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Autore: ArrowVI    23/08/2022    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 14-10: Sopravvissuta






"Quando l'abbiamo trovata... Abbiamo ben presto realizzato fosse l'unica sopravvissuta."


                                                                                                                                                                                                                        "Capisco... Andromeda, quindi anche mio padre è...?"


            "Mi dispiace..."

                                                                                                                                             "Arthur aveva ragione, alla fine... Neanche questa volta siamo riusciti a cambiare il futuro."

   "Padre, io-"

                                                                                                      "Non è colpa tua, Sarah. Come sta la ragazza, piuttosto?"

   "..."


"Non ha aperto bocca da quando siamo arrivati a Magnus. L'abbiamo lasciata alle cure di Ehra, speriamo lei riesca a fare qualcosa."






In quei momenti, le parole dei presenti sembrarono voci irriconoscibili ed eteree a cui Luciana non prestò la benché minima attenzione. Persa nel vuoto davanti a se, occhi spenti e colmi di disperazione, ormai secchi perfino dalle lacrime. Neanche le parole di Ehra riuscirono a raggiungerla. Tutto intorno a lei sembrava avvolto da una oscurità profonda, talmente
fitta che le sembrò palpabile.


Quando sollevò lo sguardo, Ehra non riconobbe più la ragazza che Xanders le presentò quel giorno. Il suo sguardo era distrutto, colpevole... Sembrava morto.


"Perché sono ancora viva, Ehra?"
Quella domanda pietrificò la donna.


"Erano tutti migliori di me... Tra loro, ero la più debole e inesperta, quindi... Perché io?"
Se non fosse stata in grado di raggiungere quella ragazza, in qualche modo, Ehra era sicura che l'avrebbe persa per sempre. 


                                                                                             "Sono tutti morti... Perché sono sempre io a sopravvivere?"



Lo sguardo che si fece largo nel volto della ragazza terrorizzò perfino Ehra. Era lo sguardo di qualcuno che aveva perso ogni ragione di vivere. 
Lo sguardo di qualcuno che continuava a darsi le colpe di quello che fosse successo, nonostante non ne avesse alcuna.



"Sono maledetta, vero? Il mio villaggio, la mia famiglia e ora... Loro... Non voglio più sentirmi in questo modo, Ehra... "



"Mai più... Mai..."






Dopo aver lasciato le cucine Vermilion si appoggiò lentamente a un muro. Il suo respiro cominciò a farsi sempre più pesante e ben presto sentì le sue gambe tremare. Le sembrò che avrebbero potuto cedere da un momento all'altro. Quelle memorie ripresero a fluire come un fiume in piena nella sua mente, straripando e distruggendo ogni cosa nel suo cammino.
A stento fu in grado di trattenere le sue lacrime, evitando che qualcuno potesse vederla in quello stato.

Sapeva che doveva essere forte, doveva essere più forte di chiunque altro.


"Non devi arrenderti alla disperazione, Luciana."
Le parole di Ehra, all'inizio non sembrarono convincerla.

"Facile a dirsi..."
Rispose la ragazza, mostrando un sorriso rotto dal dolore.

"Non sei maledetta."
L'abbraccio della donna non la raggiunse.

"Combatti e vai avanti... Non dimenticarli, ma non permettere che il dolore trascini nell'abisso anche a te."
Continuò la donna.

"Combatti... Se non puoi farlo per te stessa, fallo per gli altri. Combatti affinché nessuno debba sentirsi come ti sei sentita tu. Combatti per proteggere gli altri dalla tua disperazione, combatti per impedire che quello che è successo a te possa succedere a qualcun altro."



Lentamente, il respiro di Vermilion cominciò a stabilizzarsi.
Sollevò quindi lo sguardo verso l'alto, fissando il vuoto sopra di se per qualche istante, persa nei suoi pensieri.

Poi, finalmente, venne raggiunta da Neptune e Michael, notò come quest'ultimo avesse una espressione preoccupata e colpevole.


<< Tutto ok? Ho detto qualcosa che ti ha messo a disagio? >>
Domandò il ragazzo, preoccupato.

Lo sguardo di Luciana divenne freddo come il ghiaccio, ma l'unico a notarlo in quell'istante fu Neptune.

<< No, non devi preoccuparti. >>
Rispose la ragazza, schiarendosi la voce.
Michael tirò un grosso sospiro di sollievo, pensando che fosse tutto apposto.

<< Ah... Menomale, avevo paura di aver detto qualcosa di sbagliato... >>
Disse il ragazzo. Poi notò finalmente anche lui lo sguardo freddo e distaccato che si era ormai fatto largo nel volto della ragazza.



<< Avete intenzione di continuare con l'allenamento, o preferite sprecare altro del mio tempo? Non ho alcun interesse a trascorrere tempo prezioso insieme a qualcuno che non riesce a comprendere in quale genere di situazione ci troviamo. >>
Le parole di Vermilion confermarono i sospetti di Neptune e colsero anche Michael alla sprovvista. Sembrava che il suo carattere fosse cambiato improvvisamente.

<< Sei arrabbiata con me, Lucy? >>
Domandò Michael.

<< Non chiamarmi in quel modo. >>
La risposta di Vermilion fu secca e istantanea, così fredda e distaccata che per un istante a Mike sembrò di parlare con un completo sconosciuto.
Lo sguardo della ragazza era fisso su di lui, intenso ma allo stesso tempo vuoto, quasi come se stesse fissando qualcos altro e non lui.

<< Ti preferivo quando eri amichevole. >>
Borbottò Neptune, attirando su di se lo sguardo infastidito di Vermilion, che rapidamente lo ammonì con un tono infastidito e distaccato.

<< Io? Amichevole? Con te? In che mondo? Non farmi ridere. >>
Ringhiò la ragazza.


<< Ho un milione di cose più importanti da fare, quindi ditemi ora se avete intenzione di continuare o meno con l'allenamento. In caso contrario, fare pure quello che volete: a me non interessa. >>
Aggiunse subito dopo.


Entrambi i ragazzi dissero di voler continuare con l'allenamento e Vermilion, rispondendo con un semplice verso di disappunto, diede le spalle a entrambi senza sprecare altro tempo.

<< Raggiungetemi alla sala di allenamento, allora. Non ho intenzione di aspettare a lungo. >>
Disse, allontanandosi.





"Cosa puoi dirmi, Ehra?"


                                                                            "Xernes... Il modo in cui parla, quel suo sguardo... Sarò schietta: nonostante ne sia uscita fisicamente incolume, quella ragazza è                                                                                           morta dentro la foresta insieme ai suoi compagni."


"Credi di poterla aiutare?"         


                                                                                  "Non ne sono sicura... L'unica cosa che posso fare, per ora, è seguirla per un po' ed evitare faccia qualcosa di... Stupido."

"Non penserai voglia uccidersi, vero?" 


                                                                                   "Ho paura possa esserne in grado."




Da quel giorno, Luciana divenne molto più distaccata con quasi tutti, a Magnus.
Perfino Ehra ebbe problemi a riconoscerla, spesso e volentieri. Passarono anni prima che mostrasse alcun segno di tranquillità d'animo e serenità. E, ciononostante, dietro quei suoi sorrisi forzati Ehra fu in grado di vedere le acque burrascose dentro la sua mente che mai pensò si sarebbero placate.
Più e più volte Xernes la invitò a entrare a far parte di gruppi dove avrebbe potuto allenarsi, come fece un tempo con Xanders, ma ogni volta Vermilion rifiutò... Indifferentemente da quali fossero le abilità dei suoi compagni, rifiutando perfino la possibilità di entrare a far parte del gruppo allenato personalmente da Arthur e Merlin, di cui faceva parte anche Lancelot.


Continuò a distaccarsi da tutti sempre di più, e quando Ehra le domandò per quale motivo stesse facendo il contrario di ciò che le avesse suggerito, Vermilion le diede finalmente la sua risposta.



"Ehra, mi hai detto di fare altri legami, di lasciarmi tutto nel passato e di andare avanti... Ma non posso farlo."


"Sono maledetta. Ogni persona a cui mi affeziono, muore. Ogni volta, sono l'unica a restare in vita."


"Avrei potuto fare molto di più... Se non fossi stata così stupida, avrei potuto salvarli..."


"Se per proteggere gli altri, e me stessa, devo isolarmi... Allora così sia. Non metterò più in pericolo nessuno, e io non mi sentirò più in quel modo."



Nonostante Ehra continuò a ripeterle che non fosse vero, che lei non fosse veramente maledetta, le sue parole non la raggiunsero.
Da quel giorno, Vermilion smise d'interagire con chiunque a meno che non fosse obbligatorio, mostrando comunque un comportamento distaccato e freddo.
Da quel giorno, Ehra cominciò a temere che non avrebbe mai più incontrato Luciana.



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Fine del capitolo 14-10, grazie di avermi seguito e alla prossima con l'inizio del volume 15!


 

 

   
 
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