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Autore: Fiore di Giada    05/09/2022    0 recensioni
- Padrone… Non… Non si affatichi… - sussurra. Perché Robin è lì?
Robin accenna ad un sorriso e lo abbraccia. Il suo pensiero, in quel momento doloroso, è per lui.
Tale premura riempie il suo cuore di commozione.
- No, amico mio. Io non mi allontanerò, fino quando tu non starai bene. Resterò qui, accanto a te. -
[Partecipante alla Challenge "Solo i fiori sanno". Il prompt è il numero 2, ossia l'aelstromeria, col significato di "Devozione"]
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Much, Robin Hood
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La luce della luna filtra da una finestra semiaperta e si posa sul pavimento, illuminandolo di un debole chiarore argentato.
Robin, seduto su una sedia, collocata accanto al letto, fissa il corpo di Much, ivi disteso.
Grosse gocce di sudore bagnano il suo viso e respiri sempre più accelerati sollevano il suo petto.
Con un sospiro, il giovane nobile scuote la testa. Come sempre, gli uomini dello sceriffo li hanno attaccati.
L’assalto è stato respinto, pur con perdite.
Ma il suo amico Much, pur di difenderlo, è stato colpito da una freccia nella spalla destra.
Dapprima, la ferita è parsa dolorosa, anche se non grave, ma l’occhio esperto di Djaq ha saputo vedere oltre la superficie.
La freccia era stata ricoperta di veleno.
Sospira e la sua mano, leggera, sfiora la guancia destra dell’altro.
Scuote la testa, preoccupato. Sente contro il palmo il calore malato della febbre.
Gli impiastri di Djaq hanno evitato una morte immediata, ma non hanno allontanato il pericolo.
Gli occhi cerulei di Much sono chiusi in una incoscienza crudele.
­ Risvegliati, Much. Non abbandonarmi, non lasciarmi. ­ mormorò, angosciato. Quel giovane, che ora giace sul letto, è sempre stato un punto fermo della sua esistenza.
Con devozione, lo ha accompagnato nella difficile crociata in Terrasanta.
E’ stato suo compagno in quelle lunghe, terrificanti battaglie, e ha condiviso con lui il sangue, il dolore, la paura.
E’ sopravvissuto ad una tale, dolorosa esperienza per morire così?
No, non è giusto.
Quei vigliacchi non possono sottrargli anche lui.
Si alza e, per alcuni istanti, percorre a grandi passi l’intera stanza. Ha bisogno di scaricare, seppur per poco, la tensione di quelle ore crudeli.
Si siede sulla sponda del letto e libera il viso di Much dai capelli, umidi di sudore.
- Mi dispiace, ma posso fare solo questo per te. – si scusa. Odia non potere agire in prima persona per aiutare una persona a lui cara.
Gli sembra di non avere alcun potere sugli eventi e tale sensazione è per lui fonte di frustrazione.
Morirà? Sopravviverà?
Tale sensazione di precarietà è terribile.
Passa la mano sul collo di Much, lo solleva e appoggia la testa del compagno sulle sue ginocchia. Forse, un simile contatto può aiutare Much…
Le labbra esangui del giovane feudatario si muovono e i suoi occhi, velati dal dolore, si aprono.
- Padrone… Non… Non si affatichi… - sussurra. Perché Robin è lì?
Robin accenna ad un sorriso e lo abbraccia. Il suo pensiero, in quel momento doloroso, è per lui.
Tale premura riempie il suo cuore di commozione.
- No, amico mio. Io non mi allontanerò, fino quando tu non starai bene. Resterò qui, accanto a te. -


   
 
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