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Autore: Lady Koyuki    11/09/2022    0 recensioni
Questa storia parte e si basa principalmente sull'episodio 5x12, ossia l'episodio 100.
E se l'eccezione di Puck non fosse Quinn ma bensì Rachel?
Cosa succederebbe se Puck decidesse di rischiare basandosi sugli stessi consigli dati al suo fratellastro, semplicemente troppi anni più tardi?
So che ormai questo fandom non è popolare come prima e so anche che questa ship non sembra popolare come prima, ma io sono davvero insoddisfatta del finale di questi due personaggi che davvero, secondo me, dopo la scomparsa di Finn, avrebbero meritato di stare assieme, senza nulla togliere al personaggio di Quinn.
Spero possa piacere.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jake Puckerman, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Puck/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Legami Indissolubili

 

Era uno degli ultimi giorni al Glee per gli ex-diplomati; finalmente avrebbero votato per la famosa gara “Diva contro Diva” benchè a Puckerman importava relativamente poco. Puck stava entrando ora a scuola, come sempre godendosi gli ultimi momenti tra quei corridoi che gli ricordavano avvenimenti importanti del passato; mentre camminava attraverso i tantissimi studenti intenti a parlottare tra loro e correre verso le classi, vide suo fratello in un angolo che discuteva animatamente con un suo amico.
Sorridendo, gli si avvicinò, appoggiandogli una mano sulla spalla.

- Ehi fratellino! - lo salutò, allegramente.
Jake ricambiò il sorriso, prima di salutare il suo amico per restare a tu per tu con Puck.
- Come va? - chiese allora quest’ultimo.
Il minore allargò notevolmente il suo sorriso, rincuorando Puck.
- Molto bene. Ieri alla fine sono uscito con Marley. - rispose, ignaro del fatto che suo fratello aveva assistito alla romantica richiesta. - Ed è andata alla grande! - ammise felicemente.
- Davvero? - chiese Puck, curioso e contento per il fratello.
- Si, siamo stati benissimo e quella Berry aveva pienamente ragione - disse fermandosi, per guardare il fratello negli occhi - Non ho preteso nulla, sono stato gentile e disponibile, e alla fine è stata Marley stessa a salutarmi con un bacio a fine serata. - concluse, leggermente imbarazzato ma felice.
Puck gli diede un’altra pacca sulle spalle, veramente contento.
- Eh bravo il piccolo Puckerman, sono contento per te! - ammise, sorridendo affettuosamente.
Jake ricambiò il sorriso, veramente grato al fratello e alla ragazza.
- Spero che le cose possano andare bene anche tra te e Rachel. - ammise, titubante.
Aveva timore di tirare fuori quel discorso, visto l’occhiata che il giorno prima Puck gli aveva lanciato, ma probabilmente la sua felicità gli aveva rinnovato anche il coraggio.
Puck si irrigidì momentaneamente, maledicendo la perspicacia del fratello.
- Siamo solo buoni amici. - mentì, sperando che Jake ci credesse.
Lui infatti lo guardò dubbioso, ma fece spallucce prima di salutarlo e andare a lezione; sapeva che Puck non parlava spesso dei suoi problemi, avevano lo stesso carattere, quindi decise di non insistere ulteriormente.
Puck ricambiò il saluto sospirando tristemente; se se ne era accorto Jake, dubitava che altri non lo avessero capito, specialmente Rachel.

 

Più tardi, dopo aver girato per qualche tempo nella sua ex scuola, andando a salutare ex professori (che si sorpresero parecchio di vederlo in tenuta da soldato) e la sua coach, si incamminò verso l’aula canto, pronto ad una nuova (e forse ultima) ora di Glee club.
Mentre percorreva uno dei corridoi, intravide Rachel entrare da una delle porte di servizio che davano sul retro della scuola; sorridendo, la salutò attirando la sua attenzione.
Lei aspettò che Puck la raggiunse per poi incamminarsi insieme verso il Glee.
- Penso che tu voglia saperlo, - disse lui appena l’ebbe raggiunta, suscitando la sua curiosità - Jake ha avuto successo ieri sera e ti ringrazia. - continuò, sorridendole, grato.
Lei fece una faccia felicemente sorpresa.
- Ha funzionato? Sono davvero contenta per tuo fratello! - rispose, allegra - Vuol dire che ci teneva davvero! -
Puck concordò con la ragazza, senza toglierle gli occhi di dosso; quando era così felice emanava un calore quasi contagioso, inoltre a differenza del giorno prima, non sembrava più a disagio con lui e ne era contento.
- Pronta per i risultati della sfida? - chiese curioso.
Lei annuì, determinata.
- Tanto sappiamo tutti che vincerò io no? - rispose, alzando il mento altezzosa, senza un minimo di dubbio.
Puck rise allegramente.
- Per quanto siamo cresciuti e maturati, certe cose non cambiano mai, come il tuo amore per il tuo talento e per le tue capacità. - ribadì lui.
- O il tuo amore per te stesso. - scherzò lei, sorridendo.
Puck annuì, ricambiando il sorriso con uno molto più malizioso.
- Hai perfettamente ragione! Io sono fantastico! - ammise, ricevendo una risata e un pugno amichevole sulla spalla in risposta.

 

Pian piano, tutti entrarono in aula canto; Puck si era messo in una delle sedie in fondo, mentre Rachel e Mercedes erano sedute di fronte al palco, pronte a ricevere il loro giudizio. Poco dopo arrivò il professore che iniziò a parlare intimando l’attenzione di tutti.
- Bene ragazzi, basta con i drammi, è ora di votare per Rachel o per Mercedes. - disse, sorridente.
- Scusi professore - intervenne ad un tratto Santana. - Prima di sprecare un altro voto in una sfida priva di alcun senso nonché di qualsiasi conseguenza pratica per i membri del glee, vorrei dire qualche parola sulla mia cara amica Rachel Berry. - continuò, con un’espressione strana sul volto.
Rachel la guardò stupita, Puck non capiva se piacevolmente o no, ma aveva un sesto senso e conosceva Santana: non sarebbe uscito nulla di buono da quella situazione.
- Prego. - disse tranquillamente Shuester, fiducioso.
- Rachel Berry è la persona più orribile sulla faccia del pianeta. - ammise Santana mentre le espressioni dei presenti divennero immediatamente esterrefatte.
Puck si girò verso di lei, sgranando gli occhi, mentre un leggero fastidio gli montava su; sapeva sarebbe finita male.
- Cosa? - chiese Rachel, completamente stupita e forse anche leggermente impanicata.
- Zitta, troia. - la fermò l’altra.
- Santana! - intervennè il professore, contrariato.
Puck alzò ulteriormente lo sopracciglia mentre guardava la latina rabbioso; prima Quinn, ora Santana. Che diavolo le prendeva? Sembrava che tutti fossero tornati indietro nel tempo, come se non avessero mai collaborato assieme al Glee club, crescendo e maturando, oltre a stringere un’amicizia impensabile senza lo stesso club che li aveva visti così uniti. Di nuovo la bulla, la sfigata, il gay palese… Si stavano rincretinendo tutti? O semplicemente tornare al liceo li aveva riportati indietro anche nel cervello oltre che fisicamente? Se così fosse, erano da bandire tutti i ritrovi degli ex alunni di qualsiasi scuola.
Che diavolo.
Puck si alzò velocemente, volendo intervenire nel discorso e fermare quella situazione che sarebbe presto degenerata; non sopportava che Rachel venisse trattata così, per quanto sarebbe stato restio ad ammetterlo. Soprattutto da parte di Santana che, e questo lo ammetteva e se ne pentiva, insieme a lui aveva reso i primi anni di liceo impossibili per la ragazza; non aveva nessun diritto di fare ancora la stronza con Rachel.
- Solo Santana professore? - chiese sconcertato, rivolto a Shuester, che lo guardava dispiaciuto - Santana ti stai comportando come una stronza del cazzo! - intervenne, puntando il dito verso la latina.
Lei di rimando lo guardò, sbuffando.
- Il grande soldato Puckerman in difesa delle persone più deboli! - disse, sarcastica - Chissà perchè un tempo non era così. -
- Perchè sono cresciuto Santana, dovresti farlo anche tu! - disse, aprendo le braccia con fare deluso.
- Non è una cosa che ti riguarda. E’ una cosa tra me e la Nana! - ammise rabbiosa, prima di voltarsi di nuovo verso Rachel - Hai pugnalato alle spalle la metà delle persone in questa aula tante di quelle volte che neanche me lo ricordo pur di poter cantare un assolo o di fare la protagonista. - continuò Santana, rivolta alla ragazza - E sicuramente non conosci neanche i nomi dell’altra metà dei presenti. - aggiunse.
- Non è vero. - ribadì Rachel contrariata.
- Okay, Come si chiama lui? - disse indicando il ragazzo accanto a Mike.
Nemmeno Puck si ricordava il nome di quel ragazzo, solo che era il rivale di Jake; in ogni caso lui non sarebbe riuscito a stare lì con le mani in mano per molto, Santana stava decisamente esagerando.
- Rick. - rispose Rachel, titubante.
- Appunto. - disse Santana, soddisfatta.
- Ryder. - corresse il ragazzo in questione, contrariato.
Jake, appena sotto di lui, sorrise compiaciuto; era vero che detestava la sbadataggine di Rachel, ma il fatto che avesse sbagliato il nome di Ryder lo rallegrava. Un pochino. E poi dopo aver ricevuto il suo aiuto, gli dispiaceva vederla in quella situazione; di certo si domandava cosa ne pensasse Puck e curioso si volse a guardarlo.
Era in piedi, visibilmente rigido, con i pugni chiusi come fosse in preda alla rabbia; aveva capito che c’era qualcosa tra lui e Rachel, ma a quanto pare forse era una cosa più grande di quanto pensasse per far agitare Puck in quel modo. Infondo lui stesso era un bullo ai tempi e trattava Rachel allo stesso modo di come stava facendo Santana; probabilmente oltre al sentimento che Puck, secondo parere di Jake, palesemente provava per la ragazza, era anche profondamente cambiato.
- Grazie. - disse Santana - Avete conosciuto tutti Rachel ma io ho abitato con lei. Voglio raccontarvi com’è condividere il bagno con questa gnoma immatura e deficiente. - continuò, lasciando Rachel a dir poco esterefatta.
Puck si agitò nuovamente, scuotendo la testa nervoso; Santana si stava davvero scavando la fossa da sola, fortuna che non prendeva a pugni le ragazze o sarebbe stata già stesa a terra come lo era stato quello stronzo di Biff il giorno prima
- Qualcuno in quell’appartamento si radeva la faccia e lasciava i suoi pelacci nel lavandino e sappiamo tutti che non era Kurt, fate due più due. - concluse, soddisfatta, mentre Kurt si girava sconvolto verso la latina, come d’altronde era il resto della classe.
- E’ una bugia! - urlò l’altra sconvolta!
- Sai che altro è una bugia? La tua elezione a reginetta. - confessò allora la latina con un sorriso vittorioso sul volto.
- Cosa? - chiese Rachel, incredula.
Anche gli altri studenti guardarono la latina sgomenti; che voleva dire?
Puck volse lo sguardo a Quinn che sembrava imbarazza; non era possibile, pensò il ragazzo sempre più deluso, immaginando cosa stava per succedere.
- Non è stata una vera vittoria, okay? Provavamo compassione per te e le due persone che odi di più a questo mondo, io e Quinn, hanno riempito le urne per farti vincere. - ammise, senza perdere il suo sorriso.
- Sei così crudele Santana. - intervenne Rachel, furiosa. - Mi dici queste cattiverie solo perchè io sono la protagonista e tu sei solo la triste sostituita. Vuoi che io mi senta in colpa perchè sono più brava di te. E tu sei una brutta persona. - concluse, indicandola con rabbia.
Puck seppe che Rachel stava per piangere e la cosa incrementò la sua rabbia; benchè fosse forte e determinata in quello che faceva, era anche insicura e fragile. Forse era uno dei pochi ad averla vista in quei momenti, alcuni causati all’inizio da lui stesso. Non poteva reggere Santana per tutti quei giorni e non sfogarsi in qualche modo, soprattutto senza nessuno a sostenerla; non riusciva a sopportare la vista di quella Rachel sull’orlo di una crisi, assolutamente comprensibile. Era tentato di avvicinarsi a lei e abbracciarla, ma sapeva che la cosa avrebbe solo peggiorato la situazione per cui decise invece di intervenire in un altro modo, più efficace, ovvero zittendo la stronza che aveva minato alla sicurezza della sua principessina, pensò velocemente, senza davvero prestare attenzione a quello che gli passava in testa o al nomignolo dato a Rachel.
Prima che la ragazza in questione potesse girarsi e correre via, intervenne per evitarlo.
- Non sei solo una brutta persona, sei una ragazzina viziata! - ammise lui, scendendo dagli spalti, con sguardo sorpreso da parte di Rachel e della latina.
Anche gli altri lo guardarono sbalorditi; nessuno credeva che Puck potesse mettersi in difesa di Rachel. Nessuno tranne Jake, che lo guardava sorridendo. Era una cosa contro natura; si, era vero che una volta alle regionali l’aveva difesa, dichiarando apertamente “A me piace Rachel”, ma nessuno si aspettava che dopo anni di silenzio stampa tra i due, lui fosse ancora tanto legato a lei da difenderla.
Solo che nessuno sapeva la verità, ossia che era stato sempre legato a lei, fin da quando si misero insieme grazie a quel dannato sogno che ogni tanto torturava Puck persino ora; aveva fatto di tutto per togliersi lei e quella dannata visione dalla testa, ma non era servito, anche se lo aveva capito solo tornando a Lima per il Glee, per lei.
- Ti brucia tanto il fatto che tu non hai avuto successo e ti rifai sugli altri, come se fosse il liceo! Ma hai vent’anni, non più sedici, cresci e affronta la realtà invece di minare i tuoi amici perchè non riesci ad avere successo come loro! - disse Puck quasi urlando, puntandole un dito contro. - Ero stupito di come fossi cambiata, ma era ovvio che era solo una copertura per la tua carognaggine che in ogni caso, è uscita allo scoperto. - aggiunse, applaudendo sarcasticamente. - Complimenti! Brava! Sei sempre la solita stronza del liceo! -
Santana lo guardò esterrefatta e offesa, senza sapere cosa rispondere o dire; Rachel invece lo stava osservando grata, con una punta di qualcos’altro, ma non osò dire nulla, sapendo che se l’avesse fatto sarebbe scoppiata a piangere.
Il resto del Glee club era stupito; erano in un silenzio ansioso, nessuna sapeva cosa dire o fare per risolvere la cosa.
- Sentite, facciamo qualche minuto di pausa, e poi torniamo tutti qui per la votazione. - disse Shuester, mettendosi in mezzo ai contendenti, cercando di rimuovere quel silenzio angosciante.
Tutti, eccetto Santana, Rachel e Puck, concordarono, disperdendosi momentaneamente.

 

Quando Puck uscì dalla classe per andare a prendere un po’ d’aria, vide Rachel sparire nei bagni, seguita da Mercedes; se pensava che era tutta colpa di Santana gli veniva una voglia matta di andargliene a dire altre. Sbuffò, cercando di controllarsi, iniziando a camminare verso il retro della scuola; sentendo la latina trattare così Rachel, non aveva resistito a difenderla; sapeva che anche Santana era insicura e si proteggeva con quel comportamento da stronza, ma che lo facesse con chi se lo meritava. E di certo quella non era Rachel.
Ormai arrivato all’esterno, si calmò leggermente grazie anche alla brezza primaverile che aleggiava lì intorno; per quanto amasse la divisa, certe volte gli teneva fin troppo caldo.
Preso dai suoi pensieri, non si accorse di qualcuno che lo raggiunse alle spalle; era il suo fratellino che lo guardava sorridendo.
- Bella ramanzina. - disse, facendolo girare verso di lui.
Puck sorrise, nervosamente.
- Qualcuno doveva fargliela, Santana non può pretendere di fare la stronza sempre e comunque con tutti. - rispose, alzando le spalle.
- O con Rachel. - aggiunse Jake, osservandolo malizioso.
- Stai giocando con il fuoco, fratellino! - rispose lui, guardando il minore, fingendosi minaccioso.
L’altro rise, affettuosamente.
- Scusa scusa. Ma penso che per lei è stato molto carino quello che hai fatto, difenderla davanti a tutti. - disse con tono di ammirazione.
- Grazie, e spero tu abbia ragione anche se dubito mi verrà a ringraziare. - ammise, tristemente.
- Non ne sarei tanto sicuro. - ribadì Jake, sorridendo, lasciando un’espressione interrogativa sul volto di Puck.
Ma prima che lui potesse chiedere qualcosa, il minore gli intimò di tornare dentro per iniziare la votazione.
Quando le acque si furono calmate e tutti i membri del Glee furono tornati, eccetto Rachel e Mercedes, Shuester iniziò a distribuire i fogli per i voti.
- Okay ragazzi, togliamoci subito il pensiero di questa sciocca votazione e torniamo al vero motivo del nostro incontro. La musica. - disse, cercando di apparire tranquillo.
- Usate la mano sinistra per l’anonimato. - aggiunse April, allegra.
- Ma io sono mancino. - protestò Sam, contrariato.
- Usa il piede. - le rispose la bionda, come se fosse la cosa più ovvia.
Tutti erano intenti a votare, alcuni incerti sulla votazione; Puck non aveva dubbi, Rachel era la vera Diva e lo sarebbe sempre stata ai suoi occhi.
- Tu per chi voti? - chiese un tratto Ryder a Jake, che si trovava accanto a lui.
Jake lo guardò, sorridendo.
- Oh, io so per chi votare. Diciamo che le devo un favore. - rispose, lanciando un’occhiata alla porta, sperando di veder comparire Rachel.
Quando il professore ebbe raccolto tutti i fogli, si mise sul pianoforte per contarli.
- Va bene. Ci sono tutti. - disse soddisfatto, mentre la porta si apriva mostrando Rachel e Mercedes allegre che entravano insieme.
- Allora, scusate per lo sfogo di prima. - iniziò la castana, sorridente.
Puck non sapeva che magia avesse fatto la ragazza di colore, ma qualunque cosa fosse la ringraziò mentalmente; fortuna che per una Santana, al mondo, esisteva qualcuno come Mercedes che sapeva riportare il buon umore ad una persona come Rachel.
- Io e Mercedes abbiamo parlato. - continuò Rachel, senza perdere il suo sorriso.
- E Abbiamo capito che chiedervi di votare la più brava tra noi due è assolutamente ridicolo. - intervenne la nera, guardando l’amica - Non porta a niente ed è da narcisiste. Cioè come possiamo chiedervi di scegliere tra due bellissime mega Dive? - chiese sarcastica, abbracciando Rachel.
La loro felicità venne però interrotta dal professore che alzò i fogli, felice.
- E invece hanno votato e hanno scelto. Indovinate? - chiese, in ansia di poter dare la risposta.
Le due dive si guardarono preoccupate, non sicure di voler sapere la vincitrice; anche gli altri del Glee erano titubanti visto la rinnovata pace tra loro. Nonostante tutto, nessuno fece in tempo a fermare Shuester dal rispondere.
- Siete ugualmente brave ai loro occhi e ai miei. - ammise, facendo partire degli applausi e delle grida felici.
Almeno tra loro due era finita bene, si disse Puck, guardando di nuovo Rachel sorridere; non poteva sopportare di vederla piangere. Certo, avrebbe preferito vederla vincere, credeva che se la meritava quella vittoria, come qualunque altra, essendo di parte, ma non se questo avrebbe compromesso la sua amicizia con Mercedes che a quanto pare, era decisamente importante e necessaria per la castana.

 

Il resto della giornata passò abbastanza tranquillamente; Santana aveva smesso di punzecchiare Rachel e Puck si sentiva un po’ in colpa di aver aggredito la latina così, ma non se ne pentì. Qualcuno doveva darle una strigliata o non avrebbe mai smesso di comportarsi da stronza.
Lentamente, Puck si stava dirigendo verso la sua auto, contento sinceramente di aver concluso quella giornata; quando stava per aprire la sua vettura, sentì dei passi dietro di sé e si voltò curioso.
Rachel stava venendo verso di lui, sorridente, con aria nervosa; quando fu davanti a lui lo salutò, quasi timidamente.
Puck ricambiò il saluto, interrogativo, aspettando di sentire il motivo per cui lo aveva raggiunto; era contento di poterle parlare di nuovo a tu per tu, anche se la cosa lo innervosiva.
- Sono venuta a ringraziarti. - iniziò lei poco dopo. - Per quello che hai detto a Santana oggi. - ammise lei, avvicinandosi ulteriormente a lui.
Puck la osservò, sorridendo soddisfatto; almeno era venuta a ringraziarlo, nonostante quella vicinanza non aiutava la sua già poca lucidità che sembrava diminuire ogni volta che pensava o vedeva la ragazza.
- Non devi, se lo meritava. - disse, cercando di rincuorarla.
- In realtà no, aveva ragione - ribadì lei, ma prima che Puck potesse controbattere, riprese a parlare - Sono stata meschina con molte persone del Glee e sono talmente poco interessata ai nuovi membri che non ricordo nemmeno i loro nomi. - aggiunse sconsolata, mentre gesticolava nervosamente - E’ che ultimamente sono presa talmente tanto tra scuola e teatro che non riesco a concentrare la testa in nient’altro; poi ci si è messa anche Santana e sento che sto per esplodere. -
Puck le mise una mano sul braccio con fare affettuoso, cercando di farle un sorriso comprensivo.
- Capita a tutti un periodo pieno. - disse sinceramente, sperando potesse aiutarla - Non devi fartene una colpa. -
- Vero, però speravo che tornando a Lima avrei trovato un po’ di pace e tranquillità, di riuscire a calmarmi per poi ripartire in quarta al mio ritorno a New York. E invece Santana ha deciso di rovinarmi anche questa specie di vacanza… - aggiunse, sconsolata. - Mi odia proprio tanto. -
Puck fece una piccola risata.
- Non ti odia, è insicura quanto te, solo che a differenza tua, preferisce far star male gli altri, piuttosto che rimboccarsi le maniche e mettersi sotto per raggiungere il suo sogno. - disse Puck con un’alzata di spalle - Deve solo capire che il mondo non funziona come al liceo. Non vince chi bullizza la gente, vince chi è davvero bravo. E tu sei più brava di chiunque là dentro. - le disse, indicando la scuola e precisamente il Glee.
Rachel sorrise, grata al ragazzo per quel discorso; vedeva che era nervoso mentre parlava, ma qualsiasi suo complimento riempiva la ragazza di gioia. Sapeva che non lo diceva tanto per dire, ma era sincero.
- Sul serio Noah, non so come avrei fatto senza di te oggi e senza questo discorso di incoraggiamento. - ammise la ragazza, sorridendo allegra.
- Te la saresti cavata comunque, sei brava a cavartela sempre - ammise lui - ma sono contento di averti difesa e lo rifarei mille volte. La faccia di Santana in quel momento era spettacolare! - disse, strappando una risata a Rachel.
- Vero, era fantastica. Credo che nessuno nella sua vita l’abbia mai zittita in quel modo. - disse continuando a ridere e contagiando il ragazzo.
Puck era davvero contento di sentirla ridere; aveva paura che la rivelazione brutale di Santana sull’elezione della reginetta potesse averla buttata a terra pesantemente, invece grazie a Mecedes, e forse a lui stesso, era tornata abbastanza serena.
- Vorrei ringraziarti in qualche modo, Noah. - disse all’improvviso, prima che Puck la guardasse sorpreso.
Già sentire il suo nome pronunciato da lei lo scombussolava, sentire poi che voleva ringraziarlo in qualche modo non aiutava granchè il suo già precario autocontrollo; si disse che non doveva comportarsi come il solito Puck, ma la tentazione era enorme.
- Hai fatto davvero un gesto carino difendendomi e incoraggiandomi e vorrei sdebitarmi. - continuò lei, sorridendo gentilmente.
- Potresti farlo con un bacio. - disse lui, scherzosamente, mostrando però un sorriso malizioso.
Non aveva resistito, era stato più forte di lui; lo aveva detto scherzando ma in parte sperava che lei lo prendesse sul serio. Rachel arrossì leggermente, di certo non aspettandosi quella risposta; si era irrigidita appena aveva sentito quella richiesta, ma non lasciò trasparire altro che sorpresa.
Puck invece si aspettava qualcosa, come un insulto o un buffetto; vedere lei immobile guardarlo in silenzio, totalmente sorpresa e per niente preoccupata, gli fece crescere una piccola speranza dentro. Che forse avesse ancora una possibilità?
Spinto dall’istinto, si avvicinò ulteriormente a lei, prima di rubarle un bacio casto; in quel momento non gli importava se lei lo avrebbe rifiutato, gli avrebbe tirato uno schiaffo o lo avrebbe preso a pugni. Voleva solo lei e quelle labbra morbide, senza pensare alle conseguenze.
Con sua evidente stupore, lei non si tirò indietro, anzi, sembrava ricambiare il bacio, alimentando, forse inutilmente le sue speranze; temendo proprio quella possibilità, si staccò osservandola dispiaciuto, preoccupato che quel bacio potesse rovinare quello che era rimasto tra loro.
Si accorse che aveva mentito a se stesso poco prima; non poteva reggere a un altro rifiuto, benchè ora aveva potuto assaggiare di nuovo quelle labbra. Con sua somma sorpresa però, questo non accadde.
Rachel infatti, appena lui si fu staccato, ci mise solo un secondo a capire che necessitava di quel bacio più di quanto volesse ammettere; velocemente allungò le braccia per portarle dietro al collo del ragazzo, attirandolo a sè per baciarlo ancora, in modo molto più passionale di prima, quasi necessitasse di lui come l’aria.
Puck rimase felicemente sorpreso dalla cosa, ma non si tirò indietro; le cinse la vita, cercando più contatto possibile con lei, volendo fermare quel momento, renderlo eterno.
Lei stava cercando un suo bacio? Non poteva crederci, non dopo che il giorno prima lo aveva rifiutato. In quel momento poco gli importava, voleva solo rimanere così il più a lungo possibile.
Purtroppo quel momento finì, e dovettero separarsi per prendere aria.
Lui la guardò preoccupato che lei potesse pentirsi di quel gesto, me nei suoi occhi leggeva solo felicità, o era una sua impressione?
- Se questo è il tuo modo di sdebitarti, devo difenderti più spesso. - disse, scherzoso, sperando di alleggerire la tensione che comunque si era creata tra i due.
Rachel sorrise nervosamente, non sapendo esattamente cosa dire.
Puck la guardò ansioso, vedendo che non diceva niente; Rachel Berry che non parlava a raffica era una cosa assai rara, lo preoccupava tantissimo. Si stava forse pentendo di quel bacio?
Questa cosa lo stava uccidendo dentro, non potendo sopportare quella possibilità; poteva andare bene un rifiuto ma quello no.
Si accorse solo in quel momento che le braccia della ragazza erano ancora avvinghiate al suo collo e che non si era sciolta dalle sue; se si fosse pentita si sarebbe allontanata subito, no?
Con questa rinnovata speranza, tossì leggermente, come a tentare di recuperare un tono normale di voce, che non lasciasse trasparire la sua totale agitazione.
- Ricordo cosa mi stavi dicendo ieri mattina - iniziò titubante, vedendo un cambio di sguardo nei suoi occhi, come se si fosse rattristata - ma se ti chiedessi un’ultima uscita oggi? Accetteresti? - chiese, nervosamente.
Lei lo osservò non troppo sorpresa, sorridendo; fino a dieci minuti prima non avrebbe mai detto che quella situazione sarebbe arrivata a quel punto, ma non ne era delusa. Si, aveva paura di danneggiare il rapporto con Noah, ma se invece lo avesse migliorato? E poi non era certa di come poteva andare un’altra possibile uscita con lui; magari non sarebbe successo nulla, no?
Alla fine si convinse; infondo dopo quel bacio, che ricordò, si era presa lei, difficilmente le cose sarebbero tornate come prima, non subito almeno, ci sarebbe voluto tanto tempo. Forse valeva provare a fare un salto nel vuoto.
- Si, va bene. - rispose, ancora abbastanza nervosa, sorridendogli il più sinceramente possibile.
Puck quasi non credette a quella risposta, ma ricambiò il sorriso felice; aveva almeno portato a casa un buon risultato quel giorno e forse aveva davvero un’altra possibilità.
- Ma il mio mazzo di fiori e la mia dichiarazione eterna? - chiese scherzosa, riferendosi all’invito di Jake a Marley.
Puck scosse la testa, dispiaciuto.
- Non mi hai dato abbastanza tempo per prepararmi, dovrai limitarti a questo invito per un appuntamento. - affermò lui, sorridendole allegro.
- Pazienza - disse lei, ricambiando il sorriso - vorrà dire mi accontenterò. - ammise, prima di staccarsi dall’abbraccio.
Quel distacco rattristò Noah, che avrebbe voluto averla ancora tra le braccia qualche attimo in più; era quasi come se gli avessero staccato un arto. Da quando Rachel Berry era diventata così importante per lui? Forse lo era sempre stata ma non si era mai accorto davvero che lo fosse così tanto; cercò allora di riprendere un’espressione normale, per non far trasparire la delusione del distacco.
- Allora ci vediamo stasera? - chiese Rachel, allontanandosi in direzione dell’auto.
- A stasera! - confermò Puck sorridendole.
Avrebbe potuto, forse e con il giusto atteggiamento, stringerla di nuovo tra le braccia quella sera. Stavolta però, non avrebbe permesso a nessuno di interferire, nemmeno ai suoi due padri.




 




 

 












 

NOTE DELL’AUTRICE
Sono sempre viva!
So che è passato tantissimo dall'ultimo aggiornamento, ma in questi anni (si, anni, che disgrazia che sono) la voglia di scrivere mi è molto passata e ho sperimentato di recente il fatto che scrivo anche peggio rispetto a qualche anno fa; tutto ciò che scrivo non mi soddisfa. D'altra parte, mi dispiaceva lasciare le mie povere storie in sospeso. Purtroppo, quella nell'altro fandom è inconclusa anche nel mio computer, mentre questa è già uffialmente finita, speravo solo di migliorarne il finale prima o poi; bè mi sa che il prima o poi non arriverà mai, per cui ho deciso di concluderla così come è. Non mi dispiace, il finale è comunque bello, solo speravo di scriverlo meglio sia a livello di trama sia a livello di scrittura; ci ho effettivamente provato, ma ne è uscito un capitolo peggiore della prima scrittura, come accennato poco fa. Per cui, piuttosto che lasciarla inconclusa, preferisco dargli una degna fine con quello che ho già.
Detto questo, la voglia di aggiornare questa storia deriva da una botta di rinnovato amore per questa coppia, intensificata guardando, nuovamente, tutte le loro scene (tutta la serie era impossibile al momento); in ogni caso, continuo a pensare che loro sarebbero stati la coppia perfetta alla fine della serie, considerando anche il fatto, come forse ho già detto, che hanno tentato di riproporre lo stesso triangolo nella generazione successiva, fallendo miseramente. Il Puck originale non si batte.
Continuo a soffrirci per questo e anche per il fatto che la loro ship ha ben poche fanfiction con cui consolarsi; ovviamente il fandom di Glee è anche molto vecchio e ben pochi si cimenterebbero nella scrittura qui dentro, ma sarebbe bello poter aver altro materiale su cui fantasticare.
Detto questo, vi informo che la storia sarà conclusa davvero in poco tempo, qualche mese al massimo, avendo appunto i capitoli pronti solo da pubblicare.
Spero davvero che possa piacervi anche se non è secondo me al livello ottimale.
Per ora vi saluto!
Alla prossima!

Koyuki :3

 

 
   
 
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