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Autore: Rainbow_unicorn    29/09/2022    1 recensioni
Subito dopo il caso A-Kira, viene proiettato sugli schermi di tutto il mondo il video del presidente americano che non accetta il Death Note per paura di morire. Il colpevole? Un nuovo Kira che dichiara di possedere il libro della morte e che è pronto a creare un Nuovo Mondo all'insegna della Giustizia.
Il terzo L si trova catapultato in questa nuova sfida, ma sta volta non sarà solo, ci saranno amici di vecchia conoscenza ad aiutarlo.
Lui e la sua squadra si troveranno in un gioco molto più grande di loro, come pedine nelle mani di un pazzo, riusciranno a vincere?
Genere: Azione, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Mello, Near, Nuovo personaggio | Coppie: Mello/Near
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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«Fatto?» chiese un uomo appoggiato a una Yamaha nero lucido.

Portava una giacca nera di pelle con il cappuccio che gli copriva viso in parte sfigurato da una bruttissima cicatrice che si diffondeva sul collo; i pantaloni erano scuri e attillati decorati con catene e borchie, ai piedi aveva degli stivali alti neri. gli occhi invece erano nascosti da degli occhiali da sole.

Si portò la sigaretta sulle labbra prima di espirare nuovamente il fumo.

Una persona si avvicinò a lui mostrando una carta di credito dorata: «Ta-da! Il resto dei soldi li ho depositati» annunciò «devi vedere la fila che c’era!»
«Il moccioso?»
Non fece nemmeno in tempo a rispondere che videro un’ambulanza arrivare verso la banca Yotsuba.
«Penso Ryuk abbia fatto il suo dovere.» guardò sopra i palazzi «Il destino è scritto sempre allo stesso modo per chi è padrone di quel quaderno.»

L’uomo la osservò prima di buttare la sigaretta per terra e schiacciarla con il suo stivale di pelle.
«Sali, ti riporto a casa.» le disse salendo sulla moto.

L’altra si sedette dietro di lui e lo abbracciò da dietro stringendosi forte.

Sfrecciarono per le strade di Tokyo.

Si fermarono in una zona residenziale lontano dal centro.

La fece scendere.

«Grazie mille per avermi riportato a casa.»
«Secondo te lui è qui?» chiese improvvisamente il motociclista.
«Ovvio che è qui, Mihael, sai benissimo quanto sia interessato a scoprire il nuovo possessore del Death note, o dovrei dire ex possessore.
Ma sta volta ci siamo arrivati prima noi» sorrise soddisfatta.
«Gliel’hai di nuovo inviata» ridacchiò il giovane «vorrei tanto vedere la sua faccia in questo momento»
«Credo che gli sia arrivata proprio adesso» gli disse voltandosi verso di lui.

Scoppiarono entrambi a ridere.
 
 

Richard Jones era un agente dell’FBI da poco al servizio di L, avrebbe tanto voluto aiutare con il caso A-Kira ma al momento era stato ripiegato al lavoro di fattorino.

Sbuffò e bussò alla porta del detective più famoso del mondo.

«Ehm, L c’è una consegna intestata a lei. Ha già passato tutti i controlli e sembra innocua!»

La porta si aprì.

L’albino si alzò dal tappeto su cui era sdraiato e si avvicinò all’agente che gli porse il pacchetto.

Era qualcosa di rettangolare, lo tastò un po’ prima di aprirlo.

Sapeva già cos’era in realtà, da quando gli era stato detto che c’era una consegna per lui.

Uno come lui non aspettava mai regali da qualcuno.

Con gentilezza levò la carta regalo facendo in modo che non si rompesse: al suo interno trovò una busta bianca e una scatola di un puzzle di 1000 pezzi raffigurante Tokyo di notte.

Lasciò per un attimo da parte il puzzle e aprì la busta: dentro c’era una lettera e una foto fatta con una polaroid.

La foto mostrava una giovane dai capelli corti che sorrideva facendo con la mano il segno della vittoria, al suo fianco c’era un ragazzo delle superiori in divisa scolastica sembrava leggermente imbarazzato, forse per la richiesta inaspettata di fare una foto insieme e dietro a loro si stagliava un essere che il nuovo L conosceva molto bene: Ryuk il dio della morte.

Nella parte bianca della foto c’era scritto: foto con Minoru Tanaka.

Rimase a fissare la foto per un po’ e poi impassibile spostò la sua attenzione alla lettera:
«Al mio caro amico,
Mi stavo facendo un giro a Tokyo e guarda un po’ chi ho incontrato!
Non capita mica tutti i giorni di trovarsi di fronte ad a-Kira!
Beh spero ti stia divertendo anche tu in Giappone, buona fortuna con il caso!
Ti ho fatto un pensierino, so che ami i puzzle e quale miglior puzzle se non Tokyo di notte?
Ne avevo visto anche un altro, ma troppi pochi pezzi, l’avresti risolto subito, non sarebbe stato divertente.
Ora devo proprio andare.
Alla prossima lettera!
O.»

 
Near sorrise, sapeva che avrebbe abboccato.

«Rintracciate Minoru Tanaka» ordinò improvvisamente ai suoi collaboratori.
«L, il ragazzo è appena morto» rispose prontamente il comandante Rester
«E sembra esserci stato un importo strano sul conto di Coil dalla banca Yotsuba»

Coil era uno dei tanti conti utilizzati dal suo predecessore per riscattare i soldi dei casi risolti ed era l’unico conto che era stato dato da L a O in punto di morte.

Questo significava solo una cosa.

«Voglio i video delle fotocamere di quella banca di oggi, quando sono stati depositati i soldi?»
«Qualche minuto fa»
«Bene, perfetto.» disse mettendosi sul dito la bambolina dagli occhi viola.

Questa volta non gli sarebbe sfuggita.
 
 
 

Mello la guardò: «Sei sicura non sia meglio stare nello stesso appartamento, tanto quell’idiota non è riuscito fino ad ora a scoprirci, non penso lo farà oggi»

Questa era la sua unica rivincita contro il suo rivale: ancora non aveva capito che lui era vivo e che vivesse con O.

«Near non è stupido ed è più prudente, almeno finché siamo in Giappone rimaniamo divisi, se scoprisse me, scoprirebbe anche te e non siamo ancora pronti per affrontare le conseguenze»

Sospirò, sapeva che lei aveva ragione, ma odiava il fatto che dovessero rimaner divisi, se fosse accaduto qualcosa non sarebbe riuscito a intervenire immediatamente come avrebbe voluto.

«Tienitelo sempre accanto e non esitare a scrivere nel caso abbia bisogno, non ho paura ad affrontare quell’idiota.»

O sorrise divertita e annuì: sapeva benissimo che infondo Mello teneva al suo rivale, se no non si sarebbe sacrificato per lui.

«Ce l’ho sempre con me, non preoccuparti» lo rassicurò mettendo la mano in tasca per prendere un vecchio cellulare a tastini: usavano quello per comunicare, era come un telefono usa e getta non ritracciabile se non da chi aveva la sua copia, e solo loro due ne possedevano uno.

L’uomo si tolse casco e con un movimento inaspettato la prese per i fianchi poggiando le labbra sulle sue, si lasciò andare a un bacio passionale per poi staccarsi e risalire sulla moto.

Oudeis rimase un attimo interdetta: era stata presa in contropiede, ma poi ricambiò il bacio poggiando le mani sulle sue spalle per tenersi.
Arrossì a quell’improvviso gesto.

«Vedi di arrivare in orario domani» le disse con un ghigno divertito prima di sfrecciare via per le vie di Tokyo.

O si riprese: maledizione a lui! Sapeva che lo aveva fatto apposta per vedere la sua reazione.

Scosse la testa divertita per poi incamminarsi verso il monolocale che aveva affittato durante la sua permanenza a Tokyo.

Prese le chiavi dalla tasca e aprì la porta.

Buttò la borsa sul tavolo per poi togliersi le scarpe e lasciarle sul pavimento.

Si tolse la parrucca nera buttandola a terra e si diresse verso il bagno mentre si toglieva gli indumenti rimanenti.
Si buttò sotto la doccia calda: ne aveva proprio bisogno.

Lasciò che l’acqua le bagnasse i capelli castani: non li avrebbe asciugati, dopotutto era estate.
Potè finalmente rilassarsi da quella giornata impegnativa.

Uscì dalla doccia e mentre si tamponava i capelli si guardò allo specchio: i suoi occhi viola sembravano più stanchi del solito, aveva proprio bisogno di una vacanza, peccato che Ryuk aveva deciso di ritornare a rompere le scatole nel mondo umano invece di starsene tranquillo con gli altri Shinigami, se no a quest’ora sarebbe stata sulla sdraio a rilassarsi al sole, mentre cercava di convincere Mello a fare le parole crociate con lei.

Aprì l’armadio della camera da letto e prese una semplice tuta per casa.

Dopo essersi vestita si accorse che sul pavimento, accanto al letto c’era solo una delle calze che aveva usato il giorno prima: probabilmente l’altra si trovava sotto.

Si inginocchiò per poi piegarsi alla ricerca della calza perduta.
   
 
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