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Autore: SilkyeAnders    04/09/2022    0 recensioni
[The Quintessential Quintuplets]
[The Quintessential Quintuplets](Manga: The Quintessential Quintuplets)
Ship: Miku/Futaro
La mia fanfiction ha origine dopo il festival scolastico in cui Futaro deve compiere la sua scelta (non faccio spoiler sull'opera originale per chi non l'avesse ancora vista o letta).
Nel dubbio di compiere la scelta sbagliata Futaro prende la strada più semplice scatenando l'ira di alcune gemelle e la compassione di altre.
Miku sente l'obbligo di sistemare le cose e tenterà di far ragionare Futaro affinché prenda una reale decisione.
(Ho inserito la storia nelle shonen perché l'opera è classificata come tale su internet, eventualmente fatemi sapere se è necessario spostarla di categoria).
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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MIKUXFUTARO Ha scelto me Ha scelto me...


Capitolo 1: Serendipità.

https://www.youtube.com/watch?v=ejR5zKaPZ0g

Serendipità (se.ren.di.pi.tà)
sostantivo femminile              
L'occasione di fare scoperte per puro caso e, anche, il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne stava cercando un'altra.
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Serendipità.
In poche parole, un colpo di fortuna. Era in quel modo che Nakano Miku aveva sempre valutato il suo incontro con Uesugi Futaro, un mero colpo di fortuna.
Chi se lo aspettava però che, nel cercare qualcosa che non sapeva nemmeno cosa fosse, avrebbe trovato qualcosa che valeva la pena di cercare? Certo, nel processo aveva trovato anche un mare di guai che sicuramente non avrebbe voluto trovare, eppure, era proprio da quelli che aveva imparato le lezioni più preziose.
Ora che tutto stava per terminare, che la straziante attesa di amare uno come Futaro Uesugi stava per finire, Miku non sapeva come sentirsi.
Il terrore che lui potesse scegliere una delle sue sorelle gemelle la attanagliava, si era ripromessa di essere felice per chiunque avesse scelto ma iniziava a rendersi conto, nel silenzio di quella stanza buia illuminata dai fiochi bagliori dei fuochi artificiali, che non sarebbe stato possibile.
Il solo pensiero che potesse andare da una delle altre la riportava indietro ai primi periodi in cui si erano conosciuti ed era un luogo della sua mente dove Miku non voleva tornare.
Il non sentirsi abbastanza, il desiderio enorme di cambiare se stessa, la timidezza... Tutte quelle caratteristiche che la rendevano debole ai propri occhi, ecco, lei non voleva più sentire nulla del genere nel suo cuore.
-Quindi sceglimi Futaro...- mormorò fra sé spegnendo quel silenzio logorante.
Era così facile avere paura... Così difficile credere che lui avrebbe potuto sceglierla finalmente.
Le lancette dell'orologio scattavano di minuto in minuto rendendo l'attesa ancora più difficile da sostenere, fosse dipeso da lei sarebbe corsa fra le sue braccia senza lasciargli la possibilità di scegliere ma sapeva che non sarebbe stato giusto, non solo nei confronti di Futaro e delle sue sorelle, anche nei propri confronti.
Il tempo scorreva inarrestabile e l'ora dell'incontro si avvicinava pericolosamente facendo palpitare il cuore della ragazza con anticipazione; sensazioni con cui negli ultimi periodi si era fatta amica percorrevano ogni centimetro del suo corpo: le mani sudate, il battito accelerato, le gambe come gelatina... Si chiese come sarebbe andata avanti se fosse stata costretta a provare tutto ciò senza poterlo dire chiaramente.
L'ultimo fuoco d' artificio volò alto in cielo per poi spegnersi e scivolare in terra, sparito in un attimo con un rumore frastornante e una luce abbagliante... Futaro non era arrivato.
Miku abbassò il capo in segno di sconfitta, aveva scelto una delle sue sorelle... Non c'era più nulla da fare.
Decise di rimanere ancora un po' nella vana speranza che lui potesse arrivare ma, come prevedibile, Futaro non arrivò.
Il buio della stanza era diventato l'unica consolazione di Miku, anche il ticchettio delle lancette che in quell'attesa interminabile aveva imparato a odiare era ormai quasi confortante.
La ragazza si scostò dalla finestra e si diresse a passo lento verso la porta, lo sguardo fisso su un punto impreciso davanti a lei.
Non immaginava che il dolore potesse essere così insopportabile... Non avrebbe saputo come spiegarlo, le ricordava il senso di vuoto che aveva provato quando morì sua mamma, erano due situazioni totalmente diverse eppure stranamente simili.
Miku aprì la porta e, con il capo chino, riuscì a distinguere quattro paia di piedi immobili davanti alla classe.
La liceale alzò lo sguardo rapidamente, erano le sue sorelle! Erano lì, tutte e quattro.
Ci mise un attimo a capire cosa stesse accadendo, gli sguardi delle altre ugualmente confusi... Poi, la realizzazione colpì tutte e cinque come un fulmine a ciel sereno: Futaro non aveva scelto nessuna di loro.
-M-Ma... Perché?- chiese Yotsuba con le lacrime agli occhi.
-Perché non sarebbe stato corretto- disse una voce alle loro spalle.
Miku l'aveva visto avvicinarsi ma non era riuscita a parlare, sentiva il cuore troppo pesante e non si fidava di ciò che avrebbe potuto dire in una simile situazione.
-Che vuoi dire?- esclamò Nino, lo sguardo severo.
-Io non voglio che le cose fra noi cambino... Per me la cosa più importante è sapervi unite in quanto gemelle, non potrei mai accettare di rovinare il vostro legame. Non voglio essere la causa per cui un giorno vi dividerete, creare dissapori fra voi non è il mio ruolo- spiegò Futaro.
-Ti avevo avvisato di non prendere una scelta tanto idiota Futaro- ringhiò Ichika.
-Non ha senso!- esclamò Nino furiosa.
-Perché ti dai così tanta importanza?- sbuffò Itsuki.
-Credo tu sia stato troppo precipitoso- mormorò Yotsuba.
Miku non disse nulla, non poteva. La verità era che, anche se con moltissimo sforzo, poteva capire i sentimenti di Futaro. Capirlo però non voleva dire accettarlo.
Si sentiva confusa quanto le sue sorelle ma si chiese anche che cosa dovesse provare lui in quel frangente.
Per come la vedeva lei, Futaro aveva ammesso di provare dei sentimenti per le gemelle ma di non sapere ancora quali fossero e a chi fossero rivolti esattamente, rinnegarli doveva essere faticoso.
-Sapevo che avreste reagito così... Sono pronto ad assumermi la responsabilità delle mie azioni- asserì Futaro, lo sguardo serio.
-Quello che mi fa più rabbia è proprio questo tuo atteggiamento- sibilò Ichika :-Pensi di fare la cosa giusta comportandoti in modo così crudele?-.
-Basta così- disse Miku :-Futaro ha preso la sua decisione, non possiamo fare nulla per cambiarla-.
-E a te sta bene?- esclamò incredula Nino.
-Come ho detto, Futaro ha scelto- si limitò a dire la terzogenita.
Non aggiunse altro, si limitò a lanciare un'occhiata incomprensibile in direzione di Futaro prima di andare verso l'uscita.
Nino scosse il capo :-Non mi trovi d'accordo Futaro, sei stato codardo-.
Anche lei seguì Miku fuori dalla scuola.
La terza ad uscire fu Itsuki :-Non credo di capirti ma forse è normale per due come noi-.
Seguì Ichika :-Se credi di aver fatto la mossa giusta, ti sbagli-.
Yotsuba fu l'ultima, rimase in piedi di fronte a lui a fissarlo per qualche istante :-Sai Futaro, di solito io ti difendo sempre ma stavolta non riesco a capire-.
-Non importa, capirai quando sarai pronta a farlo- rispose lui.
-Non credo che ne sarò mai in grado, mi spiace-.
E anche Yotsuba se ne andò lasciando indietro Futaro.
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La colazione in casa Nakano non era mai stata così silenziosa, ognuna delle gemelle se ne stava a un capo del tavolo a farsi i fatti propri.
Miku pensava a quanto fosse crudele l'ironia di quella situazione, Futaro che evita di scegliere per far sì che non si dividessero e loro lì, a fare colazione senza nemmeno guardarsi.
Yotsuba sembrava pensarla allo stesso modo dato che fu la prima a proferire parola :-Non credete che dovremmo parlarne?-.
-Parlare di quello lì? Non ne vale la pena dopo come ci ha trattate- sibilò Nino.
-Ora dici così ma si vede benissimo che la sua decisione ti ha fatta soffrire- rispose Ichika in un sospiro rassegnato.
-Tu piuttosto- esordì la primogenita indicando Miku :-Pare che la scelta di Futaro non ti abbia fatto né caldo né freddo-.
-Non è così, direi piuttosto che non è possibile fargli cambiare idea. Sembrava piuttosto sicuro di quello che diceva-.
-Non riesco a credere che ti vada bene così, proprio tu Miku!- esclamò furibonda Nino.
-Chi ha detto che mi sta bene?- rispose l'altra, il tono di voce più alto di quanto avrebbe voluto e le lacrime agli occhi :-Non mi sta bene affatto ma che cosa ci posso fare? Dobbiamo rispettare Futaro e la sua scelta, se veramente sei innamorata come dici allora dovresti quantomeno sforzarti di capire le sue ragioni!-.
Le altre quattro rimasero immobili a fissare la terzogenita.
-Io non accetto la decisione presa da Futaro ma non voglio nemmeno privarmi del piacere di stare accanto a lui, se l'unico modo per farlo è essergli amica allora va bene così-.
-Ma ti senti? E vorresti lasciargli fare il bello e il cattivo tempo come gli pare?- esordì Nino.
-Non si tratta di lasciargli carta bianca, si tratta di amarlo a tal punto da non poterne fare a meno. Siamo cambiate tanto in questo anno e abbiamo realizzato cose che nessuna di noi pensava sarebbe riuscita a fare ed è tutto grazie alla spinta che Futaro ci ha dato, se ora rinnegassi questo sentimento farei esattamente ciò che lui sta facendo e non me la sento di comportarmi in un modo che non approvo in primo luogo- spiegò la ragazza.
-E' un ragionamento molto maturo Miku, mi trovi d'accordo... Dopo averci pensato su sono arrivata alla tua stessa conclusione- convenne Itsuki.
-Voi fate ciò che volete ma io non ho intenzione di costringere Futaro a prendere una decisione per cui non si sente pronto- aggiunse la terzogenita alzandosi da tavola.
-Dove vai?- chiese innervosita Nino.
Miku non rispose, non ce n'era bisogno. Se avessero voluto seguirla l'avrebbero fatto senza nessun problema.
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Raiha non aveva visto suo fratello per tutta la mattina, era rimasto in camera per tutto il tempo senza decidersi ad alzarsi. Era un comportamento abbastanza strano venendo da lui ma, ultimamente, non aveva avuto comportamenti molto normali quindi forse non c'era da preoccuparsi.
Il sesto senso di Raiha le suggeriva, però, che ci fossero di mezzo le gemelle in questo suo modo atipico di agire.
Come non si rendesse conto della fortuna che aveva avuto nel conoscerle Raiha non se lo spiegava. Futaro era sempre stato in cerca di qualcosa, di un obiettivo, diventare qualcuno di indispensabile per una persona e, in quel colpo di fortuna, era diventato indispensabile per ben cinque persone!
-Chissà se ci arriverà mai?- si chiese la ragazzina.
Fu in quel momento che qualcuno bussò alla porta.
Raiha osservò l'orologio appeso al muro, era mattina inoltrata, chi mai poteva essere?
Il bussare si fece sempre più incessante costringendo Raiha ad affrettarsi verso la porta d'entrata del piccolo appartamento.
-Miku!- esclamò la ragazzina.
L'appartamento era davvero piccolo, Futaro non fece affatto fatica a sentire la voce di sua sorella che salutava una delle gemelle e il cuore gli piombò dritto in gola.
-Vedi se riesci a farlo alzare tu per favore, non è ancora uscito dalla sua stanza- mormorò Raiha.
Miku le rivolse un timido sorriso :-Provare non mi costa nulla-.
La ragazza prese il coraggio a due mani e scostò con delicatezza la porta della camera da letto, il suo corpo tremava all'impazzata ma doveva costringersi ad essere una persona matura, la persona che Futaro le aveva insegnato a diventare.
Futaro si coprì il volto, perché Miku era lì? Non sapeva come affrontarla, non avrebbe saputo cosa dirle...
-Futaro, perché non ti alzi? Andiamo a fare due passi, fuori è una bella giornata-.
Il ragazzo si mise in posizione seduta, aveva gli occhi sgranati :-T-Tu vuoi uscire con me?-.
-Futaro, perché non andiamo a parlarne in un luogo più tranquillo?- suggerì Miku con voce paziente.
-Io... Ahh... Certo, dammi solo un minuto-.
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Il vento scompigliava dolcemente i capelli dei due liceali mentre camminavano per il centro della città senza guardarsi negli occhi, nessuno dei due osava parlare rendendo la situazione ancora più pesante di quanto già non fosse.
Miku avrebbe voluto dire qualcosa ma sentiva che non era compito suo il quel momento, Futaro avrebbe dovuto parlare perché era stato proprio lui a creare quella situazione fra loro.
-Miku... Tu... Perché sei venuta da me?- chiese in un mormorio il ragazzo.
Se Miku non avesse fatto tanta attenzione probabilmente non lo avrebbe neppure sentito parlare :-Perché capisco la tua decisione-.
Lo sguardo di Futaro si illuminò, forse non era tutto perduto.
-Anche se ti capisco però non me la sento di accettare questa situazione, trovo che tu abbia preso la strada più semplice perché avevi paura delle conseguenze-.
-No io... Credimi, io volevo solo che voi non litigaste per me!-.
-Ma non capisci? Guarda che così è solo peggio... Certo, se tu avessi scelto una di noi le altre quattro avrebbero sofferto ma poi se ne sarebbero fatte una ragione... Così non fai altro che alimentare le illusioni di ciascuna di noi. Se non prendi una decisione lasci uno spiraglio aperto-.
-Ma...-.
-No. Tu non hai scelto perché non volevi affrontare le conseguenze, sarebbe stato diverso se avessi confessato di non amare nessuna di noi ma non è questo il caso. Tu stesso hai ammesso di provare dei sentimenti ma hai anche deciso di essere egoista facendo solo ciò che conviene a te, non hai pensato a noi cinque nemmeno per un secondo mentre prendevi una decisione tanto sciocca-.
-Da quando parli così tanto tu?- chiese Futaro con una nota divertita nella voce.
-Da quando ho avuto la fortuna di conoscere te- rispose Miku, gli occhi fissi sul marciapiede.
-Pensavo che tu più di chiunque avresti biasimato la mia scelta- osservò Futaro.
-E infatti è così... Però vedi, io non riesco a fingere come fai tu-.
-Mh? Che vuoi dire?-.
-Se è vero che provi dei sentimenti per una di noi ed è anche vero che non vuoi dare loro sfogo per proteggerci da una possibile divisione allora deve essere terribile fingere di non provare nulla-.
Futaro rimase in silenzio a guardare Miku.
-Sai, forse non dovrei dirlo ma... Io non riuscirei a fingere di non amarti Futaro-.
Ed eccola di nuovo, la serendipità che costellava il suo rapporto con Miku e, in generale, con le gemelle Nakano.
Futaro stava cercando di riappacificarle eppure ciò che aveva trovato era una verità di cui avrebbe fatto sicuramente tesoro negli anni a venire.
-Credo di avervi perse tutte comportandomi come ho fatto, non è così?- chiese lui.
-Devo ammettere che ti sei tirato fuori da situazioni ben più complesse- disse lei con un sorriso enigmatico in volto.
-Non so davvero come potrei uscirne stavolta-.
-Futaro, se non ti senti pronto a scegliere fra noi cinque va bene... E' solo fastidioso che tu abbia confessato di amarci per poi non fare nulla a riguardo. Volevi diventare qualcuno di indispensabile? Bene, ormai lo sei per noi... Sei il nostro punto di riferimento e il fatto che tu abbia voluto fare l'eroe della situazione caricandoti della responsabilità del rapporto fra noi gemelle... Non so, era davvero necessario?-.
Il ragazzo non sapeva davvero che cosa rispondere, Miku aveva decisamente un modo unico di vedere le cose ma il suo ragionamento aveva perfettamente senso.
Forse era stato davvero un codardo come diceva Nino anche se lo aveva fatto con le migliori intenzioni.
Lui sperava davvero di evitare che le cinque gemelle litigassero a tal punto da non poter più tornare indietro.
-Non è tuo compito preoccuparti del nostro legame Futaro, salvaguardarlo spetta soltanto a noi- disse Miku.
Futaro si sentì improvvisamente violato, come se lei potesse leggergli nel pensiero ma, in fondo, con Miku era sempre stato così.
-E' solo che mi sento in qualche modo responsabile- mormorò lui con un filo di voce.
-Sei tanto responsabile quanto noi- disse lei in tono asettico.
Le parole di Miku erano fredde e dirette ma Futaro poteva capire il perché, dal loro punto di vista la sua scelta era stata facile da prendere ma lui sapeva già in cuor suo che sarebbe finita così.
-Grazie per essermi venuta a spiegare il tuo punto di vista- disse lui.
-Non sono venuta per niente, voglio ancora che tu prenda una decisione. Una vera stavolta, quando te la sentirai... Per il resto, credo che le altre ti abbiano già perdonato-.
Detto questo la ragazza lo salutò con la mano e scomparve lungo le strade del centro lasciando Futaro a riflettere sulle sue parole.
Miku non sapeva cosa lui avrebbe deciso di fare ma sperava che non avrebbe sprecato la fortuna di una seconda occasione perché nessuno sarebbe stato così comprensivo quanto lei vista la situazione.
Se solo le cose si fossero ribaltate allora ne sarebbe valsa la pena, come Futaro le aveva detto una volta "bisogna avere fiducia in ciò che si ama" e Miku aveva scelto di fare proprio questo. Aveva deciso di fidarsi di Futaro e di spronarlo, magari se lo avesse supportato come lui aveva fatto con lei e le sue sorelle sarebbe riuscita a ricavarne qualcosa di positivo per tutti e sei.
Non c'era fretta e voleva che lui lo capisse ma voleva anche che si rendesse conto di quello che avrebbe potuto perdere se non si fosse deciso a fare quel passo che tanto temeva.
Nessuno assicurava a Miku di essere la prescelta ma avrebbe sicuramente preferito sapere di chi era innamorato Futaro piuttosto che vivere in quell'incertezza logorante.
Era il momento di finirla con i giochi e con tutta quella situazione straziante, sapeva che messo di fronte alla realtà dei fatti Futaro non avrebbe potuto esimersi dal compiere il suo dovere. Ormai era necessario che lui prendesse posizione e anche se quattro di loro avrebbero sofferto sarebbero state sicuramente sollevate della felicità di almeno una sorella.
Anche Miku non voleva dividersi dalla sua famiglia e credeva sinceramente che non sarebbe successo, ognuno doveva prendersi la responsabilità dei propri sentimenti e smettere di mentire. Lei e le sue sorelle lo avevano già fatto, ora stava a Futaro vincere la paura e farsi avanti.
Miku non poteva fare più nulla per lui, poteva solo aspettare che lui ci arrivasse da solo.
E così, una nuova straziante attesa iniziò.
Miku non sapeva a cosa tutto ciò avrebbe portato ma era certa che la sua sincerità sarebbe stata ripagata prima o poi.
E ora non poteva che affidarsi al destino, era tutto nelle mani del fato ormai.






   
 
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