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Autore: dirkfelpy89    21/08/2022    3 recensioni
1998 - il il Canada–France–Hawaii Telescope osserva per la prima volta, dalla terra, il satellite di un asteroide: 45 - Eugenia. In cerca di ispirazione per dare un nome a quel piccolo satellite, a Lucienne, una ricercatrice, viene chiesto di portare il diario di sua nonna, contenente, tra tante cose, la triste storia di Eugenio Napoleone, l'unico figlio dell'ultimo imperatore francese Napoleone III.
Questa è la storia dei suoi ultimi anni.
"Un piccolo asteroide che orbita intorno a 45 Eugenia… non è possibile," sussurrò Lucienne, osservando il quaderno e cercando ancora una volta di ricacciare indietro le lacrime. "Le Petit Prince."
Genere: Angst, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Napoleonico, Età vittoriana/Inghilterra
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Capitolo 1, Il Diario e L’Asteroide

 



"Both princes were young and adventurous, and had little fear of danger [...] They both then undertook long journeys to end up in Africa, whereupon they both meet rather violent deaths ... And in both cases they lay alone for one night each after "death" and then "returned" back home..."

 

1 Novembre 1998.

 

Lucienne osservò l'alba tingere l'orizzonte delle Hawaii proprio mentre imboccava, con la sua nuova Mercedes W163, la tortuosa strada che si inerpicava fin quasi alla cima del vulcano spento Mauna Kea.


La donna, che ormai aveva superato da qualche mese la quarantina, poteva contare su molti pregi riconosciuti da tutti i suoi amici e collaboratori: era intraprendente, solare, una lavoratrice infaticabile e anche molto affascinante, dato che i geni francesi, ereditati dalla nonna materna, avevano contribuito ad addolcire i tratti del volto.
Tra questi pregi innati però non c'era la capacità di alzarsi presto la mattina, solo una dose piuttosto massiccia di caffè bollente zuccherato riusciva, infatti, a renderla appena trattabile prima di mezzogiorno.

Si era presa tre giorni di ferie per festeggiare in pace il quindicesimo anniversario di matrimonio e perciò, quando aveva ricevuto una chiamata alle quattro del mattino dall'osservatorio, la sua prima reazione fu di mandare tutti al diavolo e di riaddormentarsi. Ma poi la sua parte razionale aveva avuto la meglio: sapevano che avrebbero fatto meglio a chiamarla prima delle nove di mattina solo per delle emergenze e così rispose.
Le parole del collega la svegliarono completamente. Nonostante le proteste del marito, si alzò come una molla dal letto, raccolse le prime cose che aveva intorno e si vestì, poi scese in cantina dove, dopo qualche minuto di affannosa ricerca, riuscì a trovare l'oggetto che adesso era riposto sul sedile del passeggero della macchina di Lucienne.
Era un vecchio quadernone ad anelli e conteneva una delle cose che la donna aveva più a cuore: il diario, per certi versi le memorie, di sua nonna, Anne Marie.
Era stata proprio lei, Lucienne, a trascrivere le memorie della nonna in quel quaderno quando era ancora una ragazzina e passava quasi tutti i pomeriggi in compagnia di quella donna così anziana e saggia.
Al solo pensiero, la ricercatrice ricacciò indietro le lacrime e il magone e continuò la sua scalata fino alla meta che si trovava proprio sulla sommità del vulcano: il Mauna Kea Observatories, in particolare il Canada–France–Hawaii Telescope.

Alla fine, dopo quelle che parvero ore, la donna arrivò davanti a un cancello che delimitava i confini del Mauna Kea Observatories.
"Lucienne?" Un uomo piuttosto alto e abbronzato, con la divisa blu piuttosto malridotta, le si avvicinò, "cosa ci fai qui, prima delle dieci?"
"Me lo domando anche io ma sono di fretta quindi, se potessi aprirmi il cancello senza dover cercare il mio tesserino, mi faresti un grande favore!" rispose la donna, una nota d’urgenza nella voce.
L'altro sorrise, scosse la testa e poi si diresse verso il gabbiotto. Dopo qualche secondo la cancellata si aprì e Lucienne si affrettò a dirigersi verso la sua destinazione.

Nonostante lavorasse a quell'osservatorio da più di tre anni, ogni volta che raggiungeva la cima della montagna, leggermente ansante data l'altezza, non poteva non rimanere estasiata dalla vista e dagli undici telescopi giganti che occupavano quella zona.
Dopo qualche secondo, utile per acclimatarsi, la donna con il quaderno in braccio si diresse verso il Canada–France–Hawaii Telescope.

Contrassegnato con il numero sette e attivo dal 1979, il grande telescopio giganteggiava di fronte a lei.
Il supervisore, W.J. Merline, la stava aspettando, gli occhi scintillanti di gioia dietro gli occhiali spessi.
"Sono già tutti qui?" Chiese la donna, stringendo la mano dell'altro.
"Oui." rispose l'uomo, osservando il quaderno che Lucienne teneva in mano. "È il quaderno che ti ho detto di cercare?"
"Sì, certo, ma non capisco," esclamò la donna, faticando a non apparire troppo frustrata, "Chapman mi ha chiamato dicendo solo che avete fatto una scoperta importantissima e di portare con me questo vecchio diario di mia nonna…"
"Sono sicuro che questa scoperta ti farà piacere, forse e soprattutto alla buonanima di tua nonna," disse, enigmatico, l'uomo, facendole strada fino all’ingresso.

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L'interno del Canada–France–Hawaii Telescope non era poi così imponente come la facciata esteriore poteva suggerire: con lo spazio per la maggior parte occupato dal telescopio, le stanze per il personale non erano certo molto comode, soprattutto per ospitare circa undici persone, tante quante stavano lavorando a quel telescopio in quel momento.
Quella mattina, cosa ancor più strana, tutti i ricercatori erano presenti allo stesso tempo, tutti radunati in una grande stanza chiamata scherzosamente "la Stanza delle Novità" perché era là che a Merline piaceva comunicare le varie scoperte o traguardi raggiunti dal team di ricerca.
In realtà era un semplice spazio con monitor e una decina di sedie scompagnate ma questo non diminuiva la sacralità del luogo, quando Lucienne entrò e vide tutti gli altri seduti, in attesa, non poté non sentire le viscere attorcigliarsi.
Perché erano tutti riuniti? Perché l'avevano richiamata dalle ferie?

Merline chiuse la porta e, senza dire una parola, si avvicinò alla parete, dove erano appese alcune fotografie. Ne staccò una che porse alla nuova arrivata.
Sul momento lei non capì che cosa rappresentasse ma poi riuscì a distinguere un piccolo asteroide... sì, nonostante il contorno sfocato la foto rappresentava inequivocabilmente un asteroide.

"Avete scoperto un nuovo asteroide? No perché chiaramente è una cosa bella, fantastica mon dieu, ma non capisco perché farmi svegliare alle quattro e portare questo quaderno con me," sbottò Lucienne, cercando con tutta sé stessa di non apparire isterica.
"No, questo non è un semplice asteroide," rispose, piccato, Morgan. "È un… come dire, un satellite di un asteroide!"
"Questo asteroide di circa tredici km di diametro orbita infatti intorno a un altro molto più grande," spiegò Merline.
Solo allora Lucienne spalancò la bocca, meravigliata. Un asteroide che aveva un satellite che orbitava intorno a lui.
"È.. è incredibile!" Esclamò.

"Non è la prima volta che troviamo un asteroide che a sua volta possiede, in un certo senso, una piccola luna ma penso che sia la prima volta che questa luna venga effettivamente osservata con un telescopio sulla superficie della Terra," spiegò Chapman. “Rappresenta un grande traguardo per noi e tutti e questo osservatorio!”
"Wow, grandi ragazzi… è fantastico!" esclamò Lucienne. Aveva esplorato la volta celeste così tante volte… eppure l’universo, e il progresso delle tecnologie umane, non finiva mai di meravigliarla. Ecco perché amava così tanto quel lavoro!
Senza volerlo avevano trovato un loro piccolo posto nella storia.

"Avete deciso come chiamarlo?"
Merline sorrise.
"È per questo che ti abbiamo chiamato, per questo ho chiesto che portassi il diario di tua nonna."
"Non… non capisco," replicò la donna.
"Non appena ti trasferisti qui, venni subito a trovarti. Mi ricordo che stavi sistemando il tuo appartamento in città e mi mostrasti il quaderno che hai ora tra le mani," spiegò l'uomo. "Mi raccontasti la storia della tua famiglia, mi ricordo una volta, per una mia ricerca, lo presi in prestito e lo lessi tutto. Non hai chiesto ancora una cosa importante e cioè intorno a quale asteroide questa luna appena scoperta effettivamente orbiti."
"No, infatti. Quale asteroide…"
"45 Eugenia," rispose, pronto, Merline.
"Un piccolo asteroide che orbita intorno a 45 Eugenia… non è possibile," sussurrò Lucienne, osservando il quaderno e cercando ancora una volta di ricacciare indietro le lacrime. "Le Petit Prince."

"Ogni volta dare il nome a un nuovo asteroide scoperto è un compito che, lo ammetto, mi stressa enormemente. È un compito che non prendo mai sotto gamba e ho già comunicato la scoperta dell'asteroide ma abbiamo ancora qualche ora prima di dover annunciare il nome," spiegò Merline, mettendosi a sedere su una vecchia poltrona verde e osservando intensamente Lucienne. "45 Eugenia... una piccola luna. Ho pensato di chiamarti subito qua... che ne dici, ti va di leggere un po' quel diario?"
Lucienne rimase per qualche secondo in silenzio, non sapendo ben descrivere il mix di sentimenti che stava provando.
Era anni che non apriva quel diario, che non leggeva le parole che lei aveva scritto e sua nonna dettato. Leggerlo di nuovo, anche se solo una parte, avrebbe riaperto una finestra sul passato e non sapeva se era pronta per farlo.

Sospirò poi, lentamente, aprì il quaderno e, sentendo doveroso fare una premessa, mentre sfogliava le pagine disse: "Queste sono le memorie di mia nonna, inutile che vi legga tutto… ma c'è una parte, verso l'inizio, che ci può interessare."
"E perché?" Chiese Chapman.
"Perché quando era ancora una ragazzina, poco prima che partisse per il Canada, si recava l'estate in vista da una sua zia, zia che era stata una nobildonna ed era amica di Eugenia, l'ultima imperatrice di Francia," rispose la donna, indicando sulla parete la foto dell'asteroide 45 Eugenia, nominata così in onore della donna.
"Per questo motivo mia nonna spesso incontrò l'anziana imperatrice, ormai più che novantenne ma comunque ancora in gamba, nonostante l'età e il fatto che fosse quasi del tutto cieca. Parlò molto con lei, soprattutto di Eugenio, le Petit Prince, il suo unico, perduto, figlio."
Lucienne finalmente trovò le pagine giuste.
"A sua volta ormai anziana, mia nonna ha ripreso in mano i suoi vecchi diari, me li ha dettati e io ho scritto tutto qui," spiegò la ricercatrice, indicando il quaderno ad anelli. "In questo quaderno si trova di tutto: ricette, recensioni, e tanto altro. A mia nonna piaceva molto scrivere e la colpì così tanto la storia del povero Eugenio che a lui dedicò alcune pagine, quasi un romanzo sugli ultimi anni e sulla fine di Eugenio Napoleone."

Dopo aver bevuto un goccio d'acqua, Lucienne iniziò a leggere ad alta voce.

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Salve a tutti, penso che dopo questo primo capitolo sia necessaria una piccola spiegazione. Sono una appassionato di storia, soprattutto quelle più nascoste e spesso, purtroppo, tragiche.
Quando mi sono imbattuto nella storia dell'unico figlio di Napoleone III, l'ultimo imperatore di Francia, da subito mi venne l'idea di scriverci sopra. Quando poi ho scoperto la storia della madre e di questo piccolo asteroide allora ha avuto la spinta per farlo e mettere nero su bianco le mie idee a riguardo.

Lucienne, il diario della nonna, sono personaggi e fatti di mia invenzione, un modo un po' diverso per introdurre una storia ambientata un paio di secoli fa, per il resto è tutto vero.
Le fonti che ho trovato sono molto poche quindi i capitoli non saranno tantissimi perché non mi piace inventarmi cose di sana pianta su personaggi realmente accaduti, spero che possiate apprezzare perché questo è il mio primo esperimento di una Long ambientata nel passato e ammetto che un po' di tensione, mentre a posto questa storia, la sto sentendo.

  
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