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Autore: giorgyleoo    24/09/2022    0 recensioni
"E io lo amavo. Amavo quel bambino. Amavo quel ragazzo. E avrei amato quel maledetto sorriso per il resto della mia vita, anche se quel destino sarebbe stata la mia condanna."
"Infiniti corpi celesti vi sono nel cielo, ma una sola stella, solamente una effigia il nostro amore, e mai avrei smesso di ammirarla. Perché quella tenue, fragile luce...era l'unico mezzo per far sì che le nostre iridi si incontrassero di nuovo. E quel tocco invisibile ai sensi, sarebbe stato sufficiente."
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Seguite il cammino di due giovani hobbit, prima amici d'infanzia, poi fratelli che infine, insieme, dovranno attraversare l'intera Terra di Mezzo per distruggere l'anello del potere. Solo in quel lungo viaggio capiranno entrambi che non potranno essere solamente due semplici amici, capiranno cos'è l'amore...e i sacrifici che devono esser fatti per garantire la felicità dell'altro. Niente avrebbe potuto separarli...fino a quel fatidico giorno.
Ma la loro storia verrà messa a repentaglio dal signore oscuro in persona, che si manifesterà in un modo ancor più pericoloso tramite un solo, piccolo Anello.
La mia storia è presente anche su Wattpad✌🏻❤️
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Frodo, Sam, Sauron, Smeagol
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Le notti che seguirono furono inspiegabilmente fin troppo tranquille. Il mio stato d'animo, che un tempo era allegro e allo stesso tempo preoccupato per Frodo era collassato. Dopo quello che era successo io stesso non mi riconoscevo più. Non riuscivo a pensare più a niente, non riuscivo a provare emozioni, ed il problema più grande era che non me ne accorgevo neanche. L'unica cosa che riuscivo a compiere era muovere le gambe per camminare. Fuori udivo solo lo stridulo di Smeagol e lo scrollare del vento sul mio volto, ma dentro...dentro non sentivo più nulla. Il mio cuore, la mia testa, il mio sangue sembravano aver perso la ragione...come me. Solo un pensiero girava nella mia testa, solamente uno. Avevo detto a Frodo che lo amavo, e lui non mi aveva risposto come speravo. Forse ero paranoico, cercavo in tutti i modi di non prendermela troppo, quel momento per lui era molto difficile. Ma in tutta coscienza la mia mente non riusciva a non pensare che magari lui non provava quell'immenso sentimento che invece io provavo da anni. Quell'amore rimasto segreto e inconscio da quando lo conobbi. Lui mi amava? Non mi amava? Io non sapevo che cosa lui provava per me. Ma speravo con tutto me stesso che voleva passare la vita con me come io con lui. Quasi non mi accorsi del momento in cui Frodo, dopo giorni di assoluto silenzio, si accovacciò accanto a me. Quella fu la prima cosa che sentii. Sentii il battito del mio cuore, il sangue ricominciare a pulsare al momento che la sua spalla toccò la mia. Il sole stava per tramontate, noi ci eravamo fermati in uno spiazzale circondato da alberi. Gollum dormiva, io non ci riuscivo. Non più. "Va tutto bene?" Mi chiese incerto. L'impulso della sua voce arrivò qualche lungo instante dopo che lui parlò. Non me ne resi conto neanche quella volta. Annuii, non sapendo neanche come la mia testa si fosse mossa da sola. Sto bene, mi ripetevo. Sto bene, sto bene, sto bene. Per un istante il mio sguardo scivolò involontariamente sul polso ferito di Frodo. Dopo giorni i suoi tagli erano coperti da una sottile crosta, il tempo faceva il suo effetto, non parevano aver preso un infezione. Udii Frodo sospirare "Cosa c'è che non va?" Mi chiese nuovamente. Io non risposi. Non ne ebbi nemmeno la forza, quasi non udii la voce di Frodo...quasi non la percepii. "Sono preoccupato per te, Sam." Disse, guardando l'orizzonte coperto dalla nebbia. "Sono giorni che non parli. Non è da te." Non ricevendo risposta da me, continuò "Lo so che quello che è successo non è neanche immaginabile. Ma devi capire che non avevo scelta." "C'è sempre una scelta." Bofonchiai d'un fiato, lui trasalì. "Sam, io..." "La scelta di non portare l'Anello. Perché? Perché ti sei offerto quel giorno? Che qualità pensavi di avere? Pensavi di diventare un eroe forse, di viaggiare come hai sempre sognato? Beh, ti sbagliavi." Mi alzai di getto. Il suo sguardo era impenetrabile. "Questo è diverso, Frodo. Mettitelo in testa. Quello che abbiamo visto in questo maledetto viaggio non è stato come le nostre finzioni infantili. Questa è la realtà e la realtà fa schifo! È crudele e ti fa solo del male. E tu hai patito tutte le conseguenze." Il mio tono fu più duro di quanto avessi voluto, ma per troppo avevo chiuso quelle parole dentro me stesso. Quando incrociai la prima volta lo sguardo di Frodo il suo viso puntava terra, gli occhi erano sbarrati, era incapace di guardarmi. "Finzioni infantili? Erano questo per te...?" "Lo sai che non intendevo questo." "E cosa allora?!" Le sue parole mi si rivoltarono contro, lui sospirò intensamente "Mi sono offerto quando nessun altro lo avrebbe fatto, sono stato l'unico. E così mi ringrazi?" "Ringraziarti? E per cosa? Per aver accettato una missione suicida? Non ti capisco Frodo...non più." "Sei tu che sei voluto venire con me, nessuno ti avrebbe obbligato, né tantomeno io." "Pensavi davvero che ti avrei lasciato da solo? Siamo cresciuti insieme, Frodo! Ci siamo comportati per anni come fratelli, come fossimo una cosa sola. O non lo rammenti...? Parli di imprese eroiche quando tutto questo è solo..." "Solo cosa?" Quella volta fui io a sospirare. Dovevo riprendere fiato "Avrei preferito continuare la mia vita come avevamo sempre fatto. A casa nostra, nella Contea. Al sicuro." Frodo abbassò lo sguardo, una lacrima gli rigò io viso "Dici davvero? Quindi tutto quello che è successo tra noi...non è stato forse questo viaggio a farci scoprire? Non è stato questo viaggio a far sì che noi potessimo..." Non vi era il bisogno di completare la frase e da lì non seppi più cosa dire. Non era quello che intendevo. Quello che era successo tra noi era la cosa più bella che mi fosse mai capitata nella vita. Sembrava che dentro di me il mio amore per lui era sempre stato nascosto all'interno del mio cuore. Solo in quel viaggio avevo finalmente compreso quel tassello mancante. Solo in quel viaggio avevo compreso chi doveva essere Frodo per me, e di certo non un amico, non più. Ma tutto quello che dissi prima ero convinto di aver ragione. Sapevo quanto Frodo desiderasse ardentemente spiccare il volo, aprire le sue ali ed esplorare i confini di questo mondo...ma io di certo non lo avrei immaginato così. Questo viaggio era stato solamente sofferenza per lui, solamente dolore. È vero, è subentrato l'amore, e quanto avrei voluto penetrare nella sua anima rendendola mia e scoprire quanti e quali sentimenti provava per me. Come il suo docile cuore batteva quando gli ero accanto, come si sentiva quando osservava le mie membra, se provava quello che provavo anche io. "Io volevo sapere solo come stessi. Non ti ho chiesto altro." Disse infine Frodo quando il suo sguardo scivolò sui miei occhi. "Come sto?" Sbuffai storcendo le labbra "Come sto...non lo so più." Frodo si allontanò lentamente senza degnarmi neanche di uno sguardo, neanche di una risposta. "E tu mi stai facendo impazzire." Quella frase uscì inspiegabilmente dalla mia bocca. Non volevo, non dovevo dirlo. "Io? Io ti sto facendo impazzire?" "Io non intendevo..." "E cosa intendevi? Eh?! Ora è chiaro...sono io il mostro, ma certo." Mi alzai di scatto "Come osi dirlo? Ti stai inventando tutto...quell'anello ti sta facendo diventare pazzo." Improvvisamente Frodo si avventò su di me, afferrandomi il polso. Mi fece male. Lo stringeva e lo stringeva, sembrava che stessi perdendo la circolazione. Lo guardai negli occhi e vidi il buio dentro le sue iridi. Mi fissava con gli occhi sbarrati, con uno sguardo omicida e i denti serrati. Un attimo dopo sembrò riprendersi e allentò la presa. Le sue iridi si macchiarono con le lacrime, deglutì e mi guardò sconvolto. "Non voglio-no-non voglio perdere il controllo...non posso." Si allontanò di nuovo dandomi le spalle "Non posso...non posso perdere il controllo. Non voglio, non voglio. D-devo resistere, devo resistere." Continuava a mormorare queste continue parole coprendosi le orecchie con le mani. Per la prima volta...Non riconoscevo più il mio Frodo. E mi faceva paura, tanta paura. - Passarono altri due giorni da quell'incubo. Il passo per Mordor si faceva sempre con più fatica. Dove eravamo in quel momento lo sapeva solo Smeagol che pareva deciso e determinato a guidarci verso il monte Fato. "Presto Hobbit, venite, venite. Seguite Smeagol." Diceva la creatura e noi non potevamo fare altro che fidarci di lui. I nostri vestiti erano ormai logori, persino i nostri volti cominciavano a sporcarsi di terra e fuliggine. Non si vedeva e non si udiva una sorgente da molti giorni, l'acqua cominciava a scarseggiare, il cibo era ormai quasi terminato. L'unica cosa che poteva sembrarmi positiva era che avevo perso peso, e non mi dispiaceva affatto, seppure la fame aumentava ogni giorno. Giungemmo, come ci illustrò Smeagol ai confini di Mordor. Alla nostra sinistra si ergeva un enorme altura sporgente. Ma quello che più mi preoccupava era l'enorme fortezza situata precisamente di fronte a noi. Era estremamente alta, quasi non riuscivo a scrutare la fine a causa della nebbia al di sopra. Era un edificio interamente coperto dal nero, non intravedevo finestre. "Che cos'è quello?" Domandò Frodo voltandosi verso la fortezza. Smeagol accorse al suo fianco afferrandogli le gambe "Non qui padrone, non qui. Noi dobbiamo salire la montagna. Per di qua, Hobbit." Frodo sembrava riluttante a seguire Smeagol, poi osservammo la stessa cosa. L'altura che avremmo dovuto scalare era enormemente ripida. Terrificante, oserei dire. Ma se non vi era altra via... Non feci in tempo a muovermi di un passo verso l'altura che Smeagol gridò al padrone, di scatto mi voltai e vidi Frodo avanzare traballate verso la fortezza infestata, come la definii. Senza indugiare, entrambi ci scaraventammo sul ragazzo e quando lo afferrai per le spalle rimasi perplesso. "Padrone, non di là! Non di là!" Gridava Smeagol. Frodo balbettava, solo dopo qualche istante riuscii a comprendere cosa dicesse. "Frodo!" Strillai. "Mi sta chiamando. Devo..." Troppo tardi. Una scossa improvvisa del terreno ci scaraventò entrambi a terra di schiena. Solo allora notai la mano di Frodo ancora incatenata all'Anello, se lo premeva contro il petto. Sente i battiti del mio cuore, mi disse una volta. Lui sa ogni mia emozione, mi sente...mi vede. Così, ancora stesi l'uno sopra l'altro arraffai velocemente il suo arto e lo tenni lontano da quel maledetto oggetto. Successivamente lo aiutai ad alzarsi, conducendolo e sbattendolo con più violenza di quella che avrei voluto usare, alla parete della roccia. "Sta giù!" Gridai. D'improvviso Frodo emise un grido soffocato nello stesso momento in cui un innondante bagliore color dello smeraldo venne sputato violentemente dalla fortezza, il terreno fremette di nuovo. Io precipitai a terra accanto a Frodo. C'era dell'altro?! Pensai troppo presto. Una figura terribilmente familiare spuntò improvvisamente dalla parte più alta del palazzo. Sapevo bene chi era. Per ben tre volte incontrammo il Re dei cavalieri Nazgul...per ben tre volte brandiva la sua lunga e terrorizzante spada Morgul...per ben tre volte aveva cercato di uccidere il mio Frodo. Solo allora udii Frodo ansimare per il dolore. Mi voltai verso di lui afferrandolo per la spalla "Cos'hai?!" Gemetti. Lui stringeva i denti, cercando forse di non gridare. La sua mano premeva sulla sua spalla sinistra, sulla ferita provocata dallo stesso cavaliere nero quel giorno a Colle Vento. "Sento la sua lama." Ansimò il ragazzo prima di accasciarsi per il dolore lancinante. Io mi accorsi che tremavo. Tremavo. Avevo paura, estremamente paura. Timore di veder Frodo morire davanti a me da un momento all'altro, timore che il Nazgul ci avrebbe intercettato, timore di non arrivare a Mordor...timore di non tornare mai più a casa. Solo in quel momento, solamente per pochi istanti io rammentai i momenti con la Compagnia. Aragorn, il più grande e coraggioso guerriero che ebbi la fortuna di incontrare. Il povero Boromir, fratello di Faramir che a causa dell'Anello aveva perso la vita. Legolas e Gimli, l'Elfo e il Nano più ammirevoli e pieni di vita che conobbi. Gandalf...non c'erano parole per descrivere il dolore che avevamo tutti provato per la sua perdita. Lui era la creatura della Terra di Mezzo che più ammiravo, per la sua saggezza, per i suoi modi di fare, per la sua pazienza e la sua fede. Non si era mai arreso. E per ultimi i miei amati Merry e Pipino. Non avrei mai pensato che quei due combina guai un giorno mi sarebbero potuti mancare. Io e Frodo eravamo cresciuti insieme a loro. Grazie a loro compresi che cos'era l'amicizia, che cos'era il divertimento, che cos'era la vita. Noi quattro insieme eravamo una grande forza, combinavano pasticci, ci mettevamo nei guai, ma quanto mi sentivo vivo quando ero con loro...quando amavo vivere quando mi comportavo come ero davvero, un bambino. Solamente un bambino. Così in lui mi rifugiai per ultimo. Il mio Frodo. Anche lui era stato solo un bambino. Un dolce, gentile, amabile fanciullo. E io lo amavo. Amavo quel bambino. Amavo quel ragazzo. E avrei amato quel maledetto sorriso per il resto della mia vita, anche se quel destino sarebbe stata la mia condanna. Ero arrabbiato con lui si, ero preoccupato, ma in quel momento tutto era così superfluo, così di poca importanza. L'unica cosa importante era la sua incolumità. Non appena il Nazgul spiccò il volo in groppa al suo drago d'argento e il rumore cessò cominciammo con prudenza a scalare l'altura che ci avrebbe portato, come ci disse Smeagol, direttamente all'interno di Mordor. La salita era faticosa, tremendamente faticosa. Più ci alzavamo da terra e più sembrava che mi mancasse il respiro. Smeagol invece era più abile di quanto mi aspettassi. Lui sembrava non sentire la stanchezza in tutto il corpo, anzi sembrava persino contento di farci da guida, come se stessimo andando in un mondo coperto di buone prelibatezze da mangiare. Non mi fidavo, ancora non mi fidavo. No, non mi sarei mai fidato di quella strana creatura. Troppo tempo aveva vissuto in solitudine, troppo tempo aveva tenuto l'Anello per se. E quell'oggetto lo aveva reso ormai un mostro. Irrecuperabile. Dopo quasi due ore infernali decidemmo di riprendere fiato. Trovammo un misero spazio dove ci accampammo. Frodo senza aggiungere altro si accovacciò in un angolo e chiuse gli occhi. Smeagol lo stesso, così toccava a me fare da guardia. Mi sedetti coprendomi col mantello, l'aria era scarsa e fredda. I miei occhi stavano letteralmente per chiudersi, ma dovevo resistere. Solitamente Smeagol non dormiva nelle nostre vicinanze, ma in quel momento era troppo vicino a Frodo. Prendergli l'Anello non era una mossa difficile, così per protezione e sicurezza feci scivolare la mano sull'elsa della mia spada. Non si sa mai. "Sam...?" Trasalii. Frodo mi stava fissando con gli occhi semichiusi ancora steso e coperto. Il suo volto era per la prima volta logoro, la sua purezza sembrava essere svanita. "Tutto bene?" Mi assicurai. Lui annuì "Non dormi tu?" Sospirai, posizionandomi nuovamente sulla roccia "Faccio da guardia. Tu riposa." "Dovresti dormire, Sam." "Tranquillo." Mi scappò uno sbadiglio e cercai immediatamente di reprimerlo. Frodo continuava a guardarmi, d'un tratto alzò un sopracciglio "Ti conosco. Tu stai letteralmente crollando." "Si vede tanto?" "Avanti. Dormi un po'. Si farà sempre più faticoso." Con riluttanza annuii e mi stesi. Oramai mi ero abituato a dormire su piani spigolosi, rocce e tronchi. Non ci facevo più caso. Fu Frodo a svegliarmi quando era giunto il momento di riprendere il cammino. La prima cosa che i miei occhi puntarono furono i tagli quasi rimarginati sul polso di Frodo. Lui sembrò non accorgersene, era sopra di me e mi guardava in modo amorevole. "Sono pronto, si." Bofonchiai stropicciando gli occhi. Aspettai una sua mossa, immaginavo si sarebbe alzato, rimasi perplesso quando le sue iridi erano ancora poggiate sulle mie, rimanendo per più di attimo a fissarmi con un lieve sorriso all'angolo delle labbra. "Ti ho mai detto di quanto sei incantevole quando dormi?" Io sbattei le palpebre più volte, prima di metabolizzare quello che aveva appena pronunciato. "Stai bene?" Domandai di scatto. "Andiamo." Rispose lui scrollando le spalle. Mi venne la strana voglia di alzare gli occhi al cielo, ero divertito. Quando Frodo litigava con me aveva un modo tutto suo per scusarsi. Il Mi dispiace, ho sbagliato lo avevo sentito poche volte fuoriuscire dalla sua bocca. Capivo che si stava scusando quando ti riempiva di complimenti, quando sorrideva con un ghigno. Lo conoscevo troppo bene quel ragazzo. Dopo un altra mezz'ora buona, passata a scalare faticosamente quell'altura giungemmo di fronte ad una grotta, o almeno per me pareva una grotta. Io e Frodo ci fermammo all'entrata, Smeagol andò avanti fino al momento in cui si girò non sentendoci alle spalle. "Presto Hobbit. Dobbiamo proseguire." Guardai Frodo per un attimo e scossi la testa "Perché dovremmo entrare lì? Che cosa c'è la dentro?" Smeagol alzò le spalle "Non c'è nulla ovviamente, Gollum...Gollum." "Non possiamo tornare indietro." Affermò Frodo con una voce sottile. Io strinsi le labbra "Lo so." Sospirai "Dove conduce questa galleria?" Chiesi a Smeagol. "A Chirit Ungol. Infine a Mordor." "È...è sicuro questo passaggio?" Lui fece un ghigno, annuì e si diresse all'interno senza aggiungere altro. Mi voltai nuovamente verso Frodo, che con un lieve cenno di assenso con la testa mi fece capire che non avevamo davvero altra scelta. Entrammo così nella galleria...e l'oscurità e il gelo ci avvolsero troppo in fretta. "Che cos'è questa tremenda puzza?" Esclamai cercando di non respirare. "Gli orchetti passano sovente di qui, non è nulla di che." Rispose Smeagol. Dove ci avrebbe portato? Speravo con tutto me stesso che sarei uscito vivo da quella caverna, ma più mi addentravo e più sembravo scorgere il mio cadavere torpido all'interno della galleria. Un brivido freddo mi percorse la schiena quando udii un rumore dall'altra parte. "Che cos'era?" Sussurrai tremolante. Frodo scosse la testa, un attimo dopo si bloccò sgranando gli occhi "Dov'è Smeagol?" Io mi voltai di getto, ma non vidi nessuno "Dove diamine è andato?!" Esclamai. Qualche attimo dopo i miei occhi videro davvero quello che c'era davvero all'interno della galleria. Sotto i miei piedi nudi percepivo Qualcosa di morbido appiccicoso e...ramificato? In effetti quella strana sostanza andava a finire anche sul soffitto e sulle pareti, poi scrutai... "Sam?" Sussurrò Frodo con gli occhi sgranati "Vedi anche tu quello che vedo io?" Io annuii deglutendo. Delle creature come ratti e uccelli di dimensioni diverse erano appese a testa in giù completamente avvolte dalle... "Sono ragnatele." Puntualizzai. Frodo respirò con enfasi "Questa non è una semplice galleria. È una tana." Mi mancò il respiro per più attimi "Che vuol dire? Chi ci abita?!" Bofonchiai tremante. "Tira fuori la tua spada!" Gridò Frodo e si mise contro le mie spalle. Ubbidii immediatamente "Cosa hai capito?" Domandai. "Una volta lessi un libro proibito di Bilbo sulle creature della Terra di Mezzo. E vidi lei." "Lei? Lei chi?!" "Shelob. Un aracne fin troppo grande. Rammento di aver letto che abitava nei pressi di Mordor." La spiegazione di Frodo poco mi interessava. Quello che compresi fu solamente: Ragno Gigante. E sicuramente c'era da preoccuparsi. "Beh, ci conviene correre allora." Realizzai. "Dove si è cacciato Gollum?!" "Non lo so. Dobbiamo stare all'erta." Non appena finimmo di discutere udimmo un forte rumore provenire da una certa distanza. Corri. Fu il mio pensiero, ma d'improvviso Frodo mi afferrò il polso e con la spada nel salda cercammo di trovare un uscita. Dovevo portarlo via da lì. La galleria era alta e larga, così larga che, pur procedendo fianco a fianco e limitandoci a sfiorare le pareti laterali con le mani protese, eravamo separati, isolati nell'oscurità. Non avevamo fatto molta strada, ma più proseguivamo e più perdevo la cognizione del tempo e della distanza. Fino a quando le mie mani, occupate a tastare la parete alla mia destra percepirono uno spiffero, intravidi in apertura laterale. "Qui c'è più di una galleria." Esclamai. Sentii Frodo deglutire. L'aria si faceva sempre di più irrespirabile man mano che ci addentravamo. La paura stava salendo, forse anche per Frodo. Lo notai, seppure sembrava determinato, i suoi occhi cominciarono a riempirsi di lacrime. Mi allontanai dalla parete e mi ritrassi accanto a Frodo e quando le nostre mani si incontrarono e si strinsero, riuscimmo a proseguire. Insieme. Due passi, tre passi, quattro passi, cinque passi, scappammo, continuammo a correre ma subito riscontrammo una nuova difficoltà. La galleria sembrava biforcarsi e al buio non riuscivamo a capire quale delle due vie fosse più larga o mantenesse la giusta direttiva. Non avevamo modo di orientarsi, e una scelta sbagliata sarebbe risultata quasi certamente fatale. "Da che parte è andato Gollum?" Boccheggiai "E perché non ci ha aspettato?" "Smeagol!" Gridò Frodo cercando di chiamarlo "Smeagol!" Non ci fu ne risposta ne eco. Neppure un tremito dell'aria. "Dobbiamo scegliere, Sam. Giusta o sbagliata non abbiamo scelta." Io osservai le due gallerie per un po', prima di perder parola "Mi fido più di te che di me stesso." Bofonchiai lasciando la scelta al mio compagno. Frodo mi guardò per un momento, sospirò e con la sua mano, sempre legata alla mia, ci condusse alla galleria di sinistra. Ma avevamo appena fatto pochi passi quando alle spalle udimmo un rumore, impressionante e allo stesso tempo orribile nel greve silenzio ovattato: Un gorgoglio e un lungo sibilo venefico proveniente dietro le nostre schiene. Ci girammo con gli occhi sbarrati e la vedemmo. Era enorme, impossibile descrivere quanto fosse stata terrificante quella creatura. Distava da noi almeno dieci piedi nell'istante in cui prese velocità, cominciai a tremare, lo stesso sembrava per la mano di Frodo attaccata alla mia. "CORRI!" Gridai fuggendo nella galleria di sinistra. Corremmo a più non posso fino ad incontrare un altro bivio. Frodo era dietro di me, quella volta decisi la galleria di destra. D'improvviso le mie gambe inspiegabilmente cedettero. Inciampai sulle ragnatele sotto ai miei piedi, feci cadere anche Frodo che si accasciò sopra di me. Di corsa Frodo si dimenò e cercò di aiutarmi, ma quando scoprimmo che la ragnatela non voleva scollarsi dalle mie caviglie vidi i miei anni scivolarmi sugli occhi in un instante. Shelob stava per raggiungerci, io sospirai e decisi: "Vai! Scappa!" In parte sapevo che Frodo non ne avrebbe mai avuto l'intenzione di lasciarmi, ma comunque non esitai a comunicarglielo. Frodo scosse la testa con un lieve ghigno stressato sul volto, mentre i suoi arti cercavano inutilmente di liberarmi "Puoi anche scordarti queste parole, Samwise Gamgee." "Non potrei perdonarmi di vederti morire a causa mia." Boccheggiai fissandolo negli occhi. A quel punto lui incontrò il mio sguardo e sbottò "Preferisco morire nel più doloroso dei modi piuttosto che lasciarti qui!" "Ma la missione..." "Lo so! Ma non puoi chiedermi questo...non puoi." Quando compresi che non c'era più nulla da fare mi accasciai alla parete dietro di me. "Allora è finita...ci vorrebbe un miracolo." A quelle parole Frodo si bloccò e sgranò gli occhi. All'inizio non compresi. Con veemenza Frodo spostò le mani sul suo fianco sinistro e tirò fuori l'ampolla che Dama Galadriel gli donò usciti da Lòrien. "Come ho fatto a dimenticarlo?" Disse scuotendo la testa "Una luce quando si spegneranno tutte le altre." Detto ciò si portò l'ampolla al petto, e lentamente tenne sollevata la fiala di Galadriel. Per un istante luccicò, fioca come una stella che sorge a fatica, poi Frodo pronunciò delle parole per me incomprensibili: "Aiya Eärendil Elenion Ancalima!" Gridò sollevando l'ampolla all'alto. In un secondo momento le tenebre attorno a noi si ritrassero, la luce cominciò ad ardere argentea come non mai e innondò di speranza quel luogo dimenticato e oscuro. Frodo osservò stupefatto quel meraviglioso dono che portava dà molto tempo, che persino io avevo dimenticato, e non avrei mai immaginato la potenza di quella piccola luce. Sembrava la nostra stella. Era la nostra stella, e in quel momento ci aveva salvato. La sua luce, la sua bellezza erano capaci di rinnegare ogni turbamento, illuminando di speranza e amore il nostro cammino...la nostra vita. Non appena l'aracne Shelob giunse sopra di noi, la luce che Frodo teneva in mano la fece ritrarre. Così, con Pungolo in pugno, Frodo riuscì a tagliare le ragnatele che mi bloccavano le caviglie, ci alzammo e, prendendo una delle gallerie fuggimmo a gambe levate senza guardarci indietro. Quando lo facemmo, quel gesto divenne la nostra condanna a morte. Non appena mi girai rimasi incastrato nei filamenti di ragnatele, più mi dimenano più esse di attorcigliavano al mio corpo, lo stesso valeva per Frodo che con Pungolo cercava inutilmente di togliersele di dosso. Shelob ci raggiunse, era dietro di noi. Cacciammo un urlo di terrore. Poi sgrani gli occhi vedendo una figura familiare appollaiata sullo stipite di una roccia: Gollum. "Smeagol! Aiutaci!" Gridò Frodo disperato. Lui si limitò a ridere. "Traditore!" Urlai io. Gollum continuò a sorridere puntando gli occhi su di noi, come se non vedesse l'ora di guardare la nostra morte. "Oh Sam..." Disse Frodo con voce tremante tendendo il braccio verso di me. Mi scappò un singhiozzo quando incontrai le sue iridi colme di lacrime guardami come fosse stata anch'essa l'ultima volta. Allungai il braccio più che potevo, le nostre dita erano a pochi millimetri di distanza, ma non riuscirono a toccarsi. "Frodo..." Solo un tocco. Ti prego, solamente uno. Fammi sfiorare la sua pelle un ultima volta. "Padrone..." sibilò la creatura rivolgendo le iridi su Frodo "Perdonate il povero Smeagol, non appena sarete morti...Gollum si ripremerà il suo tesoro. Il mio tesssoro." Con quelle ultime parole l'oscurità prevalse, Gollum scomparve e noi eravamo condannati.
   
 
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