Videogiochi > Dragon Age
Segui la storia  |       
Autore: Johnee    08/09/2022    1 recensioni
Raccolta di tre one shot che seguono rispettivamente Elanor Cousland, Hawke e Ankh Lavellan. Tre petali di tre fiori diversi che si ritrovano a galleggiare nella stessa acqua stagna.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Custode, Fenris, Hawke, Inquisitore
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Withered Flowers

 

Girasoli

 

Ultimamente l'orto di girasoli non andava bene.
Crescevano distanti e irregolari, in più, sembravano depressi. Considerare un girasole un fiore depresso è paradossale, eppure quello con il gambo curvo e la faccia piantata a terra che Cousland si ritrovava a osservare provava esattamente il punto.
-Sarà che hai voluto piantare il fiore sbagliato nel luogo sbagliato.- le suggerì Nathaniel, che la stava aiutando nell'opera di giardinaggio.
Cousland aggrottò la fronte, poi sollevò lo sguardo verso il cielo plumbeo che faceva da tetto all'arlea di Amaranthine, gravando su di essa come una pesante coperta di lana. -Pensavo che piantarli qui avrebbe suggerito al Creatore che è il caso di farci vedere il sole, almeno d'estate.- ammise. -Ma cosa mi aspetto che faccia un uomo che ha voltato le spalle all'unica responsabilità che si è preso in vita sua.- aggiunse, dando finalmente la schiena alla piantagione con aria delusa.
-Un uomo?- ripeté Nathaniel, divertito.
-Un essere divino di genere maschile non suona altrettanto bene.-
Ridendo, Nathaniel attese che gli si affiancasse, quindi le porse una borraccia riempita di liquore.
Cousland bevve un sorso, dando un'espressione schifata in seguito. Osservò l'oggetto, poi annusò il contenuto. -Ma che roba è?-
-L'ultimo esperimento di Oghren.-
-E tu me l'hai offerto volontariamente?-
-Non è così male.-
-In confronto, il sangue di Prole Oscura è un Passitello di Rialto.-
-Eh, addirittura!-
Cousland gli ritornò il contenitore, bruscamente, quindi si diresse verso la fortezza, a un centinaio di metri dalla loro posizione. Nathaniel le andò dietro con calma, passandosi entrambe le mani sul viso per asciugare il sudore. -Un'estate più bella dell'altra.- commentò, muovendosi attraverso la terra infertile eppure pregna di erbacce che costeggiava la strada di ritorno.
-Per me è il tuo vecchio che dall'alto mi sta mandando gli accidenti.- scherzò Cousland.
Nathaniel rise di gusto. -Li sta mandando anche a me per associazione, a quanto pare.-
Si fermarono di fronte a una cassa, che di solito utilizzavano per immagazzinare armi ed equipaggiamento per evitare di rovinarli durante i mestieri. Lì, Cousland si sfilò il grembiule, i guanti di pelle e gli stivali, restando per qualche istante a riprendere fiato.
Nathaniel fece lo stesso, soffermandosi a osservarla. -Dovresti tagliare i capelli.- le suggerì, dato che la conosceva e sapeva che presto avrebbe iniziato a lamentarsene.
Cousland si passò una mano sul capo, raccogliendo tra le dita una manciata di ciocche folte rosso papavero. -Merda, di già?!- gemette.
Nathaniel si strinse nelle spalle, poi terminò di infilarsi l'armatura. -Sai...- iniziò, mentre allacciava la cinghia della faretra sul petto. -L'ho sentito di nuovo, stamattina.-
Cousland sapeva perfettamente a cosa si stesse riferendo, perché ogni singolo Custode della fortezza era nello stesso stato, lei compresa. -Non è ancora il momento, Nate.- lo rassicurò, con voce ferma. -Sono un Custode da più tempo di te e non ho ancora sentito il Richiamo. Stai percependo una mobilitazione di massa nelle Vie Profonde, ecco quanto.-
Nathaniel scorse uno sguardo scettico su di lei. -Ci conosciamo da anni, Ela, so riconoscere quando menti.- la redarguì. -In realtà, non sai neanche tu cosa sta succedendo.-
Cousland finì di vestirsi, prima di scoccargli un'occhiataccia. -So esattamente cosa sta succedendo ed è ciò che ho riferito a te e agli altri.-
-Quindi la lettera che hai spedito a Clarel in cerca di chiarimenti diceva il falso.-
-Leggi la mia corrispondenza?- domandò lei, indignata.
-Solo quando mi racconti una cazzata per farmi stare buono.-
-Non è una...- Cousland si dovette bloccare, perché sarebbe stato inutile mentirgli a oltranza. -Pensate ai girasoli mentre sono via, d'accordo? E tienili tutti impegnati il più possibile, non importa come.-
Nathaniel prese un respiro profondo. -Sissignora.- rispose, con aria grave. -Farò in modo che nessuno si allontani, nemmeno Sigrun.-
Cousland gli appoggiò una mano sulla spalla, stringendo forte la presa. -E ricordati quello che ti ho detto: non è il Richiamo, è...-
-Una mobilitazione di massa, ho capito.- concluse lui, annuendo. -Sicura di volerci andare da sola?-
-Non posso portarvi con me. Servite alle reclute per tenerle unite.-
-Portati almeno Velanna, sai che non riesce a stare ferma a lungo.-
Cousland agitò una mano tra loro, per scacciare quella richiesta. -Nate, andrà tutto bene.-
Nathaniel esalò un sospiro rassegnato, prima di guardarla dritta negli occhi. -Torna a casa presto.- le augurò.
Cousland gli rivolse l'accenno di un sorriso. -Quello non posso promettertelo. Però posso garantirti che tornerò.-
Lui si prese qualche istante per incamerare quella rassicurazione, poi diede un cenno d'assenso. -Già che adesso sono il capo, non è che posso installarmi nella tua stanza mentre…?-
-Se scopro che hai dormito nel mio letto ti rivolto come una federa.-
Nathaniel ridacchiò. -Sissignora.-

Il ritratto di sua sorella, appeso nella sua biblioteca privata, non le somigliava per niente.
Fergus si passò una mano sulla barba, con fare pensoso, mentre scorreva lo sguardo su un vestito eccessivamente signorile, che lei non avrebbe mai messo. L'artista l'aveva dipinta con un viso troppo affilato, un naso all'insù e un fisico davvero troppo sottile. L'unica cosa vera di quella rappresentazione era il colore degli occhi, azzurro come il mare d'estate.
Si ricordò che, all’epoca, quando Elanor aveva visto i risultati si era spenta completamente, osservando con il cuore spezzato i loro genitori gratificare l'artista per l'ottimo lavoro svolto, senza riconoscere l’ingiuria profonda a cui era appena stata sottoposta.
Per carità, era un dipinto splendido, raffinato ed era persino sopravvissuto all'assedio di Howe, nonostante il castello fosse stato messo a ferro e fuoco. Fergus lo teneva giusto per ricordarsi di lei, mai presente per via dei suoi compiti, ma sapeva benissimo che quello era il ritratto di un'altra persona.
Si costrinse a distogliere lo sguardo, per affacciarsi alla finestra e respirare un po' d'aria fresca.
Inspirò profondamente, a occhi chiusi, mentre la brezza marina gli rinfrescava le guance, scivolando tra i suoi capelli come una carezza delicata.
Il campo di girasoli che avvolgeva le pendici della torre meridionale del castello era rigoglioso come non mai e i fiori osservavano il cielo alla ricerca del sole, con i petali turgidi e protesi verso l'esterno.
Quando Fergus aprì le palpebre, assunse immediatamente un’espressione incredula, perché una versione fin troppo realistica del dipinto che aveva appena finito di osservare si stagliava di fronte al campo, guardandolo con aria arcigna.
Si affrettò a raggiungerla, perché non la vedeva da anni.
Teneva l'elmo alato sottobraccio e il suo sguardo azzurro e altero passeggiava tra il verde e il giallo, cercando un punto dove fermarsi.
-Sorella.- la chiamò Fergus, affiancandosi a lei con un certo riguardo. Lei non adorava gli atti di affetto in pubblico, se non quando si trattava di Alistair.
Infatti, Cousland non si chinò ad abbracciarlo, o a stringergli la mano. Si limitò a rivolgergli un sorriso tirato. -Fratello.- lo salutò, semplicemente.
Rimasero in silenzio, senza sentire il bisogno di costringersi ad affrontare i convenevoli. Di fronte a loro i girasoli erano splendidi, profumati d'estate e oscillavano al vento dolcemente.
-Madre ci teneva un sacco a queste stupide piante.- disse lei, in un soffio. -Per me le coltivava per evitarsi di impazzire appresso a nostro padre.-
Fergus aggrottò la fronte. -Ti sbagli. Papà glieli regalò prima che noi nascessimo, come atto d'amore.-
-O come diversivo per evitare che sua moglie lo tormentasse troppo con cose che non gli andava di fare. Come la gestione della servitù, o la preparazione degli eventi mondani.-
-A lui non piacevano proprio.-
-Nemmeno a nostra madre, ma a quanto pare è sempre dovere della moglie fare le cose di controvoglia, per compensare all'inettitudine del suo sposo.-
-Non sei cambiata di una virgola.-
-E spero di restare così fino alla fine dei miei giorni.-
-C'è qualcosa che ti preoccupa?-
Cousland rimase diversi istanti in silenzio, poi si voltò direttamente nella sua direzione. -Sto partendo.- gli disse. -E penso che starò via per molto tempo.-
Fergus studiò il suo viso, trovando una novità. -Non sei preoccupata, tu hai paura.- disse, sentendo un lungo brivido percorrergli il lato sinistro del corpo, scivolando come le spire di una serpe. -Come posso aiutarti?-
Cousland ritornò a guardare i fiori. -Ho troppo da perdere, ho tutto da perdere. Che è il motivo per cui me ne sto andando.- disse. -Non fallirò, mi conosco, ma... se dovessero ritornare solo le mie ceneri, vorrei...- sfiorò lo stelo di un girasole, con una dolcezza malinconica, estranea alle mani grandi e imperfette di una guerriera.
Lui trattenne il respiro, in attesa, poi realizzò quale fosse la sua richiesta e in qualche modo riuscì a rilassare la postura. -Vuoi riposare qui? Pensi che Alistair sarebbe d'accordo?-
Cousland scosse la testa. -Non me ne frega un accidente se è d'accordo o meno. Il mio corpo non è di sua proprietà, così come non lo saranno i miei resti quando esalerò l'ultimo respiro.- mormorò. -E semmai dovessi morire combattendo, voglio essere la terra su cui nascono i girasoli, come voleva nostra madre per sé.- deglutì. -Lei non ci è riuscita, ma il suo sangue è ancora su questa terra.-
Fergus chinò lo sguardo. -Mi stai chiedendo tanto, sorella, ma non è una richiesta impossibile.- ammise. -Dopotutto, nostra madre ha tramandato anche me a questo mondo.-
Cousland annuì. -Sapevo che avresti capito.- disse, per poi infilarsi nuovamente l'elmo e andarsene, senza salutare.
Fergus la osservò allontanarsi con il cuore in gola, come succedeva ogni volta che ripartiva, lasciandolo da solo a prendersi cura del poco che restava alla sua famiglia.
Quella richiesta però ebbe il potere di donargli una pace che non sentiva da anni. Contribuire alla vita per un'ultima volta, anche dopo aver smesso di esistere, era un atto d'amore a cui solo sua sorella avrebbe potuto pensare. E sapere che aveva considerato anche lui, ridandogli la speranza di poter lasciare qualcosa di bello nel mondo, dopo la perdita di Oren, lo aiutò a scrollarsi di dosso la solitudine a cui lo aveva condannato Arle Howe, sostituendola con il conforto.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Dragon Age / Vai alla pagina dell'autore: Johnee