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Autore: PerseoeAndromeda    27/09/2022    2 recensioni
In effetti, anche se faticava ad ammetterlo a se stesso, non di rado avvertiva in maniera prepotente il desiderio di coccolarlo, non solo con gli occhi, ma…
Deglutì…
“Chissà” rifletté. “Prima o poi riuscirò ad essere sincero con me stesso… e con te”.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daichi Sawamura, Koushi Sugawara
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Flashfic scritta per la challenge Un prompt al giorno del gruppo Fondi di caffè – Il tuo scrittoio multifandom.
 
Titolo: Un gesto di tenerezza
Fandom: Haikyuu
Personaggi: Daichi Sawamura, Koushi Sugawara
Challenge: Un prompt al giorno – Settembre
Prompt: Coperta
Genere: fluff, sentimentale, romantico
Rating: verde
Note: Questa scenetta non riguarda il terzo anno scolastico dei due protagonisti, ma il primo o, forse, il secondo. Nella mia idea Daichi ha accettato i propri sentimenti per Suga nel corso del terzo anno, mentre prima provava questa tenerezza alla quale ancora non riusciva a dare un nome o non riusciva ad accettare del tutto

 
UN GESTO DI TENEREZZA

 
“Stai ancora studiando?”.
L’ultima parola morì sulle labbra di Daichi non appena ebbe aperto la porta: trovò Koushi ancora seduto alla scrivania, ma ripiegato su se stesso, le braccia sul tavolo e il viso affondato tra esse.
“Sapevo che sarebbe finita così” pensò, mentre un sorriso gli compariva sulle labbra.
Koushi non si risparmiava, qualunque cosa dovesse fare.
La scuola, in quei giorni, era pressante e in più c’erano gli allenamenti.
Koushi non trascurava nulla: consapevole di doversi impegnare più degli altri per migliorare il proprio rendimento come setter, desideroso, al contempo, di ottenere risultati ottimi in tutte le materie scolastiche, finiva per dormire, sì e no, due ore per notte e, alla fine, come pretendere che non crollasse?
Daichi posò la tazza di the che gli aveva portato su un mobiletto accanto all’entrata prima di avvicinarsi a lui, gli sfiorò una spalla e lo sentì rabbrividire.
La testa di Koushi si mosse, il profilo del volto fece capolino dal nido che si era creato con le braccia. Mormorò qualcosa che Daichi interpretò come “freddo”.
L’inverno era alle porte e le temperature si facevano più rigide: addormentarsi con la testa sul tavolo in preda alla stanchezza non aiutava di sicuro a mantenere al caldo il proprio corpo.
Daichi scosse il capo e si guardò intorno.
I suoi occhi caddero sulla coperta del futon abbandonato, sfatto, sul tatami.
La raccolse e, con mosse delicate, la drappeggiò sulle spalle del ragazzo addormentato.
Koushi si mosse e Daichi temette di averlo svegliato; invece, con sua sorpresa, le mani del giovane afferrarono i lembi del lenzuolo e lo strinsero di più al corpo, mentre dalla bocca uscì qualche suono sconnesso. Il volto rimase abbandonato sul tavolo e gli occhi chiusi.
“Sei proprio stanco” sbuffò Daichi. Lo osservava con tale, amorevole cura che sembrava volerlo coccolare con gli occhi.
In effetti, anche se faticava ad ammetterlo a se stesso, non di rado avvertiva in maniera prepotente il desiderio di coccolarlo, non solo con gli occhi, ma…
Deglutì…
“Chissà” rifletté. “Prima o poi riuscirò ad essere sincero con me stesso… e con te”.
Si chinò, sfiorò il ciuffo scomposto sulla testa di Koushi e posò un bacio leggero, accarezzandolo con un sussurro:
“Riposa bene, Suga-chan. Io resto qui…”.
Lì accanto a lui, perché per Daichi non vi era posto più piacevole al mondo.
 
   
 
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