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Autore: Akane    06/09/2022    0 recensioni
'Aomine, decisamente, non era solo un grande rivale e giocatore bravissimo che lo esaltava.
Era anche un ragazzo estremamente erotico e sensuale che ora lo ossessionava pure sessualmente.
“Mi ha fottuto il cervello, quello stronzo. Non mi è mai capitato. Ma cazzo, va completamente fuori dal mio controllo!”'
Kagami si ritrova a spiare Aomine con Kise nel post partita e si rende conto che non è solo ossessionato da lui, ma ne è sessualmente attratto.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Daiki Aomine, Ryouta Kise, Taiga Kagami
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La cosa più preziosa'
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ossessione

NOTE: la seconda fic della serie ‘La cosa più preziosa’, si chiama Ossessione, è in terza persona, ma segue prevalentemente Taiga. Si sa che Daiki è stato finalmente stimolato da  Taiga e dal fatto che dopo aver perso contro di lui, non si è demoralizzato ma si è acceso di più e poi dal fatto che in partita  Taiga ha mostrato delle scintille di talento che lo hanno incuriosito. Ma  Taiga cosa prova,a quel punto, per Daiki? Da quando ha scoperto la sua forza, è stato sempre più ossessionato da lui e dall’idea di batterlo, ma arriva un momento in cui si rende conto che la cosa va oltre il basket. E se ne accorge quando lo vede giocare contro Kise, suo ex compagno di squadra alla   Teiko, ex amico ed ex in qualcos’altro. Le fan art messe le ho trovate in rete, sono degli autori, così come i personaggi sono degli aventi diritti. Buona lettura. Baci Akane

OSSESSIONE

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Taiga abbassò lo sguardo, si guardò il proprio inguine, fortunatamente coperto dagli shorts sufficientemente comodi per mascherare il piccolo incidente in corso, poi si abbassò frustrato e al tempo stesso sconvolto la maglietta, larga anch’essa. 
Gli era venuta un’erezione.
Il che non era un problema grosso, lo era per il contesto ed il motivo.
In mezzo a tutta quella gente, innanzitutto, non era il massimo.
Al palazzetto dello sport, in mezzo al pubblico. Per di più vicino a Kuroko. 
Ma ancor più grave il motivo. 
Tornò a fissare, questa volta torvo, il campo puntando gli occhi castani dai riflessi rossi sui due protagonisti dello spettacolo. Spettacolo, in effetti, era il termine più adatto. 
Aomine e Kise ne stavano dando molto. 
Apprezzare ed esaltarsi per il bel gioco di qualcuno non era strano, gli capitava sempre. Ancor di più se quelli forti li doveva affrontare lui.
Ma guardandoli in campo dall’esterno non gli era mai capitato. E comunque, dettaglio dei dettagli, quello non era apprezzamento ed esaltazione. 
Quella era vera e propria eccitazione. 
Taiga si era eccitato guardando Aomine e Kise affrontarsi. Più precisamente Aomine stesso. 
Non lui di per sé, non poteva certo essere così, non gli era mai capitato di avere quelle sensazioni per i ragazzi. Era il suo gioco. Ne era certo. 
Guardandolo giocare contro Kise aveva visto quanto ancor più forte poteva essere e quanto poco aveva tirato fuori contro di lui. 
Come prima cosa pretendeva di riuscire a fare altrettanto, cioè farlo impegnare al punto da vedergli tirare fuori quel talento così supremo. 
Come seconda cosa, voleva assolutamente rivederlo giocare. La partita era ormai agli sgoccioli e Kise aveva fatto una specie di miracolo, gli era piaciuto un sacco anche lui, ma i suoi occhi erano stati tutti calamitati su Aomine. 
Quel pezzo di stronzo dal corpo perfetto e lo sguardo da felino feroce, di chi si divertiva un sacco contro i più forti, come succedeva a lui. 
In quello lo capiva. Anche lui si divertiva come un matto contro quelli bravi e sicuramente Kise aveva stimolato parecchio Aomine, ma non li conosceva per nulla se non tramite le parole di Kuroko, il quale ne parlava poco in realtà.
Improvvisamente provò il desiderio di sapere di più di Aomine. 
Aveva capito che avevano un vissuto che andava oltre il semplice rapporto di compagni di squadra, Kuroko glielo aveva praticamente confermato, ma non aveva specificato di cosa si trattava e lui non era riuscito ad andare oltre la domanda che ora lo ossessionava. 
“Stavano insieme?”
Poi notò il modo in cui interagivano in piena partita Aomine e Kise, e si rese conto che la stessa chimica percepita fra Aomine e Kuroko c’era anche con Kise, anche se un po’ diversa.
Non era bravo a considerare gli altri come persone, li guardava solo come giocatori da battere e più erano forti, più si esaltava e cercava di capire con insistenza come superarli. 
Adesso Aomine era lì, nella sua ossessione.
Da quando ci aveva giocato contro, non riusciva a non pensare a lui. Lo vedeva nella sua mente di continuo. Ma l’aveva sempre avuto davanti a sé, come avversario.
Era la prima volta che lo vedeva dall’esterno ed era ancor più bello.
Bello, già, era proprio il termine adatto. Non gliene veniva un altro. 
Si rendeva conto che era inappropriato, ma come era riuscito finalmente a pensare ad Aomine e Kuroko come una coppia di ex fidanzati, ed ora ad Aomine e Kise come due probabili ex amanti, riusciva anche ad ammettere che quello stronzo fosse proprio bello. 
Bello e bravo. Non gli era mai importato della bellezza degli altri, non li aveva mai considerati tali. Li aveva considerati bravi, interessanti come amici o come rivali. Ma belli mai. 
Eppure lì, in quel momento, guardandoli giocare a quel livello, guardando Aomine esibirsi in un basket eccezionale, molto al di sopra delle sue aspettative, si era eccitato ed aveva pensato che fosse bello. 
Gli era piaciuto tanto al punto da non riuscire a smettere di guardarlo un istante. 
Improvvisamente il caldo era davvero troppo. 
Taiga si rese conto che sarebbe stato un problema se fosse andato via in quelle condizioni, la propria erezione non accennava a calare ed iniziava a fargli anche male. 
Quando la partita finì, rimase calamitato sui due che si erano scontrati fino all’ultimo millesimo di secondo, con vittoria di Aomine. 
Kise a terra sfinito si scambiò uno sguardo strano con Aomine e  Taiga giurò di notare una strana luce nei loro occhi. Come un passato più reale e vivido che mai. 
“Kise era speciale per Aomine. E viceversa. Ma ormai sono certo che Aomine stesse con Kuroko.” Cosa che non avrebbe mai e poi mai verificato a voce alta. 
Non si stupì realmente di vedere che Aomine, davanti a tutti, non consolasse Kise sebbene probabilmente avrebbe voluto farlo. 
“Ma non perché è davanti a tanta gente. Boh, forse anche quello. È perché non puoi fare niente per uno che viene sconfitto in quel modo. Si capisce che Kise ci teneva sopra ogni cosa a battere Aomine, è così anche per me, figurarsi per lui. Ha dato molto più di quello che chiunque si poteva aspettare. Imitare in quel modo perfetto lo stile di quello stronzo non è facile. È pazzesco. Ma più di così non poteva fare, non in questa partita.  Tuttavia Kise starà di merda e quando fallisci nella cosa in cui vuoi riuscire con tutto te stesso da una vita, non puoi sopportare niente.”
Taiga capì il gesto che in realtà era stata un’attenzione di Aomine. Un attenzione d’amicizia. O forse qualcos’altro. 
Continuando ad osservare Aomine, cercò di respirare e calmarsi per potersi alzare senza fare scandalo. Aveva provato a dire di rimanere lì a guardare altre partite, ma ovviamente non era stato accontentato. 
Così optò per il bagno, scappò fugace sperando di non essere notato, non nella parte di sé che in quel momento tendeva ad essere piuttosto evidente. 
Peccato che andandoci da solo per non farsi vedere dai suoi compagni, finì per perdersi in quello che non era un posto effettivamente piccolo. 

“Quanti dannati corridoi ci sono in questo posto del cazzo? Possibile che siano così tanti e tutti uguali? Non sono già passato di qua? Ci sarà un maledetto bagno da qualche parte...”
Taiga, alla disperata ricerca di un bagno che fosse sufficientemente isolato per poter risolvere il proprio non esattamente piccolo problemino, finì nella zona degli atleti, allontanandosi da quella del pubblico. 
Arrendendosi all’evidenza dell’assenza di un bagno, decise di entrare in uno degli spogliatoi per usare i loro servizi. Che poi non gli serviva davvero la toilette, bastava anche uno sgabuzzino, bastava fosse un posto vuoto. 
Sperò nella fortuna e quando vide che era uno spogliatoio vuoto, cercò subito il bagno. 
Incredibile averne trovato uno. 
Si aspettava che il palazzetto scelto per i campionati sportivi di basket fosse enorme, ma non così tanto. 
Rifugiatosi nei bagni, si appoggiò con una mano al lavandino tirandosi fuori l’erezione. Era grande e dura, meno rispetto a prima. Se aspettava ancora forse si poteva calmare, ma ne dubitava. Nella sua esperienza, quando gli partiva così o si sfogava o se lo smontava. 
Però per smontarselo doveva servirsi dell’acqua gelida e non era il massimo. Era il metodo che più odiava, era traumatico. 
Guardò l’ora. Lo stavano sicuramente aspettando, non poteva fare il prezioso.
Taiga sbuffò e stava per aprire l’acqua, quando la porta dello spogliatoio si aprì. 
Il ragazzo imprecò a denti stretti, stava per affacciarsi a vedere di chi si trattava, aspettandosi una squadra che doveva prepararsi per giocare, quando notò che erano distintamente due persone. Esitò. Forse erano due che dovevano parlare, magari se aspettava...
Si rimise dentro il membro, che però rimaneva fin troppo duro, e si avvicinò allo stipite della porta che separava la zona bagni e docce da quella dello spogliatoio. 
Non sbirciò subito per capire la situazione, quando però sentì le loro voci, impallidì e capì di essere la persona più sfortunata del mondo.
O forse fortunata. Dipendeva dai punti di vista. 
- Che c’è, non mi hai calcolato prima in campo e lo fai ora? 
A brontolare era Kise, era seccato. 
- Prima era presto, avrei fatto peggio. - a rispondere altezzoso era Aomine. 
A quel punto  Taiga non resistette e si affacciò di pochi centimetri ad osservare. 
Giusto quel che bastava per vedere e non essere, sperava, notato. 
Aomine stava davanti a Kise, lo bloccava contro gli armadietti, ma quest’ultimo cercava di allontanarlo con una mano. Usava il dorso. 
Taiga capì che Aomine aveva preso Kise a tradimento e l’aveva trascinato in un posto appartato, per parlare da soli. 
Il biondino non lo guardava in viso, mentre l’altro cercava il suo in modo spietato ed impertinente, decisamente una vicinanza eccessiva per due semplici amici. O ex amici. 
“Allora stavano insieme anche loro!”
Kise era seccato, ma Aomine sembrava eccitato. Si premeva sul suo corpo, bloccandolo per impedirgli di sgusciare via. Kise per quanto stanco era sufficientemente forte per respingerlo, ma a parte il braccio contro il suo petto ed il viso girato, non sembrava molto intenzionato ad opporsi.
Il sorrisino malizioso sul viso maledettamente sexy di Aomine, tornò a peggiorare la situazione delle vie basse di  Taiga, che si guardò di nuovo, imprecando mentalment. 
Non gli stava nelle mutande, in pratica. 
Era la prima volta che gli capitava una cosa simile, specie per dei ragazzi. Uno in realtà. Al posto di Kise sarebbe potuto essere chiunque. 
Lui magari.
Pensandosi brevemente al posto di Kise, dovette tirarselo fuori visto che gli faceva addirittura male. 
Appena le sue mani se lo toccarono senza stoffa costringente di mezzo, il calore e la sensibilità aumentarono esponenzialmente, mentre al tempo stesso una sorta di sollievo si faceva strada per il fatto che, probabilmente, lo stava trattando nel modo giusto e non con l’acqua fredda. 
Taiga si era perso un paio di battute fra i due, forse Kise aveva risposto seccato sulla sua dubbia attenzione nei suoi confronti e Aomine aveva risposto da stronzo. 
- Sei tu che ragioni come un cavernicolo che se perdi guai a toccarti. Io non sono così! Mi sarebbe bastata la tua mano tesa per stare meglio! 
Lo rimproverò seccato, cercando ancora di respingerlo. Suo malgrado rimaneva lì, Taiga sapeva che stava scegliendo di rimanere. 
Aomine sembrò colpito dalla sua risposta e si fece serio, guardandolo meglio. Cercò il suo sguardo che finalmente trovò.
Kise glielo concesse notando che non cercava più di provocarlo. 
- Davvero non è peggio ricevere la pietà del rivale che ti ha appena distrutto? So quanto ci tenevi a battermi e ho visto quanto ti sei impegnato. Hai superato il tuo livello. 
Taiga era colpito che Aomine lo ammettesse e gli facesse questa sorta di complimento. Non lo riteneva capace, ma Kise invece no. Kise sapeva chi era realmente Aomine. 
- Innanzitutto non mi hai distrutto, mi hai battuto di poco! - puntualizzò alzando il dito che fino ad un momento prima usava per allontanarlo. Aomine tornò a ridacchiare ironico, avvicinando il viso al suo, questa volta non più girato del tutto dall’altra parte. Gli lasciò la guancia su cui adagiò le labbra, proseguì: - E comunque tu non sei un mio rivale. Non lo sei mai stato. 
Aomine, sorpreso da quella rivelazione, non capendo minimamente cosa fosse se non il suo più grande rivale, staccò di pochi centimetri le labbra dalla sua guancia scivolando di lato per guardarlo di nuovo negli occhi. Kise non lo eluse. 
- Ah no? E cosa sono allora? 
Rimasero a guardarsi a quella vicinanza intossicante, una mano di Aomine sull’armadietto dietro Kise per bloccarlo da un lato, l’altra sul suo corpo provato, ancora la divisa di gioco addosso. 
- Sei la persona che ho ammirato di più in assoluto. 
Aomine stava puntando alla sua bocca ma si fermò a guardarlo serio. Kise sorrise addolcendosi e vittorioso di averlo finalmente stupito ma, soprattutto zittito, gli mise una mano sulla guancia, ammorbidendosi contro di lui, smettendo di porre resistenza. 
Aomine in zona fondoschiena si fermò dall’esplorare sotto i pantaloncini. 
- Io ho iniziato a giocare a basket per batterti, ma in realtà non ho mai voluto farlo realmente perché ti ammiravo troppo, mi piacevi da matti. Per questo non ho mai cercato di copiare il tuo stile. Non copio chi mi piace. 
Aomine si riprese subito, quasi che non fosse poi così sconvolgente apprendere che piaceva a Kise. 
- Ed ora? Non ti piaccio più? Oggi hai copiato il mio stile. 
“Una copia resta comunque una copia. L’originale è sempre meglio!”
Pensò  Taiga con l’erezione stretta, fermo a tenersela.
Kise gli leccò le labbra provocatorio, sensuale. Un fiume di ricordi colpì entrambi, ricordi proibiti a Taiga che però prese a muovere la mano sul suo membro che iniziò a pulsare nel vedere le mani di Aomine proseguire la sua esplorazione sotto gli shorts. 
Aprì le labbra e accolse la sua lingua intrecciandosi con la sua, mentre le scene del loro primo bacio tornavano prepotenti. 
La verità la sapevano solo loro, una verità in cui se Aomine aveva iniziato Kise al basket, Kise l’aveva iniziato al sesso, in quello già sviluppato, al contrario del compagno che prima di lui non ci aveva pensato. 
Non solo non aveva mai preso in considerazione il sesso, ma nemmeno i ragazzi. Mentre Kise quella sera che gli aveva preso la ciliegia direttamente dalle labbra per rubargli l’ultima rimasta, che lui aveva mangiato da quale stronzo era sempre stato, gli aveva fatto capire che erano i ragazzi il suo genere.
Kise gli aveva mostrato poi come ci si baciava, come si avevano orgasmi e come si faceva sesso. Poi Aomine aveva usato queste preziose lezioni apprese con molto piacere, su Kuroko.
Ma  Taiga tutto questo non lo sapeva, era totalmente ipnotizzato dalle loro mani che ora si masturbavano a vicenda, mentre le lingua non si staccavano dalle bocche fuse in un’unica entità. 
La mano correva veloce sulla propria erezione, ormai incapace di fermarsi. Non per loro due insieme, ma per tutto quel che riguardava Aomine. 
Non solo basket.
Lo realizzò lì, mentre veniva vedendoli immersi nel loro orgasmo. 
Aomine, decisamente, non era solo un grande rivale e giocatore bravissimo che lo esaltava.
Era anche un ragazzo estremamente erotico e sensuale che ora lo ossessionava pure sessualmente. 
“Mi ha fottuto il cervello, quello stronzo. Non mi è mai capitato. Ma cazzo, va completamente fuori dal mio controllo!”
Taiga non aveva idea che fosse solo iniziata. 
Da lì in poi avrebbe dovuto fare i conti coi suoi appena scoperti desideri e non sarebbe stato facile, ma in fin dei conti lui era sempre stato così. 
Facile preda del suo istinto. Non aveva mai perso tempo a combattere con la ragione ciò che il suo istinto gli spiattellava facilmente in faccia. 

Kise si sistemò mentre scuoteva il capo sorridendo incredulo che fosse successo dopo tutto quel tempo, dopo quanto appena vissuto.
Aomine sorrideva divertito, soddisfatto. 
- Mi sono fatto perdonare? - chiese malizioso. Kise gli fece il dito medio e lo spinse fuori dallo spogliatoio,  Taiga non sentì la sua risposta, ma una volta solo, imprecò. 
Ok, gli piaceva Aomine. In tutti i sensi.  
 

   
 
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