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Autore: Dioni    16/09/2022    2 recensioni
Secondo capitolo del crossover Inuyasha/Assassin's creed.
Sesshomaru,Ezio e Toran sono diretti Nella regione dell'Hokkaido,cuore gelido del nord del Giappone per investigare su Otsune,signora degli Ainu e degli yokai del nord che stranamente sembrano collaborare con gli umani e hanyou di quella zona.Ma altri motivi spingono il giovane cane a incamminarsi verso nord dove misteri e scoperte di vite passate lo trascineranno verso un passato misterioso che coinvolge le origini della sua razza e forse della sua famiglia. Ma nel presente un altra ombra si innalza sull'esistenza di Sesshomaru,già minacciata dalle mire dei templari. Il feroce signore della guerra Oda Nobunaga e sulle sue tracce in attesa di porre fine alla sua vita per motivi che solo lui conosce e che aspira a sottomettere l'intera isola del Giappone sotto il vessillo della sua casata,mentre il mondo si apre ad una nuova era di apertura agli stranieri e di industriosa modernità. Sesshomaru questa volta dovrà prepararsi al meglio per affrontare prove alla quale non era pronto ed affrontare un destino più grande di quanto potesse mai immaginare.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il cozzare delle armi,le esplosioni,la carne contro le ossa,vivi attaccanti contro defunti difensori,una battaglia dove i morti sorgevano ancora una volta per proteggere ciò che loro ritenevano importante. Il tempio della gola del cervo dormiente. Spostarsi non era facile e destreggiarsi nel mezzo di due fronti in conflitto con loro quattro nel mezzo aveva in se l'azzardo del rischio,solo per giungere dall'altro lato e scoprire per quale motivo il luogo era stato attaccato. Non proprio un bel modo per continuare la giornata. In testa al gruppo c'era Urtak,ancora una volta dedito a fare da guida al gruppo,Toran ed Ezio qualche passo indietro e Sesshomaru infondo a coprire il quartetto. Buona parte del percorso,se così lo si poteva definire,passava in mezzo a molti combattenti degli ainu,molto più facili da uccidere,poiché già vivi e quindi più cauti a non buttarsi nella mischia senza avere premura per la loro vita. Mentre dall'altra parte,ora che li vedevano in azione,molti erano scheletri di dimensione umana,senza particolari segni distintivi,se non le vistose corna da cervo attaccate al nudo cranio,mentre altri erano enormi cervi dalle ossa imbiancate,che si destreggiavano abbastanza bene e incornavano a testa bassa chiunque avessero davanti e possedesse un minimo di carne fresca ancora addosso. Per gli occhi dell'assassino la cosa era incredibile,per la sua mente invece,era inconcepibile. Correvano nel mezzo,schivando in continuazione i colpi ricevuti dagli ainu,molti dei quali parevano più pericolosi in gruppo che presi singolarmente e quando c'è n'era bisogno si rispondeva al colpo ricevuto oppure si eliminava l'ostacolo con celere rapidità e si proseguiva in formazione compatta,cercando di non perdersi di vista l'un l'altro. Non c'era tempo per parlare,non c'era tempo per ascoltare,solo correre,schivare,parare,attaccare,con la spada,il ghiaccio o la lama celata,nessuna interruzione,solo correre. L'area già di per se era enorme e il fatto di non poter sorvolare sopra quella moltitudine di nemici,causa il fatto di essere scoperto,cosa che gli avrebbe procurato un altra ramanzina da parte di Ezio per essersi fatto vedere quando non necessario,causa anche il fatto che avrebbero potuto essere colpito alla sprovvista da chissà quale magia dal basso e per finire avrebbe scoperto il retro del gruppo e avrebbe lasciato gli altri tre alla stregua di attacchi da dietro,cosa che avrebbe minato la loro salvaguardia. Quindi no,niente volo. Fare parte di un gruppo era limitante,per uno abituato a far conto solo sulle proprie forze. Ad agire da soli si possiede maggior libertà di movimento e di scelta,senza che nessuno possa rallentarti o giudicarti per quello che fai e l'unico a cui devi delle spiegazioni riguardo al tuo operato sei unicamente tu. Pazienza,ormai c'era dentro,tanto vale guadagnare quanto più poteva dalla presenza altrui. Bakusaiga alla mano quelli capitati sotto la sua lama avevano tentato di fermare tanto lui quanto gli altri compagni e di quei kappa piromani né aveva visti pochi,alcuni uccisi quando erano più vulnerabili e si trovavano vicino a lui. L'ultima volta era stato imprudente,adesso colpiva al minimo segno di aggressione,poco importava se fosse stato un semplice umano o un altro di quelli che usava il potere del fuoco. Di perdere la vista un altra volta non né aveva voglia. Passarono sui corpi di molti,di colpo in colpo la meta si fece più vicina,mancavano solo una ventina di metri per uscire dallo scontro e raggiungere i piedi della statua.

Laggiù,guardate.”,disse Urtak alzando il tono della voce,per farsi sentire in quella marea di violenza e allungando il braccio ai piedi della gigantesca statua,cercando di mantenere,cercando di mantenere l'indice puntato verso il punto interessato. Superata una larghissima rampa di scale che si innalzava verso i piedi della statua,punto nella quale erano presenti un folto gruppo di invasori intenti a combattere degli scheletri,volava in disparte,sopra tutti loro,una figura nera,dotata di grandi ali da uccello,rivolto verso la statua,con il corpo immobile e sostenuto in aria solo da grandi ali da corvo,che continuavano ad agitarsi ritmicamente per tenerlo stabile in aria.

E Marsatap,dobbiamo fermarlo,prima che giunga alla fonte. Dobbiamo impedirgli di distruggere la statua.”

Per quanto fossero già rapidi di loro,il gruppo accelerò ancora di più il passo e giunsero,dopo molti colpi nella mischia e molto sangue versato,di fronte alla gigantesca scultura.

Ma non fecero in tempo a salire il primo scalino,che un folto nugolo di scheletri,bloccava loro il passo. Uno tra gli shika yokai e cervi giganti iniziò a muoversi velocemente nella loro direzione. Gli shika yokai indossavano antiche pellicce,retaggio della loro gente come unica armatura ed erano armati con pugnali e lance e armi che sembravano delle piccole spade rudimentali,tutte fatte di ossidiana,mentre i loro compagni a quattro zampe erano muniti solo di grandi palchi di corna e pesanti zoccoli,più che adatti per calpestare e calciare,anche in quelle misere condizioni.

Va bene Urtak. Puoi fare qualcosa per convincerli a lasciarci passare? Sai,mi fa un po' strano tentate di uccidere qualcosa di già morto.”,disse Ezio preoccupato di affrontare degli scheletri animati per la prima volta in tutta la sua vita.

Non c'è ne sarà bisogno,guarda tu stesso.”,disse lo sciamano puntando il dito contro l'ammasso di esseri scheletrici.

Erano così vicini che se avessero voluto attaccare lo avrebbero fatto senza troppe difficoltà,il riuscire nell'impresa non sarebbe stato scontato. Tuttavia,per quanto fossero numerosi restavano fermi,come se stessero aspettando qualcosa. Non avanzavano per aggredire e non indietreggiavano per ritirarsi,se ne stavano in disparte dallo scontro,tra il gruppo e il loro obiettivo,bloccati nello loro pose,sorretti da ossa morte che ancora si muovono,espressivi e indecifrabili,come le espressioni che non possiedono e che se anche avessero,non potrebbero mostrare,essendo i loro teschi solo e soltanto ossa.

Va bene,ma perché ci stanno osservando? Ammesso che possano vederci,anche senza gli occhi.”

Tra tutti e quattro,Sesshomaru osservava i morti ambulanti che li stavano osservando,uomini e bestie morti da tempo addietro,appartenenti a epoche lontane,di altri tempi e luoghi. Poi avvenne un cambiamento,piccolo,ma importante. Uno degli scheletri,inclinò il teschio,spostando le sue orbite vuote sulla figura dell'inuyokai e quest'ultimo se ne accorse. Poi fu la volta di un altro,di un altro,di un altro ancora,poi fu la volta di due cervi giganti e poi a gruppetti iniziarono a girarsi verso di lui. Tutti,fino all'ultimo,direzionarono le orbite vuote verso Sesshomaru,come attratti da qualcosa e quel qualcosa lo possedeva solo lui.

Non è voi che stanno fissando...”,disse Sesshomaru spinto dalla pulsione di muovere la spada contro di loro.

Nonostante il cappuccio che gli copriva la testa vide che da ogni lato lo stavano fissando,catturati da chissà cosa dalla sua persona. Poi avvenne un altra stranezza,una parte degli scheletri,quella che occupava il percorso verso la scalinata,si fecero da parte e aprirono un varco nello schieramento. Nessuno del gruppo si aspettava un simile comportamento,da parte di coloro che avrebbero dovuto uccidere tutti coloro che avessero osato varcare le sacre difese del tempio e invece,liberarono loro il passaggio. Poi quegli stessi scheletri li superarono e andarono a unirsi all'altro versante della gruppo,per poi mettersi in fila orizzontale,formando un muro di ossa coi loro stessi corpi,come a volerli separare dal resto della battaglia. Tutti e quattro non avevano risposte da dare per quello che era successo e poi,di tempo da perdere non ne avevano. Confusi da quello che era appena successo decisero di proseguire,percorrendo gli scalini,con veloci falcate,verso la base della statua e giunti più in alto videro quello che stava accadendo. In cima alle scale si trovava una spiazzo rialzato abbastanza grande da raccogliere la base della statua in tutta la sua larghezza,una cosa come una quindicina di metri per un altezza che abbondava fino a trenta e li lo videro, uno yorozuku,Koga. Era impegnato a schivare i colpi,fossero di armi fisiche o fiammate violente,il giovane lupo si destreggiava al meglio per non morire e nel mentre,quando poteva infliggeva qualche colpo con la sua arma,un grosso anello da polso alla quale erano saldato cinque sottili catenelle che terminavano tutte con una vistosa lama ricurva monofilare,da inserire sulla punta ogni dito come estensione artificiale della propria mano.

GORAISHI.”

Urlò Koga e dalla mano armata partirono forti e luminose saette bianche come il tuono,che passavano i corpi dei nemici vicini,non direttamente collegati a coloro che furono presi dalle lame e che in compenso morirono invasi dalla potenza delle piccole saette che percorrevano i loro corpi,bruciando dall'interno,carne,ossa e organi vitali.

Koga? Sapevo che avrebbe potuto essere lui lo yoro di cui parlavano,ma non immaginavo,che avesse realmente avuto l'ardire di entrare in questo luogo.”,disse Urtak incredulo,ma cercando di non far trasparire troppo questa emotività.

Ardire o no,penso che necessiti di una mano,temo che di questo passo lo uccideranno.”,disse Ezio incitando gli altri ad intervenire.

In questo caso vorrei provare una cosa nuova.”,disse Toran con ardore combattivo e chiamando a se i suoi glaciali poteri creò un globo di solido ghiaccio opaco all'interno del palmo della mano,poco più piccola di una pesca e la lanciò in aria,sopra il gruppo degli aggressori e con Koga perfettamente nel mezzo. Poi fece schioccare le dita e nello stesso istante,il boccino esplose,generando una vistosa nube gelata,che infastidì non poco tutti coloro che erano all'interno del raggio d'azione dell'esplosione. Ezio e Sesshomaru non si diedero alcun segnale di aiuto reciproco,ma scattarono all'unisono e ognuno si accise ad adoperare al meglio le proprie capacità. Appena entrati nella foschia si accorsero che la nube gelata,formata da una specie di brina finissima che poteva svolazzare a mezz'aria,non era ne particolarmente gelida n'è tanto meno irrespirabile,ma impediva a chi veniva colpito direttamente di vedere correttamente,accecandolo temporaneamente,come una delle bombe fumogene che si portavano dietro gli assassini. Mica male come mossa da parte della ragazza,pensò l'assassino. L'inuyokai e il fiorentino mossero le lame contro i nemici inermi: un colpo di punta qui,qualche fendente di la,nella foschia,si potevano riconoscere i bersagli da abbattere,tutti inermi e anche quelli che tentavano di reagire,come i piccoli kappa che provavano ad attizzare le fiamme contro uno dei due,oppure cercavano di chiamare a se il loro potere per incendiare i loro fanatici compagni,ma non avevano il tempo di formulare qualche incomprensibile parola nella loro lingua che al minimo filo di voce venivano colpiti con potenza guerresca da Sesshomaru o con precisione omicida da Ezio,ed entrambi sapevano bene come usare i loro strumenti di morte. Poi all'improvviso si generò un forte vento laterale è la gelida nube venne spazzata via come se nulla fosse,mostrando ai presenti che il numero dei seguaci di Otsune era dimezzato e Koga,ancora leggermente preda di quell'accecamento improvviso si riprese in quel momento,stropicciandosi gli occhi con la mano disarmata e in quel momento,vide che li vicino a lui c'erano Sesshomaru ed Ezio che lo stavano proteggendo,mentre gli ainu rimasti poterono riprendersi dalla sorpresa e tentare un contrattacco.

Mi era parso di sentire odori spiacevoli,ma che diavolo è successo? E voi che ci fate qui?”,chiese Koga ancora confuso per quel caos improvviso.

Detto da che vai in giro vestito come un barbone e si sposta a piedi nudi non ci fai una bella figura. Ma anche io sono felice di vederti. Il resto te lo spieghiamo dopo.”,disse Ezio col sorriso sulle labbra,intento a voler fare uno scambio di battute simpatiche.

Ma bravi...”,una voce proveniente dall'essere sopra le loro teste,intento ad osservare la statua,mentre con il battito delle ali cercava di restare in volo, “vedo che anche stavolta Urtak,fai ricorso ai nemici del suo stesso popolo,per affrontarci a viso aperto.”

Disse il Tengu sospeso in aria,che finito di parlare volse le spalle alle grande statua e si mise ad osservare lo shikahanyou sotto di lui con sguardo astioso .Nonostante l'inespressiva testa di corvo si poteva notare dalla voce che l'essere alato mostrava un certo disappunto nel vedere Urtak proprio sotto di lui.

Detto da chi non esita ad uccidere donne e bambini pur di raccogliere fedeli per la regina,lo ritengo un complimento. Ma del resto non posso meravigliarmi più di tanto,visto che persino il tuo clan ti ha rinnegato era naturale che servissi ancora Otsune.”,rispose Urtak con leggero e velato disprezzo.

FA SILENZIO TRADITORE...”, Urlò improvviso Marsatap, in preda ad un attacco d'ira, “PROPRIO TU PARLI? PROPRIO TU CHE ERI UNO DI NOI? TU CHE HAI AVUTO IL PRIVILEGIO DI APPRENDERE DA SUA MAESTA' IN PERSONA? TU CHE ERI IL SUO ALLIEVO PREFERITO E CHE IO STESSO HO CONTRIBUITO AD ACCRESCERE IL TUO POTERE? MOCCIOSO INGRATO. AVREMMO DOVUTO UCCIDERE LA TUA GENTE TEMPO ADDIETRO,VISTO CHE NON SOLO AVETE DECISO DI NON UNIRVI ALLA NOSTRA CAUSA,MA RINNEGATE IL VERO CULTO DEI NOSTRI ANTENATI. DOVRESTI VERGOGNARTI MISCREDENTE.”

Il vero culto? Quello che ho visto non ha nulla a che fare con l'antica religione degli ainu è preso solo gli aspetti più violenti delle credenze dei primi yokai. La magia che scaturisce dai vostri riti non solo è malvagia ma corrompe anche chi la esercita o da chi né trae potere. Ho visto cosa fanno i vostri sciamani ai seguaci durati i riti,coloro che traggono potere dalla fiamme prima o poi vengono consumati dal fuoco da loro evocato,coloro che rendono più duri i propri corpi con il legno o la pietra finiscono per loro stessi per divenire legno e pietra a loro volta. E i monili che si inseriscono nel corpo per richiamare quel potere è solo un modo per fare di tutti coloro che praticano questa corrotta usanza come mere vittime sacrificali. Dimmi Marsatap,sei certo che sia io,o quelli come me il vero nemico di questa terra?”

ORA BASTA...mi sono stancato di argomentare con te....”

Il tengu fece un gesto con la mano aperto e puntando il palmo della mano verso di se,come se stesse facendo segno ad un animale di venire verso di lui. Da terra e tutt'attorno ai corpi maciullati,mutilati e aperti il sangue sgorgato fuori da essi,cominciò ad unirsi in grandi pozze separate l'una dall'altra. Ogni goccia caduta a terra,ogni goccia che aveva macchiato il suolo sacro vicino alla statua si staccava dal terreno come mossa di propria volontà,attaccando l'una all'altra nelle piccole pozze vermiglie che parevano come laghetti vermigli dall'aspetto inquietante. Poi si innalzarono in rigagnoli volanti,piccoli sentieri volanti,diretti tutti verso la mano di quello che pareva il loro padrone. Si unirono tutte insieme sopra la mano aperto dello sciamano dal nero piumaggio,accumulando tutto il sangue in una grossa sfera vermiglia splendente di una luce sinistra,come le vuote orbite dello scheletro,che ora parevano vive.

Gioite figli del gelido nord,perché la fine di coloro che sono morti non è realmente la fine,ma un nuovo inizio. Dimostrate a questi immondi profanatori dei nostri confini che la nostra fede e più forte delle loro armi e dei loro inganni,che il nostro credo è puro e senza falsità,non come i loro dei del sud. I vostri compagni si sono sacrificati per questa terra ed ora,accettate ciò che resta dei loro resti mortali come ultimo dono prima di unirsi ai morti. Il loro sangue e loro vi appartiene. Faccio ciò che faccio non per piacere,ma perché siamo Ainu e siamo disposti a tutto pur di difendere la nostra casa.”

Nel mentre,Ezio,Koga e Sesshomaru Guardarono il macabro spettacolo che si stava svolgendo in quel momento e preoccupati di quello che sarebbe accaduto,si preparono ancora una volta a combattere,mettendosi per istinto quasi spalla a spalla l'uno con gli altri due.

Va bene ragazzi,questa cosa non mi piace per niente.”,disse Ezio temendo per quello che stava per accadere.

Quindi,adesso che voi due siete qui cosa intendente fare? Volete aiutarmi ad abbattere quella cornacchia troppo cresciuta o volete battervela in ritirata?”, Disse Koga strafottente.

Tsk,voi yoro sapete essere fastidiosi. Anche nel momento del bisogno fate di tutto per essere sprezzanti del pericolo,sopratutto quando e chiaro che la sconfitta è vicina.”,disse Sesshomaru con tono accusatorio,quasi di sfida.

Da come parli mi ricordi un altro cane,sai,vi assomigliate molto ed è per questo che non vedo l'ora di prenderti a calci.”

Mi chiedo che razza di inuyokai tu abbia incontrato.”

Veramente è un cane solo per metà,ma per quanto riguarda l'aspetto,l'odore e il vizio della boccaccia larga siete praticamente identici.”

Sesshomaru aveva capito bene di chi stesse parlando è la cosa non gli piacque affatto.

Prima uccido il tengu...tu vieni subito dopo.”

Tsk,provaci.”

Le ultime gocce di sangue si erano unite al resto del rosso liquido raccolta da Marsatap,che ora assomigliava ad una grande sfera,quasi grande quanto la testa dello stesso sciamano,alzò il braccio verso il cielo e allo stesso tempo osservava i suoi nemici in basso,il cui solo vederli suscitava in lui una rabbia viscerale,come rare volte aveva provato verso qualcuno che si era meritato il suo disprezzo,come quello yokai che giunto dal sud che si accompagnava alla regina Ostune.

Rendete grazie per i doni che i vostri compagni vi hanno offerto con le loro vite,poiché nella morte essi continuano a vivere. PRENDETE,IL LORO SANGUE,LA LORO COLLERA,LA LORO FRENESIA...E' VOSTRA”

Chiuse rapidamente la mano a pugno,spargendo sangue dall'alto,come un improvvisa pioggia vermiglia,cadendo verso terra e spargendosi con la forza di un acquazzone,durò poco e bagnò tutti i presenti,chi più e chi meno,ma tutti furono raggiunti dagli schizzi di sangue di cui la sfera era composta.

Un unico,singolo,fischio di uccello,degno di far impallidire anche l'aquila più fiera fece scattare un bisogno di stare in guardia a tutti i nemici presenti,mentre negli Ainu rimasti,si stava spargendo un alone di rabbia,rancore e odio tale che i loro visi,da prima guardinghi e attenti a non cadere,ad espressioni deformi,mentre i loro corpi,lordi di quello che prima era liquido ancora vivo ora appariva come una macabra pittura di guerra che impregnava la loro pelle. I loro occhi si fecero bianchi,snudavano i denti e urlavano come ossessi,mentre i loro muscoli si gonfiavano e una strana aura che odorava di morte,più del normale di quella che avrebbe potuto emanare un cimitero,si stava spargendo in tutta l'area. Diversi tremori percorrevano il loro corpo,mentre piccoli,ma numerosi spasmi muscolari si potevano riconoscere in tutti gli ainu presenti al suolo. Digrignavano i denti e facevano versi,comportandosi in maniera più simili alle bestie che a degli individui dotati di intelletto e coscienza.

Va bene gente,qualunque cosa accada,restiamo calmi e...”, Fu Ezio che si rivolse agli altri due insieme a lui,ma non riuscì a terminare la frase che vide un omone,un umano,reggere un pesante randello ricoperto di rovi con entrambe le mani correre contro di lui,ma Ezio fece in tempo a muovere il braccio libero e puntarlo in direzione dell'aggressore,poi sparò,con l'arma da fuoco inserita nel bracciale d'acciaio,vicino alla lama celata,prendendolo direttamente nella fronte,che cadde a terra senza far ulteriore rumore. Ma non ci fu neanche il tempo di realizzare di quello che era appena successo che accadde qualcosa,che l'assassino non seppe spiegarsi,come gli altri del resto. Il corpo,creduto morto,iniziò a muoversi lentamente,si rialzò e riprese la sua arma,mentre dal foro che aveva nella testa uscì del sangue,tornando a fissare il fiorentino,mentre quest'ultimo,sbigottito,fissava a sua volta l'ainu,incredulo a quello che stava osservando.

Oh oh...mi sa che è arrabbiato.”

Ormai Ezio aveva smesso di cercare una ragione in quello che stava scoprendo di quel mondo in una sola mattinata e arrivato a quel punto si limitò a ragionare sul fatto che quel tizio non era morto e la cosa aveva qualcosa di realmente anomalo.

L'ainu non si tastò la ferita appena ricevuta e puntando l'arma contro gli stranieri emise un urlo carico di rancore ed odio e in quel momento accadde quello che temevano. Tutti gli Ainu partirono all'attacco. Alla vista di quello spettacolo il gruppo parve come un piccolo isolotto nel mezzo di un maremoto,l'onda selvaggia composta di uomini e donne impazziti,sporchi di sangue e assetati di violenza e morte si lanciarono all'unisono,accogliendo l'urlo di quell'energumeno con la testa forata come se fosse l'ordine di un generale di preparare la fanteria ad una carica massiccia. Gli ainu non erano troppi,ma quella nuova energia e quella nuova capacità di non morire al primo colpo poteva risultare problematica,persino per tutti loro,anche combattendo fianco a fianco. Urtak non aspettò l'arrivo dei nemici per uno scontro ravvicinato,dato che non era il suo punto di forza e rapidamente,alzò un piede e subito lo sbatté a terra,provocando una scossa tellurica abbastanza forte da far barcollare gli aggressori che vennero loro incontro,mentre quelli più vicini a lui subirono meno da quello smottamento e avvertirono a malapena il movimento sotto i loro piedi.

CHE STATE COMBINANDO? UCCIDETELI.”,urlò il Tengu di rabbia quando vide lo squilibrio generale subito dai pochi seguaci sotto di lui.

Com'era sua abitudine Sesshomaru fu il primo a scattare,per la seconda volta in quel giorno e come volte nella sua vita. Non era esattamente il tipo che perdeva tempo nel fare certe cose,se doveva uccidere,lo faceva e subito,senza perdersi in troppi fronzoli inutili. Si preparò a colpire il primo bersaglio,armato di una grossa ascia ad una mano in osso,lo colpì al fianco senza alcuna difficoltà,ma sentiva che il colpo,seppur andato a segno,non aveva ottenuto l'effetto sperato e l'ainu restò in piedi,ferito gravemente e grondante sangue,ma ancora vivo e reattivo e ancora nel pieno delle forze. Ne arrivarono altri due,entrambe delle donne,due yokai,armate di lancia in punta di ossidiana e di un piccolo scudo di legno rettangolare,una attaccandolo provando a scattare da terra e ad infilzarlo in un singolo assalto è l'altra di lato,scagliando la lancia in uno slancio selvaggio,come se volesse prenderlo di sorpresa piuttosto che accertarsi di avere una buona mira. Ma lui evitò per prima la lancia in aria,che non fu neanche così difficile visto il pessimo tiro,in direzione della testa,ma era volata troppo in alto e si occupò dell'altra a terra,scartando facilmente il colpo e infilzandola dritto nello sterno,mentre l'altra,armata solo dello scudo,si lanciò nell'intento di artigliarlo,ma ricevette un pugno sulla mascella con l'altra mano,facendole volare via un paio di zanne fuori dalla bocca sanguinante. Fu subito seguito da Toran che,notando con attenzione che le ferite mortali non risultavano,per ironia della sorte,mortali,adattò una tattica a lei più consona alle sue capacità ed altrettanto efficace. Scelse come bersaglio una piccola area nella quale si stavano ammassando i nemici è scaglio un raggio gelato,ma non direttamente contro di loro,ma sotto i loro piedi,ghiacciando il suolo circostante e renderlo così liscio da renderlo scivolosamente impraticabile,causando una caduta generale degli attaccanti,annullando così' la spinta dell'offensiva nemica. Ma c'era un secondo effetto che risultò utile. Mentre tentavano di rialzarsi,gli ainu si resero conto,anche in quello stato di ira animalesca,che oltre al normale effetto scivolo del ghiaccio,si accorsero di essersi non solo semplicemente parzialmente congelati,ma anche di essere appiccicati al ghiaccio stesso e quindi rimanevano a terra,tentando di staccarsi,anche ciò avesse voluto dire,strapparsi via la pelle e i muscoli ghiacciati.

Non sai fare di meglio razza di cagnolino? Guarda e impara”

Urlò Koga nel frattempo mentre osservava Sesshomaru combattere e restarne decisamente deluso,osservandone lo stile di combattimento calmo,controllato,mostrando solo il giusto livello di forza più adatto in quel momento. Allo yoro non piacevano certe sottigliezze da leggiadro spadaccino. Mancavano di ardore guerriero,come sosteneva lui.

Goraishi.”

Koga chiamò a se la sua arma mentre scattava verso un gruppo di nemici disorganizzati che gli correva incontro e numerose saette degne di un nube temporalesca si sparsero per tutta l'area designata,con i fulmini che passavano di corpo in corpo,di ainu in ainu,elettrificandoli sul momento e facendoli contorcere da violenti spasmi involontari dovuti all'elettricità che passava all'interno dei loro corpi. Forse i fulmini non li avrebbero uccisi,ma gli avrebbe dato tempo di passare alla seconda fase del suo attacco. Aggredire a tutta velocità. Velocità,quella era la chiave del suo stile. Finito in mezzo al gruppo elettrificato e sapendo che non avrebbe ricevuto danno dallo stesso potere della sua arma,lo yoro iniziò a colpire vorticosamente con Goraishi e i suoi calci,un classico dei suoi attacchi,calci alti,ampi e slanciati,tutta la potenza della corsa esercitata in un rapido scorrimento di colpi caotici,dotati di un rudimentale tecnica di combattimento a mani nude da autodidatta,sviluppata in numerosi scontri,sia contro i nemici esterni alla sua gente e anche all'interno. Gambe scalciavano quasi alla rinfusa nel mucchio,mentre uno o due colpo d'arma venivano eseguiti tra un calcio e l'altro,assomigliando così ad un vortice che continuava a roteare senza freni,sospinto da una forza simile ad una burrasca nel pieno della forza,tanto pareva veloce che tutti gli ainu in mezzo a quella tempesta di colpi veniva colpito senza capire da quale direzione provenisse il colpo. Forse non potevano morire,ma il dolore lo sentivano appieno e li di dolore,ne veniva distribuito a iosa. Ezio non volle essere da meno e anche se la cosa non gli piaceva doveva passare allo scontro diretto. Per un assassino,seppur al rango di mentore,combattere direttamente risultava sempre un rischio e quasi mai,se si poteva evitare,un membro della confraternita sceglieva volontariamente di combattere senza approfittare di un qualche effetto sorpresa,anche se le eccezioni esistevano. Ma questo non era il suo caso e per come combatteva il fiorentino,avrebbe sfruttato ogni armamento del suo arsenale per uscire vivo da quello scontro impari. Si gettò anche lui nella mischia,ma in una maniera decisamente particolare. Anni e Anni di combattimento e sotterfugi gli avevano insegnato che combattere quando si è circondanti e si è numericamente in svantaggio,come in quel caso,di fare due cose,non lesinare sulle opportunità che lo scontro ti offriva e non cercare di contrastare il caos della battaglia,ma di divenire parte di esso,senza però subirne le casuali conseguenze. Quel giorno avrebbe di nuovo applicato la teoria della confraternita alla pratica. Si avvicinò nel punto in cui Sesshomaru era rimasto a combattere,lo vide impegnato contro due donne armate di lancia,due capitani,come le avrebbe definite lui,sempre con i termini in uso tra gli assassini e decisi di dargli sostegno nello scontro. Vide un bruto,lo stesso omaccione alla quale gli aveva sparato in testa,accompagnato questa volta da due Kappa,quei piccoli omini verdi dalla quale aveva visto lanciare fiamme dal nulla. Doveva agire in maniera rapida e precisa,come piaceva a lui. L'omone di prima,folle di rabbia,si lanciò contro Ezio con la sua enorme clava spinata,e portando entrambe le mani sulla parte più bassa dell'arma nell'intento di colpire con tutta la brutalità che possedeva,mentre i due esserini più indietro,erano impegnati a recitare alcune formule. Il fiorentino continuò a correre verso il bruto con la spada in mano e quando il suo immortale nemico colpì,un largo fendente laterale,Ezio scivolò sotto le sue braccia e durante la scivolata,menò un veloce fendente di taglio,squarciando la gamba dell'omone,che cadde a terra instabile sull'arto squarciato,poi si rialzò velocemente e quando notò le prime scintille uscire dalle mani dei piccoli kappa,smise di correre e con la mano libera prese due pugnali da lancio sulla cintura e li lanciò contemporaneamente,un pugnale per ogni bersaglio,un tiro difficile,ma non impossibile. E infatti riuscì,i due Kappa non si accorsero delle due piccole lame che volavano nella loro direzione e quindi furono presi alla sprovvista,quando un lama colpì un kappa in un occhio e l'altro dritto nel becco,all'interno della bocca,maciullandogli la sottile lingua e devastandogli il becco,non male come colpo,pensò l'assassino in quel momento. Forse non potevano morire sul colpo,ma i loro corpi potevano essere spezzati e mutilati come qualunque altro mortale,anche loro potevano essere abbattuti. Urtak guardava invece in tutt'altra direzione,non interessato agli ainu incantati,ma dall'incantatore stesso,Marsatap. Lo osservava dal basso,con sguardo accigliato e nel mentre pensava,come poteva fare questo alla sua stessa gente? Che cosa passava per la testa del tengu,quando aveva scelto di condurre e ispirare i fanatici della regina a profanare quel luogo sacro agli shika? Non c'è l'aveva con coloro che erano stati bagnati nel sangue dei loro compagni,capiva la loro rabbia,il loro odio,il furore represso per quello che il suo popolo,la sua etnia e la sua cultura avevano subito dagli abitanti delle terre più sud,che avevano occupato la parte più bassa dell'hokkaido e adesso lo avevano dichiarato come loro casa,come se loro nemmeno esistessero. Lo capiva benissimo,anche lui,in passato,aveva provato gli stessi sentimenti. Ma il passato era il passato e adesso doveva vivere nel presente ed era nel presente che doveva combattere.

Toran...”,chiamò a se la pantera,ancora vicino a lui, “Ho bisogno del tuo aiuto,devo affrontare il corvo se voglio che questa blasfemia di incantesimo termini,ma necessito che tu mi difenda da eventuali aggressioni,da solo,non posso tenere testa sia a lui che ai seguaci di Otsune”

Posso creare un muro di ghiaccio intorno a noi due. Non sono sicura di quanto possa reggere visto che è la prima volta che lo faccio.”

Mi fido di te pantera,credi davvero che avrei chiesto anche il tuo aiuto se non avessi fiducia nelle tue capacità? Erigi pure il tuo muro.”

Toran fece un cenno con la testa e con entrambe le mani emise due raggi contemporaneamente cercando di fare un cerchio il più geometricamente perfetto che ricoprirà un diametro di quattro metri intorno a loro e poi,come se avesse preso vita,il cerchio di ghiaccio iniziò ad innalzarsi da solo,come un fungo che cresce a grande velocità,fino a superare le loro altezza di qualche spanna,tanto da poter essere difesi da minacce esterne relativamente deboli,ma abbastanza ampio da avere il cielo scoperto e così anche la visuale sulla statua e su Marsatap,che distratto non si accorse immediatamente di quello che l'hanyou dalle corna di cervo e la ragazza stessero complottando,troppo preso dallo scontro sottostante.

Bene,è adesso che intendi fare?”,chiese Toran in attesa di novità.

Qualcosa si utile.”,si limitò a dire Urtak

Urtak non perse tempo e con le mani chiamò a se l'aria sopra di lui,in gesto che lo faceva sembrare un uomo intento a raccogliere della frutta,da un albero e ad ogni raccolto,alcuni soffi d'aria cominciarono a girare all'interno della gelida difesa. Riunì le mani in un unico punto di fronte a lui,intrecciò le dita e iniziò a comprimere l'aria raccolta,come se fosse morbida argilla appena raccolta,poi prese l'aria con una mano e la tirò a se in lungo,ricavandone una specie di giavellotto,semitrasparente,simile ad un cristallo,ma più leggero e morbido al tatto,sembrava uno sbuffo di fumo solidificato. Guardò in aria,concentrò le sue energie in direzione del bersaglio e poi pronunciò la formula.

CUSPIDE DEL VENTO”

Mentre diceva le parole,le sue braccia si spostarono come dotate di vita propria,rafforzando il braccio che avrebbe spinto l'enorme proiettile contro il Tengu e lo scagliò,con una forza fisica che non gli apparteneva. L'arma semi-fisica volò dritta verso il bersaglio e quando lo raggiunse non lo colpì direttamente,poiché quando la punta del giavellotto d'aria parve colpire qualcos'altro,che si trovava nel mezzo,facendo un rumore simile a quello di uno specchio che si frantuma per colpa di un forte impatto. Poi si vide chiaramente,agli occhi di tutti,una barriera,Marsatap era stato circondato da una barriera invisibile,tanto trasparente da confondersi con l'aria circostante,ma Urtak non se ne stupì,dopotutto,Marsatap era stato uno dei primi a insegnargli i primi approcci alla magia del popolo ainu. Il Tengu,sporco di sangue e dall'aspetto altrettanto feroce,si limitò a girarsi verso il giovane sciamano,osservandolo e giudicandolo,come si fa con un traditore. Con disprezzo e senza alcuna pietà.

DOVEVO IMMAGINARE CHE IL TUO POTERE FOSSE CRESCIUTO. MA....”,disse il tengu in tono furioso e irascibile, “DUBITO CHE SIA ANCORA ABBASTANZA PER POTERTI CONFRONTARE CON IL TUO PRIMO MAESTRO. PRONTO PER UN VERO SCONTRO TRA SCIAMANI,PIVELLO?”

Marsatap passò il palmo della mano aperta,sopra il suo macabro bastone,anch'esso sporco di sangue,senza mai toccarlo,mentre faceva vibrare la gola in un tono gutturale,per poi alzare la testa verso il cielo e rilasciare la voce trattenuta nel verso sommesso,in un due forti e iraconde gracchiate e poi un ultima,più forte e prolungata. L'aria attorno allo sciamano e al suo bastone si fecero sempre più forti,circondandolo non come una barriera,come un lungo ed invisibile serpente,che si attorciglia su stesso,in attesa di attaccare.

NUMBEA FRUSTA DI KANDAKORO.”

Il Tengu mosse il bastone contro Urtak e pur non potendolo toccare per via della distanza una potente corrente d'aria pressata si mosse nella direzione indicata dal teschio,con l'intenzione di abbattersi sullo shika hanyou. Urtak poteva vederla bene quel flusso d'aria intrisa di potere magico,spesso e tozzo,che appariva ai suoi occhi come una corda lunghissima,sottile come il molle corpo di una frusta,ma molto più letale,poiché il potere dell'incantesimo,fin tanto che durava,consisteva nell'usare l'aria presente per creare un arma momentanea simile ad una frusta,lunga tanto quanto l'incantatore desiderava e a seconda del potere impiegato per crearla e nel caso di Marsatap,sapeva per certo che avrebbe potuto ucciderlo e Toran con lui,quindi,doveva respingerlo come meglio poteva. E lui poteva farlo ottimamente.

BENEDIZIONE DEL CIELO TERSO.”

Urlò Urtak alzando le mani al cielo come in segno di preghiera e subito sopra le teste di Urtak e della pantera si creò un barriera,anch'essa fatta d'aria,simile a quella usata da Marsatap,che si allargò fino a coprire il muro di ghiaccio attorno a loro,così da creare un tetto invisibile sopra la loro piccola stanza di solido e spesso ghiaccio. Lo scontro personale,tra il vecchio maestro e l'allievo traditore era appena iniziato,all'interno di un altro scontro.

Sesshomaru nel frattempo respingeva qualunque avversario gli venisse contro. Dopo un po' che le due donne continuavano ad attaccarlo aveva deciso di aumentare la forza che distribuiva nei colpi ed era giunto il momento di mettersi di impegno e quando le due,tornarono all'attacco per l'ennesima volta con le lance spianata decise,in un unico singolo fendente obliquo di colpire ed usare anche l'effetto di Bakusaiga,spargendo il caustico veleno posto all'interno della katana e di farle soffrire,tanto deboli parevano che,visto che non potevano morire,tanto vale scioglierle o mutilarle e così fece. Le due donne non poterono più combattere,poiché la lama di Bakusaiga aveva inferto loro ferite così dolorose che dovettero accasciarsi al suolo in preda al dolore,mentre la carne,per qualche strano motivo,non si consumava,ma il dolore provocato dall'acido era devastante e ciò impediva loro di agire,soffrendo in maniera atroce. A Sesshomaru non piaceva come soluzione,provocare sofferenza erano tendenzialmente una cosa da sadici,ma non aveva scelta,che fossero morti o no non gli importava,lui doveva uscire vivo da quello scontro,quello che sarebbe capitato ai suoi nemici non era cosa che gli interessasse. Lasciandosi dietro le grida di dolore delle due donne altri nemici gli si avventarono contro,tre di loro parevano degli agili,due umani e uno yokai,armati solo di piccoli pugnali in osso e due bruti,armati anche loro di pesanti rami spinati. Sesshomaru ora sapeva che non si sarebbe dovuto trattenere,come Koga,che lo vedeva da lontano,mulinando colpi di taglio,accompagnato a velocissimi calci alti ed Ezio,che si esibiva in quello stile di spada così strano e diverso da quelli che avesse mai visto fino ad ora,con rapide stoccate di punta, uniti a rapidi attacchi di taglio,con quella spada dritta e sottile,anch'essa straniera come il suo possessore. L'inuyokai si lanciò nuovamente all'attacco e adesso avrebbe spinto ancora di più sulle sue capacità. Colpì uno,poi un altro e un altro ancora,chi provava a colpirlo lui rispondeva ancora più veloce e chi cercava di stare sulla difesa veniva schiacciato senza pietà dal potente cane. Che fosse per lo smeraldino veleno della lama o perché mutilato e tranciato così in profondità da non poter continuare la lotta e anche se spinti da quella strana ed oscura furente follia omicida non potevano più tentare di arrecargli danno. Non capiva cosa fosse successo né tanto meno sapeva spiegarsi cosa fosse quel sangue che aveva lordato i corpi degli ainu e perché mai quella rabbia,uscita da chissà quale oscuro anfratto dell'anima,era esplosa all'improvviso. Quello che sapeva lo aveva dedotto da quello che stava osservando. Non avevano paura,nessuno di loro. Che fosse il più piccolo dei kappa o il più grosso tra di loro tutti condividevano una sola emozione,l'odio. Un odio cieco e furioso,che li spingeva a lanciarsi,a slanciarsi, a subire i colpi senza battere ciglio. Una follia così grande che nemmeno la morte poteva far nulla per fermarli,continuando ad alzarsi,almeno chi poteva per tornare a combattere,per infliggere e subire,infliggere e subire,senza patire fatica o paura,senza chiedere la ritirata o tentare la fuga. In secoli di conflitti solo Inuyasha aveva manifestato una simile mancanza di istinto di sopravvivenza,quando perdeva il controllo del suo lato yokai e diveniva una bestia furiosa. Le persone che stava trucidando ora non erano tanto diverse dal fratellastro quando cedeva alla furia cieca. Ma allora perché aveva la sensazione che ci fosse qualcosa di diverso nella loro ira omicida? Perché sentiva che c'era qualcosa di ben più oscuro della semplice follia? Lo sentiva dentro,per istinto,ma non conosceva la risposta. Passo dopo passo,arto dopo arto,veleno dopo veleno,il numero degli avversari in grado di reggere uno scontro si era abbassato drasticamente,ma molti altri erano ancora in piedi e la fatica cominciava a farsi sentire.

UCCIDETE IL MEZZO CERVO. AVANTI.”

Una voce proveniente dall'alto e vide Marsatap indicare agli altri Ainu il cerchio di ghiaccio,prestandogli attenzione solo ora e vide il resto dell'orda lanciarvisi contro,come uno sciame di insetti impazziti.

Toran.”

Disse solo il nome della pantera,pensando che si fosse riparata all'interno,insieme a Urtak,non vedendoli da nessuna parte. Non si diede nemmeno il tempo di pensare che già si era lanciato all'attacco,non aspettò che Koga o Ezio gli dessero man forte,lui correva,scattando,correndo in soccorso della pantera. Non sapeva se la gelida barriera sarebbe crollata o meno,nonostante tutti i colpi che stava ricevendo sembrava una difesa solida,ma non poteva esserne certo,poiché era stato testimone della forza e della resistenza che questi barbari del nord avevano ottenuto attraverso quello strano potere. Non voleva darlo a vedere ma la fatica che aveva provato nel combattere essere così deboli rafforzati dalla magia aveva reso più ardua la loro resistenza contro i loro nuovi nemici del nord. I loro corpi erano più veloci,più forti e la loro resistenza erano certamente raddoppiata,se non triplicata. Per questo temeva per la salute della ragazza. Vide fiamme battersi contro il muro di ghiaccio e capì che doveva fare ancora più presto. Arrivò dietro ai primi tre ainu scoperti dell'altro gruppo e in un solo colpo recise la testa di tutti e tre e anche se separate dal corpo,le teste continuavano ad inveire ed urlare,anche se erano tre teste umane. Altri nemici,anche questi in gran numero e le energie stavano a venir meno. La stanchezza cominciava a farsi sentire. Doveva trovare un altro modo per combattere e forse,per un illuminazione improvvisa o idea dettata dalla stanchezza accumulata volle provare una cosa. Spostò la spada nell'altra mano,mentre con l'altra fece uscire la frusta,quella sottile linea di verde chiaro,l'avvolse attorno al manico di Bakusaiga e in un rapido movimento,lanciò la spada legata alla frusta e la lama,a sua volta formò un semicerchio perfetto,mentre la lama affettava e tagliava tutti quelli presi dalla sua tragliettoria e la lama,continuava ad emettere veleno,esattamente come se Sesshomaru l'avesse ancora in mano e allo stesso modo,gli effetti del taglio si fecero sentire. Riprese la lama in mano e vedendo come gli ainu cercarono di ricompattare la linea perduta Sesshomaru,ancora una volta,scese di attaccare non volendo aspettare l'aiuto dei suoi compagni.

CUSPIDE DEL VENTO.”

Un potente attacco,uguale a quello lanciato da Urtak venne evocato da Marsatap contro Sesshomaru e quest'ultimo,non accorgendosi dell'attacco per tempo,potè solo sentire il forte sibilo di un vento fortissimo venirgli contro,scartare di lato il più velocemente che poté e sperare di non essere colpito. Ma per quanto veloce potesse essere il giavellotto d'aria lo fece sbalzare via. Non lo prese in pieno,ma la forza dell'aria compressa nell'incantesimo fu tale da farlo saltare in aria e farlo sbattere gravosamente contro il muro di ghiaccio. Fortunatamente non riportò ferite gravi,ma era steso a terra livido e dolorante,aveva la sensazione che con quel colpo avesse perso molte forze e il dolore che sentiva nei muscoli e nelle ossa non era certamente di conforto.

UCCIDETELO,HA VERSATO IL SANGUE DEI VOSTRI FRATELLI.”

Il tengu gracchiò ancora una volta la rabbia e l'orda tornò a lanciarsi contro di lui. Ma non ebbe paura e spinto ancora a combattere,tentò di rialzarsi il più velocemente possibile e questa volta poteva provare un solo ed unico colpo disponibile. Che andasse in malora il tempio,quel posto,quella gigantesca statua,non aveva importanza,non era un suo problema. Urtak gli aveva detto di stare attento al luogo,ma a quel punto non gli restava scelta,quindi,chiamò a se una buona dose dell'energia che aveva in corpo,la incanalò nella spada e quando fu pronto decise di sferrare il suo colpo più potente.

Bakusa...”

Ma Sesshomaru non fece in tempo a lanciare il colpo che una parte del muro si ridusse in blocchi e dall'apertura uscirono rapidamente e in gran numero piccole stalattiti di ghiaccio colpirono numerosi assalitori,che poco alla volta si congelarono,impossibilitati a muoversi.

Ehi Sesshomaru,stai battendo la fiacca o sbaglio?”,disse lei in tono di sfida,mentre le lo guardava reggersi a malapena sulle gambe.

Riprendevo...un po' d'aria....tu invece,non mi pare che tu abbia fatto molto.”,disse lui pronto ad accogliere la sua provocazione.

Tranquillo caro,tempo di scaldarmi è ci sono anche io. Piuttosto,vedo che i tuoi rinforzi sono caldi al punto giusto.”

Disse Toran indicando il punto da cui era arrivato Sesshomaru e guardando la situazione si accorse dell'arrivo di Koga ed Ezio,il primo intento a balzare dall'alto e atterrare direttamente sui nemici,mentre il secondo lanciò delle altre bombe fumogene in mezzo agli ainu restanti e nascoto dalla nube,poté colpire nel mezzo della battaglia come se fosse nascosto dalle tenebre.

E comunque,quando mai ti abituerai a far gioco di squadra?”,chiese Toran con lo stesso tono provocatorio,che a lui a giudicare dall'espressione sul viso non parve dispiacere.

Mai.”,disse lui mostrandole un sorriso di scherno,come se volesse sfidarla.

Non c'era più nulla da dire,non c'è n'era bisogno,i due si lanciarono insieme nella mischia e questa volta lasciò che qualcuno lo accompagnasse nello scontro. Non mancava più molto alla sconfitta del tengu.

  
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