente le staffe.

 

“ Oh, per amor del cielo! “. Sentenzia solamente il padre di Mina e Michael, per poi proseguire il discorso di lì a poco. “ Non puoi nascondere in eterno la testa sotto la sabbia! Garry ha il sacrosanto diritto di conoscere la verità: i suoi poteri stanno emergendo e per quello che sappiamo, Dominique lo ha già morso due volte. Per fortuna non è andato abbastanza in profondità, ma chi ci dice che quei morsi ed il veleno che le zanne hanno fatto in tempo a rilasciare non compromettano il sigillo di Luna? Chi ci dice che tuo nipote non si risveglierà comunque e scoprirà tutto? Te lo ripeto: deve sapere la verità! “. Continua il rosso, mentre l’altro sbatte un pugno sulla scrivania decisamente innervosito da tutta quell’insistenza.

 

“ Io sono ancora il tutore di Garry ed Ivy, tienilo bene a mente. E in quanto tale, ti proibisco di rivelare a Garry chi sia il suo vero padre. Te lo proibisco, mi sono spiegato?! “. Si arrabbia seriamente, mentre l’altro scuote il capo per nulla intenzionato ad obbedire agli ordini del suo pari. “ Poi, parli tanto di onestà ma tu hai sfruttato questa menzogna per i tuoi scopi. O sbaglio? “. Chiede ora con una lieve strafottenza l’argento, facendo volgere di scatto il rosso verso di lui. “ Hai fatto sposare Garry e Mina pur sapendo che non si amavano, lo hai fatto malgrado sapessi la verità. Allora non ti dispiacque continuare ad ingannare tuo genero, ora cos’è cambiato? Dimmi, Pierre: cos’è cambiato? “. Chiede, mentre senza che se ne renda conto un pugno lo colpisca improvvisamente. Preso di sorpresa, lo zio di Ivy e Garry non può che incassare il colpo. Quasi nello stesso momento, Kevin si ritrova la balestra di Pierre puntata addosso mentre l’altro la spada proprio puntata al suo collo: l’istinto li ha portati a sfoderare la propria arma per difendersi, anche se ovviamente non si attaccherebbero mai l’un l’altro.

 

“ Non ti permettere mai più! “. Si innervosisce il marito di Joe, sentendosi ingiustamente accusato. “ Si, li ho fatti sposare ma non per mio diletto personale: se Mina non fosse stata la moglie di un altro capofamiglia, tu e Xerxes non avreste esitato ad ucciderla non appena scoperta la sua condizione. Quindi si: a quel tempo non ebbi altra scelta, ma ora le cose sono diverse “. Sentenzia alterato, mentre la spada di Kevin rimane puntata al suo collo. “ Garry sta avendo degli incubi, Vanitas Lunettes si sta manifestando a lui. Devo continuare la lista di buone ragioni per le quali dovresti dirgli la verità? “. Chiede il capofamiglia dei Veghner, ma Kevin non sembra volerlo ascoltare e scuote il capo ancora una volta.

 

“ Non oserai. Non dirai nulla a mio nipote, né lo farò io. Come tutore di Garry ed Ivy, ti proibisco di parlare ancora di questa storia! Mi hai sentito?! “. Chiede, mentre a quell’ordine Pierre scuote il capo per poi ritirare la propria balestra.

 

“ Se Juliette ti avesse visto ora, se avesse saputo come ti saresti comportato nel momento in cui lei ed Haruka hanno avuto maggiormente bisogno di te, se avesse saputo che avresti voltato loro le spalle, non ti avrebbe mai affidato i suoi figli. Mai “. Sentenzia ora gelidamente, stanco di parlare con chi evidentemente non vuole ascoltarlo. Tuttavia, a quelle parole niente e nessuno riesce a trattenere Kevin: getta a terra la spada, solo per sferrare un pugno all’altro.

 

“ Taci! Che ne sai tu di me e mia sorella? Che ne sai tu di cos’ho provato io, quando rimase incinta di quel bastardo di Kaname Hikari? Cosa ne sai di come mi sono sentito io, tu che hai una famiglia perfetta e non hai mai avuto questo tipo di problemi?! Eh?! Cosa… “. Ma per la prima volta nella sua vita, anche Kevin Knight deve ammutolire: non sono le parole di Pierre, che non arrivano al momento. È il suo sguardo: il suo sguardo sembra per la prima volta bruciare d’ira nei confronti di un suo amico ed alleato, con il quale ne ha passate davvero tante ma al quale non ha mai rivelato il suo più grande segreto e tormento.

 

“ E tu che ne sai invece di me? Che ne sai della mia famiglia che tu definisci perfetta? Che ne sai di cos’abbiamo passato io, Joe ed i nostri figli? Dici di essere mio amico, ma non mi conosci affatto come credi. E nonostante ciò emetti giudizi sulla mia famiglia e su di me, mentre io ho solamente constatato la realtà dei fatti “. Sentenzia, per poi lanciare con ira una foto sul tavolo. “ Guarda! Guarda quanto è perfetta la mia famiglia! “. Sentenzia, mentre a quelle parole Kevin si ricompone ed afferra la foto. Non appena la guarda ne rimane a dir poco agghiacciato.

 

“ Cosa? Ma che… che…? “. Non riesce a proseguire, le parole non vogliono uscire dalle sue labbra mentre Pierre si riprende un istante dalle emozioni che lo hanno travolto, per poi decidere di confidarsi proprio con Kevin.

 

“ E’ esattamente ciò che vedi: Mina è la figlia biologica del Principe Antoine e della Principessa Veronica. E si, io non le ho rivelato la verità ma per una buona ragione “. Sentenzia, mentre Kevin si riscuote dalla sorpresa ma deve sedersi sulla propria poltrona, per evitare di cadere a terra e sentendo improvvisamente le gambe incapaci di sostenere il suo stesso peso. “ Il Principe Antoine e la Principessa Veronica ebbero due gemelli: Dominique e Mina Lunettes Hikari. Entrambi detentori del potere della luna rossa e quello della luna blu. Ma la piccola nacque comunque molto indebolita, già il solo fatto che sia potuta venire al mondo viva è un miracolo . Per i vampiri ai tempi, avere gemelli era considerata una sfortuna: alla nascita dei bambini, Kaname Hikari pretese che il fratello si sbarazzasse di sua figlia. Ma Antoine era diverso da quella belva: amava entrambi i suoi figli, così come Veronica. Ma sapeva che crescerli insieme era impossibile, così… “. Il proseguo è piuttosto ovvio: Mina fu affidata a Pierre e Joe per salvarle la vita, pensa Kevin. “ Non posso dirti di più, posso solo dirti che questo matrimonio è servito anche a questo: a proteggere Mina da suo fratello, che a quei tempi era appena tornato a Veritas in cerca di vendetta. Purtroppo non potei impedire che la mordesse, non ho potuto impedire che il sigillo di Antoine venisse spezzato, ma ho potuto mettere al sicuro Mina. E se Garry saprà chi è, se prenderà consapevolezza dei suoi reali poteri, credo che non solo mia figlia sarà più al sicuro ma anche noi tutti “. Fa, mentre Kevin scuote il capo ancora agghiacciato: aveva ragione a definire un maledetto bastardo Kaname Hikari, un uomo senz’anima né amore nemmeno per i suoi stessi consanguinei. Riflette un momento: è stato uno stupido e, senza volere ha detto davvero delle cose orribili a Pierre.

 

“ Senti, mi dispiace per quello che ti ho detto. Io non lo sapevo, non immaginavo tutto questo. Ma perché non me ne hai parlato prima? Credi davvero che sarei stato capace di uccidere una neonata perché figlia di vampiri? Io non sono Kaname Hikari, Pierre! “. Fa, mentre il rosso scuote il capo ancora una volta.

 

“ Mina non ne sa niente, ti prego: non farne parola con lei o con altre persone. Solo io, Joe e Michael sappiamo la verità e voglio che continui ad essere così. Per noi Mina è nostra figlia, non c’è altro da dire “. Senenzia risoluto, mentre Kevin annuisce solamente. “ Senti, mi dispiace di averti aggredito e per quello che ti ho detto. Forse hai ragione, non ho il diritto di importi di dire la verità a Garry. Ma le due situazioni non sono paragonabili: io celo la verità per proteggere Mina, mentre invece continuare a celare la verità a Garry potrebbe portare a gravi conseguenze per lui stesso in primis. Pensaci bene “. Fa semplicemente il rosso, mentre per la prima volta in vita sua Kevin non sa come comportarsi: porta una mano sul capo, guardando intensamente il suo amico di una vita e cercando nella sua mente e nel suo cuore di scoprire quale sia la miglior decisione.

 

“ Dimmi solo una cosa… “. Fa ad un certo punto l’altro capofamiglia, mentre Pierre lo guarda in attesa che prosegua la frase. “ Tu vuoi che riveli la verità a Garry perché credi che Re Kaname non sia realmente morto? “. Chiede semplicemente, mentre a quella domanda il rosso non sembrerebbe turbarsi, come se in un certo senso se l'aspettasse e come se avesse già parlato con Kevin anche di questo argomento.


“ Sai che c’è la possibilità che così sia: non fingere d'ignorarla “. Fa semplicemente il padre di Mina e Michael, per poi puntare lo sguardo dritto in quello dell’altro. “ se ti dico zydrate, tu a che cosa pensi? “. Quasi sussurra il nome di una cosa che, a quanto pare, fa letteralmente sbiancare anche il capofamiglia degli Knight.

 

“ Non è mai stato praticato, non è detto… “. Ma ancora una volta il rosso lo interrompe prima che possa dar seguito alle sue parole.

 

“ Lui sapeva di essere l’obiettivo di suo figlio: credi non si sia preparato? Credi non avrebbe usato anche l’antidoto zydrate per sopravvivere ma allo stesso tempo, far credere a tutti noi di essere morto? “. Chiede, mentre Kevin scuote ancora una volta il capo con enfasi.


“ E rischiare di perdere tutti i suoi poteri con un antidoto mai sperimentato? No: non è da lui. Avrebbe preferito morire che vivere da umano “. Precisa, mentre Pierre scuote il capo: Kevin potrà essere convinto di quella teoria, ma lui sa che più di un antidoto zydrate è stato utilizzato, nella stessa notte di molti anni prima. Ma per ora preferisce non forzare troppo la mano su questo argomento: ora pensa, deve assolutamente convincere Kevin a parlare a Garry, altrimenti si vedrà costretto a farlo lui stesso. Per il bene di tutti.

 

Nello stesso istante, Palazzo Hikari.

 

Nox sta, per l'ennesima volta medicando le ferite della sua signora. Questa volta Jeanne non piange: non ne ha neanche la forza, è come se avesse esaurito anche le lacrime. Si limita a tenere una mano sul ventre, assicurandosi che il suo bambino stia bene e guardando di tanto in tanto la domestica. “ Lascia stare Nox, guariranno da sole… “. Sussurra solamente, mentre lei la osserva decisamente preoccupata.

 

“ Mia signora, non potete andare avanti così: ci deve pur essere una soluzione… “. Fa, ma a quelle parole Jeanne scuote con enfasi il capo.

 

“ Non c’è, Nox: non c’è nessuna soluzione, purtroppo “. Sussurra la Principessa, prima che un fracasso fuori dalla porta attiri la loro attenzione. Nox afferra il pugnale che tiene sempre sotto la gonna: sarà pure solamente una domestica, ma in questo periodo caotico e pericoloso ha anche dovuto imparare a difendersi. Certo, contro i vampiri di classe nobile non può nulla ma per lo meno può mettere al proprio posto i loro tirapiedi che, puntualmente e nonostante l’ordine di starle lontani cercano sempre di aggredirla. “ Cosa succede? “. Chiede solamente la Principessa, mentre l’altra donna mantiene il pugnale stretto tra le mani.

 

“ Mia principessa, chiudete a chiave la porta non appena sarò uscita: andrò a controllare chi sia a fare tutto questo baccano. Quando tornerò lo potrete sapere dall’aroma del mio sangue “. Fa, mentre Jeanne scuote il capo preoccupata e si alza di scatto, prendendo le mani di Nox nelle proprie.

 

“ Non lo fare, ti prego. Potrebbe essere un ribelle: da quando quel bastardo di Vincent è salito al trono, i suoi tirapiedi hanno invaso questo palazzo. Lo hanno profanato senza il minimo rispetto, ma non voglio che ora facciano del male anche a te. Ti prego “. Fa la bionda decisamente preoccupata, ma altri rumori fanno scuotere il capo a Nox con decisione.

 

“ Il mi compito è difendervi, mia signora. E così farò: vi proteggerò al costo della vita “. Assicura e, prima che Jeanne possa opporsi a tale decisione esce dalla stanza, chiudendo la porta dietro di sé e lasciando una Principessa tremante e preoccupata per le sorti della sua fedele dama di compagnia.

 

Nox cammina per il corridoio, nel quale ben presto trova un gruppo di ribelli. La donna capisce immediatamente che si tratta della causa di tale baccano, così punta loro il pugnale con determinazione. “ Andate via da quest’area del palazzo: qui ci sono le stanze della Principessa, non avete il permesso di accedervi per nessun motivo “. Sentenzia risoluta, mentre quello che dev’essere il capo di quella combriccola la guarda con scherno, deridendola malignamente.

 

“ Il Principe e il re ci hanno detto di andare e fare quello che ci pare. Quindi levati dal nostro cammino, sgualdrina “. La schernisce, mentre a quelle parole lei inizia seriamente ad alterarsi.

 

“ Sei in cerca di rogne, feccia? “. Chiede, scordando per un momento che quell’uomo non è da solo. Un errore che ben presto le costa caro: ad un cenno del loro capo improvvisato, altri due uomini si lanciano su Nox. La donna se ne accorge in tempo e immediatamente si difende, pugnalandoli ed eliminandoli con grande abilità. “ Luridi bastardi che non siete altro… “. Sibila solamente la mora, il viso e parte della divisa sono ormai sporchi di sangue ma ciò non le importa. La distrazione di un solo istante tuttavia, non la fa accorgere che qualcuno si è spostato dietro di lei: in un istante si trova i polsi immobilizzati da una presa, mentre l’uomo di pocanzi la deride sarcastico.

 

“ Ora scopriremo perché il principe ti ha scelta come giocattolo personale. Nessuno glielo dirà, ed anche se lo facessi tu nessuno ti crederebbe. Non verrei affatto punito, quindi ora preparati “. Continua a deriderla malignamente, stringendo così forte la presa da farle cadere il pugnale a terra e gridare di rabbia e dolore al tempo stesso: l’ha colta impreparata, ha approfittato del fatto che stesse affrontando gli altri due uomini per avere ragione di lei. “ E stai buona, sgualdrina! “. Continua alterato l’uomo, rifilandole un ceffone che la fa finire a terra, colta di sorpresa.

 

“ Lasciami stare!! “. Urla con tutto il fiato che ha in corpo lei, per nulla intenzionata a sottomettersi a quella specie di animale travestito da uomo che si ritrova ben presto sopra di sé, bloccandola al suolo ed impedendole di muoversi come vorrebbe.

 

“ Vediamo un po' che cosa nascondi, sotto questa gonna enorme “. Ride maligno quello, alzandole senza vergogna la gonna della divisa e mentre lei inizia ad alterarsi: si è fatta mettere nel sacco come una perfetta idiota, ed ora pensa? Cosa ne sarà di lei? È una donna forte, ma fisicamente è più forte di quest’uomo che lei nemmeno conosce ma che sa solo essere un ribelle e che ora, senza ritegno, sta cercando di prenderla con la forza nel belmezzo di un corridoio. La corvina si sente ormai perduta, quasi tentata di cedere e lasciar andare qualche lacrima. Ma qualcosa o meglio, qualcuno cambia radicalmente la situazione con un raggio rosso, che con una fiammata allontana quell’uomo da Nox. Nox, che riaprendo gli occhi non può fare a meno di rimanere shoccata. “ V… voi? “. Chiede solamente: l’ultima persona al mondo che avrebbe potuto immaginare lo facesse l’ha invece difesa, salvandola da quello stupro e tenendo ora per il collo il suo aggressore.

 

“ Tu! “. Grida infuriato il giovane in alta uniforme dalla chioma corvina, i suoi occhi iniettati di una luce rossa che non promette nulla di buono. “ Schifoso, cosa volevi fare a Mina, eh?! “. Continua la sfuriata, stringendo la presa quasi fino a togliere il fiato all’altro.

 

“ Mio Principe, perdonatemi! Mi ha provocato lei, ve lo assicuro! “. Tenta una disperata difesa, con il solo risultato di far infuriare maggiormente colui che si è rivelato essere Dominique. A quella giustificazione, invece di calmarsi decide che quell’uomo va punito: gli ha disobbedito e non solo, si è permesso di toccare la sua “ Mina “ e per lui questo è inammissibile, più grave di qualsiasi insubordinazione.

 

“ Peccato che a me non interessi niente delle tue scuse: nessuno deve toccare Jeanne o Mina, solo io posso farlo. E tu lo sapevi “. Sentenzia, togliendo una mano dal collo dell’altro che, per un momento crede quasi di essere perdonato. Ma non appena vede cosa il suo signore prende dalla tasca, sbianca all’istante e cerca di divincolarsi e fuggire.

 

“ No!! no, la zydrate no!! “. Fa semplicemente, ma le sue lamentele e proteste non sembrano minimamente placare il braccio destro di Vincent. Con uno sguardo a dir poco omicida continua ad osservare il suo sottoposto, forzandolo ad aprire la bocca.

 

“ Avresti dovuto pensarci prima di toccare mia sorella “. Sentenzia risoluto e maligno allo stesso tempo, prima di riversare il liquido contenuto nella fiala che tiene tra le mani in essa, per poi alzarsi come se avesse fatto la cosa più ovvia del mondo.

 

“ Signore no! Datemi l’antidoto, datemelo! “. Inizia a gridare l’altro, preso da improvvisi e forti dolori come se nella sua bocca fosse stato versato fuoco puro, afferrando i pantaloni del suo signore ed impedendogli di andarsene, sempre se questa fosse stata la sua reale intenzione.

 

“ Se fossi un vampiro nobile perderesti solo i poteri, ma essendo un Dhampyr è molto probabile che tu muoia “. Sentenzia solamente il corvino, mentre l’altro inizia nuovamente a contorcersi e mentre Nox osserva inorridita e sorpresa la scena: non che quell’uomo non meritasse quella fine, ma certamente è una scena per lei raccapricciante. In oltre è sorpresa che proprio Dominique sia intervenuto per proteggerla. “ Non avresti dovuto toccare ciò che mi appartiene: questa è la tua punizione “. Continua, senza degnarsi di voltarsi e mentre l’altro inizia a trasformarsi in polvere, come se ogni goccia di sangue gli fosse stata prosciugata. Nox rimane in un angolo ancora spaventata, mentre lui la fissa qualche istante e solo di lì a poco prende parola.

 

“ La mia bellissima Mina… “. Mormora solamente, avvicinandosi con una velocità impressionante e prendendo il mento di Nox tra due dita, obbligandola ad alzare lo sguardo e a puntarlo nel proprio, ora tornato celeste. Osserva attentamente il livido comparso sul collo della donna, probabilmente prodotto dalla stretta dell’altro uomo poco prima e così come dev’essere anche sui suoi polsi, che hanno subito una stretta ancor più ferrea.

 

“ Cos’era quella cosa? “. Chiede semplicemente la fanciulla, ricordando il modo orribile in cui un semplice liquido ha eliminato un Dhampyr.

 

“ Quella era la zydrate. Ma è meglio che tu non ne sappia di più, Mina “. Sussurra solamente, mentre invece nella mente di Nox mille e più pensieri si fanno strada: zydrate non è un nome nuovo, ha sentito parlare di questa sorta di veleno/antidoto ma non sa che effetti produca. Ma forse pensa, forse ha trovato la chiave per poter aiutare la sua signora. In quel momento tuttavia, i suoi pensieri vengono interrotti così come la strana conversazione con il suo signore.

 

“ Credo tu debba conservare la zydrate per altro, mio caro cugino “. Fa semplicemente colui che è appena giunto in corridoio e, come se nulla fosse allunga una mano a Nox per aiutarla ad alzarsi.

 

“ Maestà? “. Chiede semplicemente la ragazza, sorpresa: veramente Vincent Hikari le sta porgendo la mano per aiutarla ad alzarsi? Vincent annuisce solamente come avesse intuito i suoi pensieri o addirittura li avesse letti, mentre la ragazza accetta il suo aiuto e posa una mano sulla sua, alzandosi da terra e ricomponendosi un momento. Deve dirlo: non si aspettava questo gesto da parte dell’usurpatore, anche se certamente questo non lo riabilita ai suoi occhi e non le fa scordare tutto quello che sta facendo passare a molte persone.

 

“ Andiamo, Nick: abbiamo una missione da compiere, rimandata sin troppo a lungo “. Sentenzia risoluto, mentre a quelle parole il corvino lo osserva qualche momento e solo in seguito riprende parola.

 

“ E’ il momento? “. Chiede, ben sapendo a cosa Vincent si riferisca e capendo che è giunto il momento di mettere in atto quel piano.

 

“ Direi di sì: ho lasciato la mia regina e mio figlio fin troppo a lungo assieme a quello stupido di mio fratello. Assieme ad un ex re che ormai non è più nulla “. Fa con un ghigno vittorioso, guardando il proprio anello: l’anello degli Hikari, quello che apparteneva a suo padre Kaname. “ E’ tempo che vada a riprendermeli entrambi “. In seguito si volge verso Dominique, che ricambia il suo sguardo senza dire una sola parola. “ E anche tu hai qualcuno da riprendere a Villa Veghner, no? “. Continua il discorso, mentre il corvino lo guarda ma non lo interrompe, non per ora almeno. “ Tua sorella Mina, no? Non è tempo che vi riuniate, dopo così tanto tempo separati? “. Chiede, rivelando di conoscere la parentela che intercorre tra il suo vice e la cacciatrice. Nox sgrana gli occhi sorpresa: allora pensa, ha capito bene: Mina Veghner è realmente la sorella di Dominique, anche se per qualche ragione è cresciuta con i Veghner.

 

“ Hai ragione, poi c’è qualcun altro che voglio conoscere “. Fa solamente il Principe di Veritas, mentre il re lo osserva in attesa che prosegua la frase. “ Ivy: non ho legato molto con mia cugina, credo sia ora di rimediare “. Sentenzia solamente, mentre Nox fugge letteralmente dal luogo e si dirige verso la stanza di Jeanne: deve avvertirla, pensa. Deve avvertirla di quanto ha scoperto e, se possibile fare qualcosa per avvertire il vero re e tutti gli altri dell’imminente attacco di Vincent e Dominique, prima che sia tardi.

Salve miei fans, come state? Ed eccomi qui con il capitolo 50 * commossa mode on, ono già a cinquanta capitoli ed il bello deve ancora venire ahah *. Per la prima volta sentiamo parlre e vediamo usare il famigerato antidoto Zydrate, in grado di bloccare qualsiasi potere, anche ad un nobile, e che uccide i vampiri più deboli e privi di una grande forza.E ovviamente, Dominique è il primo ad usarlo con un suo sottoposto, colpevole di aver toccato la sua " Mina ". Vincent ha deciso di attaccare Vanitas, con lui il suo fedele braccio destro: quale sarà l'esito di questo scontro? Ci sarà davevro? In oltre, scopriamo l'origine dell'odio tra Garry e Dominique: un rancore molto vecchio, che ora sta per arrivare al suo culmine. Ci dei due avrà la meglio? Seguitemi e lo saprete! Baci, alla prossima!

   
 
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