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Autore: LorasWeasley    29/09/2022    3 recensioni
future|fic [daisuga] [accenni tsukkiyama]
Daichi e Suga hanno infine deciso di adottare un totale di cinque bambini, tutti con caratteri, passioni e problemi differenti. In questi capitoli ecco raccontate le avventure di questa enorme famiglia.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Daichi Sawamura, Kei Tsukishima, Koushi Sugawara, Tadashi Yamaguchi
Note: Kidfic | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Future Fic with Babies'
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Ciao! Eccomi qui, non pubblico da tanto ma sono stata impegnatissima.
Oggi vi lascio questa storia sempre della serie "future fic" sulla famiglia Sawamura-Sugawara (o SuSa, come preferiscono chiamarsi). Saranno un totale di cinque capitoli, sempre separati tra di loro, che racconteranno momenti diversi di ognuno di loro. Pubblico ogni due giorni!
Fatemi sapere che ne pensate, a sabato con il prossimo capitolo!
Deh
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Una famiglia, quattro storie


Isao doveva tanto ai suoi nuovi genitori, soprattutto da quando avevano preso anche Kenta e Kazuki con loro. Così ogni giorno si impegnava a essere un bravo bambino, ringraziandoli come poteva.
Era ormai quasi una settimana che Daichi e Koshi tornavano a casa sempre più stanchi poiché al primo era stato assegnato un caso complesso a lavoro, mentre per Koshi era arrivato il periodo degli esami e aveva sempre mille verifiche da controllare.
Isao cercava di aiutarli come poteva e, quando quella mattina si svegliò prima del suono della sveglia, capì cos’altro avrebbe potuto fare per loro.
Andò in cucina e trovò nel frigo il riso già condito per fare gli onigiri, quindi prese la ciotola e gli ingredienti da mettere dentro e iniziò a creare le palle di riso.
Quando sentì suonare la sveglia dalla camera dei loro genitori, aveva creato abbastanza onigiri perché tutti e cinque potessero fare colazione, quindi tutto felice corse nella loro stanza per chiamarli.
-Papà! Papà! Ho preparato la colazione, venite a vedere!
Con le mani unte e sporche di riso, li afferrò entrambi per il braccio e li portò in cucina.
-Li hai fatti tu?- chiede Koshi stupito mentre fissava le palle di riso poste ordinatamente sui piatti della colazione.
-Sì! Così vi aiuto!
Suga lo strinse in un abbraccio commosso mentre Daichi gli scompigliava i capelli e commentava -Sei proprio un angelo.
Nessuno fece notare il fatto che per pulire tutto quello che il bambino aveva sporcato tra stoviglie e mobili ci avrebbero messo più tempo che preparare la colazione loro stessi. Perché la felicità sul volto del bambino era impagabile.
 
-
 
A Kenta piacevano i ravioli, lo sapevano tutti i componenti della sua famiglia, ma più di tutti lo sapeva Kazuki che, ogni volta che ne rimaneva solo uno, si affrettava subito a metterlo nel piatto del gemello.
Tuttavia, non fu quello che accadde quel giorno. Era stata una giornata “no” per Kazuki, per quanto un bambino di cinque anni potesse avere brutte giornate, e quando prese l’ultimo raviolo e iniziò a mangiarlo, fu il caos.
-Era mio!!- urlò Kenta verso il gemello.
-Non è vero! Era sul tavolo e oggi lo volevo io!- rispose a tono Kazuki.
-Ma è sempre mio! Perché l’hai mangiato tu!?- Kenta iniziò a piangere.
-Non puoi avere sempre tutto tu! Ci sono anche io!- urlò di rimando il gemello mentre masticava con gli occhi pieni di lacrime.
Suga intervenne subito –Dai Ken, Kazuki ti ha sempre dato l’ultimo raviolo, oggi puoi lasciarlo a lui.
-Ma lo volevo io!- pianse ancora il bambino e Kazuki si alzò di scatto, per poi scappare via dalla stanza.
Daichi lo seguì, lasciando Suga a occuparsi di Kenta. Trovò il bambino nella sua cameretta, sdraiato sul letto e con il volto nascosto nel cuscino.
-Ehy…- lo chiamò piano sedendosi al suo fianco.
-Sono arrabbiato con Kenta- disse subito Kazuki con la voce rotta dal pianto –ma sono anche triste perché non mi piace litigare con lui.
Daichi rise –Lo so, va bene sentirsi così.
-Sì?- chiese spostando la testa dal cuscino e guardandolo con i suoi enormi occhioni lucidi.
-Fa bene litigare qualche volta- gli spiegò –anche io e papà litighiamo, sai? Fa bene esprimere le proprie emozioni, l’importante è fare pace.
-Non voglio fare pace con lui adesso- Kazuki tornò a nascondere il volto contro il cuscino.
-Va bene, non devi farlo subito, ma non fare passare troppo tempo perché ci starete solo male entrambi.
Kazuki non rispose. Quella sera andò a dormire presto, ignorando quindi Kenta che entrava nella loro camera condivisa, così come lo ignorò il giorno dopo dicendo a suoi genitori che non voleva andare a scuola perché non si sentiva bene.
Ma non poteva ignorarlo per sempre, soprattutto non quando a pranzo c’erano i ravioli e Kenta prese subito il suo, per poi dividerlo a metà e offrirne mezzo al gemello.
Kazuki lo guardò per qualche secondo in silenzio, poi scoppiò a piangere e si affrettò ad abbracciare il fratello con così tanta enfasi che caddero a terra.
-Ti voglio bene!- stavano urlando e piangendo entrambi.
E quel giorno nacque la loro tradizione di dividere sempre un raviolo ogni volta che questi erano presenti a tavola.
 
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Mirai era stata abituata ad avere delle aspettative troppo alte per trovare la sua anima gemella, lo sapeva bene, ma poteva forse farne una colpa alla sua famiglia?
Aveva sempre visto i suoi due papà fare piccole cose l’uno per l’altro, molte volte senza neanche pensarci: c’era Daichi che si premurava di regalare fiori a Koshi ogni volta che ne avesse l’occasione, lui che quando portava i piatti a tavola dava al marito quello con più cibo, lui che metteva le canzoni preferite di Koshi quando questo era troppo stanco anche solo per alzarsi dal divano… allo stesso tempo c’era Koshi che si premurava di fare complimenti a Daichi ogni volta che ne avesse l’occasione, lui che evitava di cucinare quello che non piaceva all'altro, lui che proponeva di vedere film che piacevano principalmente al poliziotto.
Ma oltre ad aver davanti agli occhi quello che i suoi genitori facevano ogni singolo giorno, anche i suoi fratelli non erano da meno. Era stata abituata a Kenta che scriveva lettere d’amore alle sue cotte anche quando ormai era diventato tutto tecnologico ed era stata abituata a Kazuki che guardava Emiko Yamaguchi come se fosse tutta la sua vita, ascoltandola parlare di dinosauri anche per ore senza mai stancarsi.
E per concludere c’era stato Isao, il quale le aveva sempre letto storie della buonanotte con protagoniste varie principesse, dicendole che lei non si meritava nulla di meno.
Tuttavia, nonostante le aspettative altissime, Mirai aveva avuto la fortuna di conoscere Kaoru Tanaka.
Si era innamorata di lui fin da subito, ma potevano fargliene una colpa?
Da che Mirai aveva ricordi con il bambino, aveva sempre saputo che fosse un gentiluomo.
L’aveva capito quando stavano giocando al parco e lei era caduta, graffiandosi leggermente il ginocchio, ma lui aveva comunque insistito per portarla a casa in braccio.
L’aveva capito quando l’aveva raggiunta in classe tra una lezione e un’altra per portarle un fiore che aveva coltivato al club perché “l’ho piantato per te”.
L’aveva capito quando, nel tornare a casa insieme a piedi, lui si era sempre messo dal lato esterno del marciapiede per proteggerla in una sorta di istinto involontario.
L’aveva capito quando le aveva chiesto il permesso per poterle dare un bacio in guancia e l’aveva capito quando l’aveva portata al festival di capodanno e qui le aveva confessato tutti i suoi sentimenti, nonostante stessero già insieme.
Mirai era stata abituata ad avere delle aspettative troppo alte per trovare la sua anima gemella, lo sapeva bene, ma Kaoru Tanaka rispettava tutti i suoi standard.
 
-
 
Isao, Kenta, Kazuki e Mirai erano tutti intorno alla culla ad ammirare la loro nuova sorellina: Kou Sawamura-Sugawara.
La bambina, nonostante avesse solo tre mesi, li stava guardando con uno sguardo fin troppo sveglio, lo sguardo di chi stava cercando di studiare la situazione per capire quale fosse stato il momento migliore per iniziare a piangere.
-Sono solo io, o anche a voi da l’impressione di quei bambini che fanno cacca nel momento in cui gli hai cambiato il pannolino?- chiese Isao.
-Oh dio, grazie!- sbottò Mirai –Quindi non dava questa impressione solo a me!
-Sembra un sacco infame- concordò Kenta allungando comunque una mano per accarezzarle la guancia con il dito.
-Non dite queste cose- provò a difenderla Kazuki, per poi precisare –insomma, sembra una che si ricorderà il tutto e si vendicherà non appena avrà iniziato a camminare.
Risero tutti, poi Isao disse di nuovo –Beh, ai papà è andata più che bene con noi quattro, doveva pur arrivare in famiglia una criminale.
-Forse è la volta buona in cui capiscono che sono troppo vecchi per continuare ad adottare figli- disse Kenta alzando le spalle.
-Tanto a breve si occuperanno dei figli di Isao- fece presente Mirai.
-EHY! Non affrettiamo i tempi! Non ho neanche una ragazza!
-Akane potrebbe essere quella giusta- disse Kazuki.
Kou gorgogliò divertita e Kenta rise –Visto? Lo pensa anche lei!
-Perché tutto questo interesse verso le mie relazioni?
-Hai ragione, è noioso- commentò Mirai mentre si chinava sulla culla e prendeva Kou in braccio –andiamo piccolina, ti faccio vedere la serie che sto seguendo e tu mi dici chi è il cattivo ragazzo che ti piace di più!
Kou gorgogliò di nuovo felice, muovendosi fin troppo eccitata tra le braccia della sorella.
Kenta si appoggiò alla spalla del gemello e commentò in un sospiro –Sì, la nostra nuova sorellina farà impazzire papà Daichi, me lo sento.
  
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