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Autore: leti_0907    13/09/2022    0 recensioni
[86: Eighty Six]
Avvertendo una certa tensione nella sua voce, la ragazza fece un cenno negativo. In qualche modo capitava al momento giusto, perché non vedeva l’ora di prendersi una pausa tra quella marea di fogli. Non odiava il lavoro d’ufficio, ma a volte la prendeva così tanto che la tentazione si strappare tutto la invadeva e le faceva vedere tutto rosso.«No, posso fermarmi qui oggi. È successo qualcosa?»
Il ragazzo annuì, l’espressione grave. «Shin.»
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solo con lei

Lena era seduta sulla poltrona del suo modesto ufficio. Stava cercando di rimettere in ordine i piani, controllando che i dati e le analisi fossero giuste, e stava per strapparsi i capelli dalla cute quando dalla porta entrò Raiden.

«Lena, sei occupata?»

Avvertendo una certa tensione nella sua voce, la ragazza fece un cenno negativo. In qualche modo capitava al momento giusto, perché non vedeva l’ora di prendersi una pausa tra quella marea di fogli. Non odiava il lavoro d’ufficio, ma a volte la prendeva così tanto che la tentazione si strappare tutto la invadeva e le faceva vedere tutto rosso.«No, posso fermarmi qui oggi. È successo qualcosa?»

Il ragazzo annuì, l’espressione grave. «Shin.»

Non aveva bisogno di sentire altro. Lena si alzò e, senza neanche aspettarlo, si diresse a passo veloce e sicuro verso la stanza del suo ragazzo. Davanti alla porta della camera trovò Anju, Kurena, Theo, Dustin, Frederica e Rito, i quali fissavano preoccupati la superficie legnosa della soglia. Quando la videro arrivare, come in un film dell’orrore, girarono in contemporanea il capo nella sua direzione, ricambiando il suo volto contratto nella confusione.

Fu proprio la Handler a prendere la parola, alle sue spalle il migliore amico di Shin che si univa agli altri. «Ragazzi, che ci fate qui?» li guardò ad uno ad uno. «Non dovreste essere fuori?»

Theo alzò le spalle. «Stavamo passando di qui quando abbiamo sentito qualcosa schiantarsi per terra in camera di Shin. Lo abbiamo chiamato, più volte, anche per ricordagli dell’allenamento, ma non ci ha risposto.»

«Abbiamo provato anche ad entrare, ma la porta è chiusa a chiave.» Kurena continuò, negli occhi l’ansia e la paura che fosse successo qualcosa di grave al loro Becchino. 

Lena si sentiva tirare il cuore in tutte le direzioni. Solo lei e Raiden sapevano cosa stava accadendo in quell’ultimo periodo, e temeva che in quel momento Shinei stesse attraversando una delle sue crisi. Ultimamente le voci della Legione si erano fatte più forti e pressanti, quasi da stordirlo; non sapevano ancora spiegarne il perché, ma il tenente Shuga le aveva promesso che nel caso fosse capitato, lui sarebbe stato sempre con Undertaker per avvisarla.

Il colonnello annuì e si fece spazio tra la piccola folla, per poi alzare la mano chiusa a pugno e bussare leggermente. «Shin, sono Lena.» mormorò. «Posso entrare?»

Passarono i secondi,  in cui tutti si erano ammutoliti, per cui si sentì chiaramente il click della serratura. Stavano trattenendo il fiato, Lena più degli altri, e fu proprio quest’ultima a girarsi a guardarli. «Andate ad allenarvi, me ne occupo io.» sorrise loro, cercando di rassicurarli e dirgli con lo sguardo che il loro capitano sarebbe stato bene. Aspettò che la lasciassero sola prima di entrare e chiudersi la porta alle spalle.

La camera di Shin, completamente spoglia ed arredata con il minimo necessario -una scrivania corredata di sedia, un letto ed un bancone-, era completamente immersa nel buio, la tenda della finestra tirata in maniera tale da non far filtrare neanche un raggio di luce. Seduto sul bordo del letto, vestito con la divisa militare della Federazione, c’era proprio il suo ragazzo, il quale era chinato in avanti, le spalle ricurve ed i gomiti appoggiati alle ginocchia.

Shin teneva il viso basso, verso terra, ed i capelli lucenti e neri cadevano a coprire gli occhi color sangue. Lena non sapeva, non aveva idea di quello che l’amato stava passando, ma quello che voleva fare era cercare di dargli il suo supporto in ogni momento, che fosse bello o brutto. Gli aveva promesso che sarebbe stata con lui se ci fosse stato un problema, e non avrebbe fatto un passo indietro sapendo quello che lui stava passando.

Nel silenzio più assoluto, lo raggiunse, e, inginocchiandosi davanti a lui, si sporse in avanti per abbracciargli il busto. Appoggiò delicatamente la fronte contro la sua spalla, con gli occhi chiusi, e lo strinse a sé con affetto. Era tutto rigido, ed era anche riuscita ad avvertire che tremava.

Solo poco dopo, sotto il suo tocco avvertì che le spalle ammorbidirsi, rilassarsi, ed il tremolio si affievolì. Pian piano il suo abbraccio venne ricambiato, e le braccia di Shin la strinsero ulteriormente contro di lui. Si aggrappava a lei, solo a lei, perché Lena era in grado con il suo essere di farlo stare bene. Infatti, da quando lo aveva avvolto, non solo con il corpo ma anche con il suo amore, già si sentiva meglio.

«Andrà tutto bene.» gli sussurrò lei, e, finalmente, la sua voce cristallina ma leggera scacciò via quei sussurri di morte che sentiva nelle sue orecchie.

E Shin credette alle sue parole. Perché, solo con lei al suo fianco, tutto poteva andare davvero bene.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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