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Autore: hertz    14/09/2022    0 recensioni
Sara è una tennista professionista, eterna promessa incompiuta. Riuscirà a superare i suoi limiti sportivi e, sopratutto, personali, per poter finalmente vivere la sua vita?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Appena Sara varcò la porta della camera dell'albergo dove alloggiava Giulia un senso di nausea la percorse, l'ultima volta che si erano trovate in una situazione simile si erano insultate a vicenda e Sara aveva anche rotto due bicchieri.

"Starai qua per molto?" - le chiese cercando di dissimulare il proprio nervosismo.

"Altri due giorni, poi vado un po' dalla mia famiglia prima che inizi Wimbledon. Vuoi qualcosa da bere?" - le chiese togliendosi la giacca e aprendo il frigobar - "Ho un bianco fermo, ricordo ti piaceva."

"Sì..." - disse con un filo di voce non riuscendo a staccare gli occhi dal corpo della giornalista.

"Frequenti qualcuna?" - le chiese Giulia mentre prendeva un bicchiere - "Nell'ambiente si vocifera di una simpatia tra te e Sandro Drani." - aggiunse sorridendo - "Almeno è simpatico."

"Davvero?" - rispose Sara sorpresa - "Credo di averci parlato solo due volte, il suo allenatore è un ex compagno di scuola di mio padre."

Giulia le passò il bicchiere senza smettere di sorridere e quando le loro mani si sfiorarono provò un leggero brivido lungo la schiena.

"C'è una ragazza comunque, anche se non ci stiamo frequentando in quel senso." - ammise Sara sedendosi su una poltroncina - "È qualcosa che non definisco, non credo di volere relazioni ora."

"Devi dedicarti solo al tennis?" - le chiese andandole vicino - "Mi dispiace per come è finita tra noi. Sono stata una stronza."

Sarà scosse la testa ma non riuscì a dire nulla, la vicinanza di Giulia la stava confondendo, l'attrazione che provava era ancora molto forte ma soprattutto si stava rendendo conto di quanto le fosse mancata la sua presenza.

"Non ho mai finto, quello che ti ho detto quando stavamo insieme era tutto vero. Solo la mia priorità era il lavoro, forse lo sarà sempre." - ammise Giulia sedendosi sopra il bracciolo della poltrona e fissando l'altra - "Ma in certi momenti mi chiedo se non stia sbagliando tutto e non debba fare qualcosa per riconquistarti."

"Quindi tu e Agata vi siete lasciate?" - chiese Sara evitando di guardarla negli occhi.

"Non siamo mai state insieme, te l'ho fatto credere perché volevo che mi odiassi, non mi avresti mai lasciato andare senza una buona ragione." - disse Giulia togliendo il calice dalla mano dell'altra - "Meglio evitare faccia la stessa fine di quello dell'altra volta. Non ne vado fiera Sara, solo stava diventando qualcosa di ingestibile, tu non ti saresti mai dichiarata e i tuoi risultati ne stavano risentendo, non volevo essere io la causa."

"Quindi è stato meglio farmi credere che mi tradivi con la tua collega? Farmi stare di merda per mesi perché non capivo come comportarmi?" - disse Sara con gli occhi lucidi - "Non mi hai scritto quando sono tornata dall'infortunio, sapevi quanto avessi sofferto."

"Sarei stata egoista, come sempre." - riconobbe Giulia - "Rivederti a Parigi però mi ha risvegliato e avevo bisogno di parlarti."

Sara si sentiva strana, avrebbe voluto fuggire e mettere una pietra sopra definitivamente ma allo stesso tempo qualcosa la teneva ancorata a quella donna.

"Ho passato mesi di inferno, mi chiedevo se fosse colpa mia perché non avevo coraggio di vivere la mia vita." - disse con un filo di voce - "Credo di averti davvero odiata per certi versi."

Giulia annuì e le passò la mano tra i capelli, dopo averla intervistata non aveva fatto altro che pensare a quanto ancora l'amasse, a quanto volesse costruire qualcosa insieme.

"Me lo sono sicuramente meritato, non so nemmeno cosa voglio ora. Una parte di me vorrebbe quasi richiederti di ricominciare ma l'altra sa che i problemi ci sono ancora. Ma ti amo, quello non si cancella con una gomma." - disse non smettendo di accarezzarla e facendo scendere poi la mano nell'incavo del seno.

"Perché Giulia? Non puoi fare così e pretendere che poi io esca da questa porta come se niente fosse." - sospirò Sara.

"Lei ti piace?" - le domandò non smettendo di toccarla e quando si accorse di un leggero gemito che uscì dalle labbra dell'altra scivolò sulle sue gambe.

"Giulia..." - mormorò Sara sentendo il battito che accellerava - "Dobbiamo proprio parlare di quello?"

"Voglio sapere se ti piace più di quanto ti piacessi io." - continuò dandole dei baci sul collo.

Sara chiuse gli occhi, quello che stavano facendo era tutto sbagliato, se si fosse lasciata andare poi rischiava di passare giorni a piangere e a raccogliere di nuovo i cocci del suo cuore spezzato. Ma il suo corpo si rifiutava di obbedire a ciò che la sua testa le stava dicendo.

"No..." - disse tenendo Giulia per i fianchi - "Sto bene ma non è la stessa cosa." - ammise poi.

Giulia sorrise, poi spostò le labbra su quelle dell'altra, la loro morbidezza le era mancata tanto. Sentiva stesse perdendo il controllo e non voleva rinunciare a far l'amore con la donna che non aveva mai smesso di occupare i suoi pensieri.

"Se vuoi fermarti fallo ora, perché tra qualche minuto sarà già troppo tardi." - ansimò Giulia facendo aderire perfettamente i loro corpi e sentendo che Sara era eccitata quanto lei.

"Non posso fermarmi... Non ora." - replicò Sara succube delle attenzioni dell'altra - "Non resisto più, ti prego Giulia."

La giornalista sorrise maliziosa, mise la mano tra le gambe di Sara e quando la sentì tremare iniziò a muoverla lentamente. Quanto le era mancato tutto quello.

"Ti amo..." - sospirò poi tra le labbra di Sara - "Ti ho sempre amata."

 

  
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