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Autore: Every19    20/09/2022    1 recensioni
Hanna Kiyoyama è nata per essere una itako.
Tutta la sua esistenza si è basata finora sul diventare la migliore, degna moglie dello Shaman King.
Yoh Asakura deve diventare il re degli shamani, senza possibilità di scelta.
Il suo preciso dovere è quello di battere il fratello, Hao, per evitare l'estinzione della razza umana.
Hao Asakura è convinto che il mondo non abbia bisogno degli uomini ed è determinato a creare un pianeta di soli shamani.
Tutti obiettivi nobili e difficili da raggiungere.
Destini incrociati irrimediabilmente, sentimenti così forti da non poter essere ignorati e scelte che attendono di essere fatte.
Attraversando la gioventù, i personaggi più importanti di una saga millenaria, capiranno l'importanza del viaggio che stanno per intraprendere e ne rimarranno cambiati per sempre.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hao Asakura poteva considerarsi l’essere più potente del pianeta.
In 1500 anni, il suo spirito custode aveva assunto una tale forza da non avere rivali.
L’aldilà lo aveva forgiato per diventare Shaman King, senza esclusione di colpi e senza farsi scrupoli.
Aveva affrontato prove di ogni genere, resistito a torture inimmaginabili, sopportato il dolore e la solitudine solo per perseguire il suo scopo.
 
L’umanità era un virus che bisognava estirpare alla radice.
Il mondo aveva diritto alla pace, anche se per ottenerla si fosse dovuta scatenare una guerra.
Non avevi dubbi su questo.
La natura, gli esseri viventi, gli sciamani, sarebbero riusciti a vivere in equilibrio, lo sbaglio era stato permettere che gli esseri umani arrivassero a vivere fino a quel punto.
Nei secoli aveva avuto più di un’occasione per eliminarli, ma non voleva commettere errori.
Non poteva commettere errori.
 
Una volta impossessatosi dello Spirit King niente e nessuno avrebbe potuto ostacolarlo.
 
La forma che reincarnava ora richiedeva molto furioku, ma era senza dubbio la più forte.
Gli permetteva di resistere a temperature estreme, assorbire i colpi e le energie degli avversari.
Si sentiva pienamente se stesso e pronto.
 
C’era tuttavia un pensiero che non lo lasciava la maggior parte del tempo.
 
Reincarnandosi nella famiglia Asakura, aveva ereditato un fratello.
Non lo aveva mai conosciuto, teneva d’occhio i suoi progressi a distanza, attendendo un futuro incontro durante il torneo.
Sapeva che erano gemelli, sapeva l’aspetto che aveva, identico al suo, ma di persona non l’aveva ancora visto.
Credeva fosse meglio così.
Turbare gli equilibri non era mai una buona idea, ma era curioso, molto.
 
Era una metà importante di sé, e per di più molto forte.
Riunirsi a lui gli avrebbe donato ulteriore energia, ma era un piano da perfezionare.
Come aveva preventivato, Yoh non perorava la sua causa, anzi aveva addirittura amici tra gli umani.
Ci aveva riflettuto a lungo, non trovando una risposta soddisfacente.
Come poteva avere
Non sarebbe stato per niente facile ottenere un consenso.
Da quello che aveva osservato però, poteva ben sperare nella sua calma e diplomazia.
Molto probabilmente aveva ereditato il carattere di Mikihisa.
Un guerriero formidabile, ma non abbastanza da sconfiggerlo e questo era motivo di frustrazione da sempre per lui.
Gli aveva dato la vita e non poteva negargliela.
Immaginava fosse un’ossessione.
 
 
-Maestro Hao- si sentì chiamare da una voce molto familiare.
Voltandosi incontrò due occhi azzurri che lo scrutavano -Ciao Opacho, va tutto bene?- chiese sorridendole.
-Sì, certo tutto bene. Mi sembri pensieroso- azzardò avvicinandosi.
-In effetti è così-.
-Qualcosa ti preoccupa?-.
-Non proprio. È solo… questioni di famiglia- si limitò a dire, avvicinandosi ancora, spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
 
Opacho era una ragazza sveglia, potente, bella.
Le loro vite si erano intrecciate inevitabilmente quando Hao l’aveva salvata dalla fame in un piccolo villaggio africano.
Ricordava di esserci capitato per puro caso, in cerca di spiriti del deserto da divorare.
Vista da lontano a terra, sola, tremante, con solo uno straccio a coprire il corpo.
Era ridotta pelle e ossa, una creatura spaventata e incapace di comprendere perché la vita le avesse voltato le spalle.
 
Aveva percepito in lei una tale forza che salvarle la vita era stato quasi un obbligo.
Data la sua esperienza pre-morte, il suo furioku era arrivato ad un livello notevole, il più forte tra i suoi seguaci.
Hao si era sentito subito a suo agio con lei, intraprendendo una relazione di svago occasionale che non aveva nessun valore per lui.
Aveva capito che non era la stessa cosa per lei, ma contava sul tempo e sul fatto che il loro obiettivo fosse lo stesso.
Opacho era troppo in gamba per lasciarsi trasportare da una cosa del genere.
 
-Capisco- disse piano guardandolo negli occhi.
-Non temere Opacho, nulla che mi distragga-.
-Non ho mai avuto dubbi maestro- sorrise radiosa, rimanendo a guardarlo estasiata.
-Lo so- asserì lui, prima di baciarla.
 
Forse Yoh era stanco per i primi chilometri percorsi o forse era solo stufo dei continui battibecchi di Ryu e Ren.
Avevano conosciuto Silva che li aveva muniti di campanella dell’oracolo per essere sempre aggiornati sugli incontri da disputare, si erano informati sulla storia dei patch e su quale fosse il loro compito.
Era elettrizzato e impaziente d’incontrare i primi concorrenti, ma decise in ogni caso di proporre una sosta.
-Avremo modo di allenarci durante questo viaggio?- chiese Ren incrociando le braccia al petto.
Da chi poteva arrivare una domanda del genere?
Yoh sospirò -Dovremmo farlo. Non possiamo lasciare a metà il libro-.
-Ma non l’abbiamo neanche portato con noi- obiettò Ryu.
-Contro il mio parere- rispose piccato Ren.
 
Aveva ragione.
 
Sarebbe stato pericoloso a detta di Yohmey, avere il libro con loro mentre cercavano di concentrarsi, ma secondo Yoh lo era ancora di più lasciare qualcosa d’incompleto.
La prima parte non era stata una passeggiata, ma ormai i segreti che conteneva gli erano familiari e sapevano padroneggiare perfettamente le formule.
Era il momento di passare alle tecniche e sarebbe stato al quanto complicato in quelle circostanze.
 
-Come facciamo quindi?- chiese Horo Horo mentre accarezzava i morbidi capelli neri di Kororo.
-Stare con le mani in mano in ogni caso non porterà a nulla- commentò Yoh tendendo le braccia verso l’alto.
-Certo maestro, saggio come sempre- rispose Ryu.
-Continueremo ad esercitarci su ciò che sappiamo in attesa che mio nonno mandi nuove istruzioni-.
-Inevitabile, ma c’è una cosa che non capisco- diede voce Ren ai suoi pensieri, attirando l’attenzione di tutti.
-Tu? Da quando non capisci qualcosa?- lo canzonò Horo Horo, ricevendo un’occhiataccia.
-C’è qualcosa che non ci dici Yoh?- si rivolse all’amico, facendolo voltare -È da quando siamo partiti che sei pensieroso. Per quanto il torneo possa darti da riflettere, credo ci sia dell’altro- continuò con tono calmo.
Yoh sospirò, stringendo la catana.
A volte dimenticava che Ren era attento.
Impulsivo, irascibile, piccato, ma sempre attento a tutto.
-Sì ragazzi è vero. C’è… c’è una questione di cui devo mettervi a conoscenza. Ma… non è il momento e non è il luogo. Vi chiedo di fidarvi di me- spiegò, rivolgendo loro lo sguardo.
-Non ho mai fatto altro- s’intromise Ryu -qualunque cosa tu decida sarò al tuo fianco maestro Yoh, senza indugio-.
Yoh gli sorrise grato.
-Già, non credo ti si possa imputare di avercimai mentito. Quando ti sentirai pronto, lo saremo anche noi- si accodò Horo Horo, tendendo le braccia verso l’alto e ammiccandogli.
Ren fece un cenno in silenzio.
-Non amo rimanere nel dubbio. Ma mio malgrado mi fido di te- disse senza bilanciarsi.
“Strano” pensò ironicamente Yoh.
-Grazie ragazzi- accennò sereno.
Aveva davvero dei buoni amici, era fiero di loro.
 
Anna sospirò, bevendo un sorso di tè dalla sua tazzina, mentre Kino la osservava.
 
-Dovresti riposarti Anna, non fa bene alla pelle dormire così poco-.
-Hai ragione, ultimamente è normale per me non dormire- la informò.
-Per la partenza di Yoh?- chiese l’anziana come se fosse ovvio.
Avrebbe voluto dirle che era solo per quel motivo, ma le avrebbe mentito.
Yoh era partito da un paio di giorni e la sua mancanza si sentiva eccome.
La ragazza era diventata più irrequieta, nervosa, tanto da non riuscire più a chiudere occhio ma sentiva che non era l’unica ragione.
Qualcosa dentro di lei sembrava premonirgli un avvenimento, un grosso avvenimento.
 
Ma come al solito nella sua vita, era troppo per chi le stava intorno.
 
Tamao non avrebbe saputo nulla su come aiutarla, Kino e Yohmey non erano in grado di contenere la sua inquietudine e Yoh… doveva rimanere concentrato.
Sarebbe impazzita all’idea che potesse farsi male distraendosi pensando a lei.
L’unica cosa che non sarebbe diventata era un peso.
Potere, distruzione, caos.
Ma non un peso morto che Yoh avrebbe dovuto portarsi dietro per inerzia.
Sapeva però che sarebbe rimasto deluso se non l’avesse messo al corrente.
Yoh era fatto così, voleva aiutare.
Anna, dal canto suo, credeva di essere stata aiutata abbastanza.
Non aveva mai messo in dubbio che Yoh fosse stato fondamentale per riuscire a diventare la persona che era adesso.
Ma sapeva badare a se stessa.
Dipendere da qualcuno… lo odiava.
Voleva stare al suo fianco, come sua pari, senza nascondersi dietro la figura di un re o di chiunque.
Ma ora si ripresentava un’occasione in cui lei doveva nuovamente trattenersi per non esplodere e, detestava ammetterlo, ma ne era esausta.
 
-È solo stanchezza Kino, passerà- rispose solamente, cercando di non tradirsi agli occhi dell’anziana, sorseggiando il suo tè.
  
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