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Autore: Queen_kitsunebi    11/09/2022    0 recensioni
Quando era iniziata? Chuuya non lo ricordava con certezza, erano degli stupidi adolescenti che si erano odiati dal loro primo incontro, passando il tempo ad insultarsi… ma quell’odio ben presto si trasformò in qualcos’altro. Qualcosa che Chuuya nemmeno oggi riusciva a capire con chiarezza. Chuuya, all’alba dei suoi trent’anni, avrebbe voluto provarla quella tanto “noiosa” stabilità, ma con Dazai sembrava impossibile, un'utopia. Solo nel pensarlo si sentì ridicolo.
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Chuuya Nakahara, Osamu Dazai, Sakunosuke Oda
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo II



Dazai aveva decisamente bisogno di bere.
Erano passati ormai quattro giorni, Dazai e Chuuya non si erano più rivolti le parola e nemmeno incrociavano lo sguardo se si incontravano per caso in giro. Utilizzavano Akutagawa come messaggero se c’erano delle questioni urgenti a livello lavorativo… e il povero Ryūnosuke, come al solito, ci andava di mezzo.  
Dazai sapeva che avrebbe dovuto mettere da parte l’orgoglio e scusarsi, ma Osamu Dazai mettere da parte l’orgoglio con Chuuya Nakahara? Questo sì che era utopico. Entrambi avevano ormai trent’anni eppure non erano riusciti a mettere da parte quella rivalità infantile che li aveva sempre contraddistinti.
 
Era una serata fresca, una leggera brezza sfrecciava tra le strade buie di Yokohama e Dazai si coprì nel suo lungo cappotto nero. Era giovedì sera e come di consueto Dazai si dirigeva al Lupin, uno storico locale che frequentava con il suo amico Oda, ex membro della Port Mafia che – miracolosamente – era riuscito nell’ardua impresa di cambiare vita. Molti pensano sia impossibile lasciarsi alle spalle la Port Mafia e tutto ciò che la riguarda, eppure Oda ci era riuscito, Dazai l’aveva sempre rispettato per questo. Il locale rimaneva aperto oltre l’orario di chiusura solo per loro, così che non fossero disturbati dal chiacchericcio delle altre persone.

«Dazai, non hai una bella faccia… intendo che è peggio del solito.» esordì Oda sorseggiando il suo whisky.
«Ohi Oda, non infierire anche tu.» disse Dazai sedendosi sullo sgabello rosso per fissare il liquido aranciato all’interno del bicchiere… persino il colore dell’alcol lo faceva pensare a Chuuya.
«Problemi a lavoro?» chiese Oda guardandolo con la coda dell’occhio, non era la prima volta che lo vedeva così.. e intuiva quale fosse il problema.
«Non chiedermi qualcosa che già sai.» disse Dazai tirando un sospiro rumoroso. «Non so davvero più che fare con lui..» continuò appoggiando il mento sul palmo della propria mano.

«Non so bene come funzioni tra di voi, ma in tutti questi anni ho visto accadere questa situazione tante volte. Dazai, a lavoro sei brillante, hai ottenuto il rispetto e direi anche il timore di un’intera organizzazione, ma con i sentimenti sei un disastro, fattelo dire.» continuò Oda, Dazai sapeva come l’amico la pensasse su di lui: “Usa la tua intelligenza per qualcosa di buono, non troverai ciò che cerchi nella Port Mafia, questa ti sta solo logorando, portandoti ad annullare la tua umanità”, frase che Osamu sentì più e più volte. Ma Dazai, chiaramente, non lo aveva ascoltato, eppure era conscio che una punta di verità c’era in quelle parole.

«Sentimenti? Sentimenti?! Dimmi all’interno di un’organizzazione criminale hanno mai portato a qualcosa di buono? Perché Chuuya si ostina a… comportarsi così?! Io non sono fatto per questa roba!» esclamò Dazai battendo un pugno sul tavolo, scatenando l’aria sorpresa di Oda. «Che cosa vuole?! L’anello di fidanzamento? Un appuntamento in un costoso ristorante? Serve davvero questo per dimostrare l’affetto tra due persone?! Dimmelo Oda.» continuò Dazai ad alta voce, rivolgendosi verso l’amico.

«Non è forse ciò che ti lega a Chuuya ad averti portato fino in cima? La tua vita nella Port Mafia sarebbe stata la stessa senza di lui?» Dazai rimase sorpreso da quella domanda, effettivamente non se l’era mai posta, semplicemente Chuuya era sempre stato lì, vicino a lui, non aveva mai provato a pensare a come sarebbe stato se il rosso avesse mollato la Port Mafia.
«Io.. non lo so. Immagino che sarebbe stato diverso.» rispose Dazai chiedendo il secondo bicchiere di whisky.

«Non è che io conosca bene Chuuya, Dazai, ma… lui si sta comportando come un normale essere umano. Pensaci un attimo. Avete condiviso praticamente tutto, lotta, dolore, amore, perdita e vittoria. Ora siete adulti e probabilmente Chuuya sta pensando al futuro.» Dazai lo guardò ma sembrava capirci meno di prima. «Futuro… non capisco cosa intendi, sarà come è adesso, no? Io il boss e lui vicino a me.» Oda accennò un sorriso divertito.

«Ti sei mai chiesto cosa vuole lui, Dazai? No, perché dai per scontato di averlo sempre a portata di mano. Non è così. Gli hai mai chiesto di andare a convivere, voi due insieme? O di fare qualsiasi altra cosa insieme, che non riguardasse il lavoro o le vostre solite serate dove a malapena vi parlate?» continuò Oda, Dazai continuò a fissare il bicchiere… era innervosito, sapeva che il suo amico aveva ragione. Sapeva che doveva iniziare a dare di più, a lasciarsi andare.

«Oda.. ho paura.» confessò a bassa voce Dazai abbassando lo sguardo. «Quando svolgo le missioni nella Port Mafia so esattamente cosa devo fare e come, so cosa mi aspetta, buttarmi a capofitto nella lotta… anche lì conosco i possibili finali, la vittoria o la tanto agognata morte. Sono tutte opzioni che conosco. Ma con Chuuya, se mi apro, che cosa succederà, Oda? Mi cambierà?» chiese Dazai, come se Oda potesse davvero avere tutte le risposte.

«Che ti cambierà questo è ovvio. L’amore non è che un’altra faccia della morte, o così dicono alcuni scrittori. Ma Dazai, ascoltami, se continuate come state facendo ora… perderai Chuuya, questo è poco ma sicuro.» Dazai annuì, sapeva che le cose dovevano cambiare, ma i cambiamenti così importanti lo innervosivano, specie se si trattava di Chuuya. Era vero, Oda aveva ragione, lo dava per scontato… ed era normale che Chuuya, dopo tanto tempo, iniziasse a pretendere di più.
Dazai stava cercando di fare ordine nel suo cuore e nella sua mente, quando il telefono squillò.
«Chi cazzo è che mi chiama a quest’ora? Akutagawa?» disse sorpreso Dazai, dopotutto erano le due di notte. Rispose.

«Boss, è successo… è successa una cosa terribile, io…» sentì la voce di Akutagawa tremare, con il fiatone. Dazai iniziò ad agitarsi, doveva essere grave.
«Calmati Akutagawa, dimmi cosa è successo.»
«Chuuya è stato trovato in una pozza di sangue, nella tua stanza nella residenza centrale, l’ha trovato Kouyou, l’ho sentita urlare, sono corso a vedere. Sembra morto, lo stanno portando in ospedale, non c’è effrazione, nessuna finestra rotta, né la porta..»
Dazai fece cadere il cellulare per terra, sul suo volto era dipinto il terrore, sentì il cuore e il mondo stesso fermarsi. Oda non lo riconobbe più quando iniziò a urlare.


- Angolo autrice -

Non so se si è capito, però mi piace l'angst. 
Il prossimo capitolo arriverà presto!

 
   
 
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