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Autore: Rohhh    19/08/2022    0 recensioni
Dopo qualche secondo il ragazzo poggia poi il suo palmo su quello di Ashley, lei sente qualcosa accendersi quando la loro pelle si incontra e il suo segno, apparentemente scomparso, torna a illuminarsi sotto il tocco della mano del ragazzo.
"Eccolo" dice piano Matt e una lacrima bagna la guancia di Ashley.
Non può crederci.
"Tu...tu lo vedi" mormora con la voce rotta dall'emozione.
Ha passato tanti anni a sentirsi un'aliena, non compresa, creduta bugiarda o peggio ancora pazza.
Invece lui è lì e può vedere quel marchio.
Matt le sorride e come risposta scosta la sua mano e la gira, scoprendo a sua volta il palmo e il polso.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario, Sovrannaturale
Capitoli:
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Ciao care lettrici

ritorno con un nuovo capitolo di questa storia che avevo un po' messo da parte in attesa di schiarirmi le idee e finalmente sono riuscita ad aggiungere altri pezzi del puzzle. Questo è un capitolo con poca azione ma che servirà per spiegare meglio alcune situazioni e personaggi. 

Ringrazio tantissimo chi avrà ancora interesse a leggere e seguire nonostante le attese e spero che il capitolo sia di vostro gradimento.

 

CAPITOLO 6 - ATTESE

 

Aerys accorre all'ingresso del suo palazzo, ha tanta fretta e un luminoso sorriso sul volto.

Va veloce come un fulmine lungo quei corridoi maestosi, si tiene leggermente sú il lungo e lussuoso abito blu cobalto che ostacola la sua corsa e la farebbe rovinare malamente a terra se si impigliasse ai suoi piedi.

È leggermente trafelata, d'altronde ha da poco passato i quarant'anni e il tempo e gli eventi turbolenti della sua vita hanno cancellato la ragazza piena di energie che era un tempo.

Finalmente svolta l'angolo e lo vede.

Si ferma un attimo per riprendere fiato e ne approfitta per osservare con orgoglio e immenso amore il ragazzo che sta in piedi davanti al ricco portone di casa.

È così felice che sia lì con lei finalmente!

Riprende il passo e lo raggiunge, gettandogli le braccia al collo.

"Figlio mio, quanto mi sei mancato!" esclama con la voce piena di incontenibile gioia per poi staccarsi da lui e guardarlo negli occhi.

"Ciao mamma" dice semplicemente Matt, sorridendo.

Ha un modo discreto di manifestare l' affetto ma il suo sguardo tradisce una forte emozione.

Aerys gli porta le mani sul viso e gli accarezza le guance e i capelli con forza, come per riappropriarsi della sensazione di avere di nuovo la sua pelle sotto le dita.

Suo figlio, il sangue del suo sangue che appartiene a un altro mondo, lontano e separato dal suo, un destino crudele che non riuscirà mai ad accettare.

Quanto è dura saperlo così distante da lei!

"Fatti vedere, sú- continua, con gli occhi lucidi per l'emozione per poi scrutare il suo viso - Quanto sei cresciuto! Sei bellissimo!" 

Matt sorride mentre cerca di rimettere a posto i capelli che sua madre gli ha bonariamente scombinato.

"Mamma non ci vediamo solo da un paio di mesi, non sono mica cambiato!" Le fa notare mentre si incamminano lenti verso il salone.

"Cinque mesi sono tanti! E tu diventi ogni giorno sempre più bello, tesoro mio - insiste lei, carezzandogli una spalla - e poi potresti venire un po' più spesso, farebbe piacere a tutti qui!" commenta furtivamente, cercando di convincerlo senza nascondere un'aria malinconica.

Ha perso tutte le tappe dell'infanzia di suo figlio, dai primi passi, alle prime parole, al primo giorno di scuola. 

È ben consapevole che quei momenti non potrà ridarglieli indietro nessuno e per questo vorrebbe poter recuperare il tempo andato vedendolo più frequentemente.

"Mamma sai che non posso, devo aiutare papà col bar, ho l'università e poi è pericoloso aprire troppo spesso il varco tra i mondi, non possiamo rischiare proprio ora" la avverte, sembrando molto più maturo di lei.

Aerys si rabbuia, lo fissa con gli occhi cristallini pieni di tristezza ma poi sorride.

Suo figlio è un giovane responsabile e serio e lei non poteva desiderare di meglio.

Va bene…comunque ti fermi qualche giorno, non è così?" 

"Certo, rimango cinque giorni" le risponde lui, sorridendole amorevolmente.

"Perfetto! Ho fatto preparare la tua stanza, stirare i vestiti e ho programmato il menù con i tuoi cibi preferiti" cinguetta felice mentre Matt toglie la giacca, affiancato subito da un servitore che gliela strappa via dalle mani con premura per riporla.

Matt si sente a disagio e sospira, non è abituato ad essere trattato come un principe e non gli va a genio che ci sia della gente in casa pronta a servirlo e riverirlo.

È una cosa che proprio non accetta.

"Grazie mamma ma potevo benissimo fare da solo, non c'è bisogno che tu faccia lavorare i domestici per me" obietta, lanciandole uno sguardo contrariato.

"Ma che dici? È il loro lavoro e poi sai che li trattiamo come fossero di famiglia! Adesso siediti e rifocillati, sul tavolino c'è da mangiare e da bere, io vado a chiamare tua sorella, non vede l'ora di vederti, sai?" lo informa tutta esaltata per poi correre verso le scale.

"Doralys! Scendi, c'è tuo fratello!" Strilla, per poi tornare da suo figlio.

Doralys ha dodici anni ed è la seconda figlia di Aerys.

Dopo la storia d'amore appassionata vissuta col padre di Matt, la crisi in famiglia per la sua gravidanza e il dolore per l'abbandono di suo figlio, si era rinchiusa per anni nel silenzio e nell'isolamento quasi totale.

Poi, pian piano, era riemersa, aveva accettato i suoi doveri quale esponente di una delle famiglie più importanti di Ophilia, riprendendo un po' di vita sociale, e alla fine, dopo alcuni anni, si era persino innamorata di un membro di un'altra famiglia reggente.

Lui aveva ricambiato il suo amore e i due erano convolati a nozze per la gioia di tutti.

O di quasi tutti…

La loro unione le aveva provocato un'ulteriore, dolorosa perdita che ancora non riusciva a seppellire del tutto in fondo all'anima.

Matt intanto si siede sull' imponente divano della sala e sorseggia una bevanda colore rosa chiaro che a Ophilia rappresenta l'equivalente del the sulla terra.

Comincia a chiacchierare con sua madre ma poco dopo avvertono il rumore di alcuni passi.

Matt si volta e dalle scale vede sbucare una ragazzina che gli corre subito incontro non appena lo scorge.

Il ragazzo si alza in piedi e le si avvicina a sua volta.

"Matt!" Chiama a gran voce la sua sorellastra per poi fiondarsi ad abbracciarlo.

Il biondo la stringe teneramente.

"Doralys, che bello rivederti! Sei splendida!" le dice, mentre la ragazzina accenna un inchino elegante.

Indossa un vestito rosa antico, lungo e con un taglio semplice e lineare, un modello molto in voga tra le ragazze della sua età di Ophilia, alcune ciocche dei suoi lunghi capelli castano dorati sono intrecciate ai lati del capo e glielo circondano come una corona.

"Grazie, fratello - esclama la dodicenne, lusingata, poi il suo sguardo si fa impaziente - allora, mi hai portato qualcosa di nuovo dal tuo mondo?" gli domanda, giungendo le mani al petto.

Doralys è una ragazzina molto curiosa e sveglia ed è attratta dal mondo in cui vive Matt che per lei è una novità assoluta.

"Ovviamente" fa Matt poi si gira per estrarre dal suo zaino una serie di libri, oggetti e cibi provenienti dalla terra.

La sorella afferra il suo piccolo tesoro e comincia ad ammirarlo estasiata.

"Che bello…come vorrei poter andare sulla terra un giorno!" sospira sognante mentre gira e rigira tra le mani una macchina fotografica.

"Ah, non se ne parla! È assolutamente vietato e sai bene cosa è successo a tua madre per avere trasgredito" la ammonisce subito Aerys, facendosi fin troppo seria.

Le dispiace dover essere così rigida con sua figlia ma il suo passato è per lei un segno indelebile e vuole proteggerla dal commettere il suo stesso errore.

Doralys sbuffa e le lancia un'occhiataccia, poi comincia a riempire Matt di mille domande a cui lui risponde volentieri.

"Adesso basta, tesoro, tuo fratello è stanco, deve andare a riposarsi e cambiarsi - la interrompe Aerys dopo un po', poi si rivolge al figlio - vai pure di sopra, e ricordati di mettere via i tuoi vestiti terreni e indossare i nostri" si premura di avvertirlo, come fosse una questione di vitale importanza, Matt alza gli occhi al cielo.

"È davvero così necessario?" prova a ribellarsi ma sua madre è intransigente.

Il suo popolo sta lentamente accettando la sua presenza da "ibrido" ma non sono ancora pronti per vederlo gironzolare indisturbato con jeans e maglietta.

"Certo che sì, non vorrai causare un malore ai tuoi nonni? Sai quanto siano all'antica su queste cose." ribadisce senza lasciargli altra scelta.

Matt scuote la testa e assume un'espressione insofferente.

Gli abiti maschili di Ophilia sono ingombranti, i ragazzi della nobiltà vestono tutti con delle camicie larghe di un tessuto leggero e fluttuante simile alla seta da tenere dentro la vita dei pantaloni, e per le occasioni più importanti aggiungono una specie di mantello che avvolge le spalle.

Insomma, non il massimo della comodità.

Si sente tremendamente ridicolo ad andare in giro vestito così, come fosse uscito da un libro di storia medievale, ma non ha alternative.

"Ok" borbotta prima di alzarsi e avviarsi di sopra.

"Ah, Matt! - lo blocca sua madre, afferrandogli un polso - poi dobbiamo parlare di Ashley" lo avverte, facendosi piuttosto seria.

Lui si volta e incrocia i suoi occhi azzurri con quelli altrettanto cristallini della madre e annuisce senza dire parola.

Aerys lo fissa in silenzio per qualche secondo poi molla la presa e lo lascia salire su per le scale, seguendolo con lo sguardo finché può.

 

Ashley si è rifugiata nel salone di casa sua in quel noioso pomeriggio di pioggia, la fronte e i polpastrelli poggiati sul vetro freddo della grande porta finestra che dà sul giardino.

Guarda fuori con lo sguardo assorto, le sopracciglia lievemente contratte.

È una giornata grigia e piovosa che metterebbe a dura prova l'umore di chiunque.

Sembra concentrata ad ammirare le goccioline di pioggia che si infrangono sul vetro e scivolano giù, formando per un attimo dei disegni sinuosi prima di dissolversi.

È solo apparenza perché in realtà la sua mente è impegnata in tutt'altri pensieri.

Chissà se Matt ha già parlato con sua madre, chissà cosa le avrà raccontato di lei e quale sarà stata la sua reazione.

Solleva lo sguardo fino al cielo, coperto da grossi e fitti nuvoloni. 

È davvero strano pensare che Matt non si trovi sotto quello stesso cielo in quell'esatto momento.

È una cosa che da un lato l'affascina e dall'altro le mette un po' di inquietudine addosso.

Non si è ancora abituata all'idea che esista un mondo parallelo, una vera e propria realtà tangibile ma lontana in cui risiede colei che l'ha portata in grembo e le ha dato la vita.

Sospira, l'aria che emette appanna per un secondo una piccola porzione di finestra.

Non riesce a quantificare quanto tempo sia passato a Ophilia da quando Matt è partito.

Sulla terra sono trascorsi due giorni ma il suo compagno le ha detto che il tempo scorre diversamente nei due mondi.

I suoi battiti prendono ad accelerare e lei sente un balzo al petto.

Non le piace la sensazione di pensare Matt così lontano e irraggiungibile, è qualcosa che la rende in un certo senso nervosa e…triste.

Si osserva distrattamente il polso che non si illumina dall'ultima volta che si sono incontrati.

Non l'avrebbe mai detto ma sente quasi la mancanza di quel bagliore.

O forse potrebbe tranquillamente affermare che in realtà è Matt a mancarle.

Sì, è così, non può che ammetterlo.

Non vede l'ora che torni, che le racconti ogni cosa con quel suo solito sorriso un po' irriverente, la battuta sempre pronta e i modi gentili, magari mentre seduti per terra si mangiano un panino senza pensare alle formalità e alle buone maniere.

Non vede l'ora di potergli toccare la mano, stringerla…abbracciarlo.

Subito ha un lieve sussulto.

Abbracciarlo?! Ma che le dice il cervello?

Potrà abbracciarlo? Sarebbe il caso? O forse no? 

Perché diamine adesso le è venuta voglia di abbracciarlo, si chiede mentre una vampata di calore la avvolge e le colora improvvisamente le guance.

È troppo immersa in quella battaglia interiore con le sue emozioni per accorgersi che Eleine è arrivata accanto a lei, col passo reso felpato dalle sue enormi e infantili pantofole di peluche a forma di maialino rosa.

"Stai pensando a lui?"

La voce della sorella la fa sobbalzare, rischiando di provocarle un infarto.

"Eleine, ma che cavolo! Mi è preso un colpo! Ti sembra il modo?" sbotta con gli occhi sbarrati e una mano sul petto mentre fissa terrorizzata colei che ha interrotto i suoi vaneggiamenti.

Eleine per tutta risposta sogghigna.

"Non è colpa mia se sei così presa a sognare lui" insiste, guardandola con aria maliziosa. Non le è certo sfuggita l'aria trasognata della sorella e il leggero rossore sul suo viso.

"Lui chi?" chiede Ashley, balbettando impaurita come un cerbiatto a cui hanno puntato gli abbaglianti.

Eleine aggrotta le sopracciglia, onestamente pensava fosse scontato l'oggetto dei pensieri peccaminosi della sorella e che non ci fosse bisogno di specificare il nome.

"Ma Spencer, no? - precisa, per poi notare quello che pare un lampo di delusione attraversare gli occhi di Ashley - chi altri?" aggiunge.

Ashley abbassa gli occhi e si allontana dalla vetrata per poi sedersi mollemente sul divano.

"Nessun altro…già, proprio lui" conferma a bassa voce con non molta convinzione.

Forse è più semplice per lei evitare di dire la verità.

In realtà Spencer non le era nemmeno balenato in testa quella mattina e la cosa stupisce persino lei stessa.

Eleine intanto le si siede accanto con un sorriso smagliante.

"A proposito, mi sa che hai fatto colpo su di lui!" esclama, cingendole le spalle con un braccio, mentre la faccia di Ashley sembra un enorme punto interrogativo.

"Si può sapere come fai a dirlo?" Chiede perplessa.

"Beh, ho parlato con la mia amica Stephanie che a sua volta ha sentito una sua cugina che è la fidanzata del fratello di un amico stretto di Spencer, ci sei?" domanda per accertarsi che sua sorella non si sia distratta in mezzo a quel fiume di parole.

Ad Ashley gira la testa.

"In realtà mi sono un po' persa con le parentele  ma vai avanti" risponde, facendole un rapido cenno con la mano.

"Insomma, Spencer avrebbe confidato a questo ragazzo che ti trova molto carina e…adorabile" continua Eleine tutta eccitata.

"Adorabile?" ripete Ashley un po' confusa ma Eleine è inarrestabile.

"Si, Ashley, adorabile. È un complimento, sai?" ribatte, un po' esasperata dall'atteggiamento stranamente disfattista di sua sorella.

"Certo che lo so ma…mi chiedo se queste voci siano veritiere" obietta la rossa, è incredula e ultimamente ha talmente tante altre cose in testa che la sua cotta sembra essere passata in secondo piano.

"Secondo me sì e poi cerca di essere ottimista per una volta, Ash! - la esorta, scrollandola forte per le spalle - a quanto pare è intenzionato a chiederti di nuovo di uscire…e stavolta potrebbe succedere qualcosa tra voi, non so se mi spiego!" bisbiglia con tono ammiccante, strizzando l'occhiolino.

Ashley dovrebbe sprizzare gioia da ogni poro invece la notizia la lascia quasi indifferente.

"Sarebbe fantastico" commenta, fingendo entusiasmo, ma appare spaventata e insicura.

"Che hai Ashley? Oh,  se pensi a mamma e papà devi stare tranquilla, con Spencer sei fortunata" la rassicura sua sorella ma lei scuote la testa e contrae la fronte.

"In che senso?" Chiede.

"Beh, loro conoscono la famiglia di Spencer e di sicuro approverebbero la vostra relazione, non avresti alcun problema!" le spiega, sorridendo ma Ashley al contrario si rabbuia in volto a quella frase.

"Dovrei avere bisogno della loro approvazione? Tu te ne sei sempre fregata" le fa notare mentre una sensazione di angoscia si fa strada in lei.

"Io sì, ma tu sei diversa. Per te è sempre stato importante averla…o mi sbaglio?" ribatte Eleine, il suo tono è delicato e sincero anche se ha l'impressione di avere ferito la sorella o toccato un tasto dolente.

Ashley sembra non trovare le parole, ha la gola secca e prova a deglutire.

"Sì, hai ragione" ammette infine, rassegnata.

Non ci ha mai riflettuto davvero ma ora che lo fa si rende conto che in passato non ha mai osato discostarsi da quello che riteneva fosse giusto secondo i canoni dei suoi genitori.

Le amicizie, i voti alti, gli amori.

Ha sempre agito cercando di fare qualcosa o stare con qualcuno che i suoi avrebbero potuto approvare o trovare ragionevole.

Il segno sulla pelle ha sempre provato a comunicarle la sua vera natura ma lei lo ha volutamente ignorato per farsi accettare da loro, per essere la figlia che avrebbero voluto e così facendo ha finito per rinnegare se stessa e soffocarlo.

Eppure lui è sempre riuscito a riemergere fino a esplodere come nell'ultimo periodo.

È stato forse un caso o il suo potere ha solo finalmente portato a galla e fatto emergere tutta la sua insofferenza, tutto ciò che non è più riuscita a reprimere?

In fondo Matt è stato chiaro: il marchio riflette la loro più profonda e intima natura e con lei tutti i desideri più nascosti e istintivi.

"Si può sapere però perché sei così pensierosa?" domanda improvvisamente Eleine, scostandole alcune ciocche di capelli dal viso per guardarla meglio.

"Matt si trova ad Ophilia in questo momento…incontrerà quasi sicuramente mia madre…lei ha saputo di me e…non so, sono in ansia…chissà cosa penserà, se mi vorrà ancora conoscere dopo quello che Matt le riferirà" confessa di botto, intrecciando nervosamente le dita e ondeggiando le gambe senza tregua.

"Oh, tesoro…è tua madre, come potrà non volerne sapere di te! Sei splendida, sei una ragazza brillante ed educata, la tua dolcezza è disarmante e stai affrontando tutto questo casino con forza e determinazione. - la incoraggia Eleine, strappandole finalmente un sorriso - e poi, Matt ti conosce da poco ma sono sicura che ha già capito quanto sei fantastica! Non potrà che raccontare cose bellissime su di te!" 

Ashley sospira di sollievo.

La positività di Eleine è contagiosa e le dà una ventata di speranza.

"Già, devo stare tranquilla, forse a volte esagero" ammette e la sorella le dà una amichevole pacca sulla spalla.

"Come sempre sorellina, ma ti voglio bene anche per questo!" Dice prima di schioccarle un sonoro bacio sulla guancia.

"Torno a studiare allora. Ho da recuperare quell' esame e spero che stavolta nessuna entità maligna si metta in mezzo!" scherza, ha ritrovato un pizzico di umorismo a quanto pare.

Saluta Eleine e sale le scale per chiudersi in camera.

Dopotutto farà meglio a distrarsi e a concentrarsi su qualcos'altro o i giorni che la separano dal ritorno di Matt sembreranno interminabili.


"La colazione è stata di tuo gradimento, tesoro?" cinguetta Aerys, prendendo tra le sue la mano di suo figlio.

Matt annuisce, seduto all'estremità di un' enorme tavola imbandita a festa.

Sua madre ama fare le cose in grande quando lui viene a farle visita e agghinda la casa come fosse la più lussuosa delle dimore nonostante sappia che Matt non è per nulla abituato a quelle formalità e non gliene importa neanche.

"Bene, mi fa piacere anche perchè - inizia, facendosi più seria - dobbiamo ancora parlare di lei," lo avverte, il riferimento ad Ashley è chiaro e Matt lo coglie subito, poggia la schiena alla sedia e incrocia le braccia al petto.

"Cosa vuoi sapere?" chiede secco, arrivando al punto.

"Tutto! O meglio…come hai fatto a trovarla? Sua madre è totalmente impazzita appena l'ha saputo, pensa che tra un po' mi supplicava di restare perché le raccontassi altri dettagli. Veneria che supplica me, ti immagini la scena?" Ridacchia Aerys, e anche le labbra di Matt si allungano in un sorrisetto.

Purtroppo ha avuto già modo di conoscere il caratterino di Veneria, che in effetti nulla pare avere in comune con la dolcezza e l' affabilità di Ashley.

"Non c'è molto da dire. Come ti ho già accennato, da qualche tempo cominciavo ad avvertire una strana sensazione e il mio polso si illuminava molto più spesso. Era come se cercasse qualcosa o qualcuno, come se ne venisse attratto. E un giorno, durante l'ennesima sensazione dolorosa dovuta alla presenza dei dissertori, mi sono trovato davanti una ragazza indifesa e impaurita che non aveva la minima idea di cosa fosse quel segno che portava sul polso" le racconta poggiando i gomiti sul tavolo per sorreggersi il mento con le mani.

"Povera creatura…deve essere stato orribile per quella ragazzina trovarsi catapultata in mezzo a quei mostri terrificanti senza saperne nulla." commenta Aerys, portandosi le mani davanti alla bocca per il dispiacere.

"Già, era davvero spaventata e incredula e stentava a credere persino a me però…pian piano ha rivelato di avere una grande forza…sta imparando a difendersi e a usare il  suo potere e devo dire che va alla grande, è molto capace e intelligente" continua, non riesce ad evitare che un sorriso idiota gli si formi sul volto al pensiero di Ashley, del loro primo incontro e della sua goffaggine che si stava lentamente trasformando in una splendida padronanza dei suoi poteri.

Ripensa ai pomeriggi passati con lei, a combattere fianco a fianco, aggrappati l'uno all'altra, dandosi forza a vicenda, al suo marchio che si infiamma a contatto con quello di Ashley e alla sensazione inspiegabile e profonda che si scatena.

Gli mancano le sue domande incessanti, la sua curiosità, il suo candore che lascia trasparire una sensualità nascosta, le sue labbra rosate, incorniciate dai capelli rosso fuoco.

Gli manca tutto di Ashley.

"Quindi che ha deciso di fare? Verrà a conoscere sua madre?" domanda a bruciapelo Aerys, distraendolo dai suoi desideri.

Nonostante non corra più buon sangue con la sua vecchia amica, da madre che ha vissuto lo stesso dramma le dispiacerebbe vederla soffrire per un rifiuto.

"Mamma, capirai bene anche tu che è decisamente troppo presto perché Ashley possa prendere una decisione. Insomma, fino a due mesi fa era una normalissima ragazza e adesso…combatte entità malefiche e scopre di avere una madre non umana. Non ti sembra già abbastanza traumatizzante?" si affretta a difenderla.

"Si io la capisco ma…comprendo anche la fretta di Veneria di volerla incontrare dopo una vita intera passata a crederla morta." Ribatte, tradendo una certa emozione mentre abbassa gli occhi per evitare che suo figlio li veda lucidi.

Matt sospira, è ovvio che sappia cosa voglia  dire sua madre ma sente di dover comunque  proteggere Ashley.

"Sarà una sua scelta e nessuno di noi può prenderla al suo posto" dichiara fermo ma il suo sguardo è dolce e incontra quello preoccupato della madre, donandole sollievo.

"Hai ragione, figlio mio. Beh, sono sicura che sarai ugualmente convincente anche quando lo dirai a Veneria!" esclama poi frettolosamente, mentre si alza dal tavolo facendo finta di niente.

Matt strabuzza gli occhi.

"Scusa, cosa intendi con "quando lo dirai a Veneria"?" domanda allarmato ma sua madre gli ha già voltato le spalle.

"Proprio quello che ho detto. Vuole avere notizie di sua figlia e così ho pensato che sarebbe stato splendido se avessi potuto dargliele direttamente tu ed eccoti qui!" gli spiega sorridendo come niente fosse, cercando di svignarsela prima che l'ira di suo figlio la raggiunga.

Matt sbianca e la insegue, fermandola per una mano e costringendola a guardarlo in viso.

"Non vorrai mica che passi delle ore a tu per tu con lei, mentre mi sommerge di una valanga di domande infarcite di occhiatacce e giudizi gratuiti e saccenti su praticamente qualunque cosa! Perché non le riferisci tu quello che ti ho raccontato oggi!" 

"Mi spiace caro ma non voglio averla alle calcagna. Sai benissimo quanto mi detesti e la cosa è reciproca. Non si fiderebbe delle mie parole, invece di te ha stima, ti considera sincero e imparziale e ascoltare la verità dalle tue labbra la tranquillizzerebbe. Nessuno di noi vuole avere intorno una Veneria nervosa e irritata perciò, vai e fai la tua parte da bravo cittadino per metà di Ophilia" conclude schietta, lasciandolo a bocca aperta e con una serie di imprecazioni bloccate a mezz'aria.

"Non ci posso credere" digrigna, sbuffando e scompigliandosi i capelli con una mano.

"Stasera ci riuniremo al Palazzo Comune con tutte le famiglie per un ballo, sono sicura che troverete un momento tranquillo per parlare - taglia corto per poi avvicinarsi al figlio e sistemargli il colletto della camicia, ignorando i suoi occhi azzurri e furibondi che la fissano - ah, e mettiti il vestito più elegante che ti ho preparato! Non vorrai certo sfigurare dinanzi a tutti gli altri giovani rampolli " gli raccomanda per poi girare i tacchi e sparire veloce insieme al suo vestito leggiadro e svolazzante.

Matt rimane immobile, con una gran voglia di presentarsi in jeans strappati e t-shirt sgualcita al cospetto dello sguardo superbo di Veneria che a quanto pare non potrà evitare.


Aerys passa una mano tra i capelli biondi del figlio per sistemare qualche ciuffo ribelle, poi gli aggiusta il mantello dietro la schiena, lisciandone le pieghe perfette.

Lo guarda con orgoglio come farebbe qualsiasi mamma e ne ha ben ragione.

Matt è uno splendore, è talmente bello da far girare la testa a tutte le ragazze del regno.

Adesso che gli ibridi sono stati riabilitati a Ophilia e che addirittura, grazie ai loro particolari poteri, sono diventati persino indispensabili per la salvezza del loro mondo, Matt è visto quasi come un eroe oltre che membro di una delle famiglie più prestigiose, scatenando l'invidia di buona parte del genere maschile e i sospiri d'amore delle donzelle.

Per le famiglie più importanti poi, Matt rappresenta il partito perfetto per le giovani figlie da sposare.

"Mamma, se continui così giuro che ci ripenso e vado a cambiarmi" la minaccia debolmente mentre Aerys si attacca al braccio del figlio.

"Non ci pensare neanche, sei perfetto! Lascia che ti vedano le ragazze!" ridacchia sua madre, dandogli una leggera gomitata mentre lui rotea gli occhi al cielo.

Sempre la stessa storia.

Nel frattempo sono giunti al Palazzo Comune, un enorme complesso dotati di ogni confort e lusso e che viene utilizzato dalle famiglie reggenti e da quelle più nobili su loro invito.

È come un grosso spazio comune ma allo stesso tempo esclusivo, in cui le élite si incontrano, gli uomini chiacchierano di affari e magia, le donne spettegolano o mettono in mostra le figlie e i figli, combinando matrimoni e cercando il miglior partito per loro, i bambini giocano.

Matt sorride al pensiero che almeno quello ad Ashley non sembrerà così strano.

Lei più o meno deve essere abituata agli ambienti esclusivi e alle formalità mentre lui, nonostante appartenga per metà a quella nobiltà, si è sempre sentito un pesce fuori d'acqua, preferendo la spontaneità e la semplicità di casa sua.

Sua sorella Doralys gli si affianca prima di entrare, tenendolo a braccetto dall'altro lato.

Di sicuro non vede l'ora di scatenare l'invidia delle amichette, sfoggiando il suo affascinante fratello maggiore.

Il marito di sua madre invece non è venuto quella sera ed è rimasto alla loro dimora.

Fanno ingresso nella sala e tutti gli sguardi si posano su di lui.

Lo salutano con riverenza e un po' di curiosità che, nonostante gli anni passati, ancora Matt percepisce su di sé.

È comunque un diverso, qualcosa di cui hanno bisogno ma che in fondo in parte li spaventa.

Una bella ragazza dai folti capelli scuri acconciati in una corona di trecce li saluta in maniera frivola ed esagerata e la stessa cosa fa la madre, che sorride mettendosi fin troppo in mostra.

Ecco che ricomincia il solito teatrino.

Aerys ricambia i saluti con un lieve cenno del volto e lo stesso sorriso formale.

"Hai visto come si è fatta bella la figlia degli Herold? Magari potresti farci un pensierino." gli sussurra all'orecchio quando sono abbastanza lontani da non farsi sentire.

"Mamma, ti prego. Non sposerò mai una ragazza di Ophilia, mettitelo in testa!" precisa subito il biondo, distruggendo sul nascere qualunque discorso relativo a un suo eventuale fidanzamento e matrimonio.

"Beh, io ci provo ogni tanto, sai com'è! Magari cambi idea!" Si difende sua madre, cadendo in piedi senza perdere la sua sicurezza.

Pur sapendo che Matt appartiene al mondo terreno, ha sempre coltivato la remota speranza che il figlio, frequentando il suo regno, si potesse innamorare di una ragazza ophiliana e che per amore decidesse di restare lì.

Matt, invece non ha mai mostrato interesse per nessuna ragazza del loro mondo.

Troppo diverse, quasi tutte in cerca di un buon partito e ancorate a vecchie tradizioni che lui odia profondamente.

Impossibile per lui provare attrazione per una di loro né tanto meno amore.

E poi la sua vita è sulla Terra e cambiare mondo sarebbe qualcosa di davvero troppo radicale, persino per lui.

"Dov'è? È arrivato? Devo vederlo, fate largo!"

La inconfondibile e squillante voce di Veneria spezza il leggero brusio che permeava la sala, la gente le crea un varco per evitare di essere travolta dalla sua furia incontenibile.

Prima che Matt possa accorgersene si ritrova strattonato da quella donna inarrestabile, che lo afferra per il colletto senza riuscire a contenersi.

Matt non si scompone e un sorriso sghembo appare sul suo volto.

"È sempre un piacere incontrarla, Veneria" dice calmo con la sua solita vena ironica che la manda in bestia.

"Non usare questo tono con me, ragazzino! Piuttosto sbrigati a raccontarmi tutto di lei. Voglio sapere ogni cosa! Che aspetti?" Incalza, rossa in viso per la concitazione e senza mollarlo.

"Vacci piano con mio figlio, Veneria e togligli le mani di dosso! - si affretta a intervenire Aerys che fino a quel momento si era limitata a guardare la scena in silenzio - pensi sempre che tutto ti sia dovuto ma faresti meglio a calmarti e a chiedere con gentilezza per una volta! Matt è qui per rispondere alle tue domande ma non tollereremo nessuna insolenza o aggressività da parte tua, sono stata chiara?" ribadisce con grande serietà, le due donne si guardano negli occhi con sfida, nell'aria aleggiano vecchi rancori e gelosie che non si sono ancora sopite.

Il colore ambrato di Veneria si fonde nel ghiaccio della sua ex amica e la sua sicurezza alla fine vacilla.

L' attenzione di tutti i presenti in sala si è focalizzata su quella scena, nessuno osa fiatare ma tutti non vedono l'ora di poter fare dei pettegolezzi dopo.

E non si tratta solo di gossip ultraterreno.

La notizia della scoperta che la figlia ibrida di Veneria sia viva e vegeta si è sparsa per tutto il regno velocemente e ha scatenato grande curiosità e anche speranza, soprattutto tra i reggenti e i saggi che governano la magia più alta.

Se con l'aiuto di Matt stanno riuscendo a contrastare gli attacchi dei dissertori evitando che riescano ad accedere e conquistare il regno, la magia di un altro ibrido potrebbe addirittura aiutarli a sconfiggerli definitivamente. 

Sono già nate grosse aspettative su Ashley senza che lei ancora possa saperlo e il popolo comincia a fremere per sapere se la giovane ragazza si unirà alla loro lotta.

"Bene, dunque…- si calma Veneria, lasciando la presa sul ragazzo e abbassando la voce dopo aver ritrovato un certo contegno - spostiamoci di là, in una delle camere private, stiamo dando fin troppo spettacolo qua!" dichiara infine, gettando qualche occhiata gelida ai curiosi che intorno si erano fermati a osservare.

Aerys sospira, finalmente sollevata, lancia uno sguardo di intesa al figlio che, con non tanta gioia in corpo si appresta a seguire Veneria per essere spremuto come un limone.


"Dunque mia figlia Ash..ehm Ash…" riprende Veneria, cercando per l' ennesima volta di ripetere il nome di sua figlia senza sbagliarsi.

"Ashley" ripete scocciato Matt, sospirando e massaggiandosi le tempie.

"Insolente come tua madre - borbotta la donna, offesa dall'atteggiamento annoiato del biondo - e comunque è un nome strano" si difende, alzando lo sguardo con superbia.

Ci fosse una volta in cui Veneria ammette di sbagliare.

"È un nome piuttosto diffuso" ribatte Matt, sorreggendosi con una mano la testa che si è fatta pesante come un macigno.

"Rimane comunque strano - non si arrende Veneria - in ogni caso sono felice che mia figlia sia stata fortunata e sia capitata in una famiglia ricca e prestigiosa…non potevo desiderare di meglio per lei" 

Matt la osserva piuttosto contrariato.

"Non sempre le famiglie prestigiose assicurano la felicità" osa sfidarla Matt, puntandole addosso i suoi pungenti occhi azzurri così simili a quelli della madre.

La colpisce nel punto più debole: Veneria sa benissimo che fare parte di una famiglia importante può essere al contrario fonte di insoddisfazione e tristezza.

Si schiarisce la voce, traspare un lieve disagio e non è frequente vederla così in difficoltà.

"Mi somiglia?" Continua.

"Fisicamente abbastanza. Ha negli occhi i tuoi riflessi dorati e anche i capelli sono del tuo stesso colore. Solo più corti" risponde Matt, facendo una breve descrizione.

"Li porta come un uomo?" esclama quasi sdegnata, lisciandosi la lunghissima chioma ramata.

"E anche se fosse? Che problema ci sarebbe? Ah, giusto sarebbe per voi, come dite? Disdicevole - afferma sprezzante, sfidandola nuovamente e mettendo a dura prova i suoi nervi - in ogni caso può stare tranquilla, mia signora. Non sono così corti, le arrivano sotto le spalle" 

Veneria lo fulmina con gli occhi, poi il suo sguardo si addolcisce.

"Accetterà di vedermi?" Azzarda.

Matt solleva lo sguardo ed esita.

"Non lo so. È ancora confusa e provata. Inoltre sai benissimo quanta attenzione attirerà su di sé il giorno in cui metterà piede in questo mondo e non mi va che ne debba soffrire perciò…io non cercherò in nessun modo di farle pressione se è questo che stai pensando" le risponde schiettamente.

Il viso di Veneria si rabbuia e a Matt fa quasi pena.

"Però - continua - per lei scoprire che sua madre esiste ed è viva è stata una grande gioia. Fin da quando è piccola si è chiesta quali fossero le sue origini e scoprirlo è stato devastante ma anche incredibilmente bello perciò…secondo me ci sono buone possibilità che un giorno possa accettare di venire" aggiunge, cercando di regalarle una flebile speranza.

"Capisco. Non è obbligata a combattere per noi se ne ha paura…io voglio solo riabbracciare mia figlia…questo diglielo" gli raccomanda con la voce rotta dall'emozione.

Matt annuisce, stavolta non ha nessuna intenzione di sfidarla ed il suo viso è serissimo.

"Lo farò…ma lei già lo sa. Le ho detto che non deve sentirsi costretta in alcun modo e se qualcuno prova a farlo dovrà vedersela con me" la rassicura, finalmente Veneria si lascia andare a un sorriso liberatorio.

Matt è in gamba e non può negarlo.

"Direi che ti ho detto tutto quello che volevi sapere." conclude nel frattempo il biondo, che subito fa per congedarsi ma la donna lo blocca per un attimo.

Lui sposta il viso nella sua direzione e contrae lo sguardo con aria dubbiosa.

"Matt...sei un ragazzo sfacciato e ribelle e il tuo atteggiamento di sfida mi irrita alquanto ma…ti reputo più intelligente di tanta gente di questo mondo e…ti sono grata per la nostra conversazione di oggi e per quello che stai facendo per mia figlia…ti prego, proteggila da quei bastardi…io mi sento così impotente e, se lle dovesse succedere qualcosa non me lo perdonerei mai" gli raccomanda, giungendo le mani al petto, il viso segnato dalla sofferenza.

Matt pensa ad Ashley e non ha alcun dubbio in proposito.

"Lo farò, può stare tranquilla." le assicura prima di voltare le spalle e sparire tra la folla.


"Sono tornato" 

Due semplici parole sullo schermo acceso del suo telefono che hanno il potere di fare scattare Ashley come una molla.

Non ci può credere, rapida salta giù dal letto su cui era sdraiata da tutto il pomeriggio, impegnata a studiare un libro che viene immediatamente lanciato sulla scrivania con poca cura.

Non è da lei comportarsi con questa impulsività ma proprio non riesce a contenersi.

Vuole vedere Matt e di colpo non riesce a pensare a nient'altro.

Il suo polso si illumina e le infonde una meravigliosa sensazione di benessere e coraggio.

Spalanca la porta della stanza e si fionda di sotto, mettendo il cappotto al volo mentre scende le scale in precario equilibrio, rischiando di cadere.

"Io esco!" strilla ai suoi genitori comodamente seduti nel divano del salotto, mentre davanti alla porta di casa afferra le chiavi e le infila frettolosamente in borsa.

"Ma…dove vai? Non stavi studiando?" prova a chiedere sua madre con tono contrariato,  affacciandosi dalla stanza.

"Ho da fare." Risponde secca senza dare altre spiegazioni per poi chiudersi la porta alle spalle.

Non gliene importa niente di cosa penseranno o del discorsetto che le faranno quando rientrerà, per una volta vuole essere libera e seguire solo ciò che l'istinto le suggerisce di fare.

A grandi passi si dirige verso la casa di Matt.

Suona il campanello col fiatone, le guance sono diventate rosse per il vento freddo di aprile ed è sudata per la corsa e con i capelli scompigliati.

Le verrà un malanno come minimo ma ne sarà valsa la pena.

La porta si apre e invece di Vivian si trova davanti proprio Matt.

Non si aspettava che aprisse lui e trovarselo di fronte dopo tutti quei giorni di attesa le fa esplodere il cuore nel petto.

"Ciao…scusa non ho avvisato  ma, ho letto il messaggio e - prende fiato, ancora tutta affannata - volevo vederti" balbetta, spostandosi nervosa i capelli dietro le orecchie, un po' impacciata.

"Tranquilla, ti stavo aspettando" fa lui, sorridendole dolcemente.

"Sul serio?" 

"Già…un sesto senso, diciamo così" le dice misterioso mentre Ashley sorride - mi sei mancata, sai?" rivela poi inaspettatamente, alimentando il suo batticuore e spiazzandola.

Rimane immobile, incapace di parlare e poi la sente di nuovo.

Quella maledettissima voglia di abbracciarlo.

Non sa cosa fare, lotta con se stessa ma poi ci pensa lui a tagliare ogni indecisione.

La prende dolcemente per la mano, le sue gambe sono diventate così molli che gli ci vuole poco sforzo per trascinarla tra le sue braccia.

Ashley spalanca gli occhi, sente il calore del maglione di Matt che ristora le sue guance ghiacciate e subito gli circonda la schiena.

Socchiude gli occhi e lo stringe, respirando il suo profumo.

Finalmente è lì con lei e non lontano in chissà quale dimensione.

Si rende conto che ha avuto una tremenda paura di non rivederlo più.

"Sono così felice che tu sia tornato" sussurra ancora stretta a lui.

"Anch'io" gli fa eco lui all'orecchio.

Ashley sorride. 

Si chiede se Matt le abbia letto la mente con il suo marchio.

Eppure le ha detto che non si può o forse…

Forse non può leggere la mente ma può leggere il cuore.

Si stacca da lui, lentamente le loro braccia si allontanano.

"Sei fortunata, Vivian ha appena sfornato una delle sue deliziose torte alle mele e ti assicuro che dopo non potrai più farne a meno." la informa Matt, Ashley dà una veloce sbirciatina oltre le sue spalle.

La cucina è illuminata e da lontani si sente il rumore del tintinnio dei piatti mentre vengono lavati, dall'interno della casa proviene un dolce profumo di vaniglia che le trasmette subito una immensa serenità.

"Allora che ne dici? Ti fermi a merenda?" insiste Matt e prima che Ashley possa rispondere dalla cucina sbuca Vivian che di corsa si avvicina all'uscio col grembiule annodato ai fianchi e una coda alta.

"Che aspetti a farla entrare? C'è un freddo cane fuori! - esclama ad alta voce per poi cingerle le spalle e spingerla dolcemente dentro casa - Dammi il cappotto sú - continua poi, aiutandola a toglierlo con fare materno - e comunque ti fermi anche a cena, ok?" 

"Ma…io…non so se posso…non voglio disturbare" balbetta Ashley, rossa in viso.

Non è abituata a tutta quella spontaneità e a quel calore familiare e non sa bene come comportarsi.

Vivian rotea gli occhi e poi sorride.

"Matt, glielo dici tu o lo faccio io?" domanda mettendosi le mani sui fianchi con fare teatrale.

"Tu non disturbi mai, qui - la rassicura il biondo, per poi prenderle la mano - e poi ho tanto da raccontarti, servirà del tempo" 

Ashley osserva Matt e poi pensa ai suoi, al fatto che è scappata all'improvviso dando poche spiegazioni e a quante domande le faranno se rimarrà fuori anche per cena ma…per quella sera smetterà di essere la figlia che vogliono.

"Ok, accetto volentieri l'invito" conferma infine, decisa.

"Ecco! Allora non fare complimenti e accomodati!" Conclude Vivian soddisfatta prima di tornare in cucina.

Matt ed Ashley rimangono da soli, una manciata di sguardi per ritrovarsi.

"Allora, sei pronta per ascoltare tutto?" Le chiede, ed Ashley trema.

Sa che si parlerà anche e soprattutto di sua madre e un pizzico di ansia inizia a farsi sentire.

"Sì" risponde, prima di seguire Matt nel racconto del suo viaggio ultradimensionale.

 
  
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