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Autore: justlikeheaven    08/10/2022    0 recensioni
Mary è una comunissima ragazza di diciassette anni. Le piace guardare i film, uscire con la sua amica Diana, fantasticare e studiare. Da qualche tempo, però, è afflitta da un grave male: non riesce più a sognare. L’arrivo di un ragazzo misterioso sconvolgerà la sua esistenza, e il suo sonno.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Mary guardava intensamente l'orologio. 

Le lancette ticchettavano, il tempo scorreva lento, ma lei si sentiva immobile, completamente fossilizzata sul divanetto dello studio. Aveva la testa chinata, le mani in grembo e i piedi perfettamente allineati alle piastrelle del pavimento. Sembrava una statua. 

"Mary mi senti?" Perchè non rispondi?"

Dopo un lungo silenzio, Mary finalmente si destò. "Cosa?" proferì con aria confusa. 

"Ho detto, mi senti? "

"Si adesso si"

"Raccontami un po' come stai da un po' di giorni a questa parte, hai voglia di parlarne? Sono qui per ascoltarti"

La voce calma e bassa della dottoressa piaceva a Mary, ma non sapeva se poteva fidarsi al cento per cento di quella sconosciuta. Avrebbe potuto prenderla per pazza, oppure avrebbe minimizzato il suo problema. 

Dopo un sospiro si decise a parlare: "I miei sogni sono neri, completamente neri. Anzi, non riesco più a sognare" 

"E da quanto non riesci più a sognare?"

"Mesi, mi sta facendo impazzire" la voce di Mary parve assumere un tono isterico. 

"Riesci a ricordare i sogni che facevi prima?"

La ragazza li ricordava benissimo. Da quel che poteva ricordare i suoi sogni sono sempre stati vividi, colorati e realistici, ma a volte se ne dimenticava, così aveva preso l'abitudine di appuntarli su un'agenda.  

"Si, me li ricordo benissimo" rispose.

"Ed erano belli?"

"A volte. A volte erano belli, a volte brutti"

"Cos'era che ti piaceva del sognare?"

Mary pensò che quella domanda fosse proprio idiota, ma non ci badò e rispose: "Il vivere numerose vite. Fare esperienze che non avrei potuto fare da sveglia. Capisce?" 

La dottoressa parve sorridere. "Capisco perfettamente. Non riuscire più a fare qualcosa contro la propria volontà è avvilente, specialmente se ci rendeva così felici." spiegò guardandola amorevolmente, ma senza scomporsi dalla poltrona. 

Mary parve destarsi completamente. Forse poteva fidarsi. 

"Non so cosa sia successo, ma di punto in bianco ho smesso di sognare. Andavo a dormire così felicemente prima...ma adesso odio dormire, non ha senso se non posso più sognare."

La dottoressa sorrise ancora di più. Mary si chiese che cazzo avesse da ridere. 

"Dormire è un bisogno fisiologico, non si può evitare"

Mary aveva un turbinio di pensieri in testa, ma da quel momento decise di non parlare più durante la seduta. Mancavano altri venti minuti al termine ma non le importava, la dottoressa poteva anche parlare da sola. Fu quello che successe: quella parlava, Mary invece stava completamente zitta.

"Prima di andare a dormire prendi quelle pillole che ti ho prescritto, okay? Poi dopo che ne hai prese due immagina intensamente qualcosa, qualsiasi cosa, e prova a dormire. Se non funziona proveremo con un altro metodo, ma tu provaci per una settimana. Va bene?"

Continuava a stare in silenzio. Aveva gli occhi vacui e la bocca socchiusa. 

"Mary, va bene?"

"Si" sussurrò. 

Le due si congedarono poco dopo.

Mentre Mary usciva dallo studio, la dottoressa si sedette alla scrivania, esaminò gli appunti che aveva preso durante quel quarto d'ora e li lesse approfonditamente. Si sistemò gli occhiali sul naso. "C'è molto lavoro da fare" pensò.

Mary intanto era uscita dallo studio e aveva preso l'ascensore insieme a due vecchietti. Erano dietro di lei, quindi cercò di scrutarli attraverso lo specchio di lato: entrambi erano vestiti pesantemente e portavano delle buste in mano. Mary sorride tra sè quando si accorse che si tenevano per mano. Sembravano proprio innamorati. Anche se non aveva mai avuto un fidanzato era sempre felice quando guardava una coppia, poteva percepire l'amore che irradiavano. 

Quando l'ascensore arrivò al piano terra Mary uscì dalle porte, si voltò per rivedere un'ultima volta la coppia ma questi sembravano scomparsi. Tutto quello che vide furono le porte dell'ubitacolo che si chiudevano dietro di lei. 

"Strano" pensò "sembra si siano volatilizzati"

Non ci badò e uscì dall'edificio dove era posizionato lo studio della dottoressa per correre dritta a casa.

Appena varcato l'ingresso il suo primo pensiero fu quello di dare la pappa al gatto, che le si strusciava amorevolmente contro le caviglie.

Sbrigate alcune faccende e mangiato qualcosa di pronto si mise a guardare la tv in soggiorno. Si mise a pensare. Il giorno dopo avrebbe cominciato la scuola e sarebbe tornato tutto alla normalità, tranne per la terapia che stava seguendo. L'estate era finita, ma non ne era dispiaciuta. Ritornava tutto alla normalità, tutto sarebbe stato ripetitivo, tranne per una cosa, pensò improvvisamente, e in quel momento lo stomaco le si chiuse: i suoi sogni.

   
 
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