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Autore: summerlover    18/08/2022    0 recensioni
Cosa succederebbe se Plagg si mettesse alla ricerca di tutti gli altri kwami in giro per i meandri del tempo? Cosa mai potrebbe combinare il pestifero gattino della distruzione se lasciato a piede libero con il suo amore infinito per il formaggio e la sua potenza cataclismatica?
Se volete scoprirlo, seguiteci in questa nostra piccola storia nata dal finale di "Ascolta il tuo cuore" di ladyheather83, e scritta a quattro mani in collaborazione tra l'autrice e summerlover, e dedicata ai festeggiamenti per il primo anno di attività del gruppo telegram ispirato a questa bellissima serie.
(questa storia è presente anche sulla pagina wattpad dedicata al gruppo https://www.wattpad.com/user/ContestFanfiction)
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alix Kubdel, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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PLAGG, alla ricerca dei Kwami perduti

*

Prologo

*

Alla fine Adrien e Marinette si erano intrattenuti più del dovuto nella città di New York, colpa di Gabriel che aveva deciso di presentare la nuova collezione autunno/inverno proprio nella Grande Mela, spiazzando tutti. Ma a Gabriel piaceva sorprendere, era così teatrale a volte nel suo modo di agire e di pensare.

Di solito le creazioni venivano svelate tramite un grande evento nella capitale parigina, ma questa volta era stato diverso, perché Gabriel, dopo essere venuto a conoscenza che finalmente Adrien aveva chiesto a Marinette di diventare sua moglie, aveva fatto decollare il suo jet privato raggiungendo così i ragazzi per complimentarsi con loro, con tanto di futuri consuoceri al seguito, ed è stato in quel frangente che gli è balenata in testa la brillante idea di organizzare l’evento in uno dei più prestigiosi edifici newyorkesi, sotto lo sguardo attonito di Adrien e Marinette che speravano di ritornare in patria nel più breve tempo possibile, visto che c’era quella questione in sospeso con Plagg.

Inutile dire che il kwami, appena appresa la notizia del ritardato ritorno, aveva dato di matto, ed Adrien temeva la realizzazione di un’altra catastrofe simile all’estinzione dei dinosauri o l’inabissamento della città di Atlantide.

Quello che salvò la razza umana da morte certa, fu l’idea che Plagg aveva bisogno di loro per trovare zuccherino.

Erano passati esattamente tre mesi da quando i due giovani promessi sposi avevano acquistato quell’orologio antico, rotto e senza alcun valore apparente, da quel rigattiere dietro l’angolo che continuava a toccarsi la barba, sotto suggerimento di Plagg.

Era convinto che dietro quel mucchietto di polvere creatasi sopra la sua ormai opaca superficie, si nascondesse un Miraculous, quello in grado di governare lo scorrere del tempo.

Peccato non fossero stati in grado di aprirlo, ma Marinette conosceva qualcuno di fidato ed abile a maneggiare certi cimeli e a ripararli: Alix, una sua ex compagna di classe con la passione sfrenata per gli orologi, e magari, la stessa ragazza, avrebbe potuto indicargli l’esatto valore di quell’oggetto; Adrien continuava a lamentarsi del fatto che l’avesse pagato un po' troppo per i suoi gusti. Non che il ragazzo fosse uno spilorcio, s’intende, anzi.

Plagg insisteva a dire che quello era uno dei Miraculous andati perduti dopo l’esplosione del suo mondo magico, inghiottito dal “nulla”.

 

****

 

Marinette e Adrien, con Plagg ben nascosto sotto la giacca del suo portatore, entrarono nella bottega piena zeppa di oggetti antichi di Alix.

La campanella tintinnò quando aprirono la porta, e subito vennero investiti dall’essenza di patchouli del negozio, dove per poco Marinette non vomitò. Odiava quel profumo, ma da qualche giorno a sta parte la corvina era diventata piuttosto sensibile ad ogni odore che le penetrava le narici, trovando forte anche l’essenza che Adrien era abituato a spruzzarsi ogni mattina dopo essersi vestito di tutto punto per iniziare la giornata lavorativa.

Ma lei non ci fece più di tanto caso, anzi pensò essere una conseguenza del cambio città o un qualcosa del genere.

“Tutto bene?” Le chiese Adrien notando che si era appena portata una mano a coprirsi il naso.

“Si, tranquillo. Avevo dimenticato che questo posto puzza di orientale.” Sospirò.

Non fece a tempo a terminare la frase che Alix sbucò dal retrobottega indossando un camice bianco da laboratorio, candido come la neve ed un paio di occhiali che al posto delle lenti normali aveva un binocolo che le ingrandiva gli occhi in maniera esponenziale.

Marinette scoppiò a ridere, mentre Adrien pensò ad una pazza svitata, soprattutto per l’andatura strana che aveva in quel momento a causa degli occhiali che le facevano percepire lo spazio circostante molto piccolo.

“Marinette!!!” Urlò il suo nome ed andò ad abbracciarla evitando per un soffio il grammofono che risuonava sopra il tavolino di rovere antico “… quanto tempo! Come stai?”

“Ciao, amica mia. Io sto bene, e vedo anche tu.” Si guardò attorno osservando il negozio, era cambiato molto dall’ultima volta che c’era stata, tanti oggetti che ricordava far capolino all’interno delle vetrine e sopra gli scaffali, erano stati venduti, lasciando lo spazio ad altri catalogati con estrema precisione, probabilmente dal padre e dal fratello della proprietaria, i quali erano stimati archeologi ed esperti di storia antica.

Un paio di orologi con il loro forte rintocco scandirono l’orario, facendoli sussultare.

Alix ridacchiò divertita, la gente era fin troppo abituata alla tecnologia ed era normale per loro spaventarsi di fronte ad un orologio a pendolo o ad un cucù cinguettante fuoriuscito dal suo nascondiglio in maniera fin troppo veloce ed imprevedibile.

La rossa tirò fuori dal suo taschino un ulteriore cipolla e si complimentò con sé stessa per essere riuscita a sincronizzare tutti gli strumenti che segnavano il tempo, con estrema precisione.

“Tutti in perfetto orario. Sono un genio!” Disse gonfiando il petto per poi rimettere via quello strumento del tempo da dove lo aveva tirato fuori.

“Lo so, per questo siamo qui.” Confermò Marinette.

Alix per un istante si era completamente dimenticata dei suoi clienti.

“Oh! Scusate!... dicevo… Marinette sono davvero felice di vederti. E congratulazioni a tutti e due.” La notizia del loro fidanzamento ufficiale fece presto il giro del globo terrestre, una fuga di notizia inappropriata che aveva visto i due giovani intrattenersi con i giornalisti per confermarla.

“Grazie, ma non siamo qui per questo.” Rispose Marinette seria.

Alix notò che la sua ex compagna di classe continuava a rigirarsi tra le mani un oggetto alquanto interessante custodito dentro una bustina trasparente. “… abbiamo comprato a New York questo orologio, ma è rotto, lo puoi sistemare?” Glielo porse.

“E dirci quanto vale realmente?” Adrien si meritò quella gomitata in pieno stomaco da parte della fidanzata.

“Vuoi stare zitto? Mi stai facendo fare una figuraccia!” Sussurrò stizzita.

“Che c’è? Voglio sapere se ci hanno rifilato una patacca.” Ribadì lui parlando piano, trattenendo poi un gemito quando un certo diabolico felino gli strappò alcuni peli dal petto.

Alix prese quel monile tra le mani tremolanti, era un po' rovinato, c’era qualche segno di bruciatura che ne coprivano malamente i simboli impressi sulla cassa, ma erano inconfondibili. Il suo cuore mancò un battito quando lo aprì e vide il quadrante di vetro scheggiato, ma era lui. Impossibile non riconoscerlo.

“Ah! E’ così che si faceva?” Adrien scoccò un’occhiata alla fidanzata non appena vide Alix schiacciare il pulsante posto in alto, Marinette invece continuava ad aprire il copri quadrante con le unghie.

“Altro che patacca, Adrien. Questo ha un valore inestimabile.” Mormorò con voce tremolate e con le lacrime agli occhi, controllandolo meglio dopo essersi tolta lentamente quegli occhiali in apparenza ridicoli.

“Te l’ho detto.” Ammiccò Plagg da sotto la camicia tutto un brivido.

Adrien lo zittì portandosi l’indice sulla bocca.

Senza perdere tempo, Alix, con velocità, chiuse la porta principale della bottega sbattendola in faccia a un cliente che voleva entrare, dato un paio di mandate alla serratura e girato il cartello all’ingresso in modo che da fuori si leggesse la parola “CHIUSO”.

“Venite con me.” Disse la rossa conducendoli nel suo laboratorio nel retro bottega, lontano da occhi indiscreti.

Alix poggiò sul tavolo di legno logoro, sopra un cuscino di velluto rosso quel cimelio.

Prese un grosso tomo antico da uno degli scaffali sopra la scrivania ed iniziò a sfogliarne le pagine in maniera frenetica.

Prima di mostrare a loro quanto scoperto, doveva assolutamente porgere a loro delle domande.

Adrien e Marinette si guardarono spaesati e con aria preoccupata, temendo che quell’oggetto fosse stato rubato.

“Dove avete detto di averlo preso?”

“Da un robivecchi a New York.” Rispose Marinette “… c’è qualche problema?”

“I-io non capisco davvero come sia possibile...” Parlò da sola.

“Che cosa?” Intervenne Adrien spazientito.

“Era andato distrutto… ne sono sicura…” Ancora Alix non li ascoltò e farfugliò qualcosa cercando delle spiegazioni.

“Alix, mi stai facendo preoccupare.” Insistette Marinette convinta che la sua angoscia trovasse un qualche fondamento.

La rossa con sguardo ansioso prese l’amica per la collottola della camicia, senza farle male “Ce n’erano altri? Un pettine, un anello, collane, spille, bracciali, orecchini…”

Al solo nominare gli orecchini, Plagg ebbe un sussulto, Alix aveva già capito di che cosa si trattava.

“No, mi spiace, niente di tutto questo.” Adrien poggiò una mano sul braccio di Alix chiedendo per cortesia di non toccare Marinette “… devi darci delle spiegazioni, Alix.”

La rossa deglutì il nulla e si scusò per il suo comportamento, non sapeva se faceva bene a parlarne con loro. Di Marinette si fidava ciecamente, ma Adrien non lo conosceva affatto. Tentennò qualche istante e poi diede a loro le spiegazioni dovute.

La reazione che entrambi ebbero, spiazzò totalmente Alix, la quale non poteva immaginare minimamente che Adrien possedesse l’anello del gatto nero e che per una strana fatalità aveva anche la spilla della farfalla.

Sapeva che qualcuno ne era venuto in possesso, perché ai notiziari passavano spesso notizie relative a Chat Noir e Papillon.

“Vedete, non c’è solo quello che avete ritrovato, ma al mondo esistono altri Miraculous.” Alix mostrò a loro il libro illustrato e pieno di iscrizioni in una lingua antica.

“Uno di questi è l’orologio, giusto?” Chiese Marinette.

La rossa annuì.

“Plagg aveva ragione.” Marinette volse lo sguardo ad Adrien.

“Plagg ha sempre ragione per la cronaca!” Starnazzò il piccolo Dio della distruzione uscendo dal suo nascondiglio, lasciando attonita Alix, la quale non aveva mai visto un kwami in vita sua.

“Oh! Mio! Dio!” Esclamò l’orologiaia stupita e per niente spaventata.

“Plagg, ti avevo detto di rimanere nascosto!” Lo rimproverò Adrien indurendo lo sguardo.

“Tanto a che serve, lei sa già tutto.” Fece il finto offeso, poi si rivolse ad Alix “… allora, puoi riparare l’orologio? Ci serve per trovare zuccherino.”

Zuccherino?” Fece lei iniziando a sfogliare il libro alla ricerca di un nome simile “… non mi pare che nessuno dei kwami si chiami così.”

“Lascialo perdere… sta parlando di Tikki, la sua fidanzata.” Intervenne Adrien esausto.

Zuccherino non è la mia fidanzata!!” gridò Plagg infuriato col pelo ritto sulla schiena piazzandosi davanti alla faccia del suo portatore e cominciando a ringhiare.

Marinette cercò di sedare quella mezza lite tra i due, ritrovandosi a doversi sostenere ad uno dei mobili poco distante per l’improvviso giramento di testa che l’aveva presa.

“Ad ogni modo, mi metterò subito al lavoro a ridare lustro a questo gioiellino.” fece Alix dalla sua postazione, cominciando a trafficare con l’orologio e consultando un libro. “Direi che mi ci vorrà circa un mesetto per risistemarlo...”

“UN MESE? Ma noi non abbiamo un mese!!” urlò di nuovo Plagg, prendendo a svolazzare per tutto il negozio e brontolando che se fosse stato per lui avrebbe tirato fuori Fluff per le orecchie come se si trovasse dentro un cilindro e senza troppa grazia.

Adrien recuperò per la collottola il suo kwami ed infilandoselo dentro la tasca interna della giacca, lasciando a Marinette il compito di fare i saluti di commiato alla sua strana amica prima di andarsene.

Alix nemmeno si accorse della porta che si chiudeva tanto era concentrata sul suo lavoro minuzioso di recuperare quell’importante cimelio.

 

****

 

Plagg controllò il calendario ed appose l’ennesima X rossa sulla giornata odierna, sospirando, ne erano appena passate venti, e stando a quanto detto da Alix, ne mancavano ancora dieci, e nel frattempo, Adrien e Marinette stavano litigando in cucina se fosse il caso o no di vedere un medico per i sporadici malesseri della fidanzata.

Marinette ultimamente soffriva di capogiri e non era la prima volta che si trovava sorretta da Adrien per evitare che stramazzasse al suolo.

“Sto bene… ho solo lavorato troppo nell’ultimo periodo. Gli ordini arrivano a raffica e la domanda di nuovi modelli si fa ogni giorno sempre più insistente da parte dei fornitori.” Spiegò lei sorseggiando il bicchiere d’acqua fresca che il fidanzato le aveva appena allungato.

Adrien si voltò un attimo per caricare la lavastoviglie con gli oggetti usati per la colazione.

Indossava solo un paio di boxer neri attillati e nient’altro. Si abbassò un secondo ed ogni muscolo tonico del suo incredibile corpo venne messo in risalto, soprattutto gli addominali ben scolpiti da anni di allenamenti costanti. Marinette si sentì travolgere dalla lussuria ed in un attimo gli fu addosso, finendo poi per consumare un amplesso sull’isola della cucina prima di prepararsi per affrontare quella giornata.

Marinette raccolse l’intimo da terra e prima di dirigersi verso il bagno guardò con aria lussuriosa il suo ragazzo ancora intento a capire che cosa fosse successo, il temperamento e la passione che ci aveva messo la fidanzata non aveva precedenti e dovette rimanere poggiato al bancone ancora qualche minuto per evitare che le gambe gli cedessero di punto in bianco.

“Ti ho detto che stavo bene.”

“Promettimi però che consulterai un medico, ok?” Adrien si avvicinò a Marinette ancora nudo come mamma lo aveva fatto e le stampò un dolce bacio sulla fronte.

“Lo farò…”

Plagg svolazzò accanto a loro con il suo pennarello rosso in una zampa mentre faceva il gesto con l’altra di infilarsela in gola per rimettere.

“Umani… non li capirò mai!”

 

****

 

La telefonata di Alix sul cellulare di Marinette, arrivò alle dodici e diciassette minuti, annunciando che l’orologio era stato riparato prima del previsto.

Subito tutti e tre si precipitarono al negozio con il cuore galoppante nel petto.

“Era ora!” Berciò Plagg spazientito.

“Sei sempre così simpatico, tu?” Chiese ironica la rossa contro quel kwami.

“Solo quando non mangia!” Intervenne Adrien ridacchiando.

“Sei stata grande, Alix. Sapevo che mi potevo fidare di te.” Continuò Marinette saltando i convenevoli.

“Mi manca solo un passaggio, e vorrei farlo con voi presenti, perché se tutto andrà come deve, ne vedremo delle belle.” Alix si sedette ed iniziò a prendere pinzette e strumentini di piccole dimensioni.

Adrien, Marinette e Plagg osservavano tutto con estremo silenzio ed angoscia, soprattutto per quest’ultimo, che non vedeva l’ora di riabbracciare Fluff.

Il ticchettio degli orologi presenti nel laboratorio, scandivano i secondi in maniera lenta e graduata, facendo credere ai presenti che il tempo non stesse per niente trascorrendo.

Plagg non stava più nella pelle ed iniziò a svolazzare attorno tutta la stanza.

“Fatto!” Disse Alix alzandosi e togliendosi gli occhiali da lavoro dopo aver girato l’ultima vite nella cassa esterna.

La cipolla vibrò e tutto attorno a quell’oggetto iniziarono a propagarsi piccole saette di colore azzurro.

Marinette si spaventò e si nascose dietro ad Adrien, sporgendo poi la testa da una sua spalla.

“C-che sta succedendo?” Balbettò lei non ottenendo alcuna risposta.

Quando le piccole folgori cessarono e l’orologio smise di vibrare, Alix con estrema attenzione lo prese tra le sue mani guantate.

“E’ il momento della verità.” Parlottò azionando il meccanismo a scatto posto in alto.

Subito una luce tra le più accecanti investì i presenti, costringendoli a schermarsi gli occhi con il gomito.

Quando la luce scomparve subito dopo, al suo posto si materializzò un piccolo coniglietto dagli occhi azzurri.

Sbadigliò rumorosamente “Che giorno è? Che ora è? E’ tardi? E’ presto?” Chiese in maniera incontrollata venendo poi zittito da Alix.

“Fluff? Sei tu?”

Il kwami del tempo squadrò dalla testa ai piedi quella bizzarra ragazza, annusandola anche.

“Guardiana del tempo!!!” Urlò abbracciandola.

“GUARDIANA DEL TEMPO????????” Chiesero sbigottiti i presenti.

Alix gli sorrise “In persona!”

“Che piacere conoscerti.”

“Il piacere è mio.”

“Ma che storia è?” Chiese Adrien spaesato.

“Vedi, Adrien… la mia famiglia ha da secoli avuto a che fare con i kwami e la loro storia, ci sono varie leggende che ci accomunano e…”

Plagg stava per dare di matto. Lui aveva fretta e questi stavano giocando al gioco delle mille domande, intervenne prendendo Fluff per le orecchie.

“PLAGG! Non sapevo fossi qui!”

“Si… si… si… tante care cose! Abbiamo bisogno di te.” Tagliò corto.

“Ma che modi sono?” Adrien si vergognava per lui, soprattutto perché aveva interrotto Alix durante una spiegazione importante.

Per fortuna intervenne Marinette a salvare la situazione, che prendendo coraggio, spiegò a Fluff il problema e quello che avevano in mente di fare con il suo aiuto.

“Quindi ci siamo solo noi due?” Il coniglietto si rabbuiò.

“E Nooro” Rispose Plagg.

Al menzionare del suo nome, il kwami farfalla sbucò dalla borsa di Marinette ed andare serafico a salutare l’amico che non vedeva da tantissimo tempo, cominciando a darsi notizia a vicenda.

Plagg se ne stava in un angoletto del negozio ad osservare la scena: Marinette ed Adrien insieme a quella stramba umana che facevano domande su di lei e su come funzionava lo scorrere del tempo, era davvero troppo.

LUI non aveva tempo!!!

Con il solito fare prepotente, il Dio della distruzione prese il coniglio per le orecchie, trascinandolo in una delle tante crepe dei muri che circondavano il negozio, infrattandosi in un angoletto tranquillo e senza nessuno a disturbare la loro conversazione.

“Allora Fluff, dove sono gli altri? Dove è zuccherino?” Berciò Plagg infastidito e irritato come se avesse mangiato formaggio senza lattosio.

Dal canto suo, il kwami del tempo si stava guardando attorno come spaesato, cercando di capire in che epoca potesse trovarsi, chiedendosi dentro di sé, se fosse già passata l’ora per fare la colazione di domani o era il momento della cena di ieri, riconoscendo che il suo stato confusionale non era del tutto come al solito, come se ci fossero stati dei cambiamenti nella linea temporale.

“Sono troppo spaesato...” cominciò Fluff. “E’ come se qualcosa stesse interferendo con il normale corso delle ere e delle epoche. E se tu mi stai dicendo che non sai dove si trova Tikki allora...”

Il coniglio lasciò a mezzo la frase, dirigendosi veloce di nuovo all’interno del negozio e cominciando ad annusare nei posti più assurdi che gli venissero in mente, compresa la gomma mezza smangiucchiata di una vecchia matita.

Fu solo quando Fluff si mise ad annusare l’ascella di Alix che il coniglietto del tempo emise un urletto estasiato, blaterando che aveva trovato quello che cercava.

Il kwami con la coda a batuffolo posò tra le mani di Alix il Miraculous del tempo, guardandola con fare speranzoso, mentre la ragazza azionava il bottoncino che comandava il meccanismo del gioiello, invocando così i suoi poteri e venendo circondata da una brillante luce azzurra mentre il kwami del tempo veniva risucchiato all’interno della cipolla.

Il tutto durò pochissimi secondi, facendo comparire al posto di una stramba umana vestita da scienziato pazzo una Alix parecchio euforica che si stava rimirando il suo costume con tanto di pon pon morbidoso posteriore ed ombrello raffinato in stile inglese.

“Lo sapevo! Lo sapevo! LO SAPEVO!!” stava gridando Alix saltellando da tutte le parti mentre studiava la propria immagine su qualsiasi superficie riflettente le capitasse a tiro.

Adrien e Marinette si scambiarono dal loro angolo uno sguardo sorpreso e pieno di domande; Plagg invece se ne stava con le zampette incrociate a rimuginare e borbottare tra sé e sé.

“Sì, lo abbiamo capito: sei contenta per essere stata scelta come guardiana del tempo!” sbuffò il Dio della distruzione andando a mettersi davanti agli occhi di Alix. “Per cui, se hai finito di pavoneggiarti... IO voglio trovare zuccherino!”.

“Va bene...” rispose serafica Alix con un sorriso, cominciando a osservare tutto quanto attorno a sé, e cercando qualcosa che gli altri occupanti del negozio non capivano.

Appena l’ebbe trovato, la punta dell’ombrello si andò a posare sulla mina in graffite di un lapis stra consumato, e con un vortice di luce si aprì la “Tana del Coniglio”, permettendo così a Bunnix si oltrepassare il portale e controllare il tempo stesso, da sola.



angoletto autrici: ben arrivati a questa nostra piccola follia per festeggiare il primo anno di vita del gruppo telegram di cui vi lasciate il link di invito https://t.me/+I3Kvz8x75yVmMDRk, dove si parla davvero di tutto e di più!
LadyHeatrher83 & summerlover

   
 
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