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Autore: Farkas    29/09/2022    2 recensioni
Hogwarts AU! Bellarke.
I M.A.G.O. i temutissimi esami di diploma di Hogwarts si stanno avvicinando e la Caposcuola Clarke Griffin è completamente assorbita dallo studio, tanto da trascurare il suo ragazzo Bellamy Blake cosa che porta a un litigio tra i due. Subito dopo però, Clarke e Bellamy ripercorrono gli anni passati insieme al castello ricordando come sono prima amici e poi di più.
Se interessa anche a voi cliccate sul titolo.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Octavia Blake
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Una storia di sette anni

 
Se gli esami normali facevano un brutto effetto sugli studenti in generale e ancor di più sui Corvonero, i M.A.G.O. mandavano proprio la gente fuori di testa. In particolare la Caposcuola Clarke Griffin che era probabilmente la studentessa più tesa di tutto il castello.
Negli occhi della bionda brillava sempre una luce maniacale: aveva preso l’insopportabile abitudine di chiedere a tutti i loro metodi di studio, si affrettava a incorporare nel proprio tutto ciò che era anche solo parzialmente utile, passava tutto il tempo a borbottare tra sé e sé complesse formule magiche. Inoltre era sempre più irritabile e assegnava punizioni severissime a chiunque disturbasse in qualche modo i ripassi.
La diagnosi era chiara: Clarke soffriva chiaramente di un gravo caso di ansia da esame, ma dopo aver visto quel male manifestarsi ai primi di maggio per sette anni consecutivi, Bellamy non era esattamente incline a preoccuparsi.
Wells invece sì: - Lo so pure io che gli esami sono importantissimi, ma non pensare sempre e solo a quello- aveva tentato di dirle, ma era stato come parlare al muro. La Corvonero, lo aveva guardato come se avesse pronunciato chissà quale blasfemia e aveva completamente ignorato il suo consiglio.
Bellamy rimpiangeva la sua ambizione di voler diventare Auror e non per l’elevato difficoltà che comportava, ma perché dato che Clarke voleva diventare Guaritrice avevano bisogno di ottenere dei M.A.G.O. elevati nelle stesse materie e dato che la ragazza (la sua ragazza) era decisa ad aiutarlo aveva cominciato a coinvolgerlo nei suoi programmi di ripasso maniacale.
Tutto sommato la cosa gli era utile, quindi Bellamy aveva acconsentito, ma il fatto che per tre ore di fila Clarke non avesse parlato di altro che di pozioni l’aveva un po’ disturbato, soprattutto perché in genere facevano ben altro sotto quell’albero vicino al lago…
-Allora ricordi gli ingredienti della Pozione Germogliante? -.
-Sì, ma è possibile che pensi solo a cose del genere? -.
-E a cosa dovrei pensare? -.
-Che tra un mese ce ne andremo probabilmente per sempre dal posto che è stato casa nostra per sette anni? - buttò lì il Grifondoro. – E che se io vengo accettato all’accademia Auror non ci vedremo che nei giorni di visita per i prossimi tre? -.
-Io… io ci ho pensato, solo che…-.
-Che i voti vengono prima di tutto, sì lo so-.
-Non è questo e solo che… che… ci tengo molto a realizzare il mio sogno e voglio aiutarti a realizzare il tuo-.
-Certo. Dopotutto una Guaritrice che sta con un Auror non è poi così strano…  la rampolla di una famiglia Purosangue che sta con un poveraccio come me invece è ridicolo - commentò amaro Bellamy.
-Aspetta un attimo… tu credi che io voglia farti accedere al corso per… per farti sembrare un fidanzato più… più adeguato?! Sai benissimo che non mi importa della ricchezza o dello stato di sangue! -.
-Lo so, lo so- borbottò in tono poco convinto il ragazzo.
-Be’ non sembrerebbe! Che pensi che ti usi per far ingelosire Wells, o per punire i miei genitori? -.
-I no, ma molte altre persone sì! -.
-Persone idiote, come lo sei tu se dai loro retta! –sbottò irata la bionda.
-Senti ho l’allenamento di Quidditch… meglio che vada-.
-La prima cosa intelligente che dici in questa conversazione! – ringhiò la giovane Griffin, mentre Bellamy raccoglieva le sue cose e si dirigeva verso il campo.
 
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Per sbollire la rabbia e ritrovare la concentrazione la bionda Corvonero aveva deciso di fare intorno al lago.
Dio certi giorni mi chiedo perché lo amo” pensò stizzita Clarke. Rendendosi conto di dove fosse giunta si fermò “Oh… ma è qui che l’ho conosciuto”.
E in lampo la sua mente ritornò a quella non proprio gradevole esperienza.
 
Erano passate due settimane, ma Clarke non riusciva a credere di essere finalmente arrivata a Hogwarts. Il castello era proprio il luogo fantastico pieno di straordinaria magia che aveva sempre immaginato. L’unica cosa che le dispiaceva era di non essere nella stessa Casa di Wells che era stato Smistato a Grifondoro.
Comunque la sua amicizia col giovane Jaha aveva retto, in quel momento stavano passeggiando nel parco proprio per passare un po’ di tempo insieme.
-Beccati questo figlio del Ministro! - ruggì una voce alle loro spalle, un attimo prima che lei e Wells venissero investite da una dozzina di Caccobombe.
-Il Ministro del castello non gradisce? Magari preferisce le Pallottole Puzzole! - rise un ragazzino del primo anno con la divisa di Grifondoro mentre bombardava Wells senza pietà, travolgendo anche la povera Clarke. Wells aveva fatto la spia vedendo Bellamy in giro dopo il coprifuoco, e lui ora si vendicava.
-Coff… coff… brutto imbecille, di questo passo nessuno si avvicinerà a noi per un mese! - ansimò Clarke quando il giovane Blake ebbe terminato le munizioni.
-Scusa bionda, volevo solo far capire al tuo amico che gli spioni la pagano sempre-.
-Ma davvero? - rispose irata Clarke. - Allora per ricambiare ti insegno un nuovo incantesimo… Flipendo! -.
La Fattura Stendente lanciata da Clarke, mandò il giovane Blake a gambe all’aria facendogli fare un poco decoroso tuffo nel lago.
Un attimo dopo Bellamy prese a bersagliarla con acqua gelida, ridendo mentre lei urlava.
-Non volevi che la puzza andasse via? Ti do solo una mano! -.
-Ora ti faccio vedere io! - abbaiò la Corvonero gettandosi in acqua e cominciando a contrattaccare.
-Piantala, Clarke! Potresti prenderti una punizione- tentò di richiamarla Wells.
-Fatti i fatti tuoi! - gli risposero in sincronia perfetta i due.
“Ha grinta la secchiona!” pensò ammirato Bellamy, quando l’altro Grifondoro riuscì a trascinare l’amica fuori dall’acqua. “Una così dev’essere mia amica!”
Fu così che a lezione di Pozioni, Bellamy si sedette di fianco a Clarke, battendo in velocità Wells.
-E ora che vuoi, Blake? – chiese acida la Corvonero.
-Diventare tuo amico-.
-Che cosa?!-.
-Chiunque riesca a spruzzare e a lanciare fatture in quel modo è a posto per me-.
Per un attimo Clarke si sentì quasi lusingata. Poi ricordò il modo in cui l’aveva appestata quell’idiota e che per colpa sua aveva dovuto andare a cambiarsi… cosa non molto semplice per un Corvonero dato che per entrare nel loro dormitorio bisognava risolvere ogni volta un indovinello diverso.
-Cerca non disturbarmi durante la lezione- aveva borbottato.
E alla fine Bellamy si era rivelato un buon compagno di lavoro; certo l’aveva un po’ punzecchiata, ma la loro Pozione Curabolle era stata la migliore della classe.
 
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Mentre s’infilava la divisa da Quidditch e appuntava la spilla da Capitano, Bellamy non riuscì a non pensare a ciò che era successo dopo la sua prima partita.
 
Era riuscito a entrare in squadra come Cacciatore. Mica male per uno del secondo anno che non aveva nemmeno una scopa tutta sua. Ma quando aveva visto quel Bolide rischiare di colpire il loro Cercatore quando era a un passo dal prendere il Boccino gli aveva fatto da scudo col suo corpo. Aveva sentito una gran botta in testa e poi tutto si era fatto nero.
Quando aveva riaperto gli occhi, aveva visto Clarke.
-Era ora! -.
-Griffin? La… la partita…-.
-Avete vinto duecentodieci a centotrenta- sbuffò la ragazza. - Ma a nessuno è importato granché visto che sei caduto da quindici metri! Io non me ne intendo di Quidditch, ma credo che debbano essere i Battitori a proteggere i compagni di squadra dai Bolidi-.
Il tono della bionda sorprese il giovane Blake; non aveva quell’aria da maestrina che assumeva di tanto in tanto in classe. Il suo tono somigliava più a quello di sua madre, quando faceva qualche stupidaggine.
Bellamy sorrise: - E tu sei stata china al mio capezzale finora? Jaha non dirà niente? -.
-Non dire scemenze! - sbottò Clarke arrossendo. - Faccio volontariato in Infermeria, dopo la scuola voglio diventare Guaritrice-.
-Interessante. Io invece spero di diventare un Auror- buttò lì Bellamy.
-Non è una cosa facile- fece colpita Clarke.
-Nemmeno diventare Guaritrice, ma se non provo non saprò mai se ne sono capace-.
Clarke rimase colpita da quella frase. Non l’avrebbe mai ammesso a nessuno, ma Bellamy aveva detto una cosa molto matura. Certo, non avrebbe mai ammesso nemmeno che quando il ragazzo era caduto dalla scopa si era sentita malissimo e che quando aveva riaperto gli occhi, aveva provato un sollievo incredibile.
“Da allora ha preso spesso a rimproverami le mie imprudenze, dicendomi che un Auror deve valutare meglio i rischi… ha sempre creduto che ce l’avrei fatta. Forse ho esagerato- si disse Bellamy, mentre si dirigeva verso il campo da gioco con la scopa in spalla.
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“Eppure lo sa che faccio così quando ci sono gli esami… che si aspettava un pomeriggio tutto coccole e tenerezza? E dire che ha sempre trovato troppo sdolcinata la sala da tè di Madama Piediburro. Comunque avremo tre mesi tutti per noi dopo gli esami… certo che tre anni di lontananza…”.
In quel momento le venne in mente un altro ricordo legato a Bellamy: quello della prima visita a Hogsmeade.
Entusiasta di visitare l’unico villaggio completamente magico della Gran Bretagna, Clarke si era aggirata per le strade del villaggio tutto il giorno fino ad arrivarne ai confini.
Davanti a lei c’era solo un viottolo tortuoso che portava in campagna e poche case. In lontananza si vedeva la montagna. Quando però aveva cercato di tornare indietro si era trovata a girare in tondo
-Che ci fai qui? -.
-Mi… mi sono persa- ammise, ma con sua sorpresa Bellamy non la prese in giro.
-Sei fortunata, ho un senso dell’orientamento infallibile io. Vieni su- dichiarò tendendole la mano.
La Corvonero la afferrò e si lasciò guidare, riuscendo a pensare solo che la mano di Bellamy aveva una presa forte, ma gentile… e che tenerla le dava sicurezza. E continuò a godere di quella stretta fino a quando lei e il Grifondoro non furono arrivati sulla strada per il castello.
-Clarke! Ti ho cercata dapper…- cominciò Wells prima di notare stupefatto che l’amica teneva Bellamy per mano.
Di colpo lo lasciò andare e il giovane Blake avvertì un senso di perdita. Clarke si era sentita come se fosse stata beccata dai suoi genitori a rubare le Cioccorane, eppure razionalmente sapeva di non aver fatto nulla di sbagliato.
Eppure da quel momento divenne molto più amichevole con Bellamy.
Mentre se ne tornava in Sala Comune, Clarke vide Octavia in lontananza e cambiò direzione. Non sapeva se l’altra Corvonero sapesse che lei e suo fratello avessero litigato, ma non se la sentiva di parlare con lei in quel momento.
Eppure era stato grazie a Octavia che lei e Bellamy avevano fatto il passo decisivo per avvicinarsi…
 
-Blake Octavia!-.
Clarke riconosciuto il cognome fissò sorpresa una ragazza che portava un nastro rosso tra i capelli neri avanzare tremante verso lo sgabello. Il Cappello Parlante dopo un paio di minuti dichiarò: - CORVONERO! -.
Clarke batté le mani con gli altri Corvonero e il nuovo acquisto della Casa si sedette proprio di fronte a lei studiandola con attenzione.
-Tu sei Clarke, vero? Bellamy parla sempre di te! - dichiarò euforica, come se vedere un’amica del fratello per lei fosse una novità assoluta.
“Quindi sono davvero parenti” pensò Clarke prima di dire: -Ah, sì? E che dice? -.
-Che sei una tipa giusta, coraggiosa, intelligente e premurosa che non si perde mai d’animo e non ha paura di nulla-.
Clarke arrossì e si sentì stranamente lusingata.
Octavia era una brava ragazza, e chiaramente Bellamy la adorava. Clarke non riusciva a capire perché in quasi quattro anni che si conoscevano il ragazzo non avesse mai nemmeno accennato alla sua esistenza. Verso Natale però la bionda rilevò che certe sere Octavia non rientrava in Sala Comune, e che aveva spesso un’aria stanca e malaticcia. Fu così che le venne un vago sospetto che trovò conferma quando consultò il calendario.
 
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Bellamy vedendo la sorella in lontananza le corse incontro, chiedendole se avesse visto Clarke. Ricevuta risposta negativa le chiese come stesse.
-Bene. E starò bene per altri quattro anni, non preoccuparti-.
Bellamy sospirò, mentre un altro ricordo che aveva Clarke come protagonista gli ritornava con prepotenza alla mente.
La bionda lo aveva bloccato con una scusa dopo una lezione di Trasfigurazione.
-Sai tua sorella è davvero adorabile e da come parla di te è chiaro che siete molti legati- aveva buttato lì in tono casuale la giovane Griffin.
-Già. Mi è dispiaciuto che non sia finita in Grifondoro-.
-Vero. Per curiosità quanti anni aveva quando è diventata una Lupa Mannara? -.
L’espressione orripilata di Bellamy, fu la conferma finale.
-Non ti preoccupare non lo sa nessun’altro. Ma so riconoscere i sintomi che precedono la trasformazione… e poi ho controllato il calendario lunare e mi sono resa conto che Octavia si ammala sempre quando c'è la luna piena-.
Il viso di Bellamy divenne una maschera d’ira: -Se lo dici a qualcuno io… io… io ti… ti…-.
-Mi balbetti addosso? Andiamo, ti pare che lo farei? -.
-No- ammise Bellamy. - Ma è così difficile… non poterlo dirlo a nessuno, non osare dirlo a nessuno… dover tenere mia sorella segregata in casa quando diventa quella cosa… è terribile. Almeno adesso può avere delle trasformazioni tranquille, ma quando si diplomerà dovrà rinunciarci… non possiamo permetterci la Pozione Antilupo-.
-Be’ io conoscerei un modo per aiutarla anche senza Pozione Antilupo. Ma è una cosa pericolosa e difficile-.
Bellamy la guardò terribilmente speranzoso.
-Non mi importa. Per mia sorella sono pronto a tutto-.
-Be’ un Lupo Mannaro è pericoloso solo per le persone, non per gli animali, quindi se tu diventassi un Animagus potresti farle compagnia quando si trasforma. Ma è magia molto avanzata-.
-Ci proverò. Tu puoi darmi una mano-.
-Sì. Possiamo andare a fare ricerche in biblioteca anche subito se vuoi-.
-Andiamo- rispose il ragazzo.
-Prima volevo dirti che… io non posso nemmeno immaginare quanto sia dura per la tua famiglia… ma posso aiutarti ad affrontare le condizioni di tua sorella… se me lo permetti-.
Bellamy si era limitato ad annuire riconoscente, ma di colpo gli era parso di sentire molto meno il peso che si era portato dietro per quasi tutta la sua giovane vita.
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Già, era merito di Clarke se ora avrebbe potuto essere un supporto infinitamente migliore per Octavia si disse Bellamy. Le sarebbe stato grato in eterno. Ricordava la sua prima trasformazione come se fosse stata ieri.
 
Clarke e Bellamy non avevano mai visto una pozione e un incantesimo più complicati. Per riuscire a capire bene come soddisfare tutte quelle stramaledette condizioni c’era voluto tutto il resto dell’anno, e quindi l’inizio del quinto anno aveva coinciso con i preparativi per permettere a Bellamy di diventare un Animagus.
Fu con sommo piacere che Bellamy sputò la foglia di Mandragola che aveva dovuto tenere in bocca per un mese intero, in modo che Clarke potesse inserirla nella pozione che gli avrebbe concesso il potere di mutarsi in animale a piacimento. Mentre i lampi della tempesta che erano stati costretti ad attendere turbinavano attorno a loro, Bellamy aveva bevuto per poi toccarsi il cuore con la punta della bacchetta e pronunciare l’incanto. Fu travolto da una sensazione di calore, poi la testa iniziò a girargli e un attimo dopo il suo corpo iniziò a mutare senza che lui potesse fermarlo. Gli mancò il respiro e vide tutto nero, poi tutto questo cessò d’improvviso e Bellamy ebbe l’impressione di vedere un grosso lupo nero dinnanzi ai suoi occhi, ma ciò durò solo un istante.
Di colpo si trovò a fissare Clarke dal basso e si rese conto che aveva un profumo buonissimo simile a quello delle fragole. Anche i suoni erano più forti e il grido: -Ce l’hai fatta! Ce l’hai fatta! - di Clarke gli apparve più chiaro che mai, malgrado il baccano che facevano i tuoni.
Desiderò tornare umano e semplicemente accadde. Fu naturale come alzarsi in piedi e camminare.
-Sapevo che ci saresti riuscito- disse Clarke, gli occhi verdi colmi d’orgoglio.
-Ci siamo riusciti! Anzi, è stato tutto merito tuo! – esultò il giovane Blake. E un attimo dopo stava cinse la vita della bella Griffin, per poi sollevarla e farla girare. E quando la rimise giù la attirò a sé e la baciò. Clarke si sentì sciogliere tra le sue braccia e si abbandonò a quel bacio. Quando si dovettero fermare per riprendere fiato, si guardarono negli occhi e si baciarono ancora.
Clarke si era scordata di essersi fidanzata con Wells durante l’estate e quando se ne sarebbe ricordata, avrebbe capito di doverlo lasciare. Perché i suoi baci, non avevano mai avuto il potere di farle battere il cuore all’impazzata come avevano fatto quelli di Bellamy.
-Eri proprio un lupo- mormorò. - Sai… pensavo lo saresti diventato: sono animali intelligenti, coraggiosi… e con un grande senso della famiglia-.
 
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La storia che Clarke Griffin aveva mollato il figlio del Ministro della Magia per Bellamy Blake, si diffuse presto per il castello, ma nessuno ci badò poi tanto. A voler essere sinceri un sacco di gente era sicura che prima o poi quei due sarebbero finiti insieme. Alla fine dell’anno Wells sembrava essersi rassegnato… soprattutto grazie alla Tassorosso Sasha Foxglove figlia del professore di Pozioni.
L’anno dopo Bellamy però si era un po’ scocciato di poter concedere alla sua ragazza solo le attività disponibili a Hogsmeade. Ad aiutarlo a diversificare i loro appuntamenti ci pensò Octavia che una mattina corse da lui tutta trafelata urlando.
-Bellamy non sai cos’ho trovato! -.
E così una sera Bellamy guidò Clarke al settimo piano, di fronte all'arazzo di "Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll” rifiutandosi di spiegarle perché. Clarke si preoccupò un po’ nel vedere Bellamy fare avanti e indietro di fronte al muro, ma non riuscì a trattenere un’esclamazione di sorpresa, quando di colpo apparve una porta nel bel mezzo della parete.
Sorridendo Bellamy aprì la porta e Clarke si ritrovò all’interno di un jazz club. C’era un palco illuminato da una luce blu su cui riposavano un contrabbasso, un pianoforte e una batteria. Di fronte vi era una sala da ballo e c’era un tavolino con due sedie in un angolo.
 
-Benvenuta nella Stanza delle Necessità. Si chiama anche Stanza Va-e-vieni e compare solo se uno ne ha bisogno, procurandogli tutto ciò che gli occorre. Spero ti piaccia il jazz, io lo adoro-.
-Non l’ho mai ascoltato. Sai suonare? -.
-Non ce n’è bisogno- rispose Bellamy e un attimo dopo gli strumenti cominciarono a suonare da soli.
-Allora… ti va un ballo? – fece porgendo la mano a Clarke che l’accetto con un sorriso.
 
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Grazie alla fantasia di Bellamy la Stanza aveva fornito loro materiale per una dozzina di appuntamenti diversi. E adesso aveva fatto comparire per Clarke dozzine di foto che ricostruivano la sua storia con il giovane Blake. La bionda aveva ordinato qualcosa che la aiutasse a riordinare le idee ed era stata accontentata. Perché aveva ricordato quanto fosse stata difficile la vita del fidanzato e quanto fosse importante la loro relazione per entrambi.
-Ha paura di perdermi! -realizzò Clarke riemergendo dalle memorie. -Non ci vedremo più molto per tre anni e teme che la lontananza ci distrugga! -.
Non era una paura sciocca. E probabilmente il fatto che lei pensasse solo agli esami, invece che al fatto che probabilmente non si sarebbero più visti molto per un bel pezzo, doveva aver fatto male al Grifondoro.
-Oh, che imbecille che sono… devo trovarlo! - sbottò uscendo a tutta velocità dal luogo che aveva visto tutti gli allenamenti dell’Esercito di Silente. Per fortuna la Torre di Grifondoro non era lontana.
 
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“Ho esagerato con Clarke. Quando ci sono gli esami non pensa ad altro… dovrò chiederle scusa. Ma non posso dirle che ho una paura matta che finiamo per lasciarci dopo il diploma”.
Fu proprio la voce di Clarke che chiamava il suo nome a riscuoterlo.
-Clarke, io…-.
-Io ti amo- lo zittì la Caposcuola. - Ti amo oggi, ti amerò domani e ti amerò dopo il diploma. Non sarà facile gestire tre anni di lontananza e mi dispiace non averci pensato subito… ma sono sicura che possiamo farcela se ci proviamo. Ho fiducia in te, ho fiducia in noi. E se ce l’hai anche tu possiamo farcela. Lo so. Lo sento-.
Sorridendo il Grifondoro si chinò sulla Corvonero e la baciò appassionatamente.
-Immagino avrei dovuto dire anch’io qualche bella frase a effetto, ma non mi viene in mente nulla… e come sai io sono più un uomo d’azione che da discorsi- mormorò sorridendo Bellamy quando lui e la Corvonero si furono separati.
-E allora continuiamo con l’azione- mormorò Clarke.
Dopo un altro paio di baci, Bellamy mormorò: -Una risposta ce l’ho… ti amo anch’io e credo in noi anch’io-.
-Non mi serve sentire altro- mormorò Clarke prima di dare il via a un altro bacio. Un bacio che aveva il sapore dell’eternità.
 
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“Le parole sono, nella mia non modesta opinione, la nostra massima e inesauribile fonte di magia, in grado sia di infliggere dolore che di alleviarlo”
 
 
 
 
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
Non posso proprio dire di essere un fan sfegatato di The 100, ma mi è stato chiesto di scrivere un Hogwarts AU Bellarke e ho voluto accettare la sfida. Spero che il risultato non sia troppo scarso.
Forse la storia mi è venuta un po’ lunga, ma in fondo doveva riassumere un rapporto durato sette anni.
Ringrazio chiunque abbia letto fino a qui e spero che tutti voi vorrete lasciarmi una recensione.
  
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