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Autore: Juls18    01/10/2022    7 recensioni
Il richiamo ad un'antica tradizione sconvolge il pianeta di Wonder. La regina del regno della Luna ha deciso, infatti, che a occuparsi dell'istruzione della sua giovane figlia Milky sarà una principessa reale, scelta appositamente per l'occasione, una "Principessa Istitutrice" appositamente scelta da un gruppo di sette saggi. Questa scelta porterà con se lo stravolgimento della vita di due principesse, di due regni, e di due famiglie reali. Chi otterrà il compito, poi, dovrà vivere per tre anni nel regno della Luna, a stretto contatto con la giovane principessa e anche con il principe Shade, erede al trono. Un posto ambito da molte principesse. Ma chi otterrà il compito, sarà preparato alle conseguenze che ciò comporterà? E soprattutto, alla fine dei tre anni, sarà solo la giovane principessa Milky ad avere imparato, o anche la sua istitutrice?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Milky, Nuovo Personaggio, Regina Maria, Rein, Shade
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 21

 

Il cielo era sereno quella mattina, segno di una giornata primaverile che si preannunciava piacevole e soleggiata. Moon Maria sorseggiò il suo the mattutino godendosi quella calma di inizio giornata, nel silenzio della sua camera privata. Era piacevole godere di quei brevi momenti di pace e tranquillità, soprattutto considerando la vita caotica e frenetica di un palazzo reale. Erano rari i momenti di quiete e Moon Maria aveva imparato da tempo a goderne più che poteva, quando questi accadevano. Come la mattina, suo indiscusso attimo di pace.

-Vostra maestà-

La voce improvvisa di una cameriera la colse di sorpresa quasi rischiando di farle scivolare la tazza dalle mani. La regina si voltò verso la donna, leggermente seccata

-Sono poche le regole che ho imposto da quando sono regina, e una di queste è di non essere disturbata la mattina presto, o mi sbaglio Florence?-

La cameriera annuì, leggermente in ansia

-Vi chiedo perdono, maestà, ma si tratta di una questione urgente. Vostro figlio vi chiede udienza-

-Mio figlio?-

Moon Maria guardò la cameriera annuire e guardarla, in attesa di ordini. Moon Maria sospirò, mentre appoggiava la sua tazza di the sul tavolino

-Fallo entrare-

Era notevolmente insolito per Shade presentarsi nella sua stanza così presto la mattina, quindi se si trovava lì, doveva davvero trattarsi di una questione urgente. Tuttavia, contrariamente a quanto si era aspettata, suo figlio comparve poco dopo, sorridente e con il volto disteso

-Buongiorno mamma-

Si avvicinò a lei e le diede un bacio su una guancia. La regina guardò suo figlio, improvvisamente guardinga. Non era da lui essere così affettuoso, soprattutto di mattina presto

-Cosa hai bisogno che faccia?-

Gli chiese, perplessa. Shade la guardò fintamente offeso, mentre si sedeva di fianco a lei

-Un figlio non può semplicemente venire a trovare sua madre e dimostrarle affetto, soprattutto dopo che suddetto figlio si è ricordato che è da un po’ di tempo che non lo fa?-

La regina ridacchiò. Quando Shade faceva così, era esattamente uguale a suo padre, perfino il modo in cui cadenzava le parole era decisamente troppo simile. E purtroppo per lei, quando sia Skyler che Shade comparivano così all’improvviso o usavano quel tono, lei sapeva bene cosa aspettarsi, o almeno, cosa prevedere suo figlio le avrebbe potuto chiedere.

-E' sempre un piacere vederti, lo sai, ma ribadisco la mia domanda. Di cosa hai bisogno?-

Shade la guardò, improvvisamente serio

-Potresti occuparti tu oggi delle udienze?-

Moon Maria lo guardò sorpresa. Non era insolito che i due si scambiassero i ruoli, era già successo, tuttavia la richiesta di suo figlio era decisamente singolare. Comunemente era lei, infatti, a chiedere di sostituirla, mai il contrario

-Non ti senti bene?-

Chiese preoccupata. Shade scosse la testa

-No non si tratta di questo. Sto benissimo. Sto addirittura dormendo e mangiando di più, ultimamente-

-Lo so. Il signor Derender me l’ha riferito-

-C’è qualcosa che possa rimanere segreto in questo palazzo?-

Chiese quasi esasperato Shade

-Non per me. Dopotutto è pur sempre casa mia e comando io ancora qui. E poi non dimenticare che nessuno potrà mai impedire ad una madre di sapere come stanno i suoi figli, che a loro faccia piacere oppure no-

Moon Maria allungò la mano e afferrò quella di Shade, preoccupata

-C’è qualcosa che devo sapere?-

Shade scosse la testa

-No niente, veramente-

-Allora come mai questa richiesta? Non è da te chiedermi di sostituirti. Non è un problema, dopotutto, è anche quello un mio compito, ma vorrei solo sapere come mai il mio stacanovista di un figlio non voglia lavorare oggi-

Shade le strinse la mano

-Non c’è un vero e proprio motivo. Ho solo voglia di godermi una giornata lontano da nobili piagnoni che vengono a lamentarsi di finti problemi, come le tasse-

-Sono però quei nobili piagnoni che ti permettono di restare sul trono di reggente. Ricorda che potrebbero sostituirti se lo volessero-

-Sappiamo entrambi che non lo farebbero mai. Non hanno nulla nei miei confronti di cui potersi lamentare. Tutti sanno che praticamente vivo esclusivamente per governare ed è proprio questo oggi il problema, mamma. Sto facendo da troppo tempo le stesse cose, senza mai fermarmi a respirare. Ho solo bisogno di un giorno lontano da qui, fuori da palazzo, senza resoconti da leggere o clausole commerciali da stipulare o ascoltare uno stupido nobile qualunque lamentarsi di problemi trascurabili-

Moon Maria guardò suo figlio, perplessa

-Mi stai dicendo che vuoi un giorno libero?-

Shade annuì

-Precisamente, solo per oggi-

-Fuori da palazzo-

Shade annuì

-Con Thomas? Volete girovagare a cavallo? O dedicarvi ai piacere tipici dei ventenni?-

Shade scosse la testa, deciso

-No, da solo. Niente Thomas, niente scorta, nessuno. Solo io e il mio cavallo, fuori-

-No-

-Mamma…-

Disse al limite dello sconvolto il principe, mentre guardava sua madre stupito

-Non puoi uscire da palazzo senza nessuno. Sei l’erede al trono, se ti succedesse qualcosa…-

-So difendermi. Sono un ottimo spadaccino. E poi non ho intenzione di andare lontano. Vorrei solo fare un giro per il villaggio, mangiare qualcosa, trovare un albero in mezzo alla campagna e leggere un libro. Tutto qui-

Moon Maria guardò suo figlio, per niente convinta

-Da solo? Vorresti passeggiare per il villaggio e mangiare qualcosa?-

-Esatto-

-No-

-Ma, perché?-

-Shade, non sono una vecchia regina tonta, so quello che stai tramando e non permetterò a te e a Rein di sgattaiolare fuori dal castello per un appuntamento-

Shade la guardò a bocca aperta. Provò a dire qualcosa, ma le sue guance si tinsero leggermente di rosso.

-Non è un appuntamento, mamma-

Disse, evitando di guardarla negli occhi

-Può essere quello che vuole essere ma la mia risposta rimane no. Non ti farò uscire, di nuovo, da palazzo con Rein-

-Mamma, non c’è nessun secondo fine o altro. È solo una giornata di svago-

-Svago? Come quell’abbraccio in corridoio che vi siete scambiati? Anche quello era svago?-

Shade non ribatté, ma sospirò solo. Moon Maria lo guardò

-Senti Shade, come madre e, soprattutto come regina, non posso permettere che tu e lei ve ne andiate chissà dove da soli a fare chissà cosa-

-Non voglio fare niente di strano con lei, mamma!-

-Vorrei anche vedere. Ma rimane il fatto che non m’interessa. Se si scoprisse che siete usciti insieme senza scorta? Di nuovo? Cosa pensi che succederebbe?-

-Non mi sono mai fatto scoprire, prima-

-Ma non vuol dire che le persone non parlino. Shade non te lo posso permettere-

Shade la guardò. Sembrò voler ribattere, tuttavia alla fine annuì

-Va bene. Farò come vuoi, come sempre. Mi occuperò io delle udienze, come da programma-

Shade la guardò con lo sguardo basso, sconfitto. Si riavvicinò a lei e la guardò con lo sguardo affranto e Moon Maria sentì il suo cuore gemere. Sapeva cosa Shade stava cercando di fare. Stava interpretando la parte del principe triste e abbattuto, le stava lanciando quello sguardo affranto che sapeva funzionare ogni volta con lei. E anche se lei lo sapeva che la stava manipolando, non sopportava vederlo così. Alla fine, il cuore di madre prevalse sopra quello di regina e lei sospirò, sconfitta

-E va bene, andate pure-

Gli occhi di Shade si illuminarono all’istante e un mal celato sorriso gli comparve in volto

-Grazie mamma-

-Ma dovrai portare tua sorella con voi-

Moon Maria guardò il figlio passare da contento a perplesso

-Cosa? Milky? Assolutamente no. Non ho nessuna intenzione da fare da babysitter a mia sorella. Dovrebbe essere un giorno di riposo questo-

Disse Shade, provando un disperato e vano, lo sapeva, tentativo di persuaderla a cambiare idea. Tuttavia Moon Maria non cedette

-E invece lo farai, porterai Milky con voi. Anzi, porterai tua sorella e Rein a vedere le antiche rovine sopra le colline per quella che sarà ufficialmente un’uscita didattica. Thomas vi scorterà, assieme ad altre guardie, un piccolo numero, ma sufficiente a garantire la vostra sicurezza. E per fare compagnia a Rein, una dama di corte, la contessa di Gaumont andrà bene, dal momento che Rein si trova bene con lei da quanto so-

Shade la guardò allibito

-Mamma, così è una gita reale in grande stile più che una giornata di tranquillità lontani dalla corte-

-Ed è esattamente quella che sarà. Ma vedila dall’aspetto positivo, almeno tu non starai nel tuo studio a lavorare o ascolterai i nobili lamentarsi, cosa che farò io al tuo posto e tu passerai un po’ di tempo con tua sorella, sotto la luce del sole. O così o niente-

Shade la fissò e si ritrovò ad ammettere la sconfitta.

-Va bene, farò come vuoi-

La regina vide la sconfitta disegnata sul volto del figlio. Shade abbassò il capo, facendole un piccolo inchino, a sancire il loro accordo. Moon Maria allungò la mano verso la sua e gli diede delle piccole pacche di consolazione. Dopotutto era un principe, non poteva comportarsi in modo irresponsabile e lei sapeva che lui lo comprendeva. Dopo qualche attimo Shade tornò a guardarla negli occhi

-Una volta lo sguardo triste mi permetteva di convincerti a fare qualsiasi cosa-

Moon Maria ridacchiò divertita

-Lo so, perché una volta sapevo che mio figlio non avrebbe mai cercato di manipolarmi. E, cosa da non dimenticare, avevi dieci anni ed eri terribilmente adorabile-

-Ero? Vuoi dire che non lo sono più?

Entrambi risero e Shade si alzò per darle un bacio sulla guancia. La regina gli sorrise e lo guardò, contenta

-Sono sicura che sarà una giornata piacevole. Vedrai, vi divertirete moltissimo tutti insieme. Pensa solo alla gioia di tua sorella. Sarà estasiata dalla notizia-

 

 

 

-Stai scherzando, vero?-

Thomas guardava Shade, allibito. Il capitano doveva essersi svegliato improvvisamente in un universo parallelo, perché non era possibile che avesse sentito esattamente quello che Shade gli aveva appena detto. Doveva esserci un errore, anche se lo sguardo del principe sembrava smentire quella sua teoria

-No non è uno scherzo-

Thomas lo fissò smarrito poi fece un verso di frustrazione. Guardò in cagnesco Shade

-Ti rendi conto di quanto sia folle questa cosa? E improvvisa, per giunta? Perché nessuno di voi reali si preoccupa mai del mio lavoro?-

-Ordine di mia madre-

Si giustificò il principe, alzando le mani. Thomas sospirò ma non disse niente. Non poteva dire qualcosa di male contro la regina, ma contro il principe si che poteva

-Cosa hai fatto per farle ordinare una cosa simile? Perché è sicuramente tua la responsabilità di tutto questo, dico bene?-

-Perché pensi sia colpa mia?-

-E' sicuramente colpa tua. Di certo sua maestà non si è svegliata questa mattina con questa idea improvvisa. Non è affatto da lei e lo sai bene pure tu-

Replicò Thomas. Shade lo guardò ma non replicò, cosa che confermò definitivamente chi era il responsabile di quella situazione

-Che cosa hai fatto?-

Gli domandò di nuovo, questa volta in modo più incalzante

-In realtà non ho fatto niente, sul serio. Sono solo andato da mia madre a chiederle un favore e mi ritrovo con una gita programmata, per di più con mia sorella-

Thomas lo guardò perplesso

-Un favore? Tu hai chiesto un favore alla regina?-

Shade annuì.

-Tu sei andato da tua madre a chiederle un favore?-

Shade lo guardò torvo e non rispose. Thomas lo guardò ancora più sconvolto

-Che tipo di favore? Che richiesta può mai portare a tutto questo?-

-Volevo solo che si occupasse lei oggi delle udienze ufficiali-

-E perché mai? Da quando tu il principe dedito solo al lavoro, delega a sua madre il suo da farsi?-

-Posso semplicemente per un giorno non avere voglia di occuparmi delle udienze reali?-

Thomas lo guardò sempre più sconvolto

-Aspetta un attimo, fammi capire bene questa storia. Tu, il principe stacanovista per eccellenza, quello che passa le nottate in ufficio a lavorare ininterrottamente, che sveglia le persone alle cinque di mattina per chiedere spiegazioni su rendiconti e editti, tu che mette consigli su consigli in agenda, che non salti nemmeno il più piccolo appuntamento di corte… tu stamattina ti sei alzato e hai semplicemente detto “sai che c’è oggi non ne ho voglia?”-

Shade lo fissò in cagnesco, e sibilò a detti stretti la risposta

-Esatto-

Thomas si avvicinò a lui e lo guardò scettico

-Chi sei tu?-

Shade gli diede uno spintone, allontanandolo e Thomas ridacchiò

-I tuoi pessimi modi mi confermano che sei realmente tu-

-Thomas…-

L’avvertimento poco celato del principe fece sorridere ancora di più il capitano. Tuttavia, dopo quel breve sorriso, tornò a farsi serio

-Comunque non capisco. Perché oggi volevi saltare l’udienza? Che cosa avevi di più importante da fare rispetto al tuo lavoro? Perché sappiamo entrambi che oziare non rientra minimamente nella descrizione del tuo carattere, quindi dovevi avere qualcosa di più importante da fare. Che cosa avevi in mente?-

-Non potevo solo avere voglia di leggere un libro in santa pace?-

Thomas lo guardò scettico. Incrociò le braccia al petto e lo guardò, per niente convinto da quella spiegazione. Shade si ritrovò a sospirare, demoralizzato

-Dovrei farti sostituire sul serio da qualcun altro. Inizi a conoscermi troppo bene per i miei gusti-

Thomas sorrise compiaciuto di se. Poi lo guardò sornione

-Fammi indovinare… volevi uscire da palazzo, di nuovo, senza avvisarmi, dico bene?-

Shade, suo malgrado annuì. Thomas lo fissò leggermente perplesso

-Ma perché andare da tua madre allora? Che senso ha avuto dirglielo? Insomma, non ti sei mai fatto problemi ad uscire da palazzo di nascosto gettandoci tutti nella confusione più totale e regalando a me mille pensieri in più rispetto al solito. Ti diverte vedermi impazzire, che senso ha avuto andare da tua madre per dirglielo?-

-Era proprio per evitare la confusione-

Thomas lo guardò per niente convinto e Shade sospirò, di nuovo

-E va bene, dannato di un capitano. Avevo le mie buone ragioni per non mandare nel panico l’intero palazzo reale, contento ora? Ma tanto adesso tutto questo non serve più dato che sono stato incastrato in quest’uscita campestre, con mia sorella e te in aggiunta-

Thomas lo guardò e si sentì dispiaciuto per l’amico. Sapeva quanto Shade fosse dedito al lavoro ma sapeva anche quanto lui avesse bisogno dei suoi momenti di solitudine lontano da tutti. Così gli mise una mano sulla spalla, in segno di consolazione e cercò di tirarlo su con la sola cosa che gli venne in mente in quel momento

-Almeno Milky ne sarà contenta. Un’intera giornata con suo fratello, non starà nella pelle quando lo saprà. E sappiamo entrambi quanto sia bello vederla sorridere, ti tira su il morale in un istante-

Shade si ritrovò a sorridere e ad annuire

-Sarà sicuramente entusiasta, si, anche se credo sarà la sola-

Thomas scosse la testa

-Andiamo, poteva andare molto peggio. Dopotutto ti sei beccato un’uscita di palazzo, ufficiale, per di più con Rein-

-Peccato che non doveva essere una cosa ufficiale-

Si lasciò sfuggire involontariamente Shade. Thomas si bloccò di colpo e lo guardò, occhi sgranati per la sorpresa e il principe impallidì quando si rese conto di quello che aveva appena detto

-Ripetilo-

Ordinò a Shade. Il principe scosse la testa, deciso

-Scordatelo. E poi tu non puoi darmi ordini-

-Posso eccome razza di principe ingrato. Amicizia batte altezza reale-

-No che non lo fa-

-Ti assicuro di si. Ripeti quello che hai appena detto, principe da strapazzo, o giuro che vado a raccontare cose molto disdicevoli su di te alla nostra bella principessa dai capelli blu-

Shade lo fissò, una punta di rabbia nei suoi occhi. Tuttavia Thomas non cedette

-Avevi un appuntamento romantico clandestino con Rein? E non mi dici niente? Sul serio? A me? Il tuo migliore amico?-

-Non era un appuntamento romantico clandestino. Che poi cosa sarebbe scusa?-

Thomas non ci badò ma afferrò entrambe le spalle di Shade e lo guardò serio

-Tu avevi un appuntamento con Rein? E lo scopro così? Per caso?-

-Punto primo non era un appuntamento-

Thomas lo guardò poco convinto. Shade sospirò, per la terza volta

-E' stata sua l’idea, non mia-

-Che cosa?-

Chiese allibito. Possibile che il mondo si fosse stravolto in una sola notte? Shade annuì

-Mi ha chiesto un’uscita, in incognito. Un pomeriggio di tranquillità, un pomeriggio per essere solo Rein e Shade, senza titoli reali a incombere su di noi. Niente scorta, niente regole, solo noi due, in pace-

Thomas lo fissò ad occhi sgranati. Aveva veramente capito bene?

-Rein ti ha chiesto di uscire di nascosto da palazzo?-

Shade annuì

-Rein? La principessa arrivata qui dal regno del Sole? Quella Rein?-

Shade annuì

-Si quella Rein-

Thomas lo fissò e quasi scoppiò a ridere

-Mio dio, siete fatti decisamente l’uno per l’altra-

Shade lo fulminò con lo sguardo, anche se poi si lasciò andare ad un piccolo accenno di sorriso.

-Non esagerare capitano. È normale volere scappare da tutto questo, ogni tanto-

Thomas lo guardò e annuì

-Lo capisco, credimi. So quanta pressione avete sulle spalle, quindi comprendo questa esigenza. Quello che mi sorprende è che Rein volesse uscire di nascosto da palazzo di sua spontanea volontà. Non si immaginava il caos che questa cosa avrebbe comportato? Evidentemente non la conosco così bene-

Shade sorrise e guardò Thomas

-Ti assicuro che invece è una cosa molto tipica di Rein. Non aveva a caso il soprannome di principessa meno principesca di tutta Wonder per niente. Era la prima a cacciarsi nei guai senza nemmeno pensarci, incurante di regole o pericoli. Ho perso il conto delle volte che sono dovuto correre per salvarla. Una volta sono arrivata appena in tempo-

Thomas lo guardò e ridacchiò

-Avrei voluto conoscervi allora. Di sicuro deve essere stato tutto molto divertente, caotico e folle. Ma molto divertente-

Shade scosse il capo, smentendo le parole del capitano

-Non è stato tutto così divertente come sembra. Certe cose avrei tanto voluto evitarle, potendo scegliere. Non è stato un periodo molto facile o divertente-

-Intendi il tradimento del primo ministro?-

Shade annuì

-Non solo. Quando Bright fu corrotto dal cristallo nero le cose si sono fatte molto complicate e pesanti. Non è stato un bel periodo a cui ripenso volentieri-

Thomas annuì ma non disse niente. Shade non parlava spesso di quel periodo e quando lo faceva Thomas sapeva che la cosa migliore era solo lasciarlo parlare.

-Bright non è più stato totalmente lo stesso dopo quel fatto-

-E' per questo che ti sei allontanato da lui?-

Shade lo guardò poi annuì

-Non solo. Non è che non mi piaccia la compagnia di Bright, ma non siamo più bambini. Immagino che crescendo, semplicemente, abbiamo capito di avere personalità diverse-

-Non sempre gli amici d’infanzia restano amici per la vita-

Shade annuì

-Già. Lo rispetto come principe, ma è diventato complicato parlare con lui-

-In che senso?-

Shade alzò le spalle

-Credo sia colpa del suo leggero senso di inferiorità-

-Inferiorità? Quel principe?-

Chiese sbalordito il capitano. Shade annuì

-Fu per colpa di quel senso di inferiorità che il cristallo nero riuscì a soggiogarlo. Credo che il peso delle aspettative che molti avevano e hanno tuttora su di lui gli pesi molto. Credo che l’ansia ogni tanto prenda il sopravvento su di lui, per eccellere ed essere brillante in tutto quello che fa, e per compensare questa asia diventa sbruffone, saccente e pesante. Credo odi e ami allo stesso tempo essere al centro dell’attenzione-

Thomas scosse la testa, incredulo

-Non credevo che un principe come lui potesse essere insicuro. Insomma, l’ho visto poche volte, ma sembra sempre molto a suo agio nel suo titolo e ruolo-

-Non siamo tutti come appariamo, Thomas. E dovresti sapere meglio di me quanto questo titolo porti tutti noi a mentire e celare i nostri veri pensieri-

-Già-

I due rimasero in silenzio qualche secondo, ognuno perso nei propri pensieri. Poi però Thomas tornò alla carica sul discorso interrotto poco prima

-Quindi Rein ti ha chiesto un appuntamento-

Gli disse sorridendo subdolamente. Shade lo fulminò

-Non era un appuntamento Thomas-

-Chiamalo come vuoi, ma il concetto non cambia. Tu e lei fuori, da soli, senza scorta. È un appuntamento-

-La tua testa ragiona in modo strano, sai?-

-Però non mi hai contraddetto-

Il sorriso compiaciuto di Thomas incontrò lo sguardo torvo di Shade

-Chiamalo come ti pare, ci rinuncio a ragionare con te-

-Il che vuol dire che sotto sotto mi dai ragione-

-Tanto non c’è niente che io possa dire per farti cambiare idea. Non c’era in ballo niente di romantico, te lo posso garantire. Come se poi sia io che lei volessimo qualcosa di romantico tra noi-

Disse Shade, poco convinto anche lui, sotto sotto, delle sue parole

-Se lo dici tu-

-E' quello che sto facendo-

Shade scoccò l’ultima occhiataccia a Thomas, poi sospirò

-Perché vuoi disperatamente che tra me e Rein scatti qualcosa?-

La domanda colse il capitano così di sorpresa che sgranò gli occhi stupito

-Non me lo stai chiedendo sul serio. Devo spiegartelo, veramente?-

-Thomas…-

-Perché penso che insieme siate una bella coppia-

-Tutto qui?-

-E lei ti capisce meglio di chiunque altro-

Lo sguardo di Shade si fece attento e serio. Non ribatté, lo lasciò continuare

-Forse non sarà una motivazione sufficiente, lo riconosco, ma Rein è forse veramente la sola persona che potrà capire fino in fondo quello che vivi e provi e per di più ed è la sola che sa cosa dirti per farti tirare fuori un sorriso, un sorriso vero. Ma guardati: lei ti chiede un’uscita fuori all’aria aperta, senza dire niente a nessuno, una fuga in piena regola e tu lo fai. Non lo hai mai fatto nemmeno per tua sorella o per tu sai chi-

Shade non ribatté, si limitò a guardare un punto fisso davanti a se. Thomas immaginava che il suo amico in quel momento stava processando ciò che gli aveva detto e lui si ritrovò a sorridere, intenerito. Era strano vedere Shade così spiazzato e insicuro, ma era anche piacevole. Stava tornando ad essere un po’ più spensierato, un po’ più impulsivo e poco controllato, come non era da molto tempo. E questo, che al principe piacesse o meno, era per lui era una grande soddisfazione e un grande merito di Rein. Tuttavia Thomas sapeva meglio di chiunque che qualsiasi cosa stesse accadendo tra Rein e lui, doveva essere Shade a rendersene conto. Non avrebbe ascoltato nessuno se lui stesso non fosse stato convinto della cosa. E lui, per quella mattina, aveva già detto abbastanza. Così ne approfittò per sgranchirsi le braccia e decidere il da farsi per la giornata

-Sarà meglio che vada a preparare tutto quanto per oggi. Ci sono molte cose da tenere in considerazione e gente da coordinare. Vuoi che mi occupi io di avvisare Trudy? Sarà più semplice per me spiegarle la situazione-

Shade annuì

-Io mi occuperò di avvertire Rein e mia sorella-

Thomas gli sorrise, poi guardò l’orologio

-Sei fortunato, manca poco alla colazione. Le potrai avvisare contemporaneamente, anche se credo sarà tua madre a dare la bella notizia-

Thomas sorrise e anche Shade si lasciò andare ad un sorriso

-Sarà meglio che avverti il palazzo. Qualcosa mi dice che le urla di gioia di mia sorella si sentiranno ovunque. Meglio non scatenare una ennesima crisi-

Thomas ridacchiò e annuì

-Lascia fare a me, avrò tutto sotto controllo-

 

 

 

Milky fissava assolutamente senza parola sia sua madre che suo fratello che Rein.

-Volete dire che oggi non dovrò fare nessuna lezione?-

-Non è proprio così…-

Disse sua madre, guardandola

-Ma usciremo fuori da palazzo per una gita!-

-Culturale, gita culturale, Milky, alle antiche rovine qui vicino-

-Ma saremo comunque fuori da palazzo-

Ripeté Milky con gli occhi scintillanti. Sua madre annuì.

-Io e Rein andremo fuori per una gita!-

Urlò quasi Milky, non riuscendo a contenere la gioia. Sua madre le sorrise

-Anche con tuo fratello. E le guardie-

Aggiunse sua madre. Tuttavia niente poté impedire al sorriso radioso di Milky di illuminarle il viso. Un’intera giornata all’aria aperta con Rein e suo fratello. La principessina si voltò verso Rein, radiosa

-Rein sei contenta?-

La turchina annuì

-Molto. Solo avrei preferito averlo saputo con un po’ più di preavviso-

Milky non capì lo sguardo che Rein lanciò a suo fratello, ma era decisamente troppo emozionata all’idea di uscire finalmente da palazzo che non ci prestò molta attenzione.

-Quindi vuol dire che oggi posso evitare di studiare matematica?-

Chiese entusiasta. Moon Maria le sorrise

-Si oggi niente matematica. Ma mi aspetto che tu approfitti di questa uscita per imparare la storia del nostro paese-

Milky annuì

-Certo mamma, te lo prometto-

-Anche perché mi aspetto poi un tuo saggio sulle cose che avrai imparato e visto oggi. Un saggio dettagliato-

Il sorriso sul volto della principessina si smorzò e guardò sua madre sconvolta

-Ma mamma!-

Tuttavia la regina sembrò insensibile a quella supplica molto poco celata

-Milky oggi non è una giornata di vacanza. So che pensi che lo studio sia strettamente legato ai libri ma imparerai che ci sono cose da studiare anche da ciò che ti circonda. E oggi voglio che tu apprenda un sacco di cose. E mi aspetto che tu le assimili e possa essere in grado poi di metterle per iscritto. In una grafia adeguata anche, come si conviene ad una principessa reale-

Il tono e lo sguardo di sua madre fecero capire alla rosa che qualsiasi tentativo di persuasione sarebbero stati vani. Così la principessa annuì

-Va bene mamma-

Milky guardò sconsolata il suo piatto con la fetta di torta mezza mangiata. Si era aspettata una giornata all’insegna del divertimento e invece era solo una scusa per farla studiare, ancora. Guardò sua madre, sconsolata. Tuttavia un luccichio negli occhi della regina la fece per un attimo sperare

-Dato che oggi sarai fuori e non potrai seguire le tue solite lezioni, credo che convenga approfittare di questa situazione al meglio. Farai pratica di scherma con tuo fratello, così non resterai indietro-

Milky guardò sua madre estasiata

-Davvero?-

-Che cosa?-

Dissero contemporaneamente fratello e sorella. Milky si voltò verso il fratello, emozionata. Tuttavia il principe guardava sua madre, a bocca aperta

-Mi hai sentito Shade. Dopotutto tua sorella sta imparando e sbaglio o tu sostieni di essere il migliore spadaccino del regno? Quale occasione migliore per Milky per imparare dal miglior maestro, dico bene tesoro?-

Milky annuì entusiasta e si ritrovò a sorridere in modo incontenibile. Sembrava tutto un sogno: una giornata all’aria aperta, niente lezioni e in più avrebbe fatto scherma con suo fratello. Era tutto estremamente favoloso, un sogno che si realizzava

-Devo andare a prepararmi allora-

Milky si alzò dal tavolo ma fu fermata prontamente dalla voce di sua madre

-Milky, siediti immediatamente-

-Ma…-

-Solo perché oggi potrai uscire da palazzo non vuol dire che tu debba dimenticare le buone maniere. Non ci si alza da tavola senza permesso e senza che io ti dica di poterlo fare. Te lo sei dimenticata forse?-

Milky abbassò il capo e si risedette sulla sedia

-No mamma-

Sulla tavola scese il silenzio. La rosa sentì la mano di suo fratello toccarle la testa, per consolarla.

-Le rovine sono molto distanti?-

Chiese Rein per cercare di risollevare l’umore generale. Shade scosse la testa

-Non molto. In carrozza una quarantina di minuti, a cavallo ancora meno-

-Potremmo approfittare del tragitto e studiare in carrozza, così quando saremo arrivati potremmo goderci meglio quello che vedremo-

Le disse sorridente Rein. Milky la guardò e anche se era poco allettata all’idea di dovere fare il viaggio studiando, ferse era meglio che sorbirsi la lezione direttamente alle rovine. Così le fece un sorriso, annuendo con la testa

-E' una splendida idea Rein-

Concordò la regina che poi, sorridendo si voltò verso Shade

-Se ne occuperà Shade della spiegazione-

Il principe la guardò perplesso

-Io?-

-Se non ricordo male le rovine le conosci abbastanza bene da potere spiegare a tua sorella tutto quanto in modo impeccabile-

-Io non credo di…-

-Rispetto a Rein le conosci senz’altro meglio-

Regina e principe si scambiarono uno sguardo che Milky non riuscì ad identificare bene. Tuttavia la frase della madre sembrò chiudere qualsiasi tentativo di protesta da parte di suo fratello. Il tutto si chiuse con un cenno del capo alla regina da parte del principe

-Bene. Dato che tutto è praticamente deciso, vi consiglio di andarvi a preparare. Milky ora puoi alzarti-

La regina si alzò e anche tutti gli altri tre fecero lo stesso. Milky, sorridendo, si affretto veloce verso la porta, ma si fermò ad aspettare la madre. La regina, dopo un cenno di saluto a suo fratello e a Rein, le si avvicinò e allungò la mano per prendere quella della figlia che lei prese subito.

-Sarà una giornata fantastica mamma. Grazie per la gita-

La regina le sorrise

-Mi raccomando, impara. Le rovine sono parte della nostra storia, conoscerle bene e fare tua la nostra storia ti servirà-

Milky annuì, anche se dentro di lei non vedeva l’ora di stare all’aria aperta, libera. La storia, forse, avrebbe potuto aspettare rispetto al divertimento.

 

I due principi, rimasti soli nella sala della colazione si trovarono a guardarsi, sorridendo.

-Tua madre è fantastica-

Disse la turchina. Shade la guardò, provando più un senso di scocciatura che di ammirazione per sua madre

-Ti rendi conto che ci ha appena incastrati, vero?-

Rein scosse il capo, sorridendo

-Non ha incastrato me. Ha incastrato te. Io sarei comunque dovuta stare con Milky oggi a fare lezione. Dopotutto cambia solo lo scenario, non l’attività da fare-

Shade la guardò ironico

-Veramente io non sarei rimasto incastrato se qualcuna non mi avesse chiesto un favore –

-Un favore?-

-Ce lo siamo già dimenticate principessa? Il corridoio, quella sera…-

-Cosa c’entra quello con questo?-

-Diciamo che mia madre ha un ottimo intuito. Ha capito cosa volevamo fare e ci ha incastrato. Quindi è anche colpa tua se ci troviamo qui in questa situazione. Dopotutto sei tu ad avere avanzato la richiesta di uscire-

Rein lo guardò allibita

-Sbaglio o dovevi farti perdonare? E poi ho detto un giorno, poteva anche essere tra un anno per quanto mi riguarda. Non doveva essere per forza oggi-

-Credevo fosse meglio farlo il prima possibile. Sbaglio o siete voi signore a fare pesare le cose a noi uomini? Volevo semplicemente levarmi il pensiero-

Rein lo guardò con gli occhi sgranati per lo stupore

-Stai veramente insinuando che la colpa sia mia?-

-Io non insinuo niente. Cito solo i fatti-

-I fatti?-

Shade vedendola sorrise divertito.

-Esatto. Sono i fatti, dal mio punto di vista-

-Allora il tuo punto di vista va corretto, principe-

-Non credo dato che sono nel giusto-

Rein lo guardò e scosse la testa

-Sai, certe volte dimentico quanto sia grande l’ego maschile, soprattutto quello di un principe-

-Stai insinuando che io sia egocentrico?-

-Precisamente-

-Finalmente qualcuno oltre me che lo dice ad alta voce. Si Shade, sei egocentrico e tu Rein, raggio di luce, sei totalmente e indiscutibilmente nel giusto-

I due si voltarono verso la porta dove un sorridente Thomas li stava fissando, appoggiato allo stipite

-Thomas-

Disse solo Shade. Il capitano, sempre con il sorriso sul volto, si inchinò ai due e si avvicinò trattenendo a stento il suo sorriso. Prese la mano di Rein e le fece un baciamano

-Altezza, incantevole come sempre. Illumini il palazzo di luce abbagliante fin dalla mattina-

Rein ridacchiò e gli sorrise

-Grazie-

-Sdolcinato-

Bofonchiò Shade, facendo ridacchiare i due. Thomas scoccò un’occhiata a Shade, prima di voltarsi di nuovo verso la turchina

-Cara Rein, sai quanto io odori stare qui con te a parlare e ad elencare tutte le mancanze di questo così detto “principe”, ma devo chiederti se puoi andare a prepararti per la partenza. Le carrozze saranno pronte ad aspettarvi tra un’ora, davanti all’ingresso principale. So di essere scortese nel dirlo, ma vorrei riuscire a partire entro l’orario stabilito, quindi spero di contare sulla tua gentile collaborazione-

Rein annuì alle parole di Thomas

-Direi che sia il caso che vada allora. Sarò pronta per la partenza, capitano, non faremo ritardo per causa mia-

Rein salutò i due e si affrettò ad uscire per andarsi a preparare. Quando fu abbastanza lontana per non farsi sentire, Thomas appoggiò il braccio sulla spalla di Shade e gli disse

-Se vuoi flirtare con Rein di prima mattina, non che la cosa mi dispiaccia, almeno assicurati di non farti vedere. Per fortuna che sono apparso io e non una cameriera, o peggio, un nobile qualsiasi. Immagina lo scandalo-

-Non stavamo flirtando Thomas-

Thomas alzò gli occhi al cielo

-Come no. Era solo un normale chiacchiericcio tra amici, giusto?-

-Precisamente-

Thomas scosse la testa

-Sei incorreggibile. Egocentrico e incorreggibile, temo per il re che diventerai-

Shade tolse il braccio di Thomas dalla sua spalla e lo guardò

-Sei venuto solo qui per insultarmi, per caso?-

-No, anche se come sai mi diverte sempre molto. Sono passato per avvisarti che le carrozze e la scorta sono pronte e le cucine si stanno occupando del nostro pranzo-

-Ottimo. Ricordati di far sellare il mio cavallo e quello di mia sorella. Sicuramente vorrà cavalcare-

-Ci stavo pensando infatti. Lo farò. E per Rein? Credi vorrà cavalcare anche lei oggi?-

Shade rifletté qualche secondo, poi lo guardò

-Immagino di si. Non le ho mai chiesto se sa cavalcare, ma presumo che lo sappia fare. Meglio essere preparati a questa evenienza. Fai preparare Stella per lei-

Thomas lo guardò ad occhi sgranati

-Stella? Sei sicuro?-

Shade annuì

-Si, è sicuramente perfetta per lei-

-Ma Stella è…-

Thomas non finì la frase. Sapevano entrambi cosa volesse dire. Tuttavia il principe lo fissò deciso

-Thomas, fidati. Conosco quell’animale, so come è fatta e so che tipo di cavaliere cerca. Rein sarà perfetta per lei-

Thomas lo guardò perplesso, ma non ribatte.

-Faccio preparare anche un cavallo per Trudy?-

Shade annuì

-Si, come ho detto, meglio essere preparati. E porta qualche uomo in più nella scorta, buoni cavallerizzi-

-Ti preoccupi che Milky possa sparire come un certo principe?-

Shade lo guardò torvo

-Mia sorella sa sparire in un battito di ciglia, questo è vero, come è vero che ci vogliono persone capaci di starle dietro, oltre a noi due. Ma non stavo pensando a mia sorella, in questo momento-

Thomas lo fissò, ad occhi sgranati

-Pensi che Rein possa fuggire senza scorta? Sul serio?-

Shade annuì

-Non è da escludere. Dopo tutto una delle principesse…-

-…meno principesche, si lo so. Solo che non me la immagino fare una cosa del genere-

-Invece dovresti. Però forse sto esagerando, ma meglio essere preparati. L’ultima cosa che voglio è avere mia madre rimproverarmi perché ho perso una o più principesse quest’oggi-

Thomas ridacchiò ma si trovò ad annuire

-Si, tua madre è spaventosa da arrabbiata. Va bene, ci penso io. Nicholanos sta scegliendo le guardie più affidabili e anche capaci di cavalcare, ma lo farò venire con noi, a questo punto. Mi fido di lui e, cosa che non guasta, è di buona compagnia. Inoltre è discreto, sarà perfetto per Rein. Sarà la sua scorta, dopotutto lo ha già fatto. Lui andrà bene-

Shade annuì

-Va bene. A questo punto, direi che è tutto pronto-

-Manchiamo solo noi. A proposito, ti conviene andare a prepararti. So che lascerai comunque del lavoro da fare per i tuoi ministri, quindi sbrigati. Tra il prepararti tu e il lasciare il lavoro agli altri, non vorrei fare ritardo per colpa tua-

-Io non sono mai in ritardo, arrivo sempre quando serve. Ma hai ragione, solo su una cosa, ovvio che gli lascio del lavoro da fare a quei perditempo di ministri che mi ritrovo. Si prendono troppo tempo libero per i miei gusti e poco tempo per lavorare-

-Allora, come ho già detto, muoviti. Non vorrei incominciassi proprio oggi ad iniziare ad arrivare in ritardo per colpa del tuo stacanovismo. Forza principe, al lavoro-

Detto questo Thomas diede una pacca sulla schiena a Shade, forse un po’ troppo forte rispetto a quella che aveva immaginato. Il principe, preso alla sprovvista, perse per un secondo l’equilibrio e quasi cadde a terra. Quando si riprese, Thomas stava cercando di trattenere le risate, anche se con poco risultato. Questa volta, però, Shade non si stava minimamente divertendo

-Thomas-

Disse, sottovoce e a denti stretti. Il modo in cui pronunciò il suo nome, fece bloccare il capitano sul posto, improvvisamente all’erta. Guardò Shade e alzò le mani in segno di pace

-Andiamo Shade...-

Tuttavia il principe iniziò ad avanzare verso di lui e il capitano iniziò ad indietreggiare

-Non volevo, giuro Shade-

-Thomas… inizia a correre-

Thomas lo guardò e non se lo fece ripetere certo un’altra volta.

 

 

 

Rein fissava la scena davanti a lei leggermente divertita. Thomas era alle prese con una Milky notevolmente troppo eccitata e stava decisamente facendo fatica a contenere le mille domande della piccola principessina.

-Non lo vai ad aiutare?-

Trudy, di fianco a lei, osservava la scena, anche lei decisamente divertita. Trudy era raggiante quella mattina, non c’era altro modo per descriverla. Aveva indossato un abito di un tenue color rosa chiaro. La gonna, di strati di chiffon, le cadeva morbida sulle gambe e il corpetto, dello stesso colore, era fatto di pizzo macramè, così come le maniche, a tre quarti. I lunghi capelli biondi della contessa erano stati raccolti in un semplice chignon, fermato da un nastro dello stesso colore dell’abito. Non indossava gioielli particolari, tranne la solita collana che ormai Rein si era abituata a vederle al collo. 

-Dovrei andare ad aiutarlo, lo so, ma qualcosa mi trattiene-

Disse Rein divertita. Trudy le rivolse un sorriso

-Paura principessa?-

-Oh si. Milky sa essere spietata quando vuole-

Le due ridacchiarono

-Ridere prima ancora di partire è decisamente un buon segno-

Le due si voltarono e videro avvicinarsi la regina Moon Maria, assieme a lady Vivian. Le due s’inchinarono

-Vostra maestà-

Dissero quasi in coro le due donne. Moon Maria sorrise alle due

-Spero contessa non siate adirata con me per avervi inclusa in questa piccola gita improvvisata-

-Niente affatto maestà. È un onore e un piacere esservi utile-

Moon Maria le sorrise poi fece un piccolo cenno a lady Vivian. Senza bisogno di parole tra le due, la contessa Vivian si avvicinò a Trudy

-Contessa volete seguirmi, per favore? Credo che il capitano abbia bisogno del nostro aiuto-

Trudy annuì poi lanciò uno sguardo a Rein perplesso e seguì la contessa, vero Thomas e Milky. Rein si voltò vero la regina, perplessa

-Posso fare qualcosa per voi, maestà?-

Moon Maria annuì e non sembrò affatto stupita per quella domanda. Si avvicinò alla turchina e prese il braccio di Rein, passandolo sotto al suo

-Una regina non può semplicemente volere passare due minuti in tranquillità in compagnia di una principessa, che per di più è ospite nel suo palazzo?-

Rein la guardò senza dire niente. Moon Maria sospirò e la fissò

-So che questo non era quello che avevi chiesto a mio figlio…-

-Io veramente non…-

Rein, imbarazzata, abbassò lo sguardo. Sentì lo sguardo della regina su di se e si voltò a guardarla, profondamente imbarazzata

-Rein non posso permettere che si crei uno scandalo tra voi due. Forse non te lo immagini, ma sono molti i nobili di questo regno e anche qualche testa coronata del pianeta che non amano troppo quello che io abbia fatto o che apprezzino il fatto che tu sia qui. La tua presenza in questo palazzo è stabile e nessuno oserà mai interferire perché io sto garantendo per te e, soprattutto, perché la tua reputazione è impeccabile. Se dovessero mancare una delle due cose, la situazione potrebbe farsi decisamente molto complicata. Non potrei difenderti da uno scandalo, nemmeno se lo volessi, lo sai questo-

-Si maestà, lo so bene. Non farò niente per perdere la vostra fiducia o…-

Moon Maria scosse la testa

-Rein, qui non si parla di fiducia mia nei tuoi confronti, si parla della tua reputazione. So che sono due concetti molto diversi, ma come donna, per di più donna reale, sono, purtroppo, la stessa cosa. La mia fiducia in te non vacilla per così poco, ma come regina non posso permettermi di poterti difendere se la tua reputazione dovesse essere messa in discussione. E questo perché ho due figli da proteggere, prima di te. Spero questo sia chiaro e che tu lo possa capire-

Rein annuì.

-Perfettamente maestà-

Moon Maria sorrise.

-Bene, sapevo di potere contare su di te in questo. Chiarito il tutto, direi di raggiungere gli altri. Non vorrei che faceste tardi per colpa mia-

Rein sorrise alla donna, anche se una punta di preoccupazione si impossessò di lei. Le parole dette da Moon Maria le risuonarono in testa, come un cattivo presagio. Stava per perdersi in un pensiero poco piacevole, quando una voce alle loro spalle la distolse dalle sue riflessioni

-Non ti preoccupare mamma, Thomas troverà comunque il modo di dare la colpa a me per qualsiasi cosa-

Rein si voltò leggermene e vide Shade scendere velocemente la grande scalinata. Si era cambiato rispetto alla colazione e ora indossava degli abiti più semplici, ma comunque regali. Era impressionante come pur senza simboli, Shade emanasse una naturale aurea di regalità. Indossava, infatti, un paio di pantaloni blu scuro e una semplice camicia bianca, con le maniche leggermente arrotolate sull’avanbraccio. Alla vita era allacciata la spada, che dondolava seguendo il ritmo dei suoi passi. Rein si perse ad osservarlo forse qualche secondo di troppo, secondi che non sfuggirono al principe

-Ho qualcosa che non va?-

Le chiese, infatti, sorridendo Shade. La turchina, leggermente imbarazzata, scosse il capo

-No, scusa-

Disse di scatto. Rein si maledisse mentalmente per essersi scusata. Perché si era scusata? Così avrebbe fatto credere a Shade e alla regina che aveva fatto qualcosa di sconveniente. Cosa le era passato per la mente? La turchina chiuse gli occhi e sentì il calore diffondersi sulle guance. La risata divertita di Shade la fece arrossire ancora di più, se possibile, rispetto a quanto non fosse già. Aprì gli occhi e si ritrovò a guardare uno Shade sorridente che la fissava

-Poco principesco, principe-

Disse, a sua difesa. Shade sorrise ancora di più

-Non so a cosa tu ti riferisca. A cosa ti riferisci di preciso?-

Rein stava per ribattere ma la regina li interruppe, schiarendosi la gola e attirando la loro attenzione

-Usciamo, direi che è la cosa migliore, per tutti-

Moon Maria lasciò andare il braccio di Rein e si avvicinò al figlio, prendendo il suo di braccio sotto al suo. Rein fece passare prima i due e li seguì poco dopo. L’aria fresca della soleggiata mattina primaverile fece riprendere Rein che si ricompose, facendole cancellare le ultime tracce di imbarazzo. I tre vennero accolti da Thomas che si inchinò alla regina, poi guardò in malo modo i due principi

-Era ora. Shade, Rein siete in ritardo-

Milky, decisamente eccitata per la giornata, si avvicinò al fratello e alla madre

-Thomas ha ragione, vi sto aspettando da una vita ormai. Shade andiamo, la nostra carrozza è quella davanti. Non vedo l’ora di arrivare, voi no? Oh Shade, hai portato la spada! Anche io ho la mia è già in carrozza. Non vedo l’ora di fare scherma contro di te e anche con Thomas-

Milky, un fiume in piena di parole, afferrò la mano di Shade e cercò di tirarlo verso di se, ma Shade rimase fermo immobile, bloccando la principessa lì con loro

-Milky, non credi di dovere prima salutare la mamma? Come una brava principessa?-

La rosa lo guardò, poi guardò sua madre

-Giusto, certo, non me lo stavo dimenticando. Ciao mamma, stasera ti racconterò tutto, promesso-

Fece un piccolo inchino alla madre, poi si avvicinò e mettendosi in punta di piedi si protese verso la guancia della regina, per baciarla. Moon Maria sorrise nel chinarsi verso la figlia, facendosi dare quel bacio

-Divertiti Milky, non fare esasperare tuo fratello, o Rein, o Thomas, o chiunque. Ricordati, esci per imparare, non per giocare, tienilo bene a mente-

Milky annuì

-Imparare, no giocare, capito. Shade, Rein, andiamo?-

Milky questa volta strattonò Shade e il principe si fece trascinare, anche se fece appena in tempo a lanciare un cenno di saluto alla madre. Milky e Shade sparirono dentro una carrozza, quella più avanti. Rein si avvicinò alla regina per salutarla, ma prima che potesse voltarsi,  Moon Maria la trattenne ancora

-Rein ti raccomando Milky. È una brava ragazza, lo sai, ma sa essere terribilmente esuberante e imprevedibile. Fai attenzione-

Rein le sorrise

-Maestà, non si preoccupi. Causavo problemi, so riconoscere i segnali di quanto sta per accadere qualcosa. Starò attenta-

La regina ridacchiò e annuì

-Bene. La cosa mi rincuora, lo ammetto. E cerca anche di badare ai due bambini poco cresciuti. Credo ti daranno più problemi loro che Milky. Già lo fanno quando devono comportarsi in modo dignitoso, figuriamoci quando sono lontani dal palazzo-

Rein sorrise e annuì

-Cercherò di fare del mio meglio, maestà, ma possiamo contare sulla contessa Gaumont. Conosce Thomas meglio di chiunque altro-

Moon Maria sorrise e annuì. Rein fece per avviarsi verso la carrozza dove Milky e Shade erano, ma fu fermata dalla voce di Trudy

-Principessa, noi siamo qui. Seconda carrozza, mi dispiace-

Rein si voltò verso la seconda carrozza presente dove Trudy si era sporta dal finestrino per chiamarla

-Come?-

Chiese perplessa Rein. Trudy alzò le spalle

-Idea del capitano. Se non sbaglio ha detto qualcosa su “tempo di qualità tra fratelli, meglio lasciarli soli” o qualcosa del genere-

Rein la fissò perplessa

-Vuole punire in qualche modo Shade obbligandolo a stare da solo con sua sorella?-

Trudy le sorrise in modo sarcastico

-Credo proprio di si-

Rein si limitò a scuotere il capo ma si avvicinò veloce alla carrozza e si affrettò a salire dentro.  Subito dopo di lei si affacciò all’interno della carrozza un sorridente Thomas

-Principessa, Trudy, state comode? Spero di si, anche perché stiamo per partire e non c’è tempo di fare cambiamenti dell’ultimo minuto-

-Thomas grazie per avere constatato l’ovvio-

Disse Trudy, sorridendo sarcastica. Thomas guardò la sua amica

-Sarcastica già di prima mattina. Mi fa piacere vederti di nuovo di buon umore. Sarà una giornata fantastica-

Trudy fece un sorriso ironico a Thomas che ridacchiò divertito

-Bene. Allora possiamo andare se siamo tutti pronti-

Detto questo le salutò e chiuse la porta della carrozza e si allontanò veloce, diretto al suo cavallo. Trudy lo osservò dare ordini e urlare comandi

-Certe volte vorrei imbottigliare il suo naturale ottimismo. Tornerebbe utile in molte occasioni-

Rein sorrise

-In effetti l’allegria di Thomas è contagiosa. Assomiglia in questo molto a Fine-

Rein pronunciò il nome di sua sorella prima ancora di rendersene conto. La turchina, stupita, si portò una mano sulla bocca, perplessa. Trudy le lanciò un’occhiata strana e la principessa distolse presto lo sguardo. Calò un leggero silenzio, molto imbarazzante tra le due, o almeno per lei. In quel momento la carrozza prese a muoversi, e il rumore delle ruote e lo scricchiolio del legno della vettura riempirono il silenzio creatosi.

-Non vi siete più sentite?-

-Come?-

-Con tua sorella?-

Rein scosse la testa.

-Ho scritto a mia madre, però-

-Davvero?-

Chiese meravigliata Trudy. Rein annuì e si lasciò andare ad un sorriso

-Non è stato facile a dire il vero. Le ho detto cose che pensavo da tempo ma che non ero mai riuscita a dire. Credevo di rasserenarmi o di sentirmi sollevata, tuttavia non ho provato quel senso di liberazione che mi aspettavo. Sto un po’ meglio, questo si, ma non mi sento come immaginavo mi sarei sentita-

-Dovreste parlarvi. Solo parlando si possono sistemare certe situazioni. Ovviamente se anche l’altra parte è d’accordo nel volere parlare, o provarci almeno-

Rein la fissò. Gli occhi di Trudy erano come velati da un qualcosa che la turchina non riuscì a spiegarsi. La contessa però la fissò poco dopo, continuando a parlare

-Io e mia madre siamo l’esempio perfetto di ciò che ho appena detto. Mia madre è l’esatto opposto di me. Sempre perfetta, impeccabile, fu una delle debuttanti più ammirate ai suoi tempi, semplicemente perfetta. Mai ripresa in qualcosa, mai al centro di qualche scandalo, eccellente in tutto ciò che riguarda le arti femminili e non solo. Io invece assomiglio a mio padre. “Mente analitica” mi chiamava da piccola, e aveva ragione. Detestavo il cucito, ma amavo sapere come si creavano i fili per tessere, odiavo ballare ma adoravo vedere come le note prodotte producessero la musica. E poi, ovviamente, c’era Thomas-

-Thomas?-

Chiese perplessa Rein. Trudy annuì

-Mia madre sperava che facendoci conoscere fin da piccoli potessimo creare un rapporto intimo tale da portare poi ad un fidanzamento e ad un matrimonio. Ovviamente è successo tutto l’esatto contrario di ciò che si immaginava. Thomas era il fratello che desideravo e con lui ho fatto tutto ciò che una dama di buona famiglia non deve mai fare: imparare ad arrampicarsi sugli alberi, fare la lotta, andare a caccia, cavalcare a perdifiato con il cavallo lanciato al galoppo in una gara all’ultimo fiato, gare che ho sempre finto tra l’altro e ovviamente, bere buon vino e da un’età che non è certamente consona per una fanciulla di buona famiglia-

Rein sorrise

-Adorerei sapere tutte le storie di voi due da bambini. Sembra un’infanzia decisamente divertente e libera-

-Libera di sicuro. Mia madre non ne era contenta, ma mio padre era dalla mia parte. Potevo contare sul suo appoggio incontrastato e mia madre non poteva fermarmi. Poi però tutto è cambiato quando mio padre è morto. Avevo quattordici anni quando è successo-

-Mi dispiace-

Mormorò Rein, sinceramente dispiaciuta. La contessa semplicemente annuì, poi riprese a parlare

-Da quel momento tra me e mia madre è come apparso un muro. Invece di unirci nel dolore, ci siamo allontanate. Siamo diventate come due estranee che abitavano sotto lo stesso tetto. Per i primi tempi avevo Thomas, ma poi lui se ne è andato per entrare nella guardia reale. Dopo che Thomas è partito è iniziato un periodo molto difficile per me così come per mia madre. Non ci capivamo e finivamo per litigare tutti i giorni. Siamo arrivate ad un punto tale che sono andata a stare dai miei nonni per quasi otto mesi, otto mesi in cui non ci siamo mai scritte. Poi una mattina, come se niente fosse, mia madre si è presentata a casa dei miei nonni, ordinando di preparare le mie cose per il mio immediato ritorno a casa. Mi ha presa per mano, mi ha portato in una sala davanti ad una tazza di the bollente e abbiamo parlato. Abbiamo parlato per quasi un giorno intero, di tutto, ogni cosa, soprattutto del nostro dolore. E tutto si è risolto, diciamo. Abbiamo iniziato a capirci e a parlarci in modo onesto-

Rein la guardò meravigliata e stupita. Non si era minimamente aspettata quel tipo di confidenze da Trudy. Fu sinceramente contenta che la contessa si fosse aperta con lei riguardo una cosa così tanto personale

-E parlare così a cuore aperto davanti a lei è stato così tanto liberatorio?-

Trudy annuì

-Si lo è stato, anzi da allora ci siamo sempre ripromesse di dirci ogni cosa, sempre, soprattutto quando l’una non capiva l’altra. E la cosa capita spesso-

-E lo fate veramente?-

Trudy la guardò poi si portò una mano sul petto, dove strinse il ciondolo che portava quel giorno

-Si, lo facciamo. Anche se non sempre è così facile. Soprattutto considerando che stiamo parlando di mia madre. Certe volte risulta essere molto…imbarazzante affrontare certe discussioni-

Rein la guardò e provò una sincera invidia nei confronti di Trudy.

-Sei fortunata Trudy-

Le disse. La contessa la guardò negli occhi e la turchina la vide stringere ancora più saldamente il ciondolo tra le mani

-Non mi invidiate principessa. Non mi conoscete così bene da poterlo dire-

Rein scosse la testa

-E' vero, non ti conosco a fondo e forse non ho ancora capito appieno la tua personalità o il motivo della tua diffidenza nei miei confronti, ma da quello che mi hai detto, hai passato un’infanzia circondata dall’amore dei tuoi genitori, dall’affetto di Thomas e dal supporto di tua madre quando ne hai avuto più bisogno. Io non posso dire altrettanto, purtroppo-

Trudy la guardò e lasciò andare lentamente la presa sulla collana. Si ritrovò a sorridere debolmente alla turchina

-Essere figlie è complicato, ma anche essere madri. L’amore fa fare cose pazze e fa comportare in modo folle le persone, anche chi pensa di essere razionale. I sentimenti più sono forti, più confondono le nostre azioni. Non conosco vostra madre, principessa, ma credo che lei stia soffrendo ancora più di te per non averti compreso appieno. Spero un giorno possiate chiarirvi, te lo auguro sinceramente, dal cuore-

Rein fece solo un piccolo cenno con il capo a Trudy, prima di distogliere lo sguardo dalla bionda. Non capì perché, ma quelle parole l’aveva riempita di un calore che non si era minimamente aspettata e senza volerlo, Rein sentì le lacrime iniziare a sgorgarle dagli occhi. Presto fu preda dei singhiozzi e, senza preoccuparsi di Trudy, si lasciò andare ad un pianto quasi liberatorio. Trudy, che era seduta di fronte a lei, non disse niente, ma si spostò, andandosi a sedere di fianco alla principessa. In silenzio le prese la mano e gliela strinse forte. Non si dissero niente più per tutto il resto del viaggio, e Rein gliene fu immensamente grata, non solo perché non aveva cercato di confortarla, ma anche perché non l’aveva fatta sentire sola. Forse per Trudy non era lo stesso, ma Rein sentiva di avere trovato una vera e buona amica. E si ritenne terribilmente fortunata.

 

 

 

Thomas, in sella al suo cavallo bruno, percorse velocemente il perimetro delle antiche rovine, in cerca di un eventuale pericolo. Come si immaginava, non trovò niente di anomalo o sospetto, solo gli antichi resti che lo osservavano, in silenzio. Il capitano si voltò verso il resto della comitiva dove fece un gesto a Nicholanos, per informarlo che la situazione era sicura. Così facendo, due guardie si affrettarono ad avvicinarsi alle carrozze per aprire le porte delle vetture e per permettere agli occupanti di scendere e di sgranchirsi le gambe dopo il viaggio. Thomas vide la principessina Milky guardare le rovine con un misto di eccitazione e gioia e si mise a sorridere. Non lo avrebbe mai ammesso, soprattutto non davanti al suo iper protettivo, quasi a livello patologico, fratello, ma adorava alla follia la sua piccola principessa. Sapeva che avrebbe dato volentieri la vita per proteggerla, e forse, sotto sotto, non gli sarebbe dispiaciuto vedere il fratello detronizzato dalla piccola Milky. Lui l’avrebbe aiutata di certo nell’impresa, se glielo avesse chiesto. Forse gliene doveva parlare, magari così si poteva liberare di quell’impiccio che era quel principe ingrato che chiamava migliore amico.

-Stai pensando a qualcosa di profondamente irriverente nei miei confronti, non è vero?-

Shade, che era sceso poco dopo Milky dalla carrozza, si era avvicinato a lui, che sovrappensiero, non lo aveva sentito e si era fatto cogliere in quel momento di distrazione. Tuttavia niente poteva mai privarlo della sua risposta pronta, soprattutto quando si trattava di Shade

-Come sempre del resto-

Gli rispose, sorridendo. Shade gli lanciò un’occhiataccia e provò ad afferrargli le redini, ma lui fu più veloce.

-Attento principe, non vorrei farti male. Dopotutto sono pur sempre in sella al migliore cavallo del regno-

Shade lo fissò per niente colpito da quelle parole

-Il miglior cavallo del regno? Non dico che Fulmine sia un eccellente cavallo e un ottimo corridore, ma fammi salire in sella alla mia Regina e vedrai chi ha il migliore cavallo del regno-

-Sfida interessante, principe. La accetto-

-Ottimo. Prepara a mangiare la mia polvere, Thomas-

-Non vedo l’ora di farti mangiare la mia, Shade-

-Qui nessuno mangerà la polvere di nessuno. Thomas scendi da cavallo e vieni a dare una mano. Anche tu Shade, smettila di lanciare sfide infantili e renditi utile-

I due si voltarono e videro Rein che li fissava, leggermente corrucciata. Thomas scese prontamente da cavallo e puntò un dito verso il principe

-Ha iniziato lui-

-Ehi-

Gli rispose Shade. La turchina alzò gli occhi al cielo poi si voltò verso Trudy che era a pochi passi di distanza

-Sbaglio o peggiorano giorno dopo giorno?-

La contessa sorrise e annuì

-Con Thomas non mi meraviglio, ma non mi aspettavo che il principe fosse lo stesso. Ha veramente ragione mia madre: è un mistero come il mondo sia in mano agli uomini e non a noi donne, che siamo nettamente superiori, in tutto-

Le due donne si guardarono e scoppiarono a ridere. Thomas si voltò vero Shade, perplesso

-Da quando quelle due sono così amiche? E da quando Rein è così pungente nei miei confronti?-

Il principe, per tutta risposta, alzò le spalle, interdetto quanto lui

-Non saprei, ma direi che è meglio fare come dice. Già c’è Milky di cui preoccuparsi oggi, Rein deve essere mia alleata, quindi meglio evitare di litigare-

-Concordo-

Thomas scambiò un’occhiata con Shade e poi si diresse veloce verso Nicholanos. Il tenente stava dirigendo alcune guardie per allestire un piccolo padiglione, per riparare le principesse e la contessa dal sole e per avere un luogo riparato dove potere poi pranzare

-Nicholanos, serve aiuto?-

-Capitano, preferirei di no. Qui è tutto sotto controllo-

-Le carrozze?-

-Sono state sistemate e sono già pronte per il ritorno-

-I cavalli?-

-Li stanno sorvegliando due guardie e i due cocchieri, capitano-

-Il pranzo?-

-Verrà consegnato per l’una. Ho delle guardie a palazzo incaricate di portare tutto il necessario, come da ordini ricevuti-

-Il resto della comitiva?-

-Arriverà all’orario stabilito come da programma-

-Quindi tutto sotto controllo, direi-

-Si capitano-

-Ottimo-

Thomas si avvicinò a Rein raggiante

-Cara principessa, tutto pronto e perfettamente gestito a livello organizzativo-

-Sicuro Thomas?-

Gli chiese la turchina. Thomas la guardò perplesso.

-Certo, Rein. So fare bene il mio lavoro, nonostante quello che dice un certo principe-

Rein gli sorrise e gli appoggiò una mano sul braccio

-Scusami Thomas, ma sua maestà mi ha chiesto di prestare particolare attenzione oggi, a tutto. So che sei il migliore capitano delle guardie che potessi sperare-

-Ci puoi giurare-

Gli disse raggiante, mentre si affrettava a prenderle la mano per baciargliela. Rein gli sorrise e scosse la testa, visibilmente divertita e lusingata.

-Per favore Rein, non mettergli in testa strane idee. Non fargli credere di essere bravo, potrebbe crederci e poi si che inizierebbero i veri guai-

Thomas guardò Shade che si era avvicinato a loro e invece di ribattere, il capitano pensò di punire il suo caro principe in altro modo. Perché se la meritava una punizione, dopotutto.  Alzò il braccio e lo pose sulla spalla di Rein, trascinandola a . Fu un attimo ma Thomas vide Shade irrigidirsi e spostare immediatamente lo sguardo sulla sua mano che toccava la spalla, nuda, di Rein. La turchina, rispetto all’abito che indossava a colazione, si era cambiata, e indossava un abito più adatto per una giornata all’aperto. Era un vestito di tessuto georgette, bianco con ricamati delle rose blu lungo tutto l’abito. La particolarità del vestito era lo scollo a barchetta che le lasciava, appunto, un parte di spalla nuda ed esposta. Dallo scollo  partivano le grandi maniche a pagoda, che nascondevano le braccia della principessa. L’insieme era un raffinato abito che faceva risaltare la linea della principessa, sottolineando l’elegante linea delle sue spalle. E il vestito, appunto, lasciando esposta una parte delle spalle della principessa, permise a Thomas di compiere la sua dolce vendetta nei confronti di Shade. Premette la principessa contro di se e continuò a guardare sorridente il principe, provocandolo. Forse stava esagerando, ma era divertente vederlo irrigidirsi così.

-Thomas… lascia andare Rein-

Gli intimò il principe. Thomas sorrise ancora di più e si chinò a guardare Rein che gli rispose con un sorriso

-Shade, direi che la principessa è l’unica che mi possa dire di lasciarla andare. Rein adorata, bellissima principessa, raggio di sole piombato nella nostra vita per risollevarci il morale da quell’ombroso di principe che ci ritroviamo, vuoi che ti lasci andare?-

Rein rise sentendo le parole di Thomas e il capitano vide lo scintillio degli occhi di Rein, divertiti

-Thomas, non sei divertente. Lasciala andare-

Gli intimò Shade. Prima che Thomas potesse ribattere fu la turchina ad intervenire

-Io non credo proprio. Come ha detto Thomas, giustamente, dovrei essere io a decidere se la cosa mi stia bene oppure no e se desidero essere lasciata andare-

Thomas si ritrovò a ringraziare tutti gli dei a cui poteva pensare per avergli fatto arrivare una principessa così. Rein non solo stava reggendo il suo gioco, ma stava deliberatamente prendendo in giro Shade.

-Rein ti adoro-

Mormorò Thomas in modo che tutti lo potessero sentire, ma fingendo che solo la principessa potesse sentirlo. Shade a quel punto esplose

-Ora basta. Thomas lasciala-

-Thomas non farlo-

Rispose prontamente Rein.

Thomas vide lo sguardo sconvolto di Shade e scoppiò a ridere. Tuttavia lasciò andare la presa su Rein e si allontanò da lei.

-Shade, torna a respirare, stavo solo scherzando. Accidenti Rein, sei fantastica. Come ho fatto a sopravvivere a palazzo senza di te?-

Rein gli sorrise e gli fece un piccolo inchino

-E' un piacere essere utile-

Thomas vide Shade scuotere la testa e poggiarsi una mano sul volto.

-Io non arriverò ai venticinque anni di questo passo con voi due-

Disse Shade, melodrammatico. Al che, sia lui che Rein scoppiarono a ridere e anche Shade ridacchiò con loro.

-Che cosa state facendo qui? Perché vi divertite senza di me? Forza, andiamo ad esplorare! Rein, vieni a vedere cosa ho visto-

Milky, ignara del piccolo siparietto che si era appena concluso, piombò addosso ai tre, buttandosi tra le braccia di Rein

-Cosa hai trovato?-

Chiese la turchina, curiosa. Gli occhi di Milky brillarono per l’eccitazione

-Devi vedere-

Milky prese la mano di Rein, poi si voltò verso suo fratello, e prese la mano anche del principe

-Shade, andiamo. Hai promesso di farmi vedere tutto quanto e devi mantenere la promessa-

I due si lasciarono trascinare da Milky e a Thomas non sfuggì il sorriso che i due si scambiarono. Thomas si mise a fissarli, contento

-Sembri un padre orgoglioso che guarda il figlio sposarsi-

Trudy spuntò dietro di lui e appoggiò il suo mento sulla sua spalla, come faceva quando erano piccoli.

-Se io sono il padre orgoglioso, tu allora sei la madre scettica che pensa che la sua futura nuova rovinerà il suo amato figlio-

Trudy continuò a guardare i tre principi che esploravano le rovine

-Sembrano proprio una famiglia-

Disse la bionda, guardando la scena. Thomas si trovò ad annuire

-Speriamo che quell’idiota di un principe si renda conto di che donna sia arrivata per miracolo tra le sue braccia. E speriamo che non si chiuda di nuovo in sé stesso e si lasci andare-

-Non puoi spingere quei due l’uno verso l’altro solo perché Rein ti sta simpatica. E poi la conosci da troppo poco tempo per poterlo dire. Si potrebbe rivelare incompatibile con il principe, ci hai mai pensato?-

-Ma hai visto come si guardano? Almeno se ci provasse e vedesse potrebbe…-

-Cosa? Soffrire magari ancora? Non ne vale la pensa, Thomas-

-Trudy, vale sempre la pena amare. Non c’è mai un valido motivo per non farlo o non provarci-

-Parli così perché non ti sei mai innamorato-

Trudy si staccò da lui e lo guardò, severa

-Se ti fossi innamorato almeno una volta nella vita e avessi sofferto per amore, fidati non parleresti così-

-Tu non lo sai se non mi sono mai innamorato, Trudy-

-Thomas andiamo, ci conosciamo da bambini, vuoi che non sappia se tu…-

-Certo che mi sono innamorato. Solo che la persona per cui provavo qualcosa non si è mai minimamente accorta di me. L’ho vista innamorarsi di qualcun altro ed essere portava via da un uomo evidentemente migliore di me. Non osare dire che non ho mai sofferto, Trudy, non ti permettere questa libertà-

Gli occhi di Trudy si allargarono per la sorpresa. Lo fissò per qualche istante

-Non me lo hai mai detto…-

Gli disse. Il capitano si trovò ad abbassare il capo e a portarsi una mano sulla testa

-Non è una cosa facile da scrivere in una lettera, anche se il destinatario è la tua migliore amica-

Trudy lo guardò, un velo di tristezza negli occhi

-E poi ormai è passato tanto tempo da quella storia, l’ho superata. Non te ne preoccupare-

Thomas si avvicinò a lei e le appoggiò una mano sulla testa, accarezzandola. Trudy alzò il capo di scatto e gli spostò la mano, leggermente scocciata. Thomas sapeva che Trudy odiava essere accarezzata in quel modo, solo suo padre poteva permettersi di farlo, nessun altro.

-Thomas, non mi toccare i capelli-

-Andiamo Trudy. Lo sai che lo faccio perché ti voglio bene-

Trudy indietreggiò. Sapeva che la sua amica aveva capito cosa voleva fare, la conosceva troppo bene per non saperlo. Thomas allungò le mani in avanti e iniziò ad avvicinarsi alla bionda

-Thomas, stai indietro-

-Vieni qui Trudy, fammi esprimere tutto il mio affetto per te-

Trudy iniziò a correre, cercando di allontanarsi da lui. E lui si buttò subito dietro di lei, rincorrendola

-Thomas, stammi lontano-

Urlò la bionda, mentre correva veloce verso le rovine. Per tutta risposta, lui scoppiò a ridere e continuò ad inseguirla. Il loro caotico rincorrersi aveva catturato l’attenzione dei tre principi, che si erano voltati verso la coppia, stupiti dall’improvviso baccano. E il principe non doveva averci messo molto a capire cosa stese succedendo, perché tutto quello che gli bastò dire fu semplicemente una parola

-THOMAS!-

 

 

 

La mattinata stava ormai per volgere al termine. Rein, Shade, Milky e Trudy, dopo che questa si era ripresa dalla corsa con Thomas, avevano esplorato le antiche rovine per un’ora buona, dove il principe aveva passato tutto il tempo a spiegare alle tre la storia del luogo dove si trovavano. Si trovavano infatti a “Silvery Court” ovvero le rovine del primo palazzo reale del regno della Luna, che era stato poi abbandonato in favore di quello attuale quasi cinquecento anni prima. Anche se in rovina, era ancora possibile ammirare la grandiosità di quello che era stato un tempo e riconoscere anche la funzione di alcune sale, anche se il resto era ormai solo un insieme di pietre grigie e muri diroccati. Tuttavia la parte che colpì di più la principessa furono i resti dell’antica cappella reale, che si trovava vicino a quella che doveva essere stata, probabilmente, la sala del trono. Su una parete della cappella, infatti, era stato inciso un bassorilievo, che raffigurava le otto fasi lunari e sotto l’immagine della luna piena era stata incisa l’immagine della corona

-Molto poco allusivo come bassorilievo, non trovi?-

Rein si voltò vero Shade. Il principe si mise di fianco a lei e osservò insieme a lei l’incisione del muro

-A me piace. Semplice ma chiaro-

-Autocelebrativo piuttosto-

-Tutte le monarchie lo sono-

Ribatté la turchina. Shade si trovò ad annuire

-Lo so, ma non mi piace lo stesso-

-E' indispensabile esserlo. Se i nostri antenati non si fossero così tanto autocelebrati e proclamati diretta emanazione del potere, magari io e te ora saremo semplici cittadini e vivremmo vite normali-

-La cosa non mi dispiacerebbe affatto-

Disse Shade guardandola divertito. Rein, suo malgrado, si ritrovò ad annuire. Tuttavia alzò lo sguardo verso il cielo azzurro che splendeva sopra di loro

-Però, se ora fossimo normali cittadini, saremmo impegnati a svolgere un lavoro o a preoccuparci di trovare il modo di avere cibo in tavola o di sopravvivere. Invece noi ora siamo qui, all’aria aperta, a goderci una giornata di svago, indossando abiti di tessuti pregiati o gioielli il cui valore potrebbe mantenere una famiglia per molti mesi, senza alcun tipo di preoccupazione. Siamo fortunati e dobbiamo riconoscerlo-

Rein sentì lo sguardo di Shade su di sé, ma lei continuò ad osservare il bassorilievo.

-Principessa, filosofa e maestra di vita. Cos’altro nascondi?-

Rein si voltò e lo guardò sorridendo

-Oh principe, non hai idea di cosa ancora io ti stia nascondendo-

Shade accennò ad una risata e anche lei fece lo stesso. La turchina poi tornò ad osservare il muro di fronte a sé

-Ti piace proprio o non vuoi guardarmi?-

Le chiese ironico Shade. Rein gli lanciò un’occhiata quasi infastidita, poi tornò a fissare il bassorilievo

-C’è qualcosa che non capisco-

Disse corrucciata

-Cosa? Luna, corona… che altro c’è da capire? È quasi banale-

-Non mi riferisco al significato. È come se mancasse qualcosa-

-Qualcosa? E sentiamo altezza, che cosa mancherebbe?-

-Nomi-

Disse semplicemente la turchina. Rein si voltò verso Shade e vide il principe guardarla meravigliato. Poi il principe fece un sorriso e la guadò impressionato

-Non ti sfugge niente, vedo-

-C’erano quindi-

Disse Rein, sgranando gli occhi. Shade annuì e alzò il braccio e puntò il dito verso un punto del muro, proprio sotto la corona

-Vedi questi segni?-

Shade indicò dei punti sulla pietra. Rein si avvicinò a lui e osservò il punto che gli indicava. In effetti c’erano dei segni incisi nella pietra, come se fosse stato volutamente stato cancellato qualcosa

-Qui erano incisi i nomi dei primi re. Erano segnati quindici nomi, per la precisione. I nomi dei quindici primi sovrani del regno-

-Quindici?-

Chiese sbalordita Rein. Shade annuì

-Perché sono stati cancellati?-

-Perché così nessuno conosca quei nomi-

-Ma non ha senso. I nomi dei primi regnanti sono noti, li ho insegnati io stessa a tua sorella qualche tempo fa-

Disse perplessa Rein. Shade tuttavia la guardò con uno sguardo pieno di scusa. E Rein capì

-Sono nomi finti-

Il principe scosse il capo

-Non proprio. Quelli passati alla storia sono i nomi che i sovrani hanno usato per passare alla storia. Sono i nomi con i quali hanno firmato leggi e editti e con cui si facevano proclamare e celebrare dal popolo. Qui invece era incisi gli altri nomi, quelli che i miei antenati ritenevano essere nomi “divini”. All’inizio, quando il primo re prese il potere, unificando il regno, per giustificare la sua ascesa al trono e soggiogare gli altri guerrieri che potevano avanzare come lui la stessa pretesa, disse di essere il figlio naturale della dea Luna. Per quel motivo, essendo suo figlio, era riuscito a sconfiggere le tribù rivali e a prendere il potere, unificando il territorio perché era suo di diritto. Era non solo consacrato alla dea, ma suo diretto discendente. Così disse di avere un nome divino, nome con il quale la dea stessa lo aveva chiamato, battezzandolo e consacrandolo. Questo stratagemma gli consentì di preservare il potere e trasmise questa cosa anche al figlio, che fece altrettanto con il suo erede e così via. Il colpo di genio, però, fu che il primo re decise di tenere segreto quel nome, per preservare la propria “divinità” e per far credere che attraverso quel nome, che era noto solo a loro, potessero comunicare con la dea. Fu per questo che quando re Duraven abbandonò questo palazzo per quello attuale cancellò i nomi, per evitare che nemici della corona potessero scoprirlo e usarlo contro di lui per una lotta del potere-

-Non ne sapevo niente-

Disse Rein

-Non potevi saperlo, è un segreto tramandato di re in re. Solo chi governa è destinato a conoscere la verità, così come solo il re è destinato a conoscere il suo nome “divino”-

-Tu hai un nome divino quindi?-

Chiese Rein, guardandolo sorpresa. Shade la guardò e fece segno di no con il capo

-No non ce l’ho, almeno non ancora. Quando verrò incoronato riceverò il mio nome, scelto da mio padre prima di me. Quando nasce l’erede, infatti, il sovrano va dal nostro sacerdote massimo, il custode del tempio, e gli consegna il nome divino, che il sacerdote dovrà custodire fino al giorno della prossima incoronazione. Nessuno può aprire la busta consegnata fino al giorno della nuova cerimonia, dove solo il nuovo re e il sacerdote massimo conosceranno il nome e a quel punto, attraverso una cerimonia particolare, il nuovo re verrà consacrato nel nome della Luna, come suo figlio diretto. Un ultimo dono del re precedente per il re nuovo, un segno di continuità e buona fortuna per il nuovo regno, o almeno è questa la motivazione che ha permesso di mantenere viva questa tradizione così antica e ormai, del tutto superflua-

Rein si ritrovò a guardare ammaliata Shade

-Che splendida tradizione-

Disse, guardandolo. Shade  la guardò perplesso

-Splendida? Cosa ci sarebbe di bello nell’avere un nome antiquato addosso che nessuno per di più conosce? A parte il sacerdote massino, nessuno lo sa e non è di alcuna utilità. Dovrebbe aiutarti a comunicare con la dea, come se fosse un nome ciò che debba legare un re al suo compito. La trovo una cosa altamente ridicola-

-Come puoi pensarlo sul serio. Shade, ma pensaci. Il nome è un dono, un dono fatto dal predecessore per il suo successore, è il nome che ha scelto tuo padre, per te. Lo trovo una cosa meravigliosa oltre che terribilmente affettuosa. Tuo padre, lasciandoti in eredità quel nome, sarà con te nel momento in cui diventerai re e condividerai qualcosa con lui ancora una volta. Lo trovo veramente una cosa bellissima, di cui dovresti farne tesoro-

Rein lo guardò e vide gli occhi di Shade allargarsi per lo stupore provocato dalle sue parole. Il principe distolse lo sguardo e si voltò ad osservare ancora una volta il bassorilievo

-Non avevo mai pensato a questa cosa dalla tua prospettiva. L’ho sempre considerata un’antica tradizione reale, stupida per di più. Grazie Rein-

Rein gli si avvicinò, alzò una mano per cercare di toccargli il braccio, in un gesto quasi di conforto, quando Shade si voltò di scatto nella sua direzione. I due si trovarono, così, a pochi centimetri di distanza, con solo la mano di Rein tra di loro a separarli. Rein e Shade si guardarono negli occhi e Rein sentì un improvviso rossore salirle sulle guance e il cuore batterle all’impazzata nel petto. Tuttavia non accennò minimamente ad allontanarsi, come avrebbe dovuto fare. Shade sembrò un attimo indeciso, Rein lo vide tentennare, come per volersi allontanare, tuttavia ad un tratto Rein sentì la mano del principe toccare la sua e, lentamente, portarla giù, lungo il  suo fianco. Il principe non lasciò la presa sulla sua mano, anzi, aprì le dita della turchina, intrecciando quelle della sua mano con le proprie. Rein sentì il calore del palmo della mano di Shade entrare in contatto con il calore del suo corpo e, istintivamente, fece un passo avanti, verso di lui. Fu un attimo. Rein vide gli occhi di Shade come accendersi e vide il giovane venirle sempre più vicino, avvicinando il volto al suo.

-Che state facendo?-

La voce improvvisa di Milky li colse così di sorpresa, che i due fecero letteralmente un salto all’indietro, staccandosi l’uno dall’altro.

-Milky-

Sussurrò Shade. La rosa li guardò con uno sguardo divertito

-Quando lo saprà la mamma…-

Disse guardando suo fratello. Shade si affrettò ad avvicinarsi alla sorella

-Dirgli cosa? Di come ci siamo soffermati a parlare di regno e antiche tradizioni?-

-Non sembrava quello che stavate facend…-

Shade mise una mano sulla bocca della principessa. Si chinò verso di lei in modo da sussurrarle all’orecchio

-Milky se prometti di non dire niente di qualsiasi cosa tu creda abbia visto a nostra madre o a chiunque, prometto che da adesso ti insegnerò scherma, per tutto il tempo che vorrai-

Milky sembrò un attimo indecisa sul da farsi, ma alla fine, la sua passione per la scherma ebbe la meglio. Annuì, decisa, e Shade lasciò andare la sua mano dalla bocca della principessina

-Abbiamo un accordo principessa?-

Disse il principe protendendo la mano verso la rosa. Milky gliela prese e la strinse contenta

-Assolutamente si. Shade andiamo! È ora di fare, finalmente, qualcosa di divertente-

Shade mise una mano sulla testa della sorella, scompigliandole i capelli

-E brava mia sorella. A proposito, hai tutto l’occorrente necessario?-

La rosa annuì

-Certo! Ho tutto, devo solo cambiarmi di abito. Non si può fare scherma con la gonna. Ed è perfetto avere preso questa decisione adesso, perché sono appena arrivate le cameriere con i nostri cambi d’abito. Ero venuta ad avvisarvi proprio di questo. Shade preparati, oggi sono sicura sarà il giorno dove riuscirò a disarmarti-

Così come era apparsa, Milky sparì presto dalla vista dei due. Quando fu fuori vista, Rein si lasciò andare ad un sospiro

-Per un pelo-

Disse. Shade annuì

-Già. Proprio per poco…-

I due si guardarono, ma Rein, questa volta, in imbarazzo, distolse lo sguardo. Shade rimase a distanza da lei e tra i due calò il silenzio. Ricordandosi delle parole di Milky, però, Rein si voltò verso Shade sconcertata

-Cameriere con il cambio?-

Shade la guardò e annuì

-Doveva essere una specie di sorpresa-

Le disse, un po’ imbarazzato

-Un cambio d’abiti? Una sorpresa?-

Shade le sorrise mentre scuoteva il capo

-No, non il cambio d’abiti in sé per sé, ma quello che comporta il cambio d’abito-

-E sarebbe?-

Shade incrociò le braccia al petto e la guardò divertito

-Mia sorella potrà anche avere svelato metà della sorpresa, ma la parte più importante non l’ha detta. Non sarò certo io a svelarti tutto quanto, dovrai scoprirlo da sola e qualcosa mi dice che se vai fuori dalle rovine, la vedrai-

Rein lo guardò e una sincera curiosità la pervase. Senza pensarci due volte, afferrò il bordo della sua gonna e si mise a correre veloce verso l’esterno. Dietro di lei sentì i passi veloci di Shade, seguirla. Quando fu fuori, vide Thomas tenere fermo per le briglie un bellissimo cavallo dal manto chiaro, quasi dorato e con la criniera e la coda di un bianco splendente. Quando Thomas la vide, le sorrise

-Altezza, perfetto tempismo. Lasciate che vi presenti Stella, uno dei cavalli migliori delle scuderie reali-

Rein si avvicinò alla cavalla. L’animale prese a fissarla con i suoi grandi occhi verdi. Sembrava la stesse come studiando. Rein alzò piano una mano e l’animale prese ad annusarla, intenta a decidere se lei fosse un’amica o meno. Dopo qualche attimo in cui Rein fu certa di non stare infastidendo l’animale, posò la mano sul suo muso. Il manto era soffice e Rein prese ad accarezzarla piano, godendosi quel tatto quasi setoso sotto il palmo. Thomas la guardava ammirato

-Accidenti, non ho mai visto Stella comportarsi così-

-Te lo avevo detto che era perfetta per Rein. Possibile che tu di me non ti fida mai di me?-

Shade li aveva raggiunti e guardava soddisfatto la turchina e Stella creare un legame

-E come potrei, stupido di un principe? Non sempre il tuo giudizio è, come dire, affidabile-

Rein vide Thomas e Shade scambiarsi sguardi poco amichevoli e subito dopo scambiarsi un sorriso reciproco di riconciliazione.

-Non capirò mai l’amicizia maschile, ma ancora meno capirò mai la vostra di amicizia-

Disse Rein guardandoli

-Nemmeno io credimi-

Disse Shade. Thomas lasciò andare le briglie e tirò un amichevole pugno sul braccio al principe. A quel punto Shade diede un calcio al capitano. Il cavallo, infastidito da quei improvvisi movimenti bruschi dei due, lanciò un nitrito, come a volerli ammonire.

-Impressionante come persino un animale sia in grado di riconoscere il vostro comportamento infantile-

Disse Rein ai due. Thomas la guardò perplesso

-Principessa, come hai potuto notare, ha iniziato lui per primo-

-Se tu non fossi così stupido forse non mi lascerei andare a questi comportamenti-

-Borioso di un principe-

-Stupido di un capitano-

Rein prese le briglie lasciate andare da Thomas e guardò il cavallo dritto negli occhi

-Che ne dici se lasciamo questi due a fare i bambini e noi andiamo a fare una passeggiata?-

Stella scosse il capo, come a fare un cenno affermativo alle sue parole. Rein le accarezzò ancora una volta il muso poi prese a camminare verso Trudy che stava osservando la scena appena svoltasi poco lontano. Una guardia si affrettò ad avvicinarsi a lei e a prendere le briglie

-Altezza, ci occuperemo noi degli animali mentre voi vi preparate-

Rein lo ringraziò con un cenno del capo, poi si avvicinò a Trudy che la aggiornò sugli ultimi sviluppi

-Stanno montando una tenda dove potremmo cambiarci senza incidenti e ci sono cameriere a sufficienza per cambiare un intero esercito di dame a nostra disposizione. Per di più, la principessina sta osservando attentamente i preparativi-

Le disse la contessa, indicando una Milky impaziente che ruotava attorno alle guardie reali intenti a issare la tenda

-Dovrei rimproverarla e ricordarle che un’altezza reale non si comporta così e non mostra impazienza. Ma non ci riesco. È troppo contenta, come potrei chiederle di nascondere questa sua naturale vivacità?-

Chiese la turchina a Trudy. La contessa la guardò e le sorrise

-Un giorno in più non cambierà niente, anzi. Credo che oggi la principessina si possa godere questa libertà. Potrà iniziare da domani ad essere una perfetta principessa-

Rein guardò leggermente stupita Trudy

-Contessa, non me lo aspettavo un discorso del genere da te-

Trudy sorrise

-Principessa, mi conoscete molto poco. So essere molto seria, precisa e pignola quando voglio, ma non nascondo che forse ciò che mi accomuna così tanto a Thomas e che ha permesso la nostra amicizia sia un animo ribelle. Ogni tanto non seguo proprio alla lettera le regole dell’etichetta-

Rein sorrise

-Allora ho ragione quando dico che potremo andare molto d’accordo noi due. La principessa meno principesca di Wonder e la contessa ribelle. Siamo una bella coppia-

-Meglio di quei due di sicuro-

Disse Trudy, indicando Shade e Thomas che si stavano ancora battibeccando da prima. Rein ridacchiò poi guardò sarcastica la bionda

-Trudy, era un velato attacco anche al tuo principe?-

-Assolutamente no. Constato una realtà-

Le due scoppiarono a ridere. Una volta finite le risate le due si sedettero per terra, sul prato e iniziarono a chiacchierare. Passò  qualche tempo di relativa tranquillità, quando ad un tratto, Milky si avvicinò veloce alle due donne sorridendo raggiante

-Hanno finalmente finito!-

Disse la rosa, buttandosi tra le braccia di Rein. Rein le sorrise e le scompigliò un poco i capelli

-Milky, lo sai vero che ti dovrei rimproverare per  i tuoi modi?-

La principessa la guardò un attimo sconsolata

-Ma Rein… è praticamente una giornata di vacanza-

-Una principessa non è mai in vacanza, Milky. Cosa direbbe tua madre se fosse qui?-

Gli occhi della piccola si abbassarono, tutta la felicità sparita.

-Mia madre direbbe che non si corre, non si grida, non ci si agita per niente e si rimane sempre composte e regali-

-Esatto, ti direbbe proprio così. Ma per fortuna che tua madre non è qui con noi oggi-

Milky rialzò il volto di scatto, guardandola di nuovo speranzosa. Vedendola Rein le sorrise ancora più calorosamente

-Quindi principessa, vai a cambiarti e vai a dare una lezione a tuo fratello. Se la merita-

Milky lasciò andare un grido di gioia e si buttò tra le braccia di Rein, in estasi

-Grazie, grazie, grazie mille Rein. Vado subito-

Milky si alzò veloce e corse via. Rein la guardò sorridendo e si scambiò uno sguardo divertito, l’ennesimo, con Trudy. La contessa appoggiò i palmi delle mani sul prato e si sdraio leggermente, il volto diretto verso la luce del sole. Anche Rein lo fece, chiuse gli occhi e si lasciò accarezzare dal sole godendosi quell’attimo di pace.

-Si sta proprio bene oggi-

Disse Rein. Trudy al suo fianco fece un verso di approvazione.

-Principessa, concordo pienamente con voi su questo-

-Anche se…-

Disse Rein. Rein guardò Trudy e vide la contessa fissarla, anche se solo da un occhio

-Anche se cosa?-

Chiese la bionda, una certa nota di preoccupazione nella voce.

-E’ un peccato lasciare dei cavalli così belli lì in un angolo, a loro stessi-

Trudy si raddrizzò e la guardò ad occhi spalancati

-Che cosa hai in mente, di preciso?-

Rein le si avvicinò e le bisbigliò all’orecchio

-Lasciamo qui i due bambini cresciuti con Milky e noi andiamo a fare una bella cavalcata-

Trudy la fissò e si ritrovò ad annuire

-Non mi dispiace come idea-

-Esatto. Solo noi e i nostri cavalli. E presumo qualche guardia di scorta-

-Giusto, sei sempre una principessa dopo tutto-

-Però…-

-Però cosa?-

Rein non completò la frase, ma semplicemente le sorrise. Lo sguardo di Trudy si fece all’improvviso preoccupato

-No, assolutamente no. Non posso permettertelo. Finiremo nei guai e io non voglio finire nei guai con la regina -

-Solo se la regina lo scoprirà-

-Certo che lo scoprirà-

-Ci penseremo allora quando e se succederà. Che ne dici, contessa ribelle?-

Trudy la fissò poi si trovò a scuotere la testa

-Tu sei matta principessa-

Rein ridacchiò

-Te l’ho sempre detto che non sono una principessa perfetta. Andiamo-

Rein prese la mano di Trudy e dopo averla fatta alzare, la trascinò verso la tenda.

-Rein aspetta, non dovremmo-

-Oh si invece. Anzi, noi lo faremo-

Trudy si lasciò trascinare e non ribatté più e la turchina pensò che, sotto sotto, forse era proprio quello che anche la bionda desiderava. Si Rein ora ne era certa: lei e Trudy erano perfette come amiche. E avrebbe fatto di tutto per farlo vedere a Trudy.

 

 

 

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Ciao a tutti!

Ebbene si, sono tornata, di nuovo. Come avrete ovviamente visto, non ho minimamente rispettato il programma che io stessa mi ero prefissata, sono una grande vero? Non starò qui a spiegare le ragioni del mio ritardo, solo per non tediarvi con i dettagli molto poco emozionanti della mia vita, ma sappiate che questa storia è sempre con me ogni giorno e appena posso e ho abbastanza tempo per dedicarmici, mi ci fiondo e scrivo. Avrei voluto riuscirci molto prima a completare questo capitolo, ma solo in quest’ultima settimana sono riuscita a sedermi per molto tempo al computer e scrivere e rivedere il tutto con la calma e la concentrazione necessaria. E ora eccomi qui. E credo che ora, molti di voi, mi vogliano uccidere. Quindi passiamo alle cose belle!

Ebbene si, li ho quasi fatti baciare, si, l’ho fatto. E li ho interrotti. Sono brava vero? Lo so, lo so quello che starete pensando, che sono una perfida. Ma so che mi amate anche per questo (o almeno lo spero o mi piace pensarlo XD)

So che forse per molti la sto tirando troppo per le lunghe tra quei due, ma nella realtà vanno così le cose. Ci vuole tempo per creare un’intimità tra due persone, un’intimità sentimentale che non sia solo frutto dell’attrazione reciproca. Soprattutto per chi ha sofferto prima, aprirsi e lasciarsi andare, anche se lo si vorrebbe con tutto se stesso, non è sempre facile. E Rein ora è in turbinio di emozioni diverse, ha molte cose a cui pensare, molte cicatrici da saldare e molta confusione in testa. E anche Shade ha la sua buona dose di pensieri. Quindi per quanto vorrei già passare avanti con le cose, ci vuole tempo. Spero che per voi l’attesa ne varrà la pena, anche perché so già come sarà la scena fatidica e sarà fantastica, quindi aspettate, vi prego! Comunque amo il loro discorso nell’antica cappella e mi piace il fatto che Rein faccia vedere a Shade le situazioni sotto un’altra luce. Vorrei proprio che Rein diventasse per lui il raggio di sole che illumina le sue giornate, spero di riuscirci. Però ammetto che volevo tanto farli baciare, ma avrebbe complicato troppo le cose in questa fase, quindi è giusto così. E se sembra che Rein se lo sia già dimenticato, non è affatto così, ma a volte succede. Non pensiamo a cosa successe per non uscire di testa. Ma arriverà il momento del “oh è vero, ci siamo quasi baciati”. Immaginate quando Shade lo dirà a Thomas! Ma basta, ho già detto fin troppo.   

E a proposito di Thomas, lo sapete no che io lo amo? Lo amo alla follia. Sul serio, vorrei che il mio compagno di vita fosse Thomas. E lo amo perché prende in giro Shade in un modo che nessun altro potrebbe, ma lui si, anche perché lo conosce talmente tanto bene che capisce prima del nostro bel principe quello che sta succedendo e vuole solo il meglio per lui, lo vorrebbe vedere felice, e spinge tantissimo per quella direzione. Praticamente Thomas è il nostro fanboy principale nella storia. Lui ci capisce, sa cosa vogliamo e farà tutto il possibile perché il nostro desiderio si realizzi. E io lo amo e spero anche voi e forse gli do troppo spazio ma che volete, adoro scrivere di quei due che battibeccano come una vecchia coppia.

Trudy, lei si sta aprendo e lasciando andare. Sono onesta, la scena in carrozza tra le due l’ho cambiata qualcosa come quattro volte, perché non ne ero pienamente sicura. Cioè, volevo un discorso così tra loro due, profondo e intimo, ma ho pensato che forse non era il momento giusto per farle confrontare in quel momento. Però poi ripensandoci, certe volte si hanno discussioni molto serie all’improvviso senza volerlo ed è così che è andata. Rein o Trudy non volevano affrontare quel discorso, ma ci si sono ritrovate all’improvviso, quindi sono state sincere e spontanee. Mi piace pensare a loro due cementare la loro amicizia così, in modo spontaneo e autentico, senza forzature. Quando Trudy si mette vicino a lei e la consola, lo fa non perché vuole che Rein smetta di piangere, ma perché sa che questo la conforterà. Tutto qui. Spero che quel momento tra le due vi sia piaciuto e che il tutto funzioni, così come funziona per me nella mia testa. Spero non sia sembrato forzato.

Infine, Moon Maria regina suprema. È indubbio chi sia il vero capofamiglia ed è lei. È la regina, è la mamma, è il capo e tutti fanno quello che dice lei. Più o meno. Ma credetemi, si farà valere quando qualcuno farà qualcosa per farla veramente arrabbiare. Non avete idea di quello che starà per succedere. E Milky, bella e spontanea. Ho paura di averla resa forse un po’ troppo infantile, però ha pur sempre dieci anni e spero che il suo modo di fare sia proprio di una bambina di dieci anni. Scusate, sono passati un po’ di anni dai miei dieci anni, quindi spero mi perdonerete se invece sembra più piccola. Fatemi sapere nel caso provvederò a migliorare questa cosa.

Infine, so che rispetto allo scorso capitolo le cose sono rimaste un po’ in sospeso. Niente Philip, niente triangolo, niente Fanny che trama nell’oscurità… ma tranquilli, come si dice, la calma prima della tempesta. Però mi piace pensare a Philip, chiuso nel suo studio, a lavorare, mentre tutti sono fuori a divertirsi. Pensatelo così, sommerso da carte e conti da fare XD l’ho detto che sono perfida, quindi non vi meravigliate troppo, lettori avvisati.

Bene, so che sto lanciando molte esche qui, so che dico sempre che deve succedere qualcosa di sensazionale, e forse per voi con i capitoli pubblicati non è così, ma arriveranno, veramente, fidatevi. Devo solo creare bene le situazioni perché non voglio fare le cose di fretta e non spiegare bene cosa succede. Quindi, per favore, resistete con me. E sopportate i miei ritardi.

Bene, io ho finito di sproloquiare, almeno per oggi. Spero vi sia piaciuto il nuovo capitolo, grazie per l’infinita pazienza che avete nei miei confronti e nei confronti di questa storia. Grazie per tutto l’affetto che mi date, per tutti quelli che leggono i capitoli e per tutti quelli che mi lasciano un commento o un messaggio, per me vuol dire molto, grazie veramente tanto.

Vi aspetto come sempre al prossimo capitolo, lasciatemi un vostro parere se volete, anche negativo, sapete che per me è importante sapere cosa pensate e ogni critica che mi possa aiutare a migliorare la accetto sempre volentieri. Quindi se volete sapete cosa fare. Ma grazie anche solo per tutti voi lettori silenziosi, mi emoziono sempre tanto nel vedere quanti siete a leggere questa storia, quindi grazie tante.

Io vi abbraccio forte e ci vediamo presto, spero, come sempre un bacione grande dalla vostra

Juls

  
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