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Autore: Fiore di Giada    02/09/2022    0 recensioni
[Sandokan]
- Le tue parole mi hanno fatto arrabbiare, non lo nego. Mi sono sentito ferito e amareggiato. Però, non voglio farmi trascinare dalla rabbia. -
Prese le mani di Yanez e le strinse tra le sue.
- Sei stato sincero, ma non basta. Devono essere le tue azioni a parlare per te. - dichiarò, serio.
Con un cenno deciso del capo, l’europeo annuì. Sì, capiva bene la prudenza di Yanez.
- Sì. Non ti deluderò, amico mio. -
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La sua voce non era mai stata così fredda.
- Ti odio. Non osare comparire alla mia presenza. -
Come pietre in una slavina, le crudeli parole di Sandokan si abbattevano su Yanez.
E lui, di solito reattivo nelle risposte, taceva, gli occhi lucidi di lacrime.
Quel gelo colpiva, duro, crudele, implacabile, ma era meritato.
Lui si era accanito su Marianna senza alcun motivo.
L’aveva giudicata male, annebbiato da uno stupido, crudele pregiudizio.
Sandokan aveva ricambiato l’offesa da lei subita con la medesima, dilaniante moneta.
- Ho capito. - aveva mormorato, il tono flebile.
Si era girato e, a passo rapido, aveva percorso la capanna.



- Calmati! - urlò una voce ferma, decisa, risoluta.
Di scatto, il portoghese aprì gli occhi e lanciò sguardi angosciati ora a destra, ora a sinistra. Dove era?
Tutto, in quel momento, gli pareva confuso.
Una mano ferma, ad un tratto, si posò sulla sua guancia e lo costrinse a girare la testa.
A quel tocco, l’avventuriero sussultò, come fosse stato colpito da una scossa elettrica, poi i suoi occhi cerulei si specchiarono nelle iridi castane di Sandokan.
Il principe malese aggrottò un sopracciglio, meravigliato. Il suo amico lo fissava con una espressione stralunata, sofferente.
E… E sembrava quasi avere paura di lui.
L’europeo, per alcuni istanti, rimase immobile, il respiro affannoso e il cuore palpitante contro le costole. Era emerso da un terribile sogno.
Sandokan, in quel momento, era reale e ne poteva sentire il tocco deciso, ma gentile sulla guancia.
Forse, non era mutato nulla.
Scosse la testa e, con un gesto cortese, allontanò la mano dell’amico. No, non poteva non essere cambiato nulla.
Era trascorso troppo poco tempo da quel loro stupido litigio.
Di scatto, scese dall’amaca e fece per allontanarsi. Sentiva su di sé il peso della vergogna, anche se non voleva ammetterlo.
Non riusciva a guardare negli occhi Sandokan.
Il malese, tuttavia, lo seguì e lo fermò. Qualcosa turbava Yanez e lui, ostinato, teneva per sé le cause della sua angoscia.
La sua maschera sorridente e ironica nascondeva un estremo pudore dei sentimenti.
- Che ti succede? - domandò, sempre più preoccupato. No, non gli avrebbe permesso di nascondersi.
Yanez, ostinato, tacque e abbassò la testa.
- Mi… Mi dispiace. - soffiò, amareggiato.
Il giovane principe malese alzò un sopracciglio, perplesso. Continuava a non capire la ragione della pena di Yanez.
- Io… Io ti voglio bene, amico mio. In poco tempo, sei diventato per me un fratello. Eppure, mi sono comportato con te come una donna gelosa. Tu sei stato fortunato a trovare una donna come Marianna. E io… Io, invece di gioire per te, ti ho attaccato. Ho riversato su di te una mia stupida rabbia. - sussurrò.
Sandokan, per alcuni istanti, rimase silenzioso. Yanez non aveva dimenticato quel loro litigio e provava rimorso sincero.
In quel momento, aveva provato rabbia verso il suo pur caro amico portoghese, ma l’affetto per lui aveva prevalso.
Ne era sicuro, Yanez non aveva parlato in quel modo per cattiveria.
- Le tue parole mi hanno fatto arrabbiare, non lo nego. Mi sono sentito ferito e amareggiato. Però, non voglio farmi trascinare dalla rabbia. -
Prese le mani di Yanez e le strinse tra le sue.
- Sei stato sincero, ma non basta. Devono essere le tue azioni a parlare per te. - dichiarò, serio.
Con un cenno deciso del capo, l’europeo annuì. Sì, capiva bene la prudenza di Yanez.
- Sì. Non ti deluderò, amico mio. -







   
 
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