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Autore: GettAmourZe    17/09/2022    3 recensioni
Un nuovo viaggio aspetta Ash Ketchum e Pikachu, stavolta in un'avventura intrapresa per riscoprire chi sono e i loro obbiettivi!
Nella regione di Forsia intraprenderanno un viaggio per definire loro stessi. Vagando in un labirinto di dubbi e crescita, dovranno trovare la via per un futuro molto diverso da quello per cui avevano iniziato a viaggiare.
Combatteranno per realizzare il loro sogni e ristabilire l'equilibrio tra luce e oscurità, accompagnati da nuove e vecchie conoscenze... tra cui qualcuno molto speciale.
Amourshipping (AshxSerena)
Genere: Angst, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Pikachu, Serena
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Anime
Capitoli:
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Nota d'autori: 
Eccoci qui dopo... tanto tempo. 
Ci scusiamo davvero molto per il periodo passato dal nostro ultimo caricamento. Purtroppo, più si cresce, più gli impegni della vita reale diventano fitti. Tra lavoro e università, altri progetti ed essendo rimasti solamente in due, è difficile riuscire a mettersi a scrivere. Stiamo facendo il possibile per organizzarci e portarvi capitoli più frequentemente, così come le illustrazioni promesse, e stiamo cercando di tradurre la fanfiction in inglese e trovare possibilmente nuovi collaboratori. Tuttavia, essendo un progetto senza profitto e per pure passione, non si può offrire un compenso e giustamente non tutti vorrebbero dedicarsi ad un progetto così grossolano che non porta guadagno. 
Nonostante ciò, continueremo a fare del nostro meglio per migliorare i ritmi di rilascio dei nuovi capitoli E per la riscrittura dei primi capitoli! 
Vi ringraziamo per la pazienza e vi lasciamo alla lettura!

 


Risonanza di forze unite! La verità sull’eredità!

 

 

“Ti affido le redini della Gilda” annunciò Wigglytuff con tono casuale. Tuttavia, Chatot aveva imparato a leggere il Capitano così bene, che ormai poteva capire quando un ordine era tale.

“Capitano?”

“Nessuno delle squadre che abbiamo ingaggiato per recuperare Ash e Serena ha fatto ritorno, non ho altra scelta che andare io stesso a cercarli.” Spiegò con un sorriso, ma il solo millimetro che mancava a renderlo arcuato quanto il solito dimostrava la gravità della situazione.

Se si era arrivati ad una misura così drastica allora doveva pensare davvero a circostanze gravi.

“Ma capitano, lei è l’unico che è in grado di mantenere la calma qui! Senza di lei si camminerebbe dritti nel pandemonio, capirebbero tutti che la mancanza dei due novellini è più seria del previsto!” Gracchiò lui ansioso. 

“Anche se Ash e Serena non sono Pokémon nel loro mondo originale e anche se avevano ragioni diverse per diventare esploratori rispetto a tutti noi, sono membri della Gilda. E la loro sicurezza è mia responsabilità. Non è solo sospetto che qualcosa non vada, ormai è chiaro. E ad ogni situazione estrema serve una soluzione estrema” 

Chatot aprì il becco per parlare. Voleva ribattere, dire qualcosa per dissuadere il Capitano dal partire. Non era tanto perché fosse davvero così spaventato dal gestire la Gilda da solo, ma perché veder andare via Wigglytuff, l’apice della piramide voleva dire proprio aver finito le carte. 

E aver finito le carte significava che Ash e Serena erano potenzialmente nei guai.

Non voleva avere visioni negative della cosa, credere che davvero potesse essere successo loro qualcosa. Se fosse riuscito a convincere il Capitano a restare, voleva dire che effettivamente anche la massima competenza della Gilda non trovava drastico il problema. 

Ma chi voleva prendere in giro? Era passato troppo da quando si erano accorti della loro assenza e ancora di più dalla presumibile ora in cui avrebbero potuto andarsene. Scizor non era mai tornato e lo stesso era successo con gli altri professionisti disponibili ad andare a cercarli. 

Con quei pensieri in testa poi era facile giungere anche alla preoccupazione che il suo superiore facesse la stessa fine. Era il miglior esploratore in circolazione, appena arrugginito, ma il suo non era uno smalto che si perdeva così facilmente. Il problema era che Wigglytuff stesso emanava un’aura di cauta apprensione.

Situazione surreale che non poteva che allarmare il pappagallo. 

Il Pokémon rosa si avvicinò all’amico, appoggiandogli una zampa sulla spalla “La priorità sono i nostri cadetti; ti lascio il compito più importante” 

Chatot non rispose, ma Wigglytuff non rimase ad attendere che trovasse una risposta. Passò oltre e si diresse verso la porta, risparmianogli solo un ultimo sguardo quando ormai era all’uscio della porta “Ho fiducia in te” 

Il ricordo di quella conversazione ancora aleggiava nella mente del pappagallo, mentre con viso stanco osservava la pioggia abbattersi violentemente sul nudo terriccio della piazzola d’ingresso della gilda. 

Tutte le missioni da più di una giornata o che si avventuravano oltre i dintorni di Borgo Tesoro erano state sospese, giusto per precauzione. Non poteva rischiare di perdere altri ragazzi in giro per la regione e magari disseminare ogni esploratore esistente per recuperarli. 

Ovviamente la cosa aveva insospettito tutti e si era dovuto cercare delle giustificazioni valide e credibili per mantenere la calma. Li aveva informati che Ash e Serena erano stati mandati a riprendersi al villaggio degli Shaymin, che il Capitano era solo andato a trovare i suoi genitori e convincendoli che le due mancanze non erano assolutamente correlate. 

Tuttavia sapeva che la scusa non avrebbe retto a lungo, specie se il Capitano mancava da già più di una settimana e pure dei loro amici non vi erano notizie.
L’unica cosa che gli aveva permesso di non farsi abbattere o di perdere lucidità era stato proprio l’incarico ricordatogli da Wigglytuff; prendersi cura dei loro Pokémon. 

Sospirò un’ultima volta, inalando una grossa boccata di aria umida, il sentore di bagnato che gli invadeva il becco. Era tempo di chiudere l’ingresso al pubblico e mettere fine ad un altra giornata fin troppo tranquilla. 

Un fragore squarciò il suo udito.

Non era quello di un tuono. 

“Ma che…?” Alla faccia della giornata vuota. Forse l’aveva gufata e non sapeva se esserne rassicurato o allarmato. L’ultima volta che avevano sentito tanto casino si erano trovati il Pikachu e la Fennekin stesi a terra conciati per le feste.

Eppure in quel momento tutto desiderava finché fosse una notizia sulle incognite di cui era al corrente. 

Volò al piano terra e osservò dalla finestra, un gruppo di Pokémon era ammassato all’entrata e molti altri si apprestavano a correre nella stessa direzione. Riuscì a scorgere alcuni dei suoi cadetti tra di loro, facendo scattare in lui un improvviso senso di autocontrollo. 

Non serviva un genio per capire che c’era qualcosa che non andava ed era suo compito mantenere la calma e gestire la situazione.
Aprì la porta e subito con le ali cercò di spingere indietro i presenti, imponendo un pò di ordine “Che sta succedendo? Bidoof, Chimecho?” Si rivolse subito ai due Pokémon, notandoli in mezzo alla massa di civili e alcuni dei suoi cadetti, continuando a bloccare l’entrata con gli arti distesi mentre i cittadini sembravano sull’orlo di impazzire. Poteva vedere anche Salandit e Sandile in fondo al gruppo, che si guardavano all’indietro con ansia. 

“Aprite!! Presto!!”

“Fateci entrare!”

“Vi prego aiutateci!” 

“Sbrigatevi!”

L’uccello digrignò il becco, non sarebbe stato in grado di controllarli per molto. Il momento in cui avrebbero finalmente perso il controllo per qualunque ansia li stesse possedendo, lo avrebbero calpestato pur di farsi avanti.

Chimecho fluttuò in testa al gruppo, il suo viso dimostrava che aveva molto più controllo del suo panico rispetto agli altri, ma non sembrò opporsi al desiderio comune di entrare nella gilda “Non c’è tempo! Spiegheremo una volta entrati!” 

“Ma…-”

“Signore è un codice rosso! Presto!” 

Chatot trattenne il fiato per un istante, ma cedette. Si fece da parte e fu inutile il richiamo di Diglett per riconoscere l’impronta, tutti si fiondarono dentro l’edificio e alcuni nemmeno si preoccuparono di scendere le scale normalmente, buttandosi per il foro che portava al piano inferiore. 

Era come una mandria impazzita. 

Quando anche gli ultimi Pokémon del gruppo ebbero oltrepassato l’entrata, l’uccello lanciò uno sguardo sul percorso, vedendo altri individui in avvicinamento. Lontani, ma decisamente intenzionati a raggiungere il luogo.

Si muovevano in modo strano… ma non fece a tempo ad osservare meglio, perché due zampe lo trascinarono all’interno della Gilda e poi vide i suoi cadetti chiudere la porta in fretta e bloccarla. 

“Che sta succedendo qui?!” domandò frastornato. Erano tutti fuori di testa?

“E-E’ la fine del mondo!” Sbracciò con le sue zampine da quadrupede Sandile, mentre Chimecho continuava ad osservare fuori dalla finestra ma mantenendo una certa distanza da essa, quasi a temere di essere troppo vicino all’aria esterna. 

*SBAM*

Si sentì un colpo improvviso alla porta, la quale rimase in posizione, ma aveva incassato un danno notevole dal solo suono emesso. 

“Fine del mondo!? Ma di cosa accidenti parli?” Domandò nuovamente spazientito, ma percependo ora molto chiaramente la sensazione di pericolo, seppur non avesse idea di cosa la causasse. 

Salandit tremò appena, incrociando una zampina dietro all’altra e deglutendo con coda bassa. Cercò di rendere stabile il suo tono di voce “I-I Pokémon sono impazziti”

“Quello lo vedo!”

“Non in quel senso!” scosse la testa Sandile. 

Chimecho pure intervenì animato “Sono impazziti davvero, come… imbestialiti! Sembrano… Zombiemon!” squittii sulla parola finale. 

Chatot alzò il cipiglio, gli sembrava tutto un’assurdità. Zombiemon? Erano solo creature fantasiose di storie horror. Voleva chiedere cosa si fossero bevuti i cadetti visto che sembrava si fossero fusi il cervello, ma si trattenne. Chimecho non perdeva il senno così e Salandit non si comportava come se dovesse nascondersi dal mondo.

Qualcosa non andava per davvero.

Forse era la ragione per la quale dovesse ascoltarli bene e dare loro il beneficio del dubbio “Spiegati meglio” si rivolse a Chimecho, quello che forse gli avrebbe dato la risposta più chiara.

L’interpellato annuì “O-Ovviamente non intendo veri Zombiemon, ma si comportano in modo simile. Non rispondono se gli parli, ti attaccano come se fossi una preda e-e… sembra che alla minima ferita, anche da un attacco a distanza che viene da loro ti rendano come loro!”

“Ed è successo così all’improvviso?” Aggrottò la fronte, ignorando di nuovo quella grossa parte del suo cervello che urlava alla presa in giro. 

“Sì, anche se non tutti sono impazziti assieme, si è solo diffuso in fretta” spiegò, sobbalzando al nuovo botto che suonò dietro la porta e fluttuando inconsciamente verso le scale.

“BZZT! Il Commissario è stato il primo a perdere il controllo! BZZT!” urlò un Magnemite che fece capolino da dietro Chimecho, appena fluttuato fuori dal foro.

Chatot conosceva bene quel Magnemite; era un membro della Polizia locale di Borgo Tesoro. Non lo aveva notato nella massa, cosa che effettivamente suonava strana di suo suo perché non era un individuo così confondibile.
Anche perché era sempre accompagnato dai suoi colleghi. 

Stavolta era solo…

“Come sarebbe a dire che il commissario è impazzito?” chiese nuovamente spiegazioni, stavolta meno spaesato e titubante. 

“BZZT! Stavamo trasportando al carcere un detenuto che aveva attaccato un villaggio vicino in maniera molto strana ma violenta. Il Commissario lo ha messo fuorigioco facilmente e si è occupato personalmente di portarlo per la strada, ma ad un certo punto ha cominciato a vibrare e il suo sguardo è cambiato. In poco tempo è totalmente impazzito! Ha attaccato alcuni cittadini che ci seguivano incuriositi e da lì loro ne hanno attaccati altri e la situazione è precipitata!”

*SBAM* 

Risuonò di nuovo la porta e si mosse appena. Si vedeva che da fuori i Pokémon stavano spingendo per entrare e non ci sarebbe voluto molto prima che la sfondasse, o che un Pokémon di tipo terra scavasse sotto di essa per raggiungerli. Non sapeva quanto fossero coscienti per farlo, ma a forza di tentativi in qualche modo sarebbero arrivati a loro. 

“Devo andare a controllare la situazione, voi scendete dagli altri e quando torno bloccate il foro d’entrata”

“Ma Signore là fuori è pericoloso!” 

“Devo verificare di persona le perdite e vedere con i miei stessi occhi cosa sta succedendo. Tenetevi pronti a bloccare tutto, se sentite che la porta è sul punto di cedere o non torno entro i prossimi dieci minuti lasciate perdere e chiudete ogni passaggio.” Istruì con fermezza “Mi sono spiegato?”

“S-Sì…”

“Bene.”

Alzò la testa in direzione di una delle finestre sul soffitto e volò verso essa. Diede una sbirciata, constatando che non vi era nessuno ad aspettarlo e vi passò attraverso, volando subito il più alto possibile per non dare troppo nell’occhio e per allontanarsi da potenziali pericoli. 

Appena guardò in basso… non poté che osservare sbigottito lo spettacolo sconcertante che si manifestava. Vari cristalli di colore scuro erano sparsi in giro ed emanavano una strana aura. 

C’erano Pokémon dagli sguardi scuri ma assenti, il colore del corpo desaturato e la sclera dei loro occhi anche a distanza era visibilmente nera come la pece. Si muovevano in modo instabile ma brusco e quasi famelico. 

Sì, sembrava un’invasione di Zombiemon, ma non lo erano chiaramente per davvero. Sembravano sotto l’effetto di qualcosa, forse l’effetto di qualche potere di un Pokémon?
Ma chi mai aveva poi queste capacità?

Sorvolò il borgo, vedendo le abitazioni e i negozi malandati e oggetti sparsi ovunque, mentre i cittadini cercavano di fuggire per mettersi in salvo da qualche parte. Dovette trattenere con tutto se stesso l’istinto di gettarsi in picchiata e portarli in salvo, ma vi erano talmente tanti Pokémon sparsi ovunque che non avrebbe mai saputo su cui concentrarsi, oltre che avrebbe rischiato di essere infettato, venendo meno al suo compito di proteggere la Gilda. 

Altro dubbio, era quanto ci mettesse la sindrome a manifestarsi. Se fosse immediata o se i segni apparissero gradualmente in base al danno ricevuto. Se una vittima fosse contagiosa e pensando il contrario la portasse dagli altri e perdesse poi tutti i superstiti?

Vide gli effetti di varie mosse tutti intorno; scosse, fiamme, rampicanti…

E non poteva escludere vi fossero Pokémon volanti infetti ormai, doveva tornare di fretta dai suoi esploratori. 

Ad un certo punto un getto d’acqua gli passò di fianco, facendolo indietreggiare bruscamente. “Ma che diamin- AAHHH!”

Un altro getto cercò di colpirlo e nuovamente riuscì a schivare in tempo. Abbassò lo sguardo per capire chi lo avesse attaccato e con orrore notò che l’autore non era altri che uno dei membri della Gilda che non era ancora rientrato dalla sua missione: Corphish. 

“Dannazione!” gracchiò Chatot cercando di darsi un contegno, ma fallendo miseramente nel vedere uno dei suoi allievi in quelle condizioni.

Non si sarebbe mai potuto aspettare una cosa del genere, eppure voleva in qualche modo incolparsi e recriminare a se stesso di averli fatti anche solo uscire dalla Gilda. 

All'improvviso una liana lo afferrò per la zamba e si sentì trascinato verso il terreno. Il corpo gli urlò di volare via e sbattere le ali come mai aveva fatto prima, ma il suo istinto di sopravvivenza non bastò e in pochissimo tempo si trovò scaraventato a terra. 

Non guastò un istante e cercò di rialzarsi per volare via ma il rampicante era ancora avvolto intorno alla sua zampa, fin troppo saldo per potersene liberare. I suoi occhi stavolta incontrarono quelli di Sunflora, stavolta molto più vicino.

Non rimase sorpreso, la situazione gli aveva imposto di metabolizzare in fretta che chiunque non fosse ancora rientrato dei suoi cadetti era ormai stato infettato. Se non subito, lo sarebbe stato una volta entrato nel Borgo o in altri luoghi in cui probabilmente si era verificato lo stesso disastro. 

Lo sguardo di Sunflora era assente ma sembrava lo stesso puntarlo come una succulenta preda. Non era fame di carne sicuramente, era solo una foga istintiva di infettarlo, per quanto ormai fosse inutile.

Era stato toccato dai suoi rampicanti dopotutto, questo voleva dire che-

“CHE FAI IMPALATO!?” Una voce forte lo richiamò e ben presto una massa poderosa travolse Sunflora e lo scaraventò a metri di distanza, facendo così svanire pure le liane che bloccavano Chatot. 

“Stai bene?” chiese Golem al pappagallo. “Perché non hai reagito?”

“Sono stato preso alla sprovvista…” borbottò Chatot “Ma non penso faccia una grossa differenza, ormai sarò infetto.”

Golem attese un paio di secondi, scrutandolo attentamente, per poi domandare “Ti senti in qualche modo soffocato o posseduto da qualche strana energia?”

“No?”

“Allora non sei infetto.” Rispose semplicemente. 

“Ah no?”

Il Pokémon massiccio scosse la testa “Venire colpito o toccato non ti infetta automaticamente, solo se hai delle ferite aperte e le molecole infette vi passano attraverso. In quel caso allora basta un getto d’acqua contaminata o un graffio. La mia corazza è dura, per quello ho resistito fino ad ora, ma tu hai corso un grosso rischio”

“G-Grazie per l’aiuto... m-ma che sta succedendo?” 

“A saperlo! Eravamo impegnati in una missione di soccorso quando all’improvviso… ATTENTO!” gridò nuovamente e con un balzo si buttò in avanti, oltre il corpo del pappagallo, finendo per scontrarsi con un gruppo di cristalli scuri e che si spargevano come una macchia di petrolio nel mare. 

Da dove erano spuntati?

“VATTENGRWAHHHHHHHH!” urlò contorcendosi dal dolore il macigno, tutto sotto lo sguardo stralunato del gestore temporaneo della gilda.

Stavolta però non perse tempo e si levò in cielo, diretto verso la Gilda. Ringraziò silenziosamente il suo salvatore, aumentando la velocità e passando oltre ai Pokémon che strillavano, gli attacchi lanciati a caso e i cristalli che si proiettavano in alto dal terreno. 

Riuscì a raggiungere la finestra, lanciando una rapida occhiata alla situazione all’entrata della porta, ormai sul punto di cedere. Si precipitò dentro e senza guardarsi indietro si infilò nel foro che portava al piano di sotto. 

“Chiudete, presto!” Urlò, senza preoccuparsi di controllare come fosse la situazione all’interno della Gilda. Sapeva che se disgraziatamente fossero stati infettati in qualche modo sarebbe stato attaccato, ma ormai non aveva altre alternative. 

Subito i Pokémon situati  nelle vicinanze spararono degli attacchi di fango e terra, per poi solidificare il tutto con il fuoco. Aggiunsero poi dei grossi massi e tutto ciò che potevano trovare di solido e dalla buona capacità di ostruzione. Si erano preparati bene.

Grazie al cielo. 

Si voltò verso lo spazio più ampio della stanza, trovando ad osservarlo Chimecho, Bidoof, Croagunk, Diglett e gli altri Pokémon che erano riusciti a mettersi in salvo in precedenza. 

“Com’è la situazione qui?”

“Stiamo tutti bene, relativamente” Rispose Diglett, chiaramente sudando freddo. Si vedeva il sollievo nei loro occhi ad essersi riuniti con il loro superiore sano e salvo, ma sapevano che c’era poco da gioire. 

Tuttavia, i cittadini salvati erano chiaramente innervositi. I suoi esploratori erano stati bravi a gestirli fino a quel momento, ma era ovvio che ora si sarebbero tutti scaricati su di lui visto che era l’autorità maggiore presente in tutto il borgo. 

“Ok, so che è difficile, ma dovete cercare tutti di mantenere la calma”

“Come mantenere la calma!?” gridò un Sewaddle in preda al terrore “Ho visto mia mamma diventare un mostro!” 

“Lo stesso vale per il mio amato Nidorino!” gridò una Nidorina portandosi le zampe alla testa “Mi stava portando al nostro appuntamento quando tutto ad un tratto un cristallo è spuntato dal terreno ed è finito per pestarlo. Pochi istanti dopo il mio amato ha cercato di attaccarmi!”

Nemmeno il costante rilascio di Aromaterapia dell’infermiera Floette in combinazione ad un Rintoccasana di Chimecho riusciva a placare gli animi spaventati di tutti. 

“Che facciamo signor Chatot?” chiese Bidoof cercando di non farsi comandare dall’ansia.

Poteva leggere nello sguardo di Bidoof e gli altri membri la silenziosa domanda sulle condizioni del Capitano. Non lo avevano chiesto apertamente, consci che avrebbe spaventato i civili sentire l’inevitabile e ovvia risposta a quella domanda.

Perché non sapere nulla equivaleva ad una notizia negativa.

Chatot trattenne una smorfia, scuotendo la testa “Al momento l’opzione migliore che abbiamo è recarci in qualche posto inabitato e sperare che vi siano meno cristalli dove non c’è civiltà.”

“C-Cristalli?” ripeté dubbiosa Salandit, la sua coda quatta quatta sul terreno “Quindi sono davvero quelli la causa di tutto?”

Il pennuto annuì”Ormai è chiaro che sono quelli l’innesto di questa… infezione o potere. Si vede chiaramente che hanno un’aura, devono essere controllati da qualche Pokémon. E il modo migliore per evitarli è andare dove non attaccherebbe”

“Quindi non possiamo restare qui?” Un Vulpix alzò la propria voce titubante. 

Il pappagallo subito confermò “E’ troppo pericoloso, non sappiamo quanto reggerà il nostro blocco al passaggio e potrebbero attaccare Pokémon di tipo terra o spuntare cristalli direttamente qui dentro. Inoltre siamo in un punto che chiunque prenderebbe di mira”

*VROOOMMMM*

Il terreno iniziò a tremare e piccoli frammenti del blocco iniziarono a cadere, crepe ormai visibili su esso. 

Non avevano molto tempo, dovevano andarsene subito. 

“Loudred, bisogna preparare delle provviste”

“Già fatto”

“Kit di pronto soccorso?”

“Anche quello preparato. Pensavamo fosse il caso di essere pronti anche a fuggire”

Il pennuto smorzò un sorriso che accennava ad orgoglio e approvazione “Bene, allora prendete le sacche e dirigiamoci verso l’uscita secondaria.”

“Abbiamo un’uscita secondaria?” piegò il capo Zorua confuso. Eppure vivevano lì da parecchio tempo, non ne avevano mai sentito parlare. “Se fosse per le emergenze non sarebbe il caso fossimo al corrente della cosa?”

Il pennuto rilasciò un piccolo sbuffo, mentre prese a camminare in direzione del piano inferiore “Non è una vera e propria uscita secondaria. E’ un’area riservata per incontri segreti e affari urgenti e dispone anche di un’uscita diversa dalla principale. E’ per passare inosservati più che per le emergenze, ma nel nostro caso funziona ugualmente”

Ignorarono i rumori che continuavano a venire dal piano superiore, scendendo rapidamente per il secondo foro nel terreno e seguendo Chatot con ansia di velocizzare il passo. Fossero stati liberi di fare come volevano, sarebbero corsi come matti verso quella che pensavano la via di fuga più facile.

Si fermarono di fronte alla pianta rampicante che usciva dal tunnel delle sentinelle. Era chiaro che il volatile volesse scendessero da lì. Rinunciarono subito a fare domande, fidandosi semplicemente della sua indicazione e aiutandosi a vicenda, visto che non tutti erano in grado di aggrapparsi al tessuto a calarsi senza cadere. 

Una volta tutti con i piedi per terra, osservarono il punto da cui erano partiti, con un timore che teneva i loro sguardi incollati, come se si aspettassero da un momento all’altro di essere seguiti. Quasi volessero convincersi che dove si trovavano fino a pochi secondi prima era ormai infestato di Pokémon corrotti. 

Era una paura quasi primordiale. 

“Forza, non restiamo imbambolati” Li richiamò Loudred, sbattendo appena il piede per terra per accompagnare il suo tono autoritario.
Funzionò, i civili sembrarono rabbrividire e si misero in marcia. 

Continuarono a camminare in fila, due a due, arrivando alla postazione delle sentinelle. 

La luce penetrava dalle grate metri e metri sopra i loro capi, ma variava e spariva spesso, con il continuo passare di ombre sopra di esse.
E la loro lentezza dava ancora più angoscia ai Pokémon, i quali ascoltavano in silenzio i passi dei loro concittadini che si dirigevano dentro la gilda.
Verso di loro.

In termini di distanza, probabilmente erano più vicini che mai. Se non ci fossero state le grate sarebbero stati a secondi di distanza.
Per fortuna però, in termini di percorso, erano ancora relativamente al sicuro.
Ma non toglieva la tensione che provocava il ricordo costante delle presenze pericolose sopra le loro teste.

Cercarono di concentrarsi sulla scena di fronte a loro.
Erano giunti ad una porta coperta di piante e Chatot sembrava non essere minimamente toccato dalle sue condizioni. Con una semplice folata di vento creata con lo sbattere delle ali, esse si spostarono e liberarono la serratura e gli spiragli che facevano passare aria tra la stanza e il corridoio oltre la porta. 

Tirò fuori poi una chiave dal suo ammasso di piume e l’avvicinò all’unico elemento che li separava dalla presunta via della salvezza.

Quello era lo stesso passaggio usato da Chatot assieme ad Ash e Serena per arrivare alla sala riunioni segreta, dove avevano conversato sulla loro condizione speciale, ma questo non era necessario rivelarlo agli altri cadetti, dovevano solo concentrarsi ad uscire da lì e avere meno pensieri per la testa possibili. 

Girò la chiave e in un click la porta si sbloccò. Portò l’ala verso la maniglia e iniziò ad aprirla verso di sé.

Si aspettava di trovarsi un cunicolo buio e vuoto. 

Non di trovarsi faccia a faccia con un ammasso rosa pallido e due occhi neri come la pece, con solo due pupille rosse fuoco ad illuminare come un laser la faccia dell’individuo. 

“CAPITANO!?” Squittirono tutti i presenti meno Chatot, il quale non esitò ad aprire le ali spalancate e ad urlare. 

“TUTTI VIA DA QUI! PRESTO!!” 

Trovarsi il Capitano di fronte agli occhi aveva fatto scattare subito il campanello d’allarme nel cervello del pennuto. Non era nemmeno servito pensarci, aveva fatto tutto il suo istinto di sopravvivenza. 

“YOOOOM….” tuonò la voce di Wigglytuff, facendo indietreggiare tutti i presenti, i quali non si erano mossi nonostante il comando di Chatot.
Erano pietrificati.

L’uccello rilasciò il suo attacco Schiamazzo e sebbene non riuscì a fare chissà cosa, fu sufficiente a far rotolare Wigglytuff indietro nel tunnel da cui era provenuto, essendo leggermente in discesa. 

Ma non avrebbe recuperato molto tempo, al massimo un minuto.

Si girò verso gli altri, ancora lì impalati e li rimproverò con espressione severa e allarmata “VI HO DETTO DI ANDARE VIA!” Si sentiva un ipocrita, perché pure lui non aveva reagito la prima volta quando era stato attaccato da Sunflora, ma il suo riuscire a fuggire era stato tutto frutto della fortuna e del sacrificio di Golem. Non poteva permettersi gli stessi rischi con un gruppo intero da proteggere.  “TORNATE AL PIANO DI SOPRA!”

“Ma il blocco sarà ormai già stato distrutto!” 

“Come faremo a fuggire poi?”

“Saremo circondati e attaccati!”

“Il passaggio dietro le bacheche delle missioni è troppo piccolo perché ci passino tutti!”

“E poi non sarebbe rischioso salire addirittura due piani?”

Il caos che stavano provocando con i loro versi pieni di panico iniziò a mandare Chatot in totale esasperazione. Di questo passo Wigglytuff li avrebbe raggiunti ed eliminato ogni sforzo fatto da Chatot di guadagnare loro tempo. 

Vero, era un rischio tornare indietro, ma era la loro unica opzione.
Perché una via c’era.

“WIIIII”

Il tempo era scaduto di nuovo. 

Chatot lanciò uno sguardo verso il cunicolo da cui erano provenuti e poi verso quello dal quale proveniva il verso del Capitano. Continuò ad alternare tra i due, mentre il suo cervello lavorava ad una soluzione. 

Non poté che prendere l’unica estrema che gli balenò in mente.

Zampettò con urgenza verso gli esploratori in cima al gruppo e con sguardo duro riprese a parlare "Ritiratevi come vi ho detto, intanto vi coprirò le spalle" disse a bassa voce.

"Cosa?" mormorarono confusi i presenti, talmente tanto da mascherare la paura che li animava.

"E' un ordine. Andatevene alla svelta. Se volete salvarvi l’unica cosa che potete fare è tornare indietro."

"E lei cosa farà? E-E da dove potremo fuggire? E se ci sono già Pokémon infetti ad aspettarci?" Domandò Loudred nascondendo il più possibile la sua agitazione, persino lui stava perdendo la compostezza.

Chatot abbassò appena la testa ma non distolse lo sguardo dal Pokémon rosa che si avvicinava lentamente "Il Capitano ormai se n’è andato e non potete fare altro che fuggire! Non è come gli altri, è il più forte e farà un sacco di vittime. Solo io posso tenerlo occupato abbastanza tempo affinché sappiate!"

Tra i cadetti cadde un profondo senso di angoscia, ma almeno sembravano ascoltare sia loro che gli altri fuggitivi. 

"Entrate nell'ufficio del Capitano, dietro il telo troverete una botola con un passaggio segreto che vi porterà ad un'uscita secondaria! Per aprirla c'è un modo speciale, ma non so quale sia. Non ho mai preso quella strada, solo il Capitano l'ha fatto. Ma sono sicuro che capirete come passare oltre." 

Voltò appena la testa verso di loro, assicurandosi che le sue parole arrivassero chiare e autoritarie “Vero, potreste rischiare di incontrare i Pokémon che cercavano di sfondare la barricata, ma se avete qualche chance che ancora non sia successo dovete sfruttarle ora! Non perdendo tempo qui con me! Ogni secondo è vitale! Inoltre, non verrete contagiati al solo tocco, quindi avreste modo di provare a respingerli. E’ la vostra unica opzione. Meglio loro che affrontare il Capitano.”

"S-Signore..." mormorò Floette con apprensione "Ma lei finirà-"

"Un capitano affonda sempre con la sua nave... e un secondo cade sempre con il suo capitano. Dovete andare!"

Tra la paura e la confusione i Pokèmon fecero alcuni passi allontanandosi, ma non sembravano davvero intenzionati a lasciare il loro superiore.

Chatot digrignò il becco, alzando il tono di voce "Avete dei Pokémon estranei alla Gilda sotto la vostra responsabilità, è vostro compito tenerli al sicuro! E non serve a nessuno che voi finiate come tutti gli altri! Abbiamo lasciato che tutti coloro rimasti fuori fossero attaccati, il minimo è tenere al sicuro coloro che si sono salvati!”

Passarono altri secondi, duranti i quali Chatot rimase a fare da scudo sul varco della porta. Improvvisamente Wigglytuff decise di cessare la camminata e partì alla carica, scagliandosi verso il suo secondo e finendo per scontrarsi testa a testa contro di lui.

Tutti dietro di lui sobbalzarono, alcuni rilasciando gemiti di terrore, forse anche piangendo, altri trattenendo l'impulso di avvicinarsi ad aiutarlo. Lui però rimase saldo sulle sue zampe e fece resistenza.

Chatot guardò negli occhi il suo caro amico con dolore, quelli che gli avevano sempre trasmesso tanta… stranezza ma anche un grande spirito. Ora non riusciva a leggere più nulla in lui, era come se si fosse svuotato da ogni briciola di anima e voleva risucchiarla a lui di conseguenza.

Non aveva avuto nemmeno un istante per piangere il suo amico e nemmeno era nella condizione di poterlo fare, ma aveva fatto una promessa.
Avrebbe protetto i membri della gilda.

E Wigglytuff si sarebbe trovato d’accordo con la presa di posizione appena messa in atto.

Con la coda dell'occhio osservò che nessuno si era ancora mosso e sentì una stretta al petto. Una mista di frustrazione, preoccupazione e rabbia. Si trovò sul punto di urlare nuovamente, ma stavolta qualcuno lo anticipò.

"Ragazzi, seguiamo le direttive." La voce che parlò non sembrava lasciar spazio ad alcun dibattito.

Scaturì ancora più shock, soprattutto ai cadetti, quando notarono che la voce proveniva dal loro compagno Bidoof.

Il castorino si fece avanti e con le movenze del corpo sembrò invitarli a darsi una mossa "Dobbiamo andarcene, adesso." Alzò un po' il tono "E' dura lasciare indietro i nostri amici e  le persone a cui teniamo, ma il signor Chatot ha ragione. Non potremo aiutare nessuno stando qui e facendoci catturare!"

Non si sarebbe mai aspettato lui stesso di trovarsi in quella situazione. Non tanto la semi-scena apocalittica, ormai quella pareva all’ordine del giorno viste le capacità di alcuni Pokémon ostili o della semplice e a volte crudele madre natura, piuttosto il fare da voce della ragione. 

Non ci sarebbe mai riuscito se non fosse stato per il suo ultimo incontro con Ash e Serena prima che lasciassero la gilda. Aveva avuto modo di riflettere molto ed i sentimenti dei due amici erano più comprensibili e immedesimabili che mai.
Quel senso di colpa che ti mangia dentro, quello di lasciare indietro qualcuno e di sapere che qualcosa di brutto gli fosse accaduto.

Chissà quante volte avevano dovuto provare quelle sensazioni, pur credendo nell’ideale che nessuno vada abbandonato.

Forse proprio coloro che supportano quella morale sono quelli che ci soffrono di più nel doverci andare contro.

 

Ora era lui in quella posizione e doveva per forza prendere le redini del gruppo. Non come leader, ma qualcuno che li tenesse coesi, perché era l’unico che aveva potuto digerire il crudo messaggio. 

Poteva e doveva farcela. 

I cadetti si scambiarono degli sguardi frastornati, ma le parole di Bidoof e il suo coraggio, così divampanti, sembrarono smuoverli finalmente.

Se Chatot avesse potuto voltarsi, avrebbe mostrato un sorriso pieno di orgoglio verso Bidoof, ma non essendo possibile, si limitò a dare un’ultima smossa “Forza, ascoltate Bidoof”

E il castorino, con l'amaro in bocca gli voltò le spalle, correndo a quella che era la coda del gruppo e trascinandoli a partire "Forza ragazzi, di corsa!"

Non era un momento ideale, ma il pappagallo provò un enorme sollievo nel sentire i passi agitati di tutti allontanarsi dal luogo.  

"Buona fortuna" Smorzò un sorriso l'uccello mentre i pochi superstiti sparirono man mano al piano di sopra.

"Ora, a noi due..." Mormorò in direzione del Capitano.

 

 

Fecero appena a tempo ad aprire le porte dell’ufficio del Capitano quando sentirono un enorme fragore provenire dal primo piano sotto terra, seguito poi da rumori di zampe, calpestii e masse che cadevano. 

Subito tutti coloro che erano in testa si fiondarono all'interno, mentre gli altri attraversavano la stanza con l’obbiettivo di raggiungerli. 

Alcuni corpi di Pokémon iniziarono a fare capolino dalle scale che portavano di sopra e i cuori di tutti iniziarono a pulsare come non mai. Sia chi era in fuga verso la salvezza, sia chi era alla porta ad attenderli, fremendo per chiuderla e sbarrarla. 

“FORZA!!” Gridò Bidoof incoraggiando i Pokémon restanti. 

Loudred, in fondo al gruppo, diede uno spintone ai civili di fronte a lui, scaraventandoli direttamente di fronte alla porta dell’ufficio, ma rallentando così il suo stesso passo. 

Non riflesse molto al suo gesto, ma bastò il suo sesto senso a fargli capire che in qualche frazione di secondo sarebbe stato assaltato e per questo urlò poderosamente “CHIUDETE LA PORTA!!”

“LOUDRED!!” Gridarono Zorua e Bidoof sulla soglia della porta, mentre osservarono un Electivire avanzare una zampata verso il loro compagno. 

Pensavano ormai fosse tutto finito, che avrebbero dovuto lasciare indietro il loro amico e chiudergli la porta in faccia come aveva chiesto, per evitare che la massa di Pokémon dietro all’aggressore, tutti contaminati come lui, li raggiungessero.

Sembrava che ormai fosse in balia dell’onda che presto lo avrebbe travolto.

Invece, di fianco a loro passò un Lanciafiamme e andò a colpire dritto Electrivire prima che potesse sfiorare Loudred, buttandolo indietro e creando un tumulto assieme agli altri Pokémon appena scesi.
Fu una questione di tre secondi, ma bastarono all’esploratore per allontanarsi sufficientemente da non essere aggrappato da altre zampe estese verso di lui e correre goffamente ma rapidamente verso i compagni. 

Non sprecarono neanche un istante, chiudendo subito la porta e buttandoci davanti tutti gli oggetti preparati da coloro che stavano all’interno per barricarla.

Subito si sentirono dei colpi e la maggiorparte dei Pokémon più grossi dovette pressare per non permettere ai Pokémon all’esterno di fare breccia e consentire agli altri superstiti di aggiungere oggetti per bloccare il passaggio.

Quando sembrò essere tutto abbastanza stabile, si occuparono di nuovo di usare rocce, fanghiglia e terra solidificata per rendere il blocco consistente e finalmente poterono tirare un sospiro di sollievo.

Ancora li faceva fremere il pensiero che era solo un attimo di pace momentanea, ma fu già molto rassicurante sapere che avevano raggiunto l’unica via di fuga senza farsi subito catturare.

“Ehi…” Loudred si lasciò cadere un attimo sul pavimento, offrendo un sorriso stanco ma riconoscente a Vulpix, il quale era l’unico possibile artefice del suo salvataggio “Grazie, senza quel Lanciafiamme sarei stato spacciato”

Salandit annuì, un sorriso mesto sul suo muso allungato: "Hai avuto una risposta molto pronta…”

La volpe ricambiò il sorriso leggermente imbarazzata. “Noi esterni alla gilda siamo già un peso extra a cui dovete badare, il minimo è aiutarci a vicenda. Non siamo esploratori ma abbiamo anche noi dei doveri Pokémon”

Loudred apprezzò con sorpresa il commento, ma si limitò ad un cenno con il capo. Era vero, dovevano aiutarsi tutti e collaborare come un’unica forza per poter tirare duro.

E sembrava essere un messaggio che tutti avevano percepito ormai, forse scossi dal sacrificio di Chatot, a cui cercavano di non pensare troppo per non scoppiare a piangere, e alla guida di Bidoof. 

Avevano trovato subito il passaggio. Proprio come detto da Chatot, dietro il telo sul muro in fondo alla stanza, vi era una specie di asse rotonda di legno. Tuttavia, non c'erano serrature e sembrava essere collegata a qualche strano meccanismo nella roccia.

"Penso che non ci resti altro che sfondarlo..." sospirò Loudred alzandosi da terra e testando i muscoli del braccio.

Fece per avvicinarsi, ma Bidoof si mise in mezzo freneticamente, cercando di impedirglielo "Aspetta! Se lo fai probabilmente crollerà tutto!"

"Uh?" domandò il Pokémon viola confuso.

Bidoof scosse la testa, avvicinandosi alla parete legnosa. "Oltre che sarebbe troppo facile e il Capitano non sarebbe così sprovveduto da fare un passaggio facilmente sfondabile, penso ci sia un sistema che colleghi le assi ad alcuni sostegni nelle pareti. Temo che sfondando anche solo questa parte tutta la struttura crollerà con noi..."

Il discorso aveva senso, talmente tanto che tutti i presenti sembrarono perdere lo scarso ottimismo ritrovato. Loudred si toccò il capo, fregando con la mano frustrato "E allora cosa facciamo?! Non abbiamo tempo!"

"E' anche colpa nostra che ci siamo fermati troppo quando Chatot ci ha detto di sbrigarci..." mormorò Zorua con una sua forma di altrettanta frustrazione. Non avrebbero nemmeno rischiato di incontrare direttamente gli infetti se si fossero mossi subito. Avrebbero raggiunto e barricato lo studio prima che essi sfondassero il blocco tra il piano terra e il prima sotto il livello.

Questo fece zittire gran parte dei presenti, lasciando in sottofondo solo il suono di scontri e mosse provenienti da fuori la stanza.

"Cerchiamo intanto dei possibili pulsanti o qualcosa che avvii il meccanismo di apertura..." Bidoof stesso sentiva ansia, forse più di chiunque altro. Tuttavia, doveva tirare dritto.

Sapeva di non essere stupido e nemmeno così ottuso come pareva. Lo aveva detto ad Ash e Serena... poteva dimostrarlo.

Annusò in giro e osservò ciò che lo circondava. Non sembrava esserci nulla che potesse davvero sbloccare il portale. I suoi compagni stavano spostando tappeti, casse e piante, toccavano i muri e analizzavano le torce per il fuoco.

Eppure l'unica cosa che davvero catturava il suo occhio erano degli strani segni per terra.

Provò a toccarli con una zampa, ma non causarono nulla, quindi di nuovo lì tornò ad osservare, notando la quantità e la disposizione. Man mano trovava qualcosa di sempre meno casuale in loro.

Parevano della dimensione di zampe, a pensarci bene... quelle di un Wigglytuff. Aveva fatto abbastanza turni da sentinella per esserne sicuro.

"Loudred" chiamò lui l'amico.

Il Pokémon alzò lo sguardo e si avvicinò "Hm?"

"Abbiamo fatto un sacco di turni da sentinelle assieme, giusto?"

"Fin troppi..."

"Forse invece è meglio così. Vedi queste impronte?" domandò indicando i segni sul terreno "Magari non hanno proprio la forma distinta di impronte, ma non pensi che per la pressione applicata in determinate zone... possano vagamente sembrare quelle di un Wigglytuff?"

Loudred inclinò appena la testa, osservando con occhi strizzati, ma dalla sua espressione Bidoof sembrava capire che in effetti forse aveva sollevato un punto importante "In effetti..."

 "Non sembrano distinte da una camminata e sono in un ordine casuale ma anche determinato."

"Quindi intendi dire che sono segni di salti?"

"Non proprio..." Bidoof guardò meglio. L'apparenza gli ricordava molto quei grossi fogli di carta su cui vi erano disegnati i passi da seguire per le danze rituali di alcuni branchi e tribù, oppure per canzoni da festa.

Danza... balletti...

Il suo volto si illuminò.

Un balletto… il balletto del Capitano...

Il balletto della Mela Perfetta.

 

Posò le zampe sulle aree segnate, più l'idea balenava nella testa, più era sicuro che i segni fossero marcati appositamente.

Socchiuse appena gli occhi, cercando di riesumare alla memoria i movimenti fatti dal Capitano quando era in preda alla gioia per le sue adorate mele. Con la mente impegnata a guidarlo, iniziò a posare i passi su alcuni dei determinati segni e in sequenza iniziò a muoversi. 

I Pokémon presenti smisero di cercare e puntarono tutti gli occhi su di lui, impegnato in buffi movimenti.

"Bidoof... sei così disperato da metterti a danzare?" domandò Zorua perplesso.

"E' la danza!" Esclamò lui aprendo gli occhi.

"La danza?" domandarono tutti confusi e titubanti.

Il castorino si rimise su quattro zampe e annuì "Il balletto delle Mele Perfette del Capitano è la soluzione! I segni corrispondono ai passi e probabilmente completandola potrebbe aprirsi il passaggio!"

Il silenzio degli altri continuò, mostrando tutti i loro dubbi in merito. Sebbene fosse qualcosa di totalmente fattibile, conoscendo Wigglytuff, allo stesso tempo era molto strambo per essere la loro unica fonte di salvezza.

*THUMP* si sentì un forte tonfo provenire da fuori lo studio.

"Dobbiamo sbrigarci! Non c'è tempo! E' la nostra unica opzione al momento!"

"Va bene, come procediamo?" subito aderì Loudred al tentativo, dando man forte all'amico. Tanto valeva provarle tutte ormai. Se dovevano fallire, meglio farlo tentando ogni opzione fino all’ultimo. Dopotutto, era per una frazione di secondo che si era salvato. a questo punto anche gli elementi più piccoli e improbabili facevano la differenza.

Bidoof sorrise con determinazione "Io ho quattro zampe e sono leggero, ho paura che sarebbe più complicato. Per te Loudred sarà più semplice! Devi fare tu la danza!"

"A-Ah..." Questo però non era un elemento su cui si era soffermato. Doveva ballare?

"Forza!" Incitò lui.

Loudred sudò freddo, le sue spalle si abbassarono afflosciate. Non c'era altra scelta...

Si mise sui segni e si preparò, imbarazzato, a iniziare. "Io non ricordo bene però, mi guidi tu?"

"C-Certo!" annuì il castorino, indicandogli dove muoversi man mano.

Sarebbe stata una scena esilarante se non fosse stata per una questione così drammatica. Pian piano Loudred si mosse cercando di imitare il Capitano e ignorando i suoni sempre più potenti provenire dall'esterno. I battiti contro la porta aumentavano e non si poteva dire quanto avrebbe retto la barricata. 


Poteva essere minuti così come secondi.

Appena mise il passo sull'ultimo segno, improvvisamente si sentì un rumore provenire dalle pareti. Pian piano, uno spiraglio di vento entrò nella stanza e i Pokémon videro la porta di legno spostarsi leggermente come una porta a scorrimento.

Sì, era davvero in linea con il pensiero del Capitano…

Ma ce l'avevano fatta; e solo quello contava. Una volta controllato che non vi fossero altri Pokémon che sbucassero a sorpresa dalla seconda uscita tentata, finalmente una scintilla di speranza si riaccese in loro.

"Tutti dentro! Via, via, via!!" dissero Loudred e Bidoof con premura. Erano sollevati, ma non potevano abbassare la guardia.
Sarebbe arrivato il momento di fermarsi a tirare sospiri di sollievo, semplicemente non era quello.

In corsa saltarono tutti all'interno del buco nella parete e corsero dentro al tunnel. L'ultimo ad entrare fu Loudred, il quale, non appena oltrepassò, tirò giù velocemente il telo, coprendo la visuale della stanza. Gli bastò inoltrarsi di qualche passo nel cunicolo per sentire l’asse tornare nella sua posizione originale, chiudendo il passaggio e facendo calare il buio.

 …

Anche da tutt’altra parte il mare era in tempesta, ma non quella che si era abbattuta su Borgo Tesoro. 

Kyogre, emerso dagli abissi più profondi, si ergeva di fronte ad Ash e Serena ed era pronto ad attaccare.

"Attenta!" gridò Ash notando un gigantesco mulinello d'acqua piombare verso l’amica, che cogliendo l’avvertimento lo schivò all'ultimo. Il pelo le si rizzò appena sentendole passare di fianco l’acqua fredda e violenta. 

"C'è mancato un pelo" mormorò "Grazie Ash!"

Lui annuì, tornando a fissare l’avversario.
Erano riusciti ad arrivare abbastanza facilmente alla fine del Dungeon, anche grazie agli attacchi elettrici del Pikachu. Tuttavia, avevano avuto davvero poco tempo per pianificare una strategia per affrontare la minaccia più grossa che li divideva dall’ambito tesoro. 

Tutto era basato sulla strategia, perché per quanto fosse utile la tipologia di Ash, contro un Kyogre e con Serena in netto svantaggio sarebbero stati costantemente a rischio in uno scontro diretto e senza trucchetti.

Inoltre, Kyogre non sembrava particolarmente incline ad ascoltarli. Non avevano nemmeno potuto tentare di aprire bocca che li aveva accolti con un ruggito e la promessa di annegarli per aver solo sfiorato il suo territorio.

“Voi creature di terra siete tutte uguali. Entrate nel mare e volete godere dei suoi tesori e benefici, con l’arroganza di saper nuotare o persino di poterlo gestire come volete, ma poi non accettando la sua natura a tante facce! Incapaci di affrontarla, vi inoltrate in un territorio di cui conoscete i rischi, che non vi appartiene; non lamentatevi se finite per annegare dove sapevate che sarebbe stato possibile!” Gli occhi dell’orca si accesero di un rosso luminescente e il livello dell’acqua iniziò ad alzarsi.

Il pavimento della grotta in cui si trovavano fu presto inondato e i due furono costretti ad arrampicarsi sulle sporgenze e pilastri che si ergevano verso l’altro. Le pareti erano abbastanza scivolose e solo grazie alle loro piccole unghie riuscirono ad alzarsi di qualche metro.

Ma non sarebbe stato sufficiente, il pilastro su cui camminavano era basso. Le onde li avrebbero travolti lo stesso. 

“Ash! Dobbiamo raggiungere un punto più alto!” Urlò Serena guardando sotto di lei e come la seguiva rapidamente il volume dell’acqua. Non aveva mai avuto nulla di particolare contro l’acqua, nemmeno una volta diventata una Fennekin, ma questo l’avrebbe potuta uccidere in mezzo secondo. 

Il Pikachu cercò di guardarsi in giro in fretta e furia, cercando un possibile appiglio, ma non c’era nulla che potessero raggiungere con un semplice salto.
La sporgenza più vicina, vicina ad altri pilastri che salivano ancora più in alto, era a parecchi metri di distanza e non potevano certamente raggiungerla a nuoto senza essere trascinati direttamente nella bocca di Kyogre. 

Se solo fosse stato possibile sfruttarle per arrivare a destinazione…

“Forse…” Ragionò Ash, facendo due calcoli veloci in testa. Non era un genio, ma aveva maturato molta inventiva durante i suoi anni di allenatore e trovare nuove strategie di adattamento alle situazioni era essenziale. 

Non poteva che tentare a questo punto. Non avevano altre opzioni e se doveva fallire lo avrebbe fatto provando.
Forse, nell’ipotesi migliore in cui il piano sarebbe fallito, Serena avrebbe raggiunto l’altra sporgenza, mettendosi in salvo, e lui sarebbe intervenuto fulminando l’acqua disperatamente fino ad esaurire tutta l’elettricità in corpo. 

“Serena! Quando te lo dico tu salta!”

L’espressione della volpina esprimeva chiara incertezza, ma non si oppose né espresse dubbi in merito. Ormai conosceva Ash a sufficienza per sapere quando una delle sue folli idee poteva essere geniale. Inoltre, sapeva che non l’avrebbe mai messa in pericolo appositamente, si fidava ciecamente di lui. 

“Ok… e poi?”

Ash attivò Codacciaio, sentendo un peso in più aggiungersi al corpo ma anche più solidità. “Poi usa Fuocobomba verso questa parete e non fermarti fino a che non saremo sull’altra sporgenza”

“Va bene”

Il topino osservò l’acqua che si abbatteva ai loro piedi e prendendo un grosso respiro per calmare i propri nervi mollò la presa e si lasciò cadere. 

“Ora!!” 

Serena pure mollò la presa, fiato già accumulato nei polmoni, e non appena sentì due zampe avvolgerla sputò il suo più forte Fuocobomba. I due vennero scaraventati all’indietro parallelamente con l’acqua e ben presto il loro peso rimase sospeso, con la Coda di Ash che li teneva in equilibrio sulla superficie delle onde, quasi stesse surfando. 

L’attacco di Serena collise con la parete del pilastro su cui erano arrampicati in precedenza e prendendo sempre più velocità grazie alla propulsione e la corrente, la coppia di amici si ritrovò a schizzare da un lato all’altro della grotta.

Con la coda dell’occhio Ash osservò la sporgenza avvicinarsi “Serena aggrappati!”

Non guastando un attimo, la volpe di tipo fuoco cessò il suo attacco e, voltandosi appena tra le braccia dell’amico, si allungò per afferrare con le zampe anteriori il loro punto di salvezza.

Riuscì nell’intento, ma dovette affondare le unghie nel terreno roccioso per impedire alla perdita di equilibrio della coda del compagno e la corrente di trascinarli via.
Facendo forza nei suoi arti e portando la testa in avanti tirò su con tutta se stessa il proprio corpo e quello dell’amico, aggrappato saldamente alla sua vita, fino a che non furono entrambi con le zampe a terra. 

“Non penso farò mai più surf, nemmeno quando tornerò a camminare su due gambe…” sospirò lei tra uno sbuffo e l’altro, mentre cercava di riprendere fiato. 

“Mi trovo d’accordo…” disse lui puntando subito ai pilastri che salivano in alto “Stiamo rimandando l’inevitabile… di questo passo riempirà tutta la grotta”

“E la bolla d’aria sparirà, finiremo per sbattere contro il soffitto al massimo”

“Forse se riuscissi ad avvicinarmi a Kyogre…” abbassò appena le orecchie Ash, pensando ad alta voce alla più rischiosa delle idee “Magari buttarmi nel mulinello e elettrizzarlo è davvero la migliore opzione”

“E’ certamente la migliore opzione per farti divorare” lo ammonì Serena, ovviamente contrariata “Non lo farai, non se ne parla! Fosse una lotta Pokémon il massimo rischio sarebbe perdere, qui però ci giochiamo la vita.” 

“Però non abbiamo tante alternative!” Sbracciò lui, cercando di non alzare troppo la voce. Non voleva litigare con Serena, anche perché sapeva che stava solo cercando di non fargli fare mosse avventate o proprio stupide, che era effettivamente come funzionava normalmente nel loro rapporto. “Devo attaccarlo in qualche modo e con te che rischi il doppio-”

Si accorse giusto qualche parola in ritardo che avrebbe potuto risparmiarsi il commento, vedendo le orecchie della Fennekin afflosciarsi appena. Lui e la sua dannata boccaccia! “A-Ah non intendevo in quel senso-!” agitò le zampe di fronte a sé.

Lei sospirò, anche la coda abbassandosi “Lo so, è solo un dato di fatto che sono un peso per questa missione” Ash aprì la bocca per ribattere, ma lei lo anticipò continuando “Sono un tipo fuoco e lui un Pokémon leggendario di tipo acqua, non è colpa di nessuno se sono diventata il Pokémon che sono. Va bene così…”

“Ehi… anche io sono stato in difficoltà quando abbiamo dovuto affrontare Groudon o i Pokémon che lo precedevano nel suo Dungeon.” Provò a supportare, appoggiandole una zampa sulla spalla. 

“Sì, ma potevi fare qualcosa, io qui sono praticamente un pesce fuor d’acqua. L’unico modo in cui possa aiutare è farmi inghiottire direttamente e bruciargli la lingua!”

“Non lo farai, non se ne parla.” borbottò lui imitando il precedente monito dell’amica, la quale ridacchiò appena. 

“Non lo farò… ma dobbiamo trovare un’altra soluzione.”

“Non potrete scappare per sempre! L’oceano può alzarsi più di quanto crediate!” Una voce dal basso tuonò. 

“Già…” concordò lui. 

“Aspetta… e se…” Ragionò lei. C’era un modo, era folle e rischioso, ma poteva funzionare. 

Il Pikachu piegò appena la testa incuriosito “E se…?”

La volpina alzò di scatto la testa “E se davvero mi facessi inghiottire?” 

…Eh?

Ci volle qualche secondo per permettere ad Ash di recepire il messaggio. “Come scusa!?” esclamò lui sbigottito. Per caso le aveva fatto andare dell’acqua alla testa mentre surfavano? Da quando proponeva certe pazzie? Quelle erano il suo campo!”

“Ascolta, può funzionare!”

“No.”

“Ma ho un piano!”

“E io ho una buona e quindi bruttissima idea di come potrebbe andare a finire!” scosse la testa il Pokémon elettrico “Lo hai detto tu che qui ci giochiamo la vita! Non gli serviremo la tua su un piatto d’argento formato antipasto!”

“Ash.” gli appoggiò una zampa sulla sua, cercando di placarlo “Ascolta il mio piano prima, non ho intenzione di rischiare più del necessario.”

“...” gonfiò appena le guance lui non completamente convinto, ma poi decise di lasciar andare un sospiro e almeno ascoltare la proposta. Sapeva che Serena non tendeva a fare piani eccessivamente rischiosi, quindi forse era meglio di quanto suonava.

Gli regalò un sorriso dolce e comprensivo “Hai presente la parte di Pinocchio dove viene ingoiato dalla balena?”

“Uh, sì?”

“Per uscire lui decide di appiccare un incendio alla barca con cui Geppetto era arrivato, in modo da fargli aprire la bocca e uscire!”

Ash si grattò il capo, cercando di collegare i tasselli “Quindi vuoi ispirarti alla storia per attaccare Kyogre?”

“Esatto!” Annuì lei “Come sappiamo, attaccare Kyogre per te è possibile anche da distanza, perché puoi elettrificare l’acqua. Tu proverai di nuovo a surfare come hai fatto prima e userai un attacco di tipo elettro. Il danno gli arriverà sicuramente!”

“Ok…”

“Ti sarai avvicinato molto e si concentrerà su di te, ma a quel punto avrà già subito parecchi danni e se mantieni a lungo la tua mossa probabilmente terrà la bocca aperta abbastanza tempo per farmi saltare ed entrare! Lì entro in gioco io. Non posso fargli nulla dall’esterno, ma all’interno, dove ha i punti più sensibili, posso fare abbastanza danni da metterlo fuori gioco! E sarà talmente distratto che tu potrai aiutare con qualche attacco se serve!”

Era un buon piano, davvero brillante, ma Ash non era del tutto conquistato. Il fattore di rischio era altissimo e se per lui era facile mettersi a rischio, non lo era altrettanto accettare che qualcuno a cui tenesse facesse altrettanto. Non era forse simile al suo piano precedente? “Perché non posso farmi ingoiare io? Sarebbe molto più efficace e rischierei meno di farmi male se decidesse di sputarmi fuori con un getto d’acqua”

“Non lo farebbe per lo stesso motivo per cui non perderebbe tempo ad usare un getto d’acqua contro di me mentre gli salto addosso o perché non ti ingoierebbe di principio. Sa che lo fulmineresti facilmente se ti ingoiasse e sa che deve concentrarsi su di te se ti avvicini, non varrebbe la pena fare lo stesso con me. Potrebbe affogarmi a distanza” 

“Ma se uso una mossa elettrica poi dall’esterno mentre tu sei dentro finirai per essere colpita anche tu!”

“Non servirà, tu lo userai fino a che non entro e poi basterà Codacciaio sul suo muso per tenergli la bocca chiusa”

“Non saprei…” Tornò ad aumentargli il dubbio. Sapeva che era il piano migliore che avevano si fidava pienamente di Serena. Era sicuro potesse funzionare e gli avrebbe affidato la sua vita in qualunque momento, ma era proprio per quello che si sentiva a disagio. A dipendere del piano non era la sua vita, ma quella dell’amica. 

E Serena questo lo poteva percepire, sapeva che Ash non dubitava di lei “Lo so che è un piano condizionato da tanti se, ma è l'unica alternativa che può davvero funzionare e non ucciderci all’istante”

Ash sospirò, sapendo perfettamente che Serena aveva l’unico piano concreto e che più avrebbero atteso, meno chance avrebbero avuto di sconfiggere Kyogre. “Ok, proviamo.” Annuì acquisendo determinazione. 

Serena pure annuì cercando di trovare la carica. Si girò verso il Pokémon leggendario, avvicinandosi al mulinello, quando l’amico l’aggrappò leggermente per la coda “Aspetta.”

Si girò verso di lui, osservandolo confusa per un momento. Riuscì a leggere subito nei suoi occhi color ambra un… tocco di paura?
Ma sapeva che era, molto probabilmente, timore per lei e non per se stesso.

“Fai attenzione.” Disse con un tono così serio e premuroso da essere quasi raro. Aggiunse però poi sdrammatizzando appena “Ricorda che sono io quello spericolato tra noi due”

“Era ora che qualcuno ti rubasse il trono” ridacchiò lei, assumendo poi un sorriso rassicurante “Prometto che starò attenta”

E senza scambiarsi più nessuna parola, entrambi saltarono in due direzioni diverse.
Serena passò di scoglio in scoglio, cercando di avvicinarsi al Pokémon leggendario, che subito la notò ma non provò ad attaccarla.

La sua attenzione era puntata su Ash, il quale grazie a Codacciaio si era gettato tra le onde del mulinello e provava a rimanere in equilibrio mentre surfava in tondo.
Su una cosa Serena ci aveva già preso, Kyogre era confidente di poter eliminare l’amica in un secondo momento, la sua preoccupazione era non far avvicinare Ash dove non avrebbe potuto colpirlo.

Il movimento circolare del Pikachu era difficile da seguire, soprattutto perché riusciva a controllarsi e non era semplicemente inghiottito dall’acqua. 

“Ti prendi forse gioco della potenza del mare?!” Ruggì l’orca leggendaria cercando di aumentare la velocità per far cadere la piccola peste e annegarla prima che potesse elettrizzare l’acqua. 

“Certo che no! Anzi, la rispetto per la forza che mi sta prestando!” Rispose Ash caricando le guance e rilasciando un potente Fulmine che si propagò tutto attorno. Ci mise poco a raggiungere Kyogre, il quale non poté far altro che ruggire in preda al dolore. 

Il suo dimenarsi era un tentativo di rendere più violento il mulinello e far ribaltare il Pikachu. Tuttavia le sue intenzioni non sembrarono portare a molto frutto. 

“ARRRRRRRRGHHHHHHHHH!!”

Il Pokémon di tipo elettro tenne lo sguardo alternato tra il nemico e Serena, la quale era sempre più vicina all'obiettivo. 

Non sarebbe resistito a lungo, ma per sua fortuna ci volle poco per la volpina ad arrivare ormai in prossimità del nemico. Lanciò un’occhiata al compagno e con cenno del capo gli diede il segnale.

Sarebbe stata una bugia dire che non aveva la minima paura a saltare diretta nelle fauci di Kyogre, ma tra le tante cose imparate da Ash, vi era anche la regola del rischio.
Era meglio non pensare, lasciare che fosse l’adrenalina a parlare.

Con quella convinzione la Fennekin saltò dritta verso il nemico e tutto ad un tratto il Fulmine cessò come previsto.
Kyogre ebbe giusto il tempo di riprendersi dallo stordimento e vedere la macchia di un Pokémon entrare dentro la sua bocca ancora spalancata. Accontentò il bocconcino, non tentando nemmeno di sputarla. 

Chiuse le fauci e per un istante Ash sentì un brivido corrergli lungo tutta la schiena. Anche se sapeva che era parte del piano non lo rendeva meno sconcertante. Eppure non poteva farsi prendere dall’esitazione in quel momento.

Saltò anche lui in aria, diretto verso il capo dell’orca e con voce forte urlò “ORA SERENA!”

Kyogre non riuscì a comprendere in tempo le implicazioni, perché quando finalmente capì cosa potevano aver pianificato, sentì il bruciore invadergli la gola.
Era sensazione simile al bruciore di stomaco, ma molto peggiore. Doveva aprire la bocca, respirare, liberarsi di quella sensazione atroce. 

Fece per spalancare le fauci, ma un peso gli atterrò sul muso, tenendole ben chiuse. Il Codacciaio di Ash era stato potente e gli avrebbe lasciato un bel livido, ma non era comparabile al sentire tutto il corpo in fiamme. Per un tipo acqua poi, era davvero una cosa quasi inimmaginabile, impossibile. Eppure era esattamente come si sarebbe immaginato un forno. 

Serena continuava a sputare fiamme all’interno, cercando di aumentare sempre più la temperatura. Non ci sarebbe voluto ancora molto, una volta raggiunta la temperatura sarebbe sgusciata fuori dalla bocca aperta di Kyogre e Ash l’avrebbe finito con un Fulmine ravvicinato. 

Probabilmente un giorno avrebbe riso e provato disgusto per la sola idea di essere stata all’interno di un corpo. In quel momento però doveva concentrare le ultime forze. 

“Ci siamo quasi!” Le parole di speranza di Ash arrivarono alle orecchie fischianti del leggendario. 

Aveva ragione, era in una situazione talmente sconosciuta che sentiva il panico crescere. Non ci sarebbe voluto molto per approfittare del suo momento di debolezza.
Motivo per cui non poteva che affidarsi alla forza pura. 

La paura crebbe in rabbia e pian piano anche quella si tramutò in furia ceca.

Un’improvvisa luce illuminò tutta l’area e un’ondata di aura si propagò, facendo subito sbalzare Ash all’indietro. Il Pikachu ebbe la giusta fortuna di trovare un appiglio alle rocce attorno, anche se a distanza fin troppo ravvicinata al nemico.

Non si aspettò di vedere Kyogre mutare aspetto.
La sua massa si pietrificò per un istante e Ash sentì lo stomaco improvvisamente attorcigliarsi.

Perché mentre il corpo del leggendario iniziò a fluttuare e pian piano a creparsi come un guscio di roccia, tutto ciò che poteva ricordare era che Serena era ancora là dentro. 

“SERENA!” urlò non sapendo cosa fare. Doveva attaccare la bestia da distanza? Saltargli addosso? 

Sembrava sul punto di esplodere.

E una specie di esplosione ci fu. Un’energia potente scoppiò dal corpo di Kyogre e quando la corazza pietrificata si disintegrò, le dimensioni del nemico erano notevolmente superiori. Il manto blu faceva da contrasto con le strisce d’energia gialle che lo percorrevano sul corpo e si concentravano negli occhi. 

Se dentro di lui scorreva tanta potenza, cosa poteva essere successo alla sua amica?

Nonononono.

La bocca di Kyogre si aprì e un getto potente d’acqua si scagliò nell’aria e andò a colpire le pareti. La sua direzione variò, andando a distruggere quasi ogni pilastro e sporgenza raggiungibile dalle sue prede, in modo che fossero utilizzabili.
Ad un certo punto tra l’acqua sparata, Ash riuscì a scorgere una macchia gialla e il suo istinto scattò.

“Serena!!” Si lanciò in alto e riuscì ad afferrarla per la coda, finendo trascinato come lei contro un punto a caso della parete della grotta.

L’impatto fu duro, ed entrambi caddero a peso morto nelle onde che ormai si abbattevano violentemente in tutto il perimetro.

Ash cercava disperatamente di tenere la testa dell’amica a galla, provando ad ignorare il campanello d’allarme che risuonava al fatto che lei non stesse in alcun modo reagendo.
La sua urgenza cresceva sempre più in disperazione. Non poteva colpire Kyogre, le sue scosse sarebbero state insignificanti e per di più non poteva rischiare di ferire ulteriormente Serena, lì tra le sue braccia.

Gli serviva un appiglio, una galleria per uscire da lì, qualunque cosa per portare Serena al sicuro e impedire che annegasse.

Non poteva farla annegare.

Quello era il suo unico pensiero, guidato da un forte spirito di sopravvivenza. 

Cercò di vedere tra le onde e l’impotente massa del Pokémon leggendario levitava poco più avanti, sempre più vicina.

“Consideratevi onorati, quella a cui state assistendo è la mia forma superiore ed è una rarità assoluta che la usi” 

Stava perdendo le forze. Era davvero la fine?

“Ma è ora di finire questi giochetti! La vita è iniziata dall’acqua…-” 

Scorse dell’energia concentrarsi alla bocca di Kyogre e a quel punto sapeva che non c’era probabilmente nulla che poteva fare. Le onde in quel momento avevano cessato di sballottarli e li stavano tenendo fermi in un punto preciso. 

Non potevano più scappare. 

Ma il suo istinto e cuore lo rifiutava. Mai arrendersi, fino alla fine. 

No, non avrebbe ceduto fino all’ultimo istante. 

“-...e nell’acqua terminerà!” ruggì il nemico, lasciando partire un raggio dalla bocca, ben mirato verso di loro.

Il Pikachu attese il colpo, ma non chiuse gli occhi. Osservò l’attacco avvicinarsi sempre più, in quello che sembrava un momento fatto andare a rallentatore.

Forse anche per quello era riuscito a cogliere un secondo elemento avvicinarsi e collidere con esso, facendolo deviare.

Poi si sentì un altro ruggito da parte del leviatano "GRAHHHHHHHH!!" e le onde che lo tenevano fermo iniziarono ad allentare la loro spinta. 

Sentì due zampe avvolgersi attorno a lui rapidamente e il suo corpo alzarsi sopra il livello dell’acqua, venendo trascinato via. Era tutto scombussolato, ma abbastanza cosciente da riconoscere di essere stato messo sulla schiena di qualcuno. 

La voce del presunto Pokémon gli parlò. “Mi raccomando, non mollare la tua compagna. Tieni duro ancora un pò.” Non era calda, anzi aveva un nonsoché di tagliente, ma gli dava molta più rassicurazione delle grida di quel bestione da cui si stavano allontanando. 

Si limitò a fare come detto, perché in fondo la sua priorità era infatti assicurarsi che Serena stesse bene. Tutto il resto era secondario.

Dopo qualche scatto verso l’alto, un gira e rigira, finalmente si fermarono.

Era una delle ultime sporgenze disponibili, tra le più alte. Da soli Ash e Serena non l’avrebbero mai raggiunta, quindi chiunque fosse questo sconosciuto era davvero un abile saltatore. 

Scivolando pian piano giù dalla schiena del loro salvatore, Ash toccò il terreno con le zampe e forse mai più felicemente di quel momento. Rivolse subito uno sguardo alla volpina, finalmente lasciando che la preoccupazione lo pervadesse.

Tuttavia, il saldo e sicuro tocco del Pokémon dietro di lui lo bloccò per un istante, impedendogli di perdere totalmente la calma. “Sta bene, respira ancora. Ha solo perso conoscenza”

Passò qualche istante prima che Ash decidesse di rilasciare un respiro di sollievo. In quel momento, si girò lentamente verso il suo salvatore, per vederlo faccia a faccia.

Figura abbastanza snella, dalle zampe artigliate e il collo lungo. Pelle verde, pancia rosata e una foglia che gli partiva dal capo. 

Un Grovyle. 

L’unica cosa che il Pokémon di tipo erba offrì al Pikachu fu un sorriso di comprensione, prima di focalizzarsi nuovamente sulla minaccia, più furiosa di come l’avevano lasciata “Le presentazioni a più tardi. Dobbiamo sconfiggere in fretta ArcheoKyogre e-”

“ArcheoKyogre?” 

“Anche quello lo spiegherò dopo.” Rispose rapidamente “Sei ancora in grado di combattere?”

Combattere era un parolone. Avrebbe potuto scagliare ancora giusto qualche attacco, ma sentiva le sacche delle guance farsi… vuote. Inoltre il suo corpo era stremato dagli sforzi che aveva fatto per combattere le onde, i suoi muscoli parevano lacerati.

“Posso ancora usare qualche attacco, ma sono vicino al mio limite…”

“Non servirà raggiungerlo. Per quanto si sia rafforzato, in verità è più vulnerabile che mai. Avete fatto un buon lavoro e ora siamo estremamente in vantaggio se non usa attacchi di tipo ghiaccio. Lo bloccherò con Radicalbero e tu potrai salirci addosso, usando Fulmine” Si posizionò al bordo della sporgenza, una zampa più indietro dell’altra e postura pronta all’attacco. “Dopo la tempesta l’erba cresce più rigogliosa…”

I suoi occhi si illuminarono per un istante e Radicalbero emerse dall’acqua ai bordi della caverna, raggruppandosi attorno a Kyogre con violenza e stringendolo saldamente. Le pinne ormai limitate e il muso serrato lo limitavano di ogni movimento.

Il Pokémon orca cercò di dimenarsi ma furono vani i suoi tentativi. Fosse stato in acqua sarebbe stato avvantaggiato, ma fluttuando nell’aria era estremamente scoperto ed era ormai troppo indebolito. Inutile anche colpire con le sue onde i rampicanti. 


Con un balzo Ash saltò giù dalla sporgenza e atterrò su una delle radici intrecciate. Corse verso il centro della grotta e senza esitare di fronte allo sguardo minaccioso del leggendario, vi saltò nuovamente sulla schiena.

Un respiro profondo fu tutto ciò a cui si affidò per raccogliere energia, per poi scaricarla dando il tutto per tutto. “Fino all’ultimo!!” 

Kyogre poté soltanto grugnire di dolore, dovendo sopportare la scossa nella sua lunga durata. Quando ormai le scariche iniziarono a svanire, ormai la forma del Pokémon era afflosciata e il moto delle onde si era placato. 

I rampicanti non dovettero nemmeno allentare la presa, poiché Kyogre parve tornare alla sua forma originale, stramazzando poi nell’acqua che si abbassava sempre più, rivelando eventualmente il pavimento su cui avevano camminato appena arrivati.

Il Pikachu saltò giusto in tempo su una delle piante, evitando di finire anche lui in quello che ormai era un laghetto sotterraneo.
Alla vista della terraferma, il corpo di Ash iniziò a vacillare, finalmente libero da gran parte di agitazione e adrenalina, portandolo a zampettare goffamente fino ad essa.

Il terreno era freddo sotto il suo pelo, ma anche così solido, così… fermo. Si godette quegli attimi, pancia all’ingiù, cercando di ritrovare quel poco di pace e quiete. Tutto quel movimento ora si stava manifestando in ritardo sotto forma di nausea. 

"Pfui" sospirò il Pokémon erba, atterrando di fianco a lui e appoggiando la Fennekin a fianco al compagno. "Bel lavoro Pikachu." disse complimentandosi con Ash del suo operato. 

"Ash… mi chiamo A-Ash” scosse lui la testa guardando al suo fianco, rimanendo piacevolmente sorpreso quando vide quelle iridi azzurre in bella vista proprio davanti al suo muso "Serena? Stai bene?” 

Un piccolo cenno con il capo “Sì, te?” Domandò lei con voce flebile, probabilmente ancora provata dal caos avvenuto in precedenza. Grazie al cielo era sveglia. 

Lui annuì, rivolgendole uno sguardo dolce “Non c’è male… grazie a…?”

“Grovyle” il Pokémon tipo erba rispose, comprendendo che il dubbio era se avesse un nomignolo o meno. “Beh, direi che mentre vi riprendete dobbiamo fare due chiacchiere. Tenete.” aprì la borsa a tracolla e tirò fuori due baccacedro. “Vi restituirà le forze.”

I due si scambiarono uno sguardo prima di accettare le offerte. Era incredibilmente conveniente, forse troppo, ma ormai li aveva aiutati fino a quel punto e non erano in condizione di fare i malfidati. "Grazie mille." 

Fu così che pochi minuti dopo si ritrovarono seduti in cerchio, con i due compagni esploratori impegnati a sgranocchiare le bacche, mentre Grovyle li guardava con pazienza. 

“Perché ci hai aiutati?” finalmente domandò Ash. “Il tuo arrivo è stato… improvviso. Non ci conosciamo e-”

"Devo correggerti. Voi non conoscete me, ma io conosco voi. O almeno, conosco le conseguenze che accadrebbero se fallisse la vostra impresa. Dico bene, Ash Ketchum proveniente da Biancavilla e Serena di Borgo Bozzetto?"

Entrambi i due ex-umani rizzarono le orecchie, quasi ingozzandosi sui loro bocconi. Ash effettivamente si ritrovò sul punto di strozzarsi, venendo subito assistito dalla volpina che gli diede delle pacche sulla schiena, fino a che non rilasciò un respiro.

"M-Ma tu sai che noi…” provò a domandare indirettamente Serena, mentre ancora Ash si massaggiava la gola, dove risiedeva un groppo fantasma. 

Grovyle non poté che ridacchiare alle loro espressioni. "Quando vieni dal futuro, finisci per imparare molte cose.”

"D-Dal futuro!?"  gracchiò il Pikachu sconvolto. 

“Sono un viaggiatore temporale e sono saltato nel passato per evitare che la minaccia attuale abbia ripercussioni sul futuro in cui vivo. In realtà sono qui da un bel pò e cercavo proprio voi due" annui Grovyle lasciando i due a bocca aperta. "Vedete, in realtà è già la terza volta che salto nel passato per correggere il futuro. E non è la prima volta che ho a che fare con Pokémon che in realtà sono umani. Anche il mio vecchio partner era un essere umano trasformato in Pokémon"

Quell’informazione risvegliò in Ash un senso di dejavu, innescando i ricordi delle storie che sia Torkoal che Cresselia avevano raccontato a lui e Serena "Ci hanno raccontato che un Pokémon e un umano hanno scongiurato la minaccia della paralisi del tempo anni fa…”

Un sorriso nostalgico apparve sul muso di Grovyle, il quale nuovamente confermò "Esattamente, quelli erano il mio amico e il suo nuovo compagno. Sono tornato indietro per cercarli e combattere problemi in corso di… corruzione dell’animo-" si bloccò per un secondo, inalando aspramente "-ma le circostanze me lo hanno impedito." 

Serena notò una certa fatica nel pronunciare quelle parole da parte dello starter di tipo erba, decidendo quindi di non fare domande in merito. “Visto che ho scoperto che altri due umani erano caduti nel nostro mondo, mi sono messo sulle vostre tracce. Vi aiuterò nella vostra impresa.”

"Beh, abbiamo obiettivi in comune e una mano fa sempre comodo" ammise Ash grattandosi il capo e sporgendo la zampa in segno di amicizia verso Grovyle, il quale la afferrò e gli diede una leggera stretta “Immagino che tu stia cercando come noi i sette tesori?”

Un ghingo “Precisamente”

Il sorriso di Ash fu meno positivo mentre ammise “Noi abbiamo già tre tesori e questo dovrebbe essere il quarto… però siamo stati in un altro Dungeon e quando siamo arrivati alla fine-”

“Non c’era nessun guardiano e nessun tesoro” concluse Serena per lui.

Una risata fragorosa uscì dalla bocca di Grovyle, il quale cacciò la zampa nella borsa e questa volta tirò fuori un piccolo tamburo rosso. “Cercavate qualcosa di simile?”

I due balzarono in piedi, avvicinandosi a lui con entusiasmo e infrangendo quello che sarebbe stato il suo spazio vitale. “E’ proprio quello!!”

“Quando sono passato nel primo dungeon che volevo esplorare ho notato che ormai il tesoro era stato preso, quindi ho previsto ormai foste già più avanti di me. Ho saltato i punti più vicini e sono passato direttamente al Vulcano Gigante per recuperarlo e risparmiarvi uno scontro.” Lo ripose nuovamente nella sua borsa: "Scontro non facile, Heatran sa il fatto suo, però ne è valsa la pena. Se qualche nemico vi avesse sconfitti avreste potuto farvi soffiare tutti i tesori recuperati in un colpo solo.”

“Wow! Fantastico!”

“Me la cavo.” si permise di accettare il complimento.

Ormai non c’erano molti dubbi sull’affidabilità del Pokémon. Non pareva malvagio e li aveva salvati quando avrebbe potuto tranquillamente soffiare loro tutti i tesori mentre erano impegnati ad annegare. 

Unire le forze era l’opzione migliore, di questo Ash era sicuro “Immagino che da qui proseguiremo insieme?”

Grovyle annuì “Sarebbe l’intenzione. So che probabilmente avete tante domande, ma preferirei rispondere sulla strada per il prossimo dungeon, dopo aver recuperato l’Acquarmo-”

"Voi..." 

I tre si girarono di colpo, osservando lo specchio d’acqua, dove galleggiava debolmente l’orca leggendaria. 

Grovyle si mise in posizione di difesa, o forse attacco. Semplicemente, si pose tra il raggio di mira di Kyogre e i due esploratori. "Certo che questo ha più vite di un Meowth…”

"Non… p-posso darvela. Ne va del mio onore di guardiano!" mormorò con voce debole ma inquietante, aprendo la bocca e mostrando i denti appuntiti ad ogni parola. 

"Kyogre ascolta" provò Serena a parlargli da distanza di sicurezza "A noi serve l'Acquarmonica per una buona causa. Ci serve per salvare il mondo!" 

"L-La scusa più stupida che puoi inventarti, ragazzina impudente! Molti ci hanno provato a ingannarmi, ma questo…" 

"E' la verità!" supplicò la volpina di ascoltarla. 

"Ora basta!!” Perse rapidamente la pazienza il Pokémon acquatico, cercando di preparare un attacco di tipo ghiaccio.

Stavolta fu Serena a mettersi in cima al gruppo, pronta a cercare di respingere qualcunque mossa sarebbe arrivata. 

Tuttavia, a fermare il tumulto fu una voce totalmente estranea, che rimbombò nella gronta. "Fermo!" 

Kyogre istantaneamente cessò il suo attacco, con cauta attenzione. Non era tanto per il monito, quanto più perché quella voce gli era familiare e di natura particolarmente distinta.

“Ascoltali” La voce ancora parlò e tutto d’un tratto, sopra di loro, più o meno a metà tra le due parti, si materializzò un Pokémon rosa fluttuante, simile ad un gatto.  

Ash strabuzzò gli occhi. Quel Pokémon era una nota leggenda nel loro mondo, ma lui poteva dirsi uno dei pochi fortunati che lo avevano incontrato… più di una volta. "Mew..." disse con un fil di voce.

"Tu... che ci fai qui?" Grugnì Kyogre, usando però un tono ben diverso da quelli assunti precedentemente. Sembrava mostrare una sorta di… rispetto?

"Risparmia le energie, ti vedo stanco..." Si avvicinò il Pokémon fluttuando e dandogli qualche pacca sul capo come se fosse il suo animaletto domestico "Vedo che ti hanno conciato per le feste!"

Poteva essere intesa come una presa in giro o semplice innocenza del Pokémon, ma era quasi buffo vedere il mostruoso bestione venir consolato dal micetto rosa.

"...Mew?" Nuovamente lo chiamò Ash, stavolta più forte, catturando la sua attenzione.

Il Pokémon mitico espresse un lieve miagolio e si avvicinò "Piacere! Vedo che avete già idea di chi sia. Sappiate che la cosa è reciproca"

"Sai chi siamo?" Domandò Serena piegando appena la testa.

"Non è molto difficile per Pokémon come me che trascendono la realtà. A dire il vero non sono ormai l'unico che ha percepito il trambusto che state causando." Portò la zampina sotto il muso contemplando. L'aspetto adorabile andava in contrasto con il discorso critico che stava facendo.

"Immaginavamo..." Sospirò Ash.

Grovyle annuì "Prima o poi qualcuno avrebbe notato, affrontare e sconfiggere più guardiani uno dietro l’altro non è cosa da poco. Ma immagino che queste altre entità siano concentrate su altro in questo momento se non ci hanno intercettati” domandò, rivolgendo uno sguardo a Mew.

Lui annuì "Là fuori la situazione è critica."

Subito Ash e Serena assunsero sguardi preoccupati. Erano stati in viaggio per un pò e non si erano fermati quasi mai, per evitare di essere raggiunti da qualcuno sulle loro tracce o per la fretta di terminare il loro compito. "Che sta succedendo?”

"Semplicemente il putiferio" espresse con preoccupazione Mew, gesticolando appena con la zampa "Tanti villaggi sono sotto attacco. Misteriosi cristalli neri sono cresciuti ovunque e i Pokémon sono stati zombificati..."

"Zombificati?!” Sembrava assurdo, soprattutto per i due ex-umani, familiari con le storie di zombie più stravaganti e varie. 

“Diciamo che sono sotto il controllo di qualcosa o qualcuno… e riescono a rendere come loro altri Pokémon tramite ferite.”

Effettivamente non era lo stesso concetto di zombie che avevano Ash e Serena, ma il termine era abbastanza appropriato per semplificare le cose “...E sta succedendo ovunque?" 

“Purtroppo sì” confermò Mew, lasciando i due esploratori novelli a pensare alle implicazioni della cosa. 

Grovyle sembrò sorpreso ma non quanto loro. A quanto pare non si aspettava che le cose precipitassero in quel modo, ma era preparato a qualcosa di inusuale e catastrofico. Era certamente più turbato che scioccato.  

"Quindi anche a Borgo Tesoro..." Serena lanciò uno sguardo all’amico, nei suoi occhi leggeva lo stesso timore "I nostri amici sono..."

"Dobbiamo aiutarli!" rispose lui con determinazione.

Grovyle camminò verso di loro, incrociando le braccia con una smorfia di frustrazione, cercando subito di placare i loro animi. Era anche lui nervoso, ma non poteva buttare al vento tutti gli sforzi fatti “Purtroppo temo che ormai lanciarvi in una missione di salvataggio vi porterà solo ad un sacrificio inutile. Finirete solo come loro... O la gran parte se qualcuno è riuscito a fuggire."

"Il modo migliore che avete di aiutarli è continuare quello che state facendo" concordò Mew con il Pokémon di tipo erba, svolazzando di fronte ai tre Pokémon terrestri. "E anche in fretta. Solo perché la nostra minaccia non vi ha ancora attaccati non significa che aspetterà molto a farlo"

"Aspetta, aspetta..." Ash fece cenno con le zampe di rallentare, estendendo i palmi in avanti "Prima di tutto... tu conosci la minaccia che vogliamo affrontare? E sai anche per chi stiamo agendo?"

"So che non siete nemici e so che volete raccogliere tutti i tesori per fermare un nemico che sta incombendo. Il perché però non lo so effettivamente" ammise Mew con tono quasi giocoso sul finale.

Era un Pokémon bizzarro, ma gestibile.

"...Cresselia ci ha incaricati di lavorare per lei, dovevano continuare questa missione assieme, ma è sparita. Ci ha lasciato la mappa con i luoghi da esplorare e noi ci siamo solo messi in viaggio. Sapevamo che non poteva essere una cosa da nulla." spiegò il Pikachu.

"Capisco," agitò la coda appena il gatto fluttuante "Era da un po' che non sentivo la presenza di Cresselia e questo proverebbe i sospetti che sia già finita nelle grinfie del nostro nemico. A questo punto sarebbe spiegata la sua sparizione"

"Però ora non lo facciamo solo per lei! Vogliamo aiutare i nostri amici e questo mondo più di ogni altra cosa, anche se non è il nostro!"

"Più anche di tornare a casa?" Rispose Mew direttamente, gelando i due sul posto "Come so che non siete di questo mondo? Si capisce. E poi me lo avete appena detto”

Il micio sorrise con espressione curiosa e divertita "Quindi? Se doveste scegliere come usare i tesori... E se aveste un solo tentativo, li usereste per tornare a casa? Oppure rinuncereste a quello per salvare un mondo a cui non appartenete?"

L'aria sembrò farsi pesante. Grovyle sentì l’istinto di mettersi in mezzo, perché metterli in quella posizione era ingiusto. Tuttavia, sapeva che non poteva farlo, perché lui stesso si era ritrovato a lasciare il suo futuro e rinunciarvi per salvare il passato e non era una cosa scontata. Se c’era davvero la chance che i tesori avessero un solo utilizzo per le stesse persone…

Voltò la testa sui due Pokémon-umani, aspettandosi di trovare disagio o incertezza.
Invece, trovò convinzione "Ovviamente li useremmo per salvare questo mondo!" risposero senza la minima esitazione.

"È una risposta circostanziale?"

"No! Troveremo un altro modo per tornare a casa! Su quello non ci arrenderemo mai, ma le vite di un mondo intero valgono molto di più!" Disse Serena come se fosse un dato di fatto. 

Ash incrociò le braccia e annuì “E poi nemmeno sappiamo se i tesori davvero ci possano portare a casa! Non fosse successo nulla di tutto questo probabilmente staremmo cercando altrove per altre opzioni totalmente diverse.”

La tensione causata dalla domanda sembrò dissiparsi appena. Parlavano con una tale sincerità e purezza d’animo, che non vi era spazio per dubitare delle loro parole. Mew non aveva alcun dubbio sulla veridicità delle loro intenzioni.

Sicuramente li avrebbe feriti e preoccupati dover affidarsi ad altro, forse a qualcosa di non esistente, però non avrebbero mai scelto comunque di fare la scelta più corretta per tutti.

"Bene, benissimo!” applaudì con le zampine il Pokémon mitico “Anche perché siete gli unici che potranno portare avanti la missione"

"Noi… da soli? Voi guardiani non potete fare nulla? Siete molto più forti"

"Siamo più forti, questo è sicuro, però siamo anche noi vulnerabili ai cristalli. Possiamo essere contagiati e sotto il controllo del nemico diventare distruttivi. Saremo i primi ad essere presi di mira, se non lo siamo già. Ho perso contatto con altri guardiani e può darsi siano già trasformati, quindi siete stati bravi a recuperare i tesori così in fretta.”

"Siamo stati comunque attaccati durante il nostro viaggio…” fece notare Serena “E ora che ci penso… forse Scizor…?”

“Quindi il Capitano…” mormorò Ash con frustrazione.

Serena condivise lo stesso stato d’animo al pensiero che Wigglytuff fosse finito come tutti gli altri, ma un pensiero la fulminò “Aspetta, ricordi quello scontro con Morelull? Dici che forse…?” 

“Può darsi… effettivamente aveva un’aura strana”

“Un’aura oscura? Sguardo famelico e quasi assente?” si intromise Mew, incuriosito dalla questione. 

Ash annuì “Non subito, man mano che abbiamo continuato a combattere è diventato sempre più… selvaggio.”

“Può darsi che fosse una delle prime forme tentative di controllo…” rifletté Mew “E siete stati feriti in quello scontro?”

Stavolta fu Serena ad annuire, ricordando bene quello scontro e quanta difficoltà avessero avuto, essendo uno dei primi e più ardui. “Sì, eravamo entrambi messi male, soprattutto Ash”

“Hmm interessante! Questo potrebbe confermare la mia teoria” lo sguardo di Mew si fece più criptico “Se dopo quella volta siete stati attaccati non più direttamente, probabilmente è perché già da quell’incontro il nostro nemico ha fallito nel suo obbiettivo base… ovvero infettarvi!” 

I volti di Ash e Serena rimasero confusi, mentre cercavano di capire cosa intendesse Mew. 

“Voi due siete probabilmente immuni ai cristalli! Una volta verificato, il nemico ha capito di aver bisogno di rinforzi più… fisici per fermarvi.”

Lo starter di tipo erba concordò “Ha senso. Se siete stati attaccati da Pokémon probabilmente infetti prima e non siete stati resi come loro, c’è un’alta probabilità che siate davvero immuni. Spiegherebbe anche come mai questa minaccia ha atteso ad attaccarvi. Semplicemente pensava che i guardiani vi avrebbero sistemati e che in caso alternativo avrebbe potuto lo stesso intervenire una volta impossessata delle pedine migliori. Se non potete essere infettati, l’unica sarebbe uccidervi”

Rabbrividirono all’implicazione, ma era anche una versione dei fatti estremamente realistica “Ma perché proprio noi?”

“Perché voi non siete normali Pokémon. Voi venite da un altro mondo, è la vostra natura che probabilmente vi ha resi i candidati perfetti a salvarci. Non escludo nemmeno che siate stati portati qui proprio per quella ragione. Forse il nostro mondo vi ha automaticamente chiamati per preservarsi, o forse qualche Pokémon”

“E’ possibile una cosa del genere?” domandarono voltandosi verso Mew. 

Lui scrollò le spalle “Abbastanza. E forse anche per questo la minaccia sapeva di voi ancor prima che iniziaste a raccogliere i tesori”

Grovyle portò la zampa sotto il mento "Ora però capisco come mai non è stato possibile coinvolgere Dialga e Palkia... Entrambi sono potenziali vittime..."

"Se non lo sono già per certo. Se il piano del nemico è di controllare tutti i Pokémon vuol dire che non ci guadagnerebbe nulla nel distruggere lo spazio e il tempo, ma dovrà sempre assicurarsi che non siano tra i piedi. Motivo per cui potrebbero già essere infetti ma nascosti" Rispose il gattino rosa in tono critico "Ciò non significa che ci nasconderemo. Noi guardiani rimasti cercheremo di portare in salvo più Pokémon possibile, visto che non sappiamo come funzioni la zombificazione e se sia reversibile"

Il pensiero che tutti i Pokémon colpiti non fossero curabili era terrificante per tutti. Moltissimi loro conoscenti e amici, ma anche solo innocenti, erano fuori controllo, forse gran parte della popolazione mondiale. Oltre alla macabra idea di perderli per sempre, che avrebbero fatto se davvero fosse rimasta così la situazione? Avrebbero dovuto fuggire con tutti i sopravvissuti lontano da lì? Certamente non potevano arrivare ad una cosa come… sterminarli. 

Pregavano davvero non fosse come nei film…

Mew allungò le zampe in avanti, emanando una leggera luce che fece poi depositare tra di esse un oggetto in particolare "Direi che dobbiamo velocizzare la questione. Sono venuto per recapitare il mio tesoro"

Sembrava da sprovveduti affidarsi a dei totali sconosciuti e forse se avesse avuto tempo avrebbe trovato le proprie persone a cui affidarsi, ma ora come ora la speranza di trovarsi davanti i due successori dei due eroi…

Sembravano simpatici e dal buon spirito, ciò gli bastava.

"So della tua fama Grovyle, mi affido anche a te” Lanciò il gentile monito al Pokémon, il quale annuì con prontezza. 

Mew porse il tesoro ad Ash e lo appoggiò tra le sue zampe “Mi auguro voi siate davvero legati a loro..."

"Loro?" domando il Pikachu confuso.

“Amici… che non sono più tra noi, ma che voi ci ricordate” mormorò Grovyle voltando appena il capo per non guardarli dritti negli occhi. Cercò poi di cambiare argomento, avvicinandosi alla sponda del lago verso Kyogre, che ormai non avrebbe più dovuto attaccarli “Quindi, ora ci darai il tesoro?”

“...” grugnì appena il leggendario con testardaggine, ma un solo sguardo a Mew ed eventualmente si trovò costretto a cedere “Va bene… ma vi conviene che non gli succeda nulla altrimenti-”

“Lo tratteremo con il massimo riguardo” assicurò Serena alzando la zampina.
In verità non avevano alcuna certezza che non sarebbe successo nulla di brutto, anche perché non sapevano come usare quei tesori. Però, avrebbero davvero fatto il meglio affinché non diventassero inutilizzabili o peggio. 

Anche se la priorità era salvare il mondo.

Kyogre sparì per qualche minuto, immergendosi nella pozza e andando sul fondale. Quando risalì, teneva la famigerata Acquarmonica tra le zanne e non solo, anche i cappelli e la borsa dei due Pokémon, persi durante la lotta. Lasciò gli oggetti con cura nelle mani di Grovyle e poi, dopo un leggero cenno con il capo, tornò a immergersi per riposare. 

Lo starter di tipo erba mise subito con cura il tesoro nella propria sacca e poi ridiede la borsa e i capelli ai rispettivi proprietari. 

“Bene” Annunciò Mew “Direi che ci siamo quasi. La mia presenza è necessaria altrove quindi mi dispiace non potervi aiutare oltre, anche se vi manca poco. Posso però darvi qualche informazione sulla vostra ultima esplorazione…”

L’assenza di Mew non era ideale, ma avevano Grovyle ad aiutarli, quindi non si sentirono troppo in crisi di fronte alla notizia. Inoltre, ogni informazione extra era utile. 

"L'ultimo tesoro è il Cornoroccia e si trova in un luogo oscuro e dimenticato: l’Abisso del mondo. Un crepaccio profondo e desolato dove la luce non filtra quasi minimamente.” Lo avrebbe mostrato su una mappa, ma quella era uno degli oggetti che si erano rovinati quando la borsa era sprofondata negli abissi.

Infatti, quando notò il tentativo di Ash di prendere il pezzo di carta, ridacchiò di spirito “Vi posso teletrasportare nelle vicinanze, non è un problema” Poi, in mezzo secondo, il suo muso cambiò totalmente espressione, andando sul cupo “Dovete fare molta attenzione! Oltre ad essere un dungeon davvero terrificante e ostico, anche il suo guardiano è forse uno degli esseri più potenti di tutto il mondo Pokémon. Mi secca ammetterlo, ma vive in recessi talmente profondi che non sono riuscito nemmeno a mettermi in contatto con lui.”

“E’ un Pokémon così taciturno?”

“Beh, diciamo che Giratina non è un tipo molto sociale…”

“G-Giratina?” Quindi avrebbero dovuto affrontare uno dei Pokémon leggendari più forti mai conosciuti?

Il micetto annuì scuotendo la testa "Di Giratina si sa molto poco, persino noi altri guardiani non abbiamo avuto quasi mai occasione di vederlo o parlarci. L'ultimo tesoro gli fu affidato proprio perché impossibile da trovare e ottenere con lui a fargli da guardia e abitando in quel posto. Il percorso sarà lungo e intricato e Giratina è un recluso, non sarà per niente accondiscendente quando gli chiederete il tesoro. Per nessuna ragione al mondo vi cederà di sua spontanea volontà il Cornoroccia. Se lo volete ottenere l'unica cosa che potete fare è sconfiggerlo, non ci sono altri modi."

“Beh, abbiamo fatto trenta, dovremo riuscire a fare trentuno!” rispose Serena con ottimismo, accompagnata da un Ash altrettanto determinato. 

Grovyle ridacchiò di fronte al loro buon spirito. Poteva essere un punto debole a volte, ma gli piacevano parecchio i tipi come loro “Ottimisti voi due…”

“Non che faccia male in una situazione come questa” Mew aderì alzando un pugno in aria con altrettanta carica. “Avanti allora! Si parte!” annunciò fluttuando verso i tre, tendendo il suo arto. 

Grovyle, Ash e Serena tesero i propri pugni e andarono a giungerli con quelli di Mew, lasciando che il potere del Pokémon li avvolgesse “Sì!”

Finalmente riuscirono a raggiungere la luce alla fine del tunnel. Si era rivelato un percorso più lungo del previsto, ma sapevano che sarebbe rimasta comunque molta strada prima di raggiungere un luogo sicuro. 

Si assicurarono dell’assenza di cristalli e Pokémon estranei, per poi proseguire in una boscaglia poco fitta. Era l’unica via, ma era rischiosa con tutte le forme di vita che potevano esserci in giro. 

"Mi raccomando, state attenti a non avvicinarvi troppo agli alberi e i cespugli. Tenete i toni bassi, non dobbiamo farci sentire” avvisò Bidoof con voce bassa ma sufficiente a farsi sentire da tutti. Dovevano limitare i suoni per non attirare attenzioni indesiderate e sentire possibili avvicinamenti. 

Bidoof voleva assolutamente portare tutti in salvo. Aver perso così tanti amici e civili, sapendo a quanti in più là fuori erano nelle stesse condizioni, gli metteva un grande peso nel cuore. Sperava con tutto il cuore che fosse una condizione reversibile, ma non avendone la certezza doveva fare tutto ciò che era in suo potere per non perdere qualcun altro.

Un sentimento simile scalpitava in Loudred, ma lui stesso faticava a prendere le redini della situazione.
Era stato sorprendente come l’amico goffo e timido si fosse preso in carico l’intero gruppo, guidandoli come un vero leader. Non emanava l’aura da comandante, ma il suo cuore puro bastava a far sentire tutti più coraggiosi e uniti. Ciò poteva bastare viste come si erano messe le cose.

Doveva ammettere di provare un minimo cenno di invidia, ma anche riconoscenza di fronte al fatto che qualcuno si fosse fatto avanti per salvare gli animi di tutti, anche se dimostrava una sua mancanza. 

Avrebbe continuato a fare del suo meglio e aiutato Bidoof. Era ammirevole il suo sforzo, ma sapeva che dentro doveva anche sentirsi sopraffatto dalle responsabilità e un senso di inadeguatezza. Per combatterlo dovevano appoggiarsi gli uni agli altri, civili e cadetti. 

Con quello spirito nel cuore, il cammino proseguì e le ore passarono. Nonostante il tragitto compiuto non era molto, i civili non allenati stavano iniziando a patire i morsi della stanchezza. C’era chi annaspava e arrancava e i cadetti facevano il possibile per incitare e aiutare, ma non potevano portarli tutti sulle spalle. 

“Capa, secondo lei che cosa è questa malattia?” domandò Sandile, in fondo al gruppo con la compagna di squadra. 

“N-Non saprei…”

Al tono di voce sforzato di Salandit non passò inosservato al coccodrillo di tipo terra, il quale si voltò non appena notò che la lucertola focosa non era al suo fianco. 

Di rado la vedeva sudare, era una cosa quasi impossibile. Eppure, in quel momento sulla pelle di Salandit scendevano goccioline di acqua, il suo muso appena rizzato “Capa, che c'è?" 

"N-Nulla, p-procediamo…" rispose lei, ma ormai l'atmosfera era decisamente cambiata e nota a quasi tutti i camminatori, i quali si erano fermati e avevano rivolto i loro sguardi sull’interessata. 

Nessuno parlò, ormai la tensione era così fitta che quasi si poteva affettare con un coltello. Bidoof e Loudred lanciarono un’occhiata alla compagna cadetta, osservando il suo sguardo per qualche istante e cercando di leggere qualcosa nei suoi occhi. Eventualmente, il contatto visivo si ruppe quando Salandit sorrise aspramente e si rannicchiò. 

In quel momento l’ansia generale esplose tra i presenti, i quali cercavano di allontanarsi dal Pokémon, sospettando già quale fosse la situazione.

"Capa!" urlò Sandile cercando di avvicinarsi invece, ma venne afferrato per la coda da Zorua e Vulpix, i quali lo tirarono indietro. 

“E’ infetta! Non puoi!” mormorò tra i dento serrati Zorua, confermando i sospetti di tutti.

Ogni volto impallidì quando finalmente comparve anche un’aura oscura attorno al Pokémon, perché l’avevano vista parecchie volte durante la giornata, e tutte erano risultate in caos e pericolo. 

Era stato così improvviso per tutti, ma forse non per un Pokémon in particolare.

Salandit vestiva il volto di chi ormai aveva raggiunto una realizzazione dolorosa ma ovvia, una che forse era già nei dintorni da ben prima di quel viaggio “S-Scusatemi… v-vi prego di scusarmi…”

“Salandit, ma come-”

“M-Mi dispiace. M-Mi sono tagliata c-con un cristallo durante il p-primo attacco al b-borgo…” cigolò lei tremando e raschiando il terreno con tre zampe, travolta dal fastidio. L’arto alzato si scuoteva molle come fosse intorpidito e prestando bene attenzione si poteva notare un graffio sull’interno coscia. 

Il tono di voce con cui li implorò celava senso di colpa “N-Non volevo stare da sola!” 

Gli effetti avevano tardato a mostrarsi, quindi aveva pregato in cuor suo che ci fossero delle eccezioni alla regola stabilita da Chatot. Che i cristalli non infettassero in ogni caso e che quindi non era il caso di informare nessuno del taglietto minuscolo fatto alla zampa.

Era stata una scelta egoista e sconsiderata, se ne era vergognata tutta la giornata. I suoi compagni già infetti erano rimasti ad aiutare fino a che non si erano trasformati del tutto e persino i civili avevano unito le forze per impedire che qualcun altro fosse sacrificato.

Avrebbe potuto rovinare tutto. Poteva ancora farlo. 

"NGAHHH!!” ruggì ancora, sempre più disperata “Sc-scappate... presto! N-Non so quanto ancora potrò...NGGGHH!" 

Sandile scosse la testa, puntando le zampe e cercando di combattere la presa delle due volpe al suo retro. “Non possiamo lasciarti qua!”

Si sentì sollevato e messo su delle alte spalle. Guardando il pelo di colui che lo aveva preso di peso, certamente sapeva che si trattasse di Loudred. Ma ciò non gli impedì di dimenarsi e rifiutare l’evidente destino dell’amica “Lasciami! E’ una nostra compagna!”

Non poteva vedere il viso amareggiato di Loudred e la sua smorfia di rabbia. Rabbia verso la situazione, verso Sandile e soprattutto verso se stesso. No, non verso Salandit, perché anche se ora erano tutti in pericolo, poteva capire quella disperazione e paura di rimanere sola. Quella consapevolezza di essere condannati ad un destino ignoto.

Lo mandava su di giri, lo frustrava alla follia, ma aveva promesso di prendere in mano la situazione come aveva fatto Bidoof. Era arrivato il momento di agire di conseguenza.
Odiava dover lasciare indietro una compagna, una collega e un’amica. Così come aveva odiato lasciare indietro gli altri infetti e Chatot, ma non avevano altra scelta.

Il loro lavoro comprendeva salvare i Pokémon e ora avevano l’incolumità di un gruppo intero da salvaguardare. Non potevano fare più nulla per Salandit e non potevano mettere a repentaglio altri. 

“Avete sentito!? Muoviamoci!” intimò Loudred a gran voce, portando tutti i Pokémon a sobbalzare e seguire a ruota. Sui loro volti c’era paura e vergogna, provando sentimenti contrastanti verso l’infetta. 

Avrebbero potuto metterla facilmente K.O. tutti assieme, anche da distanza, e assicurato loro il tempo di allontanarsi con molta più sicurezza. Però il pensiero di ferirla così tanto in quel modo li metteva tutti a disagio.

Se non avesse mentito non si sarebbero mai trovati a rischio, ma allo stesso tempo stava resistendo e soffrendo per dare loro la chance di salvarsi. Nessuno sentiva davvero risentimento verso di lei, né voglia di recriminarla della situazione. Sarebbe potuto accadere a chiunque di loro e probabilmente avrebbero agito nello stesso modo.

Non c’era tempo per rimuginare. 

Si erano già allontanati un pò, ma in men che non si dica sentirono dei passi veloci avvicinarsi e si ritrovarono Salandit di fronte a loro, denti sbarrati e pronta ad azzannare.
Il gruppo cercò di fare marcia indietro, mentre Loudred si preparò a rilasciare un’onda sonora abbastanza forte da scacciare via l’amica. 

L’attacco però venne facilmente schivato e con un movimento serpentino la lucertola sgusciò nella massa e affondò le zanne nella zampa di Ponyta, il quale rilasciò un nitrito addolorato. 

“Dannazione!” urlò Loudred, mentre fece cenno agli altri di correre in avanti più veloci che potessero.

Tuttavia, bastarono pochi secondi affinché Nidorina fosse morsa, e a sua volta altri due Pokémon furono morsi da lei e Salandit.

La situazione si era capovolta in una manciata di minuti e uno dietro l’altro sarebbero stati infettati.
Consapevole che ormai Sandile doveva aver riacquisito la ragione, Loudred lo lanciò in avanti, ordinandogli di correre. Poi si voltò verso gli aggressori e scagliò un potente Granvoce, in grado di spedirli tutti diversi metri a distanza e lasciarli disorientati.

Ma era una soluzione temporanea, non sarebbe bastato. Era necessario combatterli e metterli tutto K.O. dalla distanza, non avevano altra scelta.
Ciò però portava ad una chiara eventualità; qualcun altro sarebbe stato infettato nel tentativo di sconfiggerli, non era possibile evitarli tutti. 

Tutti i Pokémon si misero in riga, civili ed esploratori, consapevoli di poter soltanto collaborare e sperare nel meglio. 

Loudred aprì la bocca per commentare e dirgli di fuggire, ma subito fu interrotto da Zorua “Risparmia il fiato, ti servirà.” Era inutile buttarsi in un sacrificio simile quando sarebbero stati raggiunti di nuovo più avanti. 

Se solo avessero messo fuori gioco Salandit quando ancora si stava trasformando…
ma ormai quel che era fatto era fatto. L’unica opzione era affrontare il pericolo come avrebbero dovuto fare molto prima ed evitare l’intero casino.

Eccoli là, a pochi metri più avanti, stavano correndo incontro a loro gli amici fuori controllo. Sempre più vicini, metro dopo metro. 

I superstiti caricarono ognuno un attacco a distanza o una mossa di stato, in modo da rafforzarsi. Prepararono il colpo e…

…una frana. 

Una massa di rocce cadde di fronte a loro, bloccando il sentiero e separandoli dai Pokémon infetti. 

Poi all’improvviso tre Pokémon sconosciuti si materializzarono attorno a loro in una specie di formazione a triangolo, per poi aggiungersi un quarto sopra i loro capi. 

Fu con qualche aggiuntivo sguardo che rese quegli sconosciuti un pò più riconoscibili, soprattutto la forma scura come punta della piramide.

"C-Cosa?" balbettò Bidoof "M-Ma tu sei..." 

Non fece a tempo a concludere, perché all’improvviso una luce abbagliante li avvolse e il suo corpo si sentì sollevare. Quel momento di mezzo, momento di attesa, crebbe la sua ansia ma non durò molto.

Qualche secondo era già con i piedi a terra, anzi tutti lo erano, ma non la stessa su cui posavano prima. Appena la visione tornò chiara, si accorsero di essere in una specie di spazio roccioso e socchiuso. 

Erano tutti spaesati e confusi. Nonostante non si trovassero più in pericolo imminente, era successo tutto così rapidamente che era difficile da metabolizzare.
Inoltre, chi diceva che non fossero ancora a rischio?

“Dovete scusare il brusco salvataggio, ma eravate sul filo del rasoio”

Finalmente Bidoof alzò lo sguardo e incontrò quello del loro presunto salvatore. Una figura che confermò i suoi sospetti, ma mai si sarebbe aspettato di trovarsi davanti: Dusknoir. 

E non un Dusknoir qualunque, quel Dusknoir. Lo stesso che li aveva ingannati tempo prima e aveva quasi causato la distruzione del loro mondo. 

“D-D-D-Du-Du..." balbettò il castorino frastornato.

Il Pokémon fantasma sospirò “Immaginavo questa reazione, dopotutto 'ultima volta non è che ci siamo lasciati in note molto positive" 

"DUSKNOIR!" gridò Loudred mettendosi sulla difensiva "Non so quali piano tu abbia in mente, ma se ci sei tu dietro questa storia-”

“Aspetta lui è quel Dusknoir!?”

“Colui che ha cercato di causare la paralisi del tempo!?”

“Ci sta attaccando di nuovo!?”

“Ehi, ehi, tutto questo non è opera mia, sono dalla vostra parte” Subito chiarì lui alzando le mani in segno di innocenza, mentre i suoi tre collaboratori si misero al suo fianco.

Ah, l’altra sorpresa. Erano Mesprit, Azelf e Uxie…

“Voi…” Bidoof era certo, gli stava girando la testa. 

Il Pokémon fluttuante dai codini rosa si pose davanti a Dusknoir,  rivolgendo uno sguardo comprensivo ai Pokèmon spaventati e innervositi “Cari amici, placate i vostri animi turbolenti. Dice la verità”

“E se stesse imbrogliando anche voi?” alzò un cipiglio con sospetto Chimecho. 

Azelf sorrise consapevole “Posso comprendere come mai la pensiate così” Dopotutto, erano finiti già una volta nella rete di inganni di Dusknoir, quindi era normale dubitare delle sue buone intenzioni “Posso però assicurarvi che è qui per aiutare e non siete i primi che salviamo”

“Eh?” mormorarono i Pokémon del gruppo. 

“Abbiamo allestito un campo per superstiti non molto lontano da qui. Non potevamo teletrasportarvi direttamente sul luogo perché dobbiamo assicurarci prima che nessuno sia infetto. Non vogliamo rischiare di mettere a repentaglio l’intero gruppo di Pokémon che abbiamo tratto in salvo da vari luoghi della regione” spiegò Uxie con tono pacato.

“Permettetemi di spiegare," si schiarì la voce il tipo spettro, facendosi avanti con cauto atteggiamento “Le cose sono cambiate rispetto a tempo fa, ho capito i miei errori e nel futuro le cose sono migliorate, ma non del tutto. Non è come propriamente come dovrebbe essere dopo aver fermato la paralisi del tempo e la distorsione dello spazio nel passato.”

Rimasero tutti in silenzio, attenti al suo discorso e a come lo porgeva, attenti a cogliere qualunque traccia di inganno nelle sue parole. La sua sincerità però sembrò estremamente reale. “Abbiamo ignorato una minaccia che ci sembrava di poco conto, che poi però si è ingigantita e ci ha sopraffatti.”

“Che tipo di minaccia? Sapete chi è il responsabile di questi attacchi?”

“Sappiamo che si tratta di un Pokémon che una volta portava fortuna e prosperità, o diceva di farlo, ma che ci ha portato distruzione e malasorte. Nel nostro tempo, come nel vostro, sono apparsi dei cristalli e tutti sono stati infettati, salvo pochissime eccezioni. Si parla del 2% della popolazione Pokémon rimasta normale e gli effetti si sono prolungati per così tanto da diventare irreversibili…” abbassò il capo scuro. 

Vulpix sobbalzò “I-Irreversibili?”

“Nel futuro sì, ma nel vostro tempo probabilmente non è ancora una forma così drastica. Questo è il motivo per cui il Maestro Dialga mi ha mandato qui per adempiere alla missione. Il mio compito è di trovare quanti più sopravvissuti e metterli in salvo, prima che il numero di infetti peggiori drasticamente. Mentre Grovyle-”

“Grovyle!?” esclamò Bidoof sorpreso. Anche lui era tornato nel passato? Gli era stato detto dai suoi due amici passati che alla fine si era rivelato innocente, anzi, un vero e proprio eroe intento a salvare tutti. 

“-ha il compito di provare a rintracciare ed aiutare i due eroi che avrebbero potuto fermare questa epidemia sul nascere." 

"Stai parlando di... loro?" chiese Chimecho con tono speranzoso, quasi a voler credere ad un miracolo. In un momento così buio, sarebbe stata la luce più calda a rincuorarli.

"...No. Loro non sono gli eroi di cui abbiamo bisogno." disse Dusknoir con un tono più cupo, scuotendo la testa con rammarico e rompendo sul nascere quella speranza che si stavano costruendo.

Faceva male dover vedere i loro visi spegnersi così, ma era anche prova di quanto quei due avessero impattato tutti loro e quanto bene avessero fatto quando erano ancora tra loro. 

"Sono altri gli eroi che stiamo cercando per questa missione ed è nostro compito aiutarli con una resistenza di quanti più alleati possibile, in modo da debellare la minaccia che sta devastando entrambi i nostri mondi!”

Loudred incrociò le braccia, non ancora del tutto convinto “Ma se punti a cambiare il passato… e il futuro, questo non vuol dire che sparirai?”

La domanda lasciò tutti sorpresi, ma non fu fuori da ogni logica, anzi. “Effettivamente, non mi spiego come mai tu e Grovyle siate ancora… voi. Non sareste dovuti sparire nel momento in cui Palkia e Dialga sono stati sconfitti nel nostro tempo?” chiese Bidoof incerto. 

Dusknoir socchiuse il suo occhio, assumendo un'espressione quasi assente e pensierosa. Ricordava ancora il suo stesso stupore nel sapersi vivo e parte ancora della realtà. “Non so spiegarmi anche io come mai non siamo spariti, il Maestro Dialga ci ha detto che potrebbe essere il volere di un essere superiore, che ci ha voluti ricompensare per aver assistito nella salvezza del mondo” 

“Un essere superiore?” 

“Chissà… comunque, siamo pronti a rischiare di sparire nuovamente se significa proteggere tutti i Pokémon, del vostro e del nostro tempo. Perché non conta quanto vivremo, ma quanto faremo durante la nostra vita. Prima o poi tutti spariremo, ma è giusto dare un futuro a chi ancora non lo ha potuto camminare. E’ una lezione che ho imparato e intendo seguire fino alla fine.”

Seguì qualche istante di silenzio, i Pokémon attorno non sapevano cosa dire o fare.
All’improvviso però Bidoof zampettò verso Dusknoir e gli tese la piccola zampetta "Io ti credo" 

“Cosa!?” si stupirono tutti, chi più e chi meno. 

"Non lo so spiegare…” mormorò goffamente il castorino, ma con convinzione nelle sue parole “Ma sento che Dusknoir è davvero dispiaciuto per quel che è successo e credo che con lui alla guida avremo più possibilità di sopravvivere. Potremmo rischiare di essere infettati più avanti, ma prima sarebbe stata una certezza se non fosse intervenuto, quindi non abbiamo davvero nulla da perdere” 

"Bidoof..." osservò meravigliata Floette "Se ci credi tu allora ci credo anche io”

Chimecho si voltò verso di lei "Floette?" 

"Bidoof ha ragione. Con Dusknoir al nostro fianco potremmo davvero riuscire a salvare molte vite. E non è questo uno dei compiti degli esploratori? Salvare vite? Dobbiamo almeno provare a fidarci per il bene di tutti”

Quelle parole colpirono tutti i presenti. La priorità di un esploratore era salvare vite, più di salvare se stessi. E ora Dusknoir tendeva loro la mano più sicura verso la salvezza. 

Ed uno ad uno, tutti iniziarono a muoversi in avanti, con passi tentativi e disponibili. L’unico che rimase ancora fermo fu Loudred, il quale sbuffò leggermente e offrì un sorriso “Immagino che qualche volta bisogni buttarsi, giusto?”

“Loudred…!” sorrise Bidoof, riconoscente della fiducia. 

"...E va bene!" sbracciò il Pokémon dalla bocca larga, rivolgendosi al nuovo alleato "Ma ti tengo d'occhio capito? Al minimo accenno di tradimento..." 

"Sei libero di colpirmi e sconfiggermi. Non mi opporrò." concluse il Pokémon molto mestamente, mentre i tre Pokémon leggendari al suo retro sorrisero soddisfatti. 

Potevano essere attaccati e minacciati, ma non avrebbero mai smesso di lottare per il bene di tutti.
Insieme.

“E’ ora di rilasciare la bestia…”

.

.

.

Continua…
 


 

 Nota d'autori:

Piccola precisazione. Siamo a conoscenza degli eventi che stanno succedendo in "Pokémon esplorazioni", ma ci teniamo a ribattere che il nostro pensiero non è cambiato. Il nostro problema non è la qualità della storia ma l'uso di Ash e della sua età, così come i collegamenti che la serie avrebbe con la sua linea temporale. Il rispetto verso un personaggio è fondamentale e sarà una cosa su cui noi personalmente non chiuderemo un occhio. Vi pregheremmo cortesemente di non fare dello spazio commenti un'area di dibattito sulla questione.
Grazie

 
   
 
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