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Autore: Khailea    20/09/2022    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
Wyen
 
 
 
 
 
 
 
 
Johanna:
 
Terminate le lezioni Johanna e Mattia avevano deciso di prendersi l’intera giornata per sé.
Avevano fatto una passeggiata nel parco, chiacchierato dei loro hobby e di come stavano i loro amici a Londra, ed una volta scesa la sera erano andati in un ristorante per una cenetta romantica.
Per Johanna era come vivere in un sogno.
Era assieme al ragazzo per cui aveva una cotta fin da bambina, e stavano avendo l’appuntamento perfetto.
Anche se, a dire la verità, qualsiasi appuntamento con Mattia era perfetto.
Per evitare di rovinare l’atmosfera aveva evitato di raccontargli di cosa stava succedendo a scuola, non voleva che pensasse venisse presa di mira da delle dicerie infondate.
Terminata la cena avevano ripreso a passeggiare mano nella mano, fermandosi in una panchina isolata.
-Allora Jojo, piaciuta la giornata?-
-Tantissimo! È stato tutto perfetto!- annuì lei stringendosi al suo braccio. -Vorrei che questa serata non finisse mai.
-Già, anche io sono stato bene.-
C’era qualcosa che non andava nella voce di lui, non era entusiasta come suo solito.
Sembrava preoccupato.
-Mattia… va tutto bene?-
I pochi istanti in cui lui non risposte le fecero torcere le budella.
-Sai, c’era una ragione per cui sono venuto qui. Volevo parlarti di una cosa.-
Ogni volta che qualcuno diceva “devo parlarti” non è mai per qualcosa di piacevole, ma Johanna annuì mantenendo il sorriso, nascondendo l’asia che la stava divorando.
Mattia continuò a parlare senza neanche guardarla in faccia.
-Quando abbiamo iniziato a frequentarci ammetto che non sapevo minimamente come comportarmi. Per tutta la vita sei stata la mia migliore amica, non sapevo come comportarmi, cosa dire. Credevo sarebbe stato tutto uguale, e che alla fine ti avrei ferita.-
-Ma non mi hai ferita…-
Certo, forse all’apparenza alcune cose non erano cambiate, ma la verità era un’altra.
La complicità che avevano era su tutt’altro livello ora, potevano anche parlare delle stesse cose di tutti i giorni, ma c’era qualcosa di profondamente diverso, almeno per lei.
E per lui? Non era così?
-Forse ci ho pensato più del dovuto, ho anche parlato con alcune delle mie ex con cui sono rimasto amico. Mi spiace di non avertelo detto prima, ma alla fine ho capito perché con le altre non ha mai funzionato… non erano te.-
Per qualche secondo, Johanna non riuscì a processare le sue parole.
Era talmente convinta l’avrebbe lasciata che non l’aveva nemmeno sentito.
-Eh?-
Alla sua espressione Mattia rise divertito, colpendole il naso con l’indice.
-Non erano te. Io voglio stare con te, voglio che tu sia la mia ragazza. So che teoricamente ci stiamo già frequentando, ma voglio renderlo più ufficiale, perciò… vuoi essere la mia ragazza, Jojo?-
Ancora Johanna non riuscì a muoversi, poi finalmente il suo corpo reagì, e per poco non scoppiò in lacrime.
-Sei proprio scemo!- esclamò lanciandosi su di lui. -Certo che sì, mi piacerebbe tanto.-
I due sorrisero, stringendosi l’uno nelle braccia dell’altra, scambiandosi il primo di molti baci.
 
 
 
 
 
 
 
 
Lighneers:
 
Ad ogni passo del ragazzo, le tavole in legno marcio del pavimento dell’orfanotrofio scricchiolavano come se fossero sul punto di rompersi.
Il vento passava senza difficoltà tra le crepe nei muri, raggelando l’ambiente e producendo cupi ululati.
Ogni suono prodotto dentro e fuori dall’edificio arrivava alle orecchie di Lighneers come una minaccia.
Erano giorni che dormiva in quel luogo, ma era ancora restio a visitarlo tutto.
Alcuni ricordi erano più forti degli altri.
L’unico luogo in cui riusciva a placarli era lì, all’ingresso.
Quella porta che un tempo non vedeva mai aprirsi, ora era mezza spalancata grazie ai cardini rotti.
Quell’immagine lo rasserenava, facendogli ricordare gli orrori della sua infanzia erano finiti.
-Oh, ragazzo mio. Il peggio deve ancora venire.-
La voce del professor Zero lo fece sobbalzare.
Istintivamente Lighneers si portò in una posizione di difesa, ma non sembrava essercene bisogno.
-Rilassati tigre. Se avessi voluto ucciderti, saresti già morto.-
Non ne dubitava, purtroppo.
Fino ad ora l’uomo non era mai tornato nell’orfanotrofio, dubitava fosse una visita di cortesia perciò doveva per forza esserci qualcosa sotto.
Magari finalmente avrebbe iniziato l’allenamento.
-Sei impaziente eh? Vuoi diventare più forte, per quanto rimarrai sempre una formichina in questo vasto mondo.- lo canzonò l’altro, muovendosi in cerchio attorno a lui come un animale famelico.
Quei suoi occhi dorati bastavano a fare gelare il sangue a Lighneers.
-Secondo te, che cosa abbiamo fatto fino ad ora?-
Il ragazzo avrebbe voluto rispondere niente, ma probabilmente era la risposta sbagliata.
-… voleva mettermi alla prova.-
-Mmh, ti dai troppa importanza a dirla così. Però, sì, diciamo di sì. Se ti fossi lasciato sconfiggere così facilmente dai ricordi del tuo passato, non ci sarebbe stato gusto ad allenarti. Sarebbe stata la prova che eri troppo debole, e che non meritavi di vivere per avere sprecato il mio tempo.-
All’improvviso il ragazzo si sentì mancare l’aria, ed istintivamente si portò una mano alla gola.
Gli era quasi sembrato di sentire gli artigli di un mostro che gliela tranciavano, ma sulla sua pelle non c’era nemmeno un graffio.
Il professore continuò soddisfatto del suo pallore.
-Adesso che mi hai dimostrato fai sul serio, è il momento di iniziare. Ma credimi, non ne sarai più tanto felice tra poco.-
Eppure in quel momento Lighneers era estremamente soddisfatto.
Gliel’avrebbe fatta vedere, non importava quanto orribili sarebbero stati i suoi allenamenti, l’unica cosa che importava era diventare più forte.
-Sarà molto divertente toglierti quella faccia da pesce lesso piena di sé. Bene, cominciamo…-
 
 
 
 
 
 
 
 
Daimonas-Wyen:
 
Daimonas era steso sul pavimento della propria camera, lanciando una pallina contro le pareti, riprendendola al volo ogni volta.
Era così da ore ormai, pieno di pensieri ed incapace allo stesso tempo di metabolizzarli tutti.
L’idea di Yume continuava a tartassargli la mente, e per quanto fosse buona non aveva la minima idea di come farla.
Doveva fare un regalo per tutti, o uno ciascuno?
La seconda idea gli sembrava la migliore, ma in quel caso come darglielo, facendo sapere era lui il mittente o alla mo’ di un ammiratore segreto?
Quest’ultima proposta non lo convinceva molto, temeva tuttavia che, sapendo il regalo veniva da lui, qualcuno potesse buttarlo.
Quel qualcuno nello specifico era soprattutto Ailea…
Con un lungo sospiro il ragazzo raccolse nuovamente la pallina, sentendo qualcuno bussare alla porta poco prima che lo lanciasse.
Un sussulto lo scosse, il ricordo del giorno in cui il professor Richardson l’aveva rapido era fin troppo fresco.
Era diventato più forte, sarebbe stato sicuramente in grado di difendersi e di fermarlo questa volta, ma i traumi passati rimanevano, come cicatrici sulla pelle.
Controllando il respiro si alzò tendendo le orecchie, la coda si mosse fulminea seguendo i sentimenti del padrone, pronto a lottare in caso di bisogno.
Senza sporgersi verso la finestra Daimonas raggiunse la porta, controllando lo spioncino, ma dall’altra parte non c’erano nemici o il prete, solo sua sorella.
Un moto di sollievo ed imbarazzo sciolse la tensione sulle sue spalle, almeno finché non arrivò la domanda sul perché lei fosse lì fuori.
Preoccupato quindi aprì subito la porta.
-Wyen, tutto bene?-
La ragazza annuì, salutandolo con il suo consueto inchino. -Sì, volevo solo farti visita.-
Al castello aveva preso l’abitudine di farlo, ed ora che si era sistemata a dovere nel dormitorio sperava di potere continuare a farlo. -Come stai?-
-Sto bene. Ti stavo disturbando?- chiese lui temendo di avere fatto troppo rumore con la pallina.
Effettivamente lei l’aveva sentito, ma scosse la testa. -No no, nulla del genere.-
-Prego, accomodati pure.- disse lui facendosi da parte.
-Ti ringrazio.-
Wyen aveva già visto la sua camera, ma come le altre volte evitò di accomodarsi come se fosse la propria.
Preferiva attendere le fosse indicato il posto dove sedersi, per educazione, evitando naturalmente il tavolo.
Daimonas ormai lo sapeva, e le indicò la poltrona, mentre lui si mise sul letto.
Seguirono alcuni minuti di silenzio, durante i quali il ragazzo non sapeva esattamente cosa dire, ma ci pensò Wyen a cominciare il discorso.
-Per i regali che volevi fare… ti disturberebbe se partecipassi anche io?-
La proposta lo colse alla sprovvista, ed inizialmente Wyen temette di averlo offeso, ma il fratello le sorrise rassicurandola.
-Niente affatto, anzi mi aiuteresti molto. Sono completamente bloccato con le idee…-
-Oh, come mai?-
-Forse perché voglio fare capire a tutti quanto tengo a loro, e nessun regalo sembra abbastanza…-
-Capisco… magari allora, raccontarmi dei tuoi amici potrebbe aiutarti?-
Forse. Almeno in questo modo avrebbe potuto aiutarla a capire meglio che genere di persone erano, ed avrebbe aiutato anche lui a schiarirsi le idee.
-Vediamo… da dove cominciare.-
 
 
 
 
 
 
 
 
Un nuovo giorno, una nuova sfida si apriva.
Ormai la settimana stava arrivando al termine, ed i ragazzi per una volta erano impazienti di entrare tra i banchi di scuola.
Il motivo principale stava nel fatto che, se non fossero riusciti a parlare con il successivo ex-membro del gruppo del giornalino, avrebbero dovuto aspettare almeno fino a lunedì per farlo.
Una volta pronti i ragazzi si avviarono fuori dalle proprie case per raggiungere la scuola, ma chi viveva al dormitorio si ritrovò una sorpresa proprio davanti all’ingresso.
Una piccola scatola, ciascuna coperta da una carta da parati personalizzata, con un bigliettino per ciascuno di loro che diceva: “Per mostrarvi quanto la vostra amicizia sia importante, da Daimonas e Wyen”.
Con loro grande sorpresa, Zell, Johanna, Sammy, Ryujin, Yume, Cirno ed Annabelle lessero il biglietto, aprendo incuriositi la scatola.
Per Zell i due avevano preso un libro appena uscito sulle storie di folklore sparse in giro per il mondo, per Johanna delle scarpe nuove da ballerina, per Sammy l’occorrente per disegnare tutto ciò che desiderava, per Ryujin dell’incenso di prima qualità, per Yume i trucchi di una marca estremamente popolare, per Cirno un set di rane di porcellana ed infine per Annabelle un arco tutto per lei.
Soprattutto per quest’ultima il regalo fu talmente inaspettato che il cuore prese a batterle forte. Era un segno che era integrata nel gruppo, ma soprattutto quell’arco significava non avrebbe più dovuto sopportare i commenti del suo allenatore.
Una volta raggiunto il cancello, prima che la campanella suonasse, la prima cosa che la ragazza fece fu raggiungere i due per ringraziarli.
-Ragazzi! Grazie per l’arco, è bellissimo!- disse con un sorriso raggiante.
-Siamo felici che ti piaccia, va bene per le tue misure?- le chiese Daimonas sollevato le fosse piaciuto.
-Penso di sì, più tardi lo proverò.-
-Anche tu hai ricevuto un regalo da loro?- le chiese Zell sentendoli parlare.
-A me hanno regalato tantissime cose per disegnare!- intervenne Sammy.
Divenne piuttosto chiaro a tutti che i due avevano fatto dei regali a tutti i ragazzi del dormitorio, esclusi solo Milton e Jack.
La ragazza non ci diede troppo peso, visto immaginò fosse un modo per riavvicinarsi agli altri, e lei, Daimonas e Wyen andavano già d’accordo, ma Jack non la prese altrettanto bene.
Immaginava che le cose tra di loro non sarebbero tornate subito come prima, ma se aveva fatto un regalo a tutti, perché a lui no?
-È stato un bel gesto.- disse alla fine forzando un sorriso.
-Sono stati molto gentili.- annuì Johanna entusiasta delle scarpe. -Oggi pomeriggio ripasserò dei passi di danza con il mio ragazzo.-
-Dici potrebbero piacergli anche i miei trucchi nuovi?- la punzecchiò Yume, ricevendo una brutta occhiataccia dalla bionda. -Scherzo zuccherino, non ci proverei mai con lui.-
L’espressione di Johanna non cambiò. Se una ragazza come Yume ci avesse provato con Mattia, dubitava lui l’avrebbe tradita, però l’idea non le piaceva comunque.
La differenza tra i loro fisici era piuttosto evidente, e Yume era così provocante…
-Tsk, non tutti sono così facili da comprare.- mormorò Ailea, sgusciando via dal gruppo appena i cancelli si aprirono, scagliando l’ennesima freccia contro Daimonas.
-Quanto è in grado di tenere il muso quella ragazza?- sbuffò Astral irritato, appoggiandosi a Daimonas.
-Molto purtroppo.- rispose Seraph avviandosi a sua volta.
Proprio come l’altro giorno la maggior parte della gente se ne stava alla larga, credendo ancora al fatto Sammy fosse una poliziotta, fatte alcune eccezioni tuttavia che salutavano Milton di continuo.
-Buongiorno!-
-Ma che bella camicia!-
-Hai dei capelli fantastici!-
Non servì altro per instillare il dubbio nel gruppo su chi fosse stata la nuova vittima del giornalino, ma naturalmente la maggior parte delle copie erano già state prese.
-Potremmo provare a farcene prestare una.- propose Jack.
-Sì, vorrei sapere cosa hanno scritto il prima possibile.- annuì Milton, avvicinandosi alla prima persona con un giornalino in mano. -Scusami, potresti prestarmelo?- chiese indicandolo.
La ragazza subito annuì sorridendo. -Ma certo! Prendilo pure.-
Ringraziandola con un sorriso Milton tornò dagli altri, arrivando in classe radunandosi al banco poco prima che l’ora di storia iniziasse, leggendo il giornale.
Immediatamente n capogiro la costrinse a sedersi.
“La parola del giorno? Soldi!
Soldi soldi soldi, miei cari amici, è di questo che parliamo.
Di questo e della nostra meravigliosa ereditiera Sara Milton!
La ragazza è talmente ricca che il 90% dei fondi della scuola vengono dalla sua famiglia. Pensate, è talmente ricca da possedere addirittura il parco intrattenimenti più famoso al mondo!
Un’amicizia così è veramente un tesoro, ma se volete avvicinarvi state molto attenti.
Avrete sicuramente notato una bella ragazza con una maschera sul viso ed i verdi occhi di gatto.
Lei è la sua guardia del corpo, addestrata dai migliori ninja e pronta a sminuzzarvi con la spada se oserete anche solo guardare male la sua padrona.
Giocate bene le vostre carte, e forse sarete sistemati per la vita!”
-Ragazzi, sedetevi…-
La professoressa Mustang costrinse tutti ad andare al proprio posto.
Per chi era già stato vittima delle bugie del giornale la notizia su Milton e Seraph non sembrava troppo grave.
Sì, aveva attirato l’attenzione degli altri studenti, ma grazie alla reputazione della bionda difficilmente l’avrebbero importunata come facevano con Grace e Lighneers, e visto era “solo” un’ereditiera non l’avrebbero aggredita come Vladimir.
Dal loro punto di vista era relativamente al sicuro dai guai stavano vivendo, eppure il viso cereo di Milton rivelava tutt’altro pensiero.
A malapena la ragazza sentì le parole della professoressa sul nuovo argomento delle lezioni, e ne capiva giusto la metà.
Sudava freddo, e l’unico suo pensiero era quello di allontanarsi da lì.
Tra tutti, solo Daimonas poteva intuire la verità delle sue paure…
-Milton, va tutto bene. Non lasceremo ti diano fastidio.- tentò di rassicurarla Hope, appoggiandole la mano sulla spalla, facendola solo sussultare.
L’intera ora trascorse così per la ragazza, tra la paura ed il desiderio di scappare.
Appena la campanella suonò si fiondò in bagno, ignorando chiunque tentasse di parlarle.
-Poverina, deve essere sconvolta…- mormorò Hope preoccupata. -Sarà meglio raggiungerla.-
-Posso andare io, sono la sua guardia del corpo in fondo.- scherzò Seraph, ma inaspettatamente Daimonas la fermò.
-Vado io. Non preoccupatevi.-
-Non fare il birichino, è andata nel bagno delle ragazze.- lo rimproverò Yume.
Wyen accanto si ritrovò in parte d’accordo. -Temo sarebbe inappropriato…-
Non voleva contraddire i desideri del fratello, però non voleva nemmeno che l’immagine sua e di una giovane ragazza venissero infangati da delle dicerie.
Daimonas tuttavia non se ne curò minimamente, ed insistette.
-Non entrerò, ma le farò sapere che se ha bisogno di sono. Voi andate pure a lezione, vi raggiungeremo presto.-
Questo includeva anche la sorella, che per la prima volta avrebbe dovuto affrontare le lezioni da sola.
L’idea le metteva una leggera ansia addosso, ma ormai il fratello era andato, e lei si sentì vulnerabile in mezzo agli altri.
-Beh, direi sarà meglio avviarci.- disse Khal facendo strada.
-Uffa, sono già stanca.- sbuffò Nadeshiko.
Ad uno ad uno si avviarono, lasciando indietro Wyen. Solo Annabelle tra tutti le sorrise aspettandola.
-Tranquilla. Tornerà presto.-
Wyen annuì, tenendo la testa bassa arrivando con lei in classe.
La professoressa Togi era già arrivata, e stava scrivendo alcune cose sulla lavagna.
-Bene, oggi affronteremo una nuova arma. Molto antica ed utilizzata, nonché perfezionata.- cominciò terminando di scrivere. -L’arco.-
Annabelle e Wyen trattennero il respiro dalla felicità.
L’arma usata da entrambe, quella che conoscevano meglio. Per una volta la nuova arrivata poteva dire di saperne probabilmente più della professoressa in merito all’argomento, tuttavia, mentre cominciava a parlare ed a fare le domande, un dubbio l’assalì.
Se si fosse dimostrata troppo capace, avrebbe rischiato di attirare i fastidi dei suoi compagni?
L’avrebbero presa per una persona troppo saccente, o sarebbero stati infastiditi se avesse provato a parlare?
La sola idea bastò a bloccarla ed a farle abbassare la testa.
Probabilmente non era ancora abbastanza accettata da potersi permettere di interagire senza offendere qualcuno…
Ailea, accanto, notando il modo in cui si morse il labbro inferiore, alzò gli occhi al cielo. -Non dovresti essere brava in questo? Cos’è, eviti di parlare perché ci credi più stupidi di te?-
Il suo commento sorprese l’altra, che si sarebbe aspettata piuttosto di essere ignorata, soprattutto da Ailea.
In verità non si aspettava nemmeno pensasse una cosa simile di lei, dopo tutto aveva usato l’arco solo una volta di fronte a loro.
Era bastato forse per dimostrare le sue abilità con l’arma?
Forse non c’era bisogno allora di stare in silenzio.
-Allora, qualcuno sa rispondere alla mia domanda?- chiese la professoressa spazientita, dopo che la classe intera rimase in silenzio.
Lentamente la mano di Wyen si alzò attirando la sua attenzione.
Mentre tutti erano in classe intanto, Daimonas aveva raggiunto il bagno.
Sapeva di avere detto agli altri che non sarebbe entrato, ma la verità era che non gli importava nulla di quello che la gente avrebbe potuto pensare.
La sua migliore amica aveva bisogno di lui, e non si sarebbe certo fatto bloccare da una stupida porta.
Dall’altra parte non c’era nessuno, ma Daimonas riuscì facilmente ad avvertire l’odore di Milton oltre una delle porticine che separavano le file di gabinetti.
Lentamente si avvicinò, bussando un paio di volte.
-Milton, sono io.-
-D-Daimonas?-
-Sì, sono qui.-
La ragazza rimase in silenzio, tenendo ancora chiusa la porta.
-Ho paura…- ammise poi, in un sussurro.
-Lo so, ma non devi. Sono solo bugie inventate da qualcuno.-
-… e se invece sapessero?-
Quel dubbio era bastato a farla precipitare nell’ansia.
Certo, fino ad ora tutto quello che il giornalino aveva scritto era assolutamente falso, ed era ormai prevedibile avrebbe continuato a parlare dei membri del loro gruppo, ma perché scrivere proprio quella cosa su di lei, tra tante altre invenzioni?
Era più facile credere che fosse voluto, piuttosto che pensare fosse solo una coincidenza.
Daimonas avrebbe mentito se le avesse detto non ci aveva minimamente pensato, ma anche lui aveva avuto lo stesso dubbio.
Cosa dire allora, se non aveva alcuna certezza?
-Non lascerò che ti prendano.-
Tornò il silenzio tra di loro, lungo, ma più leggero rispetto a prima.
C’era la possibilità che le cose andassero per il peggio, ma Daimonas non l’avrebbe mai abbandonata, per nessuna ragione al mondo.
Trascorse un po’ di tempo, senza che ci fosse bisogno di dire altro, e quando Milton si fu calmata aprì la porta, uscendo mostrando gli occhi rossi.
Aveva pianto, ma lo guardava sorridendo. -Grazie…-
-Figurati, sei pronta a tornare in classe?-
-Sì, ma… per favore, non dire nulla agli altri.-
Il ragazzo annuì, capendo fosse meglio così.
Assieme tornarono verso la classe, dove ora si sarebbe svolta la lezione di scienze.
Subito i ragazzi guardarono preoccupati Milton.
-Ti senti meglio?- le chiese Grace facendola sedere tra lei e Seraph.
Se qualcuno avesse provato a parlarle gli avrebbero rotto il naso.
-Vuoi un po’ del mio succo?- disse Milton avvicinandole la bottiglia.
-Tranquilli, sto bene ora. Avevo solo bisogno di digerire la cosa.
-Già. Con una cosa così sciocca non diventerai mai popolare come me.- annuì Cirno, come se quello fosse veramente il problema.
Zell stava infatti per risponderle, ma Ryujin lo fermò.
-Sarebbe inutile…-
-In ogni caso, se proprio dovevano parlare di un’ereditiera, tanto varrebbe parlassero di me.- si intromise Ayame.
-Non mi dire che sei gelosa.- ridacchiò Vladimir.
-Per niente. È ovvio stanno lasciando il meglio per ultimo.-
-Fammi capire bene, vuoi che scrivano delle bugie su di te?-
Grace non riusciva a capire se scherzasse o se fosse seria, Ayame però non vacillò.
-E chi scherza. Io SONO la ragazza più popolare della scuola. È ovvio scriveranno su di me. Magari parleranno del mio matrimonio con Lighuccio.-
-Questa sì che è una cazzata…- mormorò il ragazzo in questione.
Nemmeno nei suoi sogni sarebbe mai capitata una cosa simile.
-In ogni caso nya puoi stare tranquilla Milton. Ci assicureremo che nessuno ti dia fastidio nya!- intervenne Lacie riportando il discorso sui binari iniziali.
Milton le sorrise grata. -Grazie, ma voglio anche io rendermi utile come posso, e scoprire chi ha scritto quelle cose.-
-La lezione sarà veloce, possiamo pensarci dopo.- la rassicurò Vladimir.
-Io andrei anche ora.- propose Nadeshiko, che non aveva assolutamente voglia di partecipare alla lezione del professore di scienze.
-Ecco, se possibile in realtà, avrei qualcosa da mostrarvi.-
Tutti si voltarono verso Daimonas, aspettando qualche informazione in più, ma il ragazzo non disse nulla.
-Cosa vorresti mostrarci?- chiese allora Hope.
-Ecco… diciamo che è una sorpresa.-
Dopo i regali di quella mattina non era così strana la richiesta di Daimonas, tuttavia i tempi non erano dei migliori.
-Quanto ci vorrà? Ci sono comunque un altro paio di persone da interrogare.- disse infatti Vladimir.
-Possiamo dividerci.- propose Alexander, sperando di potere rimanere da solo con Hope, ma Daimonas scosse il capo.
-Ho bisogno che ci siate tutti.-
-Se devo decidere tra qualcosa che nemmeno vuoi dirci, ed il picchiare quei deficienti che hanno scritto il giornalino, la scelta è facile.- commento acida Ailea.
Khal accanto, sorridendo dentro di sé, le mise una mano sulla sua. -Due minuti potremmo trovarli.-
L’espressione della ragazza non migliorò, Daimonas tuttavia insistette.
-Non è per me che ve lo chiedo. Per favore.-
Raramente il ragazzo aveva mai parlato in quel modo, e ciò bastava a convincere la stragrande maggioranza di loro.
Chi ancora aveva delle riserve trovò qualche difficoltà a ribattere vista la sua insistenza, e quando la campanella suonò perfino chi aveva rifiutato rimase in classe ad ascoltarlo.
-Allora Daimonas, cosa ci devi fare vedere?- chiese Johanna.
-Spero sia del pesce nya!-
Il ragazzo sorrise, alzandosi dal banco. -Seguitemi, per favore.-
Tutti si misero a seguirlo, uscendo dalla scuola andando fino ad arrivare in palestra.
-Ehi Daimonas, non è da te fare il misterioso, ci vuoi dire perché siamo qui?- chiese Astral sempre più confuso, e certo la cosa non migliorò quando Daimonas aprì la porta, rivelando un palcoscenico in legno al centro della palestra.
Il ragazzo si voltò verso Milton, con un candido sorriso sulle labbra.
-Ho pensato che questa scuola meritasse un’esibizione dalla migliore ballerina che conosco.-
La ragazza sbatté le palpebre un paio di volte, ed i suoi occhi si illuminarono.
Sul palco c’era tutto l’occorrente per permetterle di ballare.
Era quello il regalo che Daimonas aveva pensato per lei.
Milton si guardò attorno, speranzosa che gli altri rimanessero ad assistere.
Nessuno obbiettò a riguardo, e tutti si sistemarono sulle sedie di fronte al palco, per assistere alla prima grande esibizione della loro amica.
   
 
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