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Autore: Miravel0024    03/10/2022    0 recensioni
#2 Ottobre / PumpInk / Febbre
Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
N° parole: 439
Essere malati non è divertente per nessuno, ma per alcune persone è peggio che per altre. Ma le cose possono sempre cambiare
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Writober 2022'
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Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
Prompt:
Febbre
N° parole: 439

 

Odio avere la febbre, mi fa sentire triste e sola. Più del solito comunque.
Essere bloccata a letto senza nulla da fare lascia libero sfogo ai miei pensieri e non è mai una buona cosa.
Non mi piace essere malata e non mi piace il silenzio che rimbomba tra le pareti. Mi manca il ticchettio dei tasti sulla tastiera mentre faccio i compiti, il fruscio delle pagine del libro che sto leggendo, le note soffici e familiari del piano, sarei felice anche solo del ticchettio della pioggia sul vetro o del cinguettare degli uccellini, ma oggi non entra un singolo suono.
Quando ero più piccola sognavo spesso di avere qualcuno che si occupasse di me come nelle storie che ci leggeva la maestra. Qualcuno che mi preparasse da mangiare e mi poggiasse un panno fresco sulla fronte, per un po' ho pensato che Toshi fosse quella persona, ma mi sbagliavo.
Non sono più sicura che ci sia qualcuno così per me lì fuori.
Sento la stanchezza pesarmi addosso, forse se dormissi un po' poi mi sentirei meglio.

Un tocco freddo mi sfiora il viso e sobbalzo. Apro gli occhi e un mare di arancione mi circonda, un paio di occhi blu incrocia i miei.
«Mi dispiace, non volevo svegliarti. Ti senti meglio?» Che cosa? Com'era entrata? «Hotaru?Che ci fai qui?» Le sue mani morbide scorrono tra i miei capelli ed è meraviglioso.
«Di che stai parlando? Non dirmi che la febbre ti si è alzata così tanto?» Si raddrizza per prendere qualcosa del comodino, portando con sé la sua lunga chioma, e solo ora mi rendo conto di non essere a casa mia.
Questa è la stanza di Hotaru.
«L'hai sognato di nuovo?» Torna a chinarsi su di me con un termometro in mano, Io preme contro la mia fronte finché non emette un suono. Sorride.
«La febbre sta scendendo finalmente.» «Sognato cosa?» La sua mano torna tra i miei capelli e mi ritrovo a premere il viso contro il tocco familiare.
«Di essere tornata a casa dei tuoi.» Oh… era solo un sogno, è vero. Non torno in quella casa da mesi.
«Sembrava così vero.» «Lo so, ma non lo era. Ora sei a casa e non abbiamo alcuna intenzione di lasciarti andare.» Le sue mani sono su entrambi i lati del mio viso ora. Ha delle mani così fresche, le sue labbra sulla fronte invece sono bollenti.
«Forza ora, fammi spazio.» Prima ancora di potermi muovere mi ritrovo avvolta tra le sue braccia, le sue dita tra i capelli e il sonno che torna a prendermi.
   
 
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