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Autore: dreamer_J812    17/09/2022    0 recensioni
[JackxSophie]
Sophie è un'adolescente con tutto ciò che quest'assurda età comporta, ma ha conservato una parte bambina, per questo può ancora vedere Jack. Ma quand è il momento esatto in cui finisce l'infanzia?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Cinque Guardiani
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 12: Festa di Capodanno
 
Tra i pranzi, le cene e le uscite con gli amici le vacanze stavano passando troppo velocemente per i gusti di Sophie.
Aveva recuperato un po’ di tempo con suo fratello programmando la vacanza che avrebbero fatto insieme la prossima estate. I compiti li aveva a mala pena toccati e, con la scusa che avrebbe lavorato meglio sotto pressione, non aveva fatto altro che procrastinare.
Non che Jack avesse la minima intenzione di farla studiare. Come si metteva un attimo sui libri, l’albino cominciava a tirare palle di neve sul vetro della finestra per sapere se volesse andare a pattinare, un invito che la giovane di certo non rifiutava.
 
Era il primo pomeriggio del trenta dicembre, subito dopo pranzo.
Jack si era intrufolato in casa Bennett quando Sophie era ancora sotto la doccia, così, dopo aver guardato per qualche secondo con nostalgia la porta della camera di Jamie, aveva deciso di aspettarla sul letto.
In quei giorni Sophie l’aveva congedato diverse volte perché doveva uscire con i suoi amici.
Quando era più piccola e i suoi amici credevano in lui era tutto più facile: si aggregava e stavano tutti insieme, anzi non vedevano l’ora di stare con Jack! Era il capogruppo che li faceva divertire combinando mille pasticci. Ma ora che solo Sophie poteva vederlo le cose erano decisamente cambiate. Quella per cui era più difficile era decisamente Sophie che doveva sdoppiarsi nel tempo per non rinunciare ne’ al suo amato Guardiano, ne’ ai suoi amici.
La ragazza era entrata tranquillamente nella propria stanza, sobbalzando appena resasi conto dell’intrusione.
-Jack, mi hai fatto prendere un colpo!- aveva detto portandosi una mano al petto.
-Io a te? Ma ti sei vista?
Sophie era in accappatoio, con i capelli avvolti in un asciugamano messo a turbante e con una maschera per il viso spalmata in faccia.
-Ah-ah. Molto divertente. Ora fammi stare zitta che devo farla seccare.
Si era seduta sulla poltroncina della scrivania con la testa buttata all’indietro intenta a rilassarsi.
-Devo anche scegliere i vestiti. -aveva sbuffato.
-Per cosa?
-Ah, forse non te l’ho detto. Hanna da una festa domani per l’ultimo dell’anno. I suoi genitori le lasciano la casa libera e sarà presente tutto il biennio.
-Fammi capire bene: tu stai cominciando a prepararti ora per una festa che si terrà domani sera?
-Beh, ovvio!
Jack aveva riso. Ancora non riusciva ad afferrare queste dinamiche da teenager.
-Domani pomeriggio verranno qui Emily e Allison per prepararci insieme.
-E tu credi che i tuoi ti lasceranno andare ad una festa senza adulti a supervisionare? Sei fuori di testa!
-Sì, finché non scopriranno che non ci sarà nessuno a supervisionare e a me basterà che lo scoprano la mattina del primo gennaio.
-Sophie Bennett -aveva sussurrato l’albino con tono sorpreso e affascinato- da quando sei diventata così subdola e meschina?
-Da quando ho avuto l’onore di avere te come insegnante.
Si era alzata per andare in bagno a togliersi la maschera e l’accappatoio ed era tornata dopo pochi minuti con solo il reggiseno e le culotte addosso.
Sedendosi alla scrivania si era messa a farsi le sopracciglia con l’ausilio di uno specchio da tavolo e delle pinzette.
-Che mi racconti?- aveva chiesto con nonchalance.
Sebbene Jack fosse rimasto un po’ imbambolato nel vederla arrivare in quel modo, aveva deciso di distrarsi raccontandole le nevicate che aveva fatto venir giù in quei giorni.
Poi la ragazza si era alzata dirigendosi alla finestra e cominciando a contorcersi davanti al vetro.
-Mi spieghi che stai facendo?
-Controllo se mi sono fatta bene i pelini.- si era seduta sul pavimento per guardarsi dietro le cosce.
Jack si era tappato la bocca con la mano per non riderle davanti.
-Sembri un gatto!
-Molto divertente. Sai che figura di merda faccio domani se non sono perfetta?
-Ma ci saranno talmente tante persone, chi vuoi che ci faccia caso?- aveva detto l’albino, senza pensare.
-Nessuno mi noterà, vero?
-No, no, no, no, Sophie, non intendevo questo. Tu sarai sicuramente bellissima, dico solo che ci saranno tantissime persone e le luci saranno soffuse e… 
Ormai era troppo tardi.
-Domani ci sarà Justin con la sua nuova ragazza e io volevo…
-Frena, frena. Tu ti stai facendo bella per quello là?
Sophie aveva annuito. Jack era disgustato al pensiero.
-Beh, non per lui, per farlo ingelosire e fargli pentire di come mi ha trattata.
Jack si era portato una mano agli occhi scuotendo e abbassando la testa con disapprovazione.
-Sophie, tu non devi andare alla festa per lui, devi andarci per te, per divertirti! Non hai bisogno di far ingelosire, ne’ di dimostrare niente a nessuno. -si era avvicinato a lei accarezzandole le braccia e guidandola davanti allo specchio da parete che aveva in camera, posizionandosi dietro di lei- Guardati, sei bellissima. Tu non hai bisogno di Justin, ne’ di nessun altro coglione. – le aveva fatto alzare il mento con la mano- Testa alta e sguardo dritto avanti, sempre. La tua vita devi viverla per far piacere a te, non agli altri. 
L’aveva fatta voltare.
-Ora voglio che tu mi guardi negli occhi e che mi prometta che domani andrai a quella festa esclusivamente per te e che il tuo unico obiettivo sarà divertirti e stare bene.
-Promesso. -aveva sussurrato Sophie dopo alcuni secondi di interminabile silenzio in cui un nodo in gola le impediva di proferir parola.
Ogni volta Jack la sorprendeva con le tue parole o con un semplice gesto, riportandola sulla sua strada allorché qualche evento provasse a depistarla. In quel periodo si sentiva in balia delle onde e Jack era la zattera in mezzo alla tempesta, il suo punto fermo.
Era sgattaiolata via dalla sua presa per andare a vestirsi e raggiungere sua madre e Jamie in cucina in cerca di qualche biscotto, tornando su per porgerne uno a Jack. 
-Grazie di tutto.- gli aveva detto timida.
-Falla finita.- le aveva stampato un bacio in fronte prima di buttarsi sul letto e addentare il biscotto sbriciolandolo sul piumone- Ti ricordo che non mi hai ancora mostrato la mia sorpresa.- aveva detto sputacchiando qualche briciola.
-Giusto! Chiudi gli occhi e non sbirciare!
Aveva tirato fuori dall’armadio un paio delle sue vecchie ali da fatina, una maglia di quando era piccola e una gonnellina hawaiana fucsia con i fiori, mentre Jack si era portato le mani sugli occhi.
-Non sbirciare!
-Non sto sbirciando!
Ma incuriosito dal trambusto aveva ridotto un occhio ad una piccola fessura tentando di intravedere tra le proprie dita cosa stesse accadendo.
Sophie si era levata la maglia, mettendosi al suo posto la maglia arancione con il cuoricino che ora le stava stretta alle spalle e le arrivava sopra l’ombelico e sopra si era sistemata le sue ali rosa.
Si era legata i capelli in una codina disordinata come faceva da piccola e sopra la testa si era sistemata una tiara messa un po’ storta. Quanto alla gonna, l’aveva sistemata sopra i pantaloni della tuta.
-Sono pronta! Puoi aprire gli occhi!- aveva esclamato in piedi in fondo al letto, agitando i fianchi per muovere i fronzoli della gonna.
-Oh mio…
Jack non se lo aspettava per niente e Sophie era divertita dalla sua espressione. Si era inginocchiata ai suoi piedi buttandosi di peso sul letto.
-Che ne pensi?
-Penso che questa sia la cosa più simile ad un film per adulti che io abbia mai visto.
Si era beccato un pugno sul braccio.
-Dai, dico davvero!
-Penso che questa maglietta ti stia strettissima e ti faccia le tette più grandi di quanto tu le abbia.
-Ei!- aveva esclamato portandosi gelosamente le mani al seno- Guarda che le mie tette hanno appena incominciato a crescere.
-Va bene, va bene, scusa!
L’albino le aveva sfiorato le ali con la punta dei polpastrelli, non riusciva a credere che le avesse conservate e che se le fosse davvero messe addosso.
-Attento, ti prego. Non vorrai farmi del male.- aveva detto la ragazza con voce timida come faceva quando era bambina.
-Mai, mia principessa. -aveva risposto Jack anche lui iconizzando la sua risposta.
Vedendo Sophie in ginocchio davanti a lui con quel sorriso e gli occhi che brillavano, avrebbe tanto voluto baciarla. Se non fosse stato per…
-Sophieeee!
La voce di suo fratello la stava chiamando. La ragazza si era fiondata al piano di sotto correndo sul passamano delle scale e beccandosi un rimprovero dalla madre.
-Ma come ti sei conciata?
-Sono una fatina!
-Quando crescerai?
-Quando mi presenterai la tua ragazza ti prometto che crescerò di un secondo.- aveva detto afferrando un biscotto e facendo l’occhiolino a Jamie.
A quanto pare voleva solo sapere se le andava la pizza per cena così era tornata in camera. Aveva donato a Jack la metà del biscotto mezza mangiucchiata che non le andava più.
-Quindi? Tutto qui? Fammi almeno un balletto!- aveva biasciato visto che aveva tutto il biscotto in filato in bocca.
-Io volevo giocare un po’.
-A cosa?
-A quello a cui giocavamo quando ero piccola!
-Ma non avevi detto che non ti andava più di fare certi giochi?- aveva chiesto Jack ricordando quell’orrendo giorno.
-Sì, ma ora mi va e solo un pochino!
-Okay! Non mi chiedi di fare niente di diverso da ciò che faccio sempre.
Sophie aveva cominciato a saltare sul letto per poi cadere sul materasso ridendo.
-Ciao, io sono la fatina Sophie, la protettrice dei fiori.
-Ciao bella fatina, io sono Jack Frost, lo spirito del gelo.
-Dai, ma che noia!- aveva detto la bionda allargando le braccia- Inventati un personaggio!
-Beh, allora sono uno stregone cattivo!
-Tanto non mi prendi!- aveva detto Sophie facendogli la linguaccia, ma non aveva fatto  a tempo ad alzarsi che Jack l’aveva già catturata. Lei era scoppiata in una risata giocosa.
-Come osi ridere?- aveva chiesto Jack imitando una voce profonda e gutturale.
Le stringeva piano i polsi mentre lei si dimenava.
-Faccio male?- aveva chiesto a bassa voce. Sophie aveva scosso la testa così aveva ripreso a fare il vocione- Ora tu sei mia prigioniera e nessuno potrà liberarti!
-No, perché mi libero da sola!
Si era liberata dalla presa di Jack e afferrando un cuscino glielo aveva sbattuto ripetutamente addosso.
-Mi arrendo, mi arrendo!- aveva urlato Jack in preda alle risate.
La ragazza gli aveva concesso una tregua, stendendosi accanto a lui.
-Sappi che rappresentavo uno stregone molto debole, se avessi interpretato me stesso non avresti avuto scampo.- aveva detto una volta ripreso fiato dalle risate.
-Sottovaluti che sono una fata molto potente.
Una volta che anche Sophie aveva regolarizzato il respiro si era tolta le ali e la tiara mettendole di nuovo nell’armadio.
-Come? Già finito?
Jack si era tirato sui gomiti, la guardava con fare interrogativo.
-Tra poco arriveranno le pizze. Volevi la rivincita?
-Magari. -aveva detto l’albino facendo spallucce.
 
L’indomani le sue amiche erano arrivate subito dopo mangiato e di corsa si erano chiuse in camera a prepararsi e spettegolare. Sophie si era rifatta la doccia per sistemarsi i capelli prima del loro arrivo.
Jack aveva deciso di non intromettersi nelle loro delicate questioni da adolescenti; sarebbe passato a trovare Sophie solo prima della festa.
Le ragazze avevano passato il pomeriggio ad escogitare piani per far passare qualche bianca bugia ai genitori, in modo che le loro versioni combaciassero. Avevano parlato di ragazzi, si erano aggiornate sulle nuove coppie e su quali si erano lasciate per non farsi il regalo di Natale. La differenza tra Sophie e le sue amiche è che lei non aveva fatto nessun commento cinico.
Si erano truccate, messe lo smalto a vicenda e sistemate i capelli. Sophie aveva deciso di indossare alcuni dei nuovi capi che aveva acquistato durante lo shopping della Vigilia, proprio come avevano fatto le sue amiche.
 
Jack aveva approfittato di quel momento per passare a trovare la sua fidata consigliera.
-Dentolinaaa! Ho bisogno di te!- aveva urlato atterrando nel palazzo trasportato da una folata di vento e un migliaio di fiocchi di neve.
Alcune fatine gli erano subito volate incontro prima che la loro regina apparisse.
-Jack, che piacere! Come è andato il giro con North?
-Benone! Ho mangiato un sacco di biscotti.- aveva detto massaggiandosi la pancia.
-Anche North è stato molto felice del tuo aiuto. Sono passata da lui ieri, era bello stanco. Penso che passerà tutto il mese di gennaio a dormire.
-Come stai?
-Oh beh, pare che molti bambini si siano spaccati o abbiano perso qualche dente giocando con i doni di Natale. Non capisco se è North che sta costruendo giochi pericolosi o se sono i bambini ad essere sempre più spericolati. Insomma, non è da lui!
-Oh, no! E come fate con i dentini spaccati?- aveva chiesto l’albino preoccupato per i ricordi.
-Non cambia niente, li prendiamo e li custodiamo allo stesso modo, ovviamente lasciando il soldino. I ricordi sono conservati nella parte interna del dente, nella radice.
-Cosa?! Aspetta, ma quindi perché rompi le scatole con il dentifricio e il filo interdentale?
-L’igiene orale è importante, Jack, non sottovalutarla!- aveva detto sventolandogli davanti l’indice per rimproverarlo, poi si era addolcita- Tu come stai?
-Bene, direi.- aveva detto Jack seguendo in volo la fata.
-E Sophie? Ha rotto con quel Justin?
-Sì, da un pezzo a dire il vero.
-Che ti avevo detto? E con lei come sta andando?
-Beh, a dire la verità non lo so.- si era grattato la nuca.
-Ma come non lo sai?- Dentolina lo stava guardando negli occhi- L’altro giorno c’era suo fratello e lei ha sceltodi passare il pomeriggio con te.
-Aspetta, ma tu come-
-Le mie fate.
-Vuoi smetterla di spiarmi?
-E tu l’hai portata a New York per Natale… è così romantico! -la fata sembrava non averlo sentito- Pare che la vostra amicizia stia crescendo ancora.
La fata stava catalogando dei dentini portati dalle sue fatine riponendoli nei contenitori dorati. Svolgeva il suo compito con grande cura e passione e non con la solita fretta.
-Sì, hai detto bene.- aveva detto l’albino in riferimento alla parola amicizia, aveva sospirato.
-Ma tu cosa vorresti da lei? Insomma vorresti qualcosa di più o no? 
-Non lo so, io…- si era seduto in una delle scanalature del castello con una gamba penzoloni- Io non vorrei incasinarla. So solo che ultimamente quello che provo per lei è cambiato. È come se fosse un macigno sempre più grande e io non sono abituato alle cose pesanti, ne’ ad avere segreti con lei.
-Beh, allora diglielo.- l’aveva fatta semplice la fata.
-Ci ho provato ma non riesco a trovare le parole giuste e non so se lei vuole questo da me. Ho paura di rovinare tutto.
-Ancora?? Oh, andiamo, tu le piaci da impazzire. Non hai notato la sua reazione quando ti sei tolto la giacca? Stava praticamente sbavando!
-E questo come fai a saperlo?
-Me l’ha detto un uccellino…- aveva risposto con tono vago e innocente la regina dei dentini, guardando da tutt’altra parte.
-Dente da latte! -aveva esclamato Jack in tono accusatorio.
La fatina aveva pigolato qualcosa portando i palmi al cielo come per giustificarsi.
- Credo tu debba far chiarezza su quello che desideri. Chiedi una mano a Sandy, lui conosce i sogni di tutti!
-Ma io sono un Guardiano!
-E pensi che per questo non ti sia dato di avere dei sogni?
La fata del dentino stava scrutando un molare con la lente di ingrandimento, quando Jack aveva cercato ancora la sua attenzione.
-Quando… quando sto con Sophie io sento una forte attrazione che mi lega a lei.
-Si chiama attrazione fisica, Jack.- aveva spiegato continuando a scrutare il morale.
-Si ma come la controllo? Mi viene da starle sempre appiccicato e vorrei baciarla e toccarla e-
-Okay, non entrare nei dettagli, grazie.
Riponendo in un secondo la lente, la fata gli era svolazzata intorno di nuovo.
-Voglio solo dire che una pulsazione sempre più forte e io non so come fare a gestirla.
-Hai imparato a gestire i tuoi poteri, questa sarà una passeggiata!
-Non è così, sai che sono molto istintivo! Ho paura che Sophie si accorga…
-E quale sarebbe il problema? E poi, oh… è così carino! Sophie ti piace davvero tanto!- aveva esclamato la fata con gli occhi a cuoricino.
-Sì, ma io continuo a non sapere come fare.
-Sei decisamente adorabile.- aveva detto la fata con in volto un sorriso sognante e intorno alcune delle sue aiutanti con la stessa espressione
-Non mi stai aiutando!
 
Con Dentolina in preda ai suoi filmini mentali, la chiacchierata non era stata così proficua come Jack aveva sperato e si era rimesso in volo verso casa della giovane amica.
L’albino non aveva mai veramente afferrato perché Sophie uscisse con Allison e Emily. Forse il nodo della loro amicizia risiedeva semplicemente nel fatto che erano in classe insieme, vicine di banco e che condividevano, oltre all’aiuto reciproco per i compiti, una marea di pettegolezzi e chewing gum. Il fatto è che a parte questo avevano non molto in comune
Allison era una ragazza alta, dai capelli biondi pieni di ricci che le arrivavano poco sotto le spalle, sul nasino a punta e lievemente lentigginoso portava degli occhiali dalla montatura fine che le incorniciavano gli occhi color verde chiaro. Non era decisamente una sportiva: aveva le unghie sempre rifatte e un armadio pieno di scarpe col tacco, abbastanza inutile visto che la natura l’aveva già dotata di una notevole altezza. Era in bagno a piastrare i capelli a Emily, invidiosa di non poter fare altrettanto con i suoi piccoli e indomabili ricci. Sophie stava finendo di truccarsi nella sua stanza, quando Jack era entrato senza chiedere troppi permessi. La ragazza si era tirata in piedi di scatto, pronta a ricevere la sua sentenza.
-Sono vestita troppo da zoccola?
Jack aveva paura di pronunciare quel  che aveva in testa. Non era mai stato bigotto e bacchettone, ma era abituato a vedere Sophie con le magliettine rosa su cui erano cuciti fiori e farfalle di stoffa e non con calze a rete, una minigonna di pelle, una maglietta attillata  con pietre e brillantini cuciti sulle maniche.
-Ehm… sicura di non avere freddo?
-Non cambiare argomento.
-Dico solo che è pieno inverno e… Come farai ad uscire così senza che tua madre ti veda?
Sophie aveva afferrato un giaccone lungo e un paio di jeans.
-Li infilerò sopra.
-E come ci arrivate alla festa?
-Ci accompagna mio padre fino al cancello.
-E tu credi che non sospetteranno nulla?
Aveva fatto spallucce con noncuranza, si era finita di sistemare al volo il mascara e si era voltata di nuovo verso Jack.
-Puoi dirmi che ne pensi, per piacere?
In quel momento Allison e Emily erano entrate in camera di Sophie e Jack si era spiaccicato alla parete per non essere travolto, o peggio attraversato.
-Non dirmi che vuoi metterti gli anfibi?- aveva detto Allison con tono un po’ spocchioso.
-Sì, perché?
Jack era pronto a giurare che Allison fosse cresciuta altri cinque centimetri dall’ultima volta che l’aveva vista. Ma cosa mangiava quella ragazza?
Ad ogni modo anche lei indossava una gonna nera molto corta con sopra una camicetta verde lucida e degli stivali alti fino al ginocchio. Era molto più truccata di Sophie. Quanto a Emily, indossava degli stivali simili a quelli dell’amica e un tubino nero  che le lasciava le spalle coperte solo dai capelli corvini.
-Eddai, Sophie! Stai sempre con quelle scarpe. Stiamo andando ad una festa!
Tempo di far parlare le amiche che se le era già allacciate.
-Queste vanno benissimo.- aveva sentenziato infilandosi sopra jeans e giacca. Le amiche avevano fatto lo stesso, poi euforiche erano uscite dalla stanza. Sophie aveva lanciato a Jack uno dei suoi sguardi alla “stanne fuori” e le aveva seguite.
Jack avrebbe voluto farsi gli affari suoi. Avrebbe voluto svolazzare in qua e là congelando qualche finestra e facendo scendere qualche fiocco di neve. Avrebbe voluto aspettare il suo rientro seduto sul ramo di un albero a guardare la Luna ed è quello che inizialmente aveva anche fatto, ma poi aveva ceduto alle sue tentazioni e si era precipitato a casa di Hanna.
Era una piccola villetta residenziale alla periferia della città. Jack adorava come i suoi genitori la addobbavano per Halloween. Ora era adornata con tante lucine di natale colorate. Dalla strada si sentiva il rumore della musica. Jack si era fermato un secondo atterrando davanti all’imponente cancello chiedendosi se fosse davvero la cosa giusta da fare, poi si era risposto che di cose giuste non ne faceva poi così tante e che una più una meno cambiava poco.
Aveva fatto un giro intorno alla casa finchè non aveva trovato un accesso da cui entrare.
La festa era cominciata ormai da più di tre ore. La musica rimbombava nelle stanze, scuotendo le pareti e fracassando i timpani al povero Jack che tentava di tapparsi le orecchie mentre tra la folla cercava Sophie.
Aveva provato a chiedere in giro ma nessuno poteva sentirlo e non gli sembrava il luogo dove avrebbe potuto trovare un bambino, ne’ tanto meno l’ipotetico bambino avrebbe saputo rispondere alla sua domanda. Aveva continuato a cercare per neanche lui sapeva quanto, aveva perso la cognizione del tempo. Quando finalmente, eccola lì.
Sophie era un po’ in disparte appoggiata ad una parete. Jack si era fiondato da lei, ma era stato interrotto da un ragazzo che le si era avvicinato, sembrava di un paio d’anni più grande di lei.
-Che fai qui da sola?- aveva chiesto ad alta voce per sovrastare la musica.
-Non mi sento molto bene.
Si sentiva la testa pesante, tutto intorno a lei girava e se chiudeva gli occhi forse era anche peggio.
-Dai, ti porto di là così ti riposi un pochino, eh?
Il ragazzo aveva messo la mano sul fianco di Sophie prima di cingerle la vita. Non c’era tempo. Jack aveva agito d’impulso congelando appena il braccio libero del ragazzo per non infastidire Sophie e aveva fatto correre un brivido lungo la sua schiena costringendolo a staccarsi.
Che strano” aveva pensato lui, ma non aveva intenzione di demordere. Si era riavvicinato a Sophie. Era una preda troppo facile. Jack non poteva permetterlo. Il ragazzo si era avvicinato , tirando il corpo di lei aderente al proprio, ma proprio mentre stava per baciarla una folata di vento e fiocchi di neve l’aveva separato bruscamente da lei. Spaventato, era scappato, lasciando Sophie a barcollare. Si reggeva a stento in piedi. Jack si era prontamente tuffato a sorreggerla, appena in tempo.
-Vergognati, brutto pezzo di merda.- aveva borbottato prendendo Sophie sotto braccio.
Per fortuna era stato a casa di Hanna tantissime volte quando lei era piccola e sapeva benissimo dove si trovasse il bagno più vicino. Aveva chiuso la porta congelandola con i suoi poteri.
-Okay, se vogliono pisciare andranno da un’altra parte. Tanto in questa casa ci sono quattro bagni.
Si era spolverato le mani prima di raggiungere Sophie, che aveva adagiato a terra con la schiena al muro.
-Mh… mi gira la testa.
Effettivamente non aveva un bell’aspetto, ma a Jack non era sembrato carino farglielo notare.
-Quanto hai bevuto?
-Mica tanto… mh… non lo so… ahi!
Si era portata una mano alla tempia.
-Ma non sei abituata! E dove sono le tue amiche?
-Emily è a pomiciare. Allison non lo so.- aveva biasciato con estrema fatica.
-Belle amiche.
La testa le faceva sempre più male.
-Vuoi stenderti? Sophie, bevi l’acqua dal rubinetto.
-Non mi va.
-Devi bere un po’ d’acqua, dai, dai retta a me.
Qualcuno aveva bussato pesantemente alla porta.
-Occupato!- aveva urlato Jack, poi rivolgendosi a Sophie- Non possono sentirmi, diglielo tu.
-Jack Frost ha detto che è occupato!
-Okay, la nostra reputazione a scuola è ufficialmente fottuta.
Si era seduto accanto a lei. Restarono entrambi in silenzio per qualche secondo, poi era stata Sophie a romperlo.
-Non mi hai neanche detto come sto.- aveva detto inclinando la testa verso Jack.
-Sophie… sai che sono sincero con te. Ti direi che stai bene se tu ti sentissi bene vestita così ma… so che non è così. Tu non sei così. Perché lo stai facendo? Per le tue amiche, per moda, per piacere a qualche ragazzo? Comunque ne riparliamo domani quando mi segui di più nei discorsi.
Sophie si era stropicciata la gonna con una mano.
-Justin non mi ha neanche notata. Mi è passato accanto dandomi una spallata.
-Che palle questo Justin!
-Dici che non mi sta bene?
-Che?
-La gonna.
-Dico che saresti bella anche con un sacchetto del sudicio addosso. Ma così non sei tu. Perché vuoi a tutti i costi uniformarti alle altre?
La ragazza aveva fatto spallucce, prima che un conato vomito la assalisse costringendola a piegarsi sul bidet che aveva a fianco. Jack si era improvvisato parrucchiere passandole le dita tra i capelli per raccoglierglieli in una coda che teneva con l’altra mano.
Aveva bevuto qualche sorso d’acqua e si era pulita la bocca col polso.
-Sto di merda.
-Lo vedo.
Si era riappoggiata al muro e Jack l’aveva fatta appoggiare alla sua spalla. Avevano chiuso entrambi gli occhi rimanendo di nuovo in silenzio per diversi minuti, aspettando che Sophie stesse meglio.
-Credo sia perché ho paura di rimanere sola.
-Tu non sarai mai sola.
Mentre pronunciava quelle parole, l’albino aveva intrecciato le dita a quelle della ragazza.
Fuori si sentivano le urla e gli scoppi, probabilmente era appena iniziato il nuovo anno.
-Scusa.
-Per cosa?
-Per questo casino.
-Sophie, è da quando sei piccola che sono accanto a te quando vomiti.
-È una dichiarazione d’amore?
-In un certo senso sì. Stai meglio?
-Sì, grazie.
Le aveva baciato la testa.
-Buon anno, piccola.
-Buon anno, Jackie. 
   
 
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