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Autore: colinred_    23/09/2022    0 recensioni
Simon sa che se Raphael lo scoprisse potrebbe disfarsene all’istante, così tentando indifferenza attraversa i corridoi dell’hotel.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Raphael Santiago, Simon Lewis
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi di questa storia non mi appartengono e la storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Inoltre, questa one shot si può considerare il continuo di "Need the sun to break", "Sweaters and sweatshirts" e "Quei dannati portali!" ma potete benissimo leggerla indipendentemente dalle altre. 


Three of us


“Okay amico, adesso devi fare silenzio…”
Sono da poco passate le cinque del mattino, quando Simon varca l’ingresso del DuMort di ritorno da un’uscita in solitaria per le vie del quartiere, Raphael aveva da presenziare ad una riunione importante a cui avrebbero partecipato tra gli altri anche Luke e Magnus. Il giovane vampiro alla notizia dell’ennesima assenza del suo ragazzo aveva sbuffato e si era dileguato all’istante. Pazienza, si disse poi, si sarebbero ritrovati a letto, a nottata conclusa. Aveva sperato nella compagnia di Clary, ma si rendeva conto di come gli orari per lui e la sua migliore amica fossero nettamente cambiati, così come le priorità e il bisogno di riposare in orari diversi del giorno.
Fu così, mentre attraversava una stradina piuttosto buia e abbandonata, con le mani nelle tasche scalciando una pietra davanti a lui che questa rimbalzò contro un bidone della spazzatura, facendo risuonare l’alluminio per l’intero vicoletto. Lo stridio gli diede fastidio a causa del suo udito sviluppato, eppure si rese conto che il rumore non si fermò dopo qualche istante, anzi continuò, gli sembrò quasi che qualcosa stesse graffiando le pareti del bidone. Accigliato, restò in attesa per qualche secondo, poi decise di sporgersi coraggiosamente e fu lì che leggermente illuminato dal bagliore di un lampione lontano vide una palla di pelo muoversi indisturbata dentro il poco spazio circolare a disposizione.
 
Simon sa che se Raphael lo scoprisse potrebbe disfarsi all’istante del micetto che ha appena salvato, così tentando indifferenza attraversa i corridoi dell’hotel, sperando che il piccoletto non lo tradisca con qualsiasi gemito inopportuno, spera anche che la felpa che indossava precedentemente e che adesso è avvolta attorno al gattino ne possa attutire in qualche modo i lamenti.
Simon si dirige verso la sua camera dove non passa più molto tempo e poche sono le occasioni che portano Raphael a cercarlo fra quelle mura, persino la maggior parte dei suoi vestiti ormai ha trovato spazio dentro l’armadio del capoclan - in quanto Simon si è bellamente accomodato nell’appartamento del vampiro anziano - così la sua vecchia stanza gli sembra un buon posto dove nascondere il nuovo inquilino.
Sorride soddisfatto quando vede il suo nuovo amico zampettare in giro per la stanza, tastando il terreno e inciampando nella moquette. Ben ti sta, pensa Simon riferendosi al suo ragazzo, da quel momento in poi avrebbe trascorso il tempo da solo in compagnia del suo nuovo amico.
 
La mattina seguente, quando Raphael rientra dai suoi doveri, trova già Simon nel suo appartamento e insolitamente ammutolito, cosa del tutto strana se si accosta la parola ammutolito a Simon Lewis, il neo-vampiro più logorroico nella storia dei vampiri.
“Tutto bene, niño?” Raphael alza un sopracciglio, rivolgendosi a lui, mentre tira fuori da uno scaffale una bottiglia di vetro e versa in due bicchieri sangue di un alcolizzato. Lo raggiuge in fretta sul divano, facendolo sussultare leggermente e gliene porge uno.
“Sì Raph…” risponde Simon, lo sguardo fisso davanti a lui.
In realtà non va per niente bene, perché si è appena reso conto che non ha nulla con cui poter sfamare l’animaletto, insomma, mica può dargli da bere del sangue, sospira piuttosto sconsolato alla costatazione che in meno di due ore, da quando ha con sé il gattino, si è guadagnato anche il titolo di peggior padrone del mondo.
Simon cerca di non far notare la sua frustrazione e si accuccia alla spalla di Raphael, mentre questo lo fissa di sottecchi e gli avvolge un braccio attorno alle spalle, avvicinandolo a sé.
 
Simon, non appena vede Raphael chiudersi nella sua cabina armadio, afferra il cellulare e manda a velocità vampiresca un messaggio a Clary, chiedendole di fargli avere del latte e alcune scatolette di cibo per gatti. Clary dapprima risponde ai messaggi con una serie di faccine strane, ma in un secondo momento lo avvisa che lei e Jace passeranno dall’hotel entro un’ora e lasceranno all’ingresso ciò che lui ha chiesto. Adesso Simon deve solo trovare il momento giusto per sgattaiolare fuori dal letto, tentando di fare il meno rumore possibile per non svegliare Raphael – impresa titanica se consideriamo l’udito sviluppato dei vampiri – e raggiungere all’ingresso i suoi due amici.
Sembra che ce l’abbia fatta, Raphael non accenna a muoversi mentre in un lampo si ritrova fuori l’hotel dove recupera facilmente il cibo per il suo gattino e dopo si dirige nella sua camera. Il suo gattino, un bel maschietto si accorge, girovaga per la sua camera, trascinandosi dietro la felpa in cui lo aveva avvolto.
Apre una scatoletta e l’animaletto, attirato dall’odore si fionda velocemente su di esso, piuttosto affamato, mentre Simon non riesce a far altro che sorridere e sedersi accanto al piccoletto mentre lo osserva mangiare.
“Hai tempo fino a stasera per far sparire quella palla di pelo dal mio hotel.”
Simon rabbrividisce, non lo aveva sentito arrivare, sì, probabilmente è il vampiro con in assoluto i sensi peggiori della sua specie, Raphael alza gli occhi al cielo vedendolo sussultare di nuovo.
“Possiamo tenerlo?” chiede Simon, il labbro inferiore leggermente in fuori.
Possiamo? Quel mostriciattolo è un problema tuo niño… sbarazzatene all’istante” sussurra l’anziano, avendo cuore degli altri vampiri che abitano quelle mura e che hanno decisamente il bisogno di riposare durante il mattino. Raphael è appoggiato con una spalla al cornicione della sua porta, probabilmente non era poi stato così silenzioso quando aveva lasciato il letto qualche ora prima.
“Ma Raph…”
“Ho detto fino a stasera o potrei considerare l’idea di mandare fuori a calci anche te.” lo minaccia.
“Ma è tanto carino…” lo sguardo di Simon è sognante mentre osserva il micetto. “Guardalo!”
Raphael lo guarda veramente, effettivamente non può negare quanto sia carino quel mostriciattolo, fa fatica a distogliere lo sguardo da lui e sa che quel piccoletto deve averlo ammaliato già per metà, proprio come aveva già fatto con Simon, la metà restante la conquista quando con dei piccoli saltelli, dopo aver terminato la scatoletta, si avvinghia alle sue gambe e scala la sua altezza, sistemandosi nello spazio tra la spalla e il suo collo.
Raphael sospira pesantemente, mentre tenta di stare fermo e immobile per non disturbare il sonno del gattino. “Che mi dici degli altri? Credi che non miagolerà abbastanza da infastidire i nostri fratelli?!” gli sussurra di nuovo, ma paradossalmente sta urlando.
“Beh, le pareti del tuo appartamento sono piuttosto spesse e da lì delle finestre potrebbero consentirgli di uscire all’aria aperta…” propone Simon, un sorrisetto beffardo in volto, sa che Raphael ha ceduto fin dal primo momento in cui ha visto il micetto.
Raphael vorrebbe dire: “Scordatelo!” ma tutto ciò che fa è spostare il l’animaletto dalla sua spalla alle sue braccia.
“E il cibo?” chiede invece, preoccupandosi per lui.
“Può occuparsene Clary!” si affretta a rispondere Simon.
Raphael alza di nuovo gli occhi al cielo poi si volta ed esce dalla stanza, portando il piccoletto con sé e lasciando Simon a raccattare tutte le cose che la sua migliore amica aveva acquistato per lui.
 
“Non ci credo che ho appena acconsentito a tenere questa palla di pelo…” Raphael è sul divano mentre accarezza delicatamente il pelo grigiastro del loro nuovo amico. “Guardami, sono le dodici del mattino e sono ancora sveglio grazie alle tue genialate!”
In realtà più che a Simon parla a sé stesso, rimproverandosi il fatto di essere diventato troppo malleabile da quando ha Simon tra i piedi più spesso del solito.
Simon dal canto suo, si accuccia di nuovo vicino al suo ragazzo, che non lo degna minimamente di uno sguardo, troppo impegnato a riservarlo al piccoletto. “Dobbiamo dargli un nome…” dice Simon, Raphael annuisce debolmente, soggiogato dal gattino, così Simon riprende a parlare. “Pensavo ad un nome tipo Saphy…”
“Saphy?” questa volta Raphael si volta a guardarlo completamente.
“Sì, stavo pensando all’unione dei nostri nomi e ne è venuto fuori uno abbastanza carino, Saphael, ma noi potremmo chiamarlo Saphy…”
Raphael sorride a Simon, quel ragazzo riesce sempre a sorprenderlo, anche nelle piccole cose. Si sente pervadere da un leggero sfarfallio al centro del suo stomaco, non sa perché l’idea dei loro nomi insieme gli suscita questo effetto, forse perché sente finalmente di appartenere e di condividere la sua vita con qualcuno, forse perché adesso, contro ogni immaginazione, si ritrovano ad essere in tre.
L’unica cosa certa è che Raphael Santiago sa di essere felice e lo è insieme a Simon Lewis, il capoclan avvicina velocemente il suo volto a quello del vampiro giovane - che sussulta - e gli ruba un bacio a fior di labbra.


Angolo Autrice:
Salve! Non bazzicavo su questa sezione dal lontano 2017 :') e devo dire che mi è mancata parecchio, come mi sono mancati i miei Saphael *-*
Spero che questa piccola os vi piaccia, l'idea mi è venuta totalmente a caso e ho pensato che fosse un'idea carina svilupparla e vedere dove mi portava. Come ho anticipato, questa storia segue un po' il filone di "Need the sun to break" più che altro perché vediamo in questo modo già Simon e Raphael stabiliti nella loro routine e nel loro stare insieme come coppia. 
Spero vi piaccia e che mi facciate sapere cosa ne pensate :* 
Vi lascio i link delle altre Saphael che ho scritto, oltre alle già citate:
"For eternity"
"Awake"
colinred_
  
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