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Autore: Red Owl    30/09/2022    1 recensioni
Si dice che ci sia un tesoro inestimabile, sotto alle colline di Yevàn. Nessuno ne conosce la natura: c'è chi parla di un tesoro sepolto da più di mille anni, c'è chi parla dell'oro degli Elfi, c'è chi parla di sapienza, chi di potere. Nessuno l'ha mai visto, ma tutti lo cercano.
C'è una mappa che vale oro e c'è un ladro senza scrupoli, c'è un'ereditiera più furba di quel che sembra e un mercenario venuto dal mare. C'è, soprattutto, una voce nella notte che in pochi sentono e che chiede di viaggiare lontano, lontano, oltre le porte della città e oltre la campagna, su fino alla collina del tesoro e giù tra le radici degli alberi.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Shana ha capito tempo fa che il miglior modo per non dare troppo nell'occhio è non esagerare con i travestimenti.

Per questo motivo quel giorno non indossa la pesante cappa di velluto dietro cui era solita nascondersi durante le sue prime uscite clandestine: non ci ha messo molto ad accorgersi che l'ampio cappuccio che oscurava il suo volto portava la gente a osservarla con più attenzione, a spiare sotto all'orlo decorato fino a decifrare i suoi lineamenti. Ha scoperto che è più sicuro indossare degli abiti di media fattura e coprirsi il capo con uno degli scialli colorati che le mogli dei mercanti utilizzano per proteggersi dal vento freddo.

Il clima la assiste: la prima pioggia di settembre ha svuotato le strade di Yevàn e i passi della giovane risuonano sul selciato e sulle pareti dei vicoli deserti. Incrocia solo pochi passanti frettolosi, gente che, come lei, ha poca voglia di fermarsi a chiacchierare. Del resto, quella è una parte della città in cui, una volta che è scesa la notte, è buona norma andare dritti per la propria strada senza attardarsi a parlare con gli sconosciuti. 

Per raggiungerla Shana ha lasciato il quartiere ovest, dimora di chi, come suo padre, si è arricchito con i proventi delle banche e del commercio della seta, e ha attraversato l'antica cittadella fortificata che costituisce il centro di Yevàn. È scivolata poi oltre la porta sud, la Porta del Vento, e ha raggiunto il quartiere più meridionale, quello che tutti chiamano Conca della Luna. Di giorno è un luogo grazioso, ricco di taverne e di venditori ambulanti, ma è di notte che mostra il suo vero volto: lì fioriscono bische e bordelli, venditori di merci di contrabbando e locali in cui si fuma nebbia.

Quella sera la Conca della Luna è più popolata del resto della città: nemmeno la pioggia autunnale è sufficiente per raffreddare i vizi e gli istinti della gente che sceglie di sperperare lì i propri risparmi.

Shana non si sente parte di quella marmaglia persa e senza morale: non è lì per piacere, ma per affari. 

Il luogo lo conosce ormai bene. L'insegna che raffigura un pettirosso stilizzato oscilla sotto i colpi del vento umido e dall'interno della taverna giungono grida, risate e il tintinnio di bicchieri posati con malagrazia sui tavoli di legno. La ragazza ignora la porta principale e si infila in un viottolo quasi invisibile sulla destra dell'edificio. È stretto e le sue spalle strisciano contro il muro bagnato, ma lei non vi bada. L'obiettivo vale ben quel piccolo fastidio. 

Il portoncino di legno scheggiato le compare di fronte all'improvviso e, come al solito, Shana annuncia la propria presenza colpendolo con un calcio. Lo spioncino si apre e la giovane vede baluginare la luce di una lanterna, poi la porta si schiude.

"Benvenuta, Lady Dellos-Maer" le dice la fanciulla che si trova dall'altra parte. Il suo tono le lascia il dubbio che la giovane non sia particolarmente felice di vederla.

Nina, questo è il nome della ragazza, è stata per molti anni una prostituta per il proprietario del locale. Poi un qualche incidente le ha portato via metà della gamba sinistra, rendendola inadatta alla professione malgrado il seno generoso e gli occhi da gatta. Quando Shana, incuriosita, ha chiesto informazioni su di lei, ha scoperto che sarebbe finita in strada, se non fosse stato per la sua mente brillante e per la sua abilità per i numeri. Ora è una contabile, tiene traccia di spese e guadagni, e accoglie la gente che viene a trovare il suo padrone. 

Sembra anche nutrire una certa antipatia per Shana, ma l'ereditiera non si è mai interrogata del motivo di quella ostilità: non le interessa, come in generale non le interessa di Nina. 

"Ho bisogno di parlare con Demòs" esordisce, senza preoccuparsi di ricambiare il saluto.

"Naturalmente" borbotta Nina afferrando più saldamente le stampelle che le permettono di muoversi. "Conoscete la strada per la stanza verde. Attendete lì, il padrone sarà subito da voi."

Shana annuisce e si incammina verso il locale che le è stato indicato, non prima di sciogliere il nodo dello scialle, liberandosi la testa dalla sua morsa umida.

La stanza verde rende giustizia al suo nome: verdi sono i divanetti ricoperti di velluto consunto, verde è il tappeto che protegge il pavimento, verde è la carta da parati che copre le pareti. Il tutto è intriso del profumo dolciastro e un po' speziato della nebbia e Shana arriccia il naso, disgustata dal pensiero dei numerosi clienti che si sono seduti lì dove adesso siede lei e hanno fumato la droga più in voga nella capitale e nell'intero regno.

L'attesa è assai più lunga di quanto si aspettasse e, quando Demòs finalmente la raggiunge, la ragazza è decisamente irritata.

Il proprietario del Pettirosso ha passato i cinquant'anni e il suo ventre sporge fiero al di sopra della cintura, ma è ancora un uomo piuttosto piacente, con grandi occhi scuri e lunghe ciglia che li fanno apparire quasi bistrati, e una barba folta e curata. Prima di sedersi su uno dei divanetti liberi si sistema la patta dei pantaloni e Shana distoglie lo sguardo per celare un moto di disgusto. Nina non sarà più in attività, ma lei sospetta che serva Demòs in più di un modo.

"Se attraverso tutta la città per venire a parlare con te, non gradisco che tu mi faccia aspettare mezzora" dice rivolgendogli un'occhiata fredda.

"Non sono alle vostre dipendenze, Lady Dellos-Maer" replica pigramente lui. "Se volete i miei servigi, dovete prima pagarmi."

La ragazza si cava di tasca un sacchetto di cuoio ingrassato e glielo getta. "Mi pare che io ti abbia sempre pagato in modo più che generoso."

Demòs dà un'occhiata all'interno del sacchetto e, anche se non sorride, Shana vede una luce soddisfatta brillare nei suoi occhi.

"Cosa posso fare per voi?" chiede l'uomo, abbandonando l'espressione pigra e trasformandosi con disinvoltura in un commerciante solerte. 

Shana va dritta al punto. "In città negli ultimi giorni c'è stato qualche furto particolarmente interessante?"

Demòs ci pensa per qualche istante. "Di furti ce ne sono tutti i giorni. State cercando qualcosa di particolare?"

La giovane riflette sulla risposta da dargli. In effetti non è nemmeno sicura che sia un furto, quello che sta cercando. Ha passato l'intera serata e la notte a meditare su ciò che Willy le ha rivelato ed è giunta alla conclusione che Lowal potesse essere a casa di Lord Stowel per i più svariati motivi. Però è soprattutto un ladro e le probabilità che nasconda una refurtiva di un certo valore sono, a parer suo, superiori a quelle che nasconda un ostaggio. 

"Nulla di particolare. Mi sono solo giunte delle voci e vorrei capire a cosa si riferiscono."

L'uomo le rivolge un sorriso educato. "Intendete impossessarvi di ciò che è stato rubato?"

In qualsiasi altro contesto Shana non tollererebbe che le si dia della ladra, ma il Pettirosso e l'intera Conca della Luna sono un mondo parallelo dove è lecito chiamare le cose con il loro nome. 

"No" risponde comunque. "Mi interessa solo scoprire di cosa si tratta." 

Non è una bugia. Non ha ancora deciso cosa farà di ciò che Lowal ha rubato. Ciò che le interessa davvero, almeno per il momento, è iniziare a farsi un nome che possa un giorno rivaleggiare con quello di Lord Stowel. 

"Capisco" annuisce Demòs. "Ebbene, se dovessi dire quale atto criminale ha attirato la mia attenzione negli ultimi giorni, vi parlerei senz'altro del furto avvenuto a casa del notaio di Lord Ardyn."

Shana aggrotta la fronte. "Quando sarebbe avvenuto questo furto?"

"Due notti fa" replica l'uomo, e lo stomaco della ragazza ha un sussulto. 

Due notti fa! Si ripete con un brivido di eccitazione. Esattamente quando Willy ha visto Jens Lowal entrare in casa di Laròs Stowel. 

"Sappiamo cos'è stato rubato?"

L'uomo scuote il capo. "Di preciso no. Lord Ardyn ha solo denunciato il furto di un oggetto di valore, senza specificarne la natura, e neanche il notaio, un tale Artem Shidaìn, si è sbilanciato in tal senso."

Shana annuisce mordicchiandosi il labbro inferiore. "E suppongo che non si conosca nemmeno l'identità del ladro."

"Non la si conosce, in effetti. Si parla di un uomo dal volto coperto."

Quell'ultimo particolare raffredda un po' l'entusiasmo di Shana, dal momento che Jens Lowal ha il vezzo di compiere i propri crimini a volto scoperto. Del resto, però, riflette, se questa volta si fosse preoccupato di non farsi riconoscere vorrebbe dire che c'è qualcosa di veramente grosso in ballo.

Shana non ci mette molto a decidere che vuole saperne di più, ma dubita che Demòs, pur con la rete di informatori di cui si serve, sappia fornirle altri dettagli.

"Ho capito" sospira l'ereditiera dopo qualche minuto. "Credo proprio che anche questa volta avrò bisogno di uno dei tuoi uomini."

Sul volto dell'oste compare un enorme sorriso, senza dubbio alimentato dal pensiero dei quattrini che presto appesantiranno le sue tasche. "Ma certamente! Posso riservarvi uno dei ragazzi che hanno lavorato per voi già in passato, se lo desiderate."

"No" ribatte subito Shana. "Mi servirebbe un uomo poco conosciuto in zona. Per nulla conosciuto in zona, se possibile."

Demòs ci pensa per qualche istante, poi annuisce. "Penso di avere la persona che fa esattamente al caso vostro."

   
 
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