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Autore: AlbAM    10/09/2022    17 recensioni
È il pomeriggio di un venerdì uggioso, sei seduto sul letto della camera in affitto che hai preso a Roma, dove ti sei trasferito da quando hai lasciato la tua amata Firenze, la città dove sei nato, per realizzare il sogno di diventare restauratore.
Hai ventiquattro anni e sei convinto di aver buttato nel cesso la tua possibilità di essere felice.
Ma Azaele, un vecchio amico infernale, forse non è d'accordo...
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Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Universo Aza&Miky'
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Questa storia partecipa alla Challenge: “Puoi scriverlo, ma a queste condizioni” indetta dal Forum: Siate curiosi sempre.

Prompt scelto: Difficile – 02:

Nella storia deve essere menzionato almeno due volte un personaggio senza che però questi compaia mai fisicamente + deve essere scritta in seconda persona singolare + uno dei personaggi apporta un cambiamento radicale nella propria vita + deve essere presente una canzone degli anni '90 (a voi la scelta sia per la canzone che per come inserirla all'interno della storia).



Friday, I'm in love


Monday you can fall apart
Tuesday, Wednesday break my heart
Oh, Thursday doesn't even start
It's Friday, I'm in love

(Friday, I'm in love - Cure 1992)



È il pomeriggio di un venerdì uggioso, sei seduto sul letto della camera in affitto che hai preso a Roma, dove ti sei trasferito da quando hai lasciato la tua amata Firenze, la città dove sei nato, per realizzare il sogno di diventare restauratore.

Hai ventiquattro anni e sei convinto di aver buttato nel cesso la tua possibilità di essere felice. E forse non hai torto perché tra le mani stringi una partecipazione di nozze che hai ricevuto da mesi e a cui hai risposto con entusiasmo credendo, o meglio, fingendo di essere felice perché la tua "migliore" amica «Ha finalmente trovato l'uomo della sua vita!»

Quella migliore amica che conosci da quando avevi dodici anni e con la quale alle medie non sei riuscito a dichiararti perché eri troppo immaturo e timido.

La stessa che per tutta l'adolescenza ha cercato di farti capire che provava per te molto più di un semplice sentimento di amicizia.

Ma tu, vigliaccamente, per paura di perderla hai sempre fatto finta di non capire.

E alla fine l'hai persa davvero perché lei ha incontrato un altro, un collega del corso di laurea in Scienze Infermieristiche. Uno che presuntuosamente avevi sottovalutato e che ora invece se la porterà via per sempre.

E tu, oggi, il venerdì prima del suo matrimonio, sei crollato. Hai realizzato che ormai è troppo tardi per cambiare le cose, che non puoi farci più nulla, che puoi solo accettare la sconfitta.

E piangere.

E sentirti un completo idiota per aver perso Catherine.

«E porca puttana, ci mancavano anche i Cure!» Che per colmo di ironia stanno facendo casino in un teatro mentre cantano Friday, I'm in love!

In preda all'autocommiserazione più sfrenata ascolti la canzone fino alla fine, poi ti alzi e spegni la TV. Ti volti per rileggere, per l'ennesima volta, la partecipazione di nozze, ma non la trovi. Cominci a cercarla freneticamente, sotto le coperte, in mezzo ai libri sparsi sul tavolo dove studi, sotto il letto. All'improvviso, alle tue spalle una voce conosciuta ti domanda. «Cerchi questa?»

Ti volti e seduto sul tavolo c'è lui. Sempre uguale, con giaccone e berretto da marinaio, barbetta corta, occhi nerissimi, corna… pardon aureola spezzata, ali da pipistrello e un sorriso sornione.

«Azaele! Che cavolo ci fai qui?» Domandi incredulo.

Lui ti strizza l'occhio e risponde. «Mi hai chiamato e sono arrivato!»

Tu lo guardi stupito. In un primo momento non capisci. Poi ti rendi conto che per un secondo, forse due, nello sconforto più totale hai davvero pensato a lui. Ti sei davvero chiesto se avrebbe potuto aiutarti di nuovo.

Lui sventola la partecipazione di nozze e ti domanda. «Immagino che sia questo il problema. Ti sei fatto portare via Catherine dal primo imbecille che ha avuto più coraggio di te. Giusto?»

Tu lo guardi avvilito. «Già!».

«Scommetto che è un tipo pallosissimo ma rassicurante. Si vede dalla foto!»

«Esattamente!» Rispondi mestamente.

«E allora perché ti sei arreso così facilmente? Yetunde, non hai capito proprio nulla, guarda che questa è una richiesta d'aiuto, non un invito al suo matrimonio! A proposito, è veramente pacchiana questa partecipazione, per me l'ha scelta lui!»

Sospiri. «Azaele, non dire fesserie e soprattutto non tentarmi! È l'uomo che ha scelto, non voglio mettermi in mezzo e distruggere la sua felicità!»

Azaele sgrana gli occhi e ti guarda allibito.

«Ma stai dicendo seriamente? Cioè, veramente tu credi che Catherine possa essere felice con uno che si abbottona la camicia fino al collo e crede di essere figo perché si è fatto crescere una barba e un paio di baffetti che lo fanno sembrare un perfetto coglione? Eddai, Yetunde! Tu non hai nemmeno bisogno di farti crescere la barba per sembrare figo. Ti prego, cerca di ritrovare le palle e corri a salvarla!»

«Aza, ma anche volendo… Catherine si sposa domani! Secondo te cosa dovrei fare?»

Lui ti sorride mefistofelico. «Non hai mai visto “Il Laureato”, con Dustin Hoffman?»

Tu lo guardi incredulo. «Mi stai veramente suggerendo di precipitarmi a Firenze e rapirla sull'altare?»

Gli occhi di Azaele brillano di una sinistra luce color carminio mentre dalla tasca del giaccone tira fuori un biglietto del treno per Firenze e te lo porge.

Tu afferri il biglietto, lo rigiri tra le dita e cominci a pensare che forse…



   
 
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