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Autore: Justice Gundam    12/09/2022    1 recensioni
Fin dagli inizi, la storia di Golarion è stata colma di tragedie, eventi drammatici e violenza. Questo mondo ha visto innumerevoli civiltà ascendere per poi crollare. Eserciti si sono scontrati in innumerevoli occasioni, e il sangue è stato sparso ovunque in tutto il globo. Ora, nell'Era dei Presagi Perduti, dopo la morte del dio Aroden, si snodano le vicende di coloro che scriveranno un nuovo capitolo nella tormentata storia di questo mondo...
Nella città portuale di Korvosa, la tensione e il malcontento hanno ormai raggiunto livelli insostenibili. Di fronte alla minaccia dell'anarchia, un gruppo di eroi esordienti si riunisce rispondendo al richiamo di una misteriosa sostenitrice. Strane magie e misteriose profezie li mettono sulle tracce di un nemico comune, un percorso che li trascina in una lotta per salvare la città dalla rovina.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Era dei Presagi Perduti'
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Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

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LIBRO 2 – LA MALEDIZIONE DEL TRONO CREMISI

Capitolo 9 - Il segreto dell'ambasciatore

 

Krea Aldinn cercò di mettersi a posto come meglio poteva, lisciandosi attentamente gli abiti e controllando che i suoi capelli non fossero fuori posto. Probabilmente, qualcuno avrebbe potuto pensare che, per presentarsi di fronte alla comandante della guardia cittadina, simili premure per il propro aspetto fossero un po' eccessive... ma in questo caso, la giovane maga-spadaccina riteneva che essere più presentabili sarebbe stato un punto a loro favore. Il maresciallo Kroft li aveva avvertiti del fatto che ci sarebbe stato un ospite un po' speciale al loro incontro imminente...     

"Beh, questa sì che è stata una sorpresa. Chi potrebbe essere interessato ad incontrare degli esordienti come noi?" chiese Runyar, mentre controllava che il suo equuipaggiamento fosse a posto.

"Non ne ho idea, ma il maresciallo sembrava piuttosto contenta ed ansiosa di farcelo conoscere." rispose Rilo. Il giovanissimo stregone si mise a posto i vestiti e controllò che il suo pugnale - lo stesso che aveva preso durante la perquisizione della macelleria poco più di una settimana prima - fosse ben riposto al suo fianco. Poi, si diede un'occhiata attorno, giusto per essere sicuro che tutti i membri della sua squadra fossero presenti e pronti. In effetti, assieme a loro c'erano anche i fratelli Vancaskerkin, anche loro decisi ad intraprendere la nuova missione che Cressida aveva in mente per loro. Orik indossava i suoi soliti vestiti, ma si era premurato di pulirli meglio che poteva e anche di farsi la barba per quell'occasione, mentre Verik, ormai non più membro della guardia cittadina, aveva messo da parte la sua uniforme a favore di abiti più pratici e stivali da viaggio, con una cotta di maglia semplice ma funzionale, e una lancia tenuta legata sulla schiena. "Okay, gente... siete pronti? Credo che la missione di oggi sarà alquanto... particolare. Non chiedetemi perchè, ma ho questo presentimento."

"Anche questo fa parte della magia di voi Varisiani?" chiese Fedra con un sorrriso accomodante.

Orik alzò le spalle. "Hey, il ragazzo è stato in gamba, finora." rispose. "E poi, in ogni caso, potete contare su quel rituale di lettura delle carte... come si chiama, apprensura, giusto?"

Krea disse di sì con la testa, e ripensò brevemente a Zellara, la donna Varisiana da cui era iniziato tutto. Si chiese se ancora adesso si sarebbe manifestata, se lei avesse cercato di fare un'apprensura, ma decise di rimandare a più avanti tali domande, visto che ormai erano arrivati davanti alla porta dell'ufficio di Cressida. Dopo essersi schiarita la voce, Krea bussò educatamente alla porta e annunciò l'arrivo del suo gruppo. "Maresciallo Kroft... Krea Aldinn e il suo gruppo a rapporto. Ci ha fatti chiamare."

Immediatamente, la voce di Cressida rispose alla chiamata. "Ah, certamente, signorina Aldinn." rispose. "Prego, entrate pure. Stavo appunto cercando voi."

Con un cenno della testa, Krea aprì la porta ed entrò per prima nell'ormai familiare ufficio della comandante della guardia cittadina... rimanendo un po' sorpresa quando si accorse che c'era già qualcuno che era giunto prima di loro. Accanto alla scrivania di Cressida, infatti, era seduto un uomo alto e dall'aspetto affascinante, di età non più giovane ma con uno scintillio negli occhi che lasciava intendere la passione di un giovane. I suoi capelli, già un po' ingrigiti dall'età, erano tenuti legati dietro la nuca, e i suoi occhi erano di un colore verde brillante. Anche il suo abbigliamento faceva subito capire che non era un uomo qualsiasi - una camicia bianca ben tenuta con sopra una giacchetta grigia senza maniche, pantaloni di raso blu e un paio di stivali lucidi, oltre che uno stocco finemente cesellato riposto in un fodero al suo fianco. Alla mano sinistra portava un guanto di cuoio nero, mentre la mano destra restava scoperta.

Vedendo arrivare il gruppo, l'uomo si alzò per salutarli con un inchino. "Ah, quindi sono loro il gruppo di collaboratori di cui mi parlavi, Cressida." disse, con una voce profonda e al tempo stesso elegante. "Piacere di conoscervi."

"Buongiorno a voi. So che può sembrarvi una sorpresa, ma... permettetemi di presentarvi un mio vecchio amico." continuò Cressida, mentre il gruppo entrava nell'ufficio e riceveva i saluti dello sconosciuto. "Vi presento il signor Vencarlo Orisini. Immagino che qualcuno di voi avrà già sentito parlare di lui."

"Come no?" rispose Rilo, lo sguardo che si illuminava mentre stringeva la mano all'ospite di Cressida. "Vencarlo Orisini, il famoso maestro di scherma! La sua scuola è ben conosciuta qui a Korvosa!"

"Wow, stiamo davvero parlando con Vencarlo Orisini!" rispose Krea, anche lei felice di conoscere personalmente una persona famosa come lui. "Sono sempre stata una sua grande ammiratrice!"

Anche Kostur fece un cenno di approvazione, ricordando che quell'uomo era stato il maestro di Grau, il sergente che il mezzorco investigatore aveva aiutato. Vencarlo, da parte sua, fece una breve risata bonaria. "Constato che la mia fama mi precede. Ne sono molto onorato." affermò.

"Probabilmente vi chiederete come mai il signor Orisini è qui con noi." proseguì Cressida. "Beh, dovete saere che per quanto Vencarlo sia sempre stato critico nei confronti del governo di Korvosa, è sempre stato per me un ottimo amico e consigliere. E in particolar modo, in questi tempi difficili, i suoi suggerimenti e le sue osservazioni sul morale dei cittadini di Korvosa sono stati insostituibili." 

"Heh... mi lusinghi come sempre, Cressida. Io cerco solo di fare la mia parte per mantenere al sicuro la nostra città." rispose affabilmente Vencarlo. "Come vedo che stanno facendo anche questi ragazzi. Se Korvosa avesse più persone del vostro calibro, probabilmente saremmo già usciti da questa difficile situazione."

Verik sospirò e guardò verso un angolo del soffitto. Non poteva dire che pensava di meritarsi tutte quelle lodi... ma sarebbe stato un po' troppo lungo spiegare, e in ogni caso non era quello il tempo nè il luogo adatto.

Cressida sospirò, chiaramente dispiaciuta di dover interrompere la discussione, e si schiarì la voce. "Per quanto mi piacerebbe poter continuare questa conversazione, temo che in questo momento non ce ne sia il tempo." affermò. "Vedete... Vencarlo, qui presente, è da poco venuto al corrente di un intrigo che potrebbe costare a Korvosa sanzioni o embarghi da parte di Cheliax, a meno che non agiamo subito."

Il nome della famigerata nazione fece immediatamente drizzare le orecchie al gruppo. "Cheliax? Che cosa hanno in mente?" chiese allarmato Kostur.

Vencarlo sospirò mentre si apprestava a dare le spiegazioni. "Il problema è un ambasciatore di Cheliax il cui disprezzo per Varisia è ormai ben conosciuto, per quanto non si sia fatto scrupoli ad avvantaggiarsi di tutto ciò che la nostra città ha da offrire." spiegò, per poi volgere lo sguardo a Krea e Rilo. I due fratelli si accorsero subito che l'espressione di Vencarlo si era fatta seria, e compresero che in qualche modo quel discorso riguardava anche loro. "E a quanto pare, qualcuno di voi ha già avuto a che fare, in maniera indiretta, con questo individuo."   

Krea corrugò la fronte. Evidentemente, aveva già una mezza idea di chi si stesse parlando. "In... che senso? Chi sarebbe questa persona?" chiese.

Cressida guardò dritti negli occhi i fratelli Aldinn. Era un momento un po' delicato, e la comandante sapeva bene che per loro poteva diventare una questione personale. "Stiamo parlando... dell'ambasciatore Darvayne Gios Amprei." rispose.

Ma certo! Quel nome era fin troppo conosciuto ai due fratelli, e Krea storse il naso e strinse una mano per trattenere il moto di rabbia che stava provando. Rilo doveva provare più o meno le stesse cose, dal momento che Krea lo vide corrugare la fronte con un lampo di indignazione nello sguardo. Darvayne Gios Amprei era un membro di una famiglia nobile minore di Cheliax, conosciuto come diplomatico e ambasciatore, ma soprattutto come autore di un libro propagadandistico camuffato (neanche tanto bene) da trattato sulle regioni di Abendego, Belkzen e Varisia. Krea e Rilo stessi ne avevano letto qualche capitolo ed erano rimasti disgustati da come l'autore insultava la loro terra natale e propugnava il colonialismo, adducendo come scusa che "Cheliax avrebbe portato la civiltà e il progresso ai barbari".

Ma non era questo il motivo per cui Krea e Rilo odiavano l'ambasciatore Amprei... quanto il fatto che aveva avuto un ruolo importante nella caduta dalla gloria della loro famiglia, a causa degli embarghi che aveva fatto imporre su molte merci provenienti da Korvosa.

"Certo... so chi è questo individuo." continuò Kostur con espressione cupa. "Ancora prima dei recenti disordini, quel tizio era pronto a raccomandare al governo del suo paese delle sanzioni sui nostri traffici, o addirittura un embargo."

"Ma a quale scopo?" chiese Orik, non troppo versato sulle recenti vicende di Korvosa.

Vencarlo riprese il discorso. "Ho recentemente scoperto che l'obiettivo dell'ambasciatore Amprei è di minare l'economia di Korvosa al punto che lui potrà comprare intere porzioni della città a prezzi stracciati da proprietari ridotti quasi sul lastrico. In questo modo potrà guadagnarsi una posizione privilegiata qui a Korvosa, dalla quale potrà trattare la fine delle sanzioni con i suoi alleati a Cheliax."

"Un piano astuto, per quanto spregevole." rispose Runyar.

Cressida disse di sì con la testa. "Come potrete immaginare, non possiamo lasciare che i piani personali di Amprei danneggino Korvosa." rispose. "Ma non possiamo neanche intraprendere azioni drastiche - non solo ucciderlo sarebbe immorale, ma farebbe di lui un martire agli occhi del governo di Cheliax. Detto questo... anche il nostro caro ambasciatore ha i suoi punti deboli."

Il gruppo restò in silenzio e attese che Cressida e Vencarlo riprendessero il discorso. "Il qui presente Vencarlo ha scoperto anche un'altra cosa interessante." disse la comandante della guardia cittadina. "L'ambasciatore Amprei ha fatto regolarmente visita ad un luogo della Vecchia Korvosa - una nave da guerra trasformata in covo di ladri, chiamata La Coda dell'Anguilla. E' un luogo dove regnano il vizio e i piaceri proibiti, e che al momento è sotto il controllo di un famigerato criminale, Devargo Barvasi, anche conosciuto come il Re dei Ragni."

"Il Re dei Ragni... anche questo non è un nome che sentiamo per la prima volta, giusto?" chiese Verik al resto del gruppo. Anche Orik aveva già sentito quel nome: Devargo Barvasi era un uomo pericoloso, un tagliagole e un assassino che avrebbe venduto chiunque per il giusto prezzo. E sia Fedra che i fratelli Aldinn sapevano che Devargo aveva fatto affari con il mai abbastanza deprecato Gaedren Lamm...

"Per quanto mi piacerebbe mettere Barvasi fuori causa una volta per tutte, c'è il fatto che paga regolarmente le tasse, e che le sue attività criminali si limitano alle sue navi ancorate alla Coda dell'Anguilla, quindi diciamo che lui è il minore dei nostri problemi." proseguì Cressida. "Se devo essere sincera, non so se Barvasi sia una sanguisuga o un kraken. Per la maggior parte, sembra un criminale fastidioso ma non veramente pericoloso, ma a volte mi viene da chiedermi fin dove giungano i suoi tentacoli. In ogni caso, la sua insidiosa ragnatela diffusa attraverso il sottosuolo di Korvosa potrebbe tornarci utile."

Cressida fece una pausa per bere un sorso d'acqua, poi osservò attentamente il gruppo prima di riprendere il discorso, per assicurarsi che stessero seguendo. "Devargo non permetterebbe mai a qualcuno associato alla guardia cittadina di Korvosa di introdursi nella Coda dell'Anguilla, ma il vostro gruppo è un caso particolare." Continuò. "Quello che vi chiedo è di recarvi alla Coda dell'Anguilla e cercare di farvi concedere un'udienza con Devargo. Cercare di scoprire che cosa sa di Amprei, ottenete le prove di qualsiasi attività illecita nella quale Amprei sia coinvolto, e consegnatemele. Così potrò usarle per mettergli i bastoni tra le ruote e impedirgli di convincere il suo paese ad isolarci. Certo, non mi aspetto che Devargo sia disposto a concedervi tali informazioni facilmente. Vi fornitò un po' di denaro con il quale potrete convincerlo, e se avanza qualcosa potete tenervelo come premio. Ricordatevi che Devargo è un tipo pericoloso... ma lo siete anche voi. Se... per qualche motivo... i negoziati dovessero andare male, non credo che molti piangeranno la sua... dipartita."

"D'accordo." rispose Fedra, dopo aver dato un'occhiata al resto del gruppo e aver letto nei loro volti che approvavano l'idea. "Ci incontreremo con questo Re dei Ragni... e gli strapperemo le informazioni che vi servono. Non falliremo."

"Molto bene. Conto su di voi." rispose Cressida. Aprì un cassetto della sua scrivania e ne tirò fuori una borsa in pelle che porse al gruppo. "Ecco. Questa borsa contiene l'equivalente di mille vele d'oro. Dovrebbero essere sufficienti a convincere Barvasi a darvi le informazioni che vi servono. Per quanto riguarda il luogo in cui potrete trovarlo, vi darò tutte le indicazioni necessarie per raggiungere la Coda dell'Anguilla."

"A questo proposito, Cressida... visto che ho comunque intenzione di tornare alla sede della mia scuola nel distretto di Vecchia Korvosa, potrei scortare il tuo gruppo fino alla Coda dell'Anguilla, se la cosa fa loro piacere, ovviamente." si offrì Vencarlo alzando una mano.

"Oh? Ti offri volontario tu, Vencarlo? Io non ho obiezioni." rispose Cressida. "Voi, che cosa ne dite?"

"Che per noi va benissimo!" rispose Krea, forse con più entusiasmo di quanto avrebbe voluto mostrare. "Per me è un privilegio conoscere una persona come messer Orisini!"

"Sono d'accordo." rispose a sua volta Runyar. "Non credo che farà male fare un po' di conversazione lungo la strada che porta a Vecchia Korvosa. Per me va bene. E credo anche per gli altri." Orik disse di sì con la testa, senza pronunciare una parola.

"Vi ringrazio, mi fa piacere potervi accompagnare." disse Vencarlo. "In tal caso, vi consiglierei di prepararvi ora che avete un po' di tempo. Partiremo per Vecchia Korvosa tra un paio d'ore, e dovremmo giungere alla Coda dell'Anguilla prima di mezzogiorno."

"D'accordo, messer Orisini. Saremo puntuali." rispose Kostur, mentre dava una rapida ma attenta occhiata al maestro spadaccino, forse alla ricerca di qualche elemento che avrebbe potuto sollevare qualche sospetto. A parte il fatto che indossava un solo guanto, forse per nascondere qualche cicatrice, non c'era nulla di strano... eppure il mezzorco aveva comunque l'impressione che ci fosse qualcosa di più in Vencarlo Orisini di quanto sembrasse a prima vista. E con la sua esperienza di investigatore, Kostur poteva dire tranquillamente che raramente le sue osservazioni si sbagliavano...

 

oooooooooo

 

"E così, io e mia sorella abbiamo avuto il privilegio di partecipare ad una caccia del Lyrune-Quah. E' stata... un'esperienza molto suggestiva!" stava dicendo in quel momento Fedra, completamente assorbita nella sua narrazione, a dispetto del suo modo di fare normalmente taciturno. La giovanissima caligni si era messa a raccontare con entusiasmo alcuni eventi della sua vita, in particolare le sue esperienze con i clan di Shoanti delle Terre di Cenere. La compagnia di Vencarlo era stata più che gradita, e durante il tragitto verso la loro destinazione, ogni membro del gruppo si era trovato a fare conversazione più che volentieri con l'amichevole maestro spadaccino.

"Oh, posso immaginare che sia stato molto affascinante, mia giovane amica." rispose gentilmente Vencarlo, mentre il gruppo si incamminava verso il molo dove il Re dei Ragni di Korvosa aveva il suo nascondiglio. Dopo una lunga camminata, durante la quale avevano avuto modo di conoscersi meglio e di chiacchierare senza tanti pensieri con Vencarlo, il gruppo era giunto a Vecchia Korvosa - come diceva il nome stesso, si trattava della parte più antica della città, conosciuta per il suo porto sull'estuario del fiume Jeggare, e per il contrasto tra i quartieri poveri di Bridgefont e l'imponente palazzo di marmo nero della famiglia Arkona - Verik aveva gettato qualche occhiata nella direzione del grande edificio, evidentemente ripensando alla misteriosa Melira che lo aveva indotto a disertare dalla guardia cittadina. Orik conosceva abbastanza bene il fratello minore da sapere che si stava chiedendo che fine avesse fatto Melira e se davvero fosse coinvolta in qualche attività criminale.

"Gli Shoanti sono un popolo misterioso. Certamente sono ricchi di storia e tradizioni." affermò Krea, ripensando a quello che aveva letto su di loro e ai limitati contatti che aveva avuto con la minoranza Shoanti di Korvosa. "E noi Varisiani teniamo molto alla storia e alla tradizione. Un vero peccato che la cultura Shoanti sia stata messa in pericolo dai colonizzatori di Cheliax."

"Purtroppo, è il modo di fare del Casato di Thrune." rispose Kostur. "Cercano di sopraffare e cancellare le culture che sono incompatibili con la loro sete di conquista e di giustificare la loro oppressione dicendo che stanno portando ordine nel mondo."

"I Cavalieri Infernali sono solo una delle espressioni di questo loro sistema sciagurato." continuò Vencarlo con un sospiro che esprimeva bene il suo modo di pensare. "L'Impero di Cheliax non cerca integrazione, non cerca di comprendere le culture e i popoli che incontra. Impone le sue regole, senza badare a come la pensano gli altri. E gli Shoanti sono stati tra le principali vittime della loro espansione. Anche adesso, mentre parliamo, la flotta di Cheliax è impegnata a sopprimere le ribellioni e catturare i fuorilegge nelle Isole dei Ceppi, vicino all'Occhio di Abendego."

"Se non altro, le Isole dei Ceppi possono contare sul fatto che nessun capitano con un briciolo di sale in zucca cercherebbe di raggiungere le isole oltre l'Occhio di Abendego." commentò Rilo. "Quelle tempeste spazzerebbero via anche la nave da guerra più pesante e meglio armata."

"Può darsi... ma è meglio non porre limite alle ambizioni di Cheliax." rispose Vencarlo. "Ho sentito dire che adesso la flotta assegnata alle Isole dei Ceppi è sotto il comando dell'ammiraglio Druvalia Thrune - dicono che sia giovane ma molto brillante, e non mi stupirebbe se riuscisse a trovare un modo di superare l'Occhio di Abendego con la sua flotta."

"Speriamo che non accada..." sospirò Krea. "Mi farebbe davvero rabbia se Cheliax riuscisse ancora ad espandere il suo dominio..."

"Lo so... ma purtroppo, qui dove siamo noi, non possiamo fare nulla per le Isole dei Ceppi." rispose Vencarlo rassegnato. "Dobbiamo concentrarci sulla nostra situazione... e in questo momento, questa missione vi permetterà di mettere i bastoni tra le ruote a Cheliax. E' già qualcosa, oserei dire."

"Scusate se interrompo... ma credo che siamo arrivati." intervenne Runyar, indicando il molo davanti a sè: lanterne a forma di ragni o anguille arrotolate erano appese a palafitte o lampioni, e il luogo sembrava in piena attività, impegnato a tutte le ore a soddisfare i vizi e i bisogni di Vecchia Korvosa.  Il molo stesso era lungo all'incirca una ventina di metri, di cui gli ultimi sette si allargavano in una grande piattaforma quadrata che fluttuava sull'acqua. Una nave e quattro imbarcazioni più piccole erano ormeggiate permanentemente al molo.

"Aaah, eccoci qua. Quella nave è la Coda dell'Anguilla." affermò Vencarlo, mentre guardava verso la nave più grande. "Essa funge da covo per Devargo Barvasi e da centro amministrativo della sua intera operazione. I quattro vascelli più piccoli sono di proprietà di vari venditori e capitani, che pagano regolarmente un affitto per avere il diritto di approdare. Coloro che non riescono a pagare o non rispettano le regole di Devargo, vedono la loro nave data alle fiamme o infestata da ragni mortali."

Kostur fece un cenno con la testa. Non per niente quel Devargo era conosciuto come "il Re dei Ragni".

"Grazie delle informazioni, messer Orisini." rispose Krea. "E' stato molto utile... ed è stato un piacere passare del tempo in sua compagnia. Adesso... immagino che lei tornerà alla sua scuola di scherma qui a Vecchia Korvosa, giusto?"

"Già. Mi spiace non potervi accompagnare oltre, ma i miei doveri mi chiamano." rispose l'uomo con un cenno della testa. "A proposito... prima di andarmene, devo ringraziarvi anche per quello che avete fatto per un mio ex-allievo. Il sergente Grau Soldado. So che lo avete incontrato, e lo avete aiutato quando era in una posizione non proprio invidiabile."

"Ah... beh, ho fatto semplicemente il mio dovere nei confronti di un mio collega." rispose Kostur. "Per fortuna non ci sono stati problemi, e adesso il sergente Soldado sta riprendendo in mano la sua vita."

Vencarlo annuì, un po' malinconico. "Grau è stato uno dei miei migliori allievi." disse, dando un'occhiata di sfuggita alla sua mano guantata. "Tra lui e Sabina, non so davvero chi sia stato il più brillante."

"Sabina?" chiese Rilo con evidente stupore. "Vuole dire... Sabina Merrin, la guardia del corpo personale di Sua Maestà Ileosa? Anche lei è stata sua allieva?"

"Oh... beh, sto parlando già di diverso tempo fa." affermò il maestro spadaccino con un piccolo sorriso. "Sì, anche Sabina è stata mia allieva. Ma adesso le cose sono cambiate... diciamo che Sabina ha trovato la sua vera vocazione. Spero solo che sia qualcosa che merita la sua attenzione."

Krea corrugò la fronte. Aveva la netta sensazione che Vencarlo volesse tenere nascosto qualcosa di molto personale, ma pensò che sarebbe stato indelicato ficcare il naso in affari personali.

"Comunque, è stata una piacevole conversazione. Vi ringrazio per avermi concesso un po' del vostro tempo... e vi auguro buona fortuna per questa missione." concluse infine il maestro spadaccino, congedandosi con un elegante inchino. "Confido che ci incontreremo ancora in futuro."

Krea sorrise gentilmente. "Lo spero vivamente anch'io, messer Orisini. E... se potessi chiederle se più avanti sarebbe disposto a darmi qualche lezione di scherma, ne sarei molto onorata!" rispose. "Che ne dici, Rilo? Non piacerebbe anche a te imparare a tirare un po' di scherma?"

"Ah... ehm... non lo so, sorella..." rispose il giovane stregone, un po' imbarazzato. "Voglio dire... certo, immagino che sarebbe una gran bella cosa... ma non so se... ehm... se messer Orisini fosse disposto..."

Fedra appoggiò gentilmente una mano sulla spalla del ragazzino, che si voltò verso di lei con un sobbalzo emozionato. "Io penso che sarebbe una buona occasione per te, Rilo." affermò la caligni, strizzando un occhio al suo coetaneo. "Voglio dire, non capita tutti i giorni di avere l'occasione di farsi dare un po' di lezioni di scherma dal famoso Vencarlo Orisini. Io ci farei un pensiero."

Vencarlo stesso sembrò approvare l'idea. "Oh, io sono sempre disposto a fare da maestro a ragazzi volonterosi e pieni di entusiasmo!" affermò con un sorriso accomodante. "Ovviamente, le mie lezioni costano... ma sono convinto che potrò farvi un prezzo ragionevole! Pensateci, ragazzi, poi mi saprete dire la prossima volta che ci incontreremo, okay? A presto!"

"A presto, messer Orisini. E grazie di tutto." affermò Verik con un cenno amichevole della mano. Il gruppo accompagnò ancora per un po' Vencarlo con lo sguardo, poi si volse verso la Coda dell'Anguilla, osservando il viavai di persone più o meno raccomandabili che salivano e scendevano dalle navi ormeggiate sul molo.

"Okay. Adesso che siamo qui, vediamo di risolvere il problema successivo." affermò Krea. "Come raggiungiamo Devargo Barvasi, e come lo convinciamo a farci ascoltare?"

"Non sarà facile. Quel tizio non è diventato uno dei più abili boss della criminalità di Korvosa senza essere paranoico." rispose Kostur. "Detto questo, credo che ci siano alcuni elementi che possiamo usare a nostro favore. Prima di tutto, credo che sarebbe una buona idea dare un'occhiata a quei vascelli. Vediamo se da quelle parti possiamo scoprire qualcosa di interessante. Magari qualcun altro che cerca un'udienza con il nostro Re dei Ragni."

"Okay. Avviciniamoci con un po' di circospezione. E soprattutto, non lasciamo intendere a nessuno che siamo agenti della corona." disse la maga-spadaccina. Ora che si era avvicinata di più, vedeva che la stragrande maggioranza dei frequentatori della Coda dell'Anguilla e dei vascelli attraccati accanto ad essa erano individui di basso ceto sociale, chiaramente attratti dai piaceri a basso prezzo che quel luogo offriva e dalla prospettiva di evadere per un po' dalla dura realtà di tutti i giorni. Detto questo, la ragazzina Varisiana riuscì a vedere anche degli individui dall'aspetto più raffinato ed apparentemente insospettabile...

"Vedo che i traffici di questo Barvasi hanno successo tra tutte le classi sociali di Korvosa." commentò Fedra. "Credo che tra tutti i quartieri di Korvosa, ironicamente, sia questo il più sicuro in questo periodo di tensione."

Runyar annuì. "Chiaramente. I disordini non sono arrivati fin quaggiù, e il desidero di molti di lasciarsi alle spalle questa crisi, anche solo per un po', significa che gli affari vanno a gonfie vele per quella canaglia." affermò. "Non diamo a vedere che stiamo prestando troppa attenzione, e per adesso limitiamoci a dare un'occhiata in giro."

"Sì, mi sembra una buona idea." rispose Krea. Aveva l'impressione che il resto del gruppo l'avesse scelta come capo. Non che la cosa le dispiacesse, ma voleva dire che avrebbe dovuto darsi da fare per non deludere le loro aspettative e non compiere mosse avventate. Dalle sue decisioni sarebbero potute dipendere le vite non soltanto di suo fratello e dei suoi compagni, ma anche la sicurezza di Korvosa...

 

oooooooooo

 

Il suono della baldoria rimbombave dalle chiatte elegantemente dipinte ormeggiate al lungo molo. Grandi cartelli dipinti in diverse lingue erano inchiodati alle palafitte e appesi a corde tese tra le chiatte. La chiatta più vicina, a est, recava un cartello che diceva:

LE TIGRI GEMELLE - Prendi la tigre per la coda e tenta la fortuna!

Di fronte a questa, a ovest, l'insegna di una barca diceva:

BENVENUTI ALLA GOLDENHAWK - Non c'è soggiorno più sicuro nella vecchia Korvosa!

Più a sud-est si trovava un posto chiamato il "Corridoio del Respiro del Drago", mentre di fronte c'era un posto identificato come

CASA DELLE NUVOLE - La carezza delle nostre bellezze ti porterà dritto in paradiso!

Solo la nave più grande, una vecchia nave da guerra a sud, non recava alcuna insegna. Ponti di corda e passerelle consentivano di accedere ai ponti delle navi dal molo e dai ponti delle altre navi. Sui pontili, si vedevano numerosi individui dall'aspetto poco raccomandabile impegnati in qualche losco affare, ubriachi o semplicemente seduti con la schiena ad un sostegno, come tanti perdigiorno. Ogni tanto, una donna dall'aspetto procace si avvicinava e cercava di iniziare un discorso con qualche uomo, con la chiara intenzione di sedurlo. Non era davvero un posto molto raccomandabile, ma se non altro, c'erano talmente tanti personaggi dall'aspetto pericoloso che Krea era sicura che lei e i suoi compagni non avrebbero dato troppo nell'occhio, a condizione che mantenessero nascosta la loro affiliazione alla guardia cittadina.

"Molto bene, amici. Adesso badate di nascondere bene i vostri stemmi, e diamo un'occhiata da quelle parti." disse la maga-spadaccina. Dopo essersi assicurati di aver nascosto tutto quello che poteva identificarli come agenti di Korvosa, i sette avventurieri si avvicinarono alla Coda dell'Anguilla, per poi dare un'occhiata ai ponti delle navi ormeggiate.

La nave più grande, coerentemente con il suo nome, aveva la parte anteriore decorata con la raffigurazione di una enorme anguilla con la testa di donna. In quel momento, il ponte principale era infestato di marinai e malviventi ubriachi che si esibivano in canzoncine stonate ed oscene, mentre il ponte di poppa era relativamente sgombro. Una doppia porta decorata da un complesso disegno di un ragno consentiva l'ingresso nella sezione di poppa del ponte principale, ed era sorvegliata da un paio di individui poco raccomandabili, ciascuno armato di spranga. Sotto le vele erano state poste alcune amache, su un paio delle quali c'erano un paio di individui che cercavan di rilassarsi.

"Bene... adesso, non credo che avvicinare immediatamente Devargo sia un'idea prudente. Tuttavia... credo che in una di queste imbarcazioni si possa trovare qualcuno che potrà intercedere a nostro favore presso il nostro Re dei Ragni." Krea istruì i suoi compagni. "Separiamoci e cerchiamo in giro... poi ci troviamo qui tra un'ora, okay?"

"Va bene. Mi raccomando, state tutti attenti, e non fate sciocchezze." si raccomandò Kostur. "Questo posto è pericoloso. E attenti al borsellino."

"Certamente, Kostur. Stai tranquillo, nessuno di noi è uno sprovveduto." replicò Fedra con tutta tranquillità.

 

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L'imbarcazione chiamata Le Tigri Gemelle, notarono Verik e Runyar una volta saliti a bordo, era stata convertita in una bisca clandestina. All'interno di ogni struttura sul ponte principale, i tavoli erano affollati di giocatori - i dadi rotolavano, le carte venivano distribuite, le ruote giravano, e le monete cambiano di mano in abbondanza, in base al capriccio del caso. Risate roboanti riecheggiavano tutt'attorno, assieme alle imprecazioni di coloro che perdevano grosse somme o alle occasionali esclamazioni di vittoria di qualcuno che vinceva. Il nano e l'ex-sergente non erano stupiti di vedere che lì c'erano più guardie che da altre parti: era proprio in quel posto che dovevano scoppiare più alterchi, ed era quasi fuori di dubbio che la casa aveva truccato i giochi in qualche modo.

"Benvenuti alle Tigri Gemelle, signori!" I due vennero accolti dalla voce di un uomo alto e dalla pelle scura vestito di seta rossa, dai lineamenti chiaramente Vudrani in piedi dietro ad un bancone, accompagnato da un altro individuo molto simile. "Possiamo esservi utili in qualche modo?"

"Ecco... noi volevamo dare un'occhiata qui attorno, rima di decidere se valeva la pena puntare qualche vela d'oro." rispose rapidamente il nano chierico, pur non sentendosi a suo agio nel mentire. "E poi, saremmo interessati anche ad incontrare qualcuno che possa presentarci al famoso Devargo Barvasi. Abbiamo... una proposta per lui."

"Beh, per dare un'occhiata, siete liberi di farlo. E ovviamente, saremmo tutti molto grati se voleste puntare qualcosa." rispose il direttore con un sorriso commerciale. "Ma per quanto riguarda parlare con il boss... temo che nè io nè mio fratello abbiamo l'autorità per farlo. Sapete com'è, il capo non è un tipo che si lascia avvicinare dal primo che capita. Temo che da questo punto di vista non possiamo fare molto per voi."

"Certo... posso capire." disse Verik guardandosi attorno. "In questo caso... daremo un'occhiata qui attorno, e vedremo di trovare qualcuno che possa darci una mano."

L'uomo sorrise di nuovo, in maniera chiaramente affettata. "Prego, signori! Le Tigri Gemelle sono a vostra disposizione!"

 

oooooooooo

 

La nave che Rilo ed Orik si erano premurati di esplorare, la Casa delle Nuvole, si rivelò ben presto per quello che realmente era - un bordello, dove prostitute vestite di abiti colorati e rivelanti cercavano di adescare gli uomini di aspetto migliore che passavano da quelle parti. Pur non attirando su di sè le attenzioni delle donne, Rilo si trovò a nascondersi dietro il più navigato Orik e a guardare con imbarazzo la sala nella quale si stavano muovendo: una grande sala decorata con tappeti e grandi cuscini, illuminata da lanterne di carta rossa e pervasa da fumo di incenso. Un profumo di anice, acqua di rose e cannella si sprigionava da bracieri di bronzo fumanti posti su supporti d'argento, scolpiti con le sembianze di serpenti dagli occhi a fessura e di fieri uccelli da caccia. Diversi uomini e donne poco vestiti si aggiravano nella sala.

"Hey, ragazzino." disse rivolta a Rilo una donna mora vestita di un abitino rosso terribilmente scollato. "Non sei un po' troppo piccolo per frequentare certi posti? Hehehee..."

"Ooooh, non dargli fastidio, Linissa!" rispose un'altra prostituta, anche lei mora, vestita di un abito bianco-azzurrino che non faceva mistero delle sue forme. "Lo vedi anche tu, no? Dagli cinque o sei anni, e diventerà un rubacuori! Devo dire, comunque, che il fusto che è con lui mi interessa!"

"Basta che dentro le braghe sia... abbondante come quei suoi muscoloni fanno credere!" rispose la prima.

Le due donne risero sguaiatamente, e Rilo storse il naso e si allontanò di un passo da loro, mentre Orik cercò di non guardarle troppo a lungo. Circondato da donne belle e  procaci come in quel momento, non era tanto facile restare concentrato sulla sua attuale missione...

"Ragazzino, ho l'impressione che qui non troveremo molti disposti ad aiutarci." commentò il mercenario di Riddleport. "Se non in un certo senso..."

Rilo disse rapidamente di sì con la testa. "Già... l'ho notato. Forse è meglio cercare da qualche altra parte..."

"Cercare che cosa, esattamente?" chiese una vocefemminile matura dal tono accomodante, quasi seducente. Una donna dai lunghi capelli biondi scuri, vestita in maniera rivelante ma in qualche modo elegante, con un abito rosso decorato di brillantini e un paio di sandali con il tacco alto, oltre che alcuni vistosi gioielli ai polsi e al collo. Le orecchie leggermente a punta e la grazia con cui si muoveva facevano intuire che aveva almeno una traccia di sangue elfico nelle vene, e osservava con acuto interesse i due agenti della corona. "Oooh, ma cosa abbiamo qui? Non siete clienti abituali, altrimenti avrei già riconosciuto i vostri volti. Comunque, permettetemi di darvi il benvenuto alla Casa delle Nuvole. Io sono Madame Halvara, la proprietaria di questo luogo di relax e piacere. Posso esservi utile in qualche modo?"

La mezzelfa si avvicinò ad Orik e gli passò un indice sul petto, apprezzando i suoi muscoli... e il mercenario, certo non indifferente al fascino di Halvara, fece un sorriso galante. "Beh... in effetti ci sarebbe qualcosa con cui potreste aiutare me e il mio giovane amico qui presente." Gettò un breve sguardo di intesa a Rilo, che annuì e mosse una mano dietro di sè, cercando di non farsi notare. "Stiamo cercando qualcuno che possa introdurre il nostro gruppo a Devargo Barvasi. E' lui che comanda da queste parti, vero?"

Rilo riuscì a completare il suo incantesimo Charme Persone senza farsi notare - per fortuna, l'attività del bordello era tale che nessuno aveva fatto troppo caso al giovane Varisiano - e la maitresse assunse un'espressione vagamente sorpresa per un momento, prima di sorridere di nuovo e annuire.

"Aaah, ma certo! Conosco bene Devargo... sotto diversi punti di vista, se capite cosa voglio dire." rispose Halvara con un occhiolino. "In effetti, penso di potervi presentare a lui... non gratis, si intende!"

"Ovviamente, abbiamo tutta l'intenzione di pagarvi." rispose Orik, prendendo un piccolo borsello di monete dalla cintura e consegnandolo ad Halvara.

La donna bionda contò attentamente i soldi e, soddisfatta, intascò la borsa e fece un cenno di assenso in direzione dei due. "E va bene. Posso scrivervi una lettera di presentazione. Se fate il mio nome, potete stare tranquilli che Devargo vi concederà un'udienza. Se poi deciderà di darvi una mano... beh, quello sta a voi. Io non posso aiutarvi in questo senso."

Rilo sorrise tra sè e trattenne un sospiro di sollievo. Se non altro, il suo incantesimo aveva avuto successo. Adesso, bisognava vedere di convincere il famigerato Devargo Barvasi, e questo non sarebbe stato così facile...

 

oooooooooo

 

"Tch... ma perchè è toccato proprio a noi quell'affumicatoio?" Fedra represse uno starnuto mentre il gruppo veniva scortato da un gruppo di omaccioni armati di bastoni e pugnali al cospetto del famigerato Re dei Ragni di Vecchia Korvosa. Lei, Kostur e Krea avevano dato un'occhiata ad un'altra delle imbarcazioni più piccole del molo, il Corridoio del Respiro del Drago... solo per rendersi conto che si trattava di una fumeria in cui i clienti andavano ad intossicarsi di oppio, brivido e di altre droghe esotiche come il pesh o la scorticafoglia. "Cavolo... non riesco più a sentire alcun odore."

"Credimi, Fedra, è un miglioramento." rispose disgustata Krea, mentre storceva il naso per l'odore di muffa e di stantio che si respirava nelle cabine interne della Coda dell'Anguilla. Verik sospirò, incapace di darle torto, e guardò con preoccupazione le enormi ragnatele che decoravano il soffitto e la parte superiore dei muri. Numerosi ragni, alcuni dei quali grandi come il pugno di un uomo, zampettavano furiosamente sulle pareti o attendevano nelle loro tele, incombendo in maniera inquietante con le zampe estese. "Non mi stupisce che lo chiamino il Re dei Ragni. Credo che ci siano più bestiacce in questa nave che gente in tutto questo porto."

"Siete pregati di tenervi i vostri commenti per voi!" esclamò uno degli scagnozzi di Devargo, poco prima che il gruppo si fermasse davanti ad una doppia porta di legno che dava accesso ad una larga cabina sulla prora della nave. "State per comparire davanti al nostro capo, il signor Devargo Barvasi, quindi comportatevi bene!"

Runyar non disse nulla, ma dentro di sè non potè fare a meno di pensare che questa raccomandazione fosse terribilmente ironica: se solo quei poco di buono avessero saputo che lui e i suoi compagni erano apparsi dinnanzi ad una vera regina...

Con uno scricchiolio inquietante, le doppie porte si aprirono sotto la spinta di due malviventi, e il gruppo potè vedere finalmente la "sala del trono" del Re dei Ragni - una grande sala che una volta doveva essere stata la cabina del capitano della nave, e che ora era stata convertita in una sorta di sala delle udienze. Anche qui, i muri e i soffitti erano tappezzati di ragnatele e popolati di inquietanti ragni di varie dimensioni, mentre la stanza in sè era arredata con due robusti tavoli di legno di quercia circondati da sedie. Al lato opposto della stanza, un piedistallo di legno supportava una grande sedia di cuoio coperta di ragnatele, nella quale sedeva un uomo sulla trentina d'anni, alto e muscoloso, con lunghi capelli neri spettinati e uno sguardo feroce che in quel momento era fisso sul gruppo di avventurieri. Accentuava la sua armatura di pelle nera con un corpetto d'acciaio a forma di ragno e una spessa catena, legata attorno al suo torace in modo da ricordare la forma di un ragno. Le sue armi erano un paio di tirapugni chiodati, le cui punte luccicavano di un liquido dall'aspetto poco raccomandabile.

Il gruppo entrò lentamente e con rispetto simulato nella stanza, mentre l'uomo seduto sul trono - chiaramente, il famgerato Devargo Barvasi - continuava a fissarli con fredda espressione indagatrice. Mentre entravano, Krea e Rilo notarono un altro elemento dell'arredamento: una gabbia per uccelli in metallo che pendeva dal soffitto come un candeliere. Sulle prime Krea ebbe l'impressione che dentro di fosse un pappagallo, o qualche altro uccello... ma poi, guardando un po' meglio, rimase agghiacciata nel vedere che dentro quella gabbia c'era un draco domestico, la cui espressione depressa e disperata diceva fin troppo sul trattamento che le veniva riservato.

Con un po' di sforzo, Krea mise da parte il suo disgusto e si chinò davanti al Re dei Ragni, subito imitata dal resto del suo gruppo. Con una mano, la ragazzina porse un foglio di carta al malvivente, che spostò su di esso la sua attenzione. "I nostri migliori omaggi, messer Devargo Barvasi. Vi ringraziamo di averci concesso udienza."

Devargo sorrise sinistramente e si sfregò il mento con una mano, mentre continuava ad osservare i sette davanti a lui. Vederli piegati su un ginocchio gli dava una certa soddisfazione viscerale, su questo non c'erano dubbi... ma era soprattutto curioso di sapere cosa li portava fin lì. "Sì, sì... potete alzarvi, il Re dei Ragni ve ne dà il permesso. Benvenuti alla Coda dell'Anguilla, e spero che il posto sia di vostro... gradimento." affermò con feroce ironia, immaginando che in effetti non fosse così. "Ora ditemi... avete un motivo degno per occupare un po' del mio tempo prezioso, o posso subito farvi scortare fino all'uscita?"

Il draco domestico chiuso in gabbia aprì la bocca ed emise un paio di versi acuti che esprimevano paura e richiesta di aiuto... ma si  zittì subito quando l'omaccione battè un pugno contro la gabbia, facendola vibrare con violenza. "E tu stai un po' zitto, Majenko! Non amo essere interrotto quando ho a che fare con degli ospiti... o delle vittime!"

Rilo strinse i denti per l'indignazione, ma restò in silenzio mentre Krea si riorganizzava il discorso e riprendeva le trattative. "Messer Barvasi... siamo venuti qui per proporle un affare. Una proposta che potrebbe convenire ad entrambe le parti. Siamo venuti a sapere... che lei possiede dei documenti, o comunque delle informazioni incriminanti, riguardo un certo ambasciatore dell'Impero di Cheliax, tale Darvayne Gios Amprei."

"Sappiamo che lei ha avuto dei contatti con l'ambasciatore Amprei." proseguì Kostur. "E avremmo effettivamente bisogno di informazioni riguardo la natura di tali contatti, e il motivo per cui Amprei si è rivolto a lei."

"Ma davvero?" chiese Devargo, vagamente divertito. "E ditemi... chi vi ha detto che avevo contatti con un ambasciatore di Cheliax?"

Krea cercò di tenersi sul vago. "Abbiamo delle fonti molto attendibili." disse semplicemente.

Devargo si sedette sul suo trono e appoggiò la testa su una mano, tenendo le gambe accavallate in un'espressione di potere ed arroganza. "Fonti molto attendibili, eh? Va bene, immagino che ognuno abbia i suoi segreti. Potrei avere quello che mi chiedete, ma... voi cosa siete disposti a darmi, in cambio? Le informazioni sono anch'esse una forma di merce o di servizio, e ci deve essere uno scambio equivalente. Il mio tempo e le mie risorse hanno pur sempre il loro valore."

“Questo non sarà un problema.” Rispose prontamente la maga-spadaccina. “Possiamo pagarla in maniera ragionevole per le informazioni che le chiediamo.”

Ma, con grande sorpresa del gruppo, il malvivente si fece una breve risata a denti stretti. “Huhuhuu… chiariamo un po' le cose, non è soltanto il denaro che vi chiedo.” Affermò. Prima che Krea potesse chiedere spiegazioni, il Re del Ragni continuò il suo discorso. “Vedete… mi stavo giusto annoiando in questo periodo. Gli affari vanno bene, ma non c'è molto movimento. Avrei proprio voglia di vedere qualcosa di eccitante. Qualcosa che faccia scorrere un po' di sangue nelle vene… e non soltanto! Qualcosa che spezzi questa monotonia, in poche parole.”

Kostur strinse gli occhi con evidente sospetto. “Che cosa volete che facciamo?” chiese il mezzorco.

Devargo si alzò lentamente dal suo trono e fece finta di pensarci su, in modo da tenere il gruppo sulle spine e sottolineare che era lui che comandava da quelle parti. “Che cosa voglio? Vediamo un po', che cosa potrei mai volere da voi… hmm… che ne direste di un bel gioco di 'monete e coltelli?”

“'Monete e coltelli'? E che cosa sarebbe?” chiese Krea, colta di sorpresa da quella richiesta inaspettata. Anche I suoi compagni sembravano colti alla sprovvista… tranne i fratelli Vancaskerkin, che provvidero a dare le dovute spiegazioni.

“'Monete e coltelli'… è un gioco d'azzardo che va molto di moda tra i pirati e i fuorilegge di Riddleport.” Rispose Verik, sentendosi a disagio nel sentire nuovamente il nome della città natale che sperava di essersi lasciato alle spalle una volta per tutte. “E quando dico azzardo, non mi riferisco soltanto al denaro.”

“Nostro padre ci portava sempre a vedere le partite di 'monete e coltelli'.” Continuò Orik, storcendo il naso di fronte agli spiacevoli ricordi della sua difficile infanzia nella Città dei Glifi. “Non oso immaginare quanti soldi ci abbia perso…”

“Hehehee… ma guarda, a quanto pare ho incontrato dei compatrioti.” Sghignazzò Devargo, rivolgendo ad Orik e Verik la sua attenzione. “Bene, quindi non dovrò perdere troppo tempo in spiegazioni. Quello che vi chiedo… è che due di voi partecipino ad una partita di 'monete e coltelli' qui, nella mia sala delle udienze. Due di voi, a mia scelta, contro due dei miei uomini.”

Krea strinse I denti. Quella carogna stava praticamente dettando lui le sue regole… ma non c'era molto che lei potesse fare per impedirglielo, e si rendeva conto che, almeno per adesso, dovevano giocare secondo le sue regole. “Non credo abbiamo molta scelta, a questo punto.” Affermò. Diede un'occhiata ai suoi compagni, volendo assicurarsi che l'idea andasse loro bene, e ricevette da ognuno un cenno affermativo o un'espressione rassegnata. “D'accordo, accettiamo le sue condizioni. Scelga due di noi per questa sfida.”

“Tu, quello più muscoloso.” Disse il Re dei Ragni, indicando Orik con una mano. “Sei anche tu di Riddleport, quindi immagino che anche tu conosca questo gioco.”

“Va bene, accetto.” Rispose Orik, per poi rivolgere lo sguardo a Verik, che sembrava un po' in pensiero per il fratello maggiore. “Tranquillo, Verik, so quello che sto facendo. Me la caverò.”

Devargo fece un cenno affermativo, poi guardò attentamente il resto del gruppo… e indicò Fedra, che alzò la testa in una vaga espressione di allarme. “E poi tu, ragazzina caligni. Dicono che voi del Popolo Oscuro siate rapidi con le mani. Sono curioso di vedere se è vero.”

“C-come?” esclamò Rilo allarmato. “Aspetti, messer Devargo! Scelga me per questa sfida!”

Krea si alzò per trattenere il fratello minore. “Rilo, per favore, non fare nulla di avventato…”

“Spiacente, ragazzino, ho già fatto la mia scelta.” Tagliò corto Devargo, rendendo chiaro che quella era la sua decisione e non l'avrebbe cambiata per alcun motivo. “Ora, preparate I tavoli, e chiamate due dei miei uomini migliori! Anzi, fare venire un po' di pubblico! Credo proprio che ci sarà da divertirsi!”

Rilo aprì la bocca per protestare, ma si rese conto che ogni sua protesta sarebbe caduta nel vuoto, e che tutto quello che poteva fare era accettare la decisione di quel losco individuo. Con un sospiro rabbioso, guardò verso il pavimento, e Krea gli mise una mano sulla spalla per rassicurarlo…

“Stai tranquillo, Rilo. Non sono una sprovveduta.” Affermò Fedra con un piccolo sorriso, rivolta al giovane stregone. “Non so esattamente cosa sia questo 'monete e coltelli'… ma sono convinta che ce la posso fare. Tranquillo, andrà tutto bene.”

“Fedra, ne sei… sicura?” chiese Rilo. Vedendo l'espressione convinta nello sguardo della caligni, il ragazzino decise che era il caso di lasciarla fare. “E va bene… ma mi raccomando, non correre rischi inutili, okay?”

“Tranquillo, Rilo, sono sicura che Fedra farà vedere di che pasta è fatta!” rispose Krea, per poi rivolgere un occhiolino alla caligni, che fece il segno dell'okay e si apprestò ad affrontare quella nuova prova…

 

oooooooooo

    

Nel giro di un quarto d'ora, tutto era pronto per la partita. Due energumeni della banda di Devargo si erano presentati nella sala delle udienze e si erano piazzati ad un capo di ciascuno dei lunghi tavoli della sala. Altri scagnozzi di Devargo avevano provveduto a legare le braccia destre di Fedra, Orik e dei due omaccioni ai loro fianchi, usando delle robuste cinghie di cuoio, e un corto coltello era stato piantato al centro di ciascun tavolo. Fedra ed Orik avevano preso posto ognuno al lato opposto di ciascuno degli uomini di Devargo, che osservò con soddisfazione la scena, sghignazzando malignamente all'idea di una sfida accesa e uno spargimento di sangue.

"Molto bene... visto che i vostri compagni conoscono le regole del gioco, penso che possano spiegare loro come funzione, giusto?" chiese retoricamente il Re dei Ragni. Fissò Verik con espressione di superiorità, e l'ex-sergente della guardia cittadina fece un sospiro e cominciò a spiegare come si giocava a 'monete e coltelli'.

"In realtà, le regole di questo gioco sono abbastanza semplici." cominciò a spiegare Verik. Dopo che ad ogni concorrente è stato legato il braccio destro, gli viene messo alla cintura un borsellino di pelle, e viene piantato un coltello in mezzo al tavolo. Il gioco inizia con un conto alla rovescia da 10 a zero, durante il quale gli spettatori possono puntare un po' di monete lanciandole sul tavolo. Al termine del conto alla rovescia, ciascuno dei due contendenti cerca di appropriarsi di più monete possibile. Per vincere bisogna far cadere l'avversario dal tavolo, oppure concludere il gioco con più monete dell'avversario."

"E dal momento che ogni combattente ha solo un braccio libero... molto spesso la prima mossa consiste in un tentativo di impadronirsi del coltello prima che lo faccia l'avversario, e usarlo per impedire all'avversario di prendere altre monete." continuò Orik. "Non ci sono altre regole. Il primo che muore, perde i sensi, cade dal tavolo o ha meno monete dell'avversario... ha perso."

Krea deglutì nervosamente. Non la stupiva il fatto che quel gioco fosse così popolare in un luogo privo di legge come Riddleport...

Malgrado il nervosismo dei suoi compagni di squadra, Fedra sembrava calma e tranquilla mentre osservava il suo imponente avversario. Con attenzione, la ragazzina caligni stava calcolando la distanza che la separava dal coltello, e quanto avrebbe dovuto essere veloce per sottrarlo dalle mani dell'avversario. E quell'energumeno all'altro lato del tavolo sembrava robusto... ma non troppo veloce. Con un po' di rapidità e di astuzia, Fedra era convinta che sarebbe riuscita a giocarlo.

"Molto bene, signori! I preparativi sono stati ultimati! Forza, Majenko, facciamo un po' di tifo!" sghignazzò Devargo, per poi dare una scossa alla gabbietta dove il suo draco domestico era rinchiuso. Il draghetto emise un acuto stridio di paura, poi cominciò ad emettere una serie di ringhii acuti... e Devargo, compiaciuto, rivolse la sua attenzione ai due tavoli. "Comincia ora la partita di 'monete e coltelli' tra la squadra della Coda dell'Anguilla e gli esordienti! Avanti, signori, fate il vostro gioco! Il conto alla rovescia comincia... ora!"

"Fedra... Orik... buona fortuna a tutti e due!" disse Krea tra sè, mentre i suoi due compagni prescelti per quel gioco prendevano un bel respiro e si concentravano...    

 

oooooooooo

    

 

CONTINUA... 

 

 

 

 

  
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