Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: primimesi    19/09/2022    0 recensioni
“Perché piangi?” le chiese, avvicinandosi notò pure una guancia arrossata, segno che qualcuno doveva averla colpita. “Ti ha dato uno schiaffo?” le chiese, iniziando ad arrabbiarsi
“E’ che…” provò a rispondere la donna, cercando di fermare i bollenti spiriti dell’uomo. Ryo non aggiunse altro, era deciso di uscire da lì e prenderlo a pugni, anzi gli avrebbe direttamente sparato in fronte, ma Kaori riuscì a bloccarlo afferrandolo per un braccio. “Aspetta! Fermati, ti prego!” lo supplicò, mentre ancora piangeva
“Fermarmi? Perché mai? Quel rincoglionito ti ha alzato le mani, e io lo ammazzo!”
“Per favore! Lascia perdere! Ormai è fatta!”
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Ho scritto questa storia su una ispirazione del momento, mi ha sorpreso vedere quanta gente ancora ora scriva storie riguardante questo anime, e vedere anche quante recensioni ci siano su tante storie! parliamo di un anime degli anni 80/90, si vede che in tanti abbiamo trascorso l'infanzia con City Hunter, un po' come con Ranma. Ho rivisto l'anime diciamo di recente (qualche annetto fa) e l'ho guardato due volte! ho letto solo qualche capitolo del manga, ma niente di che! perciò, mi baso totalmente all'anime (fortuna che poi il doppiaggio ha messo i nomi originali dei personaggi).
Scusatemi in anticipo per eventuali errori di grammatica ecc... a ben pensarci... è anche la prima volta che scrivo su personaggi di un anime! fatemi sapere cosa ve ne pare, se vi va! :)

 

Dopo anni che Kaori rincorreva sentimentalmente Ryo, si era stancata, non sapeva dire quando accadde, ma un giorno ebbe come l’impressione di non provare più un particolare interesse nei suoi confronti. Ryo era tutto per lei, ciò che rimaneva di suo fratello, quello che l’aveva aiutata e protetta in svariate occasioni, e lei continuava a provare un profondo affetto per lui. Da quando aveva incontrato Hiro, smise pure di arrabbiarsi quando lo vedeva fare l’idiota con le altre donne, rendendosi conto che meno lo rimproverava, meno Ryo faceva il cascamorto, ma non le interessò più pensarci a lungo, viveva alla giornata, continuando a restare con lui e lavorare insieme, decidendo di frequentare Hiro.

Hiro era un giovane medico, si erano incontrati ad una festa, quando Kaori una sera aveva deciso di accettare l’invito di una sua vecchia amica, mentre Ryo era in giro per locali a spassarsela, da quel giorno le cose cambiarono per entrambi. Lei aveva iniziato a portare Hiro a casa, e Ryo si dileguava pochi minuti dopo, non importava cosa stesse facendo in quel momento, preferiva allontanarsi piuttosto che rimanere là troppo a lungo.

Una sera quando Ryo ritornò a casa dopo una passeggiata, trovò Kaori molto indaffarata, notando poi che la donna aveva messo in giro vari sacchi e una valigia. “Dove stai andando?” le chiese lui, un po’ perplesso

“Ah Ryo!” esclamò lei nel vederlo – Scusa ma mi sto trasferendo da Hiro, è una cosa decisa così su due piedi, perciò mi sto sbrigando”

“Tu… cosa?”

“Scusa, ma sta tranquillo! Verrò ogni giorno qui a preparati il pranzo e la cena, e ovviamente andrò alla bacheca a controllare se abbiamo clienti, non cambia niente”

“Come vuoi” replicò l’altro, lanciandosi sul divano in modo animalesco.

Kaori ebbe l’impeto di rimproverarlo, ma non lo fece, ormai quella casa non le apparteneva più, perciò per quanto le importava, poteva pure distruggere divani e tavoli.

Quando Kaori finì di sistemare tutto, la vide poi andare via, non si scomodò per aiutarla, e quando si rese conto che Hiro era salito per aiutarla avvertì una sorta di fastidio che non sapeva spiegare, poi udì la porta chiudersi. Se n’era andata, senza dire di più, senza pensare che lui potesse sentirsi solo, lo aveva infine veramente lasciato… aveva conosciuto quell’Hiro da solo pochi mesi, e non credeva di vederla andare via così velocemente, la casa senza di lei sarebbe stata totalmente vuota, si sentì invadere di una tristezza infinita, che se non fosse stato Ryo Saeba, il miglior sweeper in circolazione, probabilmente avrebbe finito per piangere disperatamente, ma aveva ancora un orgoglio e una dignità da mantenere.

 

“Ryo come l’ha presa?” chiese Miki a Kaori, mentre questa era seduta al bancone a prendere un caffè

“Del fatto che mi sono trasferita?! Bene, credo! Non penso gli interessi particolarmente”.

Miki guardò la sua amica, non sapeva dire se Kaori credesse a quello che diceva o se lo diceva perché sperava che fosse realmente così, quel che era certo, Ryo non era per niente felice, e ne ebbe conferma quando lui entrò al bar.

“Oh Ryo!” disse Kaori non appena lo vide – Oggi non ci sono state richieste” lo informò – Volevo venire a dirtelo, ma mi sono fermata prima da Miki”

“Va bene” rispose lui, sedendosi accanto a lei, con un viso piuttosto annoiato

“Io ora vado! Ho delle cose da fare! Ciao Miki, ciao Umi, ci vediamo domani”.

I due amici la salutarono felici, poi lei si rivolse al suo socio “E tu fa il bravo!” detto quello andò via.

Miki e Umibozu si guardarono nei volti, comprendendo la strana situazione che si era venuta a creare tra i due da un po’ di tempo a quella parte. “Ti dispiace che se ne sia andata a vivere da un’altra parte?” chiese Umibozu a Ryo

“Ma figurati” rispose lui, annoiato

“Si vede da un miglio di distanza che ci stai male!” continuò Umibozu

“Se lei è felice, lo sono anch’io! E poi, ora sono molto più libero!”.

Sia Miki che Umibozu sapevano perfettamente che Ryo stava mentendo, un po’ come Kaori, anche se lei in quel momento era sicuramente molto più felice di lui, aveva deciso di farsi una vita, ed era anche l’ora dato che di Ryo non ci si poteva fidare, non in quel senso quanto meno.

Nei mesi successivi, Kaori cominciò a farsi vedere di meno da Ryo, andava da lui solo in caso di lavoro, e quando c’erano periodi in cui nessuno aveva bisogno di City Hunter, non si vedevano e neanche sentivano. Frequentavano lo stesso bar, ma in orari diversi, era come se cercassero di evitarsi, anche se nessuno dei due lo faceva consciamente.

Era mattina quando Kaori entrò in casa di Ryo, la sua vecchia casa. Lui era stirato sul divano, non stava facendo nulla, era immerso nei suoi pensieri, ma quando udì la porta scattò in allerta, la donna si stava facendo viva dopo più di due settimane che non si vedevano. “Qualcuno ha bisogno di me?” chiese, non appena la vide entrare

“Ehi, Ryo!” esordì Kaori, sorridente – Come stai?”

“Non bene se non lavoro! Mi sto annoiando da morire!” ammise lui

“Sì, lo so, ti conosco! Comunque ho controllato e non c’è nessuna richiesta, mi dispiace. Però, proverò pomeriggio”.

Ryo sbuffò scocciato, il lavoro era la sua unica fonte di distrazione, non andava nemmeno più in giro tra i locali, aveva perso ogni voglia, non voleva fare più niente, ed era ormai al verde. “Sono passata per parlare un attimo con te” gli disse Kaori

“Ah… ormai ti vedo poco” replicò lui, mandando una frecciatina poco velata

“Sì, lo so, e mi dispiace! Ma ho avuto un sacco da fare!”.

Alzandosi dal divano, cominciò ad avanzare verso di lei lentamente. “Perciò, di cosa hai bisogno?”

“Di niente in realtà! Volevo darti questo, e ci tenevo a farlo personalmente”.

Quando Ryo prese ciò che la donna gli aveva passato, rimase sconcertato da quello che vide, la sua espressione mutò drasticamente, e probabilmente Kaori se ne rese conto, ma fece finta di niente.

“Ti sposi?” chiese lui, guardandola sconvolta

“Sì, io e Hiro abbiamo organizzato tutto, ci sono ancora un sacco di cose da fare, mancano sei mesi, e già ho l’ansia!” rispose lei, ridendo nervosamente.

Per Ryo quella fu davvero dura da digerire, perché anche se era stato difficile vederla andare via di casa, aveva ancora una minima speranza che lei ritornasse su i suoi passi, non voleva vederla soffrire, quello era ovvio, però sperava che lei si accorgesse di amarlo ancora, e che lasciasse Hiro tornando da lui, ma in quel modo… decidendo di sposarsi, la situazione cambiava totalmente, perché significava che Kaori non sarebbe mai più tornata indietro, e che lui l’avrebbe persa per sempre.

“Ryo! Ehi Ryo!” lo richiamò Kaori – Sono tre ore che parlo, ma mi ascolti?”

“Scusa, è che…” provò a rispondere lui, mentre teneva in mano quell’invito, e lo fissava come se fosse la cosa più orribile che abbia visto nella sua vita

“Non sei felice? Finalmente mi sposo! È da quando sono piccolissima che sogno questo momento!”.

Lui non rispose, avrebbe voluto dire tanto, ma non disse nulla, non poteva e non voleva rovinare ciò che restava ancora del loro legame, così posando sul tavolo quel biglietto, le chiese se voleva restare a pranzo, lei sembrò rimanere stranita da quel strano invito, ma dovette rifiutare perché aveva già preparato il mangiare per lei e Hiro. “Mi dispiace se non ho potuto più cucinare e aiutarti in casa, ti prometto che appena posso, verrò qui”

“Non voglio questo” le rispose Ryo – Quando vieni a trovarmi, non deve essere solo per lavoro o per fare la domestica, preferisco stare insieme a te e chiacchierare un po’”

“Woah! Ryo Saeba che dice queste cose! Devo trascriverlo nel calendario!”.

Ryo sorrise alle sue parole, ma non appena lei andò via, si incupì. Non poteva credere che Kaori, la SUA Kaori, stava per sposarsi.

Ovviamente Miki e Umibozu furono oltremodo felici di questa novità, anche se cercarono di rispettare in qualche modo la sofferenza di Ryo, lo sapevano quanto lui tenesse a quella donna, anche se aveva sempre cercato in tutti i modi di allontanarla, e ora che non era più con lui, la rivoleva indietro. I mesi trascorsero pressoché tranquilli, Ryo fu ingaggiato per qualche lavoretto, aiutato da Kaori risolsero tutto piuttosto velocemente, ma questo bastava anche solo per stare insieme; il tempo del matrimonio arrivò più velocemente di quanto Ryo avesse voluto.

“E’ usanza che la sposa non veda lo sposo il giorno prima” spiegò Kaori a Miki che sorrise

“Sì, lo so come funziona”

“Perciò, dove vado stasera? Non posso stare a casa sua”

“Ormai è casa tua!”

“Ma lui sta lì”.

Ryo era seduto accanto, ascoltando tutta la conversazione intervenne. “Che usanze idiote! Perché non facevate un matrimonio tradizionale giapponese, invece?!”

“Cosa ne vuoi capire tu!” rispose la donna, stizzita

“Sì, sì certo!”.

Kaori stava ancora rimuginando su dove andare, cosa fare, quando Umibozu parlò: “Perché non vai a casa di Ryo? Potremmo ospitarti noi se vuoi, ma quella è stata comunque casa tua per molto tempo”.

La donna si voltò verso Ryo, che non si spostò dalla sua solita posizione annoiata.

“Se vuoi per me va bene”.

Lei sorrise allegramente, e ancora più contenta gli strinse un braccio, cercando di scuoterlo dalla noia che lo stava divorando. Hiro non fu molto d’accordo, fin da sempre era stato geloso di Ryo, più volte lei gli aveva spiegato la situazione, evitando di riferirgli quanto lei lo avesse amato, ma dicendogli comunque che teneva a lui, e che era la sua famiglia, perciò aveva messo subito in chiaro l’importanza che lo sweeper aveva per lei.

Dopo tanto tempo Kaori dormiva nuovamente dormiva nella stessa casa di Ryo, cenarono insieme decidendo di fare da asporto, poi guardarono un film in tv, e infine prima di andare a dormire, la donna si sfogò con lui parlando dei suoi timori, dell’ansia e di tutto quanto. Perché Kaori non aveva un familiare, non aveva invitato nessuno per lei, oltre Ryo, Umibozu, Miki, Saeko, Reika e qualche altro amico, ma nulla di più, perciò le metteva ansia conoscere tutti i parenti di Hiro, molti di loro erano avvocati, medici, tutti con lavori buoni, mentre lei invece… non poteva nemmeno spiegare bene di cosa si trattasse il suo. Lui provò a darle coraggio, consigliandola su tante cose, e nonostante lei fosse così ansiosa, le sembrò davvero molto felice, e vederla in quel modo era ciò che desiderava di più al mondo, anche se il soggetto della sua felicità non era lui, e probabilmente mai sarebbe potuto esserlo, magari il loro rapporto era solo quello, come una sorta di familiari.

  
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