Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: BlackPaperMouse86    02/09/2022    0 recensioni
La ribellione di una maga ha riscritto l'Universo. Homura governa su Mitakihara in qualità di demone e le ragazze magiche hanno perso i ricordi delle vicende passate. Tutto sembra normale, sereno, ma manca qualcosa. Questo non sfugge agli occhi attenti di Sayaka, alla quale la rappresentante di classe Homura Akemi non è mai andata a genio.
Genere: Avventura, Dark, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Homucifer, Kyoko Sakura, Sayaka Miki | Coppie: Homura/Madoka, Kyoko/Sayaka
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A Homura piaceva ballare. Durante notti come quella, in cui la luna si mostrava agli uomini sottoforma di falce sottile, amava appartarsi nel luogo più silenzioso della città, il giardino di fiori. Ascoltava a lungo il silenzio vibrare contro i fili d'erba, osservava le ultime luci della città spegnersi, una finestra dopo l'altra. Poi, preso un lungo respiro, chiudeva gli occhi e si lasciava volare. 

Fluttuava appena sopra il terreno, le gambe leggermente piegate. Avrebbe voluto schiudere le proprie ali, permettere loro di respirare finalmente fuori dalla pelle. Non immaginava che celare la sua natura di demone sarebbe stato tanto difficile - perlomeno non fisicamente. Era appagante travestirsi da studentessa per spiare i comportamenti di Madoka, ma al contempo questa continua attività la appesantiva. Sentiva un bisogno, ogni volta che la vedeva, un bisogno immenso di rivelarsi, di gridare chi fosse davvero. I suoi poteri bramavano di palesarsi al mondo che avevano creato. Ma al contempo, la creatura infera sapeva bene che non era il caso di essere avventati. Rinunciare alla perfetta copertura della studentessa modello sarebbe stato un errore da sciocchi. 

E così, ogni giorno, l'angelo caduto camminava tra i mortali e si sforzava di essere come loro - mangiava, beveva, parlava -, ma non poteva fare a meno di odiarli per la loro pochezza. Desiderava il loro male, e questo poteva celarlo fino a un certo punto. 

Una volta ritrovato il contatto col terreno, i piedi di Homura erano scivolati rapidi sull'erba. Non percepiva più il peso del proprio corpo, ormai impegnato a seguire un ritmo sconosciuto. La danza proseguiva per lunghi minuti. I capelli correvano nel vento. 

Erano questi i momenti in cui, ammirando la Mitakihara da lei pensata, Homura gonfiava il petto di orgoglio. I suoi occhi erano tinti di un languore sereno, il sorriso era quello di un dio perfetto. Pensandosi come artefice di quell'universo, il demone rimediava per sé stesso uno splendido rituale di pace. 

Tuttavia, non appena ogni luce era spenta e non c'era più niente da osservare, Homura abbandonava i suoi gesti leggeri. Riportava le scarpe contro il suolo, premendo a fondo fino a sentire brulicare gli insetti sotto la terra. Le pupille tornavano severe, strette come quelle di un coccodrillo - a illuminarli solo un freddo bagliore rosato. All'improvviso era di nuovo in controllo: Mitakihara era sua, e anche quella notte Akemi doveva lavorare. Avrebbe dovuto mantenerla intatta fino al giorno seguente, cullare i sogni di Madoka e dei suoi conoscenti…

Tenere impegnati gli abitanti ancora svegli. 

 

"Sayaka andiamo!" Gridò Kyoko e entrambe partirono all'attacco. Come previsto, il famiglio era solo un annunciatore: nel giro di poco tempo le condusse dalla sua Sirena. Volò a lungo fino alla porta di un'abitazione, che attraversò come fosse aria. Kyoko e Sayaka l'avevano inseguito fino a quel punto. 

Le Sirene, messaggere di sventura, rappresentavano l'oscurità insita in ogni uomo: somigliavano ai mostri che appaiono negli incubi. Prendevano forma dai sentimenti distruttivi degli individui, sfruttandoli per espandere il proprio potere. Una volta diventate forti, si impegnavano a creare il Labirinto, uno spazio chiuso al cui interno erano inglobate più persone possibili. L'uscita non esisteva: il Labirinto si apriva solo se distrutto. Ma l'uomo comune non aveva speranze di contrastare il potere della Sirena: una volta catturato, veniva stordito dal canto dei suoi famigli e digerito lentamente dalla barriera stregata. Nessuno sapeva dell'esistenza di queste creature, che ogni giorno si rendevano responsabili di delitti inspiegabili, sparizioni misteriose. 

Ma a combattere la sventura entravano in gioco le Maghe. Nemmeno di esse si poteva dire che fossero umane, almeno non per intero. Si trattava di esseri magici in grado di percepire le Sirene e di combatterle: al momento della nascita, avevano ricevuto in dono poteri simili a quelli delle fate o delle dee. Era durante l'adolescenza, tuttavia, che questi poteri si manifestavano e che la Maga ne prendeva consapevolezza. Una volta compreso il proprio ruolo nel mondo, essa aveva il compito di proteggere i più deboli dalla minaccia delle Sirene… Anche a costo di farlo nell'oscurità, senza che le persone conoscessero il suo sacrificio. Perlomeno, così la pensava Sayaka. Non era insolito che due o più Maghe si alleassero per combattere e sconfiggere più avversari possibili. 

"Eccola!" Sakura indicò la piccola casa dove si era rifugiato il famiglio. "L'entrata del Labirinto!" 

"Ma che significa?" Sbottò Sayaka. "Che la Sirena ha preso di mira un'intera famiglia?" 

"C'è solo un modo per scoprirlo." 

Dalla tasca dell'uniforme Kyoko estrasse un anello argenteo. Infilato al dito, questo iniziò ad emanare un accecante bagliore rosso. Come avvolti da una fiamma, i vestiti della giovane si incenerirono, lasciando spazio a un lungo completo porpora. Sentiva i piedi bollenti dentro gli stivali, i muscoli rinvigoriti e tesi. Dal cielo cadde verso di lei una lancia sottile: Kyoko la afferrò e la rigirò tra le dita con una facilità impressionante, come se l'arma fosse un mero prolungamento dei suoi arti. 

Anche l'anello di Sayaka emise una luce, ma questa era azzurra come i fiumi illuminati dal sole. La ragazza ebbe la sensazione che una doccia d'acqua fredda la travolgesse. Al termine del rito si ritrovò nascosta sotto a un telo bianco: una volta scostato, la ragazza realizzò che si trattava del proprio mantello. Esso copriva appena le spalle, che per il resto erano nude e rabbrividivano piacevolmente ai sospiri del vento. La maga estrasse dalla terra una lunga spada, fermandosi qualche secondo ad osservarne la punta lucente. Le amiche si affiancarono in posizione di combattimento. 

"Pronta?" 

Subito si tuffarono nel Labirinto. 

Lo spazio all'interno era deformato, senza confini. Sopra la loro testa si estendeva un cielo sbiadito dalle nuvole rosse e bianche. 

Dinnanzi alle maghe si stagliava un enorme edificio cubico, senza porte o finestre, dietro al quale sporgeva una testa gigantesca. Pareva un volto timido di donna, pallido come se fosse stato scolpito nel marmo. Sotto di esso scendeva un lungo collo scoperto, poi le spalle bianche, il seno. Quest'ultimo, parzialmente nascosto dall'abitazione cubica, era protetto da un pettorale dorato. Le braccia nude, gigantesche, avvolgevano la casa scura e ne carezzavano i bordi con delicatezza. Sul tetto era posizionato un esercito di civette. Queste, agitando con forza le piume, cantavano le lodi della loro padrona. Tra i versi sconnessi della canzone, Sayaka riuscì a cogliere solo due espressioni: 'sono io' e 'tremenda Sofia'. 

"Dobbiamo trovare le persone catturate prima che vengano mangiate!" Affermò Miki. 

"Tempo al tempo" Ghignò Kyoko impugnando la lancia. "prima voglio dare una lezione a questa bellezza." 

Presa la rincorsa, la rossa si gettò dritta verso il nemico. Puntò la lancia a terra come fosse un'asta e si diede la spinta per un salto immenso che la indirizzò diretta sul tetto. Prima ancora che atterrasse le civette le furono addosso. 

"Ora sì che mi diverto!" Pensò esaltata.

Nel frattempo, Sayaka si era avvicinata all'enorme cubo scuro. Se la Sirena lo stava cingendo con le braccia come per proteggerlo, significava certo qualcosa. Provò a sfondarne i muri a colpi di spada, poi con il corpo ma senza risultati. Stava cercando di capire se quella struttura avesse un punto debole, una porta nascosta. In ogni caso la sua magia da sola non era sufficiente: doveva elaborare un piano diverso. 

La grande mano bianca del mostro scese fino alla maga, la afferrò per il mantello e con forza disumana la scagliò lontano. 

"Sayaka!" Chiamò Kyoko. Le civette nel frattempo si erano fatte più violente, e il loro canto si era trasformato in un lamento stridulo. 

Pochi istanti dopo, come una cometa apparsa nella notte, Sayaka volò indietro verso la Sirena spinta da una potenza misteriosa. Stretta la spada tra entrambe le mani, la maga emise un agghiacciante grido di guerra. 

Per un momento, Kyoko smise di combattere solo per guardarla. L'energia che prorompeva da quel volto, la tensione totale sulle membra… Era questa la maga di cui si era innamorata. Una guerriera dall'armatura brillante come il sole sul ghiaccio. Non importa quanto veniva colpita, quanto dolore pativa: non sarebbe caduta mai. Anche davanti a un avversario imbattibile, il suo animo non si sarebbe piegato - a volte Kyoko pensava… Che avrebbe potuto vincere anche la morte. Se un qualche mostro l'avesse inghiottita, rinchiusa, fatta a pezzi del tutto, neanche questo sarebbe bastato a ridurre l'intensità del suo grido. 

Miki trafisse l'occhio angosciato della Sirena, che urlò disperata portandosi le braccia al viso. I famigli attoniti si guardarono reciprocamente - a quel punto fu uno scherzo coglierli di sorpresa. Sakura aprì la propria lancia dividendola in due parti unite tra loro da una pesante catena. Una volta allargata l'arma, la rossa si esibì in una sorta di piroetta. La lancia mossa dalla spinta circolare arrivò a colpire tutte le civette e a spazzarle via dal tetto una dopo l'altra. 

Nel frattempo Sayaka aveva affiancato la compagna, una luce intensa illuminava il suo volto. 

"Kyoko! Seguimi!" Ordinò gettandosi giù verso il pavimento del Labirinto. Sakura ghignò e saltò con lei. Una volta atterrate davanti all'abitazione cubica, al centro del Labirinto, la maghe prepararono le armi. 

"Pronta?" 

"Sí!" 

E si lanciarono a sfondare il prezioso cubo di Sofia.

 
   
 
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