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Autore: inzaghina    30/09/2022    3 recensioni
Tutti nel corso della nostra vita, ci troviamo prima o poi ad affrontare lutti che ci costringono ad attraversare le diverse fasi del dolore, è quello che accadde a cinque sopravvissuti della Battaglia del due maggio, che fronteggiano il dolore e fanno del proprio meglio per sconfiggerlo — o per lo meno imparare a conviverci.
Lei, che si era sempre vantata del proprio ottimismo e che era stata convinta che, non solo avrebbero sconfitto Voldemort, ma che tutti ce l’avrebbero fatta, si è ritrovata a far fronte a un quotidiano stravolto dalla battaglia avvenuta all’alba del due maggio dell’anno passato.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Weasley, Dean Thomas, Ginny Weasley, Roger Davies, Ron Weasley | Coppie: Bill/Fleur, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Prompt estratto per il terzo capitolo: Never

 


 

 

5. Accettazione

 

“Lights will guide you home

And ignite your bones

And I will try to fix you”


Dopo aver ravvivato con cura le fiamme del camino, Bill si prende qualche istante per fermarsi a osservare la famiglia riunita; un chiacchiericcio fitto e piuttosto cacofonico riempie la stanza illuminata dalla tenue luce pomeridiana che filtra dalle tende color lavanda e illumina la tavola imbandita con dolci, whiskey, amari e caffè. Fleur ha insistito tanto per organizzare il tradizionale pranzo domenicale mensile, che sono soliti fare alla Tana e, inaspettatamente, sua madre non ha protestato, limitandosi invece a portare una torta alle mele e cannella e una alla zucca. I secondi scorrono inesorabili, ma Bill rimane ipnotizzato a guardare la moglie ridere con Charlie e Ginny, beandosi ancora per un po’ del segreto che sono in procinto di confessare al resto dei presenti. Ron ha probabilmente ragione: è piuttosto probabile che la gran parte di loro abbia indovinato la ragione di quell’invito, ma ciò non toglie che Bill sia impaziente di scorgere la sorpresa apparire sui volti dei suoi familiari, insieme alla gioia che spera che una notizia simile possa donare. Eppure una parte di sé, sempre più piccola deve ammettere, è ancora tormentata dal senso di colpa per essere sopravvissuto, una sensazione con cui ormai ha imparato a convivere, oltre che da quello di impotenza per non aver fatto di più per salvare Fred ─ e tutti gli altri. E sa bene quanto sia inutile rimuginarci, perché avevano combattuto una guerra, e purtroppo le vittime erano da tenere in preventivo; e non si può tornare indietro nel tempo e rivivere la battaglia, come faceva per frequentare tutte le lezioni ai tempi dei G.U.F.O., anche se lo desidererebbe con tutte le proprie forze.

 

Si era ripromesso di non focalizzarsi su pensieri negativi ─ non oggi quantomeno , ma è impossibile non seguire il flusso dei propri pensieri e ricordare che manca un membro insostituibile della famiglia, qualcuno che ha lasciato un vuoto tangibile che nessuno potrà mai colmare. Gli è stato difficile ammettere quanto fossero contrastanti le sue emozioni, anche se Fleur non lo ha giudicato nemmeno per un momento, ricordandogli quanto anche lei sentisse la mancanza del cognato e sottolineando che sarebbe stato assurdo non pensare a lui in una simile situazione. È stato guardando il proprio riflesso nello specchio che si è trovato al cospetto del giudice più severo ─ lui stesso ─ e ciò lo ha condotto a una serie di notti insonni, tormentate dal timore di non aver fatto abbastanza e dall’ansia per il futuro che lo aspettava. Ancora una volta, Fleur aveva dato prova della propria forza e dell’amore che nutriva nei suoi confronti, attendendo paziente che Bill fosse pronto ad aprirsi con lei e dandogli preziosi consigli su come aprirsi alla felicità per una paternità a lungo sognata, pur non dimenticando il dolore della perdita del fratello.

 

“Vivere una simile gioia non ti impedirà di continuare a soffrire per la perdita di Fred, Williàm,” gli aveva sussurrato nel buio, conducendo le loro mani intrecciate sul ventre ancora piatto.

“Temo di non poter essere un buon padre, perché la sofferenza che ho provato per la morte di mio fratello ha contaminato il mio cuore…”

“Questa è una sciocchezza, amour, il nostro bebé sarà fortunato ad avere te come padre, sei un uomo coraggioso e forte, ma anche sensibile e intelligente e saprai essere un buon esempio per i nostri figli,” l’aveva rassicurato Fleur, asciugando con la punta delle dita le lacrime che gli scorrevano lungo le guance.

“È solo che avevo sempre immaginato di comunicare l’arrivo del mio primo figlio a tutta la famiglia riunita e… non sarà lo stesso… non senza Fred… lui avrebbe dovuto sopravvivere, era così giovane… la maggior parte delle vittime lo era e invece… invece io sono qui, e loro no. Io che sono considerabile alla stregua di un mostro ho visto la fine della guerra mentre tanti, troppo, ragazzi non hanno avuto la stessa fortuna,” aveva ammesso Bill, sgravandosi di un peso con cui aveva convissuto troppo a lungo.

“Guardami, Williàm,” l’aveva implorato Fleur. “Tu non sei un mostro. Il solo fatto che temi di poterlo essere, è indicativo sul tuo grado di sensibilità…”

“Certi giorni mi sento così vuoto che ho il timore di non essere più in grado di amare te, o il nostro bambino…” nel buio trovava il coraggio di confessare tutti i propri dubbi, senza la paura di leggere la delusione nelle iridi acquamarina di Fleur.

“Ogni giorno mi dimostri il tuo amore e la tua devozione, Williàm. Sono una donna fortunata e lo stesso vale anche per il nostro bambino,” gli aveva mormorato a fior di labbra, prima di accoccolarsi a lui e lasciare che i loro corpi si modellassero l’uno contro l’altro.

 

Fleur aveva acconsentito ad aspettare che Bill si sentisse pronto, prima di condividere la notizia, convenendo con lui che fosse speciale poterla tenere solo per loro ─ almeno per un po’. E alla fine lui, improvvisamente, pochi giorni prima aveva finalmente capito che Fred sarebbe sempre stato presente, anche se non nel modo chiassoso in cui li aveva abituati per i vent’anni passati su questa terra. E si era sentito egoista, perché una nuova vita sarebbe stata motivo di gioia per i suoi familiari e non era giusto tenerli all’oscuro.

A essere sinceri, stava ancora facendo l’abitudine a vedere la loro casa piena di vita, proprio com’era stata la dimora della sua infanzia, lui e Fleur avevano a disposizione ancora pochi mesi per godersela così, ma Bill era elettrizzato persino all’idea del pianto che li avrebbe tenuti svegli.

 

Raggiunge nuovamente il proprio posto, posando un bacio tra i capelli profumati di Fleur, intercetta uno sguardo d’intesa di Ron e afferra la mano della moglie nella propria, prima di schiarirsi la gola.

“Possiamo avere un attimo di silenzio?” 

Il brusio va scemando fino a sparire, lasciando spazio a una serie di sguardi divisi tra l’ammiccante e il curioso.

“Vi starete chiedendo come mai abbiamo voluto fare ici il pranzo della domenica…”

“In effetti cara, devo ammettere che ho apprezzato la vostra proposta, non è male un po’ di relax,” ribatte svelta Molly, indirizzando un sorriso grato alla nuora.

“Se ti fa piascere, potremmo farlo qui più spesso…”

“Sei davvero un tesoro, Fleur.”

“Immagino che non fosse perché mamma è stanca,” commenta quindi Percy, pulendosi gli occhiali.

“In effetti no,” ribatte Bill, prendendo un lungo respiro e incrociando lo sguardo di Fleur, come in attesa del suo via libera a procedere.

“Volevamo dirvi che tra circa sette mesi nascerà il vostro primo nipote!” esclama infine, senza più riuscire a contenere la propria gioia.

Un coro di “lo sapevo” e “che bella notizia” s’innalza nell’aria, intervallato da un paio di “che sorpresa!” provenienti da Percy e Harry che riescono a farlo scoppiare a ridere quando Ron borbotta “te l’avevo detto…”

“Sono così contenta,” sospira Molly commossa, abbracciando forte Fleur che la ricambia deliziata.

“Speriamo che sia femmina,” aggiunge Arthur con gli occhi lucidi.

“Chissà perché temo che lei o lui sarà estremamente viziato da voi nonni,” ribatte Bill, abbracciando il padre.

“Ci mancherebbe altro, per chi ci hai preso?!” lo redarguisce sua madre, facendo ridere tutti.

 

È proprio il due maggio, il giorno scelto da Victoire per venire al mondo ─ in ritardo di quasi una settimana. E Bill è convinto , ancor più di quanto già non lo fosse, che questo sia un segno tangibile che come Fred continui a far parte delle loro vite. George è tra i primi a raggiungerli al San Mungo dopo la commemorazione, lo hanno scelto come padrino anche per sentire Fred ancora più vicino e Bill si commuove ancora un volta, quando assiste al fratello che prende tra le braccia la nipotina. Il sorriso che appare sul volto del gemello sopravvissuto è emozionato e coinvolgente, ma è soprattutto smagliante come quello dei vecchi tempi. A poco a poco, Bill è certo che la piccola Victoire saprà guarire i cuori feriti di ognuno di loro ─ un sorriso alla volta. 

 



Nota dell’autrice: 

Eccoci qui con l’ultimo capitolo di questa mini-long, che ho trovato davvero catartica da scrivere e che spero possa esservi piaciuta. L’idea di iniziare il 2 maggio 1999 e terminare il 2 maggio successivo, mi pareva un bel simbolo della chiusura di un cerchio partendo dal primo anniversario e arrivando al successivo. Alla prossima!

Francy 

   
 
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