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Autore: Efffp25    27/08/2022    0 recensioni
Chiara è una ragazza molto tranquilla, che ama scrivere e disegnare, al suo primo giorno del suo quarto anno di liceo arriverà un nuovo studente nella sua classe: Luigi Bianchi. Agli occhi di tutti il ragazzo apparirà come silenzioso e molto riservato, tuttavia rimarrà colpito dalla bontà d'animo della ragazza. Lei lo aiuterà a uscire da quel tunnel, eppure quell’amicizia potrebbe essere qualcosa di più. Ma un problema a scuola cambierà le carte in tavola, cosa accadrà alla loro classe?
Genere: Commedia, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO SECONDO
DOVEVO DIRTELO PRIMA
 
 
(Rise Above di Two Steps From Hell)

 
Quel pomeriggio di inizio novembre ero a fare un giro per il quartiere con la bicicletta, mentre canticchiavo pensavo a cosa scrivere per continuare il capitolo del mio libro.
Si, mi piace scrivere, ogni volta che succede qualcosa di inaspettato ci scrivo una storia.

 
In quel momento passai vicino al parco giochi, vidi un ragazzo dal volto familiare seduto in una panchina, indossava una felpa larga blu e sembrava che il suo sguardo fosse spento e perso chissà dove.
 
Scesi dalla bici e lo guardai in faccia, lui si accorse di me e alzò la testa: era Luigi «Ciao Luigi, come va?» chiesi sorridendogli gentilmente mentre mettevo il freno alla bici «B-Bene...» bofonchiò lui.
Mi sedetti accanto a lui e ci raccontammo qualcosa, il problema era che ogni volta che gli facevo qualche domanda bofonchiava qualcosa o non diceva nulla

«Ehi, guarda questo video su questo cane» dissi prendendo il cellulare e glielo mostrai:
Il cane del video abbaiava e faceva gli occhi dolci allo spettatore. I miei occhi brillavano per la tenerezza, era troppo carino!
Io amo i cani!
 
Mi girai verso Luigi, lo guardai negli occhi e vidi che i suoi occhi erano spenti e persi nel vuoto «Luigi, sei sicuro di stare bene?» chiesi preoccupata, era già la seconda volta che glielo chiedevo, lui si girò verso di me «C-Chiara, i-io…» bofonchiò e in quel momento si aggrappò al mio cappotto
«Ma che…» non riuscì a dire una parola e lui scoppiò a piangere disperato «Ehi ehi, che succede?» chiesi preoccupata e mi sedetti più vicina a lui, le lacrime erano così copiose che gli scorrevano all’infinito sul viso, presi un fazzoletto e lo calmai, non appena si fosse calmato gli chiesi cosa fosse successo

«So che forse non dovrei raccontatela…ma…» iniziò
«Qualunque cosa mi racconterai io ti ascolterò» dissi chiudendo la sua mano nelle mie, lui fece un respiro profondo e mi sussurrò una parola «Dolore…»

 
«È successo tutto l’anno scorso: era aprile e uno dei fratelli di mio padre, mio zio Marco se ne andò per via di una malattia che stava combattendo da tempo ormai, fu orribile, quando lo venni a sapere piansi per giorni e non andai a scuola. Mio zio era sposato con una donna molto brava, non hanno avuto figli ma ogni volta che andavo da lui era sempre molto gentile e sorridente con me. Non mi dissero mai di questa malattia per molto tempo, alla fine fu mia zia a dirmelo.
A lui ci tenevo molto e quando me lo dissero rimasi devastato, ero già sconvolta quando me lo avevano detto di che malattia soffrisse. Poi tutto il mondo mi è crollato addosso: ho in continuazione attacchi di panico e a volte la notte non riesco a dormire, da un po’ di tempo ho iniziato anche a tagliarmi sulle braccia. Quando la notte non riesco a dormire penso a lui e a tutti i bellissimi momenti che mi ha fatto vivere» aveva buttato fuori tutto, tutti i dolori, tutte le pesanti catene che si trascinava da chissà quanto tempo.

Dopo essersi asciugato le lacrime con la manica della felpa fece un respiro profondo e riprese a raccontare
 
«I miei sono ancora molto sconvolti da questa notizia, dopo questo evento ho lasciato perdere la scuola e mi sono fatto bocciare, per mia madre è stato un dramma e si è infuriata ma a me non me n’è importato uno beneamato piffero. Nella mia vecchia classe alcuni miei compagni di classe mi prendevano in giro perché stavo sempre da solo ma non me n’è importato mai del loro giudizio, nonostante le loro parole facessero male come coltelli affilati»
 
si fermò e iniziò a guardarsi le mani, lentamente riprese a piangere, ma stavolta in silenzio.
Gli misi una mano sulla spalla e lo guardai dritto negli occhi
 
«Luigi, io comprendo il tuo dolore, e tutto questo può fare molto male, ma ricordati che se sei qui a parlarne con me è perché sei vivo e che sei rimasto forte» lui non disse una parola e mi lasciò finire «Come mai hai deciso di parlarne proprio con me?»
 
Lui sforzò di sorridere con il viso rigato di lacrime «Perché tu sei speciale: sei diversa da molte ragazze, sei unica nel tuo genere, sei sempre te stessa ed è questo che ti distingue da tutti gli altri. Quando ti ho vista ho subito capito che c’era qualcosa di speciale in te, e ho capito che di te mi potevo fidare» disse mentre sorrideva e le lacrime gli scorrevano sul viso, io mi bloccai: nessuno mi aveva mai detto una cosa simile, mai. Mi sentivo come se avessi appena preso il volo, era come se avessi toccato il cielo con un dito.
 
Si, di solito sono quella ragazza con i capelli corti, gli occhiali, la passione per il disegno e la scrittura, ma forse non ero così diversa dalle altre, oppure si?
 
Ma non capivo cosa c’entrasse però il cane del video, così glielo chiesi «In camera ho un peluche a forma di cagnolino, è stato un suo regalo. E di mio padre» disse stringendo la mano sulla gamba.
 
Dopo pochi minuti di silenzio si ricompose e si rimise in piedi, vidi che i suoi occhi si stavano riaccendendo dopo quella chiacchierata, le fiamme tornano piano piano a riaccendersi e a ardere
 
«Andrà tutto bene, io ti aiuterò» dissi alzandomi a sua volta e gli feci una leggera carezza sulla guancia.



ANGOLO AUTRICE 
Eccomi qui con il secondo capitolo della storia, ma stavolta con qualcosa di un pochino triste, spero che questa sto storia vi stia piacendo. Ci vediamo martedì con il nuovo capitolo. A presto 😊😊
 
   
 
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