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Autore: Bombay    27/09/2022    0 recensioni
Questa è una raccolta delle one shot e delle flash fic che sto scrivendo durante il contest della challenge: writeptember2022 indetta sul gruppo “Facebook Hurt/Comfort Italia, Fanart e Fanfiction Gruppo Nuovo” seguendo i prompt giornalieri.
I personaggi, le coppie e il rating varieranno ad ogni storia, ma troverete le specifiche all’inizio.
- Crescere [Yuri/Otabek]
- Il brutto anatroccolo [Yuuri/Victor]
- Stanchezza [Yuri/Otabek]
- Ancora [Yuri/Otabek]
- Ascensore [Yuuri/Victor]
- Calore [Yuuri/Victor]
Genere: Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Otabek Altin, Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Challenge: #writeptember2022 #Giorno25 #fuorichallenge del gruppo “Facebook Hurt/Comfort Italia, Fanart e Fanfiction Gruppo Nuovo”

Prompt: 1 “Qualcuno, lassù” - 2 “Non mi aspetto che tu capisca”

 

Titolo: Calore

Autore: Bombay

Fandom: Yuri on ice

Genere: romantico, Hurt/Comfort

Tipo: one shot

Coppia: yaoi

Personaggi: Yuuri Katsuki, Victor Nikiforov

Rating: PG-13, verde

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma del rispettivo autore. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Calore

 

Faceva freddo in quel pomeriggio di fine dicembre, nonostante fosse appena passata l’ora di pranzo.

Victor lo guardava divertito mentre volteggiava sul lago ghiacciato: è felice Yuuri felice sorridente e rilassato. Quella di prendersi una vacanza solo per loro era stata un’ottima idea. 

Quello chalet sperduto nei monti Svizzeri era stato un rifugio sicuro durante gli anni turbolenti dell’adolescenza di Victor. Era tanto che non ci tornava e quale occasione migliore se non andarci insieme al suo compagno; avevano davvero bisogno di staccare entrambi dalle gare, dagli allenamenti da tutto e da tutti.

 

Yuuri compì un triplo Axel e atterrò perfettamente.

“Questo posto è bellissimo” disse frenando a pochi passi da lui “Sembra il luogo delle favole, ti aspetti che da un momento all’altro esca un elfo o un unicorno” aggiunse trasognato.

Victor rise di gusto a quelle parole abbracciandolo stretto, posando la bocca sulla sua.

“L’unica cosa favolosa, qui, sei tu” gli disse accarezzandogli la guancia fredda.

“Pattina ancora per me”

Yuuri sorrise andando indietro sinuoso ed elegante tenendo lo sguardo su Victor che non lo abbandonava mai.

Non si sentiva così bene e così felice da tanto tempo, fece una trottola bassa e poi riprese a schettinare indietro per prepararsi ad un quadruplo Salchow saltò e atterrò: perfetto. 

Il rumore dei pattini sul ghiaccio coprì quello più sinistro di uno schioccò, Victor corrugò la fronte.

“Yuuri torna qui, subito!” ordinò allarmato.

Il giovane giapponese si fermò spostando gli occhi dal viso dell’uomo alla crepa sul ghiaccio sotto le sue lame, non fece in tempo a darsi la spinta in avanti che il ghiaccio si ruppe sotto le sue lame e lo inghiottì. Un abisso buio e gelido.

Annaspò cercando di tornare in superficie, ma il peso dei pattini lo trascinava verso il basso e il gelo gli intorpidiva le membra, l’acqua lo soffocava sollevò le mani, incontrando solo ghiaccio. Era in trappola. Era finita.

 

Victor sentì lo schioccò quando Yuuri atterrò dal salto. Il ghiaccio non avrebbe retto ad un altro impatto del genere non era abbastanza spesso.

“Yuuri torna qui, subito!” aveva gridato rendendosi conto, troppo tardi, del pericolo.

Il giapponese si fermò nel momento stesso in cui il ghiaccio si crepava. Victor si tese in avanti allungando il braccio, ma erano troppo distanti lo vide sparire, inghiottito dal ghiaccio in uno sciabordio sinistro, in mezzo agli spruzzi e pezzi di ghiaccio.

D’istinto fece un passo in avanti, ma la lastra scricchiolò pericolosamente. Doveva fare in fretta prima che annegasse, prima che sopraggiungesse l’ipotermia.

Si stese su ghiaccio e troppo lentamente raggiunse il buco, doveva muoversi con cautela se fosse finito in acqua sarebbero morti entrambi.

Raggiunse il foro ed immerse le braccia alla cieca, sfiorò qualcosa si protese ancora il ghiaccio scricchiolò una protesta. Chiuse il pugno su qualcosa, la giacca di Yuuri, tirò. Era pesantissimo gli abiti fradici di acqua, i pattini, tutto portava verso il basso, tirò sentendo le braccia fargli male riuscì a trascinarlo fuori per metà, era pallidissimo, le labbra blu. Si impedì di farsi cogliere dal panico, lo issò facendosi indietro portando con sé l’altro uomo.

Un reticolato di crepe feriva il ghiaccio, non avrebbe retto a lungo doveva sbrigarsi i polmoni gli bruciavano per lo sforzo e per il freddo.

Tirò retrocedendo, ancora pochi metri e sarebbe stato a riva, un ultimo sforzo; il ghiaccio si ruppe di lato bagnandogli i pantaloni poteva farcela, un ultimo strattone e il ghiaccio si spaccò del tutto, ma loro erano in salvo sulla terraferma.

Victor ansimava per lo sforzo. Non era ancora finita. Si volse verso Yuuri non respirava. Non respirava.

Senza pensarci gli praticò il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca.

“Ti prego, no. Ti pregò, no”

Le mani gli facevano male, il gelo gli attanagliava la carne dove i vestiti erano bagnati.

Yuuri tossì e vomitò acqua. Ricadde inerte sulla neve.

Gli tolse i pattini e se lo caricò in spalla il breve tragitto verso lo chalet gli parve immenso.

Il calore dell’ambiente lo travolse. Depositò Yuuri sul divano e prese a spogliarlo, gettò altra legna nel fuoco del camino, sistemò delle coperte e dei cuscini in prossimità del camino sollevò il corpo nudo e gelido del compagno e lo depositò con cura in quel giaciglio improvvisato.

Si tolse i vestiti prese un asciugamano e si stese accanto a Yuuri, approssimandosi a lui cercando di trasmettere il suo calore al corpo dell’altro. Gli asciugò con cura i capelli baciandogli il viso gelido e le labbra bluastre. 

Continuava a ripetere il suo nome come una preghiera lo strinse forte affondando il naso nei capelli umidi di Yuuri.

Aveva proposto lui di andare al laghetto ghiacciato e con l’entusiasmo di un bambino aveva voluto pattinare sopra.

Era colpa sua.

Il tempo scorreva lento, mentre Victor massaggiava piano le membra gelide di Yuuri che respirava appena.

Gli prese una mano tra le proprie e la baciò, per la prima volta in vita sua Victor pregò “Non mi aspetto che tu capisca” sussurrò al silenzio intorno a sé “Non sono nessuno… sono solo io… un uomo innamorato…” proseguì mentre calde lacrime gli rigavano le guance “Un peccatore… ma ti prego… ti scongiuro… non portarmelo via…” singhiozzò stringendolo a sé.

Lentamente, molto lentamente il corpo di Yuuri riprese calore, si mosse contro di lui ed un lamento gli uscì dalle labbra.

Con una fatica immensa mise a fuoco il viso di Victor, l’ultima cosa che ricordava era il buio e il gelo.

“Ehi”

Yuuri sbatté le palpebre “Mi fa male ovunque” si lamentò.

“È normale piano piano il tuo corpo sta tornando alla sua temperatura”

Il giovane giapponese chiuse gli occhi e quando li riaprì Victor gli porgeva una tisana fumante, si mise a sedere sorbendone qualche sorso.

Il russo lo fissava come se fosse la prima volta che lo vedeva.

“Sto bene” tentò di rassicuralo, ma quelle parole fece riempire gli occhi di Victor di lacrime. Yuuri posò la tazza e lo abbracciò tirandolo nuovamente nel nido di coperte, premendo il corpo nudo su quello dell’altro.

“Ho temuto il peggio” bisbigliò “Qualcuno, lassù, ha ascoltato le mie preghiere” aggiunse stringendolo forte, strappandogli un gemito.

“Scusa”

“Non fa niente. Stringimi. Scaldami” chiese chiudendo nuovamente gli occhi. Non voleva ripensare a quella brutta avventura, voleva solo bearsi della vicinanza e dell’amore di Victor.

   
 
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