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Autore: BeautyLovegood    21/08/2022    2 recensioni
Non avrei mai pensato di scrivere una ff su una delle serie più longeve della tv americana. Ho iniziato da poco a recuperare tutta la serie e per ora sono arrivata quasi alla fine della terza stagione, so già cosa accadrà in futuro a quasi tutti i personaggi, ma in questa ff mi voglio concentrare su Elliot Stabler e Olivia Benson quando sarebbe potuto accadere qualcosa tra di loro prima della dodicesima stagione
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donald Cragen, Elliot Stabler, John Munch, Odafin Tutuola, Olivia Benson
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Olivia spalancò gli occhi. Aveva fatto l’ennesimo bellissimo sogno che però la faceva sentire come in un incubo e si svegliava sempre con il cuore spezzato. Erano ormai sei mesi che questa storia andava avanti e non era l’unico dei suoi problemi. Escluso il lavoro, lei ed Elliot non riuscivano più a parlare come due amici. Una volta portato a termine un qualsiasi caso, soprattutto quelli finiti male, se ne tornavano entrambi a casa, rifiutando persino di andare a bere qualcosa insieme a Cragen, Munch e Tutuola. Parlavano appena persino quando se ne stavano in macchina ad aspettare dei sospettati per interrogarli o i colpevoli per arrestarli.

Cragen aveva notato questo cambiamento tra i due membri della sua squadra, ma dopo essersi fatto gli affari suoi per molto tempo, una sera decise d’intervenire.

“Stabler? Benson? Venite nel mio ufficio”.

“Mi perdoni, signore, ma devo proprio andare”, disse Elliot mentre s’infilava il braccio in una manica del giaccone.

“Anche io”, disse Olivia voltando le spalle a tutti.

“Non mi sembra di avervi chiesto per favore”, puntualizzò Cragen e fissò i due detective finché non si decisero ad entrare nel suo ufficio.

“Cerco sempre di tenere separato il lavoro da quel poco di vita privata che ho e questo so che vale anche per voi e lo fate molto bene, ma qualunque cosa sia successa tra di voi al di fuori di questo distretto, risolvetela al più presto. Siete degli ottimi detective, so che siete anche buoni amici e vorrei che continuaste ad esserlo, per il bene di tutti, soprattutto del vostro”.

“Signore…”, provò Olivia, ma Cragen la interruppe alzando una mano.

“Dico sul serio, Olivia. Avete bisogno l’uno dell’altro anche senza il distintivo addosso”, aggiunse con un tono quasi paterno e li lasciò uscire.

Elliot e Olivia si guardarono negli occhi.

“Devo andare”, tagliò corto lui e fece per andarsene.

“Sei sicuro, Elliot?”, tentò Olivia. Elliot si fermò, deciso a voltarsi, ma poi cambiò idea e si avviò verso l’uscita.

“Senza offesa, ma mi ricordate quando stavo per divorziare dalla mia ultima moglie… anzi, da tutte quante”, intervenne Munch.

“Tu sì che sai come tirare su il morale alle persone”, lo rimproverò Tutuola mentre Olivia se ne tornava a casa.

Pur avendo molta fame, non aveva la forza di mangiare, neanche una fetta di pane bianco, così decise di fare un bagno caldo, cosa che faceva raramente, ma aveva un grande bisogno di rilassarsi.

S’immerse nell’acqua calda e chiuse gli occhi. Si sforzò di non pensare a niente, soprattutto alle parole di Cragen. Era carino da parte sua preoccuparsi per i rapporti tra i suoi detective, ma non c’era bisogno di trattare lei e Elliot come dei bambini, è stata una situazione imbarazzante.

Trattenne il respiro e andò sott’acqua, nella speranza di svuotare la mente, ma quando riemerse, si ritrovò Elliot sulla soglia della porta del bagno.

“Elliot…”, sussurrò, per niente spaventata di vedere il suo partner e amico a pochi metri di distanza da lei nonostante la sua nudità. Lui la stava fissando con uno sguardo dolce ma intenso che tolse il fiato alla detective. Allungò una mano per invitarlo ad avvicinarsi a lei e lui accettò subito l’invito senza dire una parola, si sedette sul bordo della vasca e continuò a fissare Olivia. Non la guardava come una brava partner e una buona amica. Il suo era uno sguardo diverso, uno di quelli che avrà sicuramente rivolto a Kathy molte volte, magari durante i primi tempi della loro storia, almeno era quello che ipotizzava Olivia, non aveva mai osato intromettersi nella vita matrimoniale del suo amico, soprattutto a causa del fastidio che provava Kathy quando capitava alle due di vedersi.

Senza staccare gli occhi da Olivia, Elliot le sfiorò il viso bagnato.

“Sei bellissima…”, disse sfiorandole le labbra con il pollice, per poi scivolare con delicatezza sul collo, in attesa di un segnale di Olivia. Lei gli prese la mano, gliela baciò e gli permise di toccarle il seno destro, in modo da fargli sentire anche il battito del suo cuore. Chiuse gli occhi per godersi le sue dita che l’accarezzavano e le stringevano delicatamente il capezzolo.

L’improvviso suono del citofono fece sussultare Olivia, ponendo fine al suo ennesimo sogno ad occhi aperti.

“Chi diavolo può essere?”, pensò a voce alta mentre usciva dalla vasca facendo attenzione a non scivolare. Si asciugò alla svelta, si mise l’accappatoio e andò a rispondere al citofono.

“Chi è?”.

Olivia… sono Elliot”.

“Che cosa ci fai qui?”.

Ti devo parlare”.

Olivia voleva dirgli che era un brutto momento, ma anche lei doveva parlargli. Questo era un chiaro segno che doveva farlo. Schiacciò il pulsante per aprire il portone, poi corse in camera da letto a vestirsi. Sentì il rumore della porta principale che si apriva.

“Olivia?”.

“Accomodati, arrivo subito!”.

Dopo aver indossato dei comodi pantaloni scuri e una maglietta rosa a maniche lunghe ed essersi pettinata i capelli umidi all’indietro, raggiunse Elliot in cucina.

“Ciao…”.

“Ciao…”.

Scoppiarono entrambi a ridere.

“Sembriamo due ragazzini al primo appuntamento”, disse Elliot, ma poi si morse il labbro per l’imbarazzo delle sue parole.

“Almeno abbiamo rotto il ghiaccio, Cragen ne sarà lieto”, commentò Olivia e andò in cucina per versare un po’ di vino rosso in due bicchieri. Elliot la seguì senza dire niente.

Fecero un silenzioso brindisi.

“È una situazione assurda. È colpa mia”, dissero in coro dopo aver entrambi bevuto un lungo sorso.

Si guardarono sconvolti. Stavano per ridere di nuovo, ma non era il caso, non avrebbe cavato un ragno dal buco.

“Forse è meglio se comincio io. Dopotutto, questo assurdo silenzio tra noi è iniziato a causa mia”.

“No, Elliot, sono io che mi sono chiusa in me senza dirti più niente. Dopotutto, tu mi conosci meglio di chiunque altro, mi sei stato vicino quando ho quasi trovato mio padre, una delle cose peggiori della mia vita e anche quando ho quasi compromesso la mia carriera per un mio errore del passato, ma quello che sto passando adesso… mi fa vergognare peggio di tutto il resto”.

“Che cosa ti è successo di così orribile, Liv? Posso aiutarti”.

“Rilassati, non sono in pericolo di vita, te lo posso assicurare”, disse Olivia sfiorandogli la mano, ma la ritrasse subito, come per paura di contagiarlo della sua colpa.

“Ma comunque, non me la sento ancora di parlarne. Adesso parla tu, per favore”, disse dopo aver svuotato il suo bicchiere. Era tentata a farsene un altro.

Elliot allontanò il suo e fece un lungo sospiro mentre si sfregava le mani.

“Sei mesi fa… Kathy mi ha lasciato”.

Il cuore di Olivia saltò un battito.

  
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