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Autore: Bombay    18/09/2022    2 recensioni
Questa è una raccolta delle one shot e delle flash fic che sto scrivendo durante il contest della challenge: writeptember2022 indetta sul gruppo “Facebook Hurt/Comfort Italia, Fanart e Fanfiction Gruppo Nuovo” seguendo i prompt giornalieri.
I personaggi, le coppie e il rating varieranno ad ogni storia, ma troverete le specifiche all’inizio.
- Crescere [Yuri/Otabek]
- Il brutto anatroccolo [Yuuri/Victor]
- Stanchezza [Yuri/Otabek]
- Ancora [Yuri/Otabek]
- Ascensore [Yuuri/Victor]
- Calore [Yuuri/Victor]
Genere: Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Otabek Altin, Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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< Challenge: #writeptember2022 #Giorno16 del gruppo “Facebook Hurt/Comfort Italia, Fanart e Fanfiction Gruppo Nuovo”

Prompt: 1 “Ma cosa vuoi da me?” – 2 “Ora stai esagerando”

 

Titolo: Ancora

Autore: Bombay

Fandom: Yuri on ice

Genere: romantico, Hurt/Comfort

Tipo: one shot

Coppia: yaoi

Personaggi: Yuri Plisetsky, Otabek Altin

Rating: PG-13 - verde

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma del rispettivo autore. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

Disclaimers: i crediti delle immagini sono degli autori (fonte Pinterest)

 

 

Ancora

 

Lo stadio del ghiaccio di Cavalese esplose in un fragoroso applauso quando la musica si estense, Yuri Plisetsky sciolse la figura finale, cercando di riprendere un minimo di fiato per uscire dalla pista. Chiuse la mano a pugno ed alcune gocce di sangue caddero sul ghiaccio.

Uscì dalla pista stringendosi la mano al petto imprecando in tutte le lingue che conosceva.

“Sei bello come un angelo, ma ti esprimi come il peggior scaricatore di porto”

Il giovane biondo si voltò verso l’altro “Sta zitto JJ” sbottò furente, Yakov lo raggiunse controllando il taglio sul palmo della sua mano, ma il ragazzo la ritrasse “È solo un graffio” sentenziò andando negli spogliatoi. Si era ferito afferrando la lama del pattino tirando indietro la gamba, non aveva bene idea di come avesse fatto, aveva sentito un bruciore intenso, ma si era reso conto di quello che era successo solo ad esibizione conclusa. Entrò nel bagno e mise la mano sotto l’acqua corrente sollevò lo sguardo e vide Otabek osservarlo dalla porta.

“Posso aiutarti?” domandò avvicinandosi.

Altin era l’unico con cui poteva essere semplicemente sé stesso, anche se ultimamente erano riusciti a vedersi solo alle gare o a eventi come quello.

Il giovane kazaco gli si avvicinò e prese la mano nella sua esaminando la ferita.

“Non è profondo, ti fa male?”

“Brucia” anche se in quel momento il dolore alla mano era l’ultimo dei suoi problemi.

Rimasero in silenzio mentre il kazaco gli disinfettava e fasciava la mano, con cura e Yuri lo spiava di tanto in tanto. Era sempre stato così bello?

“Ecco tienilo d’occhio se si gonfia è meglio se vai in pronto soccorso”

 

La cena di gala si era protratta più del previsto, tra interviste e foto. Il pattinatore russo era proprio stanco non vedeva l’ora di andare in hotel e seppellirsi sotto al piumone.

Uscì dal retro del locale il cappuccio della giacca a vento tirato su, ma non servì a niente sentì gli schiamazzi prima di vederle arrivare, ma colse anche il rombo di un motore. E si ritrovò a sorridere.

“Sali” ordinò Otabek dandogli il casco che Yuri indossò quando era già in sella alla moto del kazako.

Yuri gli circondò la vita con le braccia aderendo alla sua schiena con la scusa di non cadere dalla sella.

Come due anni prima Otabek lo aveva salvato dall’orda invadente delle sue fan.

Quando si fermarono ad un semaforo si rese conto che non stavano andando al suo hotel.

“Il mio hotel e dalla parte opposta” gridò per farsi sentire oltre il rombo del motore.

“Lo so, vuoi che ti ci porti subito?” chiese voltandosi di tre quarti.

“No” improvvisamente non si sentiva più stanco e annoiato con Otabek avrebbe potuto fare qualunque cosa.

 

L’aria pungente della notte di fine febbraio lo fece rabbrividire o forse era la vicinanza stretta di Altin o non lo sapeva.

Otabek fermò la moto in uno spiazzo, una area pic-nic che dava su una zona panoramica, da dove di vedeva il paese ed i monti era uno spettacolo da mozzare il fiato. Il cielo limpido punteggiato di stelle. Yuri scese dalla moto, togliendosi il casco e ravvivando i capelli.

“Perché mi hai portato qui?” domandò curioso.

“Per godere del panorama e del silenzio” rispose poggiandosi al parapetto, fissando le luci quindi diede una occhiata all’orologio.

“Mi dispiace di non essere riuscito a venire a San Pietroburgo a Natale” disse all’improvviso, mentre Yuri si appoggiava accanto a lui e fissava il cielo.

“Non fa niente” mormorò, invece gli era dispiaciuto davvero tanto, sperava di poter trascorrere del tempo con lui, fuori da una pista di ghiaccio.

“Come va la mano?” chiese prendendola tra le sue.

“Bene” rispose, non capiva perché si trovavano lì.

“Ma cosa vuoi da me?” chiese la voce gli tremò impercettibilmente erano due anni che era in bilico con quel sentimento che lo turbava, lo distraeva, lo confondeva. L’unico amico che aveva era proprio Otabek, ma non poteva confidarsi con lui, perché era lui la causa di quella confusione che aveva nel cuore e nella mente.

Otabek gli si avvicinò, bloccandolo tra il parapetto e il proprio corpo, Yuri poteva avvertire il suo calore e i loro respiri si condensavano in piccole nuvolette bianche. Il kazaco occhieggiò l’orologio che aveva al polso. L’aveva guardato spesso in quegli ultimi minuti, che cosa stava aspettando? Doveva essere tardi, non aveva fatto caso all’ora quando era uscito dal ristorante.

L’aria fredda si insinuava nel suo giaccone facendolo rabbrividire; in quel momento gli venne in mente, un commento di Victor: qualche tempo prima, durante un allenamento, non era per nulla concentrato e Victor gli si era avvicinato con un sorriso sincero e gli aveva detto: “Si vede proprio che sei innamorato, Yuri”

Un campanile lontano prese a battere l’ora.

Innamorato, sì, di Otabek.

La mano calda del kazako si posò sulla sua guancia fredda, fissandolo con una intensità che gli fece quasi paura. E Otabek cosa provava per lui?

I rintocchi proseguivano, in un lampo di consapevolezza si rese conto che era mezzanotte.

Nel momento stesso in cui si esaurì l’ultimo rintoccò le labbra di Otabek si posarono sulle sue. Fu un contatto breve, ma nel giovane russo scatenò una ridda di sensazioni che gli fecero girare la testa.

“Buon diciottesimo compleanno” sussurrò sollevandosi appena.

Yuri si aggrappò a lui per non cadere aveva il fiato corto come alla fine di un programma.

“Ancora” si sentì dire e Altin posò nuovamente la bocca sulla sua, ma questa volta il bacio fu diverso. Sentì la lingua dell’altro toccare le sue labbra chiedendo il tacito consenso di entrare e lui le schiuse assecondando la lingua dell’altro, inseguendola, lambendola era un campo in cui non aveva esperienza.

Si tirò indietro senza fiato si asciugò un rivolo di saliva che gli colava sul mento.

“Scusa, io oltre a pattinare non so fare altro”

“Ora stai esagerando” mormorò baciandolo ancora.

“È la verità” mormorò abbracciandolo non voleva staccarsi da lui.

“Stai tremando” disse.

“Mi hai portato sul cucuzzolo della montagna per ammirare il panorama, è notte fonda e…”

“La mia non era una domanda”

Yuri scoppiò a ridere “Baciami ancora” pretese “Ancora. Ancora. Non smettere mai”

Otabek sorrise sulla sua bocca “Devo respirare ogni tanto”

“No, respiri me solo me”

 

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Ok non mi convince molto, ma non ho avuto un granché di tempo oggi per lavorarci di più.

 

   
 
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