Anime & Manga > Mo Dao Zu Shi
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Autore: Rosette_Carillon    12/09/2022    0 recensioni
Jiang Cheng e l'unico compagno che non l'ha mai abbandonato, ma che gli è rimasto accanto in ogni situazione permettendogli di andare avanti.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jiang Wanyin/Jiang Cheng
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  Odio
 




 
 
 
 
 
 
In quegli anni aveva perso tanto. Tutto.
Si era trovato solo, il suo intero clan sterminato, i suoi genitori uccisi senza alcun rispetto per i loro corpi, per le grandi persone che erano state in vita.
Suo fratello, perso, sprofondato in una spirale di sangue e negromanzia che l’aveva portato alla morte dopo averne consumato lo spirito.
E lui ne aveva approfittato, oh se l’aveva fatto: era stato comodo fingere che tutto andasse bene, che Wei Wu Xian fosse il solito idiota di sempre.
Quando poi la situazione era diventata ingestibile aveva scelto di abbandonarlo, di rinnegarlo, proprio lui che era stato uno dei pochi a credere in lui e stargli vicino fin da subito, e fino alla fine.
Sua sorella, la sua amata sorella… uccisa per errore, uccisa perché aveva cercato di proteggere qualcuno. Ciò che aveva sempre fatto in vita, l’aveva infine portata dentro una bara, la gola trapassata e le vesti sporche di sangue.
Lui però ce l’aveva fatta. Anche da solo, nonostante tutto, era riuscito a diventare il temuto capo del clan Jiang di Yunmeng, famoso per la sua ira implacabile e la sua crudeltà.
Era soddisfatto?

Certo. Certo che lo era: aveva dimostrato al mondo che non era un incapace, e aveva preso il posto che gli spettava.
Eppure…
Negli occhi di Jin Lin, anche se lui tace, rivede il silenzioso disappunto di Jiang Yan Li.
<< A-Chang, cerca di essere più paziente. >>
<< Oh, A-Chang, hai davvero un brutto carattere. >>
E rivede anche quel terrore che lui, da bambino, aveva provato nei confronti di quella madre che l’aveva sempre odiato, e da cui avrebbe solo voluto un po' di affetto.
Negli occhi di Wei Wu Xian, invece, vede solo un dolore silenzioso, e quel desiderio di essere amato che lui ben conosce.
Dopotutto, che gli importa se tutti lo temono?
Che gli importa se viene tenuto a distanza, e se tutte le case di appuntamenti gli vietano l’ingresso?
Lui non ha bisogno di nessuno.
Per tanto tempo l’odio e la rabbia l’hanno spinto ad andare avanti, che ora non ricorda nemmeno cosa si provi a vivere una vita senza di essi.
Non ricorda nemmeno l’esistenza di qualcosa di diverso dall’odio, quell’odio freddo come gli occhi della Seconda Giada del clan Lan quando si posano sulla sua figura.
Forse non è vero che ha perso tutto: quell’odio che gli ha avvelenato la vita è sempre rimasto con lui, fedele compagno silenzioso, gli ha dato ogni volta la forza per rialzarsi.
 







 
  
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